Oggi è il 3 gennaio, e per me è una data molto importante, perché è il
compleanno di mia moglie. Per quanto questo per me sia una ricorrenza
fondamentale, questo blog non è la sede per raccontare i cazzi miei (e dei
miei cari) del periodo corrente, ma mi limito a raccontare qualcosa dei cazzi
miei (interiori) nel passato. Per passato intendo molto prima che conoscessi
mia moglie, negli anni in cui ero un più o meno un videogiocatore. Dico "più o
meno" perché, come abbiamo visto la volta scorsa, pur avendo un sacco di
videogiochi a cui associare ricordi non è che ci giocassi veramente. Comunque,
il 3 gennaio in quegli anni per me rappresentava, per qualche strana
coincidenza, il giorno in cui il negozio della Olivetti riusciva consegnare
quello che era il mio regalo di Natale, quando ovviamente il mio regalo di
Natale era il computer nuovo.
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e nonostante tutti i ritardi è ancora lì |
Questo vale solo per i PC IBM compatibili, perché il vecchio PC128S arrivò in perfetto orario. Si vede che tra il 1987 e il 1990 la fabbrica di computer Olivetti in franchising di Babbo Natale aveva avuto un downsizing in termini di personale operativo e quindi la consegna era avvenuta soltanto nove giorni dopo. Circa 3 anni dopo, per quello che era il regalo di Natale del 1992, circa il 3 gennaio (che scopro ora essere stato una domenica, quindi magari era il 4. Boh!) mi arrivò il PCS 33: ero talmente esasperato dal fatto che ormai quasi ogni cosa fosse su dischetto ad alta densità che al momento del sostituto della "letterina" (ricordo per chi non avesse letto l'articolo natalizio che a casa ex videogiocatore è stato messo in chiaro da subito che il vecchio panzone lappone non esiste) feci presente che ormai sul computer non riuscivo più a "studiarci".
Il fatto era che, come avevo detto nell'articolo su
Diabolik 4: Trappola d'acciaio il fatto che pure i giochi da edicola della Simulmondo ormai
richiedevano il lettore dischetti ad alta densità era stata la goccia che ha
fatto traboccare il vaso.
Si dà anche il caso che il PCS 86 stesse iniziando un pochino a tirare gli
ultimi, tant'è che è spesso capitava che quando toglievo un dischetto e ne
mettevo un altro, praticamente non faceva il refresh. Cambiavo dischetto,
scrivevo DIR, e nel listone dei file c'erano ancora quelli del dischetto
precedente. L'unica cosa da fare era riavviare, ahimé. Non
particolarmente gradevole.
Si riconduce tutto a quella cosa che avevo chiamato aporiomorfismo in
un vecchissimo articolo, eche mi sto rendendo conto che è sempre più presente
come spiegazione di tutti i turbamenti informatici e non di cui parlo in
questa sede. Ma questa è un'altra storia, e in effetti, visto che questo è il
primo articolo dell'anno in cui finirà il blog dell'Ex Videogiocatore (ma non
temete, non lo cancello eh!) mi sembra giusto tenere questa considerazione per
le riflessioni finali.
Insomma Diabolik 4 trappola d'acciaio, dicevamo, è l'uscita del giallo
interattivo di dicembre 1992, ok? A Natale 1992 (in realtà inizio gennaio
1993, come abbiamo detto), l'ineffabile Sandro, il tecnico dell'Olivetti del
Vecchio Paese, si presenta a casa nostra con lo scatolone dell'Olivetti PCS33,
un 386 SX a 25 MHz con 2 MB di memoria RAM. Solo l'unità centrale, il mouse la
tastiera, però! perché lo schermo a colori ce l'avevo già. Passare da quella
specie di catafalco dell'8086 a una roba dal design compatto, come appunto il
PCS33 mi faceva sentire nel futuro, al di là ovviamente della maggiore potenza
e della possibilità di leggere i dischetti coi due buchi anziché uno.
