L'ultimo concerto a cui sono andato assieme a mia moglie prima che nascesse nostro figlio e mettessimo in pausa per un po' la vita sociale da coppia (sì, dico volutamente così per smentire tutti coloro che ci hanno detto "ahhh, dite addio alla vita perché per almeno diciotto anni non vivrete più" e per mandarli anche a fare in culo) è stato un concerto solista di Brad Mehldau. Ora, magari non tutti lo conoscono (non vi piglio per il culo se non lo conoscete, 'ste robe le lascio fare agli hipster) ma Mehldau è un pianista jazz a cui piace reinterpretare classici del rock. Insomma durante il bis del concerto, mentre la sua mano destra e la sua mano sinistra sembravano andarsene per i cavoli loro con diverse melodie dai ritmi completamente diversi che in qualche modo stavano benissimo assieme, con una delle due mani parte il do do sol sol sol sol sol sol sol sol fa mi re do di un noto brano degli Who.
"do do sol sol sol sol sol sol sol sol fa mi re do? Sul serio?" |
Sì, lo so, ho trasposto e probabilmente è pure sbagliato, ma il pianoforte è al Vecchio Paese (nell'appartamento qui non ci sta) ed è pure scordato, e l'unica tastiera digitale che abbiamo è la pianola bontempi giocattolo che un cugino di mia moglie ha gentilissimamente regalato a nostro figlio.
Insomma, Mehldau fa gli Who. E ovviamente, cosa che mi ha fatto scendere i coglioni, subito dopo il meritatissimo applauso, molti spettatori attorno a me si facevano belli per aver colto la citazione e lo dicevano in maniera molto condiscendente a chi la citazione non l'aveva colta. Stesa cosa che facevano diversi sfigati che erano ai concerti di Elio e le Storie Tese, con la differenza che questi ultimi citavano a memoria il sito marok.org, che con un livello di autismo sconfortante trova riferimenti e citazioni anche dove molto probabilmente non ce ne sono. Ok, ma in tutto questo, che c'entrano i giochi di oggi? Beh, se conoscete gli Who, avrete già capito che il brano è "Pinball Wizard", e sinceramente perché di iniziare l'articolo su due simulatori di flipper citando "Bar Sport" di Stefano Benni mi pareva molto scontato.
Sta di fatto che con tutti i videogiochi di cui ho parlato finora avrebbe senso parlare dell'antenato elettromeccanico dei videogiochi, o almeno la sua versione simulata: il flipper! Eh sì, che nonostante i giochi di oggi non siano il primo gioco di flipper a cui abbia giocato in vita mia (arriverà anche quello, forse) e però ai demo dei due giochi di oggi ci avevo giocato non poco, perché indubbiamente il flipper era qualcosa di estremamente affascinante, con tutti quei cosini che lampeggiavano e si muovevano, e la tridimensionalità "reale" che lo rendeva veramente un oggetto ben fatto. Chiaramente ne avevo visti pochissimi, perché a 10-12 anni mica ci andavo nei pub, nelle sale giochi i flipper stavano chiaramente scomparendo e nei bar c'erano i cabinati dei videogiochi che occupavano tutto lo spazio "ludico" (e andava comunque bene rispetto alle inguardabili calamite per il disagio che sono le attuali slot machine) e la cosa più simile a un flipper che avevo in casa era il catalizzatore di bestemmie chiamato "Tricky Traps", di cui agevolo lo spot per alimentare la vostra frignata nostalgica, che poi userò per insultarvi perché tutto sommato vi odio.
Ovviamente, di questo gioco mi ricordo perché mi ha stimolato tante di quelle incazzature che hanno fatto sì che le sinapsi a lungo termine si attivassero e il gioco mi rimanesse nei ricordi. Ricordo anche le faccette insopportabili che questo povero bimbo conciato da pagliaccio era costretto a fare per la pubblicità. Roba da prendere i genitori a sberle per cinque minuti misurati su un orologio scarico. Che odio ragazzi. E sì, l'incazzatura stimola la memorizzazione, l'ho scritto altrove. Ok! Direi che è abbastanza come presentazione, no? Ah giusto, prima dovrei insultarvi per la scenetta delle bruschette che avrete sicuramente fatto ripensando al "Tricky Traps", ma in realtà tutto questo potrebbe essere un modo per farvi incazzare in modo da farvi ricordare del blog dell'ex videogiocatore anche fra una trentina d'anni, no? Sigla!
