lunedì 26 aprile 2021

Indianapolis 500 - The Simulation

La formula Indy penso di averla vista una sola volta in vita mia, molto probabilmente su Telemontecarlo, quel genere di cose che fanno vedere come riempitivo del palinsesto e che magari a me piacerebbero anche, però il pubblico generale vuole cose più mainstream e quindi ciccia, ex videogiocatore! Ero incuriosito perché il seguito del gioco di oggi, Indycar Racing, era uno dei tanto vituperati "GiOcHiParAmETrOh" sulla fecale rivista di settore "K", e chiaramente tutto ciò che poteva essere collegato, anche alla lontana, al mondo dei videogiochi. E avevo scoperto che Paul Newman (l'attore) aveva una scuderia, che c'era Fittipaldi, che era stato in Formula 1 anni prima ed era stato parodiato da Topolino come "Fritticaldi", c'era il figlio di Mario Andretti, che conoscevo perché gli avevano fatto sopra un altro videogioco a cui non avevo mai giocato, c'era finito sopra Nigel Mansell e i suoi meravigliosi baffi...

Questa la capirà solo chi viene dall'appennino modenese, temo

...e c'era persino uno di Castel Maggiore che vinceva un sacco di volte e successivamente è andato in Formula 1 con risultati scarsissimi. Poi ha perso le gambe e mi è dispiaciuto, si è fatto male con la handbike e mi è dispiaciuto ancora di più.

A parte queste sensazioni, quello che potevo notare della Formula Indy era prima di tutto che le macchine erano simili a quelli della Formula 1, ma più, come dire, sfigate: con una linea meno aggressiva e più sempliciona, un po' come se si fosse tornata indietro di una decina di anni.

Ma insomma ciò non mi impediva di guardarlo, perché oh, il gioco parametro è il gioco parametro, mica cazzi. Già: il gioco di oggi, pur essendo del 1989, è stato re incontrastato delle simulazioni di corse automobilistiche fino a quando il Formula 1 Grand Prix di Geoff Crammond lo spodestò. Io, che ero molto pezzente, ero rimasto al Grand Prix Circuit della Accolade, di cui ho parlato proprio agli albori di questo umile blog. GPC, essendo stato questo uno dei primissimi videogiochi per il mio pc IBM compatibile, già lo sentivo molto più vecchio del gioco di oggi, per quanto avesse soltanto un anno in più di Indianapolis 500. E lo era, anche come modus ludendi (si potrà dire?).

Al di là di queste considerazioni prettamente tecniche, va detto che la formula Indy aveva un altro handicap che mi faceva sbottare con un "Ma che cazzo è sta roba?". Presto detto: le macchine correvano perennemente in tondo, su un noiosissimo ovale. Ma anche di questo ne ero già al corrente, perché tantissimi anni prima sfogliavo il Manuale delle Giovani Marmotte, e leggevo una rubrica che riportava i disegni di tutti principali circuiti automobilistici del mondo. C'erano forme inconfondibili come Monza, Imola, Silverstone, Suzuka e poi c'era Indianapolis, un ovalone molto ordinato che lì per lì soddisfaceva il mio bisogno di regolarità, ma lo stesso tempo, che palle. 

Eppure, nonostante tutto, essendo io un sesquipedale sfigato per gioco di oggi ci sbavavo senza problemi! Ci avreste creduto? Sì, dai, oramai mi conoscete. Sigla!


Ecco qua un bell'inizio in medias res: schermata del titolo, pochi fronzoli. Neanche una dissolvenza con la scritta Papyrus Design Group Presents... no! È scritto in basso, più in piccolo che Electronic Arts, che distribuendo poteva bullizzare i poveri sviluppatori anche così. Però, che bello questo stile essenziale, no? Una cosa molto più old-style rispetto a giochi più recenti di cui ho parlato nelle ultime settimane. molto bello molto rinfrescante, direi che proprio ci vuole. E poi con nomi del genere, tipo Rob Hubbard a fare la musica, chi aveva bisogno dei fronzoli? Qui si andava in giro a cazzo duro! Guardate anche che faccia di tolla al presentarsi così, con questo THE SIMULATION come parte del titolo. No, non si scherzava neanche un po'.