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ehm |
Aggiungiamo pure che l'ineffabile Sandro mi aveva passato Gods e Lemmings
assieme al bundle standard (piuttosto magro) di roba per il PC. Capite che
livello di figaggine era decuplicato in pochi giorni. Non pago, mi appropriai
del seguito diretto di Diabolik 4, ovvero il prevedibile Diabolik 5,
sottolineato "Ore Pericolose". In effetti al di là della roba che mi fu
passata da Sandro assieme al pc. Penso che questo "Ore Pericolose" sia stato
il primissimo gioco che ho provato nel PC nuovo, anche prima di Diabolik 4 che
languiva inutilizzato, perché insomma, 5 è meglio di 4, no? Godiamoci dunque
questo articolo. Anzi godetevelo voi perché io ora faccio altro. Sigla!
Ah, inizio in medias res oppure semplicemente poco spazio per i fronzoli? Opto
per la seconda, anche perché la mascherina con gli occhi di Diabolik che
scendeva in basso era un po' inutile, secondo me. Ma poi io dico un sacco di
cose, non tutte corrette. Tant'è, la serie di Diabolik, col quarto episodio,
ha preso un formato grafico standard, rappresentato dalle immagini sgranate e
dai font senza antialiasing. Sa tutto di "Tirato via", ma forse nel 1993 non
era così. No, sentivo il tirato via anche allora.
È il 1993 e Ivan Venturi è ancora alla Simulmondo a fare praticamente tutto.
Io giuro che non so come facesse a mantenere certi ritmi senza dare di matto o
dandosi qualche aiutino chimico. Che poi Venturi è un metallaro (penso) quindi
dubito che abbia fatto uso di droghe pesanti. Alcol sì, penso di sì. Ma
l'alcol anestetizza, quindi non lo so. Però lo ammiro, e insisto che vorrei
prenderlo a testate, perché ha bruciato la sua candela dai due lati con questo
iperlavoro performativo. Non si fa, cazzo.
Ma finalmente il gioco comincia. Dove eravamo rimasti? Semplice, Diabolik ha
svaligiato il nuovo museo di Clerville, appropriandosi di una corona, una
statua e diversi dipinti, tra cui un'improbabile Gioconda su tela,
probabilmente si trattava di L.H.O.O.Q. e la bassa risoluzione oscurava i
baffi. Chi lo sa! Comunque, su indicazioni dell'avvinazzato architetto Andrew
Lloyd Charles Webber Lindberg(h), per scappare dal museo abbiamo preso il
treno che serve a portarci dentro le opere d'arte con cui l'amministrazione
comunale di Clerville ricicla il denaro sporco. O forse il treno serve a
portare le opere a Clerville per un giorno, l'amministrazione per ogni opera
fa un NFT, e poi lo rispediscono indietro convinti che sia comunque loro. È lo
stesso principio di quando Alessandro C. (quello dei cazzi incisi sul banco)
diceva che Alyssa Milano era la sua fidanzata, e che lei lo sapesse o no era
ininfluente. Ed è così che ritroviamo il nostro ninja italiano ante litteram,
che si dondola a destra e a sinistra a cavalcioni dell'eburneo serpente
d'acciaio. Facciamo la telefonatina a Eva, che sennò va in ansia.
Ah cazzo, lo smartwatch si è rotto! E mo' chi la sente l'ansiosa quando
Diabolik torna a casa? A 'sto punto meglio costituirsi, che Ginko almeno ti fa
l'interrogatorio puntandoti l'abat-jour in faccia e non caga il cazzo come la
rompicoglioni col croydon facelift in perenne stato di agitazione?
"Eva, per l'ennesima volta, sono caduto e si è rotto l'orologio mentre
saltavo!" "Ok, ma perché non sei srtato attento a non romperlo?" "Eh, avevo le
guardie che mi sparavano dietro" "Ma perché ti sparavano?" "Perché gli ho
rubato le cose" "Ma non potevi dirgli di non spararti?" Sempre così. Che
palle, ragazzi. Quindi, per l'ennesima storia del pelo pubico femminile che
tira meno del carro trainato da buoi, Diabolik sente il bisogno impellente di
andare subito da Eva a tranquillizzarla, che sennò poi manco la trimestrale
gli concede più. Sono davvero...
