Ognuno ha le sue fantasie di potenza. Tom Clancy, per esempio ha quella "Mary Sue" di Jack Ryan. Quello grandissimo sfigato di Chris Roberts (di Wing Commander) a il suo anonimo protagonista chiamato Christopher Blair. Il vostro stimato ex videogiocatore invece si è aggrappato a diversi personalissimi trend, che sono andati dal protagonista di Rocket Ranger, di quando l'ex videogiocatore era solo un bambino che desiderava tanto volare, ai cazzutissimi Space Marines di Warhammer 40.000 (un tempo chiamato starquest) fino all'Avatar di Ultima VI. È una forma di escapismo che è inevitabile a una certa età: immaginare di essere superpotenti per poter giocare al grande gioco della vita in modalità "tutorial" o, per chi è pigro come me, con l'invincibilità attivata.
Mary Sue |
Ora, se c'è una cosa che imparato in questa retrospettiva è che con l'invincibilità attivata ai giochi in prima persona subito aumenta il senso di vomito, ergo con la mia fortuna, se mi capitasse il modo di gabolare nella vita (che ha la visuale in prima persona, ricordiamo) molto probabilmente mi troverei con un eterno senso di schifetto in bocca. Bleah. Ma sto divagando.
Tra le persone che sono vittime delle loro fantasie di potenza al punto che le hanno trasposte nelle loro creazioni c'è anche la molto apprezzata Muriel Tramis, autrice di numerosi giochi di cui abbiamo parlato in questa sede: Gobli[i[i]]ns, i vari edutainment sulla lingua inglese, fino al gioco di Asterix in cui bisognava far uscire il druido barbuto dallo stato di fattanza. Insomma, la fantasia di potenza della simpatica signora Tramis è una donna forte e indipendente, estremamente intelligente e piena di risorse, originaria della Martinica e con un fisico da modella. Ecco, per essere martinicana la Tramis è martinicana. Intelligente lo è, piena di risorse anche. Forte e indipendente, beh, molte donne nell'IT lo sono, se non lo si è bisogna diventarlo, vista l'insicurezza tossica e viscida di molti nerd che non hanno mai conosciuto le gioie della sbunnata in vita loro (e la cosa li fa rosicare tanto). Il fisico, nel caso di Madame Tramis, pare essere perfettamente nella norma dalle foto che ho visto, il che è già una bella conquista vista la sedentarietà di molte persone che lavorano nel campo dell'information technology: ma onestamente, vogliamo rimproverarle l'aver immaginato una fantasia di potenza ben fisicata? Vista l'improbabilità anatomica dei corpi degli eroi in cui i nerd si immedesimano? Glielo perdoniamo.
per dire |
Questa fantasia di Potenza era stata protagonista anche di quello che è il prequel non ufficiale di questo gioco: Fascination. Un tipico gioco della Coktel, in realtà abbastanza dimenticabile, se non fosse che era uscito in un periodo in cui la cocktail faceva anche dei giochi ad alto contenuto di arrapamento. O almeno così sostenevano, perché quando avevo provato a scaricare Geisha o Emmanuelle, e di erotico avevano ben poco. Fascination, invece, almeno aveva la decenza di presentarci la sua protagonista Muriel-Tramis-Ma-Più-Topa (chiamata Doralice per comodità) che sta a farsi la doccia per una decina di minuti reali. Spero che vi funzioni bene l'ALT-TAB, amici che giocano a casa dei genitori!
Vabbè. Il gioco di oggi nasce come sequel non ufficiale di Fascination, e nel 1993 tutti si stanno stracciando le vesti per il FILM INTERATTIVO. Muriel ha lavorato per il consorzio Ariane Aerospace, quindi sa benissimo cosa significa essere all'avanguardia. Quindi quando c'è da fare un film interattivo, lo fa senza problemi, e ci mette come protagonista Doralice, e via a collezionare un altro successo, coronato dall'intervista su Micro Kid's, la trasmissione di riferimento per il videogiocatore d'Oltralpe dei primi anni 90. (Si vede che sono i primi anni 90 dalla bellissima giacca dell'intervistatore).
