lunedì 3 settembre 2018

Ultima 1 - The First Age of Darkness

Evviva! Più di un anno dopo il post di riflessioni sul mio personalissimo rapporto con la saga di Ultima e con l'essere un Avatar, finalmente inizio a parlare dei giochi veri e propri, cominciando dal primo! (non aspettatevi che parli anche dei prossimi episodi in rigoroso ordine cronologico).


"Caro ex videogiocatore, mi permetto di dissentire."

Oh santi numi, no! Richard "Lord British" Garriott! E adesso che vuole questo pervertito vestito da deficiente?


"Il primissimo episodio della saga di Ultima è Akalabeth: World of Doom, da me personalmente programmato nel lontano 1979 sul mio Apple II e che ha iniziato la mia lunga carriera di genio del game design che mi ha fatto fare un sacco di soldi grazie ai quali ho comprato una gita sulla Stazione Spaziale Internazionale e ho costruito un castello medievale in Texas."


Vabbè. E dunque? Quello è stato retroattivamente chiamato "Ultima 0". In ogni caso, ora è il momento di tornare nel 1981, quando il primo Ultima vide la luce. Pronti?

"Caro Ex Videogiocatore, mi permetto ancora di dissentire. È sì vero che il primo Ultima è stato da me realizzato in Basic per l'Apple ][ nel lontano 1981, ma la versione che stai per lanciare è quella ripubblicata nel 1987 per DOS dalla mia ormai arcinota Origin Systems, in seguito a un completo revamp della grafica e del codice, che è stato interamente riscritto in assembler in modo da garantire una velocità d'azione mozzafiato!"

Sì, a dispetto dell'orrore che mi fai, ammetto che hai ragione. Questa è la versione del 1987 di un gioco del 1981, con già il numero romano di seguito, perché nel frattempo ne erano già usciti 4. Dunque direi che s'è detto abbastanza come presentazione, e allora sigl...


"Un istante! Questo gioco è mio, e quindi sigla lo dico io!"

Va bene, basta che si cominci una buona volta.

"SIGLA!!"

Che coglione, ragazzi.


Ebbene sì, il primo Ultima ha subito un remake nel 1987, guadagnandosi così non solo un numero romano, ma anche un sottotitolo. "The First Age of Darkness", perché forse ai tempi Garriott già immaginava a Ultima come una trilogia di trilogie, in cui Ultima 1, 2 e 3 formano "The Age of Darkness", il 4, il 5 e il 6 "The Age of Enlightenment" e infine il 7, il 7 parte 2, l'8 e il 9 formano "The Age of Armageddon". Ma ancora non ci siamo arrivati...


...ma la Origin ha già un logo simile a quello della sua età dell'oro. Una griglia con i quattro punti cardinali. Il gioco si presenta come una nuova versione della classica avventura fantasy, il capolavoro originale di Lord British...


...Ultima I! Vè che bello quel castello, si suppone il castello di Lord British, ma in realtà trattasi di un castello abbastanza generico, che mi ricorda non poco il primissimo programma del mio primissimo computer, il Disco Welcome dell'Olivetti PC 128s, che ricevetti per Natale nel 1987, anno in cui uscì questo remake. Il castello era un demo delle potenzialità grafiche di quel clone dell'Acorn BBC Master Compact, e appariva così:

Questo, bambini, era il futuro.
Bello, no? Valeva da solo il prezzo del biglietto, quando quello che si vedeva di solito era una schermata testuale spoglia con fondo nero.


Già nel 1987 Garriott aveva già registrato il copyright sul suo soprannome, che vi ricordo è nato dal fatto che la vocina nasale da nerd con cui aveva detto "hello" ai suoi compagni di gruppo di fan del computer lo aveva fatto sembrare più inglese che americano. Come se io mi fossi improvvisato un benevolo monarca medievale basandomi sui difetti con cui da ragazzo mi pigliavano per il culo. Tipo, chessò "Lord Baffo" (sì, avevo gli orribili baffetti prepuberali). Oppure "Ser Bulbo", dato che al Vecchio Paese "Bulbo" era sinonimo di "massa di capelli": siccome i capelli mi crescono a velocità doppia della media e siccome odiavo andare dal barbiere, spesso e volentieri in testa avevo una specie di afro, per cui ovviamente venivo preso per i fondelli. (Coincidentalmente, chi mi chiamava "Bulbo" ora tiene la chierica in testa, ma non provo troppa schadenfreude). 

