Un agile e sintetico compendio sui giochi trattati dall'Ex Videogiocatore.


Visto che purtroppo il logorìo della vita moderna fa sì che la soglia di attenzione di alcuni miei  lettori sia prossima allo zero, mi è parso giusto condensare il blog dell'Ex Videogiocatore (solo la parte videoludica, i post di riflessione non ci riesco a sintetizzarli) in una versione super-ridotta sulla quale potrete agevolmente ripassare nel caso in cui lo portiate all'esame. Si sconsiglia caldamente l'uso di questa pagina come bigliettino durante lo scritto. Sigla!

Gli ignoranti sono pregati di andarsene.


Per rendere le cose più semplici possibile, ho deciso di mettere titolo del gioco, una breve sinossi (in cui specifico anche se il gioco è stato completato) e il giudizio "È merda?" tanto la seconda domanda ("Ci rigiocheresti?") non se la caga nessuno. Se volete ulteriori informazioni come l'anno o la software house, beh, mi spiace. Vi toccherà leggerlo. Prima di cominciare, un piccolo disclaimer: non è detto che questo bigino sia sempre aggiornato all'ultimo articolo. Aspettate e siate fiduciosi. Ed ora si comincj.





Gioco Descrizione È merda?
Ports of Call Nella sua prima avventura ambientata nel mondo dei videogiochi, Il Divo Giulio Andreotti si cimenta con il trasporto di merci in giro per il mondo. Purtroppo la sua oculatezza nell'acquisto di una nave si rivela controproducente. No.
Grand Prix Circuit Sono gli anni 80 e la Ferrari non vince uno straccio di Gran Premio da secoli. La famiglia Agnelli, silenziosamente devota della Consolata, decide di affidare la guida delle Rosse al Moloch Andreotti.  Il campione in carica Don Matrelli se la fa nei calzoni. No.
Secret Quest 2010 È quasi un decennio fa e per qualche ragione a noi ignota l'umanità viaggia nello spazio. A bordo dell'astronave Explorer, il guardiamarina Craxi è vittima di una misteriosa cospirazione e viene rapito. Completato. Sì.
Gods L'ex videogiocatore rimane estremamente deluso da uno dei primi giochi del suo 386 nuovo di zecca, a cui aveva giocato solo per il primo livello. Il resto è grigio metallizzato e un esplicito marroncino. Sì, e la musica non lo salva.
Asterix: Operation Getafix In un gioco che non sa esattamente che cosa vuole essere a partire dal nome,  l'ex videogiocatore guida Asterix ed il suo amico immaginario Obelix nella ricerca degli ingredienti per guarire Panoramix dalla demenza senile. Inspiegabilmente l'ex videogiocatore finisce il gioco per botta di culo. Completato. Sì.
Avventura nel Castello L'ex videogiocatore si avventura in un castello della brughiera scozzese incurante del temibile nemico che in esso si nasconde: il gargantuesco ego di Enrico Colombini. Sì.
Temple of Apshai Trilogy Il Divo Giulio va in cerca di fortuna e gloria all'interno di oscuri dungeon, facendo fuori i mostri che li popolano sussurrando loro gentilmente di levarsi dai coglioni. Sì.
Kings of the Beach Due vecchi scorreggioni vanno in giro per il mondo a insegnare a dei disagiati come si gioca a beach volley decentemente. In tutto questo l'ex videogiocatore trova che il nome di uno dei due, Sinjin, sia così fico da metterlo in shortlist per il figlio in arrivo. No.
The Cardinal of the Kremlin Nell'adattamento della fantasia di potenza di uno scrittore che si è fatto riformare dall'esercito ma che tiene un carro armato in giardino e un poligono di tiro in cantina, l'ex videogiocatore cerca invano di capire come costruire un sistema di difesa satellitare, per poi rimanerci di merda quando la cattedrale di San Basilio viene scambiata per il Cremlino. Sì, e non solo per l'approssimazione.
Hillsfar Il Divo Giulio gira senza meta per una città in un luogo fantasy, ma in seguito a una gara di rutti finita male in un pub, finisce nell'arena a fare a bastonate con Nicola Mancino. Sì.
Prince of Persia Un biondino iraniano con lo stesso superpotere di Tom Cruise in Edge of Tomorrow cerca, una morte dopo l'altra, di salvare la fidanzata rapita dal risultato di una politica di HR approssimativa. In realtà sono pure riuscito a divertirmi, quindi no.
Tank Wars 3.2 Una seduta parlamentare finisce in rissa e il Pentapartito decide di regolare i conti prendendosi a cannonate. In tutto questo Cirino Pomicino ha un culo incredibile. Per niente!
Lemmings L'ex videogiocatore riflette sul concetto di conformismo, per poi scoprire con orrore che un gioco che credeva carino e divertente gli ha causato un'orchite cronica. Apparentemente questo post ha ferito i sentimenti di molta gente. Sticazzi. Sì, e non per essere anticonformista.
Diabolik - Inafferrabile Criminale Motivato dall'aumentata dimensione delle tette di Eva Kant, lo storico ladro gentiluomo delle sorelle Giussani decide di rubare una collezione di diamanti. Non ci riuscirà perché l'ex videogiocatore si rompe i coglioni di fronte alla seconda istanza del codice di protezione antipirateria in un gioco da 15mila lire. Sì, ma la grafica è molto curata.
The Secret of Monkey Island Dopo avere effettuato una delle prime riflessioni del blog sul tema del nostalgismo, l'ex videogiocatore affronta il prio gioco della saga adventure per cui si straccia le vesti un'orda di uomini che non hanno mai avuto la morosa. L'avventura di Guybrush Threepwood verrà tragicamente interrotta anzitempo causa annegamento. No.
World Cup 90 Soccer In una versione bizzarra del gioco del calcio come lo immaginano gli americani, l'ex videogiocatore guida la compagine italiana a cercare di fare meglio dell'Italia di Azelio Vicini. Ci riusciranno dal punto di vista dei baffi. Sì.
The Games - Winter Challenge Il Pentapartito va in settimana bianca e l'ex videogiocatore si fa venire un'orchite incredibile a guardare dei vecchi ruderi della Prima Repubblica che fanno sci di fondo (che è uguale al biathlon) o discesa libera (che è uguale allo slalom) o slittino (che è uguale al bob). Completato. Sì, anche se si salva il salto con gli sci. E ringraziate che non ho scritto "Sci" al posto di "Sì".
Railroad Tycoon Impazzito dalla fatica fatta sugli sci, il Divo Giulio crede di essere in grado di risanare le Ferrovie dello Stato, e combatte contro il rettiliano Rotschild per la dominazione del mercato ferroviario. No. Suck it down.
Crime Wave
(1a parte
 2a parte)
L'ex videogiocatore indossa gli occhiali da sole a 64" del "Super Crime Fighter" Luke McCabe, che dopo essersi grattato le palle tutta la vita lasciando che la mafia imperversasse spensierata, trova su internet una foto nuda della figlia del presidente degli Stati Uniti e per la solita regola del carro di buoi decide di spazzare via la criminalità da solo. Completato. Sì, ma Brittany Cole merita.
Stunts L'ex videogiocatore trova un nuovo significato al concetto di "involtino con prosciutto" disegnando piste automobilistiche piene di giravolte e robe varie. Cameo speciale di Andreotti nei panni di un segnale stradale. No, ma senza editor di piste forse lo sarebbe stato.
Space Crusade L'ex videogiocatore, nonostante sia stato paragonato a uno space marine del cristianesimo, perde rapidamente le staffe di fronte a un'interfaccia utente stupida come la merda e riesce a non apprezzare l'ambientazione Warhammer 40.000 per la quale in gioventù si esaltava molto. Sì, e il fatto che l'interfaccia sia l'esempio di quello che ho chiamato "aporiomorfismo" la dice lunga.
Fables & Fiends book 1 - The Legend of Kyrandia L'ex videogiocatore, che è anziano e scafato, scopre come da giovane una grafica bellissima e dai colori vibranti lo avesse abbagliato facendo sì che non si accorgesse della coglionaggine del protagonista del gioco né della traduzione fatta veramente col culo. Sì.
Hexxagon 1 & 2 L'ex videogiocatore sfida sua moglie, che sta contando i giorni all'inizio del congedo maternità, a un giochino all'apparenza molto semplice ma piuttosto gradevole, se si gioca in due. Comunque finirà in pareggio. No.
Megarace In un remoto futuro l'umanità starà tutto il giorno davanti alla TV DELLA REALTÀ VIRTUALE guardando un vecchio sfigato che si esalta commentando delle corse automobilistiche tra automobili renderizzate male che si muovono su rotaie. Sì, a dispetto della multimedialità.
Ducktales - The Quest for Gold Paperon de' Paperoni e Cuordipietra Famedoro si cimentano in una sfida doppiamente ornitologica, nel senso che sono due uccelli che fanno a gara a chi ha l'uccello più grande, quantunque metaforicamente. L'ex videogiocatore guiderà il primo dei due a raccogliere soldi in giro per il mondo togliendosi anche lo sfizio di far crepare Qui, Quo e Qua. Completato. Ma no, dai.
Cruise for a Corpse Una specie di Hercule Poirot alto due metri e dieci indaga sulla morte di un armatore greco con il cognome armeno. L'ex videogiocatore perde un paio di diottrie cercando di cliccare su oggetti che occupano un quarto di pixel sullo schermo ma in fondo si diverte, forte della passione per i libri di Agatha Christie (che è anche la ragione per cui l'ex videogiocatore riuscì a farselo acquistare da sua mamma). No.
Chuck Yeager's Air Combat Dopo aver rimembrato la sua passione giovanile per i modellini di aerei militari, in questo simulatore di panzane raccontate al bar degli aviatori, l'ex videogiocatore vola su una distesa infinita verde con l'immagine del suo idolo Chuck Yeager che gli appare nella mente dandogli consigli su come non schiantarsi. È merda, but it's the man, not the machine.
Lexi-Cross Siccome la TV può essere anche intelligente (a differenza di Megarace), nel futuro i veri fighi guarderanno un telequiz incrocio tra la Ruota della Fortuna e Scarabeo. In questa puntata, Andreotti e Craxi (che si è reincarnato in un alieno di Giove) si sfidano, con il Divo Giulio che riesce a infilarsi nella Hall of Fame vincendo il raddoppio. Completato. No.
Commander Keen 1 - Marooned on Mars La testa spropositatamente enorme di Tom Hall (Vaffanculo, Tom Hall) partorisce la storia di un enfant prodige di 8 anni che immagina di essere un eroe spaziale, con la differenza che in questo caso lo è. L'ex videogiocatore, che è stato enfant prodige e ha una testa moderatamente grande, ma non è un eroe spaziale, si impappina ripetutamente coi comandi e sfancula tutto dopo poco. Sì. Vaffanculo, Tom Hall
Wolfenstein 3D L'ex videogiocatore odia molto se stesso e decide di causarsi un gran mal di mare giocando a un decano degli sparatutto 3D. Nonostante le tisane allo zenzero e le digressioni sul nazismo come movimento di massa, dopo 5 minuti arriva puntuale la nausea. L'ex videogiocatore non ha avuto modo di esprimersi perché era troppo preso dai conati.
Jordan Vs Bird - 1 on 1 Dopo aver confessato la sua personalissima sfiga di ragazzino che cerca di farsi piacere il gioco della pallacesta per essere popolare in società, l'ex videogiocatore conferma la sua totale negazione per lo sport in questione. Featuring Cesare Ragazzi. Sì, e non perché ero pessimo a basket.
Populous Nel prequel di quello che è, secondo la fecale stampa di settore, il gioco più bello di sempre, Andreotti tenta la scalata all'Olimpo guidando il popolo democristiano in un'eterna crociata contro gli extraparlamentari. I sommi sacerdoti, purtroppo, non sembrano implementarne al meglio il verbo. No. Ma non è nemmeno il gioco più bello di sempre (né lo è il secondo episodio)
Simulman 1 - Simulman! L'eroe della Realtà Virtuale creato da Francesco Carlà raddrizza i torti e combatte le fake news in un cyberspazio che nel 1993 poteva sembrare veramente astruso, ma è stato incredibilmente profetico. Purtroppo, una realizzazione tecnica approssimativa non salvano un'idea originale dalla zona marrone. Completato. Purtroppo sì.
Legends of Valour Sven Andreotti è un viveur che si gode la movida del borgo di Mittledorf. Il cugino Giulio, che vive in un paesino imbucato della provincia profonda, vuole godersi la movida pure lui e si trasferisce in città alla ricerca di Sven, che però non troverà mai perché si perderà a insultare la gente chiamandola "elfo di carta igienica". Sì.
Xargon L'archeologo Malvineous Havershim ha un nome fighissimo che viene shortlistato dall'ex videogiocatore per il figlio che nascerà a breve. A parte questo, una fuga di gas in uno scavo lo manda per bene in trip e tocca all'ex videogiocatore riportare Malvineous a uno stato accettabile di sobrietà. Eh, è ok.
DONKEY.BAS Nel primo e unico gioco creato da Bill Gates, l'ex videogiocatore percorre una strada infinita (la strada che porta a domani?) costellata di asini indistruttibili da evitare salvo esplodere in mille (o meglio, 4) pezzi. Sì, ma Bill resta meglio di Zuckerberg.
Turbo L'ex videogiocatore si lancia su un'altra strada infinita a 392 km/h senza rendersi conto che a questa velocità basta sfiorare uno dei tantissimi camion della multinazionale della ristorazione "Joe's" per finire disintegrati. Sì.
Racer 1.9 Un gioco in alta risoluzione che riconcilia l'ex videogiocatore con la morte e che come effetto collaterale ha un'esfoliazione che sporca il divano. Merda.
Denarius Avaricius Sextus Un'avventura grafica (ma col parser testuale) ambientata a Pompei poche ore prima del problemino col vulcano, creata da tre fratelli inglesi. L'ex videogiocatore compie uno sforzo sovrumano per capire un gioco di parole sull'ubriacatura, e uno sforzo lievemente più leggero per finire il gioco che è amatoriale e si vede. Resta da chiedersi come farà Avaricius ad accoppiarsi con una sirena senza che gli resti la puzza di pesce addosso. Completato. Merda, ma merita l'attenzione.
Pushover A parte i problemi dell'ex videogiocatore con certe nuance dell'inglese parlato dai madrelingua col loro birignao del cazzo, questa variante del classico giochino delle tessere del domino non è affatto male. Peccato per la sponsorizzazione da parte di una marca di patatine al formaggio che l'ex videogiocatore odia con forza. Non è merda, ma le Quavers lo sono.
PC Calcio 4.0 L'ex videogiocatore (fresco di paternità) e il Divo Giulio guidano la Fidelis Andria alla conquista del campionato di serie B nell'ultima stagione prima dell'entrata in vigore della sentenza Bosman. Il futuro fuoriclasse Mario Solimeno il Magnifico è in squadra, ma fa cagare. No.
Blockout Nonostante le difficoltà nella pronuncia della lettera R, l'ex videogiocatore si butta su un "Tetris Tridimensionale" di produzione polacca e scopre che è pure divertente, a parte la versione "Out of Control" che è fatta della materia degli incubi. No.
Towers Sempre a proposito di derivati di Tetris, l'ex videogiocatore deve riempire di tetramini un piano in modo da coprire il più possibile. Le parti scoperte non potranno essere coperte nel piano successivo ed eventualmente si arriverà a fare una torre. Nonostante l'interfaccia così così, non è merda.
Loopz Terzo derivato di Tetris in un articolo il cui gioco di parole del titolo è già trito e ritrito. L'ex videogiocatore stavolta coi tetramini ci deve fare un circuito chiuso e riesce pure a divertirsi alla faccia di chi lo vuole un brontolone. No.
Alone in the Dark Dopo aver constatato che Bruno Bonnell della Infogrames (pron: Ohnfogràm) ha una pessima fantasia per i nomi, l'ex videogiocatore muove l'investigatore privato Edward Carnby all'interno di una casa infestata, scoprendo con orrore che Ed è posseduto da un carro armato Leopard 2 e si muove con la stessa agilità. Sì.
Cool Croc Twins L'ex videogiocatore si imbarca in un'impresa impossibile e cerca di spiegare come mai le donne nella vita reale non funzionano come quelle dei videogiochi. Dopodiché lascia perdere e si concentra su un videogioco in cui due coccodrilli prendono a testate dei sassi perché pensano che questo li aiuti a copulare con una coccodrillessa. Ne so quanto voi. Sì.
Euro Soccer L'ex videogiocatore ha il tavò di scrivere un articoo su un gioco di calcio che gli fa ribrezzo, e quindi, con l'aiuto del suo medium di fiducia Romano Prodi evoca il fantasma di Gianni Brera, costringendolo a giocare a un videogioco orribile come punizione per il suo stile esageratamente ampolloso che tanti danni ha fatto allo sport italiano. Sì, e anche il brerismo è decisamente merda.
Leisure Suit Larry in the Land of the Lounge Lizards
(1a parte - 2a parte)
L'ex videogiocatore si rende conto di come un videogioco possa rinforzare il pregiudizio per cui il corteggiamento delle donne sia solo un enorme "do ut des". Per quanto venga fatto ironicamente, l'ironia allo sfigato sfugge completamente e quindi l'ex videogiocatore si trova a barattare beni e servizi in cambio di ragazze più o meno trash in una specie di Las Vegas. Però non si annoia manco troppo. Completato. No, ma non perché si vede Roberta Williams nuda.
Negromante In un gioco semisconosciuto e dal titolo ambiguo, l'ex videogiocatore guida il Divo Giulio e il suo esercito di scappati di casa alla vittoria contro il malvagio Negromante che domina una terra malamente resa in ASCII. Completato. Sì.
Commander Keen 4 - Secret of the Oracle Ritorna il bambino prodigio frutto della fervida immaginazione che risiede nella testa enorme di Tom Hall. Stavolta l'ex videogiocatore va a salvare un gruppo di vecchie barbe immortali su un pianeta abitato da filosofi, funghi pervertiti e lumache che cagano acido. No, specie se confrontato col precedente.
World Class Leader Board In visita diplomatica al 45esimo presidente degli Stati Uniti, Andreotti gioca a golf nel campo di proprietà del suo ospite. Come in ogni attività fisica il Divo Giulio ottiene risultati mediocri, con grande incazzatura del giardiniere Jim che vede un sacco di rami venire spezzati dalla pallina zappata da Andreotti. No. Anzi "Nooooooo!".
Prehistorik Dopo aver riflettuto sulla vera convenienza di aver abbandonato la vita da cacciatori-raccoglitori, l'ex videogiocatore guida un troglodita vagamente somigliante a un noto cuoco televisivo alla ricerca di cibo in una macedonia preistorica in cui convivono trichechi, orsi, dinosauri e cosi gialli e pelosi che sputano fuoco. No.
Jimmy White's Whirlwind Snooker Andreotti sfida a biliardo Tom, il padrone del vecchio appartamento in cui viveva l'ex videogiocatore: la posta in palio è la caparra dell'appartamento. Tom stravince, ma non prima di aver fatto la tessera della DC. Giulio raggiunge l'obiettivo, l'ex videogiocatore no. Nonostante la buona pubblicità, sì.
Rockford - the arcade game L'ex videogiocatore si fa sanguinare gli occhi con i cromatismi inguardabili di un clone/seguito dell'arcinoto Boulder Dash. Durante questa sofferenza l'ex videogiocatore rimembra la musica pop francese degli anni 60. Sì.
Ghostbusters 2 In un tie-in di un seguito di diversi ordini di grandezza inferiore al film originale, l'ex videogiocatore rivive scene che gli causavano enorme paura ed enorme arrapamento, e rimane estremamente indifferente a entrambe. Sì.
Blake Stone - Aliens of Gold L'ex videogiocatore decide di nuovo di farsi del male da solo giocando a un clone di Wolfenstein 3D, ma brutto. Tra il protagonista britannico con la sorella pornostar, la trama troppo blanda e stiracchiata, e dei nemici abbastanza dimenticabile, l'unica cosa che si ricorda è la nausea. Non applicabile in quanto conàto.
Zak McCracken and the Alien Mindbenders
(1a parte - 2a parte)
L'ex videogiocatore ci parla dell'esperimento di Leon Festinger sui culti ufologici dell'America degli anni 50-60, in cui fu dimostrato come la dissonanza cognitiva, differentemente da ciò che ci si potrebbe aspettare, rinforza la manipolazione mentale da parte dei gruppi di tipo settario. Tutto questo discorso non è piaciuto a un conoscente dell'ex videogiocatore, un amighista stupido come la merda, che si aspettava un'elegia ditirambica degna dei siti nostalgisti che l'ex videogiocatore prende per il culo. L'articolo contiene anche un utile messaggio sui pericoli della masturbazione con autoasfissiamento. Non è merda. La merda sta nella testa di chi viene qui aspettandosi retrorecensioni piagnucolanti.
Arkanoid 1 e 2 L'adattamento con trama fantascientifica dell'originale Breakout, con un'astronave che anziché essere armata di laser come ogni astronave timorata di Dio, fa rimbalzare su di sé una pallina. Tutto sommato gradevole. No
Bananoid Un clone freeware di Arkanoid di cui l'ex videogiocatore apprezza la risoluzione esotica, ma tutto il resto lo schifa dibbrutto. Sì.
Bip Bop 2 L'equivalente "casual gaming" di un film di Buñuel, con stralci di film arthouse spaventosi, e una palla troppo grande per lo schermo. Sì, e che paura.
Super Ball! Altro clone stavolta dalla grafica molto ben fatta e pulita, e addirittura piuttosto gradevole e rilassante, ma con troppa poca carne al fuoco per uscire dalla zona marrone. L'ex videogiocatore lo chiama tuttora uno dei "merda" più difficili da lui assegnati. Sì.
