Cari amici! È arrivata l'estate, e lasciatemi fare un po' il vecchio di merda, ok? Allora: non ho idea di come funzioni al giorno d'oggi con voi giovani e tutte quelle diavolerie di instagram che vi fate le foto ai piedi sulla spiaggia, né ho idea di come questo si concilj con questa particolarissima estate fatta di cazzate tipo l'ipotesi dei separatori in plexiglas tra gli ombrelloni. Di certo, ai miei tempi, con l'inizio delle vacanze al mare, rigorosamente con il sottofondo di Giuni Russo, l'imperativo categorico era uno ed uno soltanto:
e ringraziate che non ho messo maccio capatonda |
E interrompo subito lo stream-of-vecchiodimerdousness che irrimediabilmente avrebbe condotto al riportare (esagerando in maniera oscena) quante ce se ne scopava ai tempi, con medie che avrebbero fatto morire d'invidia il compianto Zanza, che probabilmente al tredici di luglio dei bei tempi andati era già arrivato in tripla cifra (per l'anno, s'intende).
ah dì, hej snygging mi mancate voi tre per arrivare in tripla cifra |
Ma ovviamente, immagino avrete capito che se sono riuscito a scrivere più di duecento articoli sui videogiochi con cui mi rincoglionivo da ragazzino, non è che fossi riuscito a dedicarmi all'ars amandi. Sì, beh, certo, muovevo i miei piccoli passettini, ma era come se avessi un potentissimo istinto di autosabotaggio che mi portava a ritirarmi dalla corsa quando il traguardo non era manco all'orizzonte. Ora, quando sopra dicevo che stavo facendo il vecchio di merda lo dicevo scherzando: ma in realtà il vero vecchio di merda era il me stesso del principio dell' adolescenza, che era terrorizzato dal cambiamento, che alla fine non stava poi così male nel crogiuolarsi nella sua solitudine, che il mondo là fuori era ostile, ma soprattutto faticoso. Alla fine sero allo stesso tempo vittima e carnefice nell'autoinfliggermi una mentalità rinunciataria nel nome di un concetto di tavò portato all'estremo. D'altra parte, per quanto copulare sia bello, è sempre l'introduzione di una destabilizzazione in un sistema che ha trovato i suoi fragili equilibri, e tutto quello che può venire dopo in qualche modo va gestito, ed è uno sbattimento atroce.
Voi state dando al me stesso del 1996-97 del sesquipedale sfigato come se io fossi una singolarità, ma crescendo ho avuto modo di constatare come tanta gente si sia tirata una motozappa nei maroni volontariamente nel nome di uno status quo di cui era mediamente insoddisfatta. Meglio tirare a campare che tirare le cuoia.
È il problema del tetrafarmaco di Epicuro, no? Si cerca l'atarassia, l'assenza di ogni preoccupazione, accettando che la morte quando arriva noi non ci siamo più, e ok, gli dei se ci sono se ne sbattono le palle di noi, e ok, ma soprattutto gli ultimi due punti: il piacere è facile da raggiungere se ci limitiamo al naturale e necessario, e il dolore se dura a lungo è di bassa intensità, se è forte dura poco (per sopraggiunta morte) e quindi sticazzi.
Il fatto è che se ci limitiamo a considerare "piacere" avere un tetto sulla testa e un po' di cibo in pancia, e tutto il resto si sopporta, allora scusate, ma che vita di merda viviamo? Uno può dire che nell'altra direzione saremo eternamente insoddisfatti, ma allora a sto punto portando all'estremo l'epicureismo originale (e non la visione distorta che i filosofi medievali ci hanno dato) tanto vale spararsi un colpo in testa e via ogni pensiero. Non dimentichiamo che certi epicurei si masturbavano sulla pubblica piazza per dire come erano liberi dalla schiavitù del piacere, e a chi li rimproverava che non stava bene, continuando a strofinarsi, dichiaravano che sarebbe stato bellissimo sfamarsi con un paio di carezze alla panza.
Insomma, se pensate a tutti quelli che per la paura di tutto quello che un cambiamento può portare (soddisfazioni e gioie ma anche fatiche e fallimenti) decidono di lasciar perdere ogni cosa autosabotandosi, converrete con me che Epicuro è vivo e lotta assieme a noi, distruggendo la piramide di Maslow da ben 2200 anni prima che Maslow la costruisse. Sì, ho divagato. Ma non di tanto. Non voglio dire con questo che sulla pubblica piazza mi sono dedicato pure io all'ipsazione. Mi riferisco al fatto che a volte, quando ci si è sclerotizzati in una routine, per quanto odiosa, alla fine alzare il culo e sforzarsi a uscire con persone diverse dalla solita balotta è molto faticoso e insomma, a casa è caldo, c'è il piumone (o il condizionatore, è uguale) c'è Netflix, non ci sonocsono virus né onde del 5g, chi me lo fa fare di uscire che sicuramente non mi diverto? Sarà pur meglio svaccarsi e andare a figa nel Simulmondo usando Larry Laffer come scudo umano nei confronti del fallimento, no?
