lunedì 26 febbraio 2018

Night Shift

Sapete che cosa mi fa schifo dei giochi multiplayer? Due cose. La prima, è che danno dipendenza, e le dipendenze sono quasi sempre brutte. La seconda è che certi giochi online, nella fattispecie i cosiddetti MMORPG (World of Warcraft, tanto per farvi un esempio) assumono un carattere talmente routinario che non sono più giochi: sono lavori. Il gioco, l'ho già scritto, deve essere il momento di svago e di stacco totale dalla realtà quotidiana e dalle preoccupazioni. Crearsi una vita parallela con la sua economia, le sue fatiche, i suoi impieghi noiosi e ripetitivi, non è un gioco. È un lavoro, che succhia via ogni parte di gioco in quanto tale, ovvero la parte in cui ci si diverte.

emozioni fortissime.

Allo stesso modo, trovo molto amaro che molte pagine "gentiste" (parola che ovviamente mi infastidisce) su facebook facciano i soldi con un lavoro fatto di stare su un social network a scrivere "condividi se sei incazzato", celebrino la bellezza del lavoro manuale, di quanto sia bello essere veri uomini che tornano a casa puzzando di morchia (così facciamo pure un riferimento alla xylella che non sta mai male) e di olio per motori (perché se non ti esalti con le macchine sei per forza una mammoletta). Un po' come dire che chi auspica il ritorno della leva obbligatoria non ha mai fatto il militare. Ehi un istante, è esattamente quello che succede nel 90% dei casi! Vabbè. 

lunedì 19 febbraio 2018

SimCity

"Caro Ex Videogiocatore, bello il tuo blog, per carità" starete dicendo "ma perché tiri fuori giochi che non si caca nessuno? Perché non recensisci qualcosa di famoso? Sarai mica forse un hipster che vuole occuparsi solo della roba oscura per alimentare il suo senso di superiorità?"

Mi sono perso.
Bene, carissimi frignoni, eccovi serviti: in realtà di giochi universalmente noti ne ho recensiti, poi quando ho dato "merda" a Lemmings vi siete sentiti feriti nei sentimenti, chiudendo la pagina, cancellando i cookies e dando pure fuoco al computer per evitare di essere contaminati da un'opinione che non è la vostra. Poi siete andati su facebook a imprecare contro il cosiddetto "pensiero unico" condividendo il pensiero di mille altri cloni di voi stessi, perché come dice Hoffer "Gli anticonformisti viaggiano di regola in gruppo. Raramente si trova un anticonformista che vada da solo. E guai a colui che all'interno di una cricca anticonformista non si conforma all'anticonformismo."

Sta di fatto che oggi vi parlo di Sim City. Sigla!



lunedì 12 febbraio 2018

Serve & Volley

Il tennis è complicato, imprevedibile, magari piove e ti rimandano il match. Non è solo correre e colpire. È strategia, testa. E non c'è droga per migliorare l'intelligenza. 
- Boris Becker

Comincio subito ammettendo che di tennis ne so poco e niente, e credo di non aver mai visto un match intero in vita mia. 
Però mi sembrava divertente iniziare l'articolo con una citazione che dice come il tennis sia uno sport di intelligenza, detta da un ex tennista miliardario che è riuscito a sputtanarsi tutti i soldi tra droga e femmine mi faceva abbastanza sorridere. Oh, intendiamoci, poteva rovinarsi in modi peggiori. Il mio compianto professore di storia dell'arte era solito dire che l'uomo si rovina in tre modi: le donne, il gioco d'azzardo, e l'agricoltura.

Ecco, dovendo scegliere non sceglierei di certo l'agricoltura. In realtà sceglierei di non rovinarmi affatto, ma d'altra parte io sono un uomo fondamentalmente noioso. Sigla!



lunedì 5 febbraio 2018

Bubble Ghost

L'articolo di lunedì scorso è stato scritto da un fantasma, mi sembra logico proseguire parlando di un gioco in cui il protagonista è lui stesso un fantasma. Il che è piuttosto conveniente per chi è teme, in un videogioco, l'idea del fallimento raffigurato come la morte del protagonista. Qui il protagonista è già morto, e quindi la spada di Damocle del perdere vite o simili l'abbiamo scampata, no? 

Space Quest 1 - il remake in VGA, dove la morte è dietro ogni angolo (e spesso anche davanti)

giovedì 1 febbraio 2018

Nostalgismo, narcisismo e nerdismo - ovvero del perché potreste aver male interpretato il senso questo blog.

Ammetto che il ritorno dalle vacanze di Natale dopo tre settimane di ferie e il conseguente riadattamento alla vita lavorativa mi hanno rallentato un po' il processo di scrittura. Voi non lo vedete perché mi ero preparato in anticipo ai tempi in cui non avrei avuto tempo, ma era inevitabile diventare sempre più incasinati. Anche per il fatto che mio figlio sta crescendo e diventando sempre più attivo e interattivo, per usare la parola di un mio conoscente che ha una bimba di qualche mese più anziana dell'ex videogiocatore junior, e il cui uso liberale della parola "interattivo" mi ha fatto pensare a Francesco Carlà.

Insomma, il fatto è che non ho avuto tanto tempo di scrivere (e sticazzi) ma il tempo di pensare c'è sempre, per fortuna o purtroppo, a seconda di quello che si pensa. Ma giocando con mio figlio e scoprendo quanto è bello ridere e scherzare senza sostanzialmente fare nulla di speciale non ho potuto fare a meno di pensare (non constantemente, s'intende) a questo mio esercizio di pulizia dei ricordi. 

Già sapete quello che penso sul nostalgismo che sembra essere imperante su internet. Per ricapitolare, parlo dell'odioso rimpianto, con eterna lacrimuccia come a dire che oggi tutto fa schifo, di un'età dell'oro mai veramente esistita, in cui non avevamo responsabilità ma eravamo bambini coccolati e vezzeggiati e l'unica nostra preoccupazione era quale pupazzetto farci regalare per Natale.


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