Breakfree L'approccio a Breakout in prima persona 3D, senza fortunatamente troppi attacchi di nausea per via del fatto che non si gira su se stessi. Comunque, è merda. Sì.
F-15 Strike Eagle 2 Dopo una lunga assenza dal blog, Andreotti torna in forma smagliante a bordo di un F-15 modificato per stare su una portaerei, e lo usa per compiere marachelle tipo radere al suolo la casa natìa di Maurizio Seymandi. Miao! No.
Out Run L'ex videogiocatore si fa un po' malinconico e trova che il breve momento di escapismo che è una partita a questo gioco sia qualcosa di estremamente più profondo di quanto non si possa immaginare. Tutto questo a prescindere dalla pessima conversione in EGA. Completato. Non è merda, nonostante la grafica.
Dragon Lore: The Legend Begins
(1a parte - 2a parte)
Un gioco su ben due CD-ROM che all'inizio pare un simulatore di vita campestre, ma che lentamente (MOLTO lentamente) dipana una storia fantasy che dietro avrebbe una mitologia pure interessante, se gli autori si fossero degnati di svilupparla meglio. Ma avevano pensato di distrarre il pubblico con la multimedialità. Fortunatamente, all'ex videogiocatore non scappa nulla! È merda.
Empire Soccer 94 L'ex videogiocatore convoca di nuovo il fantasma di Gianni Brera per fargli provare un gioco in cui l'ex videogiocatore non era mai e poi mai riuscito a segnare uno straccio di gol che fosse uno, al tempo. Sì.
Bubble Ghost Una lunga riflessione sul concetto di fantasma in psicologia (perché tanto, di parlare di un puzzle game così semplice non è che l'ex videogiocatore avesse così voglia) in cui l'ex videogiocatore riversa le idee che si è fatto sull'infanzia basandosi sui primi mesi di paternità. L'importanza del gioco come scoperta viene interpretata male da alcuni lettori superficiali che la prendono come un litigio su internet a proposito di una marca di giocattoli, e i loro sentimenti ne restano irrimediabilmente feriti. Pazienza. No, alla fine è ok.
Serve & Volley Il tennis club "Prima Repubblica" apre i battenti e i principali esponenti del Pentapartito si cimentano in un torneo in cui viene premiata, più che l'abilità nel tennis, la capacità di giocare alla morra cinese in tempo reale. Completato. (spoiler: vince Andreotti causa botta di culo.) Sì.
SimCity Andreottiburg viene fondata in onore del santo patrono di questo blog, e con un orribile tarocco esadecimale del bilancio (si sospetta lo zampino "o'ministro" Cirino Pomicino) inspiegabilmente i fondi cittadini saltano a 2 miliardi di dollari, con cui creare un'enorme città ma con gravi conseguenze sul continuum spaziotemporale circostante. No.
Night Shift Per smentire gli sfigati che postano su facebook incensando il lavoro manuale (e, si sottolinei, passano tutto il giorno su facebook) l'ex videogiocatore si dedica alla manutenzione industriale di un'enorme macchina che crea pupazzetti per cui i tanto odiati nerd spendono vagonate di soldi, per poi meravigliarsi quando vengono lasciati dalla moglie. Sì, ma da rivedere.
Ivan "Ironman" Stewart's Super Off Road! L'ex videogiocatore zompa su un off-road "a scureggetta" e sfida il campionissimo Ivan Stewart detto l'uomo del ferro, non tanto per ragioni simili alla Thatcher, quanto per il fatto che prima di diventare pilota lavorava nel campo siderurgico. Inspiegabilmente, l'ex videogiocatore se la cava benino. No.
Reach for the Skies È il 1940, e la Luftwaffe attacca la Gran Bretagna. La scontata retorica dell'isola dimenticata dall'ortodonzia moderna la dipinge come la loro ora migliore e come un pretesto per i loro abitanti per comportarsi da selvaggi a Magaluf. Quello che i libri di storia non raccontano è che Churchill si affidò segretamente a un giovane aviere di Segni (RM) con una pronunciata cifosi. Sì.
Warlords In un articolo ad alto contenuto di nani, l'ex videogiocatore prende parte a una guerra tutti contro tutti in quel del continente fantastico di Illuria. Featuring Amintore Fanfani. No.
Eternam L'ex videogiocatore rivive l'orchite che non gli è venuta quando ha scelto di tenersi ben lontano dalla serie tv "Westworld", in un gioco che ne ricalca più o meno la trama, con in più patetici tentativi di umorismo slapstick tradotti di merda, e una gnoccona digitalizzata color puffo. Sì.
BattleChess & Battlechess 4000 Dopo aver speso l'introduzione a gettare merda sul gioco degli scacchi e su come vincere a scacchi non significhi per forza essere intelligente, l'ex videogiocatore vince due volte contro il computer con due giochi di scacchi animati che fanno uno più cagare dell'altro. Completato. Sì.
Street Fighting Man Il tamarro Nick apparentemente riesce a eccitarsi solo se l'amata fidanzata white trash chiamata Xianna viene rapita da bande criminali sparse per tutti gli Stati Uniti. L'ex videogiocatore guida Nick al salvataggio di Xianna e si chiede come mai certa narrativa abbia una grandissima passione per la giustizia fai da te. Senza dubbio.
Heimdall L'ex videogiocatore prova finalmente un gioco su cui aveva lasciato gli occhi (ed era andato vicino a lasciarci 99.000 lire) quando era bambino, e come era intuibile, il gioco non è un granché. L'esercizio qui sta nel chiedersi due cose. La prima: avrebbe funzionato sull'Olivetti PCS 86 con hard disk da 40 megabyte e lettore dischetti a bassa densità? La seconda: se avesse funzionato, l'ex videogiocatore di 9-10 anni lo avrebbe apprezzato? Di certo al giorno d'oggi è merda.
Test Drive II - The Duel Inizialmente sembrava un programma di diagnostica del lettore dischetti, invece è un gioco dei creatori di Grand Prix Circuit, in cui si va su strada. L'ex videogiocatore fa il fenomeno andando in giro per l'idea canadese di Europa con una Ferrari F40, di cui peraltro aveva il modellino BBurago. No.
Threat In questo semisconosciuto gioiellino shareware finlandese l'ex videogiocatore deve ripulire una colonia spaziale situata a Monculi di Sopra da un'orda di alieni incazzati. In certi punti il gioco è frustrante, ma l'ex videogiocatore si fa infinocchiare dalla risoluzione esotica e quindi non ci fa caso. No.
Xenon 2 - Megablast Dopo un'accorata reprimenda sul fenotipo di persona solitamente amighista che ama sbandierare successi inesistenti e una vita emozionante (che in realtà non lo è affatto), l'ex videogiocatore si butta su un gioco che ha sempre ostentato tutta quella sicumera che l'ex videogiocatore trova insopportabile, e scopre che è praticamente ingiocabile senza le gabole attive. Merdissima.
Zool I videogiochi per PC non hanno mai avuto un'unica mascotte come Mario, ma questo non vuol dire che non ci abbiano provato. L'ex videogiocatore esplora il mondo ipercolorato e assai zuccheroso di Zool, un incrocio tra una formica e un gremlin, rigorosamente ninja (perché erano gli anni 90) e ne approfitta per parlare della teoria del flow di un tizio ungherese dal nome impronunciabile. Non è merda.
Dylan Dog 3 - Storia di Nessuno Quando ancora i giochi da edicola Simulmondo non uscivano con una frequenza tale da costringere i ragazzi di Viale Berti Pichat a fare le cose in fretta e furia (e quindi male), Dylan Dog cerca di carpire il mistero della morte di un tizio emo, ma non ci riesce perché lui stesso morirà per rottura di coglioni. Ebbene no!
Betrayal In un medioevo pieno di tradimenti e complotti di palazzo, l'ex videogiocatore, nei panni di un umile e anonimo funzionario della Democrazia Cristiana, riuscirà a fare suoi entrambi i rami del potere grazie a un esercito di troll, di ninja e di sfigati in mutande armati di spadina. Sì, ma da provare almeno una volta.
Wing Commander (1a parte - 2a parte) Giulio Andreotti... NELLO SPAZIO! C'è un nuovo pilota sulla portaerei spaziale in prima linea nella guerra contro una razza aliena di gatti spaziali, ed è circondato da una serie di gradevoli stereotipi-macchietta che potevano andare bene negli anni 50. L'ex videogiocatore ne approfitta per riflettere sulla sfiga: sia quella di Chris Roberts che dell'ex videogiocatore stesso. Non è merda, e gli stereotipi sono pure caratterizzati benino.
SFIBM (il bootleg coreano di Street Fighter 2) Quando ancora il MAME era qualcosa di inimmaginabile, l'ex videogiocatore si fece passare uno strano clone fatto da un team di hacker coreani, con cui anche il possessore di un PC avrebbe potuto bullarsi del proprio possesso del gioco da sala con cui abbiamo iniziato a prendere i nostri primi due di picche. Featuring un commentatore che indovina il nome del Gioco Più Bello di Sempre (secondo l'ex videogiocatore). Sì, è merda.
The Adventures of Captain Comic Episode 1- Planet of Death L'ex videogiocatore tira fuori un gioco che avevano più o meno tutti perché finiva sempre in qualsiasi collezione di shovelware, come risposta PCista ai vari Metroid / Castlevania. Facendo un enorme sforzo di introspezione l'ex videogiocatore riscopre che questo gioco lo aveva pure sognato. Merda.
Prigodi Pionerki Kseni Un bootleg ucraino di Captain Comic in cui l'eroe spaziale viene sostituito da una nota prostituta di Zhmerinka, la giovane militante dei boyscout sovietici (i "pionieri") Ksenia. Il pianeta Pioneria, pieno di letali buche nelle strade, e la trama del gioco, in cui Ksenia cerca Captain Comic al fine di concedersi a lui, ci fanno intuire quanto fosse dura la vita per le persone comuni negli anni della dissoluzione dell'Unione Sovietica. Sì.
Global Effect Spacciato per programma educativo da una venditrice di videogiochi senza scrupoli, Global Effect è una versione meno complessa di SimEarth della Maxis (a cui l'ex videogiocatore non ha giocato). L'ex videogiocatore spende il suo tempo a cercare di posare tubi in modo che gli abitanti del pianeta non si facciano la doccia coi liquami, nonché a piazzare piattaforme petrolifere a caso sperando di beccare un giacimento. Dopodiché il computer si rompe le palle dell'ex videogiocatore e decide unilateralmente che ha vinto. Sì, è merda.
California Games Craxi, Andreotti e Forlani si rompono le palle della politica e vanno al mare a sfidarsi a giochi da spiaggia. L'ex videogiocatore ne approfitta per ricordare quanto è bello giocare a footbag subito dopo aver dato le dimissioni. Completato. Nonostante tutto, è merda.
Operation Wolf L'ex videogiocatore guida l'impresa disperata di un commando isolato per far fuori la dittatura del pacifico stato di Val Verde, in Centroamerica. Ovviamente, come tutte le imprese dei singoli in cui ripone la speranza della collettività, andrà tutto in merda. Sì.
Shooting Gallery L'ex videogiocatore si spara metaforicamente nelle palle dedicandosi a un giochino onnipresente nelle raccolte di shovelware, e ora come allora, è orribile. E pensare che l'ex videogiocatore aveva comprato un mouse anche perché senza mouse questo gioco non funzionava. Tanto.
Rockstar Andreotti intraprende la carriera musicale, e pur considerandosi un medio peccatore, finisce anche lui nel vortice di sesso, droga e rock'n'roll, il tutto in mezzo a una serie di trip psichedelici resi magistralmente in grafica ASCII e un set enorme di canzoni e dischi dai nomi generati a caso. No, anzi è molto divertente nonché rigiocabile.
Abuse Dopo aver fatto un po' di volpe-e-uvismo nei confronti del mestiere di redattore di rivista di settore, l'ex videogiocatore accende tutte le luci di casa per giocare a un platform con la cazzimma, che sfoggia un'estetica degna del suo tempo (e cioè buia, sporca e arrugginita). No. Ma il linguaggio LISP sì.
Hook (1a parte - 2a parte) L'ex videogiocatore riflette sull'agghiacciante figura di James Matthew Barrie e su come la cosiddetta "sindrome di Peter Pan" in realtà si applichi alla sua nemesi Capitan Uncino, ovvero un adulto che costringe dei bambini a giocare alla guerra applicando le regole da adulto. Capitan Uncino vive nel nerd medio che spende un casino di soldi in giocattoli che tiene chiusi in una teca. Non soddisfatto, l'ex videogiocatore getta merda su Steven Spielberg. Insomma, l'ex videogiocatore è un gran rompipalle. Tutto questo con sullo sfondo un gioco inguardabile. Sì.
Life&Death 2 - The Brain Siamo in un universo parallelo in cui Andreotti aveva i soldi per studiare medicina ed è diventato neurochirurgo tirocinante. Le cose non vanno benissimo, tra un paio di cervelli affettati male e il vecchio trucco del pacemaker nello scanner per la risonanza magnetica. No, è divertente e istruttivo (ma non provatelo a casa)
Capture the Flag Infastidito da una catena di sant'Antonio in cui un vecchio di merda decanta i tempi in cui anziché stare su facebook si stava tutto il giorno a giocare fuori (e ora si sta su facebook tutto il tempo a mandare catene di sant'Antonio) l'ex videogiocatore tira fuori un videogioco che simula i giochi all'aperto catalizzatori di risse. Grazie alla sua visione strategica, l'ex videogiocatore riesce agilmente a rubare la bandiera avversaria Completato. No.
Ultima 1 - the First Age of Darkness Nel remake del 1987 di un gioco del 1981, Andreotti indossa il mantello di quello che sarà l'Avatar degli Ultima più recenti e fa la sua prima visita a Britannia (al tempo nota come Sosaria) per scoprire con sorpresa che Richard "Lord British" Garriott è un sesquipedale coglione. Nonostante tutto, è ok. Lo avreste detto?
Dune L'ex videogiocatore si lamenta del fatto che il film tratto da Dune di Jodorowsky non è mai uscito mentre il film di Lynch faceva cagare. Ma il gioco è un ottimo surrogato allo scadente film del regista di Twin Peaks, e oltre a sfoggiare una grafica bellissima (prima che la Cryo iniziasse a fare orrori in 3D renderizzato) è pure divertente. Senza contare il fatto che la stupidità della famiglia Atreides, che delega ogni cosa al figlio 15enne, fa molto ridere l'ex videogiocatore che sotto sotto ci vede un bel parallelo con il problema dei figli come estensione narcisistica genitoriale. Ma non diciamolo troppo forte. Non è merda.
The Need for Speed L'ex videogiocatore ricorda di come tornò ai videogiochi dopo una pausa di un annetto o poco più trovandoli repentinamente cambiati. Intanto Andreotti porta in giro un'indistruttibile Ferrari Testarossa ed una Lamborghini in giro per una non ben definita città e un non ben definito scenario alpino, collezionando multe e venendo infine arrestato. Sì.
Tex 1 - Mefisto La Simulmondo è in piena fase calante dal punto di vista della qualità quando decide di far uscire la conversione videoludica di uno dei fumetti più noti in Italia. La qualità di questo primo episodio è sconcertante, e non solo per l'italiano "bonelliano" arcaico e ampolloso usato dagli insopportabili protagonisti. Completato. Sì.
Rocket Ranger L'ex videogiocatore rivisita la sorgente di una delle sue principali fantasie di potenza da bambino e scopre che è una roba quasi ingiocabile, checché ne dicano stupidi siti dediti al ditirambo celebrativo in stile Vincenzo Mollica. L'ex videogiocatore coglie l'occasione riflettere sui totalitarismi e sulla saggezza popolare contenuta in motti e proverbi (spoiler: sono stronzate). È merda, che vi piaccia o no.
Atomino L'ex videogiocatore si dedica a una retrospettiva sui giochi non violenti di origine germanica, e comincia con un puzzle game basato sui legami chimici (che l'ex videogiocatore perde tempo a spiegarvi) che, per via del nome, era sempre in cima alle liste di gabole sulle riviste. No.
Brix Seppur inorridito da un'estetica grossolana, l'ex videogiocatore apprezza un semplice puzzle game, forte anche del fatto che Brix era il soprannome di un suo amico che ha perso di vista da un po'. Non è merda.
Logical In questo gioco lo scopo è quello di fare girare delle palle, e di certo l'obiettivo è centrato quando si tratta delle personalissime palle dell'ex videogiocatore. Per compensare alla noia, l'ex videogiocatore racconta alcuni suoi aneddoti tedeschi. Non pensiate che siano granché, però. Sì, è merda.
Sid Meier's Civilization (1a parte - 2a parte) L'ex videogiocatore esprime il suo sdegno nei confronti dei cosiddetti "esperti di geopolitica", ovvero gente stupida come la merda che semplifica gli oscuri meccanismi della Storia in un semplice "se-questo-allora-quello". Per far passare meglio il concetto, l'ex videogiocatore si collega con un universo parallelo in cui il regno di Zamunda è diventata la civiltà più avanzata della Terra, dopo una storia di ribellione filiale primordiale così come ne aveva parlato Freud in "Totem e Tabù". Non è merda.
Tyrian Non tutto il male viene per nuocere: l'ex videogiocatore ha la febbre e quindi si mette a giocare a uno dei classiconi di quando da giovane era malato (e aveva più tempo). Salta fuori che, messa da parte una trama assai trascurabile, il gioco è decisamente bello e divertente. O sono gli effetti del paracetamolo che glielo fanno sembrare tale? Boh! Completato. No.
Raptor: Call of the Shadows In quello che è un seguito ideale dell'articolo su Tyrian, l'ex videogiocatore parla di come Apogee ed Epic Megagames, in un certo periodo storico, si facessero la guerra tra di loro, e tra gli estimatori dello shareware ci fossero gli apogiani e gli epichisti. Nonostante l'avventura di Andreotti a bordo di una specie di F-22 futuristico sia anche divertente, alla fine tra i due giochi la spunta Tyrian. No.
Il Grande Gioco di Tangentopoli Quando l'italiano medio sfoga la frustrazione per i propri fallimenti sul capro espiatorio dei poteri forti, la Xenia Edizioni interviene pubblicando un gioco di propaganda elettorale in cui un ersatz  di Antonio di Pietro ammazza politici grandi e piccoli colpendoli con proiettili tricolore, tutto questo mentre il popolo lo segue come se la cronaca fosse una serie TV. Netflixpolitik! Sì.
The Incredible Machine L'ex videogiocatore si diletta con un gioco nel vero senso della parola, e cioè che lo fa divertire, cazzeggiare e sperimentare con spensieratezza su cose che la vita reale gli impedirebbe di fare perché l'ex videogiocatore in realtà odia a morte le sovraignegnerizzazioni tipiche di chi vuole creare robe eccessivamente complicate. No!
Golden Axe L'ex videogiocatore rimembra di come fu turlupinato da un compagno di classe che sosteneva di essere in grado di dumpare le ROM dai cabinati da sala giochi mediante un cavo magico, e di come riuscì involontariamente a schiacciarlo con la sua logica ferrea. Ciò detto, la conversione per PC di Golden Axe fa cagare, checché la versione per Gig Tiger fosse considerata una cosa meravigliosa. Faceva cagare pure quella. Merda e merda.
Jones in the Fast Lane L'ex videogiocatore riflette sulla guerra tutti contro tutti che è l'acquisizione di uno status in società rapportandosi al noto strumento per psicologi aziendali chiamato "Piramide di Maslow", tutto questo per prepararsi a giocare a un videogioco che non è mai uscito in Italia ma che cerca di atteggiarsi a simulatore di vita, risultando essere poco più che un gioco da tavolo. Completato. Sì.
Warcraft: Orcs & Humans È un supplizio maggiore l'andare dal barbiere o giocare a un gioco strategico in tempo reale che di strategico non ha assolutamente niente? L'ex videogiocatore non si pone neanche la domanda e dichiara che entrambi sono cose per cui non vale la pena perdere tempo, infatti i capelli glieli taglia sua moglie, e lui molla i giochi di 'sto tipo dopo pochissimo con un forte senso di disgusto. Sì, è merda.
Castle of the Winds Inzaccheriamoci finalmente nel mondo di Windows con un gioco di ruolo "roguelike" in cui il Divo Giulio esplora dungeon ammazzando mostri e cercando di vendicarsi del fatto che la natìa Segni(RM) sia stata messa a ferro e fuoco da giganti incazzati. Non è merda.
PC Calcio 5.0 L'ex videogiocatore inaugura i giochi per Windows 95 e simili mettendo in mano il Castel di Sangro del miracolo al Divo Giulio, che raddoppia il miracolo portando il Castello in Serie A. Come ogni messia, però, Andreotti viene snobbato e odiato dalla folla ingrata che lo fischia a ogni pié sospinto. In tutto questo l'ex videogiocatore si trova a tenere a distanza di sicurezza il fantasma di Gianni Brera, che coglie ogni occasione possibile per rompere i coglioni con i suoi insopportabili eufuismi, evocando ricordi di sfiga adolescenziale. No.
Microlink Yaht In questo primo gioco della rassegna sull'opera omnia di Bob Lancaster, il Divo Giulio straccia l'intelligenza artificiale a Yahtzee grazie al suo sesquipedale culo. No.
Microlink Crux L'ex videogiocatore gioca a un vile clone di Atomino ripensando ai bei momenti trasudanti sfiga nella taverna dell'amico Alessandro C., momenti di sfiga che comunque non sono minimamente paragonabili alla sfiga passata in certi veglioni di capodanno. Il gioco comunque fa cagare. Sì.
Microlink Loyd L'ex videogiocatore confessa la sua totale imbranatisia nei confronti del cubo di Rubik e si rifà con una discreta abilità nel cosiddetto gioco del 15, che peraltro è il primo gioco della Microlink con cui l'ex videogiocatore ha avuto a che fare. In tutto questo, l'ex videogiocatore si lascia scappare una reprimenda contro la silicon valley. No.