E insomma, nel 1996-1997 la pensavo così (senza Netflix, però). Dico 1996-1997 perché trovai Larry 3 nell'edicola del Biondo (che mi sa che non era già più del Biondo) quando avevo bisogno di un oggetto transizionale* per rassicurarmi di fronte al grande cambiamento di prospettiva che mi aveva portato dalle scuole medie del Vecchio Paese (in cui contavo qualcosa) al liceo della Cittadina Alle Porte Del Capoluogo Che Si Dava Arie Da Capoluogo (minus quam merdam). Era nella collana "Futura Games" rivale della "Big Games" della Jackson Libri,una pubblicazione periodica di giochi vecchi in edicola in una scatola di cartone che gli dava pure una forma di decenza. Era pure pubblicizzato in TV un paio d'anni prima!
Io, che dopo una pausa mi ero rituffato nell'abisso della sfiga e sentivo bisogno di un'ancora di sicurezza per non lasciarmi andare nel vuoto, e siccome erano passati un paio d'anni dalla pubblicazione dei Futura Games quindi costavano pure meno (sulle 7000 lire), ritenni l'acquisto di Larry 3 una roba automatica.
*l'oggetto transizionale, altresì noto come doudou, è un incrocio tra una copertina di sicurezza e un peluche, che viene usato dal bambino, che inizia a rendersi conto di non essere più un'estensione della mamma, a gestire le emozioni correlate al distacco dalla mamma. Insomma, alla transizione verso la presa di coscienza dell'indipendenza. Tutti noi abbiamo, anche in età adulta, i nostri doudou che ci aiutano a gestire le emozioni. Basti pensare a quando Guido Meda conduceva Studio Sport, che tutto il tempo della trasmissione stava a masturbare un pennarello. Oppure basti pensare a quando siete in ascensore con uno sconosciuto, è questione di seondi prima che questi (o voi) tiri fuori a pasticciare il cellulare. Per me il doudou era il PC.
Sigla!
Voi state dando al me stesso del 1996-97 del sesquipedale sfigato come se io fossi una singolarità, ma crescendo ho avuto modo di constatare come tanta gente si sia tirata una motozappa nei maroni volontariamente nel nome di uno status quo di cui era mediamente insoddisfatta. Meglio tirare a campare che tirare le cuoia.
Il più epicureo dei politici italiani |
È il problema del tetrafarmaco di Epicuro, no? Si cerca l'atarassia, l'assenza di ogni preoccupazione, accettando che la morte quando arriva noi non ci siamo più, e ok, gli dei se ci sono se ne sbattono le palle di noi, e ok, ma soprattutto gli ultimi due punti: il piacere è facile da raggiungere se ci limitiamo al naturale e necessario, e il dolore se dura a lungo è di bassa intensità, se è forte dura poco (per sopraggiunta morte) e quindi sticazzi.
Il fatto è che se ci limitiamo a considerare "piacere" avere un tetto sulla testa e un po' di cibo in pancia, e tutto il resto si sopporta, allora scusate, ma che vita di merda viviamo? Uno può dire che nell'altra direzione saremo eternamente insoddisfatti, ma allora a sto punto portando all'estremo l'epicureismo originale (e non la visione distorta che i filosofi medievali ci hanno dato) tanto vale spararsi un colpo in testa e via ogni pensiero. Non dimentichiamo che certi epicurei si masturbavano sulla pubblica piazza per dire come erano liberi dalla schiavitù del piacere, e a chi li rimproverava che non stava bene, continuando a strofinarsi, dichiaravano che sarebbe stato bellissimo sfamarsi con un paio di carezze alla panza.
Senza esagerare, o si finisce così |
Insomma, se pensate a tutti quelli che per la paura di tutto quello che un cambiamento può portare (soddisfazioni e gioie ma anche fatiche e fallimenti) decidono di lasciar perdere ogni cosa autosabotandosi, converrete con me che Epicuro è vivo e lotta assieme a noi, distruggendo la piramide di Maslow da ben 2200 anni prima che Maslow la costruisse. Sì, ho divagato. Ma non di tanto. Non voglio dire con questo che sulla pubblica piazza mi sono dedicato pure io all'ipsazione. Mi riferisco al fatto che a volte, quando ci si è sclerotizzati in una routine, per quanto odiosa, alla fine alzare il culo e sforzarsi a uscire con persone diverse dalla solita balotta è molto faticoso e insomma, a casa è caldo, c'è il piumone (o il condizionatore, è uguale) c'è Netflix, non ci sonocsono virus né onde del 5g, chi me lo fa fare di uscire che sicuramente non mi diverto? Sarà pur meglio svaccarsi e andare a figa nel Simulmondo usando Larry Laffer come scudo umano nei confronti del fallimento, no?
