lunedì 25 ottobre 2021

The Dig

Per un lunghissimo periodo di tempo, direi dal 1988 fino al 1998 (e in 10 anni a quei tempi nell'informatica è cambiato TUTTO) le avventure della Lucasfilm/Lucasarts hanno scatenato vistose erezioni nelle fecali redazioni della fecale stampa di settore. Un po' per asservimento, un po' per fanboyismo, un po' per ragioni che non sappiamo, c'era questo comandamento per cui, quando dallo Skywalker Ranch cacavano in una scatola di cartone il risultato era sempre qualcosa per cui stracciarsi le vesti piangendo di gioia come se fosse la seconda venuta del Messia.

 o la prima comparsa della fregna, fate voi

Poi a proposito di messiiii (ci sta come plurale?) la cosa iniziò a rompersi nel 1992, quando il venerato santone Ron Gilbert mandò tutto affanculo perché gli uscivano pochi soldi, lasciando un grandissimo "cliffhanger" sulla saga di Monkey Island. 


Ma fortunatamente c'era altra roba a bollire nel calderone nella contea di Marin, tra cui il gioco di oggi, che in uno dei casi pre-Duke Nukem Forever di vaporware, era già previsto per il rilascio a fine 1993. Due anni di ritardo? Che volete che sia, direte voi. Beh, al tempo era veramente un'eternità, vista la rapidità con cui cambiavano i paradigmi. I balzi in avanti tecnologici, dalla EGA alla SuperVGA, dai dischi a bassa densità ai CD-ROM erano veri salti quantici, e al giorno d'oggi siamo a un livello tale di avanzamento che fatichiamo a percepirne la grandezza. Non dico necessariamente che fosse meglio prima, eh. Ma sto divagando, a Luglio-Agosto 1993, nella fecale TGM letta sotto l'ombrellone, lessi "sbavando" (sospiro) lo specialone sui giochi Lucasarts in arrivo, tra cui appunto c'era il gioco di oggi.

nientepopodimenoche vaffanculo

Ecco, lasciamo perdere l'opinabile italiano di Emanuele "Shin" Scichilone, che ora cura le localizzazioni dei videogiochi e sicuramente è diventato più bravo (mi piace concedere il beneficio del dubbio), ma quanto è patetica la masturbazione per il fatto che a pensare a The Dig è stato inizialmente Steven Spielberg? "È qualcosa che ho sempre voluto fare", dice il paraculissimo regista di E.T., quando in realtà la storia iniziale è di archeologi del futuro che scavano quello che sembra un pianeta alieno abbandonato e distrutto e trovano Disneyland (ironia della sorte, Topolino, che al tempo era messo maluccio, avrebbe inglobato la Lucasfilm due decenni più tardi). Non proprio simile a quello che c'è ora, ma la prima stesura, di Noah Falstein e Hal Barwood (di Indiana Jones and the Fate of Atlantis), che era più simile a un gioco di ruolo, con il cibo e l'acqua da reperire salvo poi tirare le cuoia. Tutto fu cancellato e fu chiamato Brian Moriarty (di Loom) che diede al gioco l'impostazione che ricevette alla fine, ma siccome era un pessimo project manager e siccome aveva tentato di lasciar perdere il motore SCUMM (perché tutti volevano togliersi dal groppone la figura di Gilbert) tutti i programmatori non ci si raccapezzavano più e andava ogni cosa a rilento, tanto che tutti ebbero un esaurimento nervoso, primo fra tutti Moriarty. Risultato: il gioco fu di nuovo cancellato, ma intanto la grafica fighissima era stata fatta, gli annunci pure, e insomma, che si fa, si butta via tutto così? No, fu chiamato Sean Clark, che iniziò a tagliare le parti eccedenti, tornò sullo SCUMM, dovette pure lui sorbirsi i repentini cambi di umore di un videoludicamente ciclotimico Steven Spielberg, che bravissimo regista, eh, ma a fare i videogiochi grazie ma ripassi più tardi che ora non abbiamo bisogno. Però nel 1995 il gioco vide la luce e insomma, uno si aspetta che da una cosa così sia uscito un pastrocchio ingiocabile, no? Ammetto che nemmeno io avevo aspettative altissime, che nel 1995 io ero fuori dal mondo videoludico e quando ci rientrai,  un paio d'anni più tardi, The Dig era già in edizione economica "Edicola di CTO". Me lo presi, ma sapendo che non era PaZzErElLoH e più per smanie di completismo che per altro, lo infilai nel mio lettore CD pronto a una grande delusione. Era d'altra parte il periodo delle delusioni, come già ho detto. E ora che sono passati decenni, sarà una delusione? Beh, siamo qui per questo. Sigla!
 

L'omino della Lucasarts! Mi rendo conto di come scriva sempre la stessa cosa ogni volta che mi compare sul video, e vi chiedo scusa. Ma il fatto che ci fosse l'omino della Lucasarts, che ci crediate o no, era garanzia di un'esperienza videoludica mistica, che a prescindere dalla qualità intrinseca del gioco ci avrebbe fatto sognare, perché così ci dicevano le fecali riviste di settore, e nessuno di noi aveva il coraggio di dire che il re era nudo, anche perché, in effetti, nella maggior parte dei casi, almeno fino al 1995, l'imperatore era vestito proprio bene, senza eccezioni. Il fatto che l'omino della Lucas non avesse nemmeno le animazioni PaZzErElLeH è anche dovuto al fatto che questo videogioco è frutto di un travaglio durato un sacco di anni, e magari quest'aura di serietà è dovuta anche al fatto che è preso da un'idea di Spielberg (con le conseguenti le copiose polluzioni delle fecali riviste di settore, che si aspettavano che Steve li prendesse per mano e li accompagnasse tutti fuori dall'irrilevanza in cui era relegato il medium videogioco) e quindi insomma, comportiamoci bene che c'è l'ospite d'onore.

Che poi, al di là del lunghissimo pippone sul regista di Cincinnati che ho fatto ai tempi di Hook, si tende a dimenticare che Spielberg un lato "birichino": tutti ricordano le lacrime per E.T.  ma si tende a sorvolare sul braccio tranciato di Samuel L. Jackson che ci fa un bel jumpscare a tre quarti circa di Jurassic Park. Non molto consono all'immagine "buonista" (mannaggia che odio 'sta parola) che si ha del modus operandi spielberghiano, se vogliamo.