Microlink Otra Evidentemente Bob Lancaster non aveva particolari idee e quindi ha fatto un clone 3x3 del noto gioco "Simon", che faceva cagare in versione originale e in versione ASCII non è certo meglio. Sì.
Microlink Push Your Luck L'ex videogiocatore sfida la sorte parlando di quando aveva pensato di ammalarsi in modo da evitare il supplizio dei veglioni di capodanno, e poi non ne ha mai avuto il coraggio. Il Divo Giulio sfida la sorte contro il computer e perde miseramente (come accadde nel 1992). No.
Microlink Shut the Box L'ex videogiocatore termina la rassegna di Capodanno della Microlink facendo un lungo giro di ginnastica mentale in cui la conclusione è che a capodanno non si troavava mai da trombare. Oh, ecco, finalmente ce l'abbiamo fatta a dirlo. Il gioco, invece, è abbastanza divertente (seppur non originale) e pur prendendole di brutto dal computer l'ex videogiocatore inspiegabilmente si diverte. No.
Curse of Enchantia Com'è morto il genere avventura grafica? L'ex videogiocatore suppone che ciò non sia dovuto all'instupidimento dell'utenza (oggi si parlerebbe di analfabetismo funzionale) quanto al fatto che nei primi anni 90, sull'onda dei giochi della Lucasarts (e pure della Sierra, dai) si era creato un hype esagerato per tutto ciò che avesse un puntatore del mouse e una lista di verbi, come 'sto gioco della Core Design che sfoggia, oltre a una grafica bellissima, una musica ripetitiva ai limiti dell'ipnotico e dei puzzle che riconciliano l'ex videogiocatore con la sofferenza. A questo gioco, TGM diede 91%. Una merda ingiocabile, così come merda è chi gli dà i voti alti.
Gazillionaire Deluxe Apprendiamo le basi dell'economia aziendale con il prodotto della mente bruciata dagli acidi di due simpatici cazzari della Silicon Valley trasformatisi in una manica di stronzi che parlano per buzzword. Il Divo Giulio diventa l'alieno più ricco del sistema solare di Kukubia con relativa facilità, tutto questo mentre l'universo attorno a lui è disegnato malissimo, ma con un'estetica fatta di quel brutto quasi gradevole, o almeno che all'ex videogiocatore non dispiace affatto. Completato. No.
MDK L'ex videogiocatore tira fuori un gioco del 1997 e subito la sfiga adolescenziale lo avvolge come il miele, perché nel 1997 aveva 15 anni e agli sbalzi ormonali e alle delusioni associate alla socializzazione rimediava con la cura palliativa dei videogiochi, creando inconsapevolmente un circolo vizioso di sfiga in cui andava a infognarsi sempre di più. Però il gioco è carino e nonostante le velleità PaZzErIeLlE degli sviluppatori, è molto godibile anche se si è totalmente incapaci, proprio come l'ex videogiocatore di oggi. No.
Monkey Island 2: LeChuck's Revenge (1a parte - 2a parte L'ex videogiocatore si rimbocca le maniche e si toglie il dente di Monkey Island 2, il totem inviolabile da parte di un'intera generazione di adultolescenti che non hanno mai accettato il passare del tempo. Pur essendo tentato dal dargli merda proprio per infastidire i suddetti adultolescenti, l'ex videogiocatore non può non ammettere che anche oggi il gioco sia molto bello, per quanto il protagonista sia un testa di cazzo insopportabile che fa le faccette e le mossettine. No.
BC Racers L'ex videogiocatore fa un ulteriore salto nella preistoria e ripensa a quando deglutiva a fatica guardando le tette di una donna di Neanderthal che andava in moto in un clone di Mario Kart che non è proprio passato alla storia. Il fatto è che questo giochino ci prova, ma solo fino a un certo punto, e poi si ferma lasciando nell'ex videogiocatore un enorme "Boh!". Merda
Kung Fu Louie Una specie di Willy il principe di Bel-Air rapisce il maestro giapponese di un'arte marziale cinese, e spetta all'allievo prediletto, il primo della classe Louie, armato del suo mullet e del suo smanicato, a farsi strada in una città fatiscente per salvare il maestro e prenderne il posto. Quest'accattivante trama è la storia di Kung Fu Louie, gioco amatoriale prodotto dall'intraprendente R. Salgado e famiglia, in cui l'ex videogiocatore muove il legnosissimo Louie al salvataggio del vecchio scorreggione affrontando un'orda di ninja e di stereotipi asiatici evidenziati dall'EGA. Completato. È merda, ma apprezziamo lo sforzo.
Ninja Rabbits Dopo aver rimembrato i tempi in cui agitava una katana vestito con una gonna a sette pieghe e senza protezioni (proprio come il padre di Cristina D'Avena di "Kiss Me Licia") l'ex videogiocatore affronta un gioco ritenuto uno dei più fecali di sempre dal noto sito abandonware "Home of the Underdogs", in cui un coniglio marrone vestito da karateka dice in giro di essere un ninja (perché ai tempi gli animali antropomorfi ninja erano abbastanza diffusi) e prende a bastonate tutti quelli che gli fanno notare che karateka e ninja son due cose differenti. È merda, e vituperiamo lo sforzo.
Tempest 2000 Ennesimo remake di un gioco arcade della prima ora estremamente blando, ma stavolta curato dall'arcinoto frequentatore di rave party nonché amico delle bestie pelose da fattoria, Jeff Minter. Nonostante la fama dell'autore (e ringraziate che l'ex videogiocatore non fa l'ennesimo copia e incolla delle solite quattro banalità su Minter) questo Tempest 2000 non è che sia poi così psichedelico. Sì, è merda.
Master of Orion Siamo in un universo parallelo in cui il Divo Giulio è un minerale e guida una razza aliena fatta di derivati del silicio alla conquista dell'universo conosciuto, in un primo tentativo di rifare Civilization ma nello spazio. Ci riuscirà, ma non senza che l'ex videogiocatore abbia prima fatto una serie infinita di orribili calembour sui minerali che farebbero accapponare la pelle a Leo Ortolani. E prima ancora, l'ex videogiocatore fa una lunga e noiosa disquisizione sull'estetica sci-fi dei primi anni 90. Completato. Non è affatto merda.
Fuzzy's World of Miniature Space Golf A differenza del golf regolare l'ex videogiocatore non disprezza troppo il minigolf, sarà che le piante dei suoi piedi si sono rinforzate venendo marchiate a fuoco dall'asfalto rovente di un minigolf della Riviera Romagnola. Quindi, con mente aperta, l'ex videogiocatore riprova un gioco di minigolf trovato su un'equivoca rivista di settore con delle tette in copertina, e capisce come mai al tempo prestasse molta più attenzione alle tette che al gioco. Merda.
Road Rash Il Road Rash che la maggior parte della gente si ricorda, quello per Megadrive, non ha nulla a che vedere con questo, che è la conversione per Windows 95 a partire dall'originale per 3DO: l'ex videogiocatore ne approfitta per ricordare che al tempo dell'uscita del gioco era in età da motorino e che per varie ragioni (tutte relative alla sua sfiga) non si era mai fatto comprare. In tutto questo, il Divo Giulio si impossessa dell'unico punk con configurazione pilifera guardabile e partecipa a corse clandestine patrocinate da starlette in declino. Dopo attenta riflessione, direi di no. Ma di poco.
Hero Quest Torna alla grande il concetto dell'aporiomorfismonel gioco Gremlin tratto da un boardgame a cui tutto il mondo escluso l'ex videogiocatore ha giocato. Quindi anziché ammorbarvi con nostalgismi assortiti sulle partite a Hero Quest fatte in gioventù l'ex videogiocatore divaga più del solito parlando della tossica cultura corporate fatta di nonnismo e che spinge i giovani vessati dai capi a diventare stregoni malvagi e a scatenare orde di mostri contro il Divo Giulio Andreqtti. È molto merda.
Merchant Colony L'ex videogiocatore si lancia in una reprimenda contro il colonialismo della pietà di certi ricchi occidentali eccessivamente autocentrati e dipendenti dai social media, che vanno a farsi i selfie con i bimbi poveri nel Terzo mondo per sentirsi persone migliori. In una discutibile slippery slope, questa deplorevole abitudine viene paragonata al colonialismo vero e proprio, che questo gioco dall'interfaccia orrendamente noiosa e confusionaria simula. È assai merda.
Pinball Dreams 1&2 Due giochi in uno che sono praticamente lo stesso gioco, o meglio uno è il data disk dell'altro. Otto tavoli da flipper alcuni carini, altri abbastanza dimenticabili, ma in tutto questo l'ex videogiocatore trova che lo sforzo sia apprezzabile e si diverticchia pure, quindi siccome si sente buono due giochi in uno vengono salvati dalla zona marrone. No.
Jurassic Park Uno dei giochi che l'ex videogiocatore desiderava con la bava alla bocca, forte anche della passione dilagante per tutto ciò che è dinosauro ai tempi della sua infanzia, Jurassic Park in realtà è un clone di Alien Breed/The Chaos Engine con una risoluzione esotica e delle mappe complicatissime, nonché una giocabilità abbastanza pallosa. Niente di che, insomma. Nel dubbio, è sempre merda.
Terminator 2 L'ex videogiocatore ricorda con un brivido i momenti di cagasottismo spinto di quando impazzava il trailer di Terminator 2 in TV, con la Quercia Austriaca dagli occhi rossi da cyborg. Quando il suo pusher di fiducia gli mostrò il gioco che mostrava le immagini del trailer, l'ex videogiocatore distoglieva lo sguardo dallo schermo. Decenni dopo, l'ex videogiocatore si rende conto che avrebbe fatto bene a distogliere lo sguardo dallo schermo anche durante il gioco. Stramerda.
Hunt for Red October Premesso che Tom Clancy era un omiciattolo vittima della frustrazione di non essere capace di avverare le sue fantasie di potenza, l'ex videogiocatore riprova un gioco in cui, a causa del design fecale, non era riuscito ad andare oltre un paio di schermate. È ancora così. Top 3 della merda.
The Games: Summmer Challenge È di nuovo tempo di Olimpiadi (non sponsorizzate dal CIO, però) e in una città anonima addobbata in modo da somgliare a Barcellona, il Pentapartito (più una outsider italo-ungherese) si sfida in attività che rispetto al precedente Winter Challenge sono lievemente più diversificate tra loro. Sarà anche perché l'ex videogiocatore è inacidito contro il riutilizzo dei componenti che rende il software sempre più lento e ingestibile, questo non salva il seguito-remake di Winter Challenge dalla zona marrone. Sì, è merda.
In Vacanza con Sylvia L'ex videogiocatore telefona a se stesso nel passato cercando di dargli consigli che possano evitargli l'ondata di sfiga nei rapporti umani che ha pervaso la sua adolescenza. A tal scopo, si serve di un videogioco prodotto da un Ivan Venturi fresco di dimissioni dalla Simulmondo che ha fondato la sua software house e collabora con la fecale rivista di settore K, che nel frattempo si è liberata di Riccardo Albini e ha messo a rispondere alla posta una tizia inventata di nome Sylvia per cui tutti i lettori sembrano sbavare. L'ex videogiocatore di fine anni 90 trova ridicolo che si debba sbavare dietro a una tizia peraltro particolarmente stronza e piena di sé, per il semplice fatto che se ne intenda di videogiochi, e ancora più stupido che si debba fare un videogioco in cui si cerca di conquistare 'sta tizia inventata. Di per sé il videogioco avrebbe quasi un senso, almeno non è il solito "do ut des", ma la realizzazione approssimativa e i continui crash lo condannano ad essere merda. In tutto questo, non sappiamo se in un universo parallelo l'ex videogiocatore teenager ha applicato i consigli ricevuti ed è diventato un figo. Sì.
B-17 Flying Fortress Essendosi dovuto sorbire il nostalgismo di sua nonna a proposito dei bei tempi in cui le Fortezze Volanti depositavano quintali di bombe sul Vecchio Paese, l'ex videogiocatore, per adeguarsi, trovava fichissimi i bombardieri della Seconda Guerra Mondiale pure lui. Per questo rivisita un gioco che era stato a tanto così da comprare, ma che una fecale rivista di settore aveva dissuaso dall'acquisto, e rivive le avventure della Democrazia Cristiana a bordo di un bombardiere. Non è merda. Vaffanculo, fecale stampa di settore.
Space Quest IV - Roger Wilco and the Time Rippers (1a parte - 2a parte) L'ex videogiocatore rivisita un gioco che conosceva praticamente a memoria pur non avendoci quasi mai giocato. Nella prima copia che comprò della rivista di settore PC ACTION, c'era la recensione, nonché la soluzione di questa avventura della Sierra, corredata di screenshot (tra cui una donna con le tette grosse). Tanta fu l'attenzione con cui l'ex videogiocatore lesse il gioco che quando finalmente lo installò, anni dopo, praticamente era come se lo avesse già finito e quindi, complice un casino informatico, lo disinstallò quasi subito. Ora, l'ex videogiocatore a mente fredda vuole verificare se l'attesa del piacere è essa stessa il piacere. Sì, è merda.
Heartlight Dopo aver fatto la solita reprimenda su quanto faccia cagare l'informatica moderna, l'ex videogiocatore tira fuori un esempio classico di outsourcing polacco fatto dalla Epic Megagames prima che facesse i fantastiliardi con Fortnite (sviluppato parzialmente anch'esso in Polonia). In questo gioco creato dalla one-man army Januz Pelc, evoluzione per VGA di un gioco il cui codice andava ricopiato su un Atari 8-Bit da una rivista di settore, guidiamo il nano l'elfo Percival in un mondo che pare lo stesso del già visto Rockford/Boulderdash, ma molto più gradevole ed ordinato. Gradevole e ordinato non è merda!
Paganitzu Sempre nelle variazioni sul tema Boulderdash, fatto un gioco Epic dobbiamo fare un gioco Apogee, per par condicio (In realtà non è necessario, ma mi andava pure di fare Paganitzu, ok?). Più che un clone di Boulderdash questo gioco è ispirato più a Chip's Challenge, ma insomma, non stiamo a guardare al capello. È un giochino che si svolge su una griglia rettangolare, si possono spostare i sassi spingendoli e ci sono i nemici. Ok, la gravità non c'è, ma veramente dobbiamo incaponirci sui dettagli? E andiamo. Non è merda neppure lui.
Little Big Adventure L'ex videogiocatore si fa sopraffarre dall'ira ripigliando un gioco che aveva cercato disperatamente di apprezzare perché tutti gli dicevano che era proprio carino e ben fatto. E quando dico tutti, intendo dire "le fecali riviste di settore". L'ex videogiocatore ne approfitta per riflettere sul come spesso ci autosabotiamo smettendo di ascoltare il nostro "vero sé" e fidandoci piuttosto di ciò che ci viene detto dall'esterno. Sì, è merda.
SimCity 2000 L'ex videogiocatore fa ritorno ad Andreottiburg, dove dapprima si cerca di fare le cose secondo vincoli di bilancio e senza magheggi particolari, ma vedendo che non è possibile la città viene rasa al suolo e rifondata col nome del ministro del bilancio che sarà in grado di portarla alla gloria tramite giroconti bancari molto loschi. La città è Cirino Pomicino, e ne sentirete riparlare! No.
SimCopter Come promesso, ecco che si riparla della città di Cirino Pomicino. Un giustiziere privato munito di elicottero decide di impicciarsi degli affari di polizia, pompieri, protezione civile e vigilanza stradale. Come tutti i vigilantes, il nostro anonimo sgorbio vestito color carta da zucchero sviluppa preoccupanti tendenze reazionarie e inizia a buttare la gente dall'elicottero. Fortunatamente non incrocia per strada gli spogliarellisti dai capezzoli catarifrangenti che sembrano infestare Cirino Pomicino, altrimenti Dio solo sa cosa sarebbe potuto accadere. Sì.
Time Runners 1 - La Porta del Tempo Dopo Simulman, Francesco Carlà torna con una nuova proprietà intellettuale più appetibile ai giovani del 1993. Bayside School! Coi dinosauri! E robot che viaggiano nel tempo! E una figa di legno che pensa solo ai regali! E un giovanotto cool che si lava una volta alla settimana! E lo stereotipo di nerd ebreo con il Jewfro d'ordinanza! Che cosa può andare storto? Tutto. Sì.
European Championship 1992 Torna dalle nebbie dell'averno il fantasma di Gianni Brera per affrontare l'orribile conversione di Tecmo World Cup per PC IBM compatibile. L'ex videogiocatore è talmente schifato dai controlli che decide di trovare più interessante lo stiraggio delle camicie. L'ectoplasmatico ubriacone, a sto giro, non riesce a vincerne manco una. Sì.
One Must Fall 2097 In un picchiaduro coi robottoni estremamente sottovalutato per via del menefreghismo della Epic Megagames nei confronti del lisciare l'ego alle riviste di settore, guidiamo una signora disabile alla conquista della gerarchia aziendale che, in un raro sfoggio di meritocrazia, si svolge a botte. L'ex videogiocatore si rompe rapidamente i coglioni perché col livello facile il mostro finale è inaccessibile, e quindi arriva Il Divo Giulio a vincere il torneo nordamericano di sberle. Alla fine della fiera, l'esperienza è piacevole per come si sentano le sberle, quindi l'ex videogiocatore chiude il gioco non sentendosi troppo preso per il culo. No.
Executive Suite Andreotti decide di scalare la gerarchia in un'azienda preoccupantemente simile alla IBM degli anni 80, dandosi l'obiettivo di diventarne presidente. Il Divo Giulio tutto vede e tutto può, e quindi la cosa gli riesce abbastanza facilmente, ma non senza una lunga reprimenda dell'ex videogiocatore sulla codardia dei manager moderni (e anche antichi, basandosi su questo gioco).Completato. No.
Dyna Blaster L'ex videogiocatore riflette sul come la cultura giapponese possa essere passata dai samurai e dal brutale esercito imperiale durante la Seconda Guerra Mondiale a Hello Kitty e tutta l'estetica pucciosa che la terra del Sol Levante esporta in tutto il mondo. Nessuna conclusione viene raggiunta, ma nel frattempo si gioca alla conversione per PC di Bomberman, un gioco in cui personaggi coi tratti neotenici tipici degli anime si ammazzano a vicenda, facendo sembrare il tutto il più kawaiipossibile ^_^ Inspiegabilmente, no.
Epic L'ex videogiocatore manda Andreotti a impersonare l'eroico pilota (e i suoi biocloni) di un'umanità alla deriva in un simulatore di volo fantascientifico che con molta umiltà si pone come il rivale di Wing Commander. Sì, ok, che dal punto di vista del motore grafico ci potrebbe pure stare, ma poi l'ex videogiocatore scopre che Epic (pronunciato "Epiccì" per ragioni spiegate nell'articolo) ha solo qualcosa tipo 5 missioni e lascia perdere tutto. Sì.
Indiana Jones and his Desktop Adventures Dopo aver svelato che tutto sommato Indiana Jones gli è sempre piaciuto molto, come concetto, l'ex videogiocatore fa un altro coming out da paura e svela che aveva comprato il gioco in questione appena era uscito, per il semplice fatto che costava sulle ventimila lire (e risiedeva su un dischetto soltanto). A dispetto della presunta giocabilità infinita, l'ex videogiocatore si rompe le palle dopo aver completato la prima avventura da desktop, notando che il titolo altisonante del gioco è praticamente un modo svergognato per dire che questo gioco è un tentativo di fare il campo minato di Windows con Indiana Jones. Sì.
PC-MAN L'ex videogiocatore decide di farsi del male e fa una retrospettiva di cloni di uno dei giochi più noti (e sopravvalutati) di sempre: Pac-Man. Il primo è il lavoro di un docente di matematica applicata alla meccanica quantistica, che grazie ai poteri quantici dell'autore, è uguale all'originale, ma con il labirinto girato di 90° e in CGA. L'ex videogiocatore si rompe i maroni dopo pochissimo e preferisce osservare come un nerd con gli anni diventi più presentabile grazie al potere della meccanica quantistica, o forse perché ha lasciato perdere lo sviluppo di videogiochi. Sì.
PAC-GAL L'ex videogiocatore decide di distruggersi le orecchie con il PC Speaker e si dedica a un clone di Pac-Man in ASCII che è sicuro di averci giocato ma non ricorda dove o quando. L'unica cosa che apprezza di tutto questo sono i caratteri ASCII estesi. Sì.
Squisher and Squasher L'ex videogiocatore decide di sentirsi fighissimo e fa partire uno dei tanti giochini del cosiddetto "Club della Rana" che persino da giovane, completamente imbranato, riusciva a finire. Il gioco è un enorme anticlimax ma la veste grafica in risoluzione esotica gli dà quel senso di antico, avvolgente e pittoresco, come una vecchia coperta grigia dal bordo nero sul quale l'ex videogiocatore giocava con le macchinine, facendo finta che il bordo nero fosse l'asfalto della pista. Bello. Nonostante tutto, sì.
CD-MAN L'ex videogiocatore decide di smetterla di cominciare un riassuntino con "l'ex videogiocatore decide di" e quindi fa partire un clone di pacman pieno di optional inutili e irritanti che chiunque, almeno per un po', ha avuto sul suo PC IBM Compatibile. Togliendo il superfluo da quel gioco, rimane il prompt di MS-DOS. Assai.
Tonton Snipes Per concludere l'articolo sui cloni di Pac-Man con un gioco che non c'entra un tubo con Pac-Man, l'ex videogiocatore si pulisce la bocca con un tech demo per il gioco in rete della Novell. Non c'è scritto da nessuna parte come si chiama, e infatti la Ultimobyte lo arraffò e lo pubblicò sui giochi del Club della Rana col nome di "Tonton". Nonostante la non somiglianza con Pac-Man, anzi proprio a causa di quella, l'ex videogiocatore si diverte. No. Ma forse è un bias cognitivo dopo essere stato inondato dalla merda coi giochi precedenti.