CANYON.MID |
Ah ahahah. No, ovviamente scherzavo. Che peraltro pur essendo un giochino dato assieme a Windows, Spacce Cadet non era neppure così male. Ma non ne parlerò oggi: oggi si parla di...
21st century entertainment! Vé che bello, un grifone! Vè che pixel art fatta per bene! E poi quel nome... 21st Century Entertainment! Qui ci sentiva davvero nel futuro.
E poi andava tutto a puttane con quel "Presents..." scritto con un font che assume livelli di ridicolaggine comparabili a quelli del Comic Sans MS. E anche il logo "Spidersoft" non è che sia così bello a vedersi. Ok, ha echi dell'Amiga e della cosiddetta "demoscene" ma è brutto. Non è che siccome è in stile "Demoscene" allora per forza è bello. Anzi, c'era della roba delle "demo scene" che faceva proprio cacare. Poi si potrebbe pure opinare che l'intera "demoscene" era un enorme esercizio di masturbazione informatica, in cui si creavano cose esclusivamente fini a se stesse, rinforzando per l'ennesima volta l'ipotesi di McLuhan. In ogni caso, per quanto pure io abbia apprezzato a suo tempo i vari Second Reality e cagatine varie, la sensazione che mi danno ora è un grande e grosso "cui prodest?" Seriamente, a parte una pretesa di "arte" che comunque invecchia rapidamente (e malissimo) che senso ha al di fuori della stretta cerchia di chi 'ste cose le fa? Mi pare estremamente elitarista.
Ah, lo so, mi sono di nuovo incartato nel discorso e non ci capite niente. Mi prendo ogni responsabilità. In ogni caso questo è già il terzo logo che ci troviamo davanti e già nel 1992 l'informatica ludica stava prendendo la piega di Hollywood per cui oggi ci troviamo, prima di ogni film, almeno un minuto e mezzo di loghi. A tal proposito (in realtà non c'entra niente ma ok) scopro solo ora che la Opus Proclama SPA è andata in fallimento nel 2011, e questo mi fa pensare al mio ripetitivissimo amico Alessandro L. (che non era quello che mi incideva cazzi sul banco e sul libro di filosofia) ogni volta che si andava al cinema sciorinava l'unica frase che ricordava del corso di Economia & Marketing che aveva seguito all'università: "Perché la pubblicità al cinema è quella che ha più effetto"! Oh, lo diceva ogni volta. OGNI VOLTA. Ma sarà stato vero? Non ricordo particolari influssi subliminali da parte della pubblicità al cinema. Forse è per questo che ha effetto? Boh! Mi è venuta voglia di popcorn, vado a farmeli.
*crunch* Finalmente si comincia! La 21th Century Entertainment ha praticamente pubblicato solo giochi di flipper, tutti chiamati Pinball X, dove X è un concetto come Dreams, Illusions, Fantasies eccetera. Bello, no? Coerente in tutto questo, come i Gialli Mondadori che hanno tutti la stessa costina quindi li si può mettere in libreria e l'occhio non ne è disturbato. Cazzo che buoni 'sti popcorn, comunque. Un mio collega appassionato di "gigiate" costosissime si era preso la macchina professionale (uno sproposito tipo 150€) e si lamentava che non riusciva a farli scoppiare tutti. Il segreto di casa Ex Videogiocatore è usare una padella in pietra inattaccabile con sotto una bella piastra spargifiamma di acciaio. Scoppiano tutti (ma proprio tutti) e non si bruciano, e non è neppure necessario l'olio.
Mentre sono qui che coi miei consigli faccio morire d'invidia tutta la crew di giallozafferano, partono i crediti. Bello! Siamo passati alla 640x400. In effetti tutta 'sta grafica fa molto "demoscene".