John Fachini, invece, non so chi sia. Ha lavorato alla programmazione di Ultima 5 e poco altro. Vabbè.


E vabbè, ma così non va: mi hanno cambiato il sottotitolo! From darkest dungeons, to deepest space! Ebbene sì, perché questo è capolavoro fantasy solo fino a un certo punto, verso la fine abbiamo pure la parte fantascientifica ambientata nello spazio! Dubito che ci arriverò, ma magari cerco qualche screenshot qua e là.


Beh, sticazzi. Generiamo il nostro personaggio distribuendo punti alle varie statistiche del nostro personaggio. E fin qui tutto ok...


...interessante, invece, come nei primi Ultima esistano anche altre razze oltre gli umani. Abbiamo Elfi (sbadiglio) Nani (doppio sbadiglio) e ... uhm... Bobbit?

Quale interesse ripone lui in Ultima, secondo voi?
Oh beh, magari Garriott pensava che Hobbit fosse marchio registrato della Tolkien Society, ma a questo punto perché non chiamarli "Halfling", come già accade in Dungeons&Dragons? Non lo so. Proseguiamo. Il nostro personaggio sarà umano, maschio, e classe guerriero, che io ci ho il tavò di ricordarmi le magie, anche perché il sistema dei mantra usato da Ultima 4 in su ancora non c'è. Quindi sticazzi. Ora, è tempo di dare un nome al nostro protagonista...


Ebbene sì, Il Divo Giulio è tornato! (Pensavate forse che scegliessi qualsiasi altra cosa?) Questo è Ultima 1, quindi il protagonista non è ancora l'Avatar, il campione delle otto virtù su cui si basa la società del gioco, ma in quanto a virtù la sa già più lunga di tutti quanti.

L'umiltà, ad esempio, è una virtù stupenda.
 Ma non quando si esercita nella dichiarazione dei redditi.
In realtà, la terra in cui si svolge il gioco non è nemmeno Britannia, ma è la sua antenata Sosaria, divisa in quattro enormi continenti, di cui uno (SPOILERONE!) diventerà la Serpent Isle, l'ambientazione di Ultima 7 Parte 2. Ma questa è un'altra storia...


"Thy game". Mannaggia quanto mi sta sul cazzo l'uso liberale dell'Early Modern English. Che peraltro è usato decisamente a sproposito, con "Thou" al posto di "You" in modo da sembrare più altezzoso, mentre invece "Thou" è informale, mentre "You" è formale, come se "Thou" fosse il "Tu" e "You" fosse il "Lei" o più verosimilmente il "Voi". In effetti si può dire che nell'inglese contemporaneo tutti si danno del voi. Fortunatamente gli Ultima si limitano a questo e non aggiungono delle "e" mute alle parole così alla cazzo. Il suffisso "est" per la seconda persona singolare dei verbi e il suffisso "eth" per la terza persona singolare, invece, talvolta è usato. Ma vedo chiaramente che non ve ne sta fregando un cazzo.


E quindi iniziamo a giocare sul serio. Il Divo Giulio, futuro Avatar, si trova catapultato, senza sapere come, in mezzo a Sosaria, nel continente chiamato "Lands of Lord British". Perché nella mitologia di Ultima, Lord British è un povero nerd sfigato della Terra (fact check: vero) che magicamente si trova in un mondo in cui tutti lo esaltano e lo fanno re. È la più classica delle power fantasy, una rappresentazione fantasmatica di un mondo che si piega alla mia volontà perché nel mondo in cui vivo sono alla mercé degli eventi e non ho l'assertività per provare a fare andare le cose come dico io.

Entriamo nella città...


...che si chiama "Britian", notare che è scritto male. Per le strade di Britian si aggira Iolo il bardo, che in futuro sarà uno dei principali tirapiedi dell'Avatar. Per ora è solo una rottura di coglioni. In realtà lo sarà anche in futuro. Iolo, assieme ai vari futuri compagni dell'Avatar, è tratto da un amico di Garriott, tale David R. Watson, un vecchio e grasso nerd con l'hobby della costruzione delle balestre e della musica medievale, nonché membro assieme a Garriott della Society of Creative Anachronism, un gruppo di nerd che fuggono la realtà rifugiandosi in un medioevo idealizzato.

