lunedì 24 febbraio 2020

Utopia: The Creation of a Nation (Prima parte)

Cari amici! Oggi è il mio compleanno, che condivido con Bettino Craxi, Steve Jobs, Plastic Bertrand, Joe Lieberman, il noto freak fuoriuscito dal deep web Christian Weston Chandler,  nonché Gigi d'Alessio! Con una schiera di gente del genere non c'è da meravigliarsi di che bel pezzo d'uomo sia diventato il vostro ex videogiocatore, no? No eh? Vabbè! Quindi che faccio? Sto a menarvela chiedendovi la luce della ribalta perché oggi è il mio giorno speciale? No, in realtà me ne sbatto abbondantemente, dopo una certa età ci sono solo due tipi di persone che si ossessionano sul compleanno inteso come data: i satanisti laveyani e una dei veggenti di Medjugorie. I primi venerano il compleanno come unica festa religiosa accettabile: nonostante il nome, il satanista laveyano non venera il demonio, ma si ritiene un umanista secolare e razionalista che sostiene il proprio individualismo come forma di ribellione al nonsense propimnato dalle religioni organizzate. Cosa questo abbia a che fare con il nome "satanismo", non chiedetelo a me. Suppongo sia marketing.

La veggente di Medjugorie, invece, sostiene di avere apparizioni mariane il giorno del suo compleanno, che è certamente un gesto di grande simpatia da parte della Beata Vergine, ma mi pare che 'sta cosa che strida un po' nel contesto di una religione in cui per celebrare il Natale si è scelta una data arbitraria che coincideva con una festa pagana perché non è tanto il compleanno di Gesù che conta, quanto il prendersi un giorno e celebrare il fatto che, per chi ci crede, il Verbo si fece carne e venne a vivere in mezzo a noi.

"come se avessi accettato, grazie"
E prima che veniate a ricordarmi della scena di Full Metal Jacket in cui il sergente Hartman costringe la truppa a cantare "Tanti auguri Gesù Cristo, tanti auguri a te", il fatto è che a me del compleanno, in questo periodo della mia vita, non importa nulla. Ok, gli auguri sono graditi, i regali (fatti sinceramente) anche, ma a parte questo, veramente, sticazzi del cambio di numero.

"Ok, benissimo, ma allora spiegaci come mai hai esordito dicendo che oggi compi gli anni! Questa falsa self-deprecation è veramente irritante, oltre che ipocrita!" Direte voi. Beh, ok, il fatto è che ben sapete che sul blog dell'ex videogiocatore ogni gioco è una madeleine, un'associazione di ricordi, uno scavo continuo nella cava di memorie stratificate e appiattite come se fossero stelle in una costellazione, per cercare reperti e ricostruire quello che è stato, in modo da capire esattamente che cosa sia andato per il verso giusto e che cosa sia andato storto, ad uso e consumo delle generazioni future e del me stesso da vecchio, così magari non divento un proverbiale "Vecchio di merda". E dunque, qual è la madeleine di oggi? Ho ricevuto il gioco trattato oggi per il mio compleanno? No, l'unico gioco di compleanno di cui ho memoria è Cruise for a Corpse, di cui ho già parlato tipo un'era geologica fa. Il fatto è che nei giorni attorno ai miei compleanni ricordo principalmente, complice Febbraio, un freddo ENORME. E per via della parsimonia nel riscaldamento, nonché di una casa non particolarmente coibentata, la stanza in cui avevo il computer, a febbraio, si aggirava sui 17 gradi Celsius. A me non è che desse poi 'sto gran fastidio, come sapete. Mia sorella, invece, teneva i moon boot in casa. Io invece mi rincoglionivo davanti al PC, con fuori il sole malaticcio della bassa padana, giocando con il naso rosso dal gelo a questo gioco, cercando di ignorare la vita che suonava il clacson sfrecciandomi affianco in volata. Sigla!


