lunedì 27 aprile 2020

Star Wars: X-Wing (Prima Parte)

Ho parlato, nelle scorse settimane, di fumetti giapponesi, di basket come di cose che durante la mia adolescenza piacevano più o meno a tutti e che cercavo (invano) di farmi piacere per uniformarmi al gruppo. "OH NO!" direte voi "NON ANCHE GUERRE STELLARI!" Tranquilli, prima che iniziate a dire che ho stuprato la vostra infanzia*, vi rassicuro subito dicendo che non è affatto così. Io ci ho provato a farmi piacere Star Wars, eh! Solo che non lo mandavano in TV! E le rosicate per vedere, sulle fecali riviste di settore, che ogni redattore snocciolava a memoria trivia sulla mitologia moderna di Star Wars mentre io lo sapevo solo per "sentito dire", erano ovviamente enormi.

* Per quelli che hanno da ridire sul fatto che abbia usato un'espressione troppo forte, sappiate che esiste una canzone chiamata "George Lucas Raped Our Childhood" che esprime il disappunto per gli episodi della seconda trilogia, quella con Natalie Portman ed Ewan McGregor per intenderci.

È qui che devo ridere, vero? Vero?
È l'ennesima manifestazione di quella sensazione che ho chiamato FOHMO (Fear Of Having Missed Out): al Vecchio Paese il cinema non c'è (e comunque per motivi prettamente anagrafici non avrei potuto beccare gli Star Wars al cinema) i palinsesti non avevano capito che miniera d'oro fossero i nerd (e quindi non facevano altro che propinare drammoni direct-to-tv tedeschi girati con birkenstock e calzini. O Grosso Guaio a Chinatown che era sì bello ma alla millesima visione iniziava lievemente a stufare.) e quindi io tutto quello che sapevo di Guerre Stellari lo sapevo tramite ricostruzione da riviste di settore e altre cose simili. 

lunedì 20 aprile 2020

Lakers&Celtics and the NBA Playoffs

Si parlava, le settimane scorse, di cose che ho cercato di farmi piacere per uniformarmi alla massa. Prima erano i cartoni giapponesi, oggi parlo della pallacanestro. Oh sì, ne ho già parlato qualche glaciazione fa a proposito di Jordan Vs. Bird - 1 on 1, e mi chiedo se non sia stato un certo ammontare di sfiga che ha fatto sì che quando ero adolescente, le cose che andavano di moda non riuscivano proprio ad attizzarmi. Peraltro, una cosa che non ho menzionato la scorsa settimana era come, in un certo periodo, andava di moda la fusione perfetta di quelle due cose che cercavo di inseguire per uniformarmi, e non ce la potevo proprio fare: si chiamava Slam Dunk, era un fumetto giapponese di quelli che si leggono all'incontrario, parlava di un coglione che a furia di essere rifiutato dalle ragazze entrava nel club del basket (ho già parlato di tutto questo) e nonostante la sua coglionaggine diventava un campione, perché madre natura lo aveva graziato con abilità atletiche fuori dal comune (Sì, noto un certo tema ricorrente). Insomma, conoscevo persone che erano andate talmente in banana per questa combinazione per me letale, che stavano modellando la loro vita sulla telenovela baskettara del liceo Shohoku, e leggendo 'sti cazzi di volumetti stampati alla rovescia (lo so, vi sto trollando) indicavano le parti in cui i personaggi venivano disegnati in maniera super deformed e ridevano in una maniera che a me pareva sforzatissima, e suonava quasi come una pernacchia.