Ora siamo in un osservatorio astronomico del Borneo e un impiegato rigorosamente americano sta facendo una costosissima telefonata intercontinentale via INMARSAT alla moglie parlando del più e del meno facendo il puccioso e un po' il viscidino. Perché? Non lo so. Si vede gli tira il cotonno e ha voglia di fare un po' di sesso telefonico. Oppure si sente in bisogno di chiederle scusa perché è andato a "Bakla". D'altra parte il famoso "Irina te amo" urlato da Batistuta davanti alla telecamera era per chiedere scusa alla moglie perché le aveva piantato le corna facendo l'incularella con Aldo Serena (almeno così dice il pettegolezzo).

Insomma, siamo lì che non siamo neanche nei preliminari e il nostro anonimo astronomo che sta piano piano facendo scivolare la mano dei calzoni per iniziare a strofinarsi, e abbiamo già un un coitus interruptus. E mica dal capo che arriva in ufficio chiedendo al tizio cosa stesse facendo con quella mano. Ma sul monitor (a fosfori verdi, ahimé) compare un gargantuesco asteroide determinatissimo a fare l'incularella col Vecchio Pianeta (almeno così dicono le previsioni).

Ecco uno dei vantaggi che questo gioco sia uscito nel 1995 e non nel 2015 è che non ci siano riferimenti all'inevitabile hashtag #tifiamoasteroide con cui un sacco di gente che si crede a torto intelligente imbratta i internet autocompiacendosi su quella merda che è Twitter. Twitter italiano ancora peggio, se possibile, di quello anglofono: so che se se lo dico così sempre un po' un elitarista con la puzza sotto il naso. Sto divagando lo so.




E insomma tre settimane dopo, durante le quali è comparso il titolo del gioco,  come come non è, tutto il mondo sa dell'asteroide che sta per arrivare a farci fuori. Incredibilmente, le reazioni di panico sono trascurabili, segno di un'infinita fiducia nelle capacità degli yankees nel salvare il mondo, capacità acquisite in numerosissimi film. Ancora più incredibilmente una missione è già stata approntata dalla NASA per fermarlo. Qualche piccola osservazione, se me lo permettete.

Prima di tutto la stampa di settore, che con la furia onanistica dell'autocelebrazione perché Spielberg cagava il medium "videogioco", arrivò a dichiarare che quella cacata di Deep Impact fosse stata scopiazzata da The Dig (e perché non Armageddon, che presso i miei coetanei nel 1998 aveva avuto molto più successo?)

Seconda cosa: la vera fantascienza di questo gioco è che in tre settimane siano riusciti a pianificare questa missione, senza perdere almeno due settimane e mezzo in stronzate. Vi ricordate quanto c'è voluto per far andare a regime la campagna di vaccinazione contro il COVID-19? Taccio su tutto il tempo e le risorse sprecate nelle "primule" perché non voglio farmi il sangue cattivo, ma tra problemi logistici, aziende farmaceutiche dallo spessore ridicolo che non mantengono i contratti, e l'eterno complesso di inferiorità della fecale stampa generalista asservita a chiunque parli con quel cazzo di birignao di merda degli inglesi, stampa che subito si improvvisa esperta di codice contrattuale e si inventa dal nulla regole come manco si faceva quando si giocava a calciobalilla all'asilo, e su questa falsa narrazione ci creano sopra un piagnisteo collettivo, perché la mentalità filoautoritaria di questo è fatta, del piagnisteo e del vittimismo: basta così, mi è venuto l'acetone. Purtroppo abbiamo visto che gli inghippi sono ovunque anche di fronte alla catastrofe, e che l'umanità ne venga fuori al primo colpo grazie all'ingegno degli americani è una patetica fantasia masturbatoria di Hollywood, e frega un cazzo se scrivendo questo vi sembro Uriel Fanelli.

Ora qualcuno di voi con l' "Ackshually" facile tirerà fuori che la missione Attila è stata sponsorizzata da un privato, il giapponese Toshi Olema, che nella prima versione si unisce alla missione lui stesso per morire quasi subito. Beh, vero, ma Olema usciva giusto i soldi (perché il governo probabilmente era in shutdown per via di discussioni bloccate sul budget, presumo) e di tutta la parte logistica si lavava le mani, quindi poche cazzate, è fantascienza. 


Si diceva: piagnistei e vittimismi non servono a fermare un asteroide, e quindi a 'n bom soldà ogni arma ghe fà, come si dice sulle Alpi, e quindi usiamo lo shuttle che nel 1995 era ancora non dico al top della tecnologia, ma si usava volentieri: e qui siamo già molto più credibili che i due sovramenzionati film di asteroidi, che in Deep Impact tutte le nazioni del mondo si univano per costruire una roba mai vista prima e quindi mai collaudata (ma certamente!) mentre in Armageddon si usavano due ersatz dello Shuttle ma più fighi, e fosse stato per Michael Bay avrebbero avuto le decalcomanie con le fiamme, la bandiera confederata sull'alettone di coda assieme al tamarrissimo effetto "K.I.T.T." fatto con la barra di LED rossi. Ma la sospensione dell'incredulità richiesta sarebbe stata troppo forte e quindi si limitarono a farli grigi metallizzati. No, qui c'è poco tempo quindi si usa lo shuttle, che non è lo strumento ideale, ma oh, quello abbiamo, preferiamo perseguire la perfezione e lasciare che l'asteroide, che è stato chiamato Attila, si schianti a terra. L'umanità si estinguerebbe, ma in quel breve periodo Diego Abatantuono avrebbe una breve ma intensissima risorgenza di successo. Il comandante dello shuttle, Boston Low, che ha un nome da coglione, dice quello che dico io, che ho un nome abbastanza pomposo ("Ex Videogiocatore" non è propriamente umile, no?) ma almeno non mi hanno battezzato "Vecchio Paese".