Gremlin! Il bellissimo e chiassoso logo della casa di Sheffield. Per qualche ragione, nel groviglio di ricordi (e ammetto, mi piace molto cercare di capire come lavoriamo di associazioni mentali) Utopia a una "Lezione concerto", uno di quei giorni particolari in cui alle elementari non stavamo in classe ma andavamo in un fatiscente auditorium a cercare di sviluppare la nostra sensibilità musicale (ricordo i "Quadri da un'esposizione" di Mussorgsky e poco altro) ma in realtà ci facevamo i cazzi nostri perché oh, non ci dovevamo sorbire problemi di matematica irrisolvibili o lezioni di storia/geopolitica con le vocine e le faccette! Comunque, tutto questo per dire che facendo la giusta regressione, in realtà in occasione della lezione concerto un mio amico mi aveva passato Space Crusade, e credo che sia il  logo della Gremlin che mi fa fare il cortocircuito. È inutile, per quanto sia graficamente dissonante, mi piace. Oh!


Ed ecco il titolo! In realtà Utopia, pur avendolo letto a suo tempo su una patetica rivista di settore, lo comprai in edicola quattro o cinque anni dopo l'uscita nei negozi, perché era uscito in edicola con la collana "Big Games" della Jackson Libri, e io che ero un giocatore pezzente anche nel 1996, un gioco vecchio di quasi un lustro a prezzo stracciato posso farmelo mancare? Certo che no! La lucertola, che un mio amico a cui passai il gioco chiamò "il patagoro" immagino voglia sottolineare l'ambientazione aliena di questo gioco. Il disprezzabile redattore della recensione che lessi lo paragonò all'omonimo romanzo/saggio di Thomas More (sbagliando e chiamandolo "Thomas Moore" come un cugino sfigato di un attore già 007) e vantandosi della propria cultura pur non avendo minimamente idea di che cosa trattasse l'Utopia (nemmeno io, al tempo, l'avrei letta solo in quarta liceo, ma da Windows 95 facevo fatica a fare andare questo gioco).


Ma insomma, di che si tratta questo gioco? Presto detto, è il classico clone di SimCity con la visuale isometrica che tanto piace agli abitanti della patetica isoletta dimenticata dall'ortodonzia moderna. Ma la cosa inaspettata è una presentazione narrativa! In italiano, perlopiù! Con un font illeggibile, inoltre! È strano, ed è molto inglese come estetica. E quindi la presentazione ve la sorbite tutta quanta, perché oggi è il mio compleanno e faccio quel cavolo che mi pare, ecco!


Il comandante Pacharelli entrò (senza accento) nella sala del consiglio. Pacharelli? PACHARELLI? "Vaffanculo, ex videogiocatore!" diranno quelli che tra voi mi conoscono dal vivo "Sei solo un cazzone privo di fantasia che sa solo copiare!" Beh, che vi aspettavate? In uno scenario di cultura popolare fatta principalmente di rielaborazioni e strizzate d'occhio, in un mercato dell'entertainment terrorizzato da esplorare nuove strade che si adagia sulla nostalgia come strategia risk-averse, io posso permettermi di citare almeno roba sconosciuta, no? Ok. Se non avete idea di che cosa stia parlando, non preoccupatevi, va bene così.


L'operatrice radio al servizio del Pacharelli è umana, e ovviamente donna, perché c'è sempre sta storia nella fantascienza che alla comunicazione ci stanno le donne. In genere sono anche discreti pezzi di gnocca (per gli standard estetici di quando l'opera fantascientifica è uscita, ovviamente). Qui, beh, in realtà tutti i personaggi di questa intro, umani o no, sono decisamente bruttarelli. Una scelta stilistica, presumo. Magari il sottostante messaggio indignato dei ragazzi della Gremlin è che in un remoto futuro solo i cessi si riproducono perché quelli belli sono troppo presi dai selfie allo specchio. No eh? Però notate che tenerezza: gli sfondi sono renderizzati in 3D. Ricorda un po' i tentativi di sboronaggine della Simulmondo e, perché no, Wing Commander 2 (che non ho ancora riprovato).