E insomma, nel 1996-1997 la pensavo così (senza Netflix, però). Dico 1996-1997 perché trovai Larry 3 nell'edicola del Biondo (che mi sa che non era già più del Biondo) quando avevo bisogno di un oggetto transizionale* per rassicurarmi di fronte al grande cambiamento di prospettiva che mi aveva portato dalle scuole medie del Vecchio Paese (in cui contavo qualcosa) al liceo della Cittadina Alle Porte Del Capoluogo Che Si Dava Arie Da Capoluogo (minus quam merdam). Era nella collana "Futura Games" rivale della "Big Games" della Jackson Libri,una pubblicazione periodica di giochi vecchi in edicola in una scatola di cartone che gli dava pure una forma di decenza. Era pure pubblicizzato in TV un paio d'anni prima!
Io, che dopo una pausa mi ero rituffato nell'abisso della sfiga e sentivo bisogno di un'ancora di sicurezza per non lasciarmi andare nel vuoto, e siccome erano passati un paio d'anni dalla pubblicazione dei Futura Games quindi costavano pure meno (sulle 7000 lire), ritenni l'acquisto di Larry 3 una roba automatica.
*l'oggetto transizionale, altresì noto come doudou, è un incrocio tra una copertina di sicurezza e un peluche, che viene usato dal bambino, che inizia a rendersi conto di non essere più un'estensione della mamma, a gestire le emozioni correlate al distacco dalla mamma. Insomma, alla transizione verso la presa di coscienza dell'indipendenza. Tutti noi abbiamo, anche in età adulta, i nostri doudou che ci aiutano a gestire le emozioni. Basti pensare a quando Guido Meda conduceva Studio Sport, che tutto il tempo della trasmissione stava a masturbare un pennarello. Oppure basti pensare a quando siete in ascensore con uno sconosciuto, è questione di seondi prima che questi (o voi) tiri fuori a pasticciare il cellulare. Per me il doudou era il PC.
Sigla!
Pepperepé (papapà) peppeppeppeppperepe (papapà) Una fanfara annuncia un gioco della Sierra, con la classica Half-Dome, ma con ancora la grafica EGA. Il primo Larry con cui ero entrato in contatto era stato il quinto (in realtà quarto) episodio, visto su una deplorevole rivista di settore prestatami da un mio amico. E l'idea che si potesse interpretare un playboy mi faceva stranissimo. Ora, in tutta onestà, non ricordo se misi le mani prima sul primo episodio (tra le varie vaccate recuperate dai pochi amici trafficoni che avevo) o sul terzo (tramite Futura Games). Boh! Importa? Di fatto, l'argomento era quello che era, e chiaramente, avendoci messo le manacce in età adolescenziale, era tutto molto più stimolante (dal punto di vista della curiosità, s'intende).
Leisure Suit Larry 3: Passionate Patti in Pursuit of the Pulsating Pectorals! Ok, abbiamo già detto a proposito del primo episodio (a proposito, sta qua) che al creatore di Larry, Al Lowe, le allitterazioni non dispiacciono. Ma qui, diamine, si esagera! Comunque, che questo gioco sia più piccante rispetto al secondo episodio si nota dal fatto che una discinta signorina (la titolare Patti, forse) sta massaggiando i coglioni di Larry con il ginocchio. "Secondo episodio?" chiederete voi. Già, il secondo episodio?
Tavò di giocarci, almeno per ora. Ci provai per istinto di completismo quando lo trovai su un sito abandonware, ma viste le lamentele per il fatto che il primo Larry era troppo pecoreccio, Al provò a fare la classica avventura Sierra con qualche allusione piccante qua e là, ma con una trama più "mainstream" dietro. E per "mainstream" intendo "l'obiettivo è qualcosa di diverso di infilare il cotonno in due pezzi di carne che non siano bistecche dentro un termosifone". Looking For Love (in Several Wrong Places) era il sottotitolo di Larry 2, ed era una gran commedia degli equivoci in cui Larry finiva invischiato in una storia di spie e microfilm (yahwhn) per poi finire in un'isola tropicale paradisiaca di proprietà di uno scienziato pazzo (yahwhn) finendo poi per innamorarsi e sposare la bella figlia del capovillaggio dell'isola (yahwhn). Nonostante gli applausi della fecale stampa di settore per un gioco che finalmente raggiungeva la sua "maturità" (e in realtà era un adventure piuttosto dimenticabile con l'hobby di far morire Larry in ogni maniera possibile, un parser bacato, e più vicoli ciechi della ZTL di Reggio Emilia) il successo fu molto più ridotto, e fu allora che Al Lowe capì che sì, ok, l'umorismo demenziale e tutto, ma alla fine i giocatori dai giochi di Larry volevano principalmente una roba:
RIP KOMANDANTE |
E quindi, perché scontentarli? Solo che comunque Al non aveva messo via del tutto l'idea di fare un adventure più serio, e quindi cercò di avere botte piena e moglie ubriaca. Tenetelo da parte che poi lo riprendiamo, ok?
