Vi giuro che ci ho provato. Mi ci sono messo d'impegno. Ho provato a leggere American Superbasket, a guardare la NBA commentata da Dan Peterson, a studiare le regole del gioco, a leggermi la storia da Naismith a oggi, ma niente. Per un periodo avevo pure avuto magliette e felpe con i loghi dell'NBA, e a tutt'oggi sono preso per il culo da mia sorella perché, come tutti i preadolescenti al Vecchio Paese, le mie preferenze erano per i Chicago Bulls di Michael Jordan.
Che ci crediate o no avevo pure la canottiera di Jordan con il numero 45, acquistata in una specie di buco polveroso adibito a negozio di articoli sportivi (e anche cartoleria), che era di proprietà del fratello di Cesare Ragazzi.
Salve! Sono Cesare Ragazzi e al Vecchio Paese mio fratello ha l'esclusiva sul merchandising dell'NBA! |
Tutto questo per dire che cosa? Che al gioco della pallacesta non sono mai riuscito ad appassionarmi. Ci ho provato, per essere accettato dal branco. Perché di lì a poco sarei entrato nella preadolescenza, avrei iniziato a puzzare, e avrei iniziato a vedere le ragazze non più come oggetto di scherno. Ma alla fine, oh: la pigrizia era tanta. Che uno giocasse a basket o no, l'opinione delle ragazze su di lui cambiava poco e dipendeva da meccanismi che nessun uomo è mai riuscito e mai riuscirà a capire. Si aggiunga anche che, come avete letto nell'introduzione a questo blog, da ragazzino ero un impedito nonché quello che secondo alcuni poteva essere definito uno sfigato: il basket proprio non riuscivo a farmelo piacere.
Che vi devo dire, mi mancava una buona motivazione.
Salve! Sono Cesare Ragazzi, e questa sì che è una motivazione! |
I tentativi per farmi piacere lo sport, ovviamente, passavano dai videogiochi, e prima di arrivare a NBA Jam e a Run&Gun nel bar fuori dal mio liceo, c'era il gioco di oggi. Sigla!
Michael Jordan (pausa) Larry Bird (pausa)... uno contro uno! Prima che la Electronic Arts lanciasse la linea EA Sports (tzinneggheim), lo sport era comunque un ottimo pretesto per guadagnarsi una bella fetta di mercato, puntando su licenze e nomi altisonanti. Non a caso la stessa EA nasce perché il suo fondatore, Trip Hawkins, era appassionato di simulazioni di football americano (con una simulazione computerizzata, nel 1974, aveva previsto il risultato del Superbowl) e voleva creare una cosa simile per il pubblico. Quella cosa prese il nome di John Madden, commentatore della NFL, e ancora oggi, se si pensa ai videogiochi sul football, si pensa a Madden e alla EA. Insomma, ci avevano visto lungo. Jordan Vs. Bird non è un gioco originale, ma è il seguito di un gioco del 1983, chiamato anche lui One on One. La differenza era che al posto di Jordan c'era Julius "Dr. J" Erving.
Il menu principale! In modalità testo. Non chiedetemi perché ma nel suo essere così scarno lo trovo molto caldo e accogliente. Bella anche l'idea di mettere le statistiche dei due protagonisti. Avrei messo anche qualcosa di motivante sul fatto che Bird è nato in povertà e ha usato lo sport per riprendersi da una situazione familiare difficile. Vabbè basta così, iniziamo con la partita uno contro uno.
La partita è divisa in quattro quarti a lunghezza variabile, io imposto due minuti per quarto. In questo match gioco come Bird, e Jordan lo tiene il computer. È il 1988 e Jordan ha ancora i capelli, ma ho già superato il limite massimo di foto di Cesare Ragazzi su un blog quindi non farò altre battute. Il limite massimo era 0.
Vi chiederete: perché mai gioco come Bird ? È presto detto, perché Bird è più bravo coi tiri da tre, Jordan se la cava meglio con le schiacciate. Quindi appena ho palla cerco di tirare da fuori, come in questo caso, in cui sbaglio.
Riprovandoci, stavolta la piazzo dentro. La claque che ha seguito Larry fin da Boston esulta. Ho sempre trovato ipnotici i due giocatori di football che si prendono a testate.
Ovviamente Jordan, che a differenza di Bird viene da una famiglia borghese, ha un ego troppo grande per essere in svantaggio, e quindi con quelle frasi a effetto che piacevano tanto a noi giovani onanisti nei tardi anni 90 (NOT IN MAI AUS, chi se la ricorda?) schiaccia con attorcigliamento carpiato scappellando a destra mentre Bird gli salta di fianco come se stesse murando a pallavolo. I tifosi di Air Mike, sulla destra dei teleschermi, esultano.