Ecco i quattro tavoli del primo episodio. Il demo a cui giocai ne aveva soo una, la prima, Ignition, e ovviamente ci gettiamo subito su quella. Five, four, three, two, one, ignition! Così diceva sempre il nostro compianto professore di Storia dell'Arte al liceo quando iniziava a interrogare. Poi interrogava sempre il solito malcapitato perché gli stava sui maroni. O la ragazza carina, a cui dava inevitabilmente un voto alto dopo averla riempita di compimenti. Eh, era fatto così.
E via con ignition! Spariamo la palla in alto, e vediamo che ci sono 4 lettere che dobbiamo accendere, W-A-R-P. Ora, della terminologia tecnica del pinball non so assolutamente niente, quindi per tutta la durata di questo articolo userò i termini che IO ritengo adatti o strane perifrasi. Questo perché ? Semplice, amici, tavò.
Oooh che emozione! Arriva la palla sulle levette e io chiaramente sono così emozionato che becco il momento sbagliato. Ecco, per me il flipper è frustrante perché o sfioro la pallina male e i lanci che faccio sono tutti molto deboli, o quando tiro una soddisfacente sberla, la maggior parte delle volte mando la boccia a sbattere contro qualcosa che non fa punti. Che palle, eh?
Taac! Dopo aver acceso due lettere di "FUEL", accendo tre lucette che dicono "Spell Ignition". A che cosa serve tutto questo, oltre che a darci punti? Boh! Non ne ho idea. Sapete bene che dei punti me ne frega poco, qui cerco la soddisfazione profonda di far lampeggiare lucette e mandare la boccetta sulle rampe.
Cosa che provo a fare, ma con scarso successo, e come se non bastasse la palla è perduta. Che fastidio ragazzi! LOST IN OUTER SPACE dice il gioco, e io passo al tavolo successivo. E sì che col demo mi ci ero pure divertito abbastanza! Sarà per caso che al tempo non c'era altro con cui giocare e quindi si faceva con quello che si aveva? Sì, presumo di sì. E tanto per smentire chi dice che erano tempi migliori perché ci si accontentava di più, vi dirò pure che ci ho giocato decisamente poco.
Steel Wheel! un tavolo a tema locomotive del far west. Qui c'è una bella serie di rampe da imboccare, e quindi perché no? Magari è più divertente del precedente. O magari no, perché in genere il demo è sempre il pezzo più allettante e il resto, a pagamento, è un semplice "filler", che tanto i soldi sono già usciti.
Oh beh! Com'è come non è, al primo colpo faccio un milione di punti per aver infilato la boccia nel canale con la freccia lampeggiante, e se me ne fregasse qualcosa dei punteggi potrei dire che sono felicissimo di ciò. Ma il lampeggiare del punteggio in sé e l'effetto sonoro sono sufficienti a gioire. Oddìo, gioire è esagerato, diciamo a sentirmi soddisfatto.
Ecco quello che soddisfa veramente, beccare il rampone. GO GO GO! ROLL YOUR WHEELS! E io che sono carico, ovviamente inizio a tirare innocue carezze alla palla, non riuscendola neanche a mandare oltre la metà del tavolo. Si è capito che faccio piuttosto cacare al flipper in generale, no?
Beh, intanto spedisco la palla in un buco, o in "camporella" come dicevo al tempo. La boccetta sta lì un po' ed esce tutta soddisfatta con un milione di punti aggiuntivo. Cosa è successo dentro il buco? Ah, saperlo.
Altra rampa! Sono stupefatto, questo tavolo è molto migliore del precedente.Mi vedo costretto ad autocontraddirmi citando Stefano Benni e menzionando l'istinto parasessuale che viene nei confronti del tavolo da pinball quando si tira una sberla molto forte, e cioè che si cerca di tirare colpi di osso pubico, a furia di spinte pelviche, contro il tavolo per rendere i colpi più convincenti. Forse è così che Tommy, il protagonista della rock opera degli Who, riesce ad essere un mago dei flipper pur essendo sordo, cieco e muto: coi tavoli lui ci ha rapporti sessuali e il linguaggio dell'ammmmmore non richiede sensi superflui come la vista o l'udito.