Insomma, dicevamo, l'isola incontaminata di Noontonyt (pronunciato come "None Tonight", niente per stanotte) viene liberata da Larry che accidentalmente fa fuori il malvagio dottor Nonookee (pronunciato "No Nookie", niente fregna). Bene! I nativi, venuti in contatto col mondo occidentale tramite Larry, vogliono liberarsi del loro stile di vita primitivo e iniziano a sviluppare la loro isola fondando la Natives, Inc™ e dando il via ad una speculazione edilizia. Lodevole comunque il fatto che non si siano serviti di investimenti cinesi. Immagino che nel 1989 quello fosse un livello di bassezza che era inconcepibile raggiungere. Boh!
Ah no! In effetti pure nel 1989 i nativi prendono in prestito pesantemente da investitori stranieri, ma almeno costruiscono le cose loro con videocassette piratate di video di bricolage. E dunque, costruito un hotel, un altro ne fa seguito, e via che andiamo! L'isola viene sfruttata, il Santo Graal del marketing, la multiproprietà, viene scoperta e messa in pratica con entusiasmo. Ah, la civiltà! A cosa servono palme reali quando le versioni in plastica non devono manco essere annaffiate? Benvenuti alla nuova Noontonyt!
Ah, ed ecco qui la prova di cultura popolare per verificare se siamo dell'età giusta. A differenza di Larry 1, in cui se sbagli due volte sei fuori, Larry 3 ci propone una versione edulcorata del gioco, con le poche sequenze erotiche che possono essere più o meno censurate. Oh, non aspettatevi chissà che cosa, eh. Comunque, vediamo se il vostro Ex Videogiocatore conserva la sua eccellente memoria per le puttanate di cultura popolare. Cosa significa U.N.C.L.E. del noto telefilm "The Man from U.N.C.L.E"? L'unico sensato per un'organizzazione di controspionaggio : United Network Command for Law Enforcement. Prossimo!
Vertigo significa: un problema di bilanciamento nell'orecchio interno, un film di Hitchcock, un movimento verticale improvviso, oppure entrambi i primi due? I primi due, il secondo in Italia è noto come "La donna che visse due volte", ma il nome "Vertigo" è riferito al fatto che nel film James Stewart soffre di vertigini. Watergate, invece è... un hotel, ovviamente, oltre che l'origine del suffisso "-gate" per qualsiasi scandalo relativo alla politica o no, quando lo scandalo principale è la totale incapacità di scrivere dei giornalisti moderni.
Comunque, avete notato che ogni volta che la becco giusta la ragazza sulla cartolina perde un pezzo di costume? Mi ricorda certe penne a sfera con la donna che si denudava a seconda di come le giravi. Era un gadget di cui si bullava tantissimo B., il mio compagno di classe delle elementari e medie, quello che non si presentava molto bene e veniva spesso preso per il culo per i suoi problemi di igiene. Povero B. Comunque notate che le ho beccate tutte, e senza cercare su internet (le ultime due, soprattutto, sono estremamente semplici). Via! Massimo livello di sporcizia delle battute, si cominci!
Ecco Larry su un terrazzo a strapiombo con visione panoramica sulla spiaggia "Riminizzata" con tutti i grattacieli sul lungomare. Larry non ha addosso la sua storica "Leisure Suit" in poliestere bianco, ma una camicia hawaiana, un paio di boxer, infradito e una collana di fiori. Inoltre, una panza da far paura che pare incinto. Sostituite i boxer con un pareo ed avrete il Briatore a cavallo tra i tardi anni 90 e i primi 2000, quello che tanti imprenditorucoli italiani cercavano di imitare. Quanta sfiga. Sfiga occultata da una cortina di bauscismo, ma sfiga senza dubbio.