Blade Warrior Uno dei giochi più bizzarri che l'ex videogiocatore ha avuto è stato anche il suo primissimo abandonware, trovato in un CD destinato al macero. L'ex videogiocatore si trastulla muovendo la silhouette di un guerriero armato di spadone in un paesaggio molto evocativo, atto a stimolare la fantasia di potenza di uno sviluppatore che quando ha fatto i soldi ha deciso di spenderne un po' in cavalli e armature medievali (ma riconosciamogli la gentilezza di non rompere troppo i coglioni al resto del mondo con il suo bovarismo storico). È merda, a malincuore ma è merda. Troppe cose fatte in maniera approssimativa. Ma l'idea era ok.
Centurion: Defender of Rome L'ex videogiocatore fa un po' l'hipster e ammette che, quasi un decennio prima che tutti i suoi amici si stracciassero e vesti per Russell Crowe ne "Il Gladiatore", si esaltava un casino per "Ben Hur", e tuttora lo trova superiore al comunque bel film di Ridley Scott che tanti imbecilli ha ispirato. Per questo non può esimersi dal provare il gioco, Cinemaware in tutto tranne che nel marchio, che è pesantemente ispirato alla romanità dei film di genere "peplum". Poi nonostante gli sforzi, a causa di un bug l'anonimo centurione interpretato dall'ex videogiocatore non riesce a rendere Roma caput mundi, ma almeno nel frattempo se l'è spassata con Cleopatra quindi il gioco si può chiudere con un sorriso, senza la sensazione che Giove Pluvio ci abbia fregato. Puto hoc ludum merdam non esse.
Destruction Derby L'ex videogiocatore e il Divo Giulio partecipano a un festival molto grezzo in cui diverse automobili a perdere fanno una bella ammucchiata spacandosi a vicenda. Tra un incidente e l'altro, i due discutono su che cosa significhi giocare, essere bambino, e sul perché certe persone vedono l'infanzia come un'età dell'oro a cui ambire collezionando più "trivia" possibili e non come il momento in cui la loro personalità è stata costruita. Tanti sono i discorsi sui massimi sistemi che l'ex videogiocatore si sente male. Non è merda.
Time Commando (1a Parte - 2a Parte) Quando la sfiga deborda, quello che resta da fare è darsi alla geopolitica. Questa è la lezione che l'ex videogiocatore trae da un gioco che lo esaltava un casino nel periodo della vita che precedeva lo zenit della sua sfiga. Geopolitica, realtà virtuale, e venerazione di un passato idealizzato: che cosa desiderare di più in termini di andare perennemente in bianco? Semplice, un picchiaduro a scorrimento con l'interfaccia odiosa di Alone in the Dark e Little Big Adventure in cui si cerca di rimediare allo scatto d'ira di un impiegatucolo che non va a segno sul posto di lavoro e quindi infetta un computer virtuale geopolitico con un virus a forma di squalo. È merda.
Macadam Bumper L'ex videogiocatore si arma di quella stessa pazienza con cui accetta di non capire il perché un gioco di flipper si chiama come un tipo di pavimentazione stradale, e si mette, senza l'ausilio del mouse, a disegnare un tavolo da flipper. Durante la trance agonistica, il ricordo del suo ex compagno di classe Alessandro C. prende possesso della mano dell'ex videogiocatore e disegna sul tavolo ciò che sa disegnare meglio, mettendo il blog dell'ex videogiocatore a rischio censura per presenza di peni pixellati male. È stato bello, amici! Non è merda.
Budokan - The Martial Spirit L'ex videogiocatore rimembra quando, vista la sua totale incapacità nel coordinare i movimenti, fu mandato a fare judo. Questo gioco con judo non c'entra nulla, ma ha una buona fetta di altre arti marziali. Un gioco sportivo, dunque, prima ancora che un picchiaduro. Peccato che la macchinosità dei controlli faccia sì che la simulazione sia quella dell'imbranatisia del giovane ex videogiocatore, rendendo il gioco molto meno divertente di quanto lo si poteva immaginare. Nonostante i bei ricordi del 99% della gente con cui parlo di 'sto gioco, rigiocandoci ora è merda.
Legend In quello che è il gioco più bello di sempre per un vecchio amico dell'ex videogiocatore, quattro baldi avventurieri fuoriusciti dal Pentapartito decidono di ripulire la landa di Trazere dalle forze del Caos. Non ci riusciranno causa cedimento di coglioni, dato che il gioco è spaventosamente lungo e complicato, ciononostante riesce a non avere un'interfaccia eccessivamente stupida e a presentarsi in maniera gradevole, quasi pittoresca. L'ex videogiocatore rimpiange di non averlo mai finito, ma subito dopo si rende conto che quando aveva il tempo non aveva l'abilità e la costanza, e ora manco ci ha più il tempo, quindi bene così. Non è merda.
Maniac Mansion (1a parte - 2a parte) Sniff sniff! L'ex videogiocatore si inzacchera nel mare della nostalgia e tira fuori il primo videogioco Lucasfilm fatto con il noto motore SCUMM. La memoria che ne aveva era di un gioco dal jumpscare facile, dagli enigmi a tempo e tutte le cose che successivamente Ron Gilbert rinnegherà, ma rigiocandoci scopre che mandare tre sfigati a salvare una cheerleader in una casa infestata da tre tizi dal colorito bluastro non è poi così fastidioso. Tant'è che alla fine, pur restando evidenti i difetti dovuti al primo tentativo di cambiare radicalmente la "user experience", l'ex videogiocatore trova il gioco gradevole, pur non stracciandocisi le vesti. Non è merda.
Jazz Jackrabbit La favola esopiana della Lepre e della Tartaruga viene rivoltata rendendosi priva di senso nell'ennesimo tentativo di creare un platform che dia ai PC IBM Compatibili una mascotte sullo stile di Sonic e Mario. Ovviamente quest'ultimo obiettivo è fallito. Quello che non è fallito è l'obiettivo di dare all'ex videogiocatore conati di vomito con un gioco bidimensionale, grazie all'eccessiva velocità (frutto delle droghe utilizzate dal programmatore del gioco) e dai colori inguardabili (frutto del senso artistico inesistente del game designer). Sì (bleurk).
F-29 Retaliator Dopo che l'ex videogiocatore si è chiesto come mai si fosse autoconvinto che gli piacevano tanto i simulatori di volo (quando non era poi così vero), Andreotti partecipa a campagne militari a bordo di un aereo con le ali invertite che nella realtà non ha mai passato lo stadio di prototipo. Il motore grafico è impressionante per i tempi, ma le missioni sono così blande e insignificanti (proprio come il suo successore fantascientifico Epic) che l'ex videogiocatore non si diverte. Ed è un vero peccato. Sì.
Tomb Raider In un gioco conosciuto da più o meno tutti, l'ex videogiocatore cerca di soffermarsi sul quanto sopravvalutato sia il personaggio di Lara Croft nella sua primissima incarnazione, che ebbe successo come personaggio femminile forte e indipendente principalmente per il fatto che aveva le tette grosse (per quanto piramidali). L'ex videogiocatore rivive anche il periodo di sfiga degli anni in cui questo gioco uscì, e tira un grosso sospiro di sollievo perché sono tempi lasciati definitivamente alle spalle. E in tutto questo, l'ex videogiocatore riesce persino a non divertirsi. Sì.
The Blues Brothers Pur dicendosi tratto da un film che all'ex videogiocatore piace molto (e sì, pensate che conosco pure gente a cui questo film non piace affatto, né penso che siano delle persone orribili per questo), in realtà The Blues Brothers con il film di John Landis non ha quasi nulla a che fare, se non che i due protagonisti somigliano vagamente a Belushi e Aykroyd. Ma nemmeno tanto. L'ex videogiocatore è così scoglionato da tutto ciò che si deprime e inizia a parlare di come i videogiochi, per quanto fecali, lo abbiano salvato da un indottrinamento che lo avrebbe portato probabilmente alla pazzia. Mai quanto lo shock della cracktro con il teschio, però. Alla grande.
Diabolik 4: Trappola d'Acciaio Il Re del Crimine creato dalle sorelle Giussani entra di soppiatto in un dischetto ad alta densità, cosa che fa sentire l'ex videogiocatore del 1992 terribilmente inadeguato. Dopodiché, spinto dalla continua macina di coglioni causatagli dalla partner Eva, Diabolik decide di depredare un museo fatto in una versione crackata di 3D Studio da parte di un architetto ubriacone. La cosa più sorprendente in tutto questo è che l'Ex Videogiocatore riesce persino a trovare il gioco ben fatto. Saranno i due buchi del floppy? Boh! Completato. No.
Slicks 'n Slide L'ex videogiocatore rivive i tempi in cui emigrò a nord giocando a un gioco prodotto nella nazione in cui andò per un certo tempo ad abitare, forte dello stereotipo che i mediterranei pelosi come lui, con le biondine scandinave, trovano sempre da fare bene. La realtà è molto più desolante delle fantasie, purtroppo, però il gioco è divertente. No.
Heroes of Might & Magic Superare un trauma è molto importante ed è per questo che l'ex videogiocatore, nello spazio protettivo garantito da Dosbox, decide di riprendere in mano un gioco che credeva, per un'errata correlazione causa/effetto, avergli sputtanato il 486 DX2 a 66 Mhz. Salta fuori che il gioco è molto carino e gradevole, a dispetto della grafica naif. No.
Rayman Marinando il liceo (dalle parti del Vecchio Paese si direbbe "cabottando") l'Ex Videogiocatore passa da Mediaworld e accatta una versione economica di un platform il cui demo, qualche anno prima, lo aveva colpito positivamente. L'ex videogiocatore ci gioca pochissimo perché viene atterrito dalla soverchiante sensazione di sfiga per dedicarsi a un videogioco dalla grafica pucciosa per bambini quando in realtà dovrebbe focalizzarsi su altre cose, e lascia perdere il tutto. Ora l'ex videogiocatore esorcizza pure quell'orribile sensazione rigiocando a Rayman. No.
Late Night Sexy TV Show Il glorioso ritorno di Andreotti su questi pixel è in occasione di un gioco semisconosciuto della genovese Dynabyte, che cerca di creare attorno alla promessa di tette e culi un gioco che nemmeno loro capiscono fino in fondo che cos'è. Puzzle? Quiz? Boh! Tutto questo non sarebbe nemmeno poi così male, come concetto, se non fosse che il gioco è talmente bacato da risultare completamente ingiocabile e l'ex videogiocatore deve prendersi a sberle da solo per distribuire il dolore su tutto il corpo e raggiungere una fine che definire un "anticlimax" è un eufemismo di dimensioni planetarie. Stramerda.
The Cycles - International Grand Prix Racing Celebriamo il terzo compleanno del blog dell'Ex Videogiocatore rigiocando al remake in chiave motociclistica di uno dei primissimi (il secondo, in effetti) giochi trattati in questa sede. Andreotti, che non è il simpa della compa come certi altri evasori fiscali con l'hobby delle corse motocicistiche, con serietà e democristiana devozione si mette a dimostrare che, a differenza di quello che gli fu detto da un amico cazzaro, l'ex videogiocatore in questo gioco non fa pena. Ci riuscirà, umiliando campioni del calibro di Jose (pronunciato "sgiös") Brio, Don Lee e Tom Mathews. Completato. No.
Winter Olympiad 88 In questo gioco, il primo gioco di sci su cui mise le zozze manacce il giovane ex videogiocatore, osserviamo il CAF sfidarsi in una sequenza di attività sportive sulla neve, una resa in maniera più blanda dell'altra. Lodevole comunque come l'uso della grafica in CGA con l'inguardabile color magenta non faccia eccessivamente sanguinare gli occhi dell'Ex Videogiocatore, ma anzi, rivisto con un monitor monocromatico riesce a sembrare tutto quasi bello. Chiaro che tutto ciò non basta a salvare il gioco dalla zona magenta marrone. Sì.
TRETRE.EXE La Ultimobyte accatta un giochino fatto come esercizio da un tizio che bazzica sulle BBS, con un editor esadecimale lo traduce (male) in italiano, e lo usa come riempitivo per i dischetti del Club della Rana allegati all'Amstrad. L'ex videogiocatore, grazie all'illuminante nome del file eseguibile che lancia il gioco, non può che esprimere il seguente giudizio: "A me, a me, me pà na sctrunzat'" Sì.
Chamonix Challenge Un pezzo praticamente unico, e infatti è un gioco francese, Chamonix Challenge (Quota 2000 nel sottotitolo italiano per PC128) è un simulatore di scalata avallato dal Mozart dell'arrampicata Eric Escoffier. L'idea di base è abbastanza balzana da poter passare per geniale, peccato che l'implementazione, in cui ogni singolo passo è gestito da una sequenza di tasti tipo il Biathlon ma più complicato, fa venire all'ex videogiocatore voglia di spararsi (o di parlare di Ricerca Operativa, è lo stesso). Mais oui.
SkiFree Di giochi nativi per Windows 3.1 ce ne sono pochi, ma quando sono fatti bene sono fatti bene, e Skifree, che prende il concetto di Skiing/TRETRE.EXE e lo fa bello, è un'esperienza di spegnimento cerebrale che alcuni commenti ben riusciti definiscono come mistica. In tutto questo l'ex videogiocatore ne approfitta per parlare di quando ebbe paura di aver fatto incazzare un gruppetto di russi che inforcavano per la prima volta gli sci sull'Appennino tosco-emiliano. Non è merda.
Mortal Kombat L'ex videogiocatore ricorda i tempi delle scuole medie in cui percepiva (ma potrebbero essere gli occhiali rosa della nostalgia) di essere meno sfigato del solito, quando si intrufolava di nascosto nella sottoutilizzata aula di informatica e i due figuri che la abitavano lo facevano giocare a una bella conversione di quel gioco da sala giochi in cui ci si strappava la spina dorsale o ci si dava fuoco a vicenda. Chiaro che, in un momento in cui il testosterone dell'ex videogiocatore schizzava (niente doppi sensi qui, grazie) alle stelle, il gradimento era al top. Lo sarà anche a un quarto di secolo di distanza? Siccome il clickbait è merda, rispondo subito: magari non al top, ma sempre molto gradito, per quanto un po' troppo semplice e forse un po' ripetitivo. Ma le sberle, quelle si sentono sempre tanto bene. No.
Elite Plus Riflettiamo sull'inutilità dei remake tramite l'analisi della versione che si atteggiava a "moderna" di un classicone degli anni 80. Il risultato è un mischione né carne né pesce, a metà tra il barocco abuso di colori a gradiente dell'interfaccia utente e lo spoglissimo motore grafico a colori piattissimi. Aggiungete il fatto che la meccanica di gioco è la stessa di un giochino che era innovativo per gli 8 bit e capirete che il risultato è piuttosto deludente. Il concetto di Elite, comunque, resta molto bello. L'esecuzione, bah. Sì.
Lure of the Temptress In un periodo in cui era guerra tra Sierra e Lucasarts per il dominio sulle avventure grafiche punta-e-clicca, una sconosciuta software house inglese cercò di farsi strada nel panorama avventuristico con un gioco pieno di cliché ma che millantava un'interfaccia dall'INTERATTIVITÀ TOTALE. Chiaramente non era vero, ma le fecali riviste di settore ci cascarono comunque perché la Virgin Games aveva comprato un sacco di spazi pubblicitari sulle pagine delle stesse riviste. Sì, è merda, in barba a quello che avreste potuto leggere sulla vostra rivista preferita.
Arcade Pool Dopo essersi lanciato in una reprimenda contro la corruzione della fecale stampa di settore, l'ex videogiocatore spedisce il Divo Giulio ad umiliare un carneade della stampa di settore albionica nel gioco del biliardo. Andrà abbastanza bene, ma la stampa di settore, per quanto umiliata, continuerà a far stracagarissimo, sia nel 1994 che nel 2020 che in tutti gli anni in mezzo. Però il gioco è divertente. Non è merda.
Cosmo's Cosmic Adventure Che cosa è verde, con delle macchie rosse, e un prognatismo come quello di Bart Simpson? Il protagonista (dal nome fastidioso per l'ex videogiocatore) di un gioco estremamente blando e dall'apparenza senza infamia e senza lode, ma che però fa sprofondare l'ex videogiocatore in una sensazione di disagio profondo, come se ci fosse qualcosa fuori posto. Questa strisciante percezione di qualcosa di sbagliato accompagna l'ex videogiocatore per tutto l'articolo, ed esce da questa esperienza estremamente irritato. Sì.
Utopia: The Creation of a Nation (Prima Parte - Seconda Parte) L'ex videogiocatore celebra il suo trentottesimo compleanno giocando a un giochino proprio carino, che gli ricorda gli anni di isolamento in casa quando fuori, nella bassa Padana, brillava un sole malaticcio ed estremamente freddo. Qui guidiamo il comandante Pacharelli delle colonie di Rhebus nell'ardua impresa di tenere una colonia in piedi funzionante senza distrarsi troppo dalle tette a dimensione variabile della sua assistente. No.
Iter Vehemens Ad Necem Un Rogue-like del ventunesimo secolo (praticamente ieri, solo diciotto anni fa) spinge l'ex videogiocatore ad avventurarsi nei ricordi di un periodo estremamente nebuloso della sua gioventù, quello dell'Atelier Culturale dell'università. Il divo Giulio, invece, qui nei panni di uno schiavo raccoglitore di banane, si lancia nell'avventura che gli cambierà la vita, ammazzandolo in maniera creativa uns acco di volte. No.
Cyclones L'ex videogiocatore viene meno a una mezza promessa fatta tempo fa e si mette a parlare di uno sparatutto 3D, uno dei primi a cui ha giocato, che aveva originale in quanto incluso nel pacchetto multimediale che comprendeva CD-ROM e scheda audio. A suo tempo l'ex videogiocatore non riuscì a superare il primo livello, e esattamente come allora, anche oggi fallisce miseramente (e si sente immancabilmente maluccio giocandoci) in un gioco estremamente blando, la cui unica qualità è la pessima recitazione di attori digitalizzati in una finestrella piccola piccola. Sì.
Grand Theft Auto Come spesso accade per i giochi conosciuti da tutti per cui basterebbe fare una marchettona per acquisire un sacco di click facili, ma decide di cogliere l'occasione per parlare del concetto del male e della malvagità umana. D'altra parte, quale miglior contesto se non un gioco in cui viene premiato il crimine per parlare di che cosa spinge l'uomo a comportarsi male? L'ex videogiocatore ne riflette assieme a un Andreotti particolarmente "gangsta", che tra una rapina e un drive-by shooting trovano il tempo per disquisire assieme di virtù, peccato (in senso cristiano e non), vizi capitali, crimine e malvagità umana. Non è merda, peccato soltanto che non coglierete il messaggio di fondo dell'articolo.
Clik Clak Un altro di quei giochi a cui l'ex videogiocatore non aveva mai giocato, ma aveva visto su una fecale rivista di settore, Clik Clak affascina per la sua dinamica particolarmente intuitiva e dalla curva di apprendimento intrigante, nonché per lo stile puccioso. Dopo che l'ex videogiocatore ha fatto la sua solita enorme divagazione (stavolta a proposito di orologi) si rende conto che la dinamica è troppo semplice da diventare semplicistica. Il potenziale ci sarebbe, ma è veramente troppo poco per non sfuggire alla zona marrone. Peccato (sticazzi, in realtà) Sì.
Season of the Sakura (Prima parte - Seconda parte) L'ex videogiocatore decide di infliggersi un dolore atroce riprendendo in mano una "visual novel" giapponese che aveva scaricato su richiesta di un suo compagno di classe autodefinitosi otaku e orgoglioso di esserlo. L'obiettivo, nei panni di uno stereotipatissimo ragazzo giapponese di 1618 anni perfetto in ogni cosa (a parte che nel nuoto) di trovare la morosina tra un potenziale harem di ersatz di personaggi di cartoni animati giapponesi per ragazzine. Tra Vera Slepoj, Sandor Ferenczi e il continuo retrogusto di illegalità del tutto, l'ex videogiocatore fa fidanzare il protagonista con la più complicata di tutte le ragazze, cosa che è diretta conseguenza delle riflessioni fatte sulla sopravvalutatissima cultura giapponese moderna. Completato. Sì.
Lakers&Celtics and the NBA Playoffs Dopo i manga, tocca al basket nella lista delle cose che l'Ex Videogiocatore negli anni 90 aveva provato a farsi piacere per uniformarsi al gruppo. Aveva provato senza alcun successo, per quanto inizialmente serbasse bei ricordi di questo gioco che gli era stato passato nei tempi in cui uniformarsi al gruppo non era poi così necessario. Stranamente, a dispetto di un ricordo di sfiga adolescenziale che avrebbe dovuto annullare ogni divertimento legato al gioco della pallacesta, questo videogioco è ok. No.
Star Wars: X-Wing (Prima parte - Seconda parte) Dopo i manga e i basket, tocca a Guerre stellari nella lista delle cose che l'Ex Videogiocatore... no, niente, in realtà Guerre Stellari all'Ex Videogiocatore piaceva abbastanza, pur senza stracciarcisi le vesti, ma era al resto del mondo che proprio non gliene fregava niente, almeno finché la gioiosa macchina da soldi di George Lucas, al giro del millennio, non iniziò a spremere per bene la vacca, e subito tutti ad agitare spade laser. Parvenu del cazzo. In tempo per lo "Star Wars Day" del 4 maggio (ma è una coincidenza), l'ex videogiocatore indossa i panni metallici di due droidi che hanno nostalgia della Prima Repubblica Galattica e decidono di affondare l'impero dandogli la spallata che lo farà crollare sotto il peso della sua stessa incompetenza. In tutto questo l'ex videogiocatore ricorda come al tempo, a differenza di Max Reynaud e soci, tifasse per Wing Commander nella sfida tra i due giochi, per il semplice fatto che Wing Commander ce l'aveva e X-Wing no. Ora, possiamo dire con serenità che X-Wing tecnicamente fosse meglio, ma nella parte della trama Wing Commander lo stracciava. Perché non si può avere il meglio dei due mondi tutto assieme? No, ma è un vero peccato che la parte di trama sia poco sviluppata.