"Stato della difesa?" chiese Pacharelli. Bello come si usa il passato remoto, no?  Bella anche la neckbeard "Camillo Benso Conte di Cavour" del Pacharelli, che come se non bastasse ha pure una paresi proprio brutta. Oppure ha il volto contrito dalla tensione. Non lo so. Oppure sta facendo l'espressione seria tipo gli attori di Gomorra a partire dalla seconda serie, che ogni frase, per quanto stupida, pare che sia una sentenza e si parlano sempre a distanza di due centimetri che pare sempre che siano lì per lì per cacciarsi la lingua in bocca avvicendevolmente. Oh, magari la tentazione, da parte di 'sti camorristi della fiction, c'è. Forse il messaggio nascosto da parte dei produttori è che magari, se accettassero serenamente il loro orientamento sessuale, non sarebbero così incazzati col mondo.


"Scudi su, radar a massima sensibilità, e tutte le torrette pronte e operative" ci dice una specie di tartaruga antropomorfa senza carapace ma con il mullet à la Enzo Paolo Turchi. Dall'espressione del volto si è pure fumato un bel cannone.


"Consiglio lancio immediato di tutti i bombardieri intercettori" suggerì Jordan. Jordan? Jordan? Che nome è Jordan per un alieno?

orribile, lo so
Certo, così si dà un'altra interpretazione a quel filmaccio orribile che è "Space Jam", però, beh, sentite, che vi devo dire? A me l'alieno biciclope blu non riesce a stare antipatico, per quanto siamo tutti a conoscenza del mio rapporto conflittuale con il gioco della pallacesta. Oh beh!


Jordan, che potrebbe essere un po' l'equivalente di questa compagine dello Zoidberg di Futurama, viene subito messo a tacere da tale Delfi. Chi è tutta questa gente? La tizia anonima bruttarella è l'addetta alle comunicazioni, ok, ma Jordan, la tartaruga EnzoPaolo e questa Delfi che ruolo hanno? Delfi, che ha le tette a punta e i lineamenti esotici potrebbe essere l'equivalente del secondo gruppo di gnoccolone della fantascienza, ovvero quelle con poteri extrasensoriali. Si pensi all'indimenticata, bellissima e prematuramente scomparsa Persis Khambatta, che rapata a zero interpretava la sensitiva aliena Ilia nel primo, dimenticabilissimo, film di Star Trek (quello in cui la gente muore cagando nel teletrasporto). Oppure si pensi alla molto meno bella Marina Sirtis nei panni di Deanna Troi in The Next Generation, che oggettivamente non era sto granché ma tutti ci si stracciavano le vesti perché se la faceva Riker, che era quello figo della compa e quindi non poteva sbagliare bersaglio, no? Mi sembra di averne già parlato del fenomeno del groupthink applicato alla fregna. Insomma dicevamo: Jordan vuole spedire le forze aeree, Delfi i carri armati. Perché non entrambi, cerca di dire Pachy, ma all'improvviso...


...un lampeggiatore malamente renderizzato ci segnaa che il nemico è a portata visiva! Oddio, paura! Pacharello non cambia minimamente espressione (è paresi, dunque) e coi nervi saldi ordina alla comunicatrice bruttarella di fargli un caffé e mettere la visuale sulla telecamera esterna, mentre lui si distrae guardando le tette a punta di Delfi.


E questa che roba è? Cioè, sti veicoli nemici dovrebbero essere minacciosi? Cazzarola, fanno più paura le macchinine che avevamo preso a Sinjin Malvineous Giulio (non è il suo vero nome) quando aveva sei mesi.