Ovviamente i giornalisti, che sono stupidi come la merda, iniziano a pendere tutti dalle labbra del bel brizzolatone Low, che nella versione originale è doppiato da Robert Patrick di Terminator 2 (e qui di nuovo giù seghe a 16 mani da parte degli adepti di Reynaud che vedevano la commistione tra i media come un modo per fuggire dalla già menzionata irrilevanza). Siccome Boston sta dominando la folla presenta l'equipaggio, a partire dalla quota non-americana scelta anche perché così Low non era quello con il nome più idiota sullo Shuttle. Ludger Brink è il geologo che si accerterà che Attila venga fatto correttamente a pezzi dalle cariche nucleari che andremo a piazzarci. "Dobbiamo essere molto precisi" dice Brink con un accento che sinceramente non capisco cosa sia, nella versione doppiata dalla fecale CTO di Zola Predosa. Da una parte sembra che cerchi di fare l'accento "Otto Kranz tetesco ti Cermania" dall'altra parte sembra che l'attore dica a se stesso "Ma no, forse è troppo stereotipato" e quindi viene qualcosa che è a metà tra tedesco, russo, inglese e sa il cazzo che cosa. Magari è della Germania Est ed ha studiato a Oxford? Chi lo sa. Comunque, sia Low che Brink quando parlano fanno un rumore di fondo atroce, cosa che mi fa credere che il doppiaggio sia stato registrato nella cantina di Marco Madrigali, perché i soldi per uno studio di registrazione decente erano stati messi da parte per comprare Becirovic.


Oltre a Low e a Brink c'è pure la quota rosa che siccome le donne lavori tecnico-scientifici non sanno farli allora fa evidentemente la giornalista, come Tea Leoni in Deep Impact, anche se ha i lineamenti un po' schiacciati e vagamente esotici, praticamente una mancata fotomodella per le campagne pubblicitarie di Oliviero Toscani negli anni 90, con marcatori del DNA equamente distribuiti tra i 5 continenti, e pure qualcosina dall'antartide, che vuoi che qualche suo antenato non abbia mai inculato un'otaria? Signore e signori, Maggie Robbins, la giornalista più famosa del mondo! Mecojoni! Qual è l'attuale giornalista più famoso del mondo? Boh? Io ero rimasto a Peter Arnett, pensate quanto sono sul pezzo. Forse il figlio di Mia Farrow? Boh. Importa? No. Certo, se penso ai "giornalisti più famosi" del belpaese mandati nello spazio mi viene il sudorino freddo sulla nuca. 

"Quando si è trasferito a Cape Canaveral per cercare lavoro ha dovuto dirlo a tutti che è un pederasta"

"Che cos'è un pederasta, Walter?"

Vabbè: siccome Maggie è una giornalista dalla schiena dritta, non tollera censura, e ora però va nello spazio a seguire gli ordini sotto segreto militare. Non è un po' incoerente? Così chiede un giornalista non tra i più famosi del mondo, che rosica un po' perché Maggie la #pignolinadellanerchia va nello spazio e lui no. Siccome Low ritiene che Maggie non capisca un cazzo e sia stata piazzata lì per ILFEMMINISMOH allora cerca di rispondere lui, ma Maggie interrompe...  


"Danny - e Maggie è una che ha letto un libro di self-development in cui c'è scritto che per essere più persuasivi bisogna chiamare tutti usando il nome proprio - io devo piazzare le cariche nucleari" Mentre Maggie dice questo, Boston fa roteare gli occhi e mima una pugnetta. "Poi però vi racconto tutto, ma nel frattempo eseguo tutti gli ordini del comandante Low". "Bene Maggie - dice Low - il primo ordine è attaccarti a questo set di palle penzolanti e soppesarle con cura" ma è tutto successo nella sua mente, perché Low sta ripensando all'intervista mentre sta volando verso Attila con lo Shuttle. Ora, può lo Shuttle uscire dall'orbita bassa? Oppure Attila è fermo in orbita bassa in questo momento? Non lo sappiamo. Importa? Bah, forse questo gioco non ha la consulenza scientifica degli scopritori della cometa Schoemaker-Levy come Deep Impact, ma onestamente, meglio così: a me Deep Impact faceva scendere i coglioni a livello quasi di depressione.


Perché questo? Semplice, mi intristiva vedere il fatto che affinché Frodo Baggins chiavasse Leelee Sobieski doveva finire il mondo porca puttana! E io che ero uno sfigato, probabilmente un po' creepy, e di certo non famoso come Elijah Wood nel 1998, mi rendevo conto che per pucciare il biscotto avrei dovuto 
A) Scoprire un asteroide che avrebbe raso al suolo la terra
B) Assistere all'estinzione dell'umanità
C) Rinunciare a salvarmi perché un errore informatico burocratico aveva tirato fuori la mia novella sposa dalla lista di quelli che erano stati destinati a un bunker da cui avrebbero sgranocchiato i popcorn mentre il resto del mondo andava a culo (sorvolo sul fastidio che provo per quelli che tirano fuori la metafora dello sgranocchiare i popcorn per dire che quando gli altri soffrono loro ci godono).

Insomma, fanculo Deep Impact, grazie al quale (oltre che a Kofi Annan) è stato anche creato il luogo comune di Morgan Freeman come stereotipo di uomo saggio che incidentalmente è di colore, ma non l'abbiamo fatto apposta, no no (produttore di Hollywood degli anni 90 fa l'occhiolino alla popolazione afroamericana sperando che escano più soldi).

Fanculo, dicevamo. Un giornalista dice che Lutcer Brink Tetesco Ti Cermania è anche un archeologo oltre che un geologo (e niente riferimenti a Leo Ortolani, per favore) e Maggie "Da dove vieni? È complicato" Robbins è anche un fenomeno nelle lingue. È un caso?


"Certo che no, dice Low, ho personalmente voluto Maggie nell'equipaggio per la sua rinomata abilità nell'uso della lingua, che non vedo l'ora di provare a gravità zero sul mio perineo." Ma anche qui tutto questo restava nella fantasia malata di Boston, che d'altra parte se i tuoi genitori ti chiamano Boston è chiaro che si vuole coltivare una personalità malata. Oppure semplicemente lo hanno concepito sbunnando con questa in sottofondo.


"More than a Feeling" che però è uscita nel 1976, il che significa che, se il gioco è ambientato nell'anno in cui è uscito, Boston avrebbe 19 anni, il che è poco probabile vista la brizzolatura, che lo rende almeno almeno 50enne. Bah! Come colonna sonora di film catastrofici è comunque molto meglio della stucchevole "I Don't Want to Miss a Thing", che l'unica cosa decente che aveva era il fatto che la moglie di Aragorn era una gran topa.