La rivoluzione industriale e le sue conseguenze sono state un disastro per la razza umana.
Esse hanno incrementato a dismisura l'aspettativa di vita di coloro che vivono in paesi
 "sviluppati" ma hanno destabilizzato la società, reso la vita insignificante,
assoggettato gli esseri umani a trattamenti indegni,
diffuso sofferenze psicologiche (nel Terzo mondo anche fisiche),
 inflitto danni notevoli al mondo naturale. 

Praticamente, fanno nella vita reale quello che Garriott ha fatto creando Ultima, un mondo fantasy ideale in cui lui è il re incontrastato. Solo che lui ci ha fatto sopra un bel po' di soldi. Ah, ma giusto per dire, ce l'ha una trama, 'sto gioco? Apparentemente sì, dobbiamo sconfiggere uno stregone malvagio di nome Mondain.

Che barb che noi che noi che barb

Il quale, da bravo coglione, ha legato i suoi poteri a una gemma che da un lato li aumenta a dismisura, dall'altro lato, se qualcuno la spacca, Mondain è fregato. Trama del cazzo, lo so, magari nel 1981 era originale. No, direi di no.


Vabbè. Andiamo in un negozio e premiamo il tasto T come "Transact". Abbiamo solo cento pezzi d'oro e quindi compriamoci una mazza, piuttosto che una "corda con gli spuntoni", che onestamente a 20 pezzi d'oro mi pare un furto. Inoltre faccio notare che se ti chiami Lord Eldric D'Charbonneux e fai il fabbro, sei un coglione.


Con il tasto Z (che sta per Ztatistics), vediamo un po' come è messo il Divo Giulio. La cosa interessante di questo gioco è che non c'è un livello massimo di punti vita. Come vedremo, basta uscire soldi a Lord British per avere un sacco di punti in più. Gli oggetti in rosso sono quelli che abbiamo addosso, ed è ora di liberarci dell'armatura di cuoio di default per cambiarla con la cotta di maglia, e sostituire i due pugnali con la mazza.


A Britian c'è anche il negozio di cibo, "Li'l Karelia's Finnish Grocery" che molto probabilmente è una marchetta di Garriott a qualche nerd finlandese di sua amicizia. Sono pronto a scommettere che si tratta di Jaana, che sarà una dei compagni dell'Avatar da Ultima IV in poi ed è basata su una tizia finlandese da cui Garriott era stato friendzonato e che cercava di trombarsi in cambio della fama videoludica. Cari amici, se c'è qualcosa da portarsi a casa da questo articolo è che le donne non si conquistano col "do ut des". Vorrei telefonare al me stesso del 1996 per dirglielo.

Sta di fatto che non abbiamo abbastanza soldi per comprare i karjalanpiirakat. "Tra un pasto e l'altro, dunque, non prenderò cibo", commenta sardonicamente il Divo Giulio.


Andiamo dunque al castello di Lord British. In basso a sinistra, una principessa è chiusa in galera, e probabilmente questo è l'unico modo con cui Garriott può trovarsi una donna disposta a fare l'amore con lui: imprigionandola. In sottofondo, la giullare Gwino canta "Ho la chiave!" che è evidentemente la chiave della gabbia in cui sta la principessa. Per prendere la chiave è necessario farla fuori. Gwino, che in futuro diventerà Gwenno, sarà l'incarnazione della defunta moglie di David R. "Iolo" Watson, Kathleen Jones.

Parlando invece con il monarca e offrendogli i nostri servizi, questo ci dice di andare a trovare LA TOMBA DELL'ANIMA PERDUTA, che detto così pare il tentativo di essere misterioso e solenne da parte del master di un gioco di ruolo alle prime armi (ovvero Garriott).


Oh beh. Una cosa che possiamo fare è derubare il castello di Lord British con il tasto "S" (Steal). Freghiamo 20 razioni di cibo, ma rubando con moderazione, perché "L'ideale, per disponibilità di denaro, è di averne come nelle ricette mediche: q.b. (quanto basta)". Peccato che però veniamo beccati dalle guardie che iniziano a menare Andreotti molto forte....


...finché il Divo Giulio, accerchiato, non lascia questo mondo. Le autorità dell'aldilà non lo chiamano a rispondere né di Pecorelli né della mafia. Di altre cose sì. "Ma su questo ho le carte in regola", dice il fantasma del Divo, che viene prontamente resuscitato.


vediamo le Z-tatistiche del prontamente risorto Giulio: abbiamo soltanto 99 punti vita, nessun'arma e come armatura solo la cotta di maglia precedentemente comprata. Dalle stelle alle stalle, ma Belzebù non si perde d'animo.