Queste, per intenderci.
"Ingrandire, tenente Delfi" ordina Pacharelli, ma non si riferisce all'immagine ma alle sovramenzionate tette a punta: apparentemente la razza aliena di Delfi ha la capacità di ingrandire o rimpicciolire le pocce per meglio sintonizzare la propria empatia nei confronti dell'interlocutore.


"Guarda quei missili sul tetto" continua Pachy sbalordito, e se fossimo maliziosi potremmo dire che in seguito all'ingrandimento di Delfi il Pacharellone nostro sta indicando un altro tipo di missile. Ma non siamo maliziosi e anzi deploriamo certi pensieri preadolescenziali giustificandoci col fatto che quando ci giocai il periodo era attorno al mio quindicesimo compleanno.


Insomma, le macchinine giocattolo erano tutta una montatura per far credere che i nemici fossero innocui, ma i missili sono veri. "Inviare tutta l'energia agli scudi e alle torrette" ordina Pacharelli, e Jordan e Delfi si guardano per capire chi cazzo è che ridirige l'energia? Qui non è mai stata definita la matrice RASCI e siccome nessuno ha avuto l'accortezza di chiederlo e chiaramente nessuno muove un passo al di là della propria job description, allora nessuno chiaramente fa un cazzo.


Col risultato che un missile nemico passa il fuoco di sbarramento e centra proprio il quartier generale. Utopia ci risparmia la scena in cui Pacharelli e soci si lanciano in direzioni casuali come a mimare l'impatto in presenza di un sistema di effetti speciali a corto di budget.


"Come ha fatto quel missile a passare? Non vi avevo detto di ridirigere l'energia sugli scudi e le torrette?" Jordan si guarda imbarazzato l'equivalente dei piedi. Delfi cerca di stemperare la tensione gonfiando le tette fino all'ottava misura. EnzoPaolo la tartaruga si lamenta per le emorroidi. La bruttina stagionata alle comunicazioni deflette ogni responsabilità dando la colpa ai sensori.


E come se non bastasse, il missile aveva un agente batteriologico altamente tossico nella testata. Mi piace pensare che il missile si sia parcheggiato fuori dal centro di comando e sia uscito da uno sportellino un tizio con un impermeabile e un cappello "Fedora" che sventolando un distintivo si è presentato come "Agente Batteriologico". Dopodiché ha estratto una siringa e si è fatto una dose di ero. 

"Passa all'aria di riserva" dice Pacharelli, ma non viene contaminata pure quella?


Delfi sgonfia subito le tette per non consumare troppa aria di riserva, che dura solo quattordici giorni. E come se non bastasse, il nemico è più agguerrito dell'avversario computerizzato di Global Effect, che a un certo punto dichiarava vittoria e chiudeva tutto. Direi che non ci sono rimaste prospettive.


Pacharelli lo intuisce pure lui e scatarra. "Evacuare la colonia *Ptù*" Jordan allunga la lingua triforcuta e acchiappa il bitorzolo espettorato dal comandante. Per gli alieni della sua razza il catarro umano è una delicatezza gastronomica. Scusate, quest'immagine mentale fa schifo. Capite perché non ho avuto successo come scrittore di fantascienza.


Beh, coraggioso comunque il nostro Paciarone: a differenza di un, chessò, capitano Schettino, che fugge via e chiama la mamma, lui resta fino all'ultimo con una certa dignità incorniciata dalla canuta neckbeard. Ecco, il mitologico italiano medio, la banderuola opportunista così ben dipinta dalla figura del fascinoso capitano di nave da crociera, mantiene la sicumera e la cazzimma fino a quando non pesta il merdone a causa della sua incompetenza, e allora subito si fa piccolo piccolo, con gli occhi sgranati da criceto paralizzato dalla paura, balbetta, si fa prendere dai tic, chiama la mamma. In realtà, non credo che questa figura ritragga, dal punto di vista della statistica, l'italiano medio né mediano né modale. Credo che sia una minoranza rumorosa che è assurta a stereotipo contagiando tanta altra gente più discreta e con un maggiore senso di responsabilità. Ma forse sono particolarmente ottimista io.