Visto che figata? 'Sta roba era sulla TV nazionale. In Italia, dopo inizi promettenti di quando il servizio pubblico non si sentiva in dovere di seguire la tv privata (parliamo, chessò, di Tandem con la Sampò, che io ero troppo piccolo per godermi) i videogiochi erano diventati una roba quasi carbonara: al di là della comparsata straordinaria di Max Reynaud e soci alla corte di Carlo Conti, per vedere i videogiochi in TV c'era Gamesmaster su Telemontecarlo la domenica mattina, che collideva inesorabilmente con il catechismo e quindi riuscivamo a vedere solo occasionalmente, e chi aveva il videoregistratore se lo videoregistrava. Gamesmaster, detto tra noi, era una merda: era una trasmissione scozzese doppiata male, troppo focalizzata sulle console e nel ruolo ridicolo del "GRANDE MAESTRO DEI VIDEOGIOCHI" (*gesto che mima la pugnetta*) c'era il repellente Patrick Moore, quintessenza del Vecchio di Merda che parla col birignao sputando odio su tutto e tutti perché non ha mai accettato la sua omosessualità latente, giustificando così tutto da solo il concetto di "gay pride": se siete gay, cari amici, vogliatevi bene, altrimenti diventate dei VdM anzitempo e passate la vostra vita nell'odio e nella menzogna, e oggettivamente è una vita un po' buttata via, secondo me. (Ha fatto però degli ottimi documentari di astronomia, questo riconosciamoglielo, e teniamo il buono di tutte le cose).
Divagazioni a parte, l'hype era grosso, e quando diversi anni dopo, Lost in Time uscì in edizione economica "Edicola di CTO", con qualche dubbio me lo presi, incuriosito pure dal fatto che sulla copertina, come sottotitolo, c'era "Part 1 & 2". Beh, che dire, due giochi in uno? Gran bazza! Lo si prende, sai mai che si vedano pure le pocce. Sigla!
Via, niente fronzoli, niente sovrastrutture, niente loghi presentati con
autospompinamento implicito, schermata del titolo e ringraziare! Pure in alta
risoluzione, eh! Mi piace molto, molto essenziale, molto diretto. Bene così.
Al tempo mi faceva cagare perché ero convinto che non avessi installato bene
qualcosa. Tutta colpa di Stefano "BDM" Petrullo che diceva che la versione
dischetti poteva essere installata incompleta ma che lui, e sono certo che
questo lo stesse scrivendo dopo essersi piantato un dito nel culo per poi
annusarlo con la sicumera del sommelier della rubrica "Gusto" del TG5, lui i
giochi li installa completi e basta. Bene, facciamogli un applauso. Fatto?
E cominciamo con un bell'effetto di ripresa post-sbronza. Doralice, la nostra
libertina Doralice che nel precedente episodio era sempre a caccia di forti
emozioni (e di cazzi, mi sento di aggiungere), qui è tutta impaurita e ha
perso molta della sua disinvoltura. Non so se magari qualche reazionario
redattore di fecali riviste di settore d'oltralpe si è arrabbiato con Muriel
Tramis perché Doralice sul cosiddetto "Bechdel Test" ci si puliva le scarpe
tacco 12 e la voleva più remissiva e siccome
l'argent c'est l'argent abbiamo ridimensionato la spavalderia di
Dora per questo episodio. Non so, ma siamo iniziati in medias res, non
sappiamo un cazzo di niente, se non che c'è una nave (in cui siamo ora), una
cassa (di cui non sappiamo nulla) e un uomo, con cui Dora potrebbe o non
potrebbe essersela spassata, ma se anche lo fosse, Iddio la benedica! Non
lasciamo che siano solo gli uomini a divertirsi! È un mito maschile
sul femminismo l'idea che le donne lo odino. Può essere un'attività naturale e
stuzzichevole, anche se esistono persone, parlo della satiriasi negli uomini e
della ninfomania per le donne, che lo praticano in modo non spontaneo e senza
gioia.
Insomma ci giriamo per questa finemente renderizzata (per il 1993) nave e
troviamo delle cose che ci saltano all'occhio perché sono fatte in pixel art.