ORE PERICOLOSE, queste.
Ah, ma che stronzata. Diabolik non può lanciarsi dal treno perché va troppo
veloce? Con la preparazione atletica che ha? Ma siamo matti? Cioè, poi visto
anche il tipo di treno, un diesel, penso che come punta massima faccia i 130,
quindi vuoi che in certi punti non scenda tipo a, chessò, 60? 70? Non credo
proprio che sia una ferrovia continuamente dritta, en il gioco me lo conferma
perché il treno sta curvando. Adesso basta con il #pignolinismodellanerchia
perché sento la barba che mi sta crescendo sul pomo d'Adamo.
Però insomma è tutto fatto affinché la Simulmondo possa sboroneggiare su
questo bello sfondo con lo spaccato del treno. Che pixel art, ragazzi! Forse
la miglior grafica in-game di un gioco Simulmondo, anche perché con pochi
accorgimenti riescono a dare l'idea del movimento. Ah, e stronzo io che dicevo
che avevano iniziato a tirare via. Mi piace anche l'uso del verbo
"costeggiare", che è quel genere di parola più ricercata che mia nonna
trascriveva sul quaderno quando guardava la TV.
"Sempre e solo casse" dice Diabolik e io lo capisco benissimo puttanazza la
miseriazza vacca ladra. 'Sta cosa del saltare sulle casse era una roba dei
tardi anni 90/primi anni 2000 che trovavate ovunque. Cazzo, persino in Broken
Sword 3 dovevi spostare le casse e saltarci sopra! Poi uno si chiede come mai
il genere adventure è defunto! Perché io sono abbastanza vecchio da
ricordarmi che nonostante facesse stracagarissimo, i cosiddetti cultori del
genere ci si stracciavano le vesti, così come con Grim Fandango, nessuno ha
avuto le palle di dire che i controlli a carro armato erano gradevoli come
bere una cisterna di sisso* tutta d'un fiato! Bah! I nerd sono brutte
persone.
Non faccio in tempo a finire la reprimenda che Diabolik supera un carro
scoperto e si trova nel bel mezzo di una sequenza semi-interattiva, con la
differenza che ora SI È MESSO A URLARE TUTTO IN MAIUSCOLO. EHI, VEZ, FORSE NON
È LA COSA PIU INTELLIGENTE DA FARE SE QUALCUNO STA CERCANDO DI NON ESSERE
NOTATO e infatti ci arriva un pugno da una direzione non ben definita, con
l'effetto che l'espressione contrita di Diabolik fa sì che sembri che sta
dando un bacio all'anello della guardia.
Guardia che, un po' come tutte le guardie con la divisa doppiopetto da
poliziotto ordinario in un fumetto stile "Dick Tracy" è estremamente gretta e
materialista. Vi ricordate il primo episodio, Inafferrabile Criminale? Il
vitocatozzo che si faceva uccellare da Diabolik perché c'era un problema con
gli stipendi? Ecco, questo vitocatozzo qui ci affronta a mani nude per
ottenere una promozione. Ha! Bella cazzata! L'esercizio di promozione è
pilotato e per non scontentare nessuno le risorse umane promuovono
esclusivamente in base all'anzianità! Che teneri questi fumettari/simulmondari
che credono e perpetuano il mito della meritocrazia diretta! Che coglione pure
io che ci ho creduto fino a poco tempo fa, mannaggia a me. Comunque, per fare
aprire gli occhi al corpo di polizia di Clerville sulla non causalità diretta
prestazioni/promozione, Diabolik decide il "Punirne uno per educarne cento":
dopo la manata sul coppino che stordisce il poliziotto, una cortellata al volo
e via che andiamo.