Intanto che girovaghiamo per l'isola, il gioco continua a raccontare che cosa è successo tra il secondo e il terzo episodio. La donna concupita da Larry alla fine del gioco numero 2, Kalalau, è la figlia del capovillaggio Kenniuauau o una roba del genere, che comunque è un'incarnazione di Ken Willias (che se ricordate Al Lowe mette in ogni suo gioco) ed è diventato presidente della Natives, Inc™. Questo ha fatto sì che Larry sia diventato vicedirettore o qualcosa del genere. In pratica non fa un cazzo da mane a sera, quindi possiamo guardare dal binocolo e spiare una tizia che si mette in topless. Intanto, sento una pressione sul costato: è Al Lowe che mi dà di gomito e mi dice "Visto quanta gnocca eh eh eh? Mica male eh eh eh?"
Vabbè. Andiamo a casa. Larry chiama l'amata moglie che sta in una Jacuzzi con un'altra persona. Kalalau sfancula Larry così d'amblet, dopo avergli detto che come da legge dell'isola, per ottenere il divorzio, la sposa deve girare tre volte attorno al letto, cosa che lei ha fatto numerose volte negli ultimi anni. Ora che Kalalau ha pure trovato un nuovo partner, resta da rendere ufficiale il divorzio.
Kalalau continua dicendo che Larry è fuori e lei si tiene la casa da condividere con Bobbi, una persona che è in grado di ascoltarla senza farla morire di noia come era solito fare Larry. Ed è anche una donna, una (cito testualmente) "amazzone lesbica cannibale harleyista e riparatrice di slot machine". Ecco, qui inizia a comparire il fatto che Al Lowe cade in quell'errore chiamato "Trying too hard". Cerca troppo di far ridere ad ogni costo. Era successo nel secondo episodio, qui si ripete. Nel primo episodio ha fatto ridere con la sua spontaneità e la sua freschezza, ripetere il colpo senza essere stucchevole è molto difficile. È un po' come quando ridete alla battuta di un bambino. Gratificato dall'attenzione, inizierà sempre più a fare il pagliaccetto per avere sempre più attenzione, finché non vi rompete i coglioni del discolo e gli urlate in faccia. Con questo non dico che non si debba mai ridere quando un bimbo fa qualcosa di simpatico. Semplicemente che magari dopo aver riso la prima volta si potrebbe evitare di tornare subito a farsi i cazzi propri.
Vabbè. Insomma, Larry è shockato dalla notizia inaspettata del divorzio e pondera che fare. Che fare? Dargliela su, farsi prete? Chiudersi in casa e non uscire più (come l'ex videogiocatore)? No, ma io sono Larry, Larry Laffer! Qui è pieno di gnocche in vacanza in cerca di divertimento, chi meglio di me può darglielo? E via! Compare la cabina telefonica di Superman, Larry entra, via la "mise" hawaiana ed eccolo di nuovo col completo bianco "Tony Manero"! La panza enorme resta, però.
Torniamo a casa a vedere se Kalalau ha di nuovo cambiato idea, ma no, niente, anzi, è andata a chiudersi in casa con la riparatrice di slot machine: addio Kalalau, era la fine del secondo gioco e pareva tutto idilliaco e ora ti sei levata dai coglioni perché la storia non andava da nessuna parte. Apparentemente Larry ha ancora in tasca la chiave della cassetta della posta e prontamente se l'accatta. Una carta di credito! Benissimo, se pensiamo che nel primo gioco abbiamo dovuto romperci i coglioni a quattro palmenti giocando al casinò, per avere uno straccio di liquidità.
In quella che è un po' una previsione del futuro, la prima parte del gioco è abbastanza pilotata, e una manona lampeggiante ci indica di andare in ufficio, che sennò la storia nun fernesce. Il gioco ci consiglia di andare a provarci con la rossa della contabilità. Eh, in contabilità c'è sempre quella più carina delle altre che calamita le attenzioni dei colleghi maschi. Mai capito perché. Un mio collega che aveva un grosso problema di fame mi descrisse una tizia del controllo di gestione dicendo che "ha la faccia ampiamente spermabile". Che dire? L'informatica rende gli uomini bestie.
Nella bellissima sede con carta da parati magenta (non dimentichiamo che il gioco è del 1989) Larry viene informato da David la guardia. "Another day, another dollar, eh?" Appenao mi obbligano a tornare in ufficio (per ora è su base volontaria) prometto che sta frase la dico alla guardia del mio ufficio, che è una tizia che quando distribuivano il gruppo etnico ha scelto "tutti", e ha i lineamenti allo stesso tempo mediorientali, est-asiatici, europei, con carnagione olivastra e capelli lisci lisci apparentemente naturali, e parla un sacco di lingue perfettamente e ogni volta mi chiedo con quella competenza linguistica come mai sia finita a fare la "vitacatozza". Boh. Comunque Dave comunica a Larry che Kenniuauau, il padre di Kalalau che ora si fa chiamare presidente Kenneth, vuole parlare urgentemente con lui. Larry cerca di rassicurarsi...