Io questo gioco ebbi l'opportunità di acquistarlo in edicola dal solito Biondo nel 1994, più o meno 5 anni dopo che uscì nei negozi, e stava ancora brillando di luce propria per via della sua fama, rinforzata dal seguito uscito l'anno precedente. Fu anche per questo (o più probabilmente perché ne aveva i diritti che la Jackson di Brie lo ripropose in scatola sotto la linea dei Big Games nella loro prima uscita, assieme a Wing Commander, a Prince of Persia e a un gioco dei Simpson che avevo provato a seguire appena erano usciti a notte fonda, e poi avevo lasciato perdere, prima che venissero trasmessi subito dopo la scuola e tutti cominciassero a dire "D'oh" "Ciucciami il calzino" "Dehehihiho" e menate simili. Non ci credete? Credeteci:


A 19.900 Lire cadauno, praticamente te li tiravano dietro. Prince of Persia già ce l'avevo e pur essendo della stessa epoca del gioco di oggi era vecchio! Cacciare 19.900 lire per quella muffa, che peraltro avevano tutti! Pfui! Di Bart Vs the Space Mutants evitiamo a prescindere: restavano dunque Wing Commander e Indianapolis 500.  E io ci provai ad acquistarli entrambi: o meglio chiesi ai miei se potevo prenderli entrambi, ma mi fecero giustamente notare che 19.900 erano quasi 20.000 lire, e quindi moltiplicando per due si sarebbero ottenute quarantamila lire. Mica poco. Ammetto che non ci avevo pensato: ero stato ingannato dall'uno come cifra più a sinistra, e quindi a malincuore comprai solo quello che mi ispirava più di tutti: Wing Commander (ma, ammetto, fu una decisione molto sofferta). Oggi siamo qui a distanza di 27 anni a chiederci se ho fatto bene a scegliere il simulatore della Origin, piuttosto che il gioco di oggi, e vedendo l'uso molto televisivo della tridimensionalità, unito alla fluidità dei poligoni! La telecamera! Il montaggio analogico! Cazzarola, è bello.


Cioè, questo è un demo generato automaticamente, non è una ferrari disegnata in bitmap che viene spostata un pixel alla volta. Qui è tutto generato in tempo reale ed è veramente impressionante. Persino Wing Commander non è reso così bene, sono degli sprite in bitmap che vengono piazzati in uno spazio tridimensionale, e quindi troppo vicini si sgranano, troppo lontani diventano dei grumetti di pixel indistinguibili da uno stronzo fluttuante, mannaggia! Vuoi vedere che ho scelto quello meno bello?


A proposito di bitmap, le foto di auto antiche della 500 miglia dell'ovalone sono probabilmente i bitmap che occupano il maggior spazio di tutti. Bello, ma anche no. Ma anche no era anche uno dei modi di dire tipici di quegli anni. No? Forse è venuto dopo. Importa?


Beh, sarà pure una simulazione superfica, ma le opzioni sono molto scarne, e non abbiamo nemmeno l'animazione di GPC in cui le tre macchine selezionabili fanno la passerella in prode EGA. Dimenticavo, inoltre, che esisteva una scuderia chiamata Lola. A ingegneria era il soprannome di una tizia disgustosa (dal punto di vista caratteriale), ma che aveva le tette grandi, perché al tempo c'era la pubblicità del latte quello della Lola. quindi fate due più due. Un'altra delle poche femmine presenti era soprannominata "Effetto" per via dell'effetto elettrogeno delle punte, perché aveva le tette a punta. Ecco, avete capito il pattern. 


Di fatto, scegliamo la Lola e partiamo dai box, cercando di non prendere sotto gli omini ultrapoligonali che tengono cartelli scarni. Finiamo peròp er schiantarci contro un monolite nero impedendo che la trama del gioco si dipani sulle linee di 2001 odissea nello spazio. Credo che quello sia il "palo" da cui prende il nome la "pole position", ma magari mi sbaglio.


Oh, va detto che si guida benissimo e se c'è qualcuno che può fregiarsi del titolo "simulation" è questo gioco. Faccio anche poca fatica, credeteci o no, a capire come mai fosse stato bollato "Gioco Parametro" al tempo. Duole dirlo ma su Grand Prix Circuit 'sto gioco ci caga in testa con agilità.


Poi uno dice "certo che allora potevano fare anche altre piste" Sì, sono d'accordo, eh, ma posso immaginare il casino che poteva essere fare le piste diverse tutte in poligonale, e soprattutto far stare ogni cosa all'interno di un singolo dischetto a bassa densità (720 kilobyte, ragazzi, più piccolo del 99% delle presentazioni powerpoint che ci subiamo sul lavoro quotidianamente).