E uno pensava di essere arrivato a un punto interessante del treno, ma sto
treno è lungo, accidenti: ci sono pure delle statue tutte incartate e viene da
chiedersi: l'opera d'arte è la statua o l'incappucciamento, come Christo? Non
so. Vi ricordate lo scandalo montato ad arte dalla fecale stampa generalista
sulla statua della Spigolatrice di Sapri con il tanga e le chiappone? Si era
sollevato il solito coro di vittimismo sulla cancel culture e le classiche
stronzate da reazionario con la testa piantata saldamente nel buco del culo
dello zio Sam, tipo Severgnini o Gramellini, quando in realtà è tutta una
cortina fumogena per poter fare i morti di figa senza sentirsi dire
giustamente che si è dei morti di figa. Deresponsabilizzazione, amici. Se in
ufficio con voi avete quello "simpatico" che tutti dicono "eh, quanto è
simpatico!" non cedete al groupthink, e se è un coglione, dite chiaro e tondo
che è un coglione. Magari all'inizio incontrerete resistenza, ma avrete
contribuito a impedire che quel coglione finisca a scrivere elzeviri pieni di
niente sul Corriere della Sera.
Fine reprimenda! Intanto Diabolik è arrivato alla locomotiva dopo aver fatto
una strage di viticatozzi (a proposito, notato che abbiamo i proiettili
infiniti, per qualche ragione?) Inoltre, ora abbiamo smesso di parlare TUTTO
MAIUSCOLO, il che fa un po' girare i coglioni se pensate che chi poteva
origliarci ora è morto. Ma tant'è. Siamo noi e il macchinista: la prossima
fermata è traven, e Diabolik inventa la storiella da far dire alla polizia.
Sorvolo sul "Qual è" con l'apostrofo perché sennò tiro una craniata contro lo
schermo.
Mentre Diabolik si struscica contro la schiena del camionista, mantenendo la
faccia un po' costipata di un pupazzetto dei Masters della Mattel, il
ferroviere cerca di chiamare la polizia, ma la radio non funziona.
Fortunatamente, Diabolik gioca a scacchi a otto dimensioni mentre gli altri
stanno facendo ancora le aste e i cerchietti sul quaderno a quadretti grandi,
e la radio che non funziona era perché il Re del Crimine aveva messo un
disturbatore di segnale, che ora ha disattivato... Per fortuna che non era il
disturbatore ad essersi rotto nella caduta! Se si fosse rotto come avremmo
fatto? Magari lo zainetto di Diabolik, prima ancora che il gonnellino di Eta
Beta, è tipo la cintura multiuso di Batman (quello del telefilm degli anni
60), in cui alla bisogna tirava fuori il bat-repellente per squali.
Beh, ora che abbiamo tranquillizzato il macchinista col metodo "Bill Cosby"
anche il treno si sente assonnato, e quindi va piano. Diabolik si tuffa nel
fiume e mette la refurtiva in un tronco cavo, che poi magari in seguito
qualcuno lo prenderà per farne legna da ardere e ops! Sorpresa! Oppure no,
magari la Gioconda finta su tela viene bruciata. Non lo sappiamo! (Emoji che
si stringe nelle spalle).
Uscito dall'acqua, Diabolik, tutto tremante e col cotonno rimpicciolito
dal freddo, si addentra nel bosco. Che dite, amici, avremo a che fare con una
lunga sequenza platform arcade adventure come ci ha abituati la Simulmondo?
Eh no, cazzarola! Siamo al punto in cui avevo mollato il gioco nel lontano
gennaio del 1993! Il bivio eterno con la radura sempre uguale! Praticamente,
che succede? Ci troviamo in questa schermata digitalizzata così così, in cui
ci sono tre vie da prendere e dobbiamo decidere da che parte andare
cliccandoci col mouse. Andiamo dritti e "FERMO!" "MALEDETTI!" Ebbene sì,
Clerville ha mandato l'esercito per prenderci, e andando avanti gli andiamo
proprio incontro, ed è game over! Potevamo saperlo? No! C'era qualche indizio
che ce lo faceva sospettare? Neanche! C'era qualcosa che potevamo fare se non
andare a culo? Assolutamente no (che io sappia)! Chiaro che questa sensazione
di ansia ad ogni clic e il vaffanculo che ne derivava mi facevano odiare
questo gioco che finora era stato più che accettabile, ma questo è quello che
succede quando i ragazzi della Simulmondo cercano di allungare il brodo! A suo
tempo chiusi tutto e provai Diabolik 4 che finii e mi piacque molto di più. A
questo punto devo superare il trauma e finirlo. No?