...ma apparentemente Ken ha aspettato che Larry divorziasse dalla figlia per dirgli quanto fa cagare dal punto di vista del marketing. Costringendolo anche all'umiliazione di sedersi per terra. Solito manager codardo che quando c'è da dire qualcosa di scomodo aspettano sempre l'ultimo momento, quando la frittata è definitivamente fatta e a riparare il casino ci vuole molto più sforzo. Poi non parliamo del familismo e del sistema di raccomandazioni che regna anche nelle isolette del pacifico. Bah!
E, in una piega degli eventi del tutto sorprendente, Ken piglia Larry, lo appallottola, e ci gioca a bowling. "Figlio di puttana!" esclama, ancora uno split 7/10. Beh, il "Figlio di puttana!" non me lo aspettavo come esclamazione. Aspetta, aspetta...
...ah già! Dimenticavo che l'esclamazione preferita è una delle cose personalizzabili nel gioco! "Son of a bitch" è quella di default per il livello più sporco, mentre di base c'è "Golly Gee", un equivalente, se vogliamo, di "Porta Paletta!" che era anche l'imprecazione preferita della mia ex compagna di classe che si è tragicamente suicidata nel 2017. Così perfetta da non usare mai, ma dico mai, alcuna forma di turpiloquio. Non ha mai detto una parolaccia negli otto anni in cui l'ho vista praticamente ogni giorno, e negli ultimi tre anni le parolacce costituivano il 70% del vocabolario di tutti noi (nel caso delle femmine era il 60%, dai). Io uso il luogo di nascita di Moira Orfei, che per un periodo è stato quanto di più simile a una bestemmia abbia mai detto (io non ho ambizioni di perfezione, né mi scandalizzavo quando il mio sodale Giavaresi tirava fuori modi creativi di impostare le sue preghiere di segno negativo, ma trovo la bestemmia veramente volgare, tant'è che tendo a non farne uso). E poi perché suona bene come imprecazione. CODROIPO. È un suono soddisfacente, molto forte, tipo il perkele finlandese. No?
Oh beh, ora andiamo in spiaggia e Ehi! Una bionda in topless! "Bionda, beato chi ti sfonda", cantava il mio amico Alessandro C. (quello dei cazzi dipinti sul mio libro di filosofia) quando andammo in vacanza ignorante vicino a Malaga e cercavamo di convincerci che saremmo riusciti a pescare qualche turista o qualche nativa della Costa del Sol. Risultato? Vi lascio immaginare. Però mi ero divertito. Abbastanza. Ecco: Larry sta lì a guardare la biondona senza dire niente, in quella che sarebbe una perfetta imitazione dell'Ex Videogiocatore, Alessandro C., Alessandro L. il lievemente monotematico e Giorgio Landi (il cui vero nome è Enrico Cavazzetti, per quanto di cognome non faccia veramente Cavazzetti) di fronte alle fighe locali. Salviamo il gioco e aspettiamo, per notare che la fanciulla ha una grande passione: comprare souvenir presso i vu cumprà locali.
Eccone un altro. Vende conchiglie. Conchiglie, in spiaggia? Roba che non facevo nemmeno io a 5 anni, cavolo! Però - dice il venditore - queste sono pulite e non sono quel misto di inquinamento e petrolio greggio che è la laguna. In effetti,erano i tempi della Exxon Valdez.Cosa abbiamo imparato, in tutto questo? Semplice, che la bionda è una shopper compulsiva. Se ne deduce che per farla nostra...
...andiamo a fare il bagno. No, no! Che caspita dico! Camminando nel punto sbagliato, Larry affoga. Ops! Dimenticavo che siamo in un gioco della Sierra. Andiamo a parlare con la bionda, ok?
La bionda non nega una risposta al nostro saluto e si tira pure su ostentando le tette! Fuori quelle mani dai calzoni, amici, ha le braccia a coprire il tutto. Peccato! Ma tanto basta a Larry per dimenticare Kalalau e subito pensare a come fare per farsela. Stabiliamo contatto visivo?
Tawni (questo è il nome della ragazza) ci parla per frasi fatte, mentre in sottofondo va una musica che ricorda abbastanza "The Girl of Ipanema", almeno lo fa per me. Per essere fatta in EGA, Tawni non è nemmeno troppo brutta, ma la dilatazione delle narici è una roba che aveva sempre spaventato sia me me che il mio migliore amico del tempo, che aveva ancora un 386 (contro il mio 486DX2 che cominciava a perdere colpi). Di lì a poco avremmo iniziato a perderci di vista io e quel mio amico, perché io presi il sentiero che conduceva alla sfiga abissale, lui l'esatto opposto. Buon per lui, non per me. eh.