Più tardi.


Oh beh, ho finito la pratica, e ora ho deciso che si parte con le qualificazioni. lo si nota dal fatto che c'è scritto "qualify" in alto a sinistra e dal fatto che gli spalti sono pieni di puntini multicolore. In effetti l'Indianapolis Motor Speedway ha una capienza di pubblico di 257325 persone, rendendolo così la struttura sportiva con maggiore capienza di pubblico al mondo. Che uno pensa sempre al Maracanà o a wembley ma giustamente dimenticano sempre i circuiti motoristici. Invece, lo stadio di calcio più capiente al mondo sta a Pyongyang. Lo sapevate? Io non lo sapevo.


In tutto questo avevo pure pensato a ricostruire la storia del campionato NTT Indycar Series e della diatriba con la formula parallela Champ Car, poi CART. Sinceramente non ci capisco un cazzo e sono abbastanza impermeabile a tutto questo, e mi sto rendendo anche conto rileggendo il vecchio articolo su Grand Prix Circuit che ho attribuito l'hobby dei festini pornonazi a Bernie Ecclestone quando in realtà a farli era Max Mosley, il cui padre era Oswald Mosley, fondatore dell'unione dei fascisti britannici, quindi insomma diciamo che la passione per certe cose è una roba di famiglia. Fermo restando che pure Ecclestone si è lanciato in ripetuti quandoceraluiismi salvo poi cagarsi addosso e scrivere delle scuse piuttosto patetiche. Insomma una manica di stronzi, ma la cosa non sorprende particolarmente.


E cazzo! Mi è esplosa una gomma (che però continua a girare mantenendo il buco nello stesso punto, ma ok). Bel testacoda, però! Uno dice che nel 1989 un testacoda in un videogioco di corse non puoi farlo...


...e invece guardate che roba, pure con la telecamera variabile. Posso capire, per quanto non condividere, le copiose polluzioni della stampa di settore. L'occhio della telecamera! Il testacoda sulla scalinata! Questa sera il montaggio analogico mi ha davvero sconvolto!


Basta con le cazzate,riproviamo con una qualifica. Facciamo un giro,  che alla fine totalizza 1.31.84. Sarà buono? Chi lo sa! 


Poi però mi perdo nel gioco, che ammetto che non ha un'interfaccia utente proprio comoda comoda: sì, la macchina risponde molto bene agli input, ma quando siamo al box, cercare di districarsi nelle opzioni per variare l'assetto della macchina è piuttosto complicato e pure piuttosto scoglionante per uno come me che sta vedendo il proprio attention span ridotto (ma non ridotto a tal punto da smettere di scrivere lunghe reprimende su giochi oggettivamente di merda). Siccome è ovvio che sto perdendo colpi, dò un'occhiata al manuale. Sospiro.


Oh ok, possiamo variare l'assetto, possiamo gonfiare le ruote più o meno, possiamo decidere quanta broda mettere. Tutto molto definito, tutto molto simulatorio, peccato che io di queste cose non sappia un cazzo e di certo non mi lancio in sfoggi di ultracrepidarianismo come si è soliti fare nella mia regione d'origine, nota per la passione per i motori. Anche perché per darsi un tono basta dire, tenendo il naso arricciato e facendo la faccia serissima "è partito il differenziale" che il 99% di chi parla non sa cosa voglia dire ma in una canzone di Andrea Mingardi quello che diceva 'sta frase alla fine riusciva a trombare quindi vogliamo sputarci sopra?


E quindi con la sicumera da bolognese che si intende di motore partiamo...e ci schiantiamo contro il palo. Ops! "L'avevo detto io che era andato il differenziale" dico tra me e me scuotendo la testa e a voce molto alta, in modo che mi sentano quelli che sono lì lì per prendermi per il culo. Fortunatamente mi sentono e subito anche loro "Ah sì, sì, è andato il differenziale, davvero, che disgrazia."

Più tardi.


Siamo in corsa! Una cosa molto soft, solo 10 giri che di fare tutte e 500 le miglia, cari amici, tavò. Ogni tanto prendo a sportellate il cordolo, ma la cosa bella è che nella corsa semplice da 10 giri la Lola è indistruttibile. Perché ha le tette grosse che fanno da ammortizzatori, ovviamente.