Gli altri due membri dell'equipaggio sono il redneck con la coda di cavallo Ken Borden, che nessuno si incula, e Cora Miles, che oltre a essere la quota Donna / PoC è pure candidata al congresso, anche se salvare la Terra è più economico che fare una campagna elettorale. Tutti ridono, ma porca puttana se è vero, specie per le elezioni statunitensi, dove gente che si spaccia per campione della working class è sostenuta finanziariamente da venture capitalist della Silicon Valley che sognano un'estinzione dell'intera popolazione mondiale mentre loro, gli eletti, possono rifondare l'umanità rifugiandosi nei loro bunker privati in Nuova Zelanda (storia vera amici!) quindi sì, tutto è merda, almeno qui.


Boston è l'All-American Boy che va in chiesa e fa il barbecue il 4 luglio sventolando la bandiera in giardino nella versione "Thin Blue Line" e sta troppo tempo su internet a leggere teorie della cospirazione sul fatto che il malvagio governo che vuole rubargli l'AR-15 in realtà è controllato dai pedofili, quindi come messaggio finale dice all'umanità intera di ricordarsi di loro nelle preghiere, quando ovviamente non pregano per la prosperità economica e l'estinzione dei neri (con la g). 

Mi rendo conto che ho un po' buttato tutto in vacca finora, però va detto che in tutto questo l'accompagnamento musicale, anzi oserei dire il tappeto musicale, è veramente incredibile. dico "tappeto musicale" perché non abbiamo una melodia nella colonna sonora, ma una serie di accordi orchestrali che fanno ambiente sonoro, roba che in un videogioco di quel tempo, per noi che eravamo reduci dal MIDI e dai moduli stile Amiga quando andava bene, era qualcosa di inaudito Quindi bravo al buon vecchio Michael Z. Land, che passa dagli orecchiabili motivetti dei Monkey Island a questa roba qui che dà sicuramente la puzza al soporifero muro del suono di Hans Zimmer in quella cacatona sopravvalutata di Interstellar.




Insomma stiamo allo screenshot numero 12 e finalmente si inizia a giocare. Penso che la prima volta che un gioco della Lucasarts sia ambientato in assenza di gravità. O, meglio in cui si possa andare in tutte le direzioni. No? La cosa più simile che mi viene in mente è un gioco abandonware che avrei provato anni più tardi chiamato "Murders in Space" della infogrames (pron. Ohnfogràm) il quale faceva abbastanza cacare.

In tutto questo, Low Maggie & Brink non disdegnano di continuare a scambiarsi battutine ironiche tutto il tempo gli uni con gli altri. Poi Brink, poverino, ci prova a fare il simpatico e dice che gli astronomi sono dei geologi con le mani pulite e gli occhi strizzati, e poveretto, chi prova a far ridere, e magari in tedesco fa ridere, ma è chiaro che non riesce a entrare a gamba tesa nelle provocazioni con sottotesto sessuale tra Maggie e Low.




"Felice di mettere il piede su un mondo nuovo?" Chiede Low a Brink, e Brink di nuovo si fa serissimo perché effettivamente siamo in una situazione in cui dobbiamo salvare la terra. Attila è un mondo molto vecchio, ci dice sollevando il ditino e pensando "tatsächlich". È nuovo solo per noi. Low rotea gli occhi e mima una pugnetta a gravità zero. Che sgodevole 'sto crucco.

Notare anche l'interfaccia che gestisce i dialoghi che sono icone, da cui non possiamo individuare quello che diremo ma solo immaginarlo. È una roba che è stata presa da Sam&Max a cui mi appunto devo ancora rigiocare, prima o poi lo farò, mi tocca. Vabbè, basta cazzate Brink, taci, miserabile.



Usiamo quella specie di PDA (vi ricordate Il PDA?) Per fare delle videochiamate non dissimili da quelle che faremo adesso con WhatsApp e Facetime. Ottimo lavoro, gioco, hai abbastanza predetto il futuro. I destinatari sono quelli che sono rimasti all'interno dello Shuttle: cominciamo con Cora l'addetta all'hardware e al tirabaci: come prima cosa Low glielo butta lì. Non benissimo! Se ci pensate è una cosa molto pericolosa per una candidata donna e nera al congresso questo fare un po' la civettuola con un militare in una missione pagata dai soldi dei contribuenti. Ok, magari salva il mondo da un asteroide che si spiaccica contro la superficie terrestre, ma questa inizia a fare W.A.P. nello spazio e corrompe i nostri giovani virgulti e finisce che iniziano a miscegenare! 

più attenti tra di voi diranno "Ma non avevi scritto prima che Low è il classico americano nonsonorazzistama, col vizietto del suprematismo bianco ma mantenendo sempre una facciata educata rigurgitante banalità come la reaganiana shining city on the hill? E allora perché lo butta a Cora?" Ottima osservazione cari amici, ma come i miei lettori maschi sanno meglio di me, l'organo genitale maschile non solo ci vede malissimo, ma è pure daltonico!

Per qualche ragione mi viene in mente una soluzione scritta sulla fede di questo gioco scritta sulla fecale stampa di settore in cui più disgustoso ed attore si riferiva a lei chiamandola "la bellissima e coloratissima Cora". Vi chiederete come faccio a ricordarmi certe puttanate. Nescio, sed fieri sentio et excrucior.



Dopo aver fatto "sexual harrassment in the workplace" alla bellissima e coloratissima Cora, le chiediamo di fare quello per cui è pagata e per cui ha interrotto la campagna elettorale, cioè manovrare fuori una specie di robot tuttofare chiamato "il maiale volante". Boston aveva tentato di fare pressione affinché il maiale volante fosse chiamato "l'uccello di Boston Low" ma la cosa è stata rifiutata. Peccato! Però che bello il canadarm che va in full motion video renderizzato dietro i nostri sprite, erigendosi molto fallicamente dal ben tornito corpo dello Shuttle e che con un'attrazione inarrestabile abbranca il maiale.




Ah che due coglioni, Cora chiama il maiale "il mio bambino": questo mi ricorda la mia professoressa di educazione tecnica delle medie, quella che stava a gestire l'aula informatica e chiaramente aveva raggiunto un certo livello di esaurimento. Che chiamava "i miei bambini" i computer mentre noi ragazzi di chiamava "i mostriciattoli". Vabbè, faceva ridere al tempo, ora che sono diventato padre, se una maestra chiamasse Sinjin e Randy "mostriciattoli" penso che le metterei il lassativo nel caffé. Bah! E poi 'sta tizia mi aveva passato diversi videogiochi più uno stupido screensaver coi maccheroni danzanti, quindi chi sono io per lamentarmi di quella persona? Le volevo molto bene al tempo, informaticamente parlando.

