Ridiamo un'occhiata all'intro di questo umile sito, vi va? Era la fine del 2016 e scrivevo "Quindi ora provo a giocare ai giochi che avevo e ai giochi che avrei voluto avere, e li documenterò". Ecco, sono lieto di dire che sono stato abbastanza coerente nel mantenere il mio proposito (con l'eccezione di qualche software "atelier culturale"), e la cosa mi rende molto felice. Il gioco di oggi, invece, è un ibrido tra "gioco che avevo" e gioco che avrei voluto avere, perché con mia estrema rosicata, pur essendomi stato passato, mi fosse pigliato un bruciaculo se fossi riuscito a farlo partire. E non è che il mio pusher fosse dietro l'angolo. Beh, insomma, non era neanche a distanze siderali in realtà. Una rapida consultazione di Google Maps tira fuori circa un'ora e mezza di macchina spesa principalmente sull'A14, ma sono sicuro che al tempo sembrasse molto più lungo, che al tempo non c'era lo svincolo della A1 "Vecchio Paese", e quando mio papà superava una certa velocità partivano i cori di ansia che lo costringevano a rallentare. Quindi facciamo almeno un paio d'ore per arrivare alla meta, che, lo avete letto in altri articoli, per quasi due decenni è stata sempre il Bagno 25 di Gabicce Mare (PS al tempo, ora PU).
on the bicc' a gabicc' |
E insomma tra le conoscenze che si rivedevano a ogni anno un po' più vecchie (al netto dei decessi avvenuti durante l'inverno) c'era il nipote del proprietario dello stabilimento balneare, un ragazzo di cinque anni più anziano di me che conosco da quando avevo più o meno due anni (e che condivide il nome con Sinjin. Non nel senso che si chiama Sinjin Malvineous Giulio, ma ha lo stesso nome che ha Sinjin in realtà).