Però un bel tamponamento a catena lo posso causare, anche da invincibile. Soddisfacente, magari in Destruction Derby fossi riuscito a tirare delle smacchinate del genere. Ma lisciavo sempre le mie prede. Non nego di essere io a far cagare.


Vediamo l'accartocciamento dalla telecamera spettacolare. Vé che bello! Immagino che il me stesso del 1994 avrebbe apprezzato. O forse mi sarei rotto i coglioni sospirando sul fatto che forse sarebbe stato meglio Wing Commander.


Però sticazzi, ne avevo scelto uno su due che mi interessavano, dal Vecchio Paese passava il Giro d'Italia, mi ero trovato con alcuni compagni di classe per veder sfrecciare i ciclisti senza capirci un cazzo, però prima del passaggio c'erano le Ape Piaggio ufficiali del Giro che passavano tra la folla regalando gadget vari e me n'ero accattate un po', oltre che alla scatola di Wing Commander. Faceva caldo ma non troppo, stranamente non soffrivo troppo di allergia, la prima media stava per finire, la vita era bella e quindi sticazzi se non avevo Indy 500.  


E poi mettiamoci pure che il mio migliore amico del tempo aveva detto tutto esaltato "Ehi! È appena passato Mario Chiesa! Ho visto Mario Chiesa!" "Ma chi - chiesi io - quello di Tangentopoli?" Non avendo io Wikipedia a portata di mano ed essendo io un po' stronzo non credevo che uno dei tanti gregari potesse essere omonimo del mariuolo isolato del Pio Albergo Trivulzio. Eppure.

Però la cosa bella di 'sto gioco è che dopo aver causato incidenti le altre macchine, che non sono invincibili, restano ferme a bordo strada. Per eliminazione degli avversari, sono passato dalla posizione 33 alla posizione 29. Non malissimo.


Ops! Altra inculata piuttosto spettacolare a una macchina, che purtroppo era ferma quindi non abbiamo guadagnato altri posti. Mannaggia! Ci rifaremo, siamo solo al terzo giro (su dieci).


Sto inizando a prenderci la mano con le curve, che sono peraltro sempre le stesse. Sul manuale c'è scritto come fare ad affrontare la curva, e visto e considerato che sono 200 giri la versione completa della corsa, bisogna ripetere 'sta mossa 800 volte prima di arrivare alla fine, e scolarsi un bicchierone di latte. Che al vincitore, alla 500 miglia di Indianapolis, si fa bere il latte. Un po' per ripigliarsi dalla fatica di stare per duecento giri su 'sti catorci a fare sempre la stessa curva. Un po' perché la 500 miglia nasce nel 1911, in pieno movimento della temperanza, una mania collettiva per l'astinenza dall'alcol, che sfocierà nel 1919 nel Volstead Act, ovvero l'introduzione del proibizionismo.


Si sa, nei paesi il cui sistema legale è un derivato della Common Law, la tradizione ha più importanza dei codici, e siccome più volte ho dichiarato il mio tifo per il diritto romano e il codice napoleonico, a me 'sti atteggiamenti "si fa così perché si è sempre fatto così sin dai tempi del mayflower" fanno abbastanza cagare. Sono così infastidito che inizio a speronare altre auto... 


...finché non sono al diciannovesimo posto, ed è il 5° giro.  Spem! Vé che sberla...


...che prontamente rivediamo dal replay. Sì, decisamente spettacolare.


Intanto le bandiere in alto sono diventate bianche. Che vuol dire? Si arrendono? Balenazione possibile? Non so, mi sono abbastanza rotto i coglioni...


...tant'è che al settimo giro le bandiere sono diventate a scacchi e io temo che la corsa sia finita, anche perché sono rimasto solo io in un circuito fantasma con le carcasse delle altre auto ferme sull'asfalto, che poi in realtà una volta era tutto pavé, per dire quanto ci capissero di strade gli usoniani. A solidità delle infrastrutture non è poi cambiato più di tanto. Andiamo ai box, và.


Ah sì, sono tutti parcheggiati, mi hanno lasciato indietro. Anche parcheggiando io non si sblocca nulla, e io che speravo di vedere la schermata in cui il vincitore beve il lat-ops! Ho speronato una macchina ferma. Che vergogna! Proviamo la corsa completa, và. 