Un lucchetto, una lampada. Ancora un messaggio contrastante da parte di Dora:
è da stamattina che sto forzando lucchetti, e uno porcellone fa subito il
collegamento lucchetto -> chiave -> chiavare e insomma già il fatto che
una bella ragazza digitalizzata fosse su un videogioco era già un ottimo
selling point. Lasciate stare che questa bella ragazza fosse la fantasia di
potenza di Muriel Tramis, ma diciamo che in questo modo ce n'è per tutti, un
po' come con Lara Croft, che è arrivata cinque anni dopo ma siccome la fecale
stampa tutta è sottomessa a quel birignao del cazzo degli inglesi allora tutti
si sono dimenticati di Dora, che peraltro è molto più gnocca della bambola
gonfiabile inglese
Comunque, si diceva del colore marroncino-vomito dei giochi più recenti, no?
Notate un certo bias cromatico qui? Beh, immagino che nel 1993 tutti 'sti
rendering fossero una figata notevole. No? C'è anche un secchio d'acqua, e
Dora ci si specchia sopra, ma ahimé, noi non la vediamo! In realtà per un
artifizio volto all'ulteriore immedesimazione nella protagonista, non si vede
mai Dora a faccia intera (forse alla fine del gioco, ma non crediate che ci
arrivi).
E niente, non ci si vede affatto, non prima di aver fatto luce sulla vicenda.
Luce? Qualcuno ha detto luce? Usiamo la lampada sulla botola, perbacco! E via
che Dora supera la sua paura del buio e scende al livello più basso della
stiva, che è mezza allagata. C'è pure la scena in cui Dora prende in mano un
topo morto, ma non ho voluto includerla perché tanto lo so che voi fareste la
battuta topo/topa. Evviva. Comunque che questo gioco è molto più casto del
prequel si vede dal fatto che non ci sono state immagini gratuite dell'acqua
sporca della nave che fa aderire la maglietta di Dora alle pocce. Ah, beh, lo
so. Intanto andiamo a ravanare in una botte, che qui ce n'è in abbondanza...
E troviamo una bottiglia di olio di palma. Che ci facciamo? Dora ci fa la
Nutella per poterla poi dar da mangiare a un cane, uccidendolo? È un po' un
classicone di Muriel Tramis quello di ammazzare i cani con lo zucchero, ma
questo l'ho già detto. È l'equivalente per Muriel dell'unica battuta che
conoscono i reazionari su internet in chiave transfobica "I IDENTIFY AS AN
ATTACK HELICOPTER", che al di là di tutto quello che si può dire su quanto
sono delicatini questi vecchi di merda, è una battuta che non fa ridere e se
proprio ci si deve identificare in qualcos'altro, bisogna proprio farlo con
il più stupido di tutti dei mezzi da guerra? L'unica occasione in cui ha senso identificarsi in un elicottero da
guerra è quando si fa roteare l'uccello urlando "BLACK HAWK DOWN! BLACK HAWK
DOWN!". Ma sto divagando di brutto. Il mefitico olio di palma Dora lo usa
come lubrificante. Rimettetelo subito nei calzoni, porcelloni! Lo usa come
lubrificante per una pompa! No, no, smettetela! La pompa per estrarre
l'acqua sporca dalla nave!
Ora che è tutto pulito e finemente renderizzato possiamo andare a
giochicchiare con la catena, perché comunque, anche se Doralice mostra meno
le pocce rispetto al prequel, le allusioni alle porcate le fa, e insomma, se
tanto mi da tanto, a Dora piacciono pure le cose un po' estreme. Tipo
ravanare con le catene e trovarci... un cavatappi? Beh, è un gioco della
Coktel Vision.
Qui la fecale CTO casca bene perché si dice sia "gettare la spugna" che
"jeter l'éponge" in francese, quindi il gioco di parole è conservato. Ma poi
in realtà non sono nemmeno sicuro che fosse la CTO a tradurre i giochi della
Coktel, magari avevano un traduttore interno che si occupava della
localizzazione. Che 'sta cosa del multilinguismo i francesi ce l'avessero lo
avevamo già capito ai tempi di Eternam, che era stato tradotto in maniera
veramente pessima, roba che nemmeno la fecale CTO, impegnandosi, sarebbe
arrivata a tanto. Quindi sì, mi piace pensare che l'abbiano tradotto i
francesi, perché se traducono tutto per loro riconoscono con un'umiltà
superiore agli inglesi che magari non tutti gli stati del mondo fanno
parte de La Francophonie, quindi gli pare giusto tradurre almeno in inglese,
italiano, tedesco e spagnolo. Ecco, spiegato così il multilinguismo ha
senso, senza l'esempio dei videogiochi francesi distribuiti con la
traduzione già inclusa il multilinguismo è solo il portafoglio per i
commissari europei particolarmente inutili.