Basta cazzate, dunque, c'è un mondo da salvare, andiamo verso Attila.




Insomma, siamo lì a svolazzare sulla superficie di quello che pare un asteroide abbastanza blando e anonimo, e come prima cosa parliamo con Maggie e le chiediamo di Brink, perché forse siamo gelosi. E chi lo sa! Magari è una pisciata territoriale da parte di Low, che vuol far vedere chi comanda e soprattutto chi detiene lo ius primae noctis su l'unico membro femminile dell'equipaggio uscito dallo Shuttle. Che non sia mai che rimaniamo bloccati per sempre su Attila e quindi bisogna propagare la specie umana, no?

Maggie che essendo una giornalista è sempre affascinata dalle catastrofi, di fronte alla proposta da parte di Low di far saltare un pianeta si arrapa un pochino, e Low subito ci ricama sopra, facendo l'autocompiaciuto con sguardo sognante e sorriso ebete, tipico di chi sta per infilare una lingua in bocca (ma fortunatamente le tute spaziali lo impediscono). Perché è la prima volta che Low riesce a prenderla in giro senza che è Maggie si impermalosisca. Maggie spiega che lei si identifica col suo lavoro e non tollera che venga presa per il culo perché è una giornalista. "Cara, io ti prendo per il culo perché le tue chiappone sporgenti derivate da qualche antenata ottentotta mi permettono di afferrarle come se fossero maniglioni antipanico" così dice Low nella sua mente ma quando si tratta di parlare, dice una cosa molto banale.




Dal maiale abbiamo preso le due cariche esplosive,  la chiave che attiva è una scavatrice a gravità zero e soprattutto una pala perché questo gioco si chiama "lo scavo", quindi ha senso, no?

Poi viene sempre da chiedere come faccia Low a tenere in mano tutte queste cose, visto che chiaramente nella tuta spaziale non ha delle tasche in cui possono starci due bombe atomiche, una pala e un attrezzo spaziale molto grosso. Stavo per fare la battuta "magari se le infila nel culo" però mi rendo conto che l'ho già fatta altrove e quindi non ci ripetiamo, su, ma usiamo la sua scavatrice zero-g per lisciare, anzi "lisssssssssssssssssiare"  (la CTO è della provincia di Bologna, ricordiamo) la superficie di Attila, e via che appoggiamo la prima carica: bene! 50% del salvataggio del mondo fatto.





Se andiamo poi nell'altro quadrante. Facciamo la stessa cosa con l'altra carica. Stavolta per togliere il masso che occupa il punto in cui dovremmo mettere la bomba usiamo la pala per fare leva. Il rischio è di fare schiantare il masso contro Brink. Ma l'ultima qualcosa che vogliamo e che drink muoia, no? Quindi Brink föra di ball che proviamo la seconda legge di Newton. E per favore mantieniti vivo, chela quota Europea è una categoria protetta nell' equipaggio. Manca la quota asiatica, in una delle tante stesure del gioco, doveva esserci anche il sovramenzionato turista spaziale giapponese pagante, il quale sarebbe poi morto in maniera brutale ed estremamente splatter.

Ma siccome Spielberg è un cacasotto, e la storia del braccio di Samuel L. Jackson gli ha scatenato contro le associazioni di genitori, fu deciso di mitigare togliendo direttamente il giapponese, e quindi la parte asiatica è in una frazione di DNA di Maggie (Ok, in realtà Olema fu tolto perché bisognava tagliare per far uscire il gioco, ma insomma, sospendiamo l'incredulità un po'!). Come dicevamo,  lineamenti esotici possono inquadrarla ovunque vogliamo, un po' come un'attrice di qualche anno fa che sembrava in rampa di lancio per una carriera notevole, si chiamava Shannyn Sossamon, e si è po' persa di vista. Va anche detto che aveva esordito in uno dei film più di merda del ventunesimo secolo, quello in cui Heath Luedger faceva il cavaliere da torneo con la musica dei Queen in sottofondo. 




Abbiamo attivato la seconda carica e quindi che si fa? Si torna allo shuttle e si fa saltare tutto, ma con calma e coi tempi scenici, perché sennò la suspense è solo la rubrica del Signor Brando della Settimana Enigmistica. Animazione molto bella, comunque, però mi arriva un amaro in bocca come se avessi mangiato un piattino di merda, quando vedo che hanno tradotto "payload" come "carico pagante" e mi parte il vaffanculo dalla rampa di lancio che nemmanco con uno shuttle modificato per essere portato su col Saturno V (esisteva quel progetto).

A parte questo, e al di là di Ken che fa simpatico quando deve premere il pulsante per la detonazione , ribadiamo che l'animazione è proprio bellina. Resto dell'idea che è un film di The Dig sarebbe stato molto molto meglio di Deep Impact. Bene così, amici! La terra è salva, ora abbiamo pure due lune, che cosa volete di più? Gioco finito, amici! Sapevo che in sto periodo la Lucas li faceva corti, eh, ma il record di adventure più breve (e pure più fecale) dobbiamo lasciarlo a Full Throttle, quindi andiamo ad esplorare Attila.



"A come Attenzione, Doppia T come Turbolenze Tettoniche, I come Infiliamo il Maiale nella crepa formatasi dalla detonazione, L come Luce per favore, A come Adesso scendiamo e vediamo di non mandare tutto a puttane", dice Low. Robbins è delusa perché sperava che Low dicesse una frase più a effetto, un po' come un'altra "giornalista più famosa in Italia" che millantava di aver suggerito la frase che Pete Conrad pronunciò una volta sbarcato sulla Luna. Era una battuta sulla sua scarsa altezza, ma la prima stesura di questo discorso era "Icché io si scende su 'odesto satellite, ovvìa dé" perché come già ho fatto presente in questa sede...

ricordiamo che Dante è sepolto a Ravenna perché fu esiliato da quelli che ora se ne appropriano
 
D'altra parte questa sopravvalutatissima giornalista non solo era già una vecchia di merda convinta di essere superiore a tutto e a tutti a 14 anni, ma era il clone toscano di quell'altra vecchia di merda che mi diceva che mi vedeva bene a fare il sindaco del Vecchio Paese e che quindi avrei dovuto fare esclusivamente il sindaco del V.P. e ogni scelta di carriera alternativa sarebbe stata un fallimento. Bah! È personale, lo so.