Ma nel flipper, a differenza della vita reale, ogni coitus è sempre in qualche modo interruptus: la pallina esce e qui si passa avanti. Dai, non era male.
Beat Box! Un tavolo a tema musicale, più in generale di quello che ci si aspetterebbe con quel titolo, e cioè rap con la gente che fa "pu pu-cì pu pu pu pu-cì" in un microfono imitando una drum machine. Diciamo che qui si sta cercando di emulare la genericità dei design a tema dei flipper classici, che erano progettati da gente che magari non è che avesse chissà quale conoscenza dei temi che trattava. Quindi diceva "boh, facciamolo sulla musica! Una radio, una chitarra, uno spinello e il simbolo della pace e sticazzi, tanto la gente mica ci gioca per il significato".
Tanto per dire, ricordo che una volta ero andato in edicola e avevo visto una serie di gratta e vinci chiamata "WAR FOR PEACE" con sopra disegnato un carro armato. Che è una roba agghiacciante, se ci pensate. Non so se volesse citare la battuta di George Carlin (copiata paro paro da un fallito incapace di Zelig) "Combattere per la pace è come fottere per la verginità". Ma no, penso che non si arrivasse a tale livello culturale. Ho cercato sul sito dei Monopoli di stato, ed effettivamente quel gratta e vinci esisteva, ed ha chiuso nel 2007. Non c'è scritto purtroppo quando cominciò, ma ho seriamente paura che fosse iniziato intorno al 2003, in occasione dell'invasione dell'Iraq.
Non so, ma forse è meglio non saperlo. Una cosa che mi irrita di sto tavolo è che continuo a beccare sempre la stessa rampa, nonostante ce ne siano tre. Imbuco anche la boccia e...
...all'uscita finisce giù. Bah! Prossimo tavolo.
Nightmare! Anche se sul tavolo c'è scritto Graveyard. Cambio dell'ultimo momento? Molto probabile. Peraltro nel 1992 la Bally fece uscire anche il flipper che ebbe più successo nella storia, il noto flipper su La Famiglia Addams. Il mio amico Pier, che ha una decina d'anni più di me ed è una persona meno noiosa di me secondo numerosi standard, ci si era consumato sul tavolo degli Addams, e, per citare lui stesso, "quando iniziavi ad accendere un paio di special per bene veniva fuori scritto e diceva pure SHOWTIME... poi da lì baracca generale con palle che uscivano da ogni dove, luci suoni e varietè. Uso spesso dire SHOWTIME quando la situazione inizia a farsi molto complessa."
La situazione, ci insegna la mascotte di questo blog, è sempre un po' più complessa. Dunque, SHOWTIME? No, RUN FOR YOUR LIFE in questo caso, dato che abbiamo centrato una rampa che fa tutto il giro del tavolo. Bello, soddisfacente.
Altra rampa: RAISING JACKPOT! Non ho idea di cosa voglia dire, ma la rampa è bellissima e capisco come mai mio figlio si esalti tantissimo quando va sullo scivolo. E capisco anche come mai da bimbo avevo una fascinazione enorme per i garage per le macchinine con le rampe. Bellissimo.
Run for your lX2 X2 2 X2, perché nel frattempo, dopo aver sbattuto sui respingenti per un po', accendo tutte e tre le lucette che formano la parola "DIE" e mi chiedo cosa c'entri l'articolo determinativo feminile singolare tedesc - oooooh. Vabbè intanto perdiamo la palla e sticazzi, passiamo al seguito.
Seguito che è praticamente uguale al precedente, e quindi non mi pareva neanche bello parlare dei due giochi come se fossero diversi, e assegnare ai due il giudizio "merda/ci rigiocheresti" separatamente. Cavolo, hanno preso il titolo di Pinball Dreams, lo hanno usato come texture per una palla raytracciata, ci hanno aggiunto un II e uno sfondo stellato (fatto benino, ammetto)? Praticamente è un data disk! Oh beh, non mi lamento eh, insomma, stesso gioco con tavoli diversi è un gioco nuovo. E sì, Pinball Dreams 1 è del 1992 ma state tranquilli che non è il gioco più bello di sempre (secondo me, s'intende). Quindi...