Ah ma vaffanculo! Ecco perché Pacharelli era così posato. Era tutta una simulazione! Bah. Ad attendere il nostro fuori dalla sala della simulazione c'è un suo vecchio amico, un anziano hippy con la chierica pesante e un codone di cavallo da database administrator degli anni 90, di nome Livono. "Ajòle! Ir mi' ami'o Paciarello! A te bu'orotto! Ma mi pari 'n'arronzamerde! Ma checciai dè, il brucia'ulo? Siei annato alla rotta 'n 'ulo de tu mà! Asciugati che se ne fà n'antra!"


"Grazie dell'incoraggiamento, ma ho veramente fatto ca'are. Alla prima botta la colonia è andata a ramengo e come se non bastasse da qui fino alla fine dei tempi avrò gli incubi su Jordan che mi entra in camera da letto e mi scaccola con la lingua."

"Sì vabbè ma vant'è vvero he c'è Gesù tutta l'arrocchettata l'era pe' fasse acchicchinare! Se 'un l'hai capito sei proprio 'no stronzolo ca'àto a forza."

"Ma dunque quello che stai cercando di dirmi è che questa era una specie di Kobayashi Maru?"

"Dè! ...e regali fi'i!"


Due giorni dopo, Pachy si presenta alla commissione di esame, sperando di non doversi sorbire la pomposa e autoreferenziale predichetta di qualche insopportabile barone universitario tipo quello dell'atelier culturale.



La commissione è di cinque persone. Speriamo bene! Per fare bella figura e ingraziarsi il senato accademico, Pacharelli ha speso gli ultimi due giorni a pettinarsi i capelli col casco argenteo in stile Maurelio Boari, grande uomo e grande accademico, e questo lo dico senza ironia alcuna. Nella giuria è presente anche Delfi, e Pacharelli è così agitato che non gli si imbarzottisce neanche guardandola. Prende la parola l'ufficiale più anziano...


...Giancarlo Magalli, che in un futuro remoto è stato promosso a comandante del Progetto Colonie in seguito a un sondaggio online sul noto giornale per estimatori della forca "il Fatto Quotidiano". Incaricato Paolo Fox di fare la carta astrale di Pacharelli, il comandante Magalli è così colpito che riempie Pacharelli di complimenti sfoggiando un sorrisino un po' ipocrita. Allo stesso tempo prende a calci Adriana Volpe che è legata e imbavagliata sotto il tavolo.


A Pacharelli, però, girano ancora i coglioni di essere stato messo in uno scenario perdente, e ovviamente subito inizia con il gnegnegne, non è corretto, è un'ingiustizia però, e comunque Jordan è uno stronzo che mi ha fatto perdere tempo coi bombardieri, è colpa di Jordan e io non c'entro niente, sono il capo e sono reponsabile del mio team ma vi giuro che è stata colpa di quel pezzo di merda di Jordan! Ecco.


Sniff sniff
Ecco.  Fortunatamente, prima che Pacharello si scavi la fossa da solo, interviene...


Un incrocio tra un ragno e un babbuino, l'amministratore Torrapan. Torrapan! Ecco, questo è un bel nome per un medicinale da banco. A metà tra una pomata antiemorroidi e un integratore di ferro per gli anemici. Mi piace anche molto come la testa sia violacea, come se il cervello si fosse inturgidito per il troppo pensare. A proposito di inturgidimento...


...Delfi! Che in questa occasione ha le tette piattissime, perché teme che il comandante Magalli scriva su instagram che ci si è appena fidanzato. "Volevamo sottoporla ad un duro test psicologico" dice Delfi, e parte del test era quello di far crescere le pocce sotto il naso di Pacharelli e chiedendogli di recitare i numeri di pi greco senza deconcentrarsi. Eh, lo spazio è un posto difficile.