Nelle zone selvagge di Sosaria ci scontriamo con un ranger malvagio, attaccandolo a mani nude. Dopo una serie di sberle, sussurrando nell'orecchio all'avversario che "Non si dimentichi mai che si è eletti per operare; e non si opera per essere eletti. La confusione dei fini risulterebbe nefasta." il Divo Giulio fa fuori il nemico.


È ora di andare a fare un po' di esperienza in un dungeon. Tutto d'un tratto, il colpo di scena: la visuale è in prima persona! Fortunatamente, è a schermi fissi, come Dungeon Master (o il già visto su questi pixel Hillsfar, se ve lo ricordate). È tutto disegnato con linee sovrapposte, esattamente come nel precedente Akalabeth, evidentemente Garriott ha riciclato il motore perché non aveva voglia di fare un cazzo.

Qualcuno ha detto "Cazzo" ?
Per favore.


A suon di sberle, il Divo Giulio fa fuori un ranger malvagio che si aggira per il dungeon. Tutti i dungeon di Ultima 1 sono generati a caso a partire dalla stessa struttura, cinque corridoi lunghi 9 schermate separati da muri solidi lungo i quali ci sono delle porte piazzate a random. A parte la struttura, sono tutti uguali, ergo basta visitarne uno e li si ha visitati tutti. All'ingresso del dungeon troviamo anche una bara, che prontamente apriamo, trovandoci un po' di soldi in rame, che prontamente il Divo Giulio rivenderà come se fossero cavi elettrici delle ferrovie.


Ecco, come vi dicevo, arrivati alla fine del corridoio non c'è nulla. Possiamo girare a sinistra dove ci sono le porte che ci conducono al corridoio successivo. Ma non lo facciamo e torniamo su...


...dove all'uscita veniamo premiati con 8 punti vita. Ah, ma benissimo! Assieme ai punti esperienza guadagnamo punti vita. Ma che figata! Rientriamo subito!


Andiamo a fare un po' di "grinding" per andare su di livello e farci un po' di forza. Quello che vedete è la riproduzione accelerata del mio tentativo di far fuori un sacco di mostri. Peccato però che esplorando il dungeon mi perda, e nel tentativo di trovare la strada per uscire, il Divo Giulio ci rimanga. Non va bene! Bisogna cambiare tattica per non perdersi.


Ecco dunque come fare, evitare di cambiare corridoio e spazzare il primo corridoio dai mostri.

Più tardi.


Diversi giri nel dungeon dopo, ci siamo rimpinguati per bene la salute. Direi che è ora di proseguire l'esplorazione del continente...


...andando a visitare il re perduto. In ognuno dei quattro continenti di Sosaria ci sono due sovrani, e non si capisce se sia una diarchia controllata o se la situazione sia come il papa di Roma e l'antipapa di Avignone, o qualcosa del genere. In ogni caso, sia il Lord British che l'AntiLordBritish tengono una principessa in prigione di cui la giullaressa Gwino ha la chiave. E se la tira pure.


Vabbè. Il re perduto offre al Divo Giulio un'altra missione, andare in un dungeon qualsiasi e ammazzare un cubo gelatinoso (che da quello che ho capito è scopiazzato da Dungeons&Dragons, ma io non ho mai giocato a Dungeons&Dragons).


Andiamo a visitare l'armeria del castello, e cercando, il Divo trova.... una pistola laser!

A metà tra Forattini e il Bagaglino, eh
Ebbene sì, una pistola laser nel medioevo fantasy. Garriott era confuso con se stesso. Comunque riusciamo a fregarla senza farci beccare. Ora abbiamo l'arma più potente del gioco (credo) trovata senza tanta fatica. Bello eh?

Più tardi.


In un'altra città ci compriamo un cavallo. Abbastanza inutile, ma oh.

Ancora più tardi.


Siamo di nuovo nel castello di quel cazzone di Lord British, e stavolta il Divo Giulio tenta di nuovo di rubare, e stavolta il ladrocinio va a buon fine. Per non saper né leggere né scrivere il divo Giulio si intasca una "tuta riflettente", che credo sia un'armatura magica che a ogni colpo risponde con "specchio riflesso, asino fesso" e così facendo annichilisce ogni attacco nemico. Anche qui, costo zero. Nelle immortali parole di Lord British, "Stealing is ok as long as it's done right".