Oddìo, non sono sicuro di aver fatto una scelta giusta di infognarmi in sta
roba. In fondo speravo di essere diventato più sveglio e capire se ci fosse un
trucco qui dietro, ma veramente è un prenderci, e come se non bastasse, le
schermate differenti sono decise dal fatto che è disegnato il sentiero o degli
alberi nelle tre posizioni davanti, quindi due schermate di seguito possono
essere perfettamente uguali. E come se non bastasse ancora, si può
indietreggiare! E le descrizioni fatte cliccando col destro sono così
generiche che non ci dicono assolutamente nulla. Quindi possiamo solo cliccare
a destra e a manca...
...e sperare che ogni tanto ci sia una sequenza di intermezzo che ci dice che
stiamo andando da qualche parte. Intanto Diabolik si è perso nel bosco ed è
terrorizzato non solo dal fatto che i soldati siano già sulle sue tracce, ma
soprattutto del fatto che può solo immaginare la tremenda vendetta che sta
pianificando Eva al rifugio. Già se la immagina che parla da sola, che dice
"Adesso gliela faccio pagare con gli interessi" pensando a tutte le cose che
può fare per infastidirlo. Una mia ex morosa che viveva lontano, per il
semplice fatto che aveva voglia di litigare, fece finta di star male mentre
era al telefono con me per farmi sentire in colpa che non prendevo l'aereo
seduta stante per raggiungerla. All'inizio della relazione la cosa mi
avrebbe pure messo in allerta, a quel punto ormai ero "vabbè sticazzi" e sono
uscito per i fatti miei (sbuffando un po'). Fortuatamente non mi sono perso in
un dedalo di radure tutte uguali tra loro.
E niente, sto continuando a vagare nel bosco e l'unica cosa che può essere di
conforto è che i soldati non stanno comparendo. E in tutto questo vorrei pure
farvi presente una cosa: essendo una sequenza non interattiva, non si può
salvare! Che meraviglia, eh? Quindi, se venite pescati dall'esercito cazzi
vostri, siete punto e daccapo in quella schermatina prodromica a 'sto pezzo!
Ho usato la parola "prodromica" e ne sono fiero. Non giudicatemi.
Che sto andando alla cazzo di cane l'ho detto? Eh? Forse il modo migliore per
risolvere questo enigma era quello di aspettare il sesto episodio, "La notte
della paura" in edicola, nel cui fascicolo cui era pubblicata la soluzione di
questo gioco. Ma ero talmente disgustato da questa sequenza che ho detto basta
con Diabolik. Poi più tardi ho preso Tex, ma quella è un'altra storia. Sì, non
ero molto intelligente.
Intanto, ho cliccato qua e là per una buona ventina di minuti, superando la
lunghezza media che dedico a un videogioco di cui parlare nel blog dell'Ex
Videogiocatore, e insomma, potrebbe essere che alla fine tutto questo potrebbe
risolversi in un superamento di un trauma?