Usiamo la spugna umida, spugna che abbiamo trovato usando la lampada dietro
le botti (non immaginate quanti vaffanculi mi abbia tirato fuori questo
enigma) stacchiamo dal muro un poster...
...che nasconde un nodo del legno, che prontamente Dora toglie usando il
cavatappi. E questo è niente, amici, rispetto alle prodezze che le vedremo
fare. Intanto facciamo una scena di voyeurismo guardando attraverso il
gloryhole buco nel muro. Cosa mai ci sarà? Due persone che
trombano?
Eh no, amici, quello è il prequel, ve l'ho detto! Dietro il muro c'è una
specie di Kunta Kinte circondato da un effetto blue-screen agghiacciante.
"Désò céina brisa strazèr i maròun" le dice Kunta, che in realtà si
chiama Yoruba, che non sono tanto le catene che gli danno fastidio quando il
casino che sta facendo Doralice mentre gioca a fare McGyver in giro per la
nave. Ecco, per il me stesso dell'epoca, e quando dico epoca intendo quando
vidi le anteprime sulla fecale stampa di settore, l'occhio e il quarto di
naso che si intravedeva di Doralice me la faceva intuire come grandissima
gnocca. Poi con un po' di investigazione, e anche grazie al fatto che molta
gente mette sua sponte i cazzi suoi su Facebook, ho scoperto che l'attrice
che si è fatta digitalizzare per intepretare Doralice è tale Dominique
Laurencine, che vive in Martinica (vaffanculo, ma per invidia) e fa la
sofrologa. Che cos'è la sofrologia? È un pot-pourri di
meditazione, yoga, ipnosi, training autogeno e altre cose che funzionano
perché male non fanno, ma se le prendete come rituali da seguire
pedissequamente per ottenere la felicità, beh,
a me, me pà 'na sctrunzat'. Sempre meglio dell'omeopatia e
dell'osteopatia, ecco.
Dora e Yoruba fanno riferimenti a cose di cui non ho idea e devo dire che
l'inizio così "a bietta", come direbbe mia mamma con uno dei suoi storici
neologismi, non aiutano a capire. Però insomma, siamo su una nave, e ok. C'è
una cassa, e ok, che è un sarcofago egizio, e pure Yoruba è discendente di
maghi egizi, il che mi pare strano visto l'incarnato più scuro dell'egizio
medio, ma ok, per noi gli antichi egizi hanno l'aspetto di Yul Brynner.
Yoruba menziona pure tale Jarlath de la Prunelière e io non ho idea di che
cosa stia parlando. In realtà non ho nemmeno idea che Doralice si chiami
Doralice, anche perché nel gioco non viene detto! Siccome però nella
versione Edicola di CTO del gioco c'era il manuale in PDF, leggo tutto e
vedo che Doralice si chiama Doralice Prunelier (quindi col cognome in
versione maschile di quello di Jarlath) e Jarlath in realtà di cognome fa
"Equs", e viene dal futuro. Ci capisco sempre di meno.
Bella però la vista sulla nave, no? I colori virati oro fanno molto "Inca". Ma qui qualcuno sta parlando di suicidion? Beh, ma non è mica bello! Yoruba, che evidentemente soffre di vitiligine alla mano, ci mostra che ha con sé un coltello. Beh ma vez, anziché fare l'emo usa il coRtello per tagliare le corde, no? No, beh, non so, avrà le sue ragioni. Non lo so.
