lunedì 25 settembre 2017

Cool Croc Twins

Ovvero, l'ex videogiocatore spiega come il mondo dei videogiochi abbia distrutto l'immaginario collettivo dei giovani virgulti riempiendoli di pregiudizi su come si trova l'anima gemella. 

Ebbene sì, cari amici: so che c'è stata un'infinita polemica sul sessismo nei videogiochi, ma siccome questa polemica correva principalmente su Twitter, il vostro ex videogiocatore non l'ha cagata di striscio. A prescindere dalle considerazioni che si possano fare sul livello di sessismo in un medium pensato principalmente per maschi in pubertà, a prescindere da tutti i "Bechdel Test" che si possono fare su giochi in cui un'astronavina fatta con pochi pixel spara ad altre astronavine, va detto che creando la nostra visione del mondo a partire dai videogiochi, noi maschietti della mia generazione abbiamo patito delusioni, frustrazioni e incazzature nei confronti delle donne. Semplicemente perché ci aspettavamo delle donne da videogioco. 

lunedì 18 settembre 2017

Alone in the Dark

Vi è mai capitato di avere un'idea stupida? Domanda retorica. A tutti è capitato di avere un'idea stupida. La mia prima idea stupida  è stata quella di caricare una macchinina a molla sulla mia faccia anziché sul pavimento, perché le ruote di plastica dura non avevano grip sul pavimento in piastrelle. Risultato: cicatrice sulla guancia. Non si vede praticamente più, ma è stato un buon promemoria per pensarci su due volte prima di mettere in pratica un'idea stupida. 

Zompiamo indietro nel tempo e piombiamo in Francia nel 1991. Bruno Bonnell, CEO di Infogrames, una compagnia di videogiochi francese che ha avuto un discreto successo con versioni interattive di fumetti franco-belgi, ha un'idea stupida. Un videogioco in cui tutto è completamente buio, e il giocatore ha soltanto tre fiammiferi per muoversi. Ma proprio tutto buio eh, tipo lo schermo nero di quando i vecchi giochi per dos non partivano e partiva il florilegio di vaffanculi sincronizzati perché c'era da andare a toccare i delicatissimi CONFIG.SYS e AUTOEXEC.BAT. Se non avete idea di che cosa sto parlando non preoccupatevi. Non avete perso niente.

Fortunatamente, qualcuno riuscì a trovare il modo per dire diplomaticamente a Bonnell che la sua idea era una sesquipedale cagata. Quel qualcuno era Fréderick Raynal, un programmatore di basso livello, che aveva sperimentato con un motore per realizzare personaggi in 3D. Facendo leva sul gusto della novità, riuscì a far accantonare l'idea dei tre fiammiferi e a integrare il suo nuovo motore in un gioco horror. Sigla!



giovedì 14 settembre 2017

Escapismo, sensi di colpa e la morte dell'eroe, ovvero come ho scoperto che le mie fantasie di potenza hanno sempre fatto il tifo contro di me

Mentre scrivo sono padre solo da due settimane, e qualcuno potrebbe dire che è un po' presto per trarre delle conclusioni sulla paternità. Sono fondamentