lunedì 6 gennaio 2020

L'ex videogiocatore ha freddo (Prima Parte) Winter Olympiad 88 e TRETRE.EXE

"L'epifania tutte le feste si porta via" era uno dei tanti insopportabili modi di dire con cui al Vecchio Paese si riempivano i silenzi per rompere il ghiaccio. "A me piace il ghiaccio, tu non me lo rompere" avrebbe risposto Bruce Willis nell'indimenticato film "L'ultimo boyscout" che per un certo periodo della mia vita è stato il mio preferito.


non soltanto il ghiaccio gli piace
Il fatto è che proprio per questa ragione il giorno della Befana mi è sempre stato abbondantemente sui maroni: il giorno dopo si sarebbe tornati a scuola dopo quasi due settimane di feste in cui si mangiava come porci, si stava svegli fino a tardi a guardare le donnine con le tette di fuori (o in alternativa Fantaghirò) e soprattutto noi bambini viziati di famiglie benestanti venivamo riempiti di regali, e la Befana, con i suoi regali trascurabili, era l'ultima istanza in cui potevamo godere appieno dei regali ricevuti. Se si trattava di un PC arrivato in ritardo ai primi di gennaio, lo scoglionamento era ulteriormente più grande, che ho di meglio da fare che andare a scrivere un tema su che cosa ho fatto durante le vacanze di Natale. E se scrivo un tema sul PC nuovo chi mi legge mica capisce!

Insomma: dal 7 gennaio si tornava a faticare e a rompersi i coglioni e soprattutto a svegliarsi presto con frasi motivazionali come "IL MATTINO HA L'ORO IN BOCCA" e "CHI DORME NON PIGLIA PESCI" che, se non avevano come risposta uno scatto degno di un commando dei corpi speciali, lasciavano spazio direttamente agli insulti. Dopodiché, dopo gli insulti, chi veniva a svegliarmi apriva la finestra ed entrava un gelo umido e terrificante tipico della Bassa Padana, ma senza neve, perché non sia mai che a causa di sei metri di neve si sta a casa da scuola, e nel 1985 io ci avevo solo 3 anni. E comunque IL MATTINO HA L'ORO IN BOCCA quindi muoversi.

Ma a differenza di Jack Nicholson io non ho mai dato di matto
In generale, comunque, sopporto il freddo meglio di molti miei conoscenti. In inverno, ad esempio, vado sempre a dormire in mutande e maglietta quando invece mia moglie mette il pigiama di lana e si avvoltola nel piumone a mò di baco da seta. Quando vede che vado a letto con un pigiama (improvvisato) a maniche lunghe si preoccupa subito perché è chiaramente segno che non sto bene. Poi quando viene caldo io divento una specie di pozzanghera di semolino sudaticcia mentre mia moglie potrebbe correre la maratona. E la cosa divertente è che lei è bionda con la carnagione chiarissima e io sono olivastro, peloso, e al netto del principio di canizie, coi capelli nerissimi. Va anche detto che negli ultimi anni, in cui ho rinunciato alla sedentarietà totale che mi caratterizzava da più giovane, la mia massa grassa è calata e il mio livello di vitamina D è aumentato (per quanto dove viva ora il sole si faccia vivo di rado) : cerco di prendere più luce dal sole di quanto non lo facessi in gioventù, quando ad abbronzarmi era principalmente la luce di un monitor a tubo catodico. Quindi sudo un po' meno e sopporto un po' meglio. Il fatto che non viva più nella Bassa Padana aiuta anche. Sì, ecco, altro che rimettersi in forma, ho dovuto lasciare il Vecchio Paese per trovare un clima meno stronzo quando fa caldo. Ma sto divagando. Oggi è il 6 gennaio, a gennaio fa freddo e quindi parliamo di giochi che ci faranno battere i denti. Per il freddo o per l'orrore? Beh, questo è da scoprire. Sigla!

Ahimé, non ho trovato immagini che ritraevano Andreotti sulla neve. Facciamoci bastare questa.

 

 Winter Olympiad 88 (Tynesoft, 1988)

Il primo gioco della nostra freddolosa rassegna me lo passò un mio amico che lo aveva preso in un negozio in cui trovava un sacco di roba "budget", ovvero roba di qualità mediobassa che vendevano a circa ventimilalire (o pure meno). Penso che fosse il suo primo videogioco acquistato, e visto che in quel periodo al Vecchio Paese, anche solo per vicinanza geografica, l'Albertone Atleta/Campione andava molto di moda, veniva naturale che i videogiochi di sci avessero il loro fascino. Dunque, prima ancora dell'onnipresente Winter Challenge, l'ex videogiocatore soddisfaceva il suo bisogno di sci durante quelle 51 settimane in cui non era in montagna. Eh sì, perché se d'estate mi svegliavo dall'eterno torpore facendo nuoto nell'Adriatico, in inverno, una settimana, mi andavo a massacrare i muscoli sugli sci, e devo dire che non era nemmeno male. Quindi, quando il mio amico mi copiò il dischetto di queste olimpiadi invernali, passandomelo proprio poco dopo la ripresa scolastica di gennaio, ero carichissimo. Non so perché ma ho ancora in memoria quello che mi aveva scritto sull'etichetta, con la sua grafia un po' spigolosa (a zampa di gallina, diceva lui) : "SCI - DISK PER PARTIRE". Come faccio a ricordarmelo? Non ne ho la più pallida idea. Non è che fossi particolarmente incazzato al tempo, quindi qui non vale la mia teoria per cui l'incazzatura consolida meglio i ricordi. Non lo so. Ma tant'è, 'sto gioco era "LO SCI".


Molto più immediato che "Winter Olympiad 88". Mi ha fatto sempre strana la dicitura "Olympiad" anziché "Olympic games" o "Olympics". Non credo che l'inglese Tynesoft avesse avuto i diritti dal CIO sui giochi olimpici, eppure ha usato il termine "Olympiad". Forse avevano trovato il cavillo che "Olympiad" propriamente non si riferisce ai Giochi, ma al periodo di quattro anni che inizia quando terminano i Giochi e iniziano i Giochi successivi. Possiamo dunque dire che il 24 Luglio terminerà la trentunesima Olimpiade e inizierà la trentaduesima. Forse a questo si riferiscono. O forse semplicemente hanno passato tutto in camuffa sperando che il CIO se ne fregasse. Sì, è più probabile. La Tynesoft, software house del nord dell'Inghilterra, era nel 1988 in piena parabola discendente, aveva conosciuto la gloria con i giochi per computer a otto bit e nella transizione ai sedici si era un po' persa. Il suo canto del cigno fu, nel 1990, il tie-in di Beverly Hills Cop, e più che canto del cigno fu una scorreggia di quelle poco sonore che fanno un puzzo mostruoso. Ma non ce ne curiamo qui: qui abbiamo un gioco che sfoggia la palette più comune della CGA e con tutto sto azzurro e bianco ci viene già freddo. Il magenta, beh, diciamocelo: che colore del cazzo è il magenta?


Senza por tempo in mezzo iniziamo a giocare. Mi aspettavo la bandiera della Giamaica visto l'anno, ma no, niente, rassegnamoci a scegliere i nostri tre concorrenti italiani, e il primo lo chiamiamo, secondo tradizione che perdura almeno dalla ventitreesima Olipiade, Andreotti. E gli altri due?

bella vez!

Ah già. C'era da immaginarselo: in un camper (rigorosamente con catene alle gomme) parcheggiato fuori dalle piste da Sci il Divo trama con Craxi e Forlani per spartirsi le medaglie. CAF sia, dunque!


Siccome siamo in periodo in cui non badiamo troppo all'avarizia (grazie anche ai bilanci sistemati con fantasia e creatività) decidiamo di competere in tutte quante le gare. Start Game! E la cerimonia d'apertura (stavolta con fiaccolone veramente bruciante) consiste nel pubblico che gira dei cartelli a formare il titolo del gioco. Ammetto anche che ancora oggi mi infastidisce l'ultima cerimonia d'apertura che ho visto, quella di Londra 2012, con la celebrazione acritica di quella merda di Twitter. Nessuno che si rendeva conto di che contenitore d'odio che sarebbe diventato. Eppure era così evidente. "Certe sue reprimende, Ex Videogiocatore, possonoe ssere descritte con un termine dell'equitazione: RP, rottura prolungata."- dice Andreotti. Oh beh. Andiamo con la prima gara, vi va?


La prima gara è la discesa libera. La CGA viene sfruttata bene nel dipingere lo sfondo montano da cui parte Andreotti cercando di accumulare velocità nel primo tratto. Poi, con un monitor in bianco e nero com'era il mio ai tempi, era tutto ancora più bello. Sobrio, austero, si godeva con poco. "Lodevole questo costume di parsimonia nel comportamento e nell'utilizzo dei beni; tanto più meritevole se non imposto e strettamente necessario" dice Giulio mentre cerca di prendere velocità nello schuss. Peccato che la gobba faccia da freno e la velocità arrivi a metà della barra. Oh beh. Andiamo giù...


...uh? E questa me la chiamate una discesa libera? Da quando in qua nelle olimpiadi invernali la pista è disseminata di alberi e sassi? Questo è un fuoripista, eppure viene chiamato Downhill! No, c'è chiaramente qualcosa che non va qui. Cioè, avete mai visto Tomba fare una discesa libera con gli alberi in mezzo? Era una domanda a trabocchetto, Tomba la discesa libera non la faceva. Ok, allora Ghedina! Ghedina? Ci avete presente Ghedina che si inzucca contro un albero? Ecco. Invece Andreotti ci si schianta. 

Il sabato sera successivo, al Teatro Margherita, Oreste Lionello entra sul palco indossando una tuta da sci e dicendo al pubblico "Eh... eh... sono Giulio Andreotti". Il pubblico si contorce dalle risate finte. Pippo Franco, con la faccia preoccupata e con gli occhi eccessivamente sgranati, chiede a Lionello "Ma Andreotti! Cosa sta facendo così conciato?" e mentre lo chiede guarda verso il pubblico che per pietà nei confronti di Pippo (e per autoconvincersi di aver speso bene i soldi del biglietto)  continua a fingere di ridere. Dall'altro lato del palco entra un Leo Gullotta vestito solo di rametti d'abete si lancia contro Oreste Lionello, che dice "Ahia". Due spettatori hanno un aneurisma per l'eccessivo sforzo nel fingere di ridere.


E niente, tocca a Cinghialone, che essendo più grosso porta il peso a valle molto meglio. Dopo aver sperimentato il tasto del salto che gli fa fare un volo prolungato in stile "Michael Jordan", pure Bettino si spetascia contro un albero. Numerosi giornalisti lì per lì usano il video dell'incidente come materiale per l'ipsazione, per poi negare vigorosamente tutto dopo una ventina d'anni.


Tocca al Coniglio Mannaro. Lui ha giocato nella Vis Pesaro, sa dribblare, quindi che cambia tra saltare l'uomo e saltare l'albero? Facilissimo! Il problema è che durante la discesa sta pensando pure a come impostare il comizio post-medaglia e il canovaccio mentale del comizio è talmente noioso che gli prende un colpo di sonno e casca mentre sta saltando un tronco in mezzo alla pista. Morale della favola: il multitasking è pericoloso.

Più tardi.



Dopo un altro giro in cui Bettino e Giulio hanno miseramente fallito, Arnaldo decide di concentrarsi e di mantenere la sua calma zen e finalmente uno sprite a forma dil fondovalle gli compare davanti. Forlani sfiora questo sprite e parte l'anomazione in cui tra il plauso annoiato dei valligiani, il Coniglio Mannaro frena. 38.7 secondi! È record! Vediamo il terzo tentativo, anzi no, saltiamolo a pié pari che c'è molta carne al fuoco qui.

Più tardi.


Alla fine ce l'ha fatta anche Giulio a scendere, anche se più lento. D'altra parte il tempo è galantuomo, anche se spesso scende a valle molto piano. Invece Bettino, lamentandosi del clima infame, ha rinunciato. Prossima gara?


Ah no. Finita la prima gara abbiamo il listone dei record e quindi pure l'anteprima della prossima gara (sempre che si vada in ordine) Un brivido mi percorre la schiena, e non è il freddo: è la prospettiva della frantumazione dei coglioni con l'insopportabile...


...Biathlon! Mannaggia, sono ancora memore della rottura prolungata (R.P.) del già tentato Winter Challenge e il tunnel carpale distrutto dalle botte sul tasto Invio: cosa dobbiamo aspettarci, specie in questo gioco in cui non è possibie ritirarsi? "Basta attendere, caro Ex Videogiocatore: chi è chiamato al ministero, vi attenda" - dice Andreotti che intanto inizia a scivolare graziosamente sulla neve: stavolta basta un avanti e indietro con le freccette che è molto più tollerabile del biathlon dell'altro gioco. Oh beh, forse riusciamo a cavarcela.


Oh che bello. Siamo in un biathlon a schermate fisse e questo ci consente di godere del panorama reso in eccellente CGA. Oh! Un ponticello con cascatella. Non è stupendo, Andreotti? "Non risponderò: chi viene a chiedermi un parere, normalmente si aspetta che confermi quello di cui è già convinto". E nonostante tutto mi guardo bene dall'hashtaggare #mainagioia.


La discesa dopo il ponte è la versione specchiata della schermata prima del ponte. Me ne rendo conto ora, non sono sicuro di essermene reso conto a suo tempo, con tutto che sembrava così bello col monitor bianco e nero. Ma era così bello in scala di grigi? Vediamo!

Intanto, in un universo monocromatico.




Eh, dai. Almeno non c'è quel cavolo di magenta. Con un po' di sforzo di immaginazione avremmo potuto pure immaginarcelo fotorealistico.

Ma torniamo, imbracciando un fucile, nel primigenio universo a 4 colori.



Ah! Ecco la sezione dello sparo. Se in Winter Challenge avevamo la mano tremolante, qui i movimenti sono lunghi e ben distesi. Mi colpì molto vedere Michael J. Fox da David Letterman, perché per me il Parkinson faceva tremare, e invece si muoveva in modo tale che se avesse sparato contro dei bersagli del biathlon, il mirino avrebbe fatto lo stesso movimento. Invece, a cosa attribuisce Andreotti questa scarsa manualità? "Quello che posso dire è che sono andato a caccia una volta, ho preso tanto di quel freddo che mi bastò per tutta la vita. Ho pure sparato, ma con assoluta garanzia di incolumità per il cinghiale".


Dopodiché, c'è un bellissimo laghetto alpino con una terrificante isola tutta nera in mezzo, pronta a inghiottire ogni atomo della materia circostante. Via, fuggiamo! "Tra un giorno da leone e uno da pecora c'è tutta una serie di mezze misure con cui permettersi un onesto tirare a campare" pensa Giulio, e torna all'inizio della pista da sci di fondo. Abbiamo finito?



I maroni abbiamo finito! Si ripete tutto per un altro giro. Salita, ponte, discesa, tutto bene Andreotti? Le sente le gambe? "Se facessi questa cosa tutti i giorni sarei rovinato. Ho sempre avuto scarsa propensione per il moto, disobbedendo a mia madre e ai precettori". Nessuno è perfetto. "Sono di media statura, ma attorno a me non ci sono giganti.".


E si spara di nuovo. Centrare il bersaglio è estremamente difficile, ma mi chiedo se Giulio non stia sparando con una mano sola perché con l'altra sta giocando con la fede al dito.

Poco dopo.


Terzo giro ragazzi! Oramai ho le dita allenate quindi va tutto molto più veloce. Voi immaginatevi la musichetta di Benny Hill in sottofondo...


...finché il Divo Giulio non arriva alla fine affaticatissimo e con ben 9 bersagli mancati, che vanno ad aggiungere 5 secondi al risultato finale ciascuno. Beh, poteva andare peggio, no? Che dice, Andreotti, ce la prendiamo la medaglia d'oro? "Se c'è la candidatura dell'amico Arnaldo, la mia non esiste." 
Lo skiman Cirino Pomicino sospira e dice "Ho capito."

Più tardi.


Forlani vince di nuovo. Andreotti non serba rancore, ma giochicchia con la fede al dito osservando in silenzio e custodendo queste cose, meditandole nel suo cuore. Prossima gara: il bob.


Ecco, una cosa bella di questo gioco erano le musichette in PC Speaker finto-polifonico che andavano prima di ogni gara. Per qualche ragione la musica che andava prima del bob mi ricordava la musica di sottofondo del cartone delle tartarughe ninja. Non la sigla, eh, proprio la musica di sottofondo delle sequenze non parlate. Se mi chiedessero oggi come facesse, la mia risposta sarebbe "boh", ma so di aver sempre avuto un buon orecchio quindi non dubito che ci fossero somiglianze. In ogni caso, Andreotti e il fidato Franco Evangelisti spingono il bob a due cercando disperatamente di prendere velocità, per quanto Evangelisti perda più tempo a incensare Giulio che a spingere sul serio.


E con una velocità modesta ci lanciamo in pista. Evangelisti per tutta la durata canticchia "Nessuno ancora crederci potrà / Andreotti la sua squadra di bob avrà". Giulio dimostra una grandissima abilità ingurgitando un Tedax orosolubile senza perdere l'equilibrio. La concentrazione dovuta al Tedax (che a causa della negligenza del cardinale Angelini non è presente nella lista delle sostanze dopanti) fa sì che Andreotti, come un Max Payne delle nevi, rallenti il tempo e finisca la discesa in venti secondi netti. In realtà avevo scazzugliato con i cicli di Dosbox, con questo piacevole effetto collaterale.

Più tardi.


Il Coniglio Mannaro, aiutato dal fedele Vincenzo Scotti, tenta di concentrarsi per rallentare il tempo pure lui, tanto durante i comizi gli riesce benissimo. Ma qui no: da dietro, Scotti continua a sussurrargli "Arnà, agg' pensat' na cos' bbuon', che ne dicessi se aprirei 'na cuos', ecco, un'università, ma non un'università come le altre, una che teness'a sede a Malta, che 'e tass' nun se pagano, capisci Arnà, e poi putimm utilizzà chist'università per influenzare, per favorire i contatti fra le persone che contassero, accussì putimm' tenere n'influenzAAAAAAAAAH" e il bob si capovolge.


E stavolta l'oro va a Giulio, che durante la premiazione non batte ciglio ma non riesce a togliersi dalla testa la musichina delle tartarughe ninja.


Salto con gli sci! Andreotti si mette in posizione. Tenere conto che con il bianco e nero e la scarsità di software presente, sta grafica era per me fighissima. E devo dire che la CGA è usata piuttosto bene, anche se con un'ambientazione diversa da quella invernale, molto probabilmente l'effetto sarebbe decisamente peggiore, no?


E via che si salta! Giulio cerca di prendere velocità sulla rampa (come? boh) e una volta saltato cerchiamo di stabilizzarci cambiando posizione con le freccette. Cosa cambia? Non ne ho idea. Quello che ricordo è che c'era un manuale delle giovani marmotte che trattava l'argomento sport e c'erano le varie posizioni del salto con gli sci. Ricordo anche che avevo cercato di applicarne i precetti qui, e ricordo anche che non serviva a un tubo.


...e infatti Giulio si spatacca al suolo come Vinko Bogataj nel 1970, diventato iconico nei paesi anglofoni perché tutte le settimane compariva nella sigla della trasmissione della ABC "Wide world of sports", con il commentatore che descriveva il volo come "L'agonia della sconfitta". Andreotti non agonizza: tira a campare.

Più tardi.

Giulio ritenta, e stavolta atterra con successo, mescolandosi alla gente, che scatta foto forsennatamente e chiede favori. Una signora lo ferma: "Andreotti, mio figlio è tanto bravo, è laureato in paleontologia a soli 35 anni ma sapeva già leggere a 4 anni, leggeva topolino! Purtroppo però non riesce a trovare lavoro vicino a casa perché non ci sono scheletri di dinosauro vicino al paese, che dice, glielo riesce ad aprire un ufficetto in comune? Che il comune è pure vicino a casa e così verrebbe a casa per pranzo! Sa, è tanto bravo, ma è tanto sfiduciato... dice che i politici non fanno nulla per la gente! Sta leggendo brutti libri, si sta facendo idee strane, la prego mi aiuti a riportarlo sulla buona strada!" Giulio acconsente perché comunque la signora è venuta con una trentina di persone tra parenti e conoscenti e sono tutti potenziali elettori. Però in cuor suo pensa che il giovane paleontologo potrebbe mandare la mamma a quel paese e questo lo aiuterebbe molto di più che un lavoretto in comune.

Molto più tardi.


Uh, alla fine per una botta di culo ha vinto Bettino (pur non facendo il record). Non se n'era accorto nessuno! Dov'era, Craxi? "Ho fatto installare una pista da sci indoor nel deserto vicino ad Hammamet" risponde Cinghialone. Molto furbo.


Ultima gara, lo slalom! Andreotti parte dalla piccola baita spingendo timidamente con le racchette (i bastoncini, li chiamavano i maestri di sci che ho avuto) e piano piano prende velocità. Ma proprio piano. A volte con certi sci a noleggio capitava pure a me e dovevo spingere e mettermi a uovo e imprecare, ma niente. Andavo giù piano come se avessi avuto le "pelli di foca". Poi quando provavo a risalire a spina di pesce scendevo giù con una scioltezza che mi pareva di aver infilato gli sci alla rovescio. Ah che fastidio.


Ed ecco che scendiamo giù a massima velocità, centrando pure tutte le porte. In una gara alla fine del corso collettivo di sci (il secondo anno che lo feci) saltai una porta e per questo fui squalificato. L'anno precedente, invece, arrivai quinto (su una dozzina). Non male, ma io ci rimasi malissimo perché volevo la medaglia. Poi mi dissero che anche Tomba era arrivato quinto e mi sentivo fighissimo. Spesso basta poco per ribaltare l'umore a un bimbo.

Più tardi.


La cosa divertente di questa disciplina è che la cosa più dannosa  è uscire dall'inquadratura. Qui Craxi, che è uno che con la telecamera ci scambia focose effusioni, va proprio al limite del nostro campo visivo e sembra sbattere contro la cornice. "Porca puttana!" si lascia andare tra sé e sé, e noi qui abbiamo finito.


Ecco, una spartizione di medaglie più o meno equa, e pesata anche sui voti ricevuti. Bettino è risentito di avere un solo oro, ma oh: le discipline sono 5, uno deve restare con qualcosa in meno. Andreotti e Forlani si danno un cinque guardandosi in cagnesco e il gioco, senza neanche proporci una cerimonia di chiusura, ricomincia daccapo. Oh! Sì, proprio così.Facciamocene una ragione, amici! Prossimo gioco.

È merda? Beh, la grafica è quello che è e non gliene possiamo neanche fare troppo una colpa. Anzi, direi che con la palette a disposizione la Tynesoft ne fa anche di troppo. Le discipline sono poche, ma almeno sono tutte diversificate, e per quanto riguarda i controlli e la giocabilità, beh, è tutto estremamente blando, come un gelato valsoia alla vaniglia. Non so, non ho tirato vaffanculi allo schermo semplicemente perché non mi prendeva minimamente. Insomma, senza infamia e senza lode, per usare un trito cliché. Nel dubbio, è merda.
Ci rigiocheresti? No grazie.

TRETRE.EXE (Ultimobyte, 1988)

La 3Tre è una delle piste sciistiche più famose del comprensorio di Madonna di Campiglio. Questo io ovviamente nel 1988 non lo sapevo, perché a me il nome 3Tre ricordava il trio di comici napoletani noti per il tormentone "A me, a me, me pà 'na sctrunzat". Uno di questi, in un remoto futuro, mi avrebbe augurato personalmente che mi cascassero le palle, ma questa è un'altra storia. (Prego apprezzare il fatto che a differenza di altri bloggatori non vi faccio un intero articolo chiamato "quella volta in cui Gino Cogliandro mi disse che dovevano cascarmi le palle").

Sto divagando. Io la settimana bianca la facevo, erano tempi di vacche grasse, non a Madonna di Campiglio ma a Marilleva, che era lì vicina e volento avrei potuto pure arrivarci alla 3Tre, ma non mi interessava tanto, era una nera, e avendo io nel 1988 soltanto sei anni mi facevo bastare le "azzurre". Comunque, se non si fosse capito bene, lo sci (assieme al nuoto e allo judo) era una delle poche attività sportive che mi concedevo al tempo, e se ci fate altrettanto caso, nessuna di queste era sport di squadra. 

Sembrava come se dovessi primeggiare da solo sul resto del mondo, senza l'aiuto di nessuno, perché chi avrebbe partecipato con me era sempre pronto a tramarmi contro e a perdere apposta per darmi una lezione. Non sto inventando ora, eh. Sono sensazioni che ricordo sul serio. Una volta alle elementari ci fu detto che avremmo fatto una staffetta a squadre, ed ero stato messo in squadra con gente che sapevo non essere particolarmente brillante o collaborativa, e mi ero convinto da solo che avrebbero perso apposta perché gli stavo sulle palle. Non ho idea da dove provenisse questa convinzione. Oh beh, in realtà una mezza idea ce l'ho. Se tutti i giorni ci si sente dire di come tutti là fuori siano printi ad accoltellarci alle spalle forse, dai e dai, qualcosa resta. 

Però sciare mi piaceva, ecco. Sì, c'era sempre l'ansia da prestazione prima di fare una pista, e quando prendevo la cabinovia Copai-Panciana per andare in cima al monte Vigo e affrontare le varie piste del comprensorio Folgarida-Marilleva, c'era sempre quella sensazione di farfalle nello stomaco perché magari mi sarei perso/sarei caduto facendomi malissimo/mille altre cose che non potevo immaginare ma avrei potuto benissimo prevenire,  se solo non fossi stato così coglione e fossi stato più attento.

Poi mi lanciavo sugli sci e, per quanto la sciolina (e la mia scarsa prestanza fisica) non mi facesse andare forte come l'Albertone in TV, forse era pure meglio così, mi divertivo, mi godevo il panorama dell'aria di montagna, e passavo tempo con l'ex videogiocatore senior che facevo fatica a vedere per il resto dell'anno per via di un lavoro che lo massacrava dalle 4 di mattina alle 8 di sera. Da quando è andato in pensione è in forma smagliante e non mi meraviglierei se si rimettesse a sciare ora.

Ma sto divagando: sciare mi piaceva, per quanto lo facessi solo una settimana l'anno. E una cosa che mi piaceva un casino quando c'era lo sci in TV, era l'apripista che scendeva con una telecamera in testa e in tv vedevamo la pista in prima persona. E io sognavo di fare un gioco del genere con degli sci finti che pilotavano il joystick e praticamente si era lì, in una specie di realtà virtuale a fingere di sciare senza farsi male. Ecco, il gioco di oggi è diametralmente opposto al mio gioco ideale di sci. Sigla!


Non che sapessi che questo era un gioco di sci. Nel menu del dischetto del più volte menzionato "Club della Rana" (quello di Negromante, Secret Quest 2010, Captain Comic e altra roba) il gioco era chiamato TRETRE, e anche l'eseguibile era TRETRE.EXE. Suppongo di averlo fatto partire pensando vedere sul pc un database con il "best of" dei sovramenzionati tre comici napoletani, che qualche anno dopo questo gioco avrebbero fatto un discreto successo col "TG delle vacanze", in diretta dall'altra meta tipica delle mie ferie, Gabicce Mare. 

Invece, lanciandolo, mi compare questo gioco chiamato "Skiing", e io penso "che caspita c'entrano i trettré?" Penso che fosse stato mio papà a spiegarmelo, che al tempo lo sci lo seguiva, ed era l'unica cosa che lo distoglieva da vedere l'insopportabile Linea Verde con Federico Fazzuoli. Sì, probabilmente fu lui a dirmi che la 3Tre era una pista da sci. E io molto probabilmente avevo chiesto per quale insana ragione dovessero chiamare una pista da sci come un gruppo di comici.


Vabbè. Insomma, il gioco lo state vedendo com'è. La discesa libera di Winter Olympiad, ma fatta in ASCII, e con un sacco di alberi in una pista nera, di grado e di fatto. Quella specie di... pesce? Con la testa tonda è il nostro sciatore e l'idea è quella di schivare gli alberi raccogliendo i punti lampeggianti qua e là. Ora, chi è che troverebbe, anche nel 1988, una roba del genere divertente? No, seriamente. Immaginiamo di avere ricevuto un centinaio di programmi più o meno carini in allegato al computer, ma veramente riusciremmmo a provare un interesse per "Skiing/TRETRE.EXE" che superasse il minuto?


Questo è veramente il concetto di "shovelware", anzi, ancora peggio, è proprio "crapware", nel senso che non è che la robaccia la Ultimobyte la trova in giro per le BBS e la spaliamo dentro i dischetti da distribuire, no, qui la cacca la crea proprio la stessa Ultimobyte. A meno che 'sto giochino non provenga da una BBS e la Ultimobyte non se ne sia appropriata cambiando il testo direttamente nell'EXE. Lo hanno già fatto con roba di qualche raccolta public domain statunitense messa nei dischetti "Club della Rana" con il nome editato. È nel backlog di cose da farsi, ma vi giuro che gliel'ho visto fare. Negromante, invece, non vi so dire se sia originale o scopiazzato.


Vabbè. In questa discesa libera fuoripista, andiamo a infognarci in mezzo ad un gruppo di abeti. Ora, la logica vorrebbe che ci fermassimo e facessimo a "scaletta" il pezzo sucessivo di pista. No, come potete vedere, gli unici tasti sono "gira a sinistra","raddrizzati", "gira a destra". Volendo si può pure fare lo "scodinzolo", quindi. Ecco, non qui. Becchiamo contro un albero e sobriamente il gioco ci annuncia la nostra dipartita. Eh ma sorbole. Per così poco? Stavo andando piano, e visto l'orientamento dello scrolling si direbbe pure che stessi salendo! No, niente, sono morto, ma "un tasto per continuare" dice il gioco. L'italiano sgarruppato mi fa pensare che veramente 'sto gioco sia stato modificato da qualcosa di realmente esistente. Un attimo che cerco.

Poco dopo.



Lo sapevo! Mannaggia! Io lo sapevo che lo avevano ciulato. Mannaggia, semre sta cazzo di cultura del voler fare i furbi, che tanto chi vuoi mai che ci becchi? Ora, io non so se la Ultimobyte abbia chiesto il permesso al signor Dean per metterlo nella raccolta "Grinta Pack". Mettiamo caso che non l'abbia fatto, non credo che il signor Rick Dean farà causa alla Ultimobyte per l'appropriazione del suo gioco. Però la morale della favola è che se avessero voluto farlo di nascosto, 31 anni dopo l'ex videogiocatore se n'è accorto. Tranquilli, è tutto caduto in prescrizione. Mi spiace però che la faccina stilizzata dello sciatore sia stata tolta nella versione italiana. Oh beh. Dicevamo, il nostro sciatore è morto e il gioco ci chiede se vogliamo continuare.



Oh. Il titolo del gioco diventa tutto nero pure lui, vuole forse dire che dopo la morte il nostro sciatore continua in eterno nella lunga pista che porta al regno dell'oltre-Tomba*?

*mi riserbo di mettere la gif con la mia mano che fa il gesto che connette i due concetti per sottolineare il calembour umoristico perché questa freddura** non piaceva neppure a me.

**e comunque mi pare più che giusto fare uso di freddure in questo articolo.


No, ecco, contrariamente a quello che dice Lovecraft, anche da morti si può morire. Che altro aggiungere? Ah sì! Se volete giocarci voi io l'ho pubblicato tempo fa sul mio profilo di Archive.org, lo trovate qui. Io, per il resto, ho chiuso. Prossimo gioco!

È merda? Certo che sì, è insulso e ripetitivo ed è il classico gioco riempi-spazio buono giusto per un dischetto di shovelware. Penso di aver raggiunto il record di tempo passato a giocarci nei pochi minuti che ci ho messo per prendere gli screenshot.
Ci rigioch...nah. Ecco.

4 commenti:

  1. Avevo "Winter Olympiad 88" sul mio vecchio Amiga, e posso vantarmi di essere sempre stato uno pippa suprema a quel gioco, nella discesa libera gli alberi erano tutti miei (storia vera). In ogni caso questo gran post di cui condivido molto - a partire dal senso di fastidio per questo 6 gennaio che con il suo sfumare, ci riporta tutti alla realtà - mi ha quasi fatto superare il trauma di tutte le "nasate" virtuali sbattute contro i pini. Cheers!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono sempre molto lieto di aiutare i miei lettori a superare i traumi, che spazino dalle nasate virtuali fino a robe molto più profonde nascoste dalla patina rosa che avvolge un'infanzia che l'immaginario collettivo vuole che consideriamo perfetta, e invece non lo è (ma di questo ho già parlato più volte). È anche molto rinfrescante condividere in questa sede la propria pippaggine nei videogiochi. La cosa invece che mi sento di dirti, visto che l'hai avuto per Amiga (a prescindere dall'antipatia per il sistema di casa Commodore che mi porto dietro dai tempi della rivalità Amiga-PC) è che almeno dai, non ti sei dovuto sorbire tutto quel cavolo di magenta.

      Elimina
  2. Certo che rivedere Winter Olympiad '88 su PC in CGA fa proprio venire da CaGAre. Con mio fratello abbiamo buttato parecchie ore dei nostri pomeriggi a Winter Olumpics e Winter Games per Amiga. Preferivamo però WO al più "blasonato" WG: i controlli erano Ok a eccezione di quando occorreva mirare ai bersagli (con un joystick a micro-switch rientra tra le pratiche sado-masochiste) e, sopratutto, era immediato il risultato dell'eterno confronto fratricida. Alla fine di ogni prova, scattava infatti la salva di sfottò e in una sessione il rivolgimento di fronti era rapidissimo che nemmeno ai tempi del Foggia di Simpatia Zeman!
    Nel complesso era la tensione agonistica tra noi fratelli che giustificava questo giochillo. Giocato in solitaria, deve essere di una noia mortale.
    Sicuro merito di Winter Olympics e Winter Games è di avermi avvicinato agli sport sulla neve: la neve è per me "ambiente ostile".

    PS: permettimi di dirti che il tuo napoletano fa CGA ;)
    "a me me pare 'na strunzata". Il napoletano si scrive in un modo e si pronuncia diversamente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, le partite con l'amico che me lo passò erano molto più divertenti che i "solitari" anche se ricordo un notevole fair play perché già erano poche le occasioni di andare uno a casa dell'altro per tutta una storia di quello che in Iran chiamano "Ta'arof" da parte delle nostre madri, e se ci fossimo pure menati ogni visita sarebbe stata interrotta.

      Sulla frase in napoletano resa in quello che chiamo ACMU (Accento Capitolino-Meridionale Unificato, ovvero il mélange di romano-campano-siciliano con cui diversi polentoni dalla simpatia pari a quella di una ragade vogliono fare i simpatici o descrivere attività al limite del regolamento) ammetto la mia ignoranza, purtroppo su Google Translate non c'è e per quanto mia moglie abbia fatto la SSLMIT purtroppo non ha scelto l'idioma partenopeo, quindi non ha potuto aiutarmi. Mi scusasse, marescià.

      Elimina

Sicuro di aver letto bene il post? Prima di postare, rileggi.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...