Insomma, dopo che Tawni ci ha detto quello che già sapevamo, cioè che la sua passione è lo shopping, cosa facciamo amici? DO UT MOTHERFUCKING DES! Io do te carta di credito, tu dai me patonza! Augh! E senza por tempo in mezzo Tawni zompa addosso a Larry agitandosi in maniera inconsulta. Interessante come Larry mantenga la sua leisure suit pure durante il coito, ma ehi, a chi non è mai capitato di farsi prendere dalla passione e non accorgersi del fatto che poteva magari mettersi un po' più comodo?
E insomma, Larry è lì che sta facendo del suo meglio per soddisfare Tawni, che arriva il solito venditore di souvenir, stavolta dei coltelli "ginsu", praticamente un venditore ambulante di Miracle Blade. Vi ricordate dei Miracle Blade? C'era un periodo in cui tutti andavano giù di testa per quel cuoco nano coi baffi, no? Era il periodo a cavallo della Grande Recessione del 2008, che pare essere piuttosto annebbiato nella nostra memoria collettiva. Fortunatamente esiste un'efficacissima capsula del tempo che cattura alla perfezione, ancora oggi che è il 2020, lo zeitgeist di quegli anni: sto parlando, ovviamente, di Nonciclopedia.
Bah! Comunque Tawni paga il coltello con la carta di credito che le abbiamo appena regalato, e noi ci intaschiamo il coltello.
Una persona con uno straccio di dignità avrebbe mandato a cagare la nostra material girl, ma Larry se ne sbatte i coglioni e riprende dove aveva lasciato. Offeso? Moi? Ma figuriamoci, la fregna è fregna! Tutto sembra andare per il verso giusto...
...ma la spiaggia radioattiva è piena di granchi. Ora, granchio in inglese si dice crab, che è anche un modo colloquiale per nominare le piattole, ovvero i pidocchi che risiedono tra i peli pubici. Chiaro che nell'autunno del 1996 una finezza del genere mi sfuggiva di chilometri, ma ora che sono adulto e imparato (ma fortunatamente non ho mai avuto problemi di piattole), posso dire che sì, amici, questa è un momento "commedia degli equivoci"! Avevamo tenuto il completo in poliestere bianco? Ci si sono infilati dentro i granchietti che popolano la spiaggia, e Larry, venendo pizzicato nei coglioni, non trova di meglio da dire che "Codroipo! I've got a terrible case of crabs!" E chiaramente Tawni, una turista che, accecata dallo shopping, ha fatto sesso non sicuro con un anzianotto e cicciottello abitante dell'isola, manda via Larry schifatissima. Wah wah waaaah. In tutto questo, però, abbiamo il coltello.
Coltello che, dopo che lo abbiamo ben affilato sulle scale di cemento del casinò locale (settimane a capire che il verbo "affilare" non è sharp ma sharpen) tagliamo un po' d'erba. A che pro? Ci arriviamo...
...ma non prima di aver fatto visita alla "comedy hut", un club in cui si esibiscono comici "stand-up" e in cui c'è il cameo di Al Lowe e il co-designer del gioco, il mullet-munito Bill Skirvin. Il gioco ci chiede di dire ai creatori del gioco qualsiasi cosa, e non possiamo trattenerci dal pronunciare che "il potere logora chi non ce l'ha". Questo fa partire uno sketch di comicità forzatissima tra Bill e Al, in cui dicono "ehi, ti immagini che roba sarebbe se fossimo al comedy club e arrivasse Larry a dire Il potere logora chi non ce l'ha?" "Nahh, Larry non direbbe mai una roba del genere, leviamoci dalle palle". Se leggendolo così questo scambio non vi fa ridere, contattatemi in privato che ci vediamo dal vivo per darci un cinque (nel rispetto del distanziamento sociale, ovviamente).
Però Larry può sedersi a guardare il comico di oggi, tale Paul Paul. Ora, a dispetto della visione del mondo dei falliti reazionari che popolano gli sfoghi online di nerdismo contemporaneo, la presa per il culo del politicamente corretto c'era pure nel 1989, e per questo Paul come prima cosa si para il coccige dicendo che per non offendere nessuno racconterà barzellette razziste su gruppi etnici provvisti dal pubblico. Io, che nel 1989 ritenevo Striscia La Notizia il massimo della comicità scelgo come gruppi etnici "Democristiani", "Socialisti" e ...uhm... "Tesserati della P2". Beh, il "trying too hard" di Al Lowe in questa iterazione di Larry non è troppo dissimile dal "trying too hard" dell'ex videogiocatore bambino che rideva con Striscia senza capire i riferimenti e imitava Lubrano muovendosi in maniera inconsulta e dicendo "Sallve."