Sì, cazzo, sì! Facendo il passo del gambero in un bivio esattamente uguale a
tutti gli altri, Diabolik finisce in una radura ricoperta da una gradevole
moquette sintetica verde shocking, su cui è stata parcheggiata una jeep
militare. Hai capito 'sti piedidolci di soldati, che non si accampano sul
praticello se non c'è un comodo e morbido Astroturf®? Milioni di vecchi di
merda si riversano sui social a lamentarsi della femminizzazione delle forze
armate e che una volta quando c'era il servizio di leva obbligatorio, allora
sì che la gente rigava dritto, altroché! (sorvoliamo sul fatto che in genere
questi vecchi di merda si sono aggrappati alle conoscenze per farsi riformare,
ma tant'è) Insomma, visto che nel 1993 non c'è ancora internet così diffusa
come ora, e di certo non i social media, Diabolik si attacca alla cosa che più
gli somiglia: la radio! E già che ci siamo tagliamo pure le gomme della jeep:
come dice Andrew S. Tanenbaum nel suo "Reti di Calcolatori", mai sottovalutare
la larghezza di banda di una jeep carica di libri. D'altra parte che cos'hanno
in comune una jeep e internet? Entrambe trasportano informazione nello spazio.
Ci sta.
Una volta fatto questo (tempo impiegato: 20 secondi, e sto largo) non faccio
niente, se non attendere 5 minuti, fino a quando non compare un soldato che
era rimasto indietro o a cui facevano male i piedini con tutte quelle foglie
secche e gli ippocastani per terra. Diabolik, che tutto d'un tratto è
diventato molto effeminato, è anche molto sottomesso e di fronte all'uomo
armato viene preso a calci di pistola in testa.
"NON CI POSSO CREDERE!" dice il soldato agitando le mani aperte di fianco alla
testa "DIABOLIK NELLE MIE MANI" e in tutto questo l'eccitazione è tanta e tale
che improvvisamente l'anima del soldato si stacca dal corpo e rimane solo una
specie di pupazzo da ventriloquo con la classica animazione Simulmondo fatta
in fretta e furia. La cosa fa talmente impressione a Diabolik che subito il re
del crimine fa la sua migliore imitazione di
Shuji Yamagami. "..."
Beh, improvvisamente trovo molti punti in comune con questo soldato: di fronte
al "..." di Diabolik, parte una sberla. "Ok, ok, che vuoi?" "Il malloppo!"
dice il ladro, che vuole addobbare il cesso con la gioconda finta. La sorella
di un'ex morosa mi regalò una volta un quadro con la famosa pipa di Magritte e
la scritta "Rien ne vaut une pipe" al posto dell'originale "Ceci n'est pas une
pipe", che appesi al cesso del mio vecchio appartamento. Successivamente mi fu
fatto notare che pipe in francese vuole anche dire "fellatio" e che la
mia ex potenziale cognata me la stava buttando lì abbastanza esplicitamente.
Non credo che la cosa fosse voluta, ma se ci sono delle ragazze che leggono
questo blog (ne dubito, ma oh) se volete fare proposte del genere ai ragazzi
che vi piacciono, siate esplicite, mannaggia! Noi uomini non ci arriviamo
proprio, specie se il sangue abbandona il cervello!
A questo punto viene da chiedere, se il soldato proponesse di farsi fare una
fellatio da Diabolik, come funziona la cosa con la maschera? Perché se
ignoriamo l'ipotesi che Diabolik sia tutto nero/bluastro e vada in giro nudo
indossando una mascherina stile Pulcinella e supponiamo che Diabolik abbia
effettivamente una tuta integrale, ecco c'è il buco per la bocca! Dove si
attacca, dentro le labbra? O forse è bodypainting fatto con qualche polimero
molto elastico? Forse, sì, forse è quello. Comunque il fatto che abbiamo
manomesso la jeep fa sì che il soldato vada a cercare a piedi i suoi amici.
Certo, avrei potuto vedere cosa succedeva se avessi deciso di non
manometterla, ma di rifare tutta quella sezione da incubo con il cliccare a
caso finché non si arriva in zona moquette non ci penso neanche.
Ora che il soldato non c'è Diabolik può iniziare a riflettere sulla sua vita.