Ah ha! Primo giro, quello di riscaldamento, credo, no? Oppure c'è già stato il "Gentlemen, start your engines"? Non lo so. Ho mandato tutto in vacca, lo ammetto. Cioè, il modello di guida  bellissimo, ma non ne hanno colpa i ragazzi della Papyrus se la corsa che simulano così bene è di una noia disarmante. Non hanno nemmeno colpa i ragazzi Papyrus se la loro software house darà il nome a un font orribile, che sarà però usato pure da James Cameron in Avatar. Ci avete presente Avatar, no? Mai un film con un tale incasso al botteghino ha avuto un impatto culturale così trascurabile. Fateci caso, al di là delle visuali che per l'epoca erano belle, che cosa vi ha lasciato la visione di Avatar? Io non ricordo un cazzo, se non che un sacco di furry ci si erano masturbati, ma anche loro poi se ne sono dimenticati completamente. L'unico che ancora ci crede è Cameron, che è dal 2009 che sta vaneggiando di seguiti, ma secondo me se qualcuno dicesse che il film Avatar non è mai esistito e quello che ci ricordiamo è solo una ben studiata campagna pubblicitaria, il 95% della gente ci crederebbe. Tipo l'effetto Mandela, se Nelson Mandela fosse blu, alto tre metri, con la coda e il muso schiacciato.  


E vogliamo parlare di Game of Thrones? L'ultima serie (anzi, stagggione) ha fatto così cacare che è finito in un rapido dimenticatoio così rapidamente che la gente è andata subito all'anagrafe per chiedere se poteva cambiare i nomi delle figlie Danaerys e Khaleesi, che l'imbarazzo saliva esponenzialmente! Comunque complimenti per averci messo un decennio a capire quello che l'ex videogiocatore ha capito nei primi trenta minuti della prima puntata della prima serie: è merda. 

"Ma No, lE pRiMe StAgIoNi SoNo uN cApOlAvOoOoOoHrOh!!1!!8!" dirà qualcuno, beh, per me era merda sin dall'inizio e non ho problemi ad accogliervi nel club "Game of Thrones è merda" senza giudicarvi. Anzi, gioiamo assieme di come certi fenomeni culturali possano sparire con la stessa trionfalità di una scorreggia di tipo "lòffa", il che significa che forse per l'umanità c'è ancora la speranza di una certa adattabilità culturale. Ho divagato. Proviamo la corsa ridotta, và. Sessanta giri. Che dite, ce la faccio? No, no, non ce la faccio. Stavolta mi esplode il motore, oltre che i coglioni. Bene così.


ReplYAAAAHHHHWWWHHHN. Oramai anche i "bussi" come si dice in bolognese stretto non mi esaltano più. Prossimo gioco!

È merda? Ecco, no. È veramente pregevole la simulazione, ma è la corsa che viene simulata che lascia un po' a desiderare. Sarà forse per questo che i piloti di Formula 1 che andavano alla formula Indy erano tutti ex campioni in declino? E sarà anche per questo che Zanardi, che in formula CART stravinceva, in F1 ha fatto, per usare un termine delle nostre zone, lézzo? Sì, mi piace pensare che sia quello. Ecco, immaginatevi 'sto gioco applicato alla Formula 1 e capirete quanto faccio cagare. Però non è merda, non me la sento proprio di dargli merda. È curato, ha un'ottima fisica, la grafica è bella, i comandi sono molto realistici. Bene così. Peccato per il resto, ma oh, è del 1989.
Ci rigiocheresti? Se avessi la stamina e il tempo necessari tenterei di finire almeno la 10 giri, ma il tempo non c'è, e vabbé, quello non c'è mai. È la stamina che manca, e quella se uno non ce l'ha forse se la può dare, ma il gioco di oggi non ne vale tantissimo la pena.

14 commenti:

  1. Il modo corretto di vincere la corsa a dieci giri è di restare sulla linea di partenza (il punto più stretto del percorso), attendere che le altre auto completino il primo giro e speronarne quante più possibile. Ripetendo l'operazione altre due-tre volte si riesce a creare una muraglia di rottami impenetrabile, in cui si fracasserà allegramente il resto della banda.

    A quel punto si possono completare i propri dieci giri con tutta calma, passando dai box per aggirare i rottami, e vincere la gara in carrozza. Praticamente il gioco è un precursore di Destruction Derby, e un buon recensore potrebbe riempirsi la bocca parlando di “emerging behaviour”.