Alcune barzellette. Come si rompe un dito a un socialista? Gli si tira un pugno sul naso. Dove nascondono i soldi i democristiani? Sotto il sapone. Bah. Visto che l'esibizione di Paul va avanti per una ventina di minuti, metto un pesetto sul tasto invio e vado a pisciare. A più tardi.
Più tardi.
Aaaaah. L'ultimo numero di Paul è l'imitazione di una papera. Beh, molto meglio di un tizio molto esaltato di cui ho un flash di memoria remota. Costui andò alla Corrida ad imitare gli animali, ed era serissimo. Quando fece l'asino disse che richiedeva uno sforzo muscolare notevole (riferendosi alla contrazione del diaframma), e Corrado gli chiese rispettosamente e candidamente: "Perché, scalcia?" Corrado era un grande, e non solo per la preferenza calcistica.
Più tardi.
Con le foglie d'erba, Larry ha fatto una gonna da nativo dell'isola, poi con il coltello ginsu abbiamo intagliato un po' di ebano facendo una statuetta che riproduce un noto personaggio che gira per l'immaginario collettivo degli account di Whatsapp di ognuno di noi. Con tutto questo, che facciamo? Semplice: "SOUVENIRS! SOUVENIRS!" Avete capito dove stiamo andando a parare? Nemmeno io.
Taac! La statuetta nera con il piccolo particolare che coglie l'attenzione di Tawni è facilmente smerciata, e Larry un tutto questo si piglia 20 dollari. Tutta 'sta fatica per 20 dollari! Vaffanculo, và. Nel frattempo ho sostituito il vagamente blasfemo invocare la nota cittadina in provincia di Udine con un più regionale e a me appropriato "Socmel!" che non passa mai di moda, come cantava Andrea Mingardi. Io però con tutta sta cagata per avere i 20 dollari vorrei riposarmi un attimo...
...e ora che Tawni si è levata dalle palle le ciuliamo l'asciugamano e mettiamo Larry a rosolarsi al sole tropicale di Noontonyt. La salamandra che passa sulla roccia e fa effetto "fallo eretto" è quella che Al Lowe chiama una "sight gag" e devo capire se la trovo divertente o no. Ci penso su e vi faccio sapere, eh.
Ops! Ci ho pensato così tanto che Larry si è completamente carbonizzato! Mi raccomando ragazzi, crema solare a 50+ anche se siete scuri di carnagione, e passa la paura. Non dimentichiamo che è la pelle l'organo umano più esteso (nonché più esposto). Ricarichiamo!
Ci troviamo in quella situazione in un'avventura grafica in cui non dovremmo mai trovarci, ovvero quando si va in giro senza sapere cge fare. Che fare, dunque? Andiamo al casinò, ma siccome Al non aveva lo sbattimento di programmare le slot machine, non si gioca. Quindi? Andiamo a vedere uno spettacolo di cabaret! Non abbiamo biglietti con noi, ma nell'ultima edizione della rivista ufficiale dell'isola ci sonosono deila buoni per l'accesso gratis. Ma dove sta lala rivista? Nell'inventario mica ce l'abbiamo. Presto detto: è il manuale! Sì amici,questo è il codice di protezione antipirateria!
Dobbiamo fornire il numero di pagina di un particolare coupon per proseguire. Penso che nel manuale tradotto malamente in italiano dalla futura games molti di questivoi coupon manco ci fossero, e la risposta si trovasse nella soluzione presente sul "Silver Disk"allegato alla fecale TGM in quel periodo. Oh, beh! In effetti poi la rivista è stata rilevata dalla futura publishing, no? Immagino preparassero il terreno per la fusione. Passata la protezione, comunque, c'è ancora un piccolo ostacolo: il maitre vuole una mazzetta. Noi non abbiamo la cassetta degli attrezzi a portata di mano ma abbiamo i 20 dollari di Tawni. Bastano? Apparentemente sì...
E finalmente inizia lo spettacolo, con il gioco che propone l'autosave. Sai che c'è, gioco? Buona idea. Salviamo ora e torniamo tra una settimana, visto che siamo senza obiettivi, magari il cabaret stimola Larry a puntare una delle ballerine, no? Chiudiamola qui con i soliti mille interrogativi inquietanti:
Riuscirà Larry a fare colpo su una nuova isolana e/o turista battendo così l'ex videogiocatore in vacanza con la Sylvia di K?
Riuscirà Al Lowe a ritrovare il suo umorismo secco e graffiante che sfoggiava nel primo episodio senza essere stucchevole e prolisso?
Riuscirà l'ex videogiocatore a capire che cacchio c'entrino i pettorali pulsanti?
E soprattutto, riuscirà questo gioco a non essere merda?
Ci vediamo tra una settimana.
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