Più tardi.


Frega qui frega là, ci siamo comprati una fregata, con cui iniziare a esplorare i quattro continenti di Sosaria...


...passiamo davanti alle "Lands of Danger and of Despair", su cui lo spoilerone vi ho già dato...


...dopodiché arriviamo a un'isoletta con un cartello sopra. Il divo Giulio ci approda, bacia il terreno , ed è pronto per andare a leggere il cartello.


"GO EAST TO GO EAST!" Grazie al cazzo, gioco: se proprio devi citare Cristoforo Colombo e il suo Buscar el levante por el ponente, almeno fallo bene. Vai ad est per andare a est è piuttosto lapalissiano, e non fa altro che farmi entrare in testa il noto brano musicale.


Lì vicino c'è un'altra isoletta con un altro cartello. Che frase fondamentale ci sarà, questa volta? Una massima sul senso della vita e delle virtù, come nei futuri Ultima, oppure semplicemente un "Fuori dai coglioni!" come se lì accanto ci fosse la casa di Dinamite Bla o il deposito di Zio Paperone? Niente di tutto questo: semplicemente un altro fenomeno di citazionismo alla cazzo: "Vae victis!" Guai ai vinti! Classica frase che assieme a "Molon Labe!" è stata appropriata dai fanatici paramilitari che si esaltano con il softair. Anche questo è nerdismo, ma sticazzi. Il fatto che abbiamo trovato questo cartello con questa enorme banalità significa che abbiamo raggiunto la TOMBA DELL'ANIMA PERDUTA, completando così la missione dataci da Lord British in persona...


"...Ah, Andreotti! Thou hast completed thy quest." Minchia che inutile pomposità, ragazzi. "Poiché indulgo nell'uso di frasi scherzose e sono allergico a ogni genere di discorsi e concetti complicati, c'è chi mi guarda con sufficienza, quasi scandalizzandosi intellettualmente a causa di un mio presunto gusto per le battute. Ma noto solo sommessamente che sfuggire per sé e per gli altri alla noia, alla prolissità, alla pedanteria è, a mio giudizio, meritorio." risponde il Divo Giulio, e al monarca di Sosaria scende un rivolo di sangue dal naso.

Più tardi.


Vabbè. abbiamo comprato un po' di magie anche, che vengono equipaggiate come se fossero semplici accessori e lanciate con il comando C di "Cast". "Castiamo" (per parafrasare la sfigatissima trasmissione di Telemontecarlo chiamata "Altromondo") la magia "POTENTIS-LAUDIS" per il teletrasporto, e arriviamo in un altro punto del secondo livello di un dungeon a caso....


...per poi raggiungere il terzo livello, in cui sono presenti altri tipi di mostri. Un ciclope, un ragno e...uh.... "Attacked by Gelatinous Cube!" Ah, dai, figata, così magari riusciamo a farlo fuori e a passare la missione del re perduto! Ma dove sta il blob che mi sta menando molto forte? Eh? Eh?


Oh. Niente, basta così, siamo di nuovo morti e onestamente ho il tavò di continuare. È stato bello finché è durato, ma basta così. Lo so, dovrei anche farvi vedere la parte in cui si va nello spazio (scopiazzatura di Guerre Stellari) e la parte in cui si va indietro nel tempo con una macchina a forma di cabina telefonica (scopiazzatura di Doctor Who e anticipazione di Bill&Ted's Excellent Adventure). Si fa quel che si può, se volete vedere ste cose andate a guardarvi un Let's Play, noi andiamo al possimo gioco!

È merda? Buona domanda. No, direi di no. Non è niente per cui stracciarsi le vesti, ma devo dire che non mi sono annoiato, anzi mi sono abbastanza divertito. Sarà che è il remake che ha creato un'interfaccia già più gestibile di quello che avrebbe potuto essere l'originale, sarà che il gioco è grande, sarà che i combattimenti non richiedono troppo sbattimento come il quinto episodio (uscito circa nello stesso periodo), ma oh, non è merda.
Ci rigiocheresti? Suppongo di avere ancora un po' di curiosità per la parte spaziale, ma ho tante altre priorità nella vita. Dunque, no.


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