Ah, capito, gira sempre la famosa storia del carro di buoi che perde nella gara di tiro. La sua donna-acqua, di nome Velvet, lo ha mollato perché in realtà era sposata con Jarlath. Che ora voi reazionari subito inizierete a fare battute sul fatto che essendo Yoruba di colore la moglie di Jarlath è andata a quantità di carne, ma va anche detto che Jarlath si chiama "Cavallo" di cognome e se è vero che nomina sunt consequentia rerum nemmeno lui scherza. Ora, stando al canone del primo gioco, Doralice del membro virile è un'estimatrice (la rima rinforza il discorso) quindi dovrebbe essere interessata a entrambi i soggetti, ma facendo un'ulteriore rapida indagine scopro che la Doralice nel primo Fascination non si chiama Prunelier ma si chiama "May", come il chitarrista dei Queen nonché Ph.D. in astronomia! Dunque stiamo parlando di due persone diverse che condividono un nome di battesimo alquanto esotico?
non ci scommetterei |
Magari Doralice è un po' come il campione eterno di Michael Moorcock, che si reincarna in diverse realtà ma salvo qualche piccola differenza è sempre la stessa. Certo, le proporzioni della sua fisionomia sono un po' inquietanti nella versione pixelata, ma sarà perché a me i gradienti stanno sui maroni.
Insomma, grazie al carisma di Dora, Yoruba (che in tutto questo è ancora legato) le passa il coltello. Come, visto che è distantissimo dal buco? Lo lancia usando la terza gamba come catapulta? Non lo sappiamo, ma nel manuale c'è scritto che il telefilm preferito di Dora è McGyver, e come dice lei stessa "ha delle risorse", e non è un eufemismo per le tette, come scrivevano i fecali redattori della fecale stampa di settore (in alternativa, un eufemismo per le tette era "solidi argomenti di cui parlare". YAHWHN.)
Dicevamo, Doralice ha risorse e quindi usa il coRtello per fare delle tacche attorno al per nulla fallico palo ed arrampicarcivisicivisi. Il piano di sopra della nave resta comunque molto omogeneo, dal punto di vista dei colori...
...e non so voi, ma a me basterebbe questo per farmi scendere i maroni e salire il tavò. Però insomma, qualche insana ragione fa sì che debba insistere, probabilmente si tratta della fallacia dei costi sommersi, ovvero quella cosa che ti fa piacere di più qualcosa se questa cosa l'hai ottenuta con un sacrificio: nel caso di un videogioco, se l'hai comprato originale e non (avete capito). Quindi continuiamo a girare in questo incubo legnoso...
...e insomma, stiamo facendo una regressione continua di eventi che è veramente tanto anche per un gioco della Coktel! Almeno nei giochi della serie Gobli[i(i)]ns gli schemi erano tipo di tre stanze e ognuno di questi aveva un numero di oggetti piuttosto limitato! Qui stiamo esplorando una nave infinita e sempre uguale e stiamo facendo una gimcana rimbalzando "a zoppo galletto" sulla palla sinistra (che Dora non ha) per aprire uno scompartimento segreto dentro il quale... c'è del sapone. Ci credo che i marinai puzzano, con la fatica che si fa a nascondere le saponette!
Per ragioni che solo Muriel Tramis è in grado di spiegarci, usiamo un cannone arrugginito per grattugiare il sapone, e i trucioli di sapone li usiamo per far scorrere porta scorrevole. Io la chiuderei qui per il senso di oltraggio, ma siccome ora c'è una parte in full motion video (oddìo, più o meno), mi tiro un cicchetto di Petrus Boonekamp, stringo i denti e procedo.
Ah, attenti che questa specie di Paolo Calissano (RIP) francese ci fa la grande rivelazione! Attenzione che la sorpresona per un gioco chiamato "Lost In Time" è forte, ma...siamo nel 1840! Bella la maglietta a righe comunque, che quando ero molto giovane era vista come eccessivamente sciatta, ma io non lo capivo perché l'autorità sulla scelta dei vestiti diceva frasi arcane come "Socmel s'l'è céfna! t'um pèr Ciciàni!" che non ho idea di che cosa voglia dire, ma sappiate che non mi sono vendicato comprando a Sinjin e a Randy solo maglie di quel tipo. Alcune le hanno, e gli stanno bene, secondo noi. Non siamo ancora alla fase in cui ci sono scontri su quello che ci si mette, ma cercheremo di ascoltare, quando arriverà il momento.
Insomma, Paul Calisson, che in realtà si chiama Melkior (come il re magio) ed è un poliziotto temporale tipo Van Damme, viene dal 2092 e cerca di impedire che la gente vada nel passato e se ne approfitti, cambiando così la storia. Jalrath è uno di questi approfittatori, e Calissano lo sta seguendo, ma gli è andata male perché si era travestito da cuoco di bordo, e quando gli hanno dato la farina ha tirato fuori uno specchio e la carta di credito, cosa che non lo ha messo nelle buone grazie del capitano, che ha legato pure lui, rivelando così di avere un debole per il bondage. Per fortuna che c'è Dora che inizia a slegarlo, ma Melkior dice "Calma, calma! Lasciami ancora un po' legato e raccontami come sei arrivata fin qui." Siete pronti, amici, per un altro effetto flashback?