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    1. Ah vedi. Io che non sono un buon recensore avevo avuto questo vago sospetto.

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  2. mi preoccupa il tuo giudizio su games of thrones, ho comprato in offerta la serie completa, non l' ho ancora iniziata, ma mi sa che dopo quello che hai scritto rivendero' tutto. quanto al gioco, già facevo cagare a spruzzo sui giochi di macchine, poi a uno in cui di correva in un cerchio... beh lo lascio fare agli altri.

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    1. Su GoT, beh, de gustibus. Sarà che al lunedì mattina in ufficio mi dovevo sorbire gli irritanti "OH MY GOD I THO LOVE THERTHEI SHE'S THUCH A BITHCH" del mio vicino d'ufficio (una persona a modo, ma quando si lascia prendere la mano su ste stronzate diventa un po' "flamboyant") me lo hanno fatto prendere male. E ho pure provato a leggere il libro, eh. De gustibus.

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  3. Vado fuori tema e colgo la tua citazione di Fritticaldi: ho ancora bene stampata a mente la storia, che parlava di Alberetto e il resto del circus della F1. Non vorrei fare il nostalgico di melma, ma quelli sì che erano tempi per la F1 (non è vero: ricordo un double in giappone e australia da parte delle rosse, poi per il resto mangiavano la suddetta melma per tutta la stagione, come ora)!

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    1. Erano anche bei tempi per le storie Disney, prima che cercassero di fare i gggiovani al passo coi tempi. La cosa che mi faceva ridere era il senso di dissonanza che c'era tra anatre e topi e il fatto che si esprimessero con un registro elevato ed arcaico. Quando la rivista Topolino ha iniziato a riferirsi a se stessa come "il topo" ha assunto la fecalità tipica delle riviste di settore.

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  4. Io fui così "fortunato" da giocare a indy500 sui soliti dischetti blu (se non ricordo male era uno solo da 720KB). Ad un certo punto dovetti scegliere se copiare wing commander (che erano più dischetti HD) oppure altrettanti giochi compreso l'odiato bart e indy500. Non giocai mai a wing commander, in compenso conosco molto bene il gioco di questa recensione. Ci giocavo solo per la spettacolarità degli incidenti perchè la pista ovale annoiava dopo poco tempo. Vuoi mettere tutte le piste di grand prix circuit? Giocai anche al seguito, ma non mi appassionò mai.
    Cmq i giochi big games erano veramente fuffa (non tutti ma quasi), indianapolis 500, prince of persia nel 1994 erano preistoria a mio avviso (giravano su 286 a 16 Mhz mentre la macchina me(r)dia per quell'epoca già i 386 ormai erano vecchi.

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    1. Beh, sui big games (e concorrenti futura games) come fuffa mi sento di dire il solito proverbio per cui in tempo di carestia ogni buco è galleria, e informaticamente parlando (e non solo) ho attraversato lunghissimi periodi di carestia. E si sa, quando vivi al buio la luce di un fiammifero pare il sole che non hai, e ora la smetto con le metafore.

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  5. Bel gioco, grafica futuristica con l'unico circuito che per sostanziale rottura di palle iniziale ti costringeva poi a provare seriamente tutti i possibili settaggi (resi bene peraltro e variabili in tempo reale sticazzi) per migliorare i tempi, non mi è più capitato con nessun altro gioco di divertirmi regolando l'assetto dell'auto.

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    1. Ma tu riuscivi a percepire come si rifletteva l'assetto dell'auto sulla guida? Perché io evidentemente manco di questa sensibilità.

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    2. Si, migliorava la guidabilità e il tempo sul giro con molta pazienza, sull'amiga, dettagli al minimo e mouse, ho letto da qualche parte che la versione pc è leggermente peggiore, sarà, comunque ero veramente fissato.
      Da allora in qualunque gioco di guida ho giocato ci penso mentre percorro circuiti ovali.

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  6. Ci sei arrivato più o meno da solo ma posso darti conferma che tra wing commander e Indianapolis è meglio il primo. Io avevo Indianapolis (pezzotto) ed il circuito ovale stancava presto, la strategia di guidare contromano per abbattere tutte le altre auto non pagava quindi era solo bella grafica da guardare. A giudicare dall’articolo tuo invece wing commander era più interessante con evoluzioni diverse della storia e quel senso di cameratismo che crea introducendo i personaggi nella storia (cameratismo che all’epoca mi avrebbe impressionato molto)

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