Che vita di merda. Perennemente in fuga, ora prigioniero dell'esercito che
senza dubbio vorrà seviziarlo, si fa un culo così per la fidanzata rubando
tutto il possibile e questa è perennemente malinconica, ansiosa, e manco
gliela dà più (almeno, nel quarto episodio nemmeno una pipa di buona fortuna
in macchina!) Ed è così che Diabolik diventa emo. "CRAWLING IN MY SKIN... "
canticchia il re del crimine tra le lacrime, mentre si stagliuzza le vene con
un coccio di bottiglia trovato all'uopo. Ma come? Down the road, non
across the street, mannaggia! Però intanto ci siamo slegati...
...e voilà, si torna a interagire come sempre, in una schermata che è la chiara continuazione della schermata prima di questa sezione assurda, e io sono convinto che l'abbiano messa all'ultimo momento perché sennò il gioco era troppo corto. Peraltro, i tutori della legge non sono più soldati ma sono tornati i pulotti. C'entrerà? Non lo sappiamo.
Poco dopo.
Diabolik arriva a una casetta di legno, e anziché tirarla giù con una scorreggia come farebbe il lupo cattivo in les trois petit cochons s'amusent, decide di entrarci dentro, e già che c'è la percula per il fatto che è renderizzata malissimo. Oh, magari la capanna è stata progettata da Andrew Frank Lloyd Charles Lindberg(h), chi lo sa! All'interno c'è un tizio con i lineamenti equini. Diabolik lo guarda e gli chiede "Ehi, perché quella faccia lunga?" e poi aggiunge "Sono inseguito dalla polizia". "Uh, va bene" dice l'equinuomo.
Equinuomo che pare avere una certa attrazione per Diabolik, visto che lo aiuta senza problemi, ma per fugare ogni dubbio che tra i due possa esserci una liason il re del crimine ci butta in mezzo un "se no ti ammazzo" che ci sta sempre bene. Però in fondo un pensierino ce lo fa perché diciamocelo, si è rotto talmente i coglioni di Eva che ormai è aperto pure a nuove sperimentazioni.
Oh, chi è il coglione che ha lasciato un cabinato da sala giochi in mezzo al boscAARRRRGGGHHHHH CHI È LO STRONZO CHE HA MESSO DELL'ERBA ELETTRIFICATA SUL PAVIMENTO DEL BOSCO PUTTANA MISERIA. Vabbè, è ora di I N T E R A G I R E con il suddetto cabinato. Diabolik si concentra al meglio quando finisce Toki con un gettone.
"Conosco questo tipo di sistema di sicurezza - dice il Re del crimine - ci vogliono tre codici, e sono correlati tra loro". Allora io non ho idea di come funzioni ma scegliendo a caso metto nomi di città e inspiegabilmente funziona. Non so perché. Però sta cosa dei nomi di città ci rivela che Francesco Carlàstradamus aveva anticipato quella fumante cacata de la casa de papel con due decenni d'anticipo. Io comunque continuo a non capire come ho fatto a disattivare questo allarme, e capirete che la cosa non è un bene.
Ciononostante, il pavimento elettrificato della foresta è disattivato e ora arriviamo al secondo cabinato dei tre...
...e io non ci capisco niente. Non capisco neanche perché Diabolik debba urlare la parola UNITÀ. Pubblicità occulta al noto quotidiano del PCI? Non lo sappiamo! Certo Diabolik prova a inserire qualche città a caso, e sbaglia. Ma avete notato l'orribile spelling di Lisbona? E come Diabolik dice "C'è l'ho fatta?" Spiace dirlo, ma al di là della ripresa nella qualità della grafica, i ragazzi di Carlà hanno iniziato a tirare via, ma di brutto.
Insomma, dopo aver anche manomesso il cabinato con il coltello, proviamo a mettere un'altra città, e stavolta è la capitale della Russia, e tutto sembra funzionare, lasciandomi una forte sensazione di amaro in bocca. Diabolik prende anche qualche manganellata sul coppino, ma poco importa.
Ah, ma lo vedete che non erano spariti del tutto i militari? Questa è di nuovo una sequenza per allungare il brödo (con la umlaut sulla o, perché mi va), vista la qualità dell'animazione e della faccia del soldato, che pare la versione magra di B., il mio compagno di classe di elementari e medie che non si presentava benissimo e che era stato paragonato al governatore Phatt di Monkey Island 2. Ora che abbiamo morto un soldato, che si fa?