Duke Nukeum Scritto male per via di un potenziale problema di copyright con un cartonaccio ambientalista creato da Ted Turner per impalmarsi Jane Fonda, il primo episodio delle avventure del cazzaro steroidato par excellence è qualcosa di abbastanza straniante, dal punto di vista dell'aspetto grafico e dal punto di vista dei comportamenti "inattesi" da parte del protagonista, specie se siete abituati al Duke Nukem più mainstream. L'ex videogiocatore ci gioca con un certo senso di noia addosso, per poi rinunciare a trovare qualsiasi qualità di redenzione per un gioco che, diciamocelo, è invecchiato molto male. Sì.
Duke Nukem II Scritto bene per via del fatto che a Ted Turner non gliene frega un cazzo dei videogiochi nel 1993, Duke Nukem II prende il modello del primo gioco e lo ripropone praticamente uguale con lo sprite più grande. In realtà, pure la palette dei colori è la stessa, per quanto venga millantata una grafica VGA coi controcazzi, in-game i colori sono soltanto 16. Anche l'abitudine di fregare sprite da Turrican persiste. In tutto questo, il gioco riesce ad essre ancora più irritante del prequel, ma d'altra parte che vi attendete da una persona che non sa nemmeno scrivere bene il suo nome nei crediti di un gioco? Sì.
Major Stryker Tanto per ricollegarci al concetto molto starwarsiano in cui in sono i membri di una stessa famiglia a decidere le sorti della galassia, a chi viene incaricato di rispondere a tono a una devastazione aliena? Al cugino di Duke Nukem, ovviamente! La solita storia dell'eroe singolo che deve redimere l'umanità intera sbattendosi mentre da casa fanno il tifo per lui o sperano nel suo fallimento per poterci godere dicendo "ah, se ci avessero mandato me!" In tutto questo, Stryker deve fare tutto il lavoro con la sua capa che lo molesta sessualmente da remoto, alla faccia dello "Smart Working". Sì.
Duke Nukem 3D L'ex videogiocatore perde nuovamente l'occasione di limitarsi a stracciarsi le vesti sparando banalità a proposito di un gioco universalmente conosciuto e parla di quando ripiegò su Duke Nukem 3D la delusione quando si rese conto che esistevano ragazze dall'aspetto gradevole al di fuori del Vecchio Paese, e che non se lo cacavano di striscio. Tale era la delusione e la sensazione di sfiga che la solita sensazione di vomito è pure attenuata. No.
Microcosm L'ex videogiocatore si fa piccolo piccolo e viene iniettato nel corpo del CEO di una multinazionale multiplanetaria per eliminare corpi estranei infilatigli da un'azienda concorrente. La cosa agghiacciante di tutto ciò è come l'interno del corpo umano del futuro sia reso in maniera profondamente diversa dai cartoni animati di Albert Barillé, e soprattutto che in sottofondo ci sia una colonna sonora fatta da Rick Wakeman degli Yes che aveva un disperato bisogno di soldi e ha composto una robaccia di qualità discutibile in quattro e quattr'otto. Sì, è merda.
Dune 2: The Battle for Arrakis L'ex videogiocatore se ne sbatte di fare gli instant-blog a proposito di film appena usciti, quindi fa l'articolo su Dune 2 mesi prima che esca il nuovo film strapieno di prezzemolini di Hollywood scelti apposta per far incazzare i nerd reazionari. Pur partendo scettico nei confronti di un gioco di un genere che non ha mai amato, resta piacevolmente sorpreso dal fatto che riesce persino a divertirsi limitando i vaffanculi ma lasciandosi scappare un flebile "Taci, miserabile!" ogni tanto. No.
Earl Weaver Baseball Non riuscendo a trovare la versione per Olivetti Prodest PC1 a prezzo democratico che aveva ricevuto per la promozione in quarta elementare, l'ex videogiocatore riprova la versione più "avanzata" di un gioco che gli aveva insegnato le regole del Baseball. Il "Basela"! Quanto di più genuinamente americano esistesse nell'immaginario collettivo, e per questo quanto di più genuinamente fico si potesse concepire! Poi lasciamo stare che il baseball è tutto statistiche (dù palle) Era evidente che l'ex videogiocatore giovane sentisse il bisogno di usare un videogioco per apprenderne il funzionamento. E la cosa fu presa talmente sul serio da non rinominare neppure i giocatori con personaggi della Prima Repubblica. La parte di statistiche (dù palle) magari sarà decente, ma la parte di baseball giocato è veramente scarsa. Dunque: in dubio, pro merda
Defcon 1 Quegli stronzi di svizzeri ce l'hanno fatta un'altra volta e all'insaputa di tutti hanno accumulato missili nucleari con cui distruggere l'America perché così ha ordinato la cartomante-ex suocera di Michelle Hunziker. In un mondo pittorescamente disegnato dalle librerie Borland Graphics Interface, che non possono non tirar fuori un po' di nostalgia dall'Ex Videogiocatore, ci si trova a cliccar furiosamente su istruzioni "LineTo" della unit Graph del Turbo Pascal sperando di salvare più città americane possibili, fino all'inevitabile conclusione. Sì.
Gotcha! Quello che pareva essere il tie-in di un vecchio film in cui Linda Fiorentino faceva vedere le tette e si faceva Goose di Top Gun quando ancora aveva i capelli, si rivela essere in realtà un semplice ed estremamente basilare clone d QIX, per cui viene pure scomodato Il Divo Giulio. In tutto questo l'ex videogiocatore trova un modo estremamente soddisfacente per partire con un buon 50% di schermo coperto e la cosa lo fa sentire potente. Completato Vi giuro che non so perché, ma no. Non ne vado orgoglioso.
Elevators from Hell Creato da quello che potrebbe essere il protagonista di una storia in stile "uccelli di rovo", questo gioco presenta un omino stilizzato che corre troppo lentamente da un piano all'altro di un palazzo cercando di non farsi tostare da un robot. Ora questo sarebbe anche ok, come concetto, ma il fatto che nel tempo in cui dal pulsante si raggiunge la porta dell'ascensore, quest'ultimo si chiuda fa sì che il gioco sia impossibile per quell'imbranato dell'ex videogiocatore. E questo non perché da piccolo l'ex videogiocatore sugli ascensori ci aveva gli incubi, eh. Sì, è merda.
Joust VGA In quello che è un remake scene-by-scene dell'originale gioco della Williams, l'ex videogiocatore cavalca un "favazzo" (che per chi non lo sapesse era lo slang del giovane ex videogiocatore di circa 10-11 anni per dire "uccello") in un labirinto di piattaforme, cercando di disarcionare altri cavalieri di favazzeria. Vabbè, Joust lo conoscete tutti, no? La cosa decente qui è che i controlli strappano pochi vaffanculi all'ex videogiocatore e la cosa è buona. L'ex videogiocatore oggi è particolarmente rammollito e quindi salva il gioco dalla zona marrone a causa della grafica pulita e dei controlli che non facevano troppo orrore.
Round 42 L'ex videogiocatore si fa viziare con un videogioco dalla risoluzione esotica, che riesce a piegare la mesta CGA (che di colori normalmente ne ha 4) ottenendo ben 16 colori con un trucco veramente astuto: quello di visualizzare tutto in modalità testo coni caratteri accavallati l'uno con l'altro, in modo che pezzi di lettera diventino pixel! E il bello è che nonostante il trucchetto da semplice autocompiacimento di programmatori coi controcoglioni, il risultato è persino giocabile e (fatico a dirlo) divertente! Non è merda.
FIFA 96 Soccer Partendo da una proustiana madeleine sulla puzza d'ascella presente in uno spogliatoio di una terza media, l'ex videogiocatore ripercorre il gioco di calcio che per l'epoca pareva una roba rivoluzionaria, non tanto per la giocabilità (che era minata da controlli e da una fisica inesistenti) quanto per il fatto che c'era la telecamera che cambiava angolazione. Tutto sommato, gradevole come un articolo di Gianni Brera, il cui fantasma rompe i coglioni all'ex videogiocatore durante la stesura dell'articolo. Sì.
Actua Soccer Dopo FIFA, l'ex videogiocatore compensa alla mancanza di campionati europei di calcio riprovando il suo più agguerrito rivale all'epoca (1996). L'ex videogiocatore non sembra avere memoria di un tempo in cui la gravità sul pianeta Terra era così compromessa da trasformare le partite di calcio in pattinaggio su cuscino d'aria, ma questo è il risultato dei fecalissimi controlli di un gioco in cui non si riesce a segnare neanche a piangere (specie per il fatto che non si conosce l'unico trucchetto con cui si può sbatterla dentro). Anche qui, come in molti giochi di calcio trattati in precedenza, appaiono presenze ectoplasmiche, ma il giornalista sportivo è diverso da quello che di solito fa visita (indesiderata) al blog. Sì.
Leisure Suit Larry 3 - Passionate Patti in Pursuit of the Pulsating Pectorals (Prima Parte - Seconda Parte) Saltiamo a pié pari il secondo episodio e passiamo a quello che probabilmente è il primo Larry giocato dall'Ex Videogiocatore, reperito in edicoa in un momento in cui il suddetto ex videogiocatore, sempre più conscio della propria sfiga, si stava chiudendo a riccio in un simulmondo che rappresentava l'unico universo in cui pareva possibile la copula! E ovviamente, in pura tradizione videoludica, la copula costituiva un premio per le giuste transazioni "commerciali" con le native. Inoltre, il gioco pare soffrire in termini di umorismo per via del troppo affetto che Al Lowe sembra aver sviluppato nei confronti del suo personaggio, e un Larry che da orribile nerd sfigato improvvisamente diventa uomo di successo (nel senso del coito) rappresenta più che altro un scivolare nel disagio e molto dell'umorismo del gioco originale è un po' stantìo. Peccato. Sì.
The Games: Summer Edition È il 1988 e il Pentapartito si riunisce a Seul per partecipare a una cordiale e amichevole rivincita delle elezioni politiche dell'anno precedente. Una grafica EGA sorprendentemente bella descrive una lotta senza quartiere fatta di tasti pigiati a caso e di crash importanti del gioco che mandano in bestia l'ex videogiocatore, il quale si rifugia nella rimembranza di una lunghissima e convolutissima storia a fumetti sulle olimpiadi sudcoreane, che non fa altro che confermare il fatto che i paperi Disney sono persone di merda. A malincuore, è merda.
Stunt Island L'ex videogiocatore si toglie la piccola soddisfazione di vedere finalmente un gioco che gli era stato passato anni fa, e che non funzionava, con suo enorme disappunto. Quello che scopre è un bel giochino privo di pressioni psicologiche in cui si può anche fare un po' quel cavolo che ci pare, compreso fare a fettine un esponente del PSDI con l'elica di un Sopwith Camel pilotato da Andreotti. No.
Betrayal at Krondor Partendo da un calembour piuttosto desolante che non fa altro che sottolineare quanto fosse mentalmente chiuso, bigotto e reazionario il Vecchio Paese del 1993 circa, l'ex videogiocatore esplora un gioco più prolisso di lui basato sulla pomposa e ampollosa prosa di tale Raymond E. Feist, scrittore fantasy di discreto successo di cui l'ex videogiocatore non sa assolutamente nulla. Gli attori digitalizzati e le loro orrende parrucche contribuiscono a creare un'atmosfera camp che l'ex videogiocatore schifa ma non senza essere quasi rapito dalla sua pacchianità. Sì, ma dateci un'occhiata
Grand Prix Unlimited L'ex videogiocatore rivive la delusione di non trovare Wing Commander 2 nel dischetto allegato a una fecale rivista di settore, rigiocando allo sfortunatissimo Grand Prix Unlimited, gioco di Formula 1 uscito in concomitanza con un altro gioco molto più leggendario. C'è la funzionalità di progettazione di circuiti, ma non basta a salvare un gioco estremamente blando dalla sua debordante mediocrità. Sì.
Overdrive L'ex videogiocatore esorcizza un'altra delusione tirando fuori da loci remoti nella sua memoria un altro gioco perfettamente dimenticabile (a dispetto degli autori, i celebratissimi e sopravvalutatissimi Team 17) che, nella sua versione demo allegata ad una fecale rivista di settore, aveva messo l'ex videogiocatore di fronte all'inadeguatezza del suo hardware (nessun doppio senso qui). Il demo aveva con sé pure un virus, che fece finire la fecale rivista di settore sui giornali, e questa è la cosa più importante che l'ex videogiocatore ricorda a tale proposito. Fate voi. Sì.
Syndicate In questo catalizzatore di seghe da parte della fecale stampa di settore, il Divo Giulio in versione cyberpunk va alla conquista del mondo tramite la Democrazia Cristiana, che in questo universo è una supermultinazionale che fa tutto, produce tutto, e vende tutto, e che si è sostituita agli stati sovrani, esattamente come previsto da scrittori di fantascienza e da Francesco Carlà, tutte figure più lungimiranti e corrette di tanti analisti politico-economici "seri". Quanto al gioco, non è male, ma non chiamatelo di strategia. Non è merda.
Another World Un sosia di Mark Zuckerberg col fisico da ragioniere è in realtà uno scienziato di caratura mondiale che YAHWHN scusate, l'ex videogiocatore non riesce a riassumere la storia più di una volta senza addormentarsi. Comunque, il gioco di oggi, osannato da tutti per la sua originalità nella parte di presentazione (e qui ci si può pure trovare d'accordo) si rivela una sequenza di frustranti tentativi di sfuggire ad un decesso completamente casuale in cui l'unica cosa certa è il vaffanculo. Sì, è merda. in your face, prefiche piagnucolanti.
Get Medieval! L'ex videogiocatore ritrova un gioco che aveva trovato allegato a una fecale rivista di settore e che a causa di malfunzionamenti esogeni (il gioco si incartava) ed endogeni (l'ex videogiocatore aveva avuto un febbrone da cavallo, due denti del giudizio e un chilo di peli in più) non aveva quasi considerato. È però interessante rivedere il gioco in questione (un clone di Gauntlet) anche in relazione all'originale, che l'ex videogiocatore aveva provato principalmente in formato Gig Tiger. Sì.
GFL Championship Football L'ex videogiocatore rivive un momento molto "cheap" in cui, come soluzione di ripiego a Heimdall che costava troppo e pareva inaccessibile per il suo hardware di allora, si fece prendere un gioco già vecchio di 4 anni in cui si simulava il football americano. Di regole non ci capiva nulla, nel 1991 come oggi, ma ciò non gli ha impedito al tempo di farsi sanguinare gli occhi con la grafica in CGA. Oggi, causa tavò, l'ex videogiocatore sceglie la strada più semplice e ci riprova con la grafica a 16 colori. Purtroppo pure questo accorgimento non salva il gioco dal fecal giudizio. Merda.
Titus the Fox Questa è la storia di una volpe in stile cartonoso che si trova a sostituire, in un gioco di merda, per il mercato internazionale il personaggio del maghrebino interpretato da un comico francese. Man mano che avanza nel livello e viene sempre più investita dalla merda, la volpe si dice "fino qui tutto bene, fino qui tutto bene". L'ex videogiocatore, invece, che è sufficientemente vecchio per ricordarsi che a questo gioco dire "fino qui tutto bene" non ha senso, ne approfitta per cercare di capire che cosa fa ridere della comicità basata su tormentone (fallendo miseramente). Il est bo le lavabo, il est merde ce jeu vidéo.
Transport Tycoon L'ex videogiocatore racconta di come i primi giochi isometrici in SuperVGA gli abbiano affaticato tanto gli occhi e guida il Divo Giulio al dominio del mercato dei trasporti in una generica regione german-sounding (ovvero europea agli occhi di un inglese ignorante). Purtroppo la thatcherizzazione ha corroso la mente del povero Chris Sawyer (che con l'assembler è bravo) e il trasporto pubblico si trova nel settore privato, e nel settore privato ci si attendono risultati, almeno nella teoria (sappiamo tutti che nella pratica non è così, grazie a un sapiente uso della sunk cost fallacy). Tutto questo manda in confusione Andreotti il quale ottiene risultati abbastanza mediocri. Il gioco però resta sempre molto bello, al di là dell'affaticamento della vista. No.
Alley Cat In un gioco che avevano più o meno tutti, l'ex videogiocatore muove in giro un gatto non dissimile dal coatto de Gli Aristogatti. L'ex videogiocatore tende un po' a divagare sui tifosi della sua squadra di calcio, su ingegneria, e su quanto Aaron Sorkin è una merda. E come se non bastasse, l'ex videogiocatore dimostra una preoccupante conoscenza delle dinamiche coitali feline. No.
Arcade Volleyball L'ex videogiocatore prova un gioco che potrebbe essere un concetto divertente, ma per qualche ragione fa stracagarissimo e trova tutto molto frustrante, e il fatto che un gioco del 1989 sia ancora in CGA non aiuta per niente. È merda.
Bouncing Babies L'ex videogiocatore si rincoglionisce con un gioco convertito da un "Game&Watch" della Nintendo, che mantiene la scattosità e che, per quanto possibile, riesce a peggiorarne la grafica. In tutto questo i ragazzi della Ultimobyte di via Aldo Manuzio, alla fine degli anni 80, non avevano la minima idea di "proprietà intellettuale" e producevano svergognatamente dei bootleg da allegare a un computer. Molto bene. È merda.
Sid Meier's Colonization Dopo aver inutilmente messo in evidenza l'ipocrisia di chi si scandalizza per l'opera di disfacimento di tutta la retorica attorno alla scoperta dell'America, l'ex videogiocatore si addentra in un universo parallelo in cui a scoprire il Nuovo Continente fu un antenato olandese di Andreotti. Seguiamo dunque le avventure di Julius Van Drijot in un Nuovo Continente pronto ad accogliere la Democrazia Cristiana (di stampo calvinista, ma non importa) e restiamo perplessi di fronte a una veste grafica non proprio esaltante nonché a un eccesso di micromanagement nelle fasi più avanzate. Non è merda.
Boppin L'ex videogiocatore esplora i meandri di una psiche umana piuttosto anomala rispetto al mainstream, prendendo un gioco "determinato a disturbare" e indagando in superfice sugli autori e scoprendo così una realtà... interessante. Il gioco in sé non è malissimo, sarà che l'ex videogiocatore è un po' impaurito da potenziali reazioni esagerate dei suddetti autori, sarà che la semplicità e la pulizia grafica lo mettono di buonumore, chi lo sa. No, ma di poco.
Pacific Islands L'ex videogiocatore riprova un videogioco che dalla fecale stampa di settore era stato estremamente sopravvalutato per via del fatto che la casa produttrice aveva cortesemente concesso il demo giocabile. Una mano lava l'altra, e l'ex videogiocatore si ritrova a farsi piacere un gioco con carri armati in cui non ci si capisce un cazzo perché succedono troppe cose contemporaneamente. Merda.
The Elder Scrolls: Daggerfall Nel secondo episodio di una saga snobbata tantissimo a suo tempo ma successivamente divenuta un pilastro fondamentale della storia del videogioco, l'Ex Videogiocatore imbarca il Divo Giulio (e non solo) in un'avventura epica che lascia perdere quasi subito perché è troppo intento a sfruttare un baco grande come una casa per arricchirsi. In tutto questo l'ex videogiocatore fa anche una digressione sull'essere segaioli da parte dei redattori della fecale stampa di settore dell'epoca. Non è merda.
Traffic Department 2192 L'ex videogiocatore indossa i panni (in drag) della vigilessa urbana / vigilante del futuro Marta Louise Velazquez, protagonista di un classicone dei cd pieni zeppi di shareware. La suddetta vigilessa vigilante non solo è un personaggio femminile forte ed emancipato, ma è una psicopatica piena di odio che vuole elargire morte e distruzione indiscriminatamente a chiunque le si avvicini. Il risultato finale è originale, anche da un punto di vista narrativo, peccato che la parte di gioco in sé sia semplicistica a livelli ridicoli. Peccato! È merda, ma dateci un'occhiata.
Litil Divil Un po' bildungsroman questo articolo, in cui l'ex videogiocatore racconta un incontro prodromico ad una delle scelte più importanti che un giovane figlio degli anni 80 a un certo punto deve fare, e che non era servito un cazzo in sfregio alle enormi aspettative che coinvolgevano l'ex moglie di Hugh Grant. L'unico lato positivo di quell'avvenimento fu di provare un gioco che sette anni prima era stato considerato "vaporware" e che per via del solito, britannicissimo (irlandese, in realtà) approccio multievento + grafica isometrica, aveva creato grandi aspettative nell'ex videogiocatore. Anche qui, aspettative deluse. Sì.
Aces of the Pacific Il Divo Giulio ritorna in groppa a un aeroplano, stavolta nel teatro di guerra del Pacifico durante la Seconda Guerra Mondiale, sia nei panni statunitensi che, brevemente, nei panni nipponici. In tutto questo l'ex videogiocatore cerca di capire come mai il simulatore di volo della Dynamix fosse così in alto nella classifica di K dei più bei giochi di sempre, e rimembra i tempi in cui usò questa classifica come driver per farsi passare un malloppo di giochi quando stava al mare. La posizione alta è meritata, non è merda.
Rise of the Triad L'ex videogiocatore esegue un esercizio di speculazione storica e cerca di pensare a cosa sarebbe accaduto se la id Software, uno dei creatori di videogiochi più influenti di sempre, non avesse deciso di diventare indipendente e fosse rimasta a pubblicare i suoi giochi tramite la Apogee. Non abbiamo in questa sede la capacità di scrivere ucronie degna di certi autori propensi alla masturbazione reazionaria, ma ci si può avvicinare guardando Rise of the Triad, una versione più PaZzErElLaH di Wolfenstein 3D con violenza gratuita a livelli di ridicolo e la continua sensazione che mentre uno sta giocando Tom Hall lo stia toccando col suo abnorme cranio dicendo "Visto che figo? Eh? Eh?". No.