Interviene Coleman, complimentandosi per lo spirito di sacrificio di Paciarone, che non è stato per nulla carrierista. Ehi un attimo, ho detto Coleman? Uno con quella faccia si chiama Coleman? I casi sono due, o è il noto nano televisivo Gary Coleman che è stato, fino alla tragica morte, oggetto di scherno da parte di siti internet che non facevano ridere, oppure è il noto plurivincitore di Mister Olympia (ben otto edizioni!), Ronnie Coleman, che a furia di steroidi e di carichi di lavoro eccessivi, oltre a distruggersi la schiena e le anche si è pure disfatto la faccia. Sì, mi piace pensarla così, la teniamo.


E infine, arriva Il Comandante Ramon Espiranza, che dice una banalità perché hanno detto tutto quanto gli altri! Non può far altro che sorridere e congratularsi, ignaro del fatto che il resto del senato coloniale lo chiama "Testa di Condom".


Ok, fatto il giro di banalità in cui ciascuno deve per forza dire qualcosa perché è terrorizzato dall'idea di restare in silenzio durante una riunione, come se tacendo non si stesse meritando i soldi che si guadagna. Conclude Magalli, che si fa passare dal Comitato la busta rossa, in cui c'è... il ruolo di capo colonia nel sistema Rhebus! Rhebus? Sinceramente sono più per la rubrica "Suspense!", ma tant'è...


...non si dice di no a un'offerta di lavoro, dice Pacharelli, che attualmente è disoccupato e su linkedin ha come descrizione "Bitcoin enthusiast / devoted husband / proud father / tech evangelist / influencer / life coach / TEDx / serial entrepreneur" e ogni giorno condivide un articolo pieno di banalità sull'essere "inspiring" e sull'importanza della leadership by vision e puttanate del genere, perché poi quando la gente che scrive sta merda si trova in posizione di potere ha un'altissima probabilità di essere un miserabile codardo. Che quando gli chiedi di prendere una decisione o lo metti di fronte alla responsabilità ti guarda con gli già menzionati occhietti tondi da criceto, ciucciando un oggetto di conforto come un bambino che ha perso i punti di riferimento. Infatti, finita la riunione, Magalli si chiude in ufficio e si mette a rosicchiare dal nervoso il suo portafortuna personale: un pentacolo appartenuto ad Anton LaVey.


Beh, si comincia! Come prima cosa, l'azione fondamentale per questo gioco nonché la ragione principale per cui me lo ricordo: Music 3!


Che meraviglia. Rende benissimo l'idea della fantascienza psichedelica degli anni 60 - 70: d'altra parte l'orecchiabilissimo ritornello mi rimanda ai tempi molto remoti in cui quando ero in età da asilo e usavo il vecchio giradischi di mia mamma per far andare il 45 giri di "Age of Aquarius". Voi che avete appena sentito "Music 3" e avrete cercato "Age of Aquarius" su youtube...