Sorpresona! Scendendo nel ventre pulsante di Attila Brink si accorge che c'è qualcosa di strano: la voragine in cui siamo entrati è stata formata artificialmente, il che significa che, come dice Boston, "Attila è un vero Unno", oltre che "Giovanni ha i baffi lunghi" e "la sedia è contro il muro" e "ferisce il mio cuore con monotono languore". Maggie fiuta lo scoop, ma Boston dice "Alt, l'unico scoop che fai tu è quello che finisce in -ata e in cui io sono il complemento oggetto. Ti andrebbe di entrare nel club della gravità zero?"  "Eh?" chiede Maggie. "Mi aspetto che tu dica Capisco, comandante Low". "Capisco e condivido, Comandante Low" dice Brink non richiesto, che magari a Low ci ha fatto pure un pensierino. D'altra parte qualcuno deve pure riempire la quota LGBTQI+ nell'equipaggio, no? Low è imbarazzato e quindi iniziamo col vandalismo sull'artefatto alieno.


Artefatto alieno che risulta essere vuoto, perché spingendo all'interno di Attila una serie di lastroni geometrici entriamo in quello che pare l'interno di un pallone "Tango" della mondo (CHE COSA MI HAI EVOCATO, EX-V! LACRIME A CASCATA COME GIANFRANCO D'ANGELO[RIP] CHE IMITA LA CARRÀ[RIP] DICENDO "DOLCEH"! E ADESSO CHE HO EVOCATO DRIVE IN MI METTO ANCORA PIÙ A PIANGERE! OH NO, MI STO DISIDRATANDO, AIUTO!) Scusate. Dicevamo, siamo all'interno di questo poliedro e una persona normale tornerebbe subito alla base dicendo "EHI AMICI, DIFFERENTEMENTE DA QUANTO PENSASSIMO L'ASTEROIDE È VUOTO E LE CARICHE ATOMICHE ERANO STATE CALCOLATE SU UN SASSO PIENO, NON È CHE QUI VA TUTTO A PUTTANE?" E al di là dell'uso smodato del maiuscolo in questo paragrafo...


...Va tutto a puttane perché Low non riesce a trattenersi dal "pistolare", "ciappinare", decidete voi, con le lastre. Tanto, che può accadere sistemandole in una scanalatura che ha esattamente la loro forma? Con il Voyager 2 abbiamo mandato una targa con una specie di rompicapo e l'immagine di un uomo e una donna con le tette e il cotonno di fuori, ci sta se gli alieni ci mandano un tangram da 4 pezzi, no? Dai, troppo facile, completiamolo!



E niente, il quadrato completato da Low diventa un triangolo "Noooo! Non l'avevo considerato!" urla Boston mentre Attila fa retromarcia tipo la sonda di Star Trek 4 quando sente il canto delle balene. "Ci muoviamo!" dice Brink con il tono entusiasta del vostro ex videogiocatore quando riceve l'ennesimo invito a una riunione inutile. E ci muoviamo sì, brink, cazzo se ci muoviamo. Lo shuttle resta fermo e Ken dice a Cora: "Però, quel Low sarà pure un cazzaro ma quando ci si mette d'impegno le cose le fa bene, eh." Cora è scoglionata perché aveva già pensato a uno spot elettorale in cui si vede la terra con due lune.


Com'è, come non è, l'asteroide è diventato un poliedro che trasporta i nostri tre sfigati su un pianeta alieno, con atmosfera e "un'aria che possiamo respirare almeno quanto potremmo respirare a Milano". A Milano? Sul serio? Nel gioco originale Low dice L.A., ma dobbiamo veramente aspettarci che su un pianeta alieno ci sia l'aria inquinata che si respira sotto la Madunìna? Bah. E soprattutto, perché Low deve fare sempre il simpatico?


Fortuna che Maggie, ora che si è tolta la tuta spaziale ed esibisce il culone con note ottentotte, è tornata a fare la giornalista ed è tutta carica che finalmente si è trovata la prova di vita aliena, dopo che ci siamo sorbiti Giacobbo e Adam Kadmon per anni, dopo che abbiamo visto i nostri parenti diventare dei rincoglioniti grazie ai complottismi su facebook, dopo che ci avevano detto di stare attenti su internet che c'era gente infida, ora sappiamo che ci sono gli alieni. Magari sono tutti morti, ma ci sono stati, il che è una bella iniezione di umiltà alla razza umana. Peccato che molto probabilmente non ci torneremo mai in contatto con la razza umana. Oh beh! Non tutte le ciambelle riescono col buco, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, etc. etc. 




Ah, le prime gare di chi piscia più lontano. Ora che non siamo più nello spazio, è Brink che vuole comandare, perché è un archeologo. Peccato che Low non si faccia infinocchiare, perché "toglietevi dalla testa città abbandonate, viaggi esotici e scavi in giro per il mondo, noi non seguiamo mappe di tesori nascosti, e la X non indica, mai, il punto dove scavare. Il 70% del lavoro dell'archeologo si svolge in biblioteca, facendo ricerche, leggendo." Cazzo, non mi meraviglierei se Jones fosse nello stesso fosse universo metanarrativo.

Vabbè, andiamo a esplorare questo postaccio, dai.





Vicino al punto di arrivo ci troviamo un'astronave distrutta che assomiglia in maniera inquietante all'Enterprise di Star Trek, cosa che in un gioco della Lucas è praticamente impossibile, almeno nel 1995: nel 2021, un po' meno: siamo convinti che prima o poi la Disney finirà per inglobare anche la Paramount e avremo la fusione degli universi Star Trek e Star Wars, e questo darà il via al collasso dell'universo conosciuto, un po' come in quel videogioco molto deprimente in cui controlliamo un'intelligenza artificiale che deve costruire graffette consumando l'intero universo per costruire graffette. Ci avete presente? Ora siamo nel relitto e come prima cosa Bring dice a Low di non toccare niente, e ovviamente Low non riesce a tenere le manacce a posto e si appropria di un cavo che penzola. Questo fa scatenare una strana reazione fisica che è una specie di fulmine globulare che è assume delle forme progressivamente sempre più complesse, i cosiddetti solidi platonici. Un fantasma di antichi alieni! Uh, che paura che mi fanno, guardi sono qui che tremo.