Mega Lo Mania "Non è bella, ma è simpatica", si diceva delle ragazze un tempo. Ecco, applicato ai videogiochi non era proprio così: Mega Lo Mania era la sorella "simpatica" della supergnocca Populous 2 e l'impressione che se ne aveva era quella che un giro con lei lo si sarebbe fatto molto volentieri e non per avvicinarsi alla più avvenente sorella. A distanza di anni, non solo come strategico Mega Lo Mania ha molto più senso dei Populous (che strategici non sono) ma la presenza dei cosiddetti "omini Sensible" lo invecchia molto meglio, da un punto di vista stilistico. Quindi sì, la metafora regge. Non è merda
Sleepwalker L'ex videogiocatore fa un post pippone in cui parla di genitorialità, di ansie, di nostalgia, di infanzia, di sogni, di proverbi e del perché ogni lunedì si prende a martellate nelle palle ripercorrendo giochi inguardabili. Ma tutto questo non importa, perché subito dopo si mette a parlare di un gioco che non aveva e che era onnipresente nelle pubblicità sulla fecale stampa di settore, sottolineando per l'ennesima volta che se devi dire ad alta voce quanto una cosa è bella, allora probabilmente quella cosa fa cagare. Siamo al top della merda qui.
Hidden Agenda L'ex videogiocatore è affetto da tavò e per una settimana cede il posto a un noto freak del deep web che era attivo su siti tipo badoo (chi se lo ricorda?) una decina di anni prima. Trattasi di Luciano Loscalzo, ex combattente nella rivoluzione chimericana e lievissimamente fissato con le bellezze muliebri e i mitragliatori. Servendosi di un videogioco antichissimo, antesignano dei cosiddetti "games for change", Luciano racconta al suo stupito pubblico come la sperduta nazione di Chimerica passò dalla dittatura a una repubblica più o meno democratica, sotto l'egida del presidente ad interim Julio Andreotti y Falasca. Non è merda.
Sacro Romano Impero (Prima Parte - Seconda Parte) Ivan Venturi si immerge nella palude della Storia collaborando con un famoso accademico medievalista per darci uno spaccato della vita ai tempi del titolare Sacro Romano Impero, in cui le donne andavano in giro con le tette di fuori in completini sadomaso mangiando merda secca che raccattavano nei boschi. L'ex videogiocatore non ricordava che la storia fosse andata così, ma d'altra parte era troppo impegnato a studiare a memoria date per accorgersi delle bocce. In tutto questo l'ex videogiocatore loda l'impegno a Venturi ma lo vorrebbe prendere a craniate. Sì, è merda (però tette).
Pazzotto - Crazy Eights L'ex videogiocatore ha una madeleine in cui ritrova finalmente un gioco che cercava da anni, seppur in inglese, e spende questo momento mistico impersonando il Divo Giulio che gioca a carte contro un testa di cazzo col papillon che lo prende costantemente per il culo. Il gioco però è stranamente accattivante e l'ex videogiocatore si diverte pure. No, che ci crediate o no non lo è.
Rovescino - Tressette a perdere Dopo circa 240 giochi trattati (più o meno) l'ex videogiocatore tratta un gioco in cui Andreotti compare veramente! C'eravamo andati vicini con Tangentopoli, ma alla fine eccoci qui, con il Divo Giulio che fa da contapunti in una partita a tressette in cui chi fa meno punti vince, che si disputa tra noi, Craxi, Occhetto e Cossiga. Il risultato di ciò è...subottimale. Sì.
The Las Vegas EGA Casino L'ex videogiocatore rivisita un'istanza informatica che gli aveva fatto ribollire il sangue per via della sua inabilità ad eseguire un programma. Perché? Semplice, l'ex videogiocatore aveva il monitor del PC in bianco e nero. Uno si aspetta chissà quale festa cromatica per richiedere esplicitamente un monitor a colori, e invece quello con cui l'ex videogiocatore ha a che fare è uno stupido giochino di Poker, Blackjack e Slot Machine. Sì.
Clock Solitaire L'ex videogiocatore da piccolo conosceva due solitari: uno era il solitario che lui chiamava "Di Napoleone" (per poi scoprire anni dopo che il solitareio a cuigiocava non era quello di Napoleone, ma ok) e quello dell'orologio. Riprovandolo in formato digitale dopo che lo aveva ignorato a suo tempo in uno dei soliti cd di shovelware, si rende conto del perché preferiva di gran lunga il solitario di Napoleone. Sì.
Solitario (Quello di Windows) Inevitabile concludere uno speciale sulle carte con una menzione al videogioco più giocato al mondo in assoluto, che altro non era che un trucchetto con cui la Microsoft nei suoi nuovi sistemi operativi per spingere la gente a meglio apprendere feature come il doppio clic, il drag'n drop e altro. Che dire del Solitario di Windows? L'ex videogiocatore prova a dire qualcosa di interessante, ma finisce inevitabilmente per parlare delle cose che gli fanno girare i coglioni (nella fattispecie quando sua nonna diceva le "carti" anziché le "carte"). Non applicabile.
F1 Manager Professional L'ex videogiocatore si attacca a un gioco tedesco distribuito con la Gazzetta dello Sport per lanciarsi in una malinconica rievocazione di quando scoprì che mentre lui era fermo a rincoglionirsi davanti al PC i suoi coetanei stavano tutti crescendo e lui non vedeva sbocchi d'uscita. La cosa gli mette tutt'ora molta angoscia e gli girano anche molto i coglioni che i lettori del blog, leggendo queste riflessioni, non vanno oltre il "MAROOO CHE RICORDI XD XD". Vabbé. A dispetto delle memorie negative, non è merda.
Ultima VI - The False Prophet (Prima Parte - Seconda Parte) L'ex videogiocatore stringe i denti e decide di spurgare il ricordo di un gioco fondamentale per la sua perversa formazione intellettuale-emotiva, e ravanando nel liquame scopre che l'eroe senza macchia e senza paura in cui, grazie a sto gioco, si è immedesimato altro non è che un orrido sfigato che molto probabilmente è l'eroe di un mondo della sua immaginazione, in cui si rifugia per sfuggire alla triste realtà. Col senno di poi, rigiocandoci, l'ex videogiocatore, aiutato da una sana dose di realpolitik da parte di Andreotti, decide di usare le gabole per finire il gioco tra sonori vaffanculi. Il gioco in sé non è merda, dopotutto.
Powermonger L'ex videogiocatore scopre con grandissimo fastidio qual era il secondo gioco più bello di sempre secondo la fecale rivista di settore "K" e subito gli viene l'acidità di stomaco a pensare come i tanto amati e rispettati redattori di quelle riviste si stracciassero le vesti per i giochi prodotti da Peter Molyneux, principalmente per il fatto che Peter Molyneux era un nerd PaZzErElLoH e che faceva dei giochi in cui prometteva mari e monti e inevitabilmente il risultato era una delusione però "eh poverino lui ce la mette tutta, e poi è così simpatico." In tutto questo, Andreotti viene passato a fil di spada numerose volte. Sì.
Slipstream 5000 L'ex videogiocatore riscopre un gioco che aveva visto sulla fecale stampa di settore una volta che era in pausa con il videogioco e che gli era rimasto impresso a tal punto che si è sentito in dovere di giocarci, forse per la prima volta. Il risultato è un gioco molto divertetne che soffre principalmente l'estetica pulita e ottimista, ma vecchia di un paio d'anni e fuori luogo in un periodo in cui tutto era marroncino o un po' acidello. Peccato. No.
Simon the Sorcerer Dopo una reprimenda sul perché è meglio non vendere indulgenze, l'ex videogiocatore si dedica a un gioco adventure uscito nel periodo in cui tutti si stracciavano le vesti per gli adventure, per poi scoglionarsi tantissimo per l'abuso di citazionismo da parte degli autori. Ottime animazioni, però. Sì (cit.).
Basstour L'ex videogiocatore vive le emozioni di uno sport che ha sempre bistrattato e ingiuriato divertendosi con un giochino shareware che è il frutto dell'amore incondizionato di un ex ingegnere elettrico per questo hobby. L'amore traspare in maniera positiva, e si percepisce. Questo anche per le belle memorie che fanno associare questo gioco a quando la lezione di pianoforte saltava. No.
Gone Fishin' / Reel Fish'n Signore e signori, il gioco non-simulmondo preferito di Francesco Carlà! Nonché uno dei giochi che la signora ex videogiocatore più ricorda della sua infanzia. L'ex videogiocatore ci aveva giocato qualche volta, forse, di certo la difficoltà del simulare una canna da pesca con il mouse, con l'aggiunta della difficoltà di usare il trackpad, in più il fatto che è invecchiato abbastanza maluccio, fanno sprofondare il pesce nella zona più marrone del lago. Però è comprensibile quanto dovesse essere figo nel 1987. Sì.
Aliens Colony - Colpo di Coda Per parafrasare Guido Bagatta, l'Ex Videogiocatore tira fuori dai calzoncini qualcosa di inaspettato, ed ecco dunque a voi il gioco con cui il corso online "Crea con il tuo PC" della DeAgostini si presenta armato di grande cazzimma per dire "una volta comprate tutte e 52 le nostre dispense riuscirete a fare questo! Dove "questo" è un impressionante gioco adventure punta e clicca che dimostra le potenzialità di una libreria di supporto per la creazione di videogiochi prodotta dalla romana NOAX multimedia per la DeAgostini. L'ex videogiocatore si amareggia tantissimo perché a dispetto delle pubblicità del tempo, questo eccellente corso sia caduto nel dimenticatoio. Non si applica: preso singolarmente il gioco potrebbe essere anche merda (è un tech demo) ma nella "big picture" no.
Sensible Soccer L'Ex Videogiocatore rivisita un gioco in cui faceva stracagarissimo e cerca di superare il blocco fisico-mentale che gli impediva di fare gol. A parte questo che dire? È un gioco parametro che ha fatto gemere di gioia plotoni di redattori della fecale stampa di settore, ha creato divisioni nel suo derby con Kick Off e derivati, e soprattutto c'era quella cosa del "tocco di palla" per cui tutti dicevano che era fantastico ma che l'ex videogiocatore non ha mai capito che cosa volesse dire. No.
Outlaw 97 Un remake di un gioco per Atari 2600 fatto con grafica orrenda, riferimenti culturali ora molto obsoleti che soltanto gli sfigati come l'ex videogiocatore riescono ancora a cogliere, e un tentativo continuo di essere "edgy" che causa solo la discesa di coglioni sotto il livello del mare. Quindi perché l'ex videogiocatore ci aveva giocato? Perché era così stupido che pensava che si trattasse dello sparatutto 3D in prima persona della Lucasarts. Che vita difficile. Sì.
Noggin Knockers Sempre a proposito di essere "edgy", l'ex videogiocatore riprova un clone di pong in cui al posto della palla ci sono delle teste mozzate. Il gioco in sé è una cazzata, ma vale la pena di essere menzionatro in quanto gli autori sono due persone che hanno dato all'emulazione molto di più del noiosissimo Nicola Salmoria, l'antitesi umana del divertimento (questa è una trollata, ma non poi così tanto). Sì.
Choose your Enemy L'Unione Sovietica è appena caduta e in giro per i vicoletti di una non ben definita città del blocco tre bulletti di periferia si divertono a molestare una graziosa ragazza con la mano pesante nel trucco. L'Ex Videogiocatore, a malincuore, deve rimettere i tre al loro posto sgranando loro i denti a suon di semplici, lineari, manrovesci. Ma manrovesci impregnati della misteriosa anima russa, mica come voialtri imperialisti, eh! Da.
Timeslaughter L'incrocio tra un film della Troma e un concerto dei GWAR applicato al videogioco, Timeslaughter è un sonoro vaffanculo detto da due geniali ragazzini alla "moral majority" che viveva un panico morale dietro l'altro per i videogiochi. Il risultato è una roba che cerca di disgustare in qualsiasi modo, con una grafica pure brutta (per quanto molto curata) e soprattutto l'impressione che gli autori al loro gioco ci abbiano giocato molto prima di pubblicarlo. Inspiegabilmente risulta divertente. No.
Xenophage: Alien Bloodsport La Apogee prova pure a darsi ai picchiaduri, e si concentra sull'effetto "wow" dello zoom dinamico su una grafica renderizzata (male). L'ex videogiocatore l'aveva provato, a suo tempo, tutto esaltato in quanto preso dal completismo per la Apogee e perché comunque era un gioco shareware (quindi completo) ma sia allora che oggi il risultato è paragonabile videoludicamente a un fortissimo calcio assestato nei coglioni. Sempre violenza è. Sì.
Jagged Alliance Dopo una lunga e pallosa disquisizione sul perché spesso si usano eufemismi molto convoluti per dipingere cose brutte o anche solo banali come grandissime figate, l'ex videogiocatore rimembra i tempi in cui, grazie proprio ai suddetti eufemismi, la vita del soldato di ventura gli pareva una roba estremamente cool. E in effetti, grazie alla sapiente caratterizzazione di questo strategico a turni (molto meglio dello strategico real-time, che chi segue questo blog sa bene che è una stupida gara a chi clicca più veloce) la carriera da mercenario può essere qualcosa di allettante, salvo poi rendersi conto che la priorità va sempre al tavò. Gran giocone, comunque. No.
King's Quest VI: Heir today, gone tomorrow L'ex videogiocatore si dedica, dopo lunghe esitazioni, a una fiaba interattiva della melensa Roberta Williams. King's Quest 6 è stato scelto tra i vari episodi della saga della Sierra per il fatto che era comparso sulla fecale PC Action assieme alla sua soluzione e la il gioco gli era sembrato una roba difficilissima e interminabile. Nella realtà, si tratta di un'infinita ordalia per aiutare un giovane reale figlio dell'endogamia a ridurre la deplorevole dipendenza dalla masturbazione, e capirete che non è proprio una cosa che stimoli l'ex videogiocatore ad andare avanti col gioco: se poi aggiungiamo le solite morti in stile Sierra nonché il continuo citazionismo, per non parlare degli enigmi telefonati ma estremamente legnosi, allora avrete capito dove vogliamo andare a parare. Sì.
Inca In quello che è un gioco tipico della Coktel Vision (e cioè sviluppato sotto effetto di sostanze stupefacenti) l'ex videogiocatore interpreta un tizio ricoperto d'oro con una faccia da grandissimo coglione, tutto questo in un futuro acronico: cosa vuol dire "futuro acronico"? Semplice, che un gruppetto di francesi ha letto un libro sugli inca mentre faceva girare la canna, si sono tutti esaltati tantissimo e hanno detto "cioè oh, pensa se facessimo les guerres d'étoiles mais avec les Incas" e questo è il risultato. L'ex videogiocatore, addolcito dalla simpatia che provava per "i peruviani che suonavano il flauto di Pan alla fiera del Vecchio Paese" prova ad approcciare il gioco senza pregiudizi, ma la zona marrone è inevitabile. Sì.
Indianapolis 500: The Simulation Il "GIOCO PARAMETRO" per le corse automobilistiche, per un sacco di tempo è stato un gioco che simulava una corsa automobilistica dove la noia regna padrona. Bizzarro e piuttosto ironico, no? L'ex videogiocatore cerca di capire se, quando ignorò questo gioco in edicola preferendogli Wing Commander, fece bene, e già che c'è fa una riflessione su Avatar, Game of Thrones, il rapporto tra gli studenti di ingegneria e le tette, nonché sul Giro d'Italia. No.
Indiana Jones and the Fate of Atlantis Premiato sulla fecale PC Action con un incredibile 99%, questo adventure della Lucas l'ex videogiocatore non se lo cacò più di tanto al tempo, fino a quando al liceo non gli fu passato da un compagno di classe. Il gioco di per sé è molto bello, forse, a mente fredda, l'ex videogiocatore lo preferisce a Monkey Island 2. Quello che stride tantissimo è la bella scrittura di Hal Barwood e l'ottima caratterizzazione dei personaggi (molto meglio di Shia Laboeuf, ma d'altra parte ci vuole poco) contro la pessima traduzione della CTO di Via Piemonte 7/F, Zola Predosa. Peccato. Ma gran gioco. No.
Cobra Mission: Panic in Cobra City L'ex videogiocatore prova a giocare a un gioco che lo aveva molto incuriosito quando uscì sulla fecale stampa di settore, per il semplice fatto che aveva le donne nude in stile fumetto giapponese, che dal redattore erano state chiamate "muflonchione". Il Divo Giulio va dunque a caccia di muflonchione accompagnato dalla moglie Livia Danese: se a voi sembra strana la cosa è perché il gioco è giapponese (tradotto da americani in un pessimo inglese). Sì.
Doom Quel paraculo dell'ex videogiocatore fa la captatio benevolentiae e a dispetto di quello che aveva promesso, rigioca a un giochino che forse qualcuno conosce abbastanza. Nonostante l'ex videogiocatore ricordi solo conàti di vomito e un tentativo disperato di essere al passo coi tempi, inspiegabilmente il gioco è molto meglio (e molto più salubre) di quello che si ricordava. Sarà che nel frattempo sono passati quasi 30 anni? Forse. Sarà che giocarci con l'IDDQD attivato causa molto più malessere? Molto probabile. Però è triste scoprirlo solo ora. No.
Hexen In appendice a Doom, l'ex videogiocatore gioca a un altro gioco del genere e sceglie, tra i tanti cloni, Hexen perché lo associa inevitabilmente a un momento di vaga coolness. Fingendosi possessore e giocatore di Hexen, era riuscito a essere convincente con un altro figuro che nulla avrebbe avuto a che fare con lui e la cosa lo aveva fatto sentire abbastanza fico, prima dell'inevitabile calcio in faccia dalla realtà della sfiga che sarebbe arrivato l'anno successivo, iniziando il liceo. Ma questa, amici, è un'altra storia. Il gioco comunque fa stracagarissimo. Sì.
Strike Commander (Prima Parte - Seconda Parte) È un 2011 alternativo e, almeno nella fantasia di quello sfigato di Chris Roberts, il mondo è andato più a rotoli che nel 2011 reale, gli Stati Uniti si sono sciolti e quindi tutto il materiale dell'USAF è in mano a mercenari, cosa che para pure il culo alla Origin per usare F16 col logo dell'aviazione statunitense. Il Divo Giulio è stato nominato successore a capo della squadriglia mercenaria "buona" da parte dell'attuale capo, che però è stronzo. Riuscirà Andreotti a conciliare la voglia di essere all'altezza della situazione, i disaccordi politici con il suo predecessore e il durello che gli viene guardando l'inevitabile fatalona presente nella squadriglia? Conoscendo l'ex videogiocatore e la sua abilità nel videogioco, la risposta è così immediata da non venire lasciata nemmeno come esercizio allo studente. La grafica, comunque, che al tempo era roba per cui la fecale stampa di settore si stracciava le vesti, è invecchiata maluccio. Sì.
L'Uomo Ragno - Il Ritorno di Hobgoblin! Francescone Carlà decide di interattivizzare una proprietà intellettuale ormai desueta (per il 1993-1994) e con poche speranze di essere ravvivata: Spiderman. Il fatto che Carlà abbia ancora anticipato il Marvel Cinematic Universe di una ventina d'anni fa rosicare tantissimo l'ex videogiocatore sul fatto di quanto siamo culturalmente asserviti agli americani, e come spesso succede, le buone idee ce le abbiamo e non vengono cagate. Poi vengono riproposte con una bandiera a stelle e strisce e tutti si stracciano le vesti. L'unica cosa su cui l'ex videogiocatore ha da eccepire è il fatto che il gioco non sia abbastanza interattivo, dal momento che quando Spidey si sveglia con un enorme durello con Mary Jane di fianco, l'unica possibilità è quella di rispondere al telefono. Bah! No.
L'Uomo Ragno - E ora, Carnage! Uno si aspetta che L'Uomo Ragno e Mary Jane passino tutto il tempo del gioco a litigare con un'altra coppia perché i loro figli si sono menati tra loro, e invece no, Carnage è un vile clone di Venom partorito dal sopravvalutato Stan Lee quando, suppongo, era a corto di ispirazione (o non aveva a mano qualcosa di Ditko e Kirby di cui appropriarsi). Carnage va a nascondersi in una chiesa e sta all'arrampicamuri interattivo dover gestire un prete rompicoglioni che pare uscito dalla versione immaginaria che gli iscritti alla UAAR hanno dei preti. In tutto questo, il gioco è pure fatto molto bene ed è molto più pulito della media Simulmondo. No.
L'Uomo Ragno - Destino Incrociato Questa volta Spidey si impiccia degli affari di un altro inutile gruppo di supereroi, e ha a che fare con un tizio dalla maschera di ferro (e non è né il Re Sole né Shredder delle Tartarughe Ninja) e un fortissimo complesso di Edipo mai risolto. Nonostante questo sia il gioco che l'ex videogiocatore ricorda più chiaramente dei tre, è anche quello più "tirato via", alla fine manco l'Uomo Ragno sfugge all'entropia simulmondiana di quando i ragazzi di Viale Berti Pichat sono costretti a seguire una schedulazione degli episodi dal ritmo asfissiante. Ed è un peccato, perché il modello Simulmondo è stata una cosa che, non fosse uscita in 'sto cazzo di paese provinciale avrebbe potuto essere un vero e proprio precursore interattivo di Netflix: non dico neanche delle avventure a puntate della Double Fine, perché diciamocelo, il punta-e-clicca è molto più di nicchia di un platform con sequenze a menu interattivo, ma avrebbe potuto essere qualcosa di molto più grande di quello che è stato (e per alcuni di noi è stato veramente molto grande). Che peccato. Sì.
Day of the Tentacle (Prima Parte - Seconda Parte) L'ex videogiocatore finalmente mette le manacce su un gioco che aveva desiderato così tanto, stimolato dall'hype delle fecali riviste di settore, che aveva pure chiesto l'aiuto trascendente per averlo, a dispetto del centinaio di migliaia di lire del vecchio conio. Alla fine era arrivato in edizione economica, e sì, bello, ma onestamente, bisognava scomodare certe cose? Quello che comunque resta impresso è la qualità grafica, invecchiata benissimo, il tentativo di traduzione PaZzErElLaH da parte della strafecale CTO di Zola Predosa, e quanto le fecali riviste di settore ci si stracciassero le vesti. L'ex videogiocatore approfitta anche dell'ambientazione storica per dire la sua sul concetto di libertà e il suo essere travisato da certa gente eccessivamente egoista. No.
Worms Importanti esponenti della Prima Repubblica si reincarnano in anellidi e decidono di spararsi l'un l'altro in faccia. Ora, la cosa sembra divertente e PaZzErElLaH, ma in realtà si tratta del solito gioco di artiglieria con la variante anellide. L'ex videogiocatore non si capacita come mai in un certo periodo storico i game designer si fossero ossessionati coi vermi, ma tant'è: il gioco è un intrattenimento sufficiente a spegnere il cervello per un po' e sfanculare tutto il resto, quindi bene così. No.
Bio Menace L'ex videogiocatore decide di farsi molto male con una retrospettiva di giochi platform, cominciando in maniera soft, con un gioco che non gli era piaciuto tanto al tempo, ma che ora rivaluta molto, sarà per il bellissimo mullet del protagonista dal nome abbastanza stereotipato? Forse. Diciamo che un po' di affetto per la Apogee è rimasto, da quei tempi. No.
The lost city of Atlantis L'ex videogiocatore ritrova un gioco che avea visto in una serie di screenshot su una rivista in edicola al mare ed era rimasto schifato dal fatto che il protagonista di questo platform andava in giro con il cotonno di fuori, cosa che rendeva il gioco ben poco appetibile vista l'omofobia (nel senso di terrore di essere visti come gay) che regnava presso i giovani sfigati nel 1994. Menzione d'onore per l'introduzione in rima, comunque. Sì.
Realms of Chaos In uno degli ultimi platform della Apogee prima che diventasse 3D Realms e si convertisse agli sparacchini 3D, l'ex videogiocatore prova l'emozione di un gioco in cui si cambia sesso a comando, oltre che un'atmosfera pittoresca e piuttosto vintage, già per il tempo di allora. Al di là di tutto, il gioco è moderatamente divertente e quindi l'ex videogiocatore, tirandolo per i capelli, lo tiene fuori dalla zona marrone. No.
Alien Rampage Quella cacata di Duke Nukem Forever avrebbe dovuto inizialmente essere un altro platform, ma ahimé, i ragazzi Apogee oramai si erano dati anima e core agli sparacchini e quindi in breve lasciarono perdere tutto, anche perché faceva abbastanza schifino. Come uno spazzino di progetti incompiuti, la Softdisk, la sorellastra maggiore e sfigata della Apogee, se ne appropriò, sostituì Duke con un orrido sgorbio mal scopiazzato da Predator, e tirò fuori un gioco che non solo causava conàti di vomito all'Ex Videogiocatore, ma che era persino riuscito a ricevere il plauso da enti piuttosto discutibili. Sì.
Secret Agent L'ex videogiocatore rigioca a un gioco che aveva trovato sulla solita rivista crucca mal tradotta e per spirito di completismo nei confronti dell'amata Apogee aveva preso subito in simpatia. Beh, a distanza di qualche decennio riscopriamo che la simpatia non era proprio ben riposta perché al di là della grafica buffa e pAzZeRelLaH il gioco è abbastanza blando. L'horror vacui ha il suo perché, senza dubbio, ma è tutto troppo incasinato, già sulla media distanza. Quindi a malincuore, zona marrone sia. Sì.
Jumpman Lives! Scott Miller della Apogee avrà fatto le sue cazzate (tipo non mandare subito a cacare George Broussard) ma ha buone intuizioni. Chi avrebbe potuto mai prevedere, nel 1991, che un sacco di gente si sarebbe rincoglionita con roba visivamente inguardabile spacciata come stile "retrò"? Certo non io, ma io nel 1991 avevo 9 anni quindi sono giustificato. Quindi sì, idea geniale, ma realizzazione mediocre per un remake uguale uguale di un gioco della Atari, fatto uscire senza chiedere permesso alla suddetta Atari e che per questa ragione non vendette manco una copia perché fu subito ritirato dal mercato. Spiace, ma oh. Sì.
Aldo's Adventure Questo gioco è stato creato con l'intenzione più bella possibile: far passare un po' di tempo assieme a padre e figlio, e quindi che cosa si può dire di male su questo clone dei primissimi Super Mario? Niente, se non che la grafica è mediocre, è invecchiato male, e non è poi così divertente. Ma insomma, applaudiamo la premessa. Però è merda. Sì.
Dangerous Dave Dangerous Dave è merda. Ce l'avevano tutti, è associato a un mostro sacro del videogioco come John Romero, è il padre spirituale di Commander Keen e di tutti i platform per PC, è pregno di storia videoludica! Ma resta merda. Quello che si cerca di fare, serenamente, in questa sede, è di liberarci dai fanboyismi e separare l'oggettiva qualità di un prodotto dal suo significato. Possiamo mandare un abbraccio a Romero che ha finalmente trovato un equilibrio dopo una vita un po' dissestata senza negare che il suo primo prodotto, Dangerous Dave, sia una merda. E questo lo diciamo serenamente, allegramente, e senza nulla togliere a Romero. È già stato detto che Dangerous Dave è merda? Dangerous Dave è merda. Sì.
Magic Boy Di questo gioco l'ex videogiocatore ricorda soltanto un demo trovato sulla fecale ma non eccessivamente PC Action della Xenia, e la cosa lo aveva fatto incazzare perché dopo numerose uscite con ottimi giochi shareware (e quindi, secondo l'idea del tempo, completi) si tornava ai demo forniti gentilmente alla Empire Interactive in cambio di una certa clemenza nei voti delle recensioni. Bah! Notevole comunque il fatto che lo scrolling fosse solo verticale e non orizzontale, e no, in realtà non è notevole, ma è l'unica cosa che possiamo notare in questo mare di mediocrità. Merda. Sì.
Entity L'ex videogiocatore a questo gioco non ci ha mai giocato, ma siccome gli era stato proposto di essere passato e lui aveva declinato causa scarsa igiene del fornitore (storia lunga, leggetevi l'articolo per ulteriori approfondimenti) gli era rimasta addosso la curiosità, anche per via del fatto che la protagonista aveva le tette ENORMI. Ora che l'ex videogiocatore è più anziano e più conscio del mondo, sa che le tette troppo grandi fanno l'effetto "squalo martello" e quindi est modus in rebus. Il gioco, comunque, un platform per Amiga fuori tempo massimo, è praticamente ingiocabile per gli scarsissimi riflessi dell'ex videogiocatore, e quindi finisce rapidamente in zona marrone. Sì.
Dark Ages La Apogee è una bestia strana: faceva uscire quasi contemporaneamente roba come Commander Keen 1 (che nonostante sia invecchiato male, comunque aveva bene il suo perché, anche graficamente parlando) e una roba blocchettosa che sarebbe stata vista come di fascia media su un Commodore 64. Ciò non ha impedito a quelli della Ultimobyte di inserirlo nella raccolta "Club della Rana / Grinta Pack" per l'Amstrad. Curiosamente, il dischetto con questo gioco non fu originariamente passato all'ex videogiocatore dal suo amico amstrad-munito, forse perché il gioco così "squadrato" imbarazzava pure lui. Sì.
Electro Man Non si poteva mettere un gioco della Apogee senza menzionare un gioco della Epic, e quindi eccoci qui con un gioco uscito dallo stesso cervello che partorì Heartlight. Tutto bello pulitino e curatino, ma noiosissimo e privo di ogni personalità. D'altra parte, se avete un cyborg armato, mica lo chiamate Giacinto, no? Sì.
Alien Carnage / Halloween Harry L'ex videogiocatore riprova un platform di una compagine australiana vittima di una politica di pubblicazione veramente scellerata da parte della Apogee. Un vero peccato, perché in generale il gioco è divertente e simpatico, e la musica non è la solita robetta MIDI ma sono moduli, cosa che manda l'ex videogiocatore in visibilio. Peccato veramente per la confusione nella pubblicazione dello shareware, che probabilmente ha fatto sì che questo gioco non ricevesse gli apprezzamenti che meritava, ma forse è soltanto l'ex videogiocatore che ha gusti strani. Chi lo sa! No.
Jill of the Jungle Sembrava brutto anche qui mettere un gioco Apogee senza un gioco della Epic, e pareva brutto andare avanti anni in questo blog facendo l'articolo su Xargon e non fare almeno un pezzo di articolo su quella che è la madre putativa di Malvineous Havershim, ovvero la tarzanessa bionda su cui l'ex videogiocatore sospetta che Tim Sweeney (o un suo omonimo) ci sia sfondato di pugnette. No.
Vinyl Goddess from Mars Ci avevano provato, i ragazzi della Epic, a fare un seguito a Jill of the Jungle, ma avevano visto che stavano venendo una merda e subito se ne sono liberati. Così come fece la Apogee con Duke Nukem Forever (il primo) che fu rimasticato, digerito, e defecato da qualcun altro sotto forma di Alien Rampage, anche qui la povera Jill è diventata una specie di donna barbuta sottoposta a un'inerzia che rende il tutto ingiocabile. Peccato! No, in realtà non importa niente a nessuno. Sì.
Hocus Pocus Per finire la rassegna estiva sui giochi platform, l'ex videogiocatore gioca a Hocus Pocus, un gioco uscito pure lui dal famigerato CD crucco pieno di platform della Apogee e della Epic, che inizialmente voleva trattare da solo assieme a Magic Boy, contando sul fatto che entrambi hanno dei maghetti come protagonisti. L'idea era così così, e quindi l'ex videogiocatore decise di farsi molto male da solo con questi quattro articoli. Che dire di Hocus Pocus? È bello graficamente, i movimenti del protagonisti sono scattosi, ma non c'è inerzia, ma soprattutto BAO CI BAO CI BAO CI BAO BAO BAO CI BAO CI BAO CI BAO no.
Desert Strike Non pago di aver trattato numerosi giochi platform, l'ex videogiocatore passa ai giochi di elicotteri. Perché? Boh! Non è che dobbiamo trovare sempre una spiegazione! Il primo gioco è un successone della Electronic Arts, e fa parte della schiera dei videogiochi a cui l'ex videogiocatore avrebbe voluto giocare a suo tempo. Perché è pulito graficamente, è in prospettiva isometrica, e soprattutto perché le fecali riviste di settore ci si sono stracciate le vesti. Sufficiente, no? Il gioco in sé è pure invecchiato benino, per quanto sia ancor oggi difficilissimo. No.
Seek&Destroy Si diceva che l'ex videogiocatore non ha mai giocato a Desert Strike, no? Ma aveva un ersatz sufficientemente simile, ed era questo gioco pubblicato dalla Epic Megagames nella sua linea budget. Oltre all'elicottero aveva pure il carro armato, ma più di tutti la cosa che colpiva l'ex videogiocatore era la risoluzione più alta, cosa che lo faceva sentire potente. Il giochino in sé era...abbastanza ok. No, tutto sommato.
Comanche Maximum Overkill Litri di bava furono versati dall'ex videogiocatore di fronte al motore grafico in voxel di questo gioco: persino Max Reynaud e soci erano andati in TV a parlarne, cosa che per l'ex videogiocatore del 1992 era una roba epocale. Inevitabile dunque che, al netto della rassegnazione per non avere un computer sufficientemente potente per farlo girare, la voglia di giocare a Comanche Maximum Overkill ci fosse, e tanta. A distanza di un quarto di secolo abbondante il gioco si rivela per quello che è: la demo di una tecnologia interessante (ma abbastanza ignorata in favore dei poligoni) e poco più. Sì.
Merlin Challenge Questo gioco, inizialmente pubblicato dalla Royal Navy per invogliare la gente a pilotare i suoi elicotteri, fu preso da Francesco Carlà il quale lo pubblicò in edicola col nome di "Helicopter Simulator", e l'ex videogiocatore, che a Francesco Carlà vuole abbastanza bene tuttora, non se lo fece ripetere due volte, e se lo fece acquistare a un prezzo modico, imparando così una lezione introduttiva sulla fallacia dei costi sommersi. Sì.
LHX Attack Chopper Per quanto, interpretando McLuhan, si possa dire che il mezzo elicotteri, essendo di merda, produceva simulatori abbastanza di merda, l'ex videogiocatore ebbe un breve moto di interesse verso il simulatore elicotteristico della EA realizzato da Brent Iverson, quello di Chuck Yeager. Questo era dovuto alla recensione di LHX Attack Chopper scritta sul manuale di un altro gioco della linea Big Games della Jackson Libri, che non parlava minimamente di 'sto gioco, ma scriveva una storia romanzata malissimo sullo sviluppo dell'LHX stesso (che nella realtà non esiste). Era una roba scritta talmente male (e purtroppo andata perduta, nonostante le ricerche nella cantina del Vecchio Paese) che la curiosità rimase, e rigiocandoci l'ex videogiocatore scoprì che non solo la recensione era di merda, ma pure il gioco stesso. McLuhan ha sempre ragione. Sì.
Hyperblade L'ex videogiocatore riprende un gioco del periodo post-pausa videoludica in cui cercava di lenire il suo disagio sociale appena approdato al liceo, fantasticando su quanto sarebbe stato forte in uno sport assimilabile a quelli predominanti nelle società distopiche della fantascienza. La tragica verità era che non solo l'ex videogiocatore faceva cacare al videogioco di Hyperblade, ma il gioco stesso, osannato per il fatto di essere accelerato in 3D su Windows, faceva cacare l'ex videogiocatore. Si può apprezzare la simmetria in tutto questo, ma il gioco è merda. Sì.
Reunion Un videogioco ungherese non capitava tutti i giorni nel 1994, e si vede: per quanto pieno di difetti dal punto di vista del gioco (il dover pigliare da più parti senza una visione d'insieme sulla situazione, il voler mescolare strategia e adventure) la presentazione è affascinante in una maniera che altri giochi più "mainstream" del tempo non presentavano. Quello che possiamo dire è che, come dicono certe persone che si riempiono la bocca di stronzate, "less is more", ma evidentemente i ragazzi della Digital Reality non lo avevano ancora capito. Sì, ma dateci un'occhiata, merita.
Flying Corps Gold L'ex videogiocatore si tuffa in un mare di sfiga riprendendo un gioco dalla funzione "lenitiva", e cioè che gli servì per ottundere la sensazione di sofferenza che gli causava la consapevolezza di essere un totale sfigato. Buona parte delle memorie collegate a questo gioco sono legate alle storie di un "maestro di vita" del giovane ex videogiocatore, secondo il quale "la prima guerra mondiale era una guerra di cavalleria, questa qui invece... Eh, sì, dovrebbe essere una passeggiata. Io avevo un biplano in mano, non un F-35. Solo io e il prussiano a fissarci negli occhi." No.
UFO: Enemy Unknown Gli alieni invadono la Terra e sta al colonnello Ed Straker assemblare una task force di ex politicanti della Prima Repubblica a fine carriera per difendersi dalla minaccia extraterrestre, tutto questo mentre l'ex videogiocatore arriccia il naso e rompe i coglioni frignandosi un po' addosso. Come spesso accade in questo videogioco, il tentativo di salvataggio si rivela un massacro nei confronti della povera umanità, ma l'ex videogiocatore nel frattempo si diverte e ha anche l'occasione di riflettere un po' su tante cose. No.
3 Point Basketball L'ex videogiocatore torna su quanti problemi gli ha dato in adolescenza l'essere una schiappa totale a basket, e per questo chiede a quattro membri eminenti della classe politica della Prima Repubblica di partecipare a una gara di tiri a canestro perché lui di certo non è capace. La sospensione dell'incredulità fa sì che in questo gioco Andreotti arrivi in finale con un ersatz di Shaquille O'Neal, e pure un ignorante come l'ex videogiocatore riconosce che Shaquille O'Neal nei tiri da 3 è una merda. Il gioco, invece, è quell'annichilimento cerebrale zen che diverte. No.
Home Run Derby Per passare da un America's Pastime a un altro, l'ex videogiocatore prova a ridarsi a quello che alle elementari veniva chiamato "BASELA", facendo fare al Divo Giulio una figura di merda contro star della mazza americana che in Italia sono dei carneadi totali. Il gioco è abbastanza incomprensibile e tutt'altro che divertente, un annichilimento cerebrale non zen, che fa girare i coglioni. Sì.
Interstate 76 L'ex videogiocatore fa qualche riflessione sul passatismo e su quali possano essere le cause della nostalgia di un ambiente, di uno stile, di una forma mentis collettiva del passato. La conclusione si riconduce a un discorso simile a quello che era stato fatto sull'aporiomorfismo, ovvero il fatto che le istruzioni per l'uso della vita con cui siamo cresciuti funzionano in maniera molto indeterministica, e questo ci fa desiderare gli anni passati la cui memoria ci fa credere che tutto fosse logico e lineare. E in cui la pusica pompava un casino, perché se c'è una cosa che possiamo salvare da questo gioco, a prescindere dal fatto che piaccia o meno, è la colonna sonora. No.
Gobliins 2: The Prince Buffoon L'ex videogiocatore guida due deficienti in un mondo pieno di logica abbastanza PaZzErElLaH tipica della fantasia dei game designer francesi. Tutto questo gli fa pensare che la Coktel Vision, per quanto venga sistematicamente ignorata dalla maggior parte delle retrospettive, era la software house di cui l'ex videogiocatore aveva più giochi originali, tenendo conto del fatto che la maggior parte di questi giochi erano educativi. Una vita difficile, senza dubbio, ma il gioco risulta abbastanza divertente, al di là delle evidenti falle logiche. No.
Death Rally Il Divo Giulio partecipa a una corsa automobilistica underground in cui come divertente effetto collaterale ci si scanna l'un l'altro. L'ex videogiocatore in tutto questo rimane sorpreso negativamente di come un gioco che lo aveva esaltato tantissimo al tempo ora sia quasi ingiocabile. Boh! Sarà mica il bias pro-Apogee che lo colpisce da più o meno sempre? Non lo sappiamo, no. Sì.
Afterlife L'ex videogiocatore ignora tutte le possibili riflessioni che si possono fare sulla Divina Commedia e sull'argomento da essa trattato e parla della sua sfiga adolescenziale che veniva lenita con giochi di merda che siccome venivano da certe software house privilegiate dai panegirici della fecale stampa di settore, allora dovevano essere per forza belli. Beh, non lo erano, e la cosa contribuiva ancora di più alla sensazione di inadeguatezza in ogni campo che permeava la vita dell'ex videogiocatore al liceo. Almeno in questa sede possiamo dire che, tolto il bias pro-lucasarts dei tempi, questo gioco era profondamente e irrimediabilmente nella zona marrone, per via tra le altre cose di un sistema di regole macchinoso e dal fascino inesistente. Sì.
TFX È un prossimo futuro e inspiegabilmente le Nazioni Unite hanno una forza aerea tutta loro costituita dagli arei al top della tecnologia. Basterebbe questo per chiudere e passare oltre, ma l'ex videogiocatore non solo non perde l'occasione di fare una reprimenda contro le suddette Nazioni Unite e sulla loro corrente scarsa utilità, ma si gode anche un gioco che al tempo era stato un lenitivo estemporaneo contro la sfiga dominante, e che è invecchiato molto bene, perché alla fine i ragazzi della DID coi simulatori non se la cavavano affatto male. C'è anche da dire che TFX rappresenta per l'ex videogiocatore la vittoria del PC nella stupida guerra culturale tra PC e Amiga. No.
Heimdall 2 Col freddo nelle ossa, l'ex videogiocatore rigioca al seguito del "Gioco del Barbaro Vichingo" che anni prima lo aveva fatto sognare. Questo sequel, anche questo recuperato inizialmente quando non era più il tempo, ha un effetto molto migliore del primo episodio. Sarà che è meno marroncino? Sarà che è meno incasinato? Meno bacato? Sì, forse un po' di tutto questo. Ma il gioco è godibile, al di là dei limiti fisiologici di un gioco della Core Design pre-laracroft. No.
The Dig Un adventure Lucas per nulla PaZzErElLoH stimola l'ex videogiocatore a continuare il percorso nei giochi "lenitivi", ovvero a quelli che associava ai periodi di sfiga e in cui si rifugiava per dimenticarsi della sfiga stessa. A dispetto della produzione assai travagliata, l'ex videogiocatore trova che il gioco sia invecchiato decisamente bene, al netto del marginale coinvolgimento di Steven Spielberg, che era più una tattica commerciale per garantire le copiose polluzioni della fecale stampa di settore. No.
Rebel Assault 2 15 anni dopo "Il Ritorno dello Jedi" la Lucasarts inizia a scaldare i motori in vista dell'inondazione di merda a tema Guerre Stellari che a partire da Episodio I avrebbe annegato i cinema e le piattaforme di streaming. Tutto questo grazie a un... lasergame! In realtà è il secondo episodio di un lasergame, che pur facendo meno cacare del primo episodio, non riesce a uscire dalla zona marrone grazie anche a una recitazione da cani, un sistema di controllo ingestibile e stimolatore di vaffanculi, nonché il fatto che i lasergame hanno smesso di essere esaltanti alla seconda volta che si perdono due monetine da duecento lire dopo dieci secondi di Dragon's Lair. Vorrei dire "Peccato", ma nah. Sì.