...quindi ecco i 4 tavoli nuovi. Siccome sono un uomo noioso, andiamo in ordine dall'alto al basso, cominciando con il primo tavolo, Neptune, che inspiegabilmente non era quello che avevano incluso nel demo, a cui avevo giocato molto di più che al demo di Pinball Dreams 1. Infatti la musica di sottofondo, fatta in fighissimi file .MOD che si sentono anche dal PC Speaker (è tutto digitalizzato, niente MIDI) me la ricordo perfettamente. Ed è pure fatta bene, tò.
Neptune! Notate una lieve prevalenza del colore blu? Capisco che siamo ambientati in mare, ma veramente? Inoltre, c'è veramente poca roba in mezzo al tavolo, immagino volessero mostrare il disegno di Nettuno, ma pare veramente tutto assai noioso.
Sì, confermo, è tutto molto noioso. Però una cosa bella di Pinball Dreams 2 rispetto al primo episodio è che la palla è molto più lucida, insomma sembra davvero fatta di metallo! Bello, ma il tavolo continua a far cagare.
Beh, almeno piglio una rampa che va ondeggiando (ondeggiando, capito? Siamo sotto al mare qui) a destra e sinistra, e io mi sono già rotto le palle. E si che il blu mi piace anche, come colore. Bah! Prossimo tavolo.
Safari! Uhhh, ecco, questo è molto più bello. Ok, il giallo è predominante, ma già c'è l'elefantone in mezzo e le rampe zebrate e insomma tutto il tema animalier mi piace molto. In un tavolo da flipper, almeno, non di certo in un paio di scarpe da donna. Vogliamo parlare di quello sfigato che era con me in un bar e mentre gli stavo parlando si è girato verso una passante e le ha detto "Gran belle scarpe". Lei lo ha guardato con disprezzo e ha mugugnato qualcosa tipo "Eh?" e lui, imbarazzato. "Apprezzavo, gran belle scarpe, mi piacciono molto, davvero." "Ah." ha risposto lei, e se n'è andata. Dopodiché lui ha iniziato a parlarmi di quanto erano belle quelle scarpe e quanto gli piacevano. E in tutto questo era chiaro che non aveva ascoltato nulla di quello che gli avevo detto fino ad allora. È triste, ma nella città in cui vivo nessuno ascolta quello che dici perché sono tutti intenti a parlare di sé.
Non c'entra molto, ma il tizio in questione era un amighista. In realtà c'entra moltissimo.
Ah che bello! Tiro una sberla alla palla e non va su una rampa ma in un buco che sta dietro alla rampa d'ingresso! Bellissimo.
Altra rampa! Un milione di punti! Bello. Ma devo anche dire che per qualche ragione che non capisco, il tavolo diventa noioso in fretta. Sarà perché ho appena giocato ad altri 5 tavoli? Boh! Passiamo al successivo, ma questo è ok.
Revenge of the Robot Warriors! Questo era il tavolo presente nel demo, che trovai su un dischetto di PC Action, e chiaramente è un riferimento ai serial di fantascienza degli anni 50-60 e TETTE! Eh sì. Ci mettiamo anche un po' di Russ Meyer tanto per gradire. Questo è uno di quei giochi che quando ci giocavo controllavo che nessuno passasse dalla camera. E non c'era manco l'ALT-TAB! Quelli erano tempi difficili, eh.
Beh, che dire, le rampe non sono particolarmente arzigogolate come in altri tavoli, ma si centrano molto facilmente, come in questo caso, e l'effetto è molto soddisfacente. Non mi lamento, eh. E a distanza di anni mi ricordo anche la musica di sottofondo, che come in tutti gli altri tavoli è interattiva a seconda della posizione della palla. Con i file .MOD è estremamente facile farlo, visto che lo spartito è completamente programmabile. Al tempo ovviamente non lo sapevo, ma c'è stato un periodo della mia vita che ho composto un sacco di musiche in quel formato.