Già, che si fa? Decidiamo di perquisirlo, nonostante il pericolo di altri soldati in arrivo. Ma no, era una gag! era solo un coniglio! Ma girano i conigli di notte? Non so, non me ne intendo di conigli, onestamente. e troviamo un cacciavite. Che dite, lo usiamo sul prossimo cabinato?
Prossimo cabinato che non abbiamo ancora trovato perché AAAAAAAA SCOTTA CAZZO CAZZO SCOTTA AAAAH *glurk* Diabolik saluta questa valle di lacrime, ma fortunatamente il gioco ci fa continuare senza troppo preoccuparsi. Abbiamo solo azzerato il punteggio, ma tanto dei punti fregancazzo a nessuno. Tutto questo mi rilassa molto, a dispetto del fatto che queste siano...ORE PERICOLOSE.
Che poi "Ore pericolose", come omaggio a questo gioco, erano parole che mi ronzavano nella testa in quinta elementare quando il maestro iniziava a preparare uno dei problemi di matematica iperconvoluti con cui tenerci buoni mentre lui andava a farsi un giretto, un caffé e una chiacchierata con le altre maestre adoranti (era un bell'uomo). Lui preparava il testo del problema scrivendolo su un post-it minuscolo col linguino di fuori, e io intanto pensavo che quelle erano ORE PERICOLOSE. Bah, incredibile come certe cose restino in testa.
Comunque, ecco il terzo cabinato, e per non strinarci i piedi usiamo il cacciavite, ma giusto perché lo abbiamo appena preso. Diabolik fa il resto tutto da solo, ma io non ho visto perché sono andato in bagno. Fatemene una colpa, eh!
E via! Disattivato pure questo cabinato, possiamo correre verso... la rete fognaria di Ghenf. Ghenf? Clerville ora è nelle Fiandre, ma pronunciate con la zeppola? Boh! Questa mi mancava! Certo tutto questo allunga i tempi che ci vorranno per rivedere Eva, l'unica cosa che può fare il Re del Terrore qui è non terrorizzarsi lui facendosi i film mentali sulle infinite rotture di coglioni della sua ansiosissima fidanzata. Chissà com'è che in 'sto gioco Eva è così ansiosa. Sarà che i ragazzi Simulmondo non hanno mai INTERAGITO con una donna vera? Sarà che nel primo episodio aveva le tette molto grosse? Questo lo dico perché per mia esperienza questo atteggiamento iperansioso e manipolatorio andava di pari passo con le tette troppo grandi. È un chiaro caso di disaccoppiamento tra correlazione e casualità, eh. Comunque andiamo a Ghenf...
...e via, con la polizia alle calcagna, i militari pure ed Eva a casa che pensa a ogni modo per romperci i coglioni, Diabolik si getta nelle fogne pensando seriamente di diventare un eremita, un po' come il topo Splinter delle Tartarughe Ninja, a raccogliere gli animali domestici di Ghenf buttati nel cesso e farli mutare trasformandoli in un invicnibile esercito di ladri ipertecnologici con cui conquistare il mondo! Ah, sì, questo sì che sarebbe un bel finale a sorpresa, non trovate? Bah! Prossimo gioco.
È merda? Senza dubbio sì, ha ancora qualche momento di eccellente presentazione grafica, ma ormai i ragazzi Simulmondo sono nella merda fino al collo e man mano che Carlà acquisisce nuove proprietà intellettuali sta pure arrivando l'onda (Nel 1993 sarebbero arrivati Tex e Simulman, e pure l'Uomo Ragno!). Quindi hanno preso tutto il prendibile e ce l'hanno infilato dentro, facendo una roba discontinua in termini di qualità e soprattutto che mi fa girare tanto i coglioni. Bah! Peccato, davvero.
Ci rigiocheresti? No.
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