Dinotopia L'ex videogiocatore si immerge nella letteratura fantastica che in Italia non fu praticamente mai cacata riprovando un gioco che trovò in edicola associato a "Storie dalla preistoria" di Moravia, che con l'originale Dinotopia non c'entrava una beneamata fava. Il gioco, pur esibendo una grafica bellissima e dei video doppiati persino (fatico a dirlo) bene, pecca di eccessiva leggerezza, sia nei contenuti, che nell'interfaccia utente, e ahimé, precipita rapidamente nella zona marrone, che non sappiamo se sia popolata di dinosauri, ma l'odore non è certo gradevole. Sì.
Theme Hospital L'ex videogiocatore si fa nuovamente il sangue cattivo pensando alla venerazione unidirezionale che la stampa di settore (e quindi noi) aveva nei confronti di Peter Molyneux. Dopo la PaZzErElLaH simulazione di parchi divertimenti, ora ci facciamo un po' più seri e simuliamo un ospedale. Il gioco è carino, così come lo era ai vecchi tempi, i tentativi di far ridere sono qualcosa di patetico, ma per fortuna sono perfettamente opzionali. In tutto questo il Divo Giulio dà sfoggio del suo peggiore cinismo, ma si sa, bisogna perpetuare il male per garantire il bene. No.
Magic: The Gathering L'ex videogiocatore ricorda la pausa da videogiocatore alle medie in cui si dedicava a hobby anche quelli molto sfigati, ma almeno erano molto più mainstream! Certo, non avendo cugini fichi che conoscevano tutti i pettegolezzi su quella che era diventata una mania globale di cui le cose più belle arrivavano oltreoceano con anni di anticipo, si doveva fare con quello che si aveva, e fu per questo che l'entusiasmo scemò in fretta. Pochi anni dopo, la Microprose fece uscire il gioco su Magic: The Gathering per i nostri PC, con la sbandierata collaborazione di Sid Meier! Il risultato, principalmente dal punto di vista tecnico, fu discutibile, e per quanto fosse entusiasmante vedere sul proprio PC quello che sostanzialmente è un gioco di culo, alla fine sia allora che oggi l'ex videogiocatore non riesce a far uscire il tutto dalla zona marrone (che è il colore degli artefatti, ma d'altra parte pure la merda lo è). Sì.
Sam&Max: Hit the Road L'ex videogiocatore si toglie lo sfizio di dare merda a un adventure della Lucasarts che non è quella fumante cacata di Full Throttle (a cui non rigioco neanche sotto minaccia di calci nelle palle) e paradossalmente sceglie un gioco su cui aveva tanto sbavato e che al tempo aveva pure apprezzato. Ma ahimé, la localizzazione fatta col culo (al netto di un doppiaggio buono), il tentativo di essere nonsense e PaZzErElLiH ad ogni costo e l'amarezza del vedere come si siano ridotti gli Stati Uniti fanno pendere, anche se di poco, la bilancia dalla parte del marrone. Peccato, perché il lato della presentazione resta sempre bellissimo. Sì.
Altered Beast L'ex videogiocatore ricorda come diventò per pochi minuti il più fico della sua classe con il gioco portatile di un tizio che diventa a turno vari animali, coronando così il sogno della sottocultura "furry" che tanto è stata presa (ingiustamente, col senno di poi) in giro un ventennio fa circa. Il gioco come concetto è abbastanza fico, al netto della mitologia greca tutta sbagliata, ma la conversione, sia in Gig Tiger che per Dos, è molto marrone. Sì.
Robocop L'ex videogiocatore riprende in mano il Gig Tiger dell'orrido film "Robocop 2" (mai brutto quanto il 3, ma chi se lo è mai cagato il 3) e siccome in classe da lui era fichissimo, la conversione per PC fu accolta benissimo, nonostante fosse la conversione di Robocop 1. Ops! Beh, stiamo a spaccare il capello in 4? No, no, direi proprio di no. Il gioco, però fa cagare. Sì.
Ninja (Gaiden) L'ex videogiocatore ricorda come tutto ciò che era ninja, a fine anni 80/inizio anni 90 era facilmente vendibile a un pubblico di rincoglioniti come era quello dei bambini del tempo, e chiaramente il videogioco di Ninja Gaiden non fa eccezione, se consideriamo poi che il Gig Tiger aveva anche una lucina a LED oltre che i soliti noiosissimi cristalli liquidi, allora questa era veramente l'avanguardia! Chiaramente, quando l'Ex Videogiocatore mise le mani sulla conversione per PC di quel gioco, era felicissimo. Ancora più chiaramente, l'ex videogiocatore rimase delusissimo quando scoprì che il gioco era merda. Così va il mondo! Sì.
Diablo Un prode guerriero di nome Giulio Andreotti si avventura nel sotterraneo di una chiesa per andare a caccia di nientemeno che il Diavolo in persona. D'altra parte, se per sconfiggere Hitler Churchill disse che non si sarebbe fatto problemi ad allearsi con Satana, perché non provare a iscrivere il maligno alla DC? In questa sede, complice il tavò dell'ex videogiocatore, Giulio non riesce a candiare Diablo in qualche collegio blindato, dando così la possibilità a giornalisti particolarmente pigri di creare l'ennesimo panico morale. Così va il mondo! No.
The Curse of Monkey Island In quello che è l'ultimo videogioco che l'ex videogiocatore ha avuto originale con la scatola e tutto quanto, vediamo il terzo episodio (e ultimo passabile) delle avventure di Guybrush Threepwood, anche se Ron Gilbert è già andato altrove, quindi "NON SI SENTE LA MANO DEL MAESTRO" secondo gente che a quel punto della sua vita aveva zero possibilità di vedere una vagina dal vivo. Nonostante tutto, e nonostante la fecale traduzione della CTO, l'ex videogiocatore riesce pure a divertirsi abbastanza. No.
SpaceWar! L'ex videogiocatore rimane positivamente colpito dalla semplicità del monocromatico di un gioco del 1985 che si pone come remake di un gioco degli anni 60. Già che c'è l'Ex Videogiocatore ricorda la sensazione di piccolezza di fronte all'immensità dello schermo a 14 pollici completamente nero, con il PC Speaker che strilla nelle orecchie. No.
VGA TREK Nello stesso dischetto che era risorto dai morti su cui l'ex videogiocatore aveva trovato roba tipo Avaricius e Kung fu Louie, c'era pure un vile ripoff di Star Trek che l'Ex Videogiocatore di qualche anno dopo avrebbe potuto benissimo rifare in Turbo Pascal, e magari pure meglio. Sì.
Descent Uno sparatutto 3D in vero 3D? Già l'ex videogiocatore si sente lo stomaco ribaltarsi come un calzino! E invece, stranamente, il senso di vomito è meno del previsto, per ragioni che non riusciamo ancora del tutto a comprendere. Certo, l'orientamento è facile da perdere, e il tono passivo-aggressivo dell'introduzione è qualcosa di abbastanza fastidioso, ma alla fine il gioco in sé continua a essere divertente, seppur piuttosto blando, in quanto privato del fattore novità. Quindi lo salviamo dalla zona marrone. No.
BACKLASH: a Turret Gunner Simulator Un clone shareware di Wing Commander, con la differenza che siccome siamo qui a sparare da una torretta, non possiamo pilotare la nostra astronave. Se la cosa vi pare noiosa, beh, lo è! In realtà, l'unica qualità che ci si può trovare è il fatto che è un gioco di una decina di mega in un CD di shovelware shareware! Voi direte: ma che cazzo di qualità è questa? Beh, è l'essere videogiocatori pezzenti! Sì.
Radix: Beyond the Void Riprovando quello che è il tentativo della Epic Megagames di rispondere a Descent (che fu sviluppato inizialmente col prospetto di diventare uno shareware della Apogee, ma poi passò alla Interplay) l'ex videogiocatore ricorda più che altro la rubrica "Erotica Internet" di PC Action con tanto di immagini di esempio, e uno scan di playboy degli anni 90 riprodotto in piccolissimo sulle pagine di una rivista Xenia era molto più bello esteticamente di questo scempio di 3D. Sì.
Strange Adventures in Infinite Space In quello che è il videogioco più recente in assoluto a comparire sul blog dell'Ex Videogiocatore, con un grande senso di cringe (dicono così i giovani, no?) l'ex videogiocatore ricorda di come nell'anno 2002 vivesse una vita estremamente anonima, cosa che lo portava a dubitare del fatto che avrebbe fatto qualcosa della sua esistenza. Però il tempo per questo piccolo giochino casual molto divertente c'era, e quindi, insomma, prendiamo ciò che c'è di buono e dimentichiamo il resto, no? Infatti del 2002 l'ex videogiocatore non ricorda niente. No.
Diabolik 5: Ore Pericolose Torna il Re del Crimine per dare seguito ai quadri ciulati al museo di Clerville in "Trappola d'Acciaio"! Se la prima parte del gioco è molto avvincente e graficamente pure bellina, giunti a un certo punto l'ex videogiocatore si trova bloccato in una sequenza fissa di schermate sempre uguali in cui non c'è una logica di avanzamento se non quella della botta di culo (almeno così pare di capire, sia nel 1993 che oggi). Nonostante tutto, la botta di culo arriva e dopo quasi 30 anni il blocco viene superato, cosa che fa felice l'ex videogiocatore, ma non sufficientemente per salvare il gioco dalla zona marrone. Sì.
Secret Weapons of the Luftwaffe C'era un periodo in cui ogni cosa recante il marchio Lucasfilm/Lucasarts era ritenuta come il dono di Dio ad un'immeritevole umanità, e il fatto che gli apostoli di Gozzo the Hutt avessero prodotto un simulatore di volo della Seconda Guerra Mondiale aveva stimolato sufficientemente l'appetito dell'ex videogiocatore da chiederne una copia al nipote del gestore dei bagni a cui andava al mare da sempre. Sia immediatamente al ritorno dalle vacanze, che successivamente, tentando di dare la seconda chance, l'ex videogiocatore trovò questo gioco abbastanza deludente. Anche alla terza chance, l'opinione non cambia. Bello vedere come certe cose abbiano continuità, no? Sì.
Lost in Time Se l'ex videogiocatore e i suoi coetanei maschietti avevano fantasie di potenza abbastanza prevedibili per dei bambini nati negli anni 80, non possiamo negare a Muriel Tramis, poliedrica game designer della Coktel Vision, di immedesimarsi in un'eroina immaginaria. Tanto più se questa eroina è gnocca e fa vedere le tette nel gioco prequel a questo (gli screenshot delle tette non sono inclusi in questo blog). A colpire gli opinionmaker del tempo (ovvero le fecali riviste di settore) non furono però le tette, ma il fatto che Lost in Time fosse quanto di più simile a un "film interattivo", che era un po' la pietra filosofale dell'esperto di videogiochi di un certo periodo storico. Ora, a distanza di decenni, possiamo dire che Lost in Time fosse un film interattivo? No, ovviamente no, perché il concetto di "film interattivo" è di per sé una stronzata, ecco. Si doveva dire e si è detto. Sì.
Block Breaker Un clone di Breakout quasi zen nel suo senso di pulizia. Fu trovato in un dischetto allegato alla fecale PC Action, e l'ex videogiocatore continua ad apprezzare come sia minimalista al punto giusto ancora oggi. No.
Gold Hunt! L'ex videogiocatore si trastulla con la trasposizione per Windows 3.1 di un'attività che nella vita reale egli detesta con tutto il cuore, cioè cercare le cose che gli sono state spostate mentre qualcuno gli dice che sa benissimo dove stanno (e ovviamente non sono lì). Al di là della semplicità e del rilassante colore dello sfondo verde bottiglia, probabilmente ciò che rende il gioco gradevole è l'escapismo da questa attività odiosa. No.
Kye Un puzzle game che è rimasto più impresso per il suo stato di "donationware" per Save the Children che per la dinamica di gioco in sé. Ah, e anche perché si trovava in un dischetto che magicamente ha iniziato a funzionare senza ragioni particolari (era lo stesso di Kung Fu Louie ed Avaricius). Per il resto, bah. Sì.
Laserstrike L'evoluzione ragionata dello "Specchio riflesso asino fesso" è in realtà un gioco che potrebbe essere visto come la versione proletaria di The Incredible Machine, facendo un certo sforzo di fantasia. Quello che l'ex videogiocatore ritrova è un gioco decisamente ordinato con una logica solida, e quindi l'ex videogiocatore apprezza. Che si stia forse rammollendo? No.
Chomp Un clone di Pac-Man eccessivamente sensibile al clock di sistema. Uno pensava che con Windows queste cose fossero superate, e invece ci si trova un concetto di gioco di merda che va eccessivamente veloce su qualsiasi cosa non sia un 286. Meraviglioso, veramente meraviglioso! Stramerda.
Superbrain L'ex videogiocatore non ha mai avuto la versione da tavolo di Mastermind e al di là della fascinosa tizia asiatica sulla scatola non ha mai avuto alcun interesse in proposito, ma il gioco, quando a suo tempo lo ebbe trovato in un dischetto di shovelware, lo provò, confermando che con il suo disinteresse ci aveva visto giusto. L'interfaccia e la grafica minimalista ma approssimativa confermano tutto ulteriormente. Sì.
Rodent's Revenge Un gioco del Microsoft Entertainment Pack, senza che l'ex videogiocatore abbia avuto il M.E.P. Com'è possibile? Non lo sappiamo, ma il gioco è ok e quasi divertente. Certo, l'effetto di trasformare i gatti in formaggio e divorarli è abbastanza inquietante se ci pensiamo sopra un po', ma ok. No.
Aliens Uno sparatutto fatto per Windows 3.1 usando le librerie standard, senza nemmeno appoggiarsi alle WinG. Chiunque abbia fatto un minimo di programmazione si renderà conto che il risultato è destinato ad essere una merda, ma questo l'autore Mark Tebeka non lo sa e ci prova lo stesso, e il risultato è comunque una merda. Bella la foto dell'autore a 16 colori, però. Sì.
The Greens L'ex videogiocatore termina questa rassegna con un gioco di golf dall'aspetto pulitissimo, curatissimo e iperdettagliato, non fosse che giocandoci con Windows a 16 colori la dinamica di gioco è interamente sputtanata! Questo la dice lunga sulla "graceful degradation" dei giochi in un periodo storico in cui gli standard informatici sono ancora fragilini, e soprattutto per il fatto che la quasi totalità degli utenti di Windows non ha idea di come metterlo a 256 colori e tiene i 16 di default. Ma forse è meglio così, dato che giocandoci a 256 colori il gioco è di una difficoltà desolante. Sì.
Star Trek: 25th Anniversary Dimostrando una conoscenza sopra la media di un totem del nerdismo come Star Trek, l'ex videogiocatore ricorda dell'impatto culturale di quando, andando al liceo, non fu più l'unico ad avere interessi "alternativi" e non c'erano solo fecali redattori della stampa di settore ad avere certe passioni. Di fatto, il gioco in sé non è male, ma appesantito da una sezione arcade-simulatore di volo fatta veramente coi piedi, e l'interfaccia della parte adventure è anche quella che è. Il totale è un gioco che non sa esattamente cosa vuole essere, e ha quel non so che di incompiuto. Alla fine, l'ex videogiocatore si arrende perché capisce che l'affetto che prova per la serie originale gli annebbia il giudizio. Nel dubbio, sì.
Space Hulk L'ex videogiocatore, ripensando a quando fantasticava su questo gioco e sull'universo di Warhammer 40000 da ammalato nella vecchia casa del Vecchio Paese, pensa a quanto sia dettagliato il "lore dell'universo di quella macchina mangiasoldi che è la Games Workshop. Per questo, con un corpus letterario così sviluppato, immagina come avrebbe potuto essere la parodia Fininvest di Starquest e soci, visto che in quel periodo andava molto di moda. No.
The Sims Abbassiamoci un po' verso il livello del mare nel mondo simulato della Maxis e guardiamo da vicino le noiose peripezie della famiglia DC, un gruppo di vecchi bigotti (escluso il giovane Goria) che si sono chiusi in una casetta abbastanza fatiscente. In tutto questo l'ex videogiocatore cerca di capire che cosa ci potesse essere di così fico in qualcosa che era di fatto una casa delle bambole elettronica. Bah! Sì.
Colin McRae's Rally Dopo aver sproloquiato sulle sue difficoltà nel fare accettare alla sua famiglia d'origine che potesse guidare una macchina, l'ex videogiocatore racconta di un gioco con cui aveva pensato di potersi preparare all'esame di pratica, grazie a un volante della Boeder trovato chissà dove. Al di là del fatto che il gioco è associato a ricordi piuttosto belli, la realtà è che rigiocato ora è veramente insignificante, anzi, perfettamente a suo agio all'interno della zona marrone. Sì.
Carmageddon Proprio per non assecondare il panico morale causato da un gioco che ricompensava lo stirare pedoni, l'ex videogiocatore gioca alla versione di Carmageddon con gli zombi dal sangue verde, che così si possono investire senza problemi. Ah, che bello il lavaggio rapido della coscienza, vero? Comunque il gioco, pur dalla grafica rudimentale, è invecchiato bene (la grafica in effetti era già vecchia) e si lascia giocare volentieri. Certo, che la tizia digitalizzata per fare la pilotessa avesse solo 14 anni non ci crede nessuno, ma insomma, alla fine il videogioco, come tanti media, è sospensione dell'incredulità. No.
SiN L'ex videogiocatore ricorda i suoi ultimi tentativi di farsi piacere dei videogiochi sparatutto in prima persona, prima di rinunciarci e dire "ma chi me lo fa fare?" in particolare Sin, assieme ad Half Life, era stato oggetto di una storica, meteforica eiaculazione in doppio di Fabio Simonetti e Stefano Gaburri della fecale TGM in un numero storico. Al di là dell'estetica "tardi anni 90", della lentezza dei caricamenti, delle tette della principale antagonista, l'ex videogiocatore resta scioccato dal fatto che Simonetti e Gaburri non gli stessero poi così antipatici. No.
Half-Life L'ex videogiocatore fa qualcosa che non ha mai fatto nella vita e gioca a quello che è uno dei videogiochi per PC più famosi in assoluto. A suo tempo, dovendo scegliere quale farsi passare tra Half Life e SiN, l'ex videogiocatore stette dalla parte sbagliata della storia e scelse SiN (probabilmente per via delle tette). Ora, a un quarto di secolo di distanza, finalmente ci gioca e capisce come mai dei due è quello che è sopravvissuto. Certo, molte cose sono invecchiate malissimo, ma ancora un senso ce l'ha. No.
Ultima Worlds of Adventure 2: Martian Dreams Il Divo Giulio e Warren Spector tornano indietro nel tempo e vanno su Marte assieme a Sigmund Freud, Nikola Tesla, la giornalista Nellie Bly più altre guest-star storiche di alto livello. Praticamente un gioco di Ultima ad ambientazione "steampunk" con una parte introspettiva sulla psicologia! Cosa chiedere di più? Beh, presto detto: un gioco che non sia lento, noioso, ripetitivo e particolarmente irritante. Per quanto questo sia il videogioco con cui l'ex videogiocatore abbia iniziato ad interessarsi della psiche umana, purtroppo è invecchiato veramente male, e la voglia di prendere a sberle quel complottista di Spector non aiuta di certo. Peccato. Purtroppo sì.
Ultima VII: The Black Gate L'ex videogiocatore ricorda di come, nel primo anno di liceo, espanse le sue conoscenze a sufficienza per potersi appropriare di giochi su cui aveva sbavato leggendo le fecali riviste di settore ma non aveva potuto avere. Al di là del nonsense di dovere ogni volta farsi il mazzo a tarallo per dover risolvere tutti i problemi di quegli ingrati che vivono al di là di un moongate, l'Ex Videogiocatore apprezza un gioco estremamente immersivo, con un'estetica ancora molto bella, e con l'impareggiabile interattività che fa sì che sia possibile neutralizzare i nemici lanciandogli in faccia merda di neonato (già svezzato però, perché la cacca di un bebé che beve solo latte materno ha un odore ancora sopportabile). No.
Pagan - Ultima VIII In soli due anni dal capolavoro di cui sopra, la Origin viene acquisita dalla EA e tutti i suoi sviluppatori si fanno sopraffare (giustamente o no è lasciato come esercizio allo studente) dal tavò, e tirano fuori una roba poco ispirata, raffazzonata, e con una dinamica di gioco che soltanto un idiota non si sarebbe accorto che era completamente insensata. Tutto questo, ovviamente, con le fecali riviste di settore che si prodigavano in salamelecchi e panegirici nei confronti di questa pozza di sisso fumante che veniva venduta dalla CTO a più di centomila lire. Bah. Sì.
Star Control 2 - The Ur-Quan Masters Nell'ultimo articolo del blog dell'Ex Videogiocatore, il Divo Giulio ed il titolare del blog si trovano assieme a discutere di quello che per l'ex videogiocatore è il gioco più bello di sempre. La conclusione è che sì, è ancora il gioco più bello di sempre, ma principalmente perché ha influito sulla visione del mondo dell'ex videogiocatore in maniera tale da scrollarsi di dosso la coda dell'infanzia a cui rischiava di rimanere attaccato vita natural durante. Purtroppo, una tossica forma di pensiero magico fa sì che l'ex videogiocatore spesso si senta che stia per arrivare il conto da pagare per essersi allontanato dal Vecchio Paese, e promette che con l'aiuto di Andreotti cercherà di ricordarsi che la vita non è una fiction e non ne segue le regole. No, è il gioco più bello di sempre.

2 commenti:

  1. Lavoro tosto questo bignami :), sarei curioso di sapere i tempi di realizzazione!

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    1. Mi fai una domanda difficile. La stesura del post è durata una settimana, spezzettata su diversi giorni non contigui (sono ancora alle prese con lo tsunami di feci al lavoro), direi un due-tre ore di tempo effettivo? Boh!

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Sicuro di aver letto bene il post? Prima di postare, rileggi.

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