Tocca di nuovo a me. La mia tattica è quella di tentare il tiro da tre (anzi, come si diceva ai miei tempi, "LA BOMBA") ogni volta che posso. Semplice. La palla va dentro senza toccare il ferro e qualche telecronista dilettante eiacula dicendo "OLL NET END NOZING ELS" con voce impostatissima.
La mia conoscenza delle regole del basket è labile, e dopo essermi fermato tentando di tirare, provo a spostarmi e mi fischiano un'infrazione di passi.
Ed ecco un bug grande come una casa. Tiro, sbaglio, Jordan va al rimbalzo, ma per le regole dell'uno contro uno deve uscire dall'area del tiro da tre prima di tirare di nuovo. Io mi pongo davanti a lui bloccandolo, e quel cretino anziché aggirarmi o dribblarmi, corre sul posto finché non scade il tempo.
Fine primo quarto! Ci sono le statistiche. Larry Bird ha i baffi? In effetti, pare che una delle cose più ardue del basket sia capire se Bird ha i baffi o meno. Tipo che devi guardarlo in faccia per diversi minuti incrociando gli occhi, un po' come gli stereogrammi "Magic Eye", prima che compaia il baffo.
Altra nota fastidiosa, sotto canestro si perde di vista la profondità. Con quale criterio la palla rimbalzata è finita in mano a Bird anziché a Jordan? Non ci è dato saperlo, ma per non saper né leggere né scrivere, correggo il tiro precedente sbagliato.
Jordan, intanto, sa fare quello che fa meglio, schiacciare. Non sono mai riuscito a fargli una stoppata, anzi, come si diceva ai miei tempi al Vecchio Paese, a "TIRARGLI UN'ORBA". Lui schiaccia "IN IO FEISSSS", Guido Bagatta la fa nei pantaloni e i chicaghesi tra il pubblico esultano.
Con il trucco del balletto sotto canestro sono riuscito a perdere 24 secondi.
Diversi cesti più tardi.
Larry ha la mano calda! Un tiro da 3 dopo l'altro mi porto a +8 e siamo a metà partita.
Ecco, questa gif dimostra tutto ciò che c'è di sbagliato nel gioco. I personaggi si muovono di lato con lentezza, non si capisce dove casca la palla, e quando provo ad acchiapparla Bird salta a schiacciare senza palla in mano. Non ci siamo.
Fine terzo quarto, Jordan è in vantaggio di tre.
Due minuti dopo.
Ah, niente di particolare da segnalare nell'ultimo quarto. Jordan vince e i controlli poco maneggevoli mi lasciano un sapore amaro in bocca.
Ma attenzione! Non c'è solo il one-on-one nel gioco. Abbiamo anche la gara delle schiacciate. Proviamo subito. Da una parte ci sono io che tengo Jordan, e dall'altra parte c'è il computer, che tiene sempre Jordan. Jordan contro Jordan. Mi viene da chiedere se ci sia un portale dimensionale da qualche parte tipo "Essere John Malkovich" in cui ci si trasporta nella mente di Michael Jordan e lo si guida.
Comincia il computer. Cosa vuol dire "Kiss the Rim" ? Molti di voi con la mente sporca pensano già a qualche pratica sessuale non convenzionale, io che sostanzialmente sono un uomo noioso non ne ho idea. Jordan tenta una schiacciata e sbaglia clamorosamente. La giuria gli assegna i voti 3, 3, 3, 3, 2. Un totale di 14. Schifo! Schifo! Ora tocca a me.
Ah ecco, "Kiss the rim" è uno stile di schiacciata incluso tra quelli che si può scegliere di eseguire. Proviamo pure noi a "baciare l'orlo".
La corretta esecuzione della schiacciata dipende da vari fattori. Il punto di partenza, il tempismo nella pressione e nel rilascio del tasto di tiro, e tante cose che non ho mai capito a fondo. Gironzolo per il campo in cerca di un buon punto di partenza...
...e quando mi sento convinto, via che andiamo. Oh, almeno stavolta è cesto. 6, 7, 6, 7, 6. Totale: 32. Primo round mio!
Sì gioco ho capito, sono in avanti io. Queste sono le finali perché sto giocando io contro il computer. Si può giocare fino a 4 persone, in tal caso avremmo le semifinali. Osservazione molto acuta, lo so.
Tocca al computer, con "Statue of liberty". Porca miseria! L'ha fatta bene, quasi perfetta. 9, 10, 10, 10, 10. Glom.
Io scelgo lo stile "Toss Slam" che non è la schiacciata che poi ti serve la Neoborocillina (ridete!). Semplicemente lancio la palla in aria, la riprendo, e la schiaffo dentro. Più o meno come fare l'alley-oop da solo. Marò quanto si spugnettavano i miei coetanei al Vecchio Paese per l'alley-oop. Che fastidio.