BRFFFFFFFFFF
Tutto questo ovviamente mi fava una certa serenità nel fatto che forse non ero l'unico che certe cose cercava di farsele piacere perché subiva il potere del groupthink. Però chiaramente non avevo gli strumenti per spiegarlo né a me stesso né agli altri, e temo che nemmeno ora sarei in grado di spiegare il concetto di groupthink ad altri figli del Vecchio Paese e di tutti i Vecchi Paesi limitrofi che non abbiano deciso di fare un po' di lavoro su se stessi. Ma siccome vedo certa gente del V.P. che posta commenti lagrimosi sul blog delle prefiche, allora capisco che non c'è speranza.

giovedì 16 aprile 2020

ACE Astronomy - Ovvero di quella volta in cui scoprii il giorno esatto della Pasqua cristiana e mi fu detto di andare in TV a vantarmene

Buona Pasqua (in ritardo), cari lettori di questo umile blog! Ammetto che a prescindere dalla situazione corrente, e grazie al fatto che le regole di distanziazione sociale nel paese in cui vivo sono più lasche che in Italia, mi sto godendo appieno un tempo eccezionalmente bello, aiutato anche dal pressoché totale arresto del traffico automobilistico. In realtà, le festività pasquali mi hanno sempre messo di ottimo umore: sarà il risveglio della natura in primavera? No, perché coincideva con l'inizio dell'allergia. Sarà che inevitabilmente in TV davano Ben-Hur? Probabile! Sarà che dal Venerdì Santo le campane del Vecchio Paese (il cui campanile è a 50 metri da casa dei miei) sono mute fino a Domenica e quindi posso vedere un film senza che il prete mi disturbi la visione con le sue scampanate a caso? Forse! Sarà che intorno al periodo pasquale stavo a casa e con la luce particolare del periodo vedevo illuminate naturalmente parti della casa del Vecchio Paese che il resto dell'anno non vedevano un fotone neanche a piangere? Miracolo, sì! La casa illuminata, la libertà di non dover pensare alla scuola, con la fine dell'anno scolastico che si avvicinava e le vacanzine che facevano da giovedì a lunedì incluso, il vedersi con gli amici fuori dalla classe un po' più spesso del solito per via dell'obbligo sociale di presenziare a tutte le funzioni delle celebrazioni pasquali, insomma,era una roba che mi metteva di buonumore. Cacchio, persino in chiesa ci dicevano che dovevamo essere di buonumore!

YOLO (JK)
Eh sì, perché persino l'austerissimo parroco del V.P. nonché i catechisti ci dicevano di sbattercene le palle di Natale, che era sì importante ma a noi ce ne fregava soltanto dell'aspetto corrotto dal putrescente bubbone del capitalismo (il Vecchio Paese è comunque in provincia di Bologna). Ma a Pasqua sì che si doveva festeggiare! Cristo è risorto e non provate neanche a osare lamentarvi della patetica sorpresucola che c'è nell'uovo di Pasqua mentre a Natale vi arrivano tre scatoloni marchiati Olivetti!

lunedì 13 aprile 2020

Season of the Sakura (Seconda parte)

Nella precedente puntata di "Petali di ciliegio e un turbinio di sentimenti per Shuji!"


Otaku!

Moe!

Surepoji!

Uè capo! Facimmece 'nu girett' sulla tua collezion'e jurnalin' eh?

Ed ora, salvo "ragequit" da parte dell'ex videogiocatore, la conclusione!


lunedì 6 aprile 2020

Season of the Sakura (Prima parte)

Ci ho provato, come tutti quanti. Sarei un ipocrita se dicessi che io ero superiore e cercavo di emanciparmi dalla mania che sembrava prendere piede. Era il tardo 1996, aveva fatto la sua comparsa nella cultura di massa TMC2, che come ragione sociale aveva "I GIOVANI". Che detta così non è né più né meno che le stronzate scritte da "Baby Boomer" di certi giornali odierni, sedicenti seri, a proposito di un mondo, quello delle generazioni successive, che non solo non capiscono, ma che velatamente pure odiano. Niente dice "declino" come il giornale di Confindustria che cerca di capire come la pensano i giovani.

Il declino
E insomma, nel 1996 Videomusic era diventata TMC2, parte di un esperimento da parte di un Cecchi Gori non ancora consumato dal complesso di Edipo e dalla cocaina. Nella visione di Cecchi Gori, TMC2 era parte del terzo polo televisivo nazionale che mirava a strappare il pubblico "giovane" ad Italia 1 con servizi "profondi", appunto, su "Dove hanno sbagliato i giovani" o "Ancora alcuni tra i più grandi sbagli dei giovani", e "Ma chi sono poi questi giovani, in fin dei conti?"

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