Porca miseria! Niente più rendering, qui è tutto fotografato. Sarà mica che è un flashback... ma nel 1992? Quindi un flash forward! Non lo so. Comunque Doralice, che ha un gran culo (non dico fisicamente quanto dal punto di vista della fortuna) ha appena ereditato un maniero a strapiombo sul mare da un lontanissimo parente. Io prima di tutto non ho lontanissimi parenti che potrebbero farmi ereditare qualcosa, ma anche se li avessi, conoscendo il mio rapporto coi VdM sarei stato già diseredato una dozzina di volte (cosa che è realmente successa). Insomma, Dora va a vedere quello che le spetta, e il notaio non c'è, quindi inizia a fare la curiosona con il bello stallone che blocca l'entrata. Ah, lo so cosa state pensando, sporcaccioni! Fortunatamente Dora è molto più fine di Marina Frajese. So anche a cosa sta pensando Muriel Tramis: "E ora come lo ammazziamo questo cavallo?"
No, in realtà, Muriel Tramis ce l'ha soltanto con i cani. Magari, venendo da un territorio d'oltremare in cui il tasso di povertà è piuttosto alto, non ha mai sopportato l'eccesso di lusso che certi fanatici dei #kanniolini possono permettersi. Quindi ci fosse stato un loppide qui, uno prenderebbe la batteria del trattore parcheggiato qui vicino così magari ci avvelena la bestia, così si leva dal cazzo e ci fa entrare! Molto vistoso peraltro il vestito giallo di Doralice, viene da chiedere se la costumista sia stata la stessa Muriel. No, mi sa che erano semplicemente gli anni 90.
Ok, non ci avveleneremo il cavallo, ma almeno un po' di acido dalla batteria lo prendiamo. Non ci uccidiamo il cavallo, non lo sniffiamo per andare in trip perché tanto i giochi della Coktel sono un trip già di loro... che si fa?
Ah, chi l'aveva visto che sopra al trattore c'era un cesto pieno di mele? Io no, non subito almeno: Dora si china a prendere le mele e
questi sono i fecali redattori di TGM di fronte allo schermo del loro 486 |
Sto iniziando a pensare che più che l'incarnazione delle fantasie di potenza di Muriel Tramis, Doralice sia un modo per attirare più segaioli al loro negozio di videogiochi di fiducia, il che lo posso pure capire: d'altra parte, ci fosse stato un generico action hero al posto di Lara Croft e delle sue piramidi, ci ricorderemmo di Tomb Raider?
Voilà, diamo la mela al cavallo, il quale si leva dai coglioni e usiamo l'acido della batteria per sciogliere il lucchetto con cui è stato convenientemente chiuso il maniero della Prunelière. Qualcuno mi sa dire se gli innamoratini attaccano ancora lucchetti sui ponti? Se fosse così, manderei Dora in giro per le città italiane armata di contagocce pieno d'acido. Sarebbe un gran servizio.
Insomma, il posto che abbiamo ereditato non è mica per niente male! Una vecchia casa, un po' ammuffita, ma si può ristrutturare, magari allargando un po' le finestre e mettendo qualche vetrata qua e là e trasformare tutto in un centro di pratica di sofrologia per professionisti benestanti di mezza età, zitelli e perennemente sull'orlo dell'esaurimento. Non si spenderebbe nemmeno troppo nel cibo da fornire agli ospiti, una manciata di sementi, yogurt e via andare, che ci si pulisce pure. Questa è un'idea che mia moglie (che con tutto il rispetto per la sofrologa trovo molto più bella di Doralice) ha da sempre come alternativa al lavoro. Purtroppo nemmeno lei ha ereditato da parenti ignoti il posto necessario, e per raggranellare i soldi per comprare un posto bello ed isolato ci vuole tempo.