Da questa emissione di luce quasi interattiva sembra spuntare fuori un oggetto lungo e cilindrico, cosa che fa interessare molto Maggie e fa un po' deludere il buon Low, che aveva qualcosa di lungo e cilindrico nei pantaloni da porgere alla giornalista, ma a quanto pare troppe battute sulla superiorità dell'educazione STEM nei confronti della formazione umanistica della giornalista sono sono state un irreversibile "cockblocking".






Beh dopo i fantasmi troviamo una specie di cimitero, ora viene da chiedere, viste le zanne che sporgono, se quello che è stato sepolto non è uno degli abitanti o un animale da compagnia, oppure magari, oltre a essere molto intelligenti sono anche molto grossi e molto brutti questi alieni che sono spariti, probabilmente estinti, e che hanno lasciato un per nulla inquietante fantasma. Com'è come noné, il gioco si chiama "lo scavo", quindi Low estrae la pala (non si sa dove)  e inizia a scavare, cosa che manda su tutte le furie Brink, perché a quanto pare si è dimenticato di essere in un pianeta lontanissimo, apparentemente senza la possibilità di tornare a casa, e quindi sta lì a pontificare sul metodo scientifico dello scavo.

E tutto questo cosa otteniamo? Una zanna e una mascella aliena, probabilmente abbastanza inutile. Ma siccome possiamo raccoglierla eiccome questa è un'avventura della Lucas, molto probabilmente saremo costretti a usarle prima o poi.




Non sappiamo più cosa fare e quindi che si fa? Si torna al punto iniziale di arrivo, sperando che compaia il cosiddetto deus-ex-machina che ti faccia proseguire nella storia che sennò non se ne esce. Ecco, una delle cose che odio degli adventure è dover girare a vuoto sperando che si sblocchi qualcosa, senza avere una cosa da fare. Inizialmente The Dig aveva pure la componente di sopravvivenza, cioè trovare da mangiare, da bere, e persino (incredibile) cercare di non morire brutalmente! Poi la Lucas si è detta "oh vez cazzo facciamo oh siamo la Lucas eh" e quindi la parte in cui si muore è stata cestinata. E fortunatamente il deus ex machina arriva indicando un punto in cui scavare senza farci la X sopra, però è un punto in cui scavare. Quindi cosa facciamo se non ubbidire?



Di nuovo la gara a chi piscia più lontano. Low vorrebbe fare il suo solito numero in cui tira fuori dal nulla la pala e inizia a scavare, ma a questo punto Brink inizia a tirarsela dicendo che si, va bene Low sarà il comandante della spedizione, ma Brink è un archeologo, lui è  nato per scavare, ha fatto un intero corso universitario di su come si scava e quindi è pronto a mettere in pratica il suo addestramento.  Questo è l'atteggiamento di chi approccia per la prima volta un rapporto sessuale e pensa di essere preparatissimo perché si è sfondato di pugnette guardando tutt i porno possibili immaginabili. Ecco, capirete che i risultati non sono poi così esaltanti: se fosse stato il vostro caso non preoccupatevi, nessuno vi giudica. Quello che vogliamo dire è che il primo scavo di Brink che si è preparato tantissimo sui libri è l'equivalente del venire mentre si sta cercando di aprire la bustina del preservativo. E la parte più umiliante di tutto questo è il cercare giustificazioni per la défaillance. Parte da cui Brink e fortunatamente esentato (perché è morto).



Beh, almeno non è morto inutilmente, visto che ora si è aperto lo stanzone da cui parte tutto il resto del gioco: lo stanzone si chiama Nexus ed è una sala circolare. Al tempo leggendo "Nexus" mi veniva in mente il film di Star Trek in cui il capitano Kirk alla fine muore. È molto deprimente anche quello. Ancora più deprimente è come Maggie si è rotta le palle e va in giro per gli affari suoi facendo la sarcastica mentre Low, che è uno zerbino in fondo, cerca di starle attaccato. Oh sì, Bosto, questo è il gusto amaro del fallimento: morto il terzo incomodo, la ragazza "fuma il cane" come dicono a Ferrara, forse perché le fai schifo, avendola presa per il culo finora. Brava Maggie, siamo fieri di te.





Quello che ci resta da fare è metterci a giocare con i bastoni, che contengono i solidi platonici di diversi colori, e guarda caso c'è una console di fianco a ogni porta del nexus che contiene dei pulsanti che assumono le forme dei solidi platonici. Sarebbe tutto perfetto, se non fosse che non funziona un cazzo. Ah ma mannaggia alla merda. Andiamo altrove...


...e vediamo che in mezzo al Nexus c'è la centrale che dà energia al pianeta. Sembra tutto molto pulito e molto green, ma ovviamente siccome è tutto fermo da anni c'è qualcosa che non funziona, in questo caso c'è una lente che non dirige un fascio di luce nel punto in cui convergono gli altri due, quindi dovremo metterla a posto. Scendere là sotto, con questa luce che probabilmente ci disintegrerebbe e richiederebbe ulteriori background disegnati dai grafici della Lucas, è fuori discussione, quindi?




E quindi usiamo uno di quegli enigmi che all'apparenza sono odiosi, tipo quelli di Myst o di Cyberia, in cui bisogna capire un'interfaccia utente aliena per riuscire a fare cose (nella fattispecie mandare una sonda a raccattare la lente e metterla al suo posto). Una roba del genere mi stimolerebbe il vaffanculo...


E invece, una volta risolto lo trovo quasi soddisfacente (non fate caso al fatto che ho tagliato via tuta la parte in cui sono andato per tentativi a ricordarmi com'era la soluzione). E quindi, magicamente la porta in cui avevo messo la combinazione si apre.




E quindi la attraversiamo, 'sta benedetta porta. Niente bar spaziale, si lamenta Low, e io mi chiedo che caspiterina abbia voluto dire. Presto detto: avessimo messo la combinazione DOPO che l'elettricità era stata ripristinata, Boston avrebbe assistito alla porta che si apriva e si sarebbe chiesto se dietro ci fosse stato un bar tipo quello di Guerre Stellari. Sospiriamo, ma fino a un certo punto, perché intanto Maggie ci fa la videochiamata e prontamente infiliamo il PDA nei calzoni (ma avete notato che il pulsante del PDA ha la forma delle quattro placche di metallo che ci hano portato qui?)