Che peraltro la copertina con le teste fluttanti era già di per se un brutto trip
 ...direte, a ragione: "Ma che cazzo c'entrano 'ste musiche l'una con l'altra?" Oh! Ragazzi, qui si parla di percezione personale. Siamo in un raro momento di metanostalgismo: cioè sto rivivendo i momenti (circa 1996) in cui rivivevo momenti ancora precedenti (circa 1986). Ma nel 1996 stavo entrando nell'adolescenza, nel momento di sovversione libidinale, e iniziavo a rendermi conto di aver timidamente iniziato ad assaporare il frutto proibito della conoscenza del bene e del male, insomma: mi iniziavo a rendere conto, piano piano, che non era necessariamente vero che la scelta giusta era sempre quello che mi si diceva che facessi in casa. È ovvio che di fronte a un mondo così sconfinato e ostile la prima tendenza è quella di tornare indietro, nell'Heimat sicuro e accogliente. Ora che il frutto l'ho mangiato fino all'ultimo pezzo e ho fatto pure un bel ruttone liberatorio, mi chiedo: che cazzo facevo dieci anni fa? Non ne ho idea. E perché mi ricordo chiaramente roba di quasi un quarto di secolo fa, mentre di solo 10 anni fa ho solo vaghi flash nella nebbia? Sarà che la routine, in un ambiente diverso e con persone diverse (e tanta serenità in meno) era la stessa? Non lo so. A volte mi chiedo se le nostre memorie non abbiano uno spazio limitato e riempiendole tutte subito resta pochissimo spazio, un po' come sul telefono che tra foto del tizio di colore col membro enorme che intasano la memoria e altre cazzate, rimaniamo sempre con poche decine di megabyte e ogni volta che facciamo una foto dobbiamo cancellarne altre due.


Boh! Smarcata la questione musica, iniziamo il gioco. Era ora! Direte voi. Ma oh, io volevo fare andare l'intro, ok? Avete problemi? Volete litigare? Ecccheccazzo. Dicevamo, scelgo il tutorial? Ha! Sticazzi del tutorial! Scelgo uno scenario, il primo, gli Eldorians, il più semplice. Notare anche come, a differenza di altri giochi Gremlin (l'ex videogiocatore lancia un'occhiata piena di odio in stile Greta Thunberg in direzione di Hero Quest e Space Crusate) il menu sia decisamente comprensibile. Molto bene! Tutto ciò che non è aporiomorfismo è sempre molto gradito.



E via che si comincia! 3D Isometrico, amici! (parte una ola sugli spalti) La finestra di gioco è piccolina, ma sufficiente per gestire un insieme di caselle che dia una visione del gioco accettabile. Allora! La ziggurat arancione l'abbiamo vista tutti, è il centro di controllo. I palazzoni rosino che ricordano quelli in Via Verdi del Vecchio Paese (vicini al centro sportivo)...

Utopia Data Disk, scenario VECCHIOPAESIANS

...sono moduli abitativi. I  palazzoni col tetto rosso sono i magazzini, (altresì detti MagazzEni), dopodiché abbiamo la centrale per il supporto vitale, i pannelli solari, e via stronzeggiando. Insomma, tutto quello che vi serve per una colonia spaziale, no?


Ed ecco il menu per scegliere che cosa costruire. A differenza di Simcity non creiamo zone e lasciamo che la gente si espanda all'interno, ma decidiamo esattamente cosa costruire in ogni singolo quadratino (o set di quattro quadratini, per le costruzioni più grandi). Siccome Pacharelli è un reazionario amante del manganello, come prima cosa costruiamo una "centrale sicurezza" che altro non sono che i pulotti spaziali...


...con un maggiore senso di law and order instillato nei coloni, possiamo costruire nuovi alveari, come il condominio in cui viveva il mio conoscente soprannominato "Il Vez", che ovunque si andasse riconosceva qualcuno che abitava nel suo condominio. Al mio amico Ivano e a me piaceva immaginare che si lanciasse dall'ultimo piano di questa enorme arcologia facendo stage diving sulla folla urlante fatta da milioni di coinquilini. Visto che ho menzionato l'arcologia, che è uno dei pilastri di Sim City 2000, facciamo un'altra roba che accomuna Utopia al gioco della Maxis uscito due anni dopo.


I consiglieri! Ecco, Pacharelli è molto indispettito dal fatto che non c'è Delfi e le sue tette variabili ma un canuomo, un tizio con un culo blu in testa, un rettiliano uscito dagli incubi bagnati di David Icke, un tizio pettinato nella galleria del vento di Pininfarina, una maestrina dalla penna rossa e un tizio fighissimo che però il reparto logistica e infrastrutture della colonia gli ha rifilato una scrivania troppo stretta.