Quindi nell'attesa continuiamo a giocare a fare McGyver qui nel simulmondo, con grande disappunto da parte della pagina Instagram "IMPRENDITOR TIPS", che mi dice
flexa bro |
e quindi mi dedico a un sottogioco che potrebbe essere tratto da "Les trois petit cochons s'amusent": hai data di nascita e data di morte di un tal marinaio Philbert, e dobbiamo fare la sottrazione. Beh, se un'università deve spiegare qual è la differenza tra pari e dispari, immagino che ci stia.
Ora, non posso non pensare all'amico Alessandro C. che canta la sigla di McGyver (mentre incide un simbolo fallico sul banco con la punta del compasso) ma cosa facciamo qui dopo aver spinto la chiave che era nella toppa all'interno dentro la porta? Prendiamo la maniglia, ci facciamo girare attorno il cavo, attacchiamo il cavo alla batteria del trattore, che nel frattempo abbiamo riempito di aceto, così abbiamo l'acido e voilà! Elettromagnete! Voi direte: "ok, ma la batteria riempita d'aceto genera sufficiente corrente da creare un campo magnetico che possa attirare una chiave a una decina di centimetri di distanza?" Beh, questa è un'ottima domanda, veramente, grazie di averla posta. Siete un pubblico davvero molto perspicace.
Altra McGyverata: usiamo la carta stagnola dentro un pacchetto di sigarette per costruire un fusibile che sostituisca quello bruciato. Cosa serve tutto ciò?
Semplice, a far andare il montacarichi che c'era nella porta che abbiamo aperto risolvendo la sottrazione. E poi dicono che l'insegnamento della matematica non serve, eh amici? Una volta che abbiamo il montacarichi, lo usiamo per fare forza su un tubo per annaffiare che abbiamo legato all'altro capo alla porta del faro, che è chiusa. Praticamente come quando ci si lega una cordicina al dente per toglierlo. A me era stato fatto, coi denti da latte. Penso che mia mamma avesse paura che li inghiottissi di notte.
In cima al lanternone, che c'è? Un cannocchiale, con cui vediamo un lontano relitto di una nave che magari, non so, potrebbe essere, che ne dite, quella in cui abbiamo cominciato l'avventura? Chi lo sa, amici, chi lo sa! Se così fosse, la decorazione della prua ci farebbe scoprire che già nel 1840 esisteva la pixel art! Ma io tra(diciannovesimo)secolo.
La genialità di Doralice è tale che la Nostra si fionda in cantina e decide di sciabolare il sidro delle grandi occasioni. Pem! centrato un flacone di spray antiruggine. Ora il cancello per il piccolo molo alla base del maniero può essere aperto, ma il tappo non ce l'abbiamo più. Andiamo a prendere un'altra bottiglia in cantina, no?
Doralice però si distrae dal fatto che su un baule ci sono decorazioni in pixel art ottocentesca simile a quella che abbiamo visto sulla nave. Quindi? Vogliamo dire che è una combinazione? Sì, che combinazione! Praticamente, prendiamo la versione piccola dei simbolini sulla nave (il cannone diventa pistola, la palla diventa proiettile, e la sciabola diventa coltello) e tutto si apre. Oltre al diario del già menzionato Philbert (YAHWHN)...
...troviamo la fibra di vetro con cui riparare il tubo che si era rotto nella precedente operazione di estrazione. Così facendo Dora riempie il pozzo e recupera il tappo. A che serve il tappo?
A tappare la barca che ha una falla, ovviamente! Mi spiace però che così facendo rovini il vestito che almeno un 300 euro li dovrebbe costare (1350 franchi francesi del 1993, calcolando con l'inflazione a spanne). Però vista la vita super interessante che ha Doralice, immagino che sia strapiena di soldi, perché piove sempre sul bagnato.
A proposito di bagnato, la barchetta affonda. Ops! Non vediamo il vestito bagnato con annesse trasparenze, ma l'animazione c'è. Abbiamo soltanto dovuto spaccarci il cervello in una roba che avrebbe fatto dire a McGyver "vabbè vaffanculo sai che c'è, tavò" per arrivare a vederla. E in tutto questo l'intro non c'è. Bellissimo. Questo gioco ce le fa sudare le sequenze cinematiche, e a ben pensarci, visto il trend di certi giochi di avere l'intro lunghissima e il finale striminzito, è una bella cosa. Vabbè vaffanculo sai che c'è? Tavò.