Uau. C'è pure un sistema di metropolitana sottomarina che è una specie di palla. Dite quello che volete sul gioco, lamentatevi pure dell'uso di FMV gratuiti, ma il design di questa antica tecnologia aliena è fatto veramente proprio bene e dà veramente la puzza a un sacco di film di fantascienza recente che vengono inesorabilmente girati nell'Islanda post-default e che hanno tutti la caratteristica di avere sto colore grigino spento. Qui la tecnologia è aliena, avanzatissima, allo stesso tempo antica, e soprattutto ci sono dei cazzo di colori caldi. Ci vuole tanto?


Qui c'è una porta manomessa e volevo mostrarvi questa foto per far vedere che c'è pure l'animazione di Low che cerca di forzarla con la pala, e subito ci illudiamo, ma no, non serve. Lasciamo perdere e mandiamo affanculo il gioco rimproverandolo affettuosamente, scuotendo la manina e dicendo "eh-eh-eh"...


...e portiamoci in cima alla guglia, dove c'è un'altra console in cui mi ero bloccato per un sacco di tempo, perché pigiavo sto cazzo di bottoncino pentagonale e non succedeva niente! Infatti bisognava premerlo e tenerlo premuto, cosa che nei giochi SCUMM non era minimamente pensabile, quindi ragionando io col paraocchi da cavallo non ci arrivavo. Oh beh, ma per fortuna non è più il caso...


...e quindi scopriamo che abbiamo un ponte di luce che ci porta al centro, dove c'è una struttura di cristallo evanescente che sicuramente non sarà minimamente utile nell'economia del gioco, no? Bah! Però che bello 'sto sfondo, è vecchio di due o tre anni rispetto l'uscita del gioco (che in quel periodo due o tre anni sono un'eternità) ma è veramente spettacolare. Lo screenshot piccolissimo che avevo visto sulla fecale stampa di settore mi aveva proprio fatto sognare. Entriamo nella guglia...


...e l'intuizione di Boston è che la stanza in cui ci troviamo sia quella di un museo. Come ci arrivi, è un mistero: di certo ci sono degli schermi con pittogrammi animati che ci spiegano le cose. In effetti, l'isola con le cinque guglie in cui ci troviamo è qui raffigurata, e probabilmente funziona pure da spazioporto per poliedriche navi spaziali travestite da asteroidi. L'aspetto degli alieni che un tempo abitavano il pianeta è quello di enormi favazzi (non necessariamente con carrucola in mezzo) i quali stringono amicizia con alieni della razza di E.T. e apparentemente... vanno a lavorare assieme su Microsoft Power BI? Non capisco, e nemmeno Low, che forte della regola degli adventure si appropria di due uova verdi fosforescenti. Saranno forse le uova dei favazzi?


No, apparentemente no, ma quando un favazzo muore lo seppelliscono in una tomba molto locupletata, o a scelta lo resuscitano spaccandogli addosso quei cosi verdi." Oh, beh", pensa Low tra sé e sé "per me non è un problema, tanto il mio uccello è tutto tranne che morto. Se c'era qualcuno che aveva quel problema quello era Brink."


Altra immagine: dei favazzi che fanno svuotare una montagna con un esplosivo a forma di barattolo. Bene. Abbiamo visto tutto, che facciamo?




Si diceva dell'uccello morto di Brink, no? Andiamo a tirargli la roba verde addosso e vediamo se gli viene il durello o se è rigor mortis estremamente localizzato! Beh, in realtà non solo il cotonno di Brink riprende vita, ma pure tutto il resto di Brink è di nuovo in piedi, seppure un po' scolorito! Diamo la bella notizia a Brink del fatto che non è più morto, e parte la peggio doppiatura di tutta la storia della CTO: un tizio bolognese che fa l'accento tedesco che imita l'accento americano. "Voi Ameuicani. Esageuate SSsssempue". Cosa che fa sembrare Brink imitato da Maurizio Crozza quando faceva ancora ridere che imita Alan Friedman e se qualcuno di voi prova a concludere con che al mercato mio padre comprò giuro che lo rispedisco alla pagina facebook "commenti memorabili" a calci nel culo.

uispaumiatoueh!

Come va, Brink?


Mi sento benissimo, come se avessi scoperto solo ora il significato della parola "salute" dice Brink, e ci tiene a dirlo pure a Maggie a cui abbiamo telefonato subito per farci belli (lo notiamo dalle pose autocompiaciute che metteva su Low). Ora che Brink è vivo, in piena salute e completamente dipendente dai cristalli verdi, che facciamo?


Semplice, andiamo ad aprire la porta bloccata, e ora che Brink oltre a essere in perfetta salute è tutto pompato dalla droga (pronunciato TCDJOCAH) aliena, apriamo facilmente, e ci troviamo...ops! Un vascone pieno di altri cristalli, cosa che manda completamente in banana Brink, il quale cerca di convincere Low a farne uso, e insomma questo gioco sta diventando un po' troppo simile a "Amore Tossico" nello spazio. "Ma come, siamo qui che dovemo svortà e tu te vai a pijà er cristallo?" Bah! Direi che la possiamo chiudere qui, amici, che ne dite? Prossimo gioco.

È merda? No, per niente. Uno dice che è incredibile come sia venuta fuori sta roba fatta così bene da un progetto che è stato cancellato quasi tre volte, riscritto da zero e rimaneggiato da cani e porci, compreso un dietrofront cacasotto dello stesso Spielberg significa che alla base c'era veramente qualcosa di solido. Certo, la versione più splatter con il mondo più instabile, in pieno decadimento, e l'ansia della possibilità di morire avrebbe reso tutto molto più inquietante, e allo stesso tempo affascinante (dubito che avrebbe funzionato, però. Molte cose che sembrano fiche sulla carta, in realtà lo sono molto meno). Quindi, insomma ottimo lavoro, ragazzi. Consolatevi pensando che a Full Throttle, il cui ambiente PaZzErElLoH gli sviluppatori di The Dig, stressatissimi, invidiavano, non ci voglio minimamente rigiocare, e se anche lo facessi gli darei merda. 
Ci rigiocheresti? Stranamente sì.
 

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