Oh beh. Allora, il canuomo è Kalrog Massimer, l'ingegnere civile, che ci elenca quanti edifici abbiamo. YAHWN, ragazzi, inutile. Testa di culo, invece, si chiama Max Angraq ed è il capo della ricerca (si capisce dagli occhialini e dalla testa enorme). In genere ci rompe le palle sul fatto che diamo pochi soldi alla scienza. È il classico stronzo che sta tutto il giorno su twitter e ritwitta Burioni  e ciò lo fa sentire intelligente. Dopodiché c'è il rettiliano Jav Xebriz, che ha un nome troppo difficile e quindi decido arbitrariamente che si chiama Xavier Jacobelli, tanto lo sguardo spiritato da rettiliano c'è.

*new world order intensifies*
Xavier Jacobelli che fa di utile? Ah, beh, in realtà è più utile di quello che scrive (male) di calcio: ci fornisce lo stato delle riserve di aria, cibo e prodotti. Dunque ce lo teniamo. Il veterano del processo di Biscardi, invece, può andare a fanculo.
Dopodiché c'è l'umano con la pettinatura aerodinamica, Robert Damien, che visto il taglio da marine ti aspetteresti che fosse un militare, invece no, è il contabile (qui chiamato "Financial Consultant") che ci presenta un conto economico semplificato, perché Pacharelli, per essere nominato middle manager, ha dovuto rinunciare a ogni conoscenza numerica in suo possesso.


Resta la maestrina dalla penna rossa! E il tizio fico costretto nella scrivania stretta, ma poverino, non facciamolo alzare che secondo me si fa malissimo tirando una maronata contro lo spigolo del banco. La maestrina si chiama Jenny Belvedere, ed è la psichiatra della colonia, che ci informa sulla qualità della vita dei coloni e sul tasso delle nascite all'interno della colonia. Uno psichiatra che dice la sua su quanto la gente di riproduce? Beh, perché no! Lo stress d'altra parte è un grandissimo anticoncezionale. Se ricordavo bene, si poteva ordinare ai coloni di copulare di più e produrre più "free colonists" (cioè potenziali lavoratori da assegnare alla costruzione di edifici o ad altre attività), ma provo a cliccare fortissimo e non succede niente. Boh! Ricorderò male? Non so, io sono certo che si potesse ordinare alla gente di trombare di più. Ci fosse stata Delfi al posto di Jenny non sarebbe stato un problema, una gonfiatina e via! Pensa Pacharelli, ma così è e ci tocca farcelo andare bene. Ok, sentite, facciamo alzare il poveretto grigio con gli occhi rossi, che si chiama Quarx ed è il consigliere militare. Eh beh, non poteva essere altrimenti. Elmetto da samurai, occhi rossi, sguardo severo, mascella quadrata, mento volitivo, è certamente un militare, no? Beh, sì, suppongo di sì. E dunque ci sarà anche una parte militare? Beh, sì, suppongo di sì. Mentre Pacharelli va a dormire pensando alle tette di Delfi ai pericoli e alle decisioni pesanti che dovrà prendere nei prossimi mesi da capocolonia, direi che per questa settimana possiamo chiuderla qui, con una certa suspense che mal si addice a un clone di simcity:

Riuscirà Pacharelli ad avere la meglio sui misteriosi eldoriani e a ricevere come premio un topless di dimensioni variabili?

Che rapporto malsano sussiste tra Pacharelli e il passato dell'ex videogiocatore?

Vista la data di uscita, la musica e l'ambientazione, potrebbe forse trattarsi del gioco più bello di sempre secondo l'ex videogiocatore? (Ok, i più svegli di voi già lo sanno, non lo è)

E visto che la precedente domanda ha già risposta negativa, viene dunque spontaneo chiedere...

Questo gioco è merda?

Alla prossima settimana!


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