Molto più tardi.
Insomma, Doralice era naufragata vicino a una baracca di pescatori, e lì abbiamo trovato un pezzettino di una roba che ci ha permesso di tornare al castello e di aprire, nel soggiorno, un passaggio segreto che ci ha portato al relitto della nave. Ah sì, riconosco il marroncino! Ma non è renderizzato, è pixelato. È come se ci fosse una parte 1 in cui il gioco è renderizzato e una parte 2 in cui è digitalizzato! Ahhh! Capito.
Insomma, con la solita sequenza di enigmi improbabili, che però riescono a essere molto meno irritanti di quella merda di Cyberia (sto trollando amici) apriamo una cassapanca e ci troviamo il sarcofago egiziano in cui Jarlath aveva nascosto il preziosissimo materiale radioattivo che aveva rubato nel futuro.
Ed ecco che arriva Jarlath a romperci le palle! Ora, quando Jarlath ha finito una frase con un "E comunque!" degno del peggior Alessandro Baricco, mi si è chiuso il cervello e ho smesso di leggere. No, in realtà la cosa che mi ha dato fastidio è stato pure il fatto che la bocca di Jarlath si muove in maniera molto innaturale, come il noto "cartone animato" chiamato "Clutch Cargo". Non so, per essere un film interattivo, le animazioni sono un po' cartonose, eh. Ma devo dire una cosa che va estremamente a favore del gioco, e cioè che Dominique Laurencine del 1993 non fa quell'orrore di totale antiestetica che è il cosiddetto "microblading" alle sopracciglia, che è parte del canone di bellezza femminile odierno assieme ai labbroni innaturali e al nasino collassato, ed è una roba che mi ammazza la libido quasi quanto il sottogioco arcade alla fine di Geisha, in cui si gioca a pacman con un cazzo meccanico o qualcosa del genere.
Finita l'esposizione, Jarlath annusa compiaciuto le sue scorregge, mentre Dora sta già pensando a quale sostanza usare per ucciderlo come farebbe con lo zucchero per i cani (SPOILER ALERT: Jarlath è allergico alle orchidee), quando finisce il flashback perché una scorreggia di Jarlath ha reagito col materiale radioattivo e Dora si è ritrovata in piena fattanza sulla nave, all'inizio del gioco. Insomma tutto questo era stato spiegato a Melkior, che nel frattempo è ancora legato ed è molto invidioso che Dora ha potuto fare il suo spiegone e lui ancora no.
E quindi lo fa, con pure le immagini di repertorio, insinuando pure che Jarlath sia tra le altre cose un antenato di Dora, ma è troppo tardi, io mi sono rotto le palle e quindi la chiudo qui. Però Jarlath non farla quella faccia che pare che stia cacando in corsa, eh. Prossimo gioco!
È merda? Sono combattuto! Certi enigmi sono fuori di testa al punto che il vaffanculo te lo tirano fuori con le pinze e senza anestesia, la grafica è quello che è e anche per il 1993 è un po' lacunosa, la protagonista riesce a non essere una Mary Sue e quindi mi sta pure abbastanza simpatica, la trama fa fatica a partire ma non è poi malissimo... però c'è ancora qualcosa che non quadra. Non so, non sono pienamente soddisfatto. In dubio pro merda, come sempre, ma dateci un'occhiata, magari vi riesce a piacere. Più probabilmente no.
Ci rigiocheresti? No.
Me lo ricordo vagamente, avevo la versione sfigata in dischetti, so che avevano fatto dei grossi tagli per farcelo stare tutto. Il gioco non era una potenza nemmeno all'epoca e se la grafica poteva sembrare caruccia, il resto non mi convinse mai molto. Quando penso a lost in time rimembro i crostini di pane che faceva la madre del mio amichetto, di cui noi andavamo ghiotti e immancabilmente sgranocchiavamo sopra la tastiera, giocando ovviamente a lost in time.
RispondiEliminaSono pro merda anch'io, e senza dubbi.
L'importante è che siano crostini e non bruschette.
EliminaA me era piaciuto un sacco. Ma devo dire che ero nel periodo in cui giocavo e adoravo qualunque avventura punta e clicca.
RispondiEliminaSi, anche quelle della Sierra.