Taac! Niente rampa, stavolta, ma incanaliamo la palla di nuovo nella parte superiore, dove accendiamo la P di ZAP, che se accendiamo tutto quanto abbiamo i punteggi raddoppiati. Faccio un coming out da paura e vi dico che giocandoci, al tempo, uno dei miei obiettivi era quello di ottenere più bonus moltiplicativi possibili. Non tanto perché avessi a cuore il punteggio, ma perché nel demo, dopo tot minuti il gioco finiva comunque e questo conteggio dei bonus mi dava l'elemento di sfida che il gioco normale aveva fino a un certo punto.
Ah ecco qui, ho ottenuto il bonus x2, e centro anche la rampa facendo finire la palla sul ramo destro. Bello! Direi che è ora di chiuderla qui.
Ultimo tavolo, Stall Turn! Sembra molto colorato, molto bello, e pure molto originale...
...ma onestamente lo trovo eccessivamente incasinato. Cioè sì, sarebbe estremamente bello avercelo in 3D in casa (beh, non in casa mia: manca lo spazio per un catafalco come un flipper, e abbiamo già il tavolo interattivo e la fattoria parlante Chicco che fanno sufficientemente casino) però boh, schiacciato su uno schermo, con sta grafica troppo cartoonosa per essere realistico, non mi piace proprio. Non so perché. E sì che il tema mi piacerebbe pure.
Sarà anche il ghigno coprofago e incredibilmente autocompiaciuto dell'aviatore sullo sfondo? Non so. Però devo dire che le rampe qui si centrano molto facilmente...
...ritiro quello che ho detto. Se c'è una cosa che i sta sui maroni è tirare una sberla apparentemente soddisfacente, ma che fa palo sull'entrata della rampa oppure sale lentamente e torna indietro. E come se non bastasse, liscio clamorosamente la boccia e "Crash landing!" Persa la palla. Anche altre due palle non stanno molto bene. Che dire? Non è stata male come esperienza, no? Certo, c'erano tanti altri giochi di flipper che ho provato a suo tempo e che meriterebbero molto di più, perché ho scelto questi? Boh! Solite libere associazioni mentali, altresì dette à la fallo di loppide. E più non dimandare perché per oggi la si chiude qui, prossimo gioco!
Sono merda? Ah, questo non sta a me dirlo, ma sta a te dire se sei merda. Nel dubbio io dico di sì, ma solo perché seguo quello che dice Jodorowsky ne "La Montagna Sacra".
No, coglione. Quello che voglio dire è Essi (i due giochi di oggi) sono merda? "ESSI"
Beh? Essi è la terza persona plurale, è grammaticalmente corretto. Dunque? No, ok, "ESSI" non sono merda, perché tecnicamente sono fatti molto bene, poi tutti i tavoli sono belli grandi e dettagliati, e il gioco del flipper, per quanto ripetitivo alla lunga, trovo che sia comunque soddisfacente. Non so perché. Magari ho preso a colpi di bacino il portatile mentre ci giocavo, non me ne sono accorto. Comunque no, Pinball Dreams 1 e 2 non sono merda, e onestamente non sono manco sicuro che siano i migliori giochi di flipper a cui ho giocato (per quanto tecnicamente e graficamente siano meglio del 3D Pinball: Space Cadet in dotazione a Windows).
Ci rigiocheresti? Piuttosto preferisco riprovare gli altri giochi di flipper a cui avevo giocato ere geologiche fa.
Da amante dei Flipper questi li giocai tutti arrivando anche al Fantasies e all'Illusions.
RispondiEliminaQualche anno fa giocai moltissimo anche a Pinball Arcade con la simulazione di quasi tutti i flipper esistenti sul mercato e mi ci sono sollazzato per un bel po' di settimane, scoprendo anche alcuni flipper che per vari motivi non avevo mai approcciato.
Ai flipper "normali" ci ho giocato pochissimo ma ovviamente li trovavo estremamente affascinanti. Un mio conoscente ne aveva uno in garage/tavernetta e tutti quelli della compagnia (me compreso) lo invidiavamo molto. Ma per qualche ragione, rigiocarci su un simulatore come Pinball Arcade non mi ha mai attirato, sarà che si perde la componente tattile/fisica, che è la parte più divertente del flipper. Di giochi di flipper ne ho avuti altri, e prima o poi li toccherò tutti. Se non mi piglia prima il tavò, ovviamente.
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