Terzo (e ultimo) round. Parte il computer con la schiacciata a mulino a vento ma tra le grasse risate del pubblico, il Jordan teleguidato dal pc non solo sbaglia, ma si scapuzza per terra come un salame. "Sceeeee-mo! Sceeeee-mo!" canta il pubblico. Jordan si deprime e prende in considerazione l'ipotesi di mettersi a giocare a baseball.
Tocca di nuovo a me, con la schiacciata "Twister", che è una versione avanzata del precedentemente visto carpiato laterale con scappellamento a destra. Mi viene pure bene: 9,8,8,6,9. Lo stronzo che mi ha dato solo 6 lo aspetto fuori.
Ho vinto io! Sono il Sultano dello Slam, ma non chiedetemi cosa voglia dire. L'allitterazione è sempre presente nei commentatori NBA. C'era persino un telecronista della ESPN che come esclamazione per una schiacciata particolarmente spettacolare, diceva "Gianluca Pagliuca!". E diciamocelo, il Gatto di Casalecchio è sicuramente meglio del classico e inflazionato "boom shaka laka".
Tiè, ho vinto. Infiliamoci nell'altro condotto dimensionale che ci porta nella testa di Larry Bird...
...e buttiamoci nella 3-point contest! La gara dei tiri da 3. Di tutte le sezioni, questa è quella più tirata via. Anche solo per il fatto che il numero di palle nelle panche non diminuisce ogni volta che ne tiriamo una.
Sì, è vero che il numero di palle a disposizione è scritto nei display sotto la giuria, però bah. A volte sembra anche che i palloni siano incollati alle mani di Larry, e per quanto abbia provato a perfezionare il tocco del tasto di tiro, fatico a capire cosa decida la bontà di un tiro. Esattamente come capitava nella gara delle schiacciate. Esattamente come capitava nell'uno contro uno.
Mi chiedo anche se non ci sia una componente totalmente casuale nel tiro da tre.
Finito il tempo a disposizione, mi restava ancora una panca e mezza da completare. Nel frattempo però mi sono bello che fracassato i maroni. Prossimo gioco!
È merda? Sì. La grafica è carina e pulita, ma i controlli, ragazzi miei. Il videogioco deve darti l'impressione di essere lì sul campo a sudare e a sgomitare, ma senza la fatica e la puzza. Se il controllo in partita è simile a quello che si ha in certi sogni in cui si litiga con qualcuno ma quando si cerca di menarlo i pugni non lo raggiungono, allora a cosa serve tutto ciò?
Ci rigiocheresti? Se non avessi assolutamente null'altro da fare, e se la cosa non consumasse tempo, immagino che una gara delle schiacciate la farei anche.
Io ero un nerd, ma sul basket non ho mai avuto dubbi: non mi è mai piaciuto :D. A un paio di videogiochi a tema mi sono però cimentato (uno era probabilmente quello dell'Ea Sport del '96 o del '97).
RispondiEliminaComunque mi sembra un buon gioco per essere del 1988...
Nel vedere il pubblico mi è venuta in mente una cosa..ma al famigerato videogioco dei The Real Ghostbusters 2, hai mai giocato? Quello è un cuuuult.
La pubblicità di Cesare Ragazzi oggi non potrebbe essere pubblicata: è sessista, con la donna nuda :D.
A Ghostbusters 2 ci ho giocato, ma ammetto che non l'ho mai capito. È nella lista delle cose da rivedere, appena mi metterò d'impegno per cercare di andare un minimo avanti. Ma non contare che lo recensisca di qui a breve.
RispondiEliminaLa pubblicità di Cesare Ragazzi con la donna nuda, comunque, era stata fatta per Playboy o Playmen, comunque una rivista per uomini adulti. Anche ai tempi, pubblicarla sulle riviste "normali" sarebbe stato impensabile. Cerchiamo di evitare di idolatrare il passato come un'età dell'oro in cui il moralismo moderno non esisteva: non dimentichiamoci che fino agli anni 70 (più o meno l'epoca in cui la pubblicità di Cesare Ragazzi fu pubblicata) c'erano ancora parole che in tv non si potevano pronunciare. Ad esempio, non era possibile dire "membro del parlamento" perché membro poteva essere frainteso come "cazzo".
Sono d'accordissimo: in quegli anni c'era un tipo di moralismo diverso.
EliminaPer quanto riguarda il gioco, invece, pure io me lo ricordavo molto carino, ma i controlli, mamma mia che oRore.
RispondiEliminaGli anni '90 e l'NBA, che NOSTALGIA! Ho giocato a pallacanestro per 10 anni, ci giocavano tutti i miei amici, avevo cappellini, canotte, scarpe, gadget, la camera tappezzata di poster... E adesso? Gioco a rugby e a calcetto.
RispondiEliminaSono certo che se solo uno di noi avesse avuto questo gioco tra le mani a quei tempi avrebbe avuto sempre casa piena di ospiti a sorpresa, ma ora, svanita la necessità di essere accettato dal gruppo, resterà solo un mucchietto di gif su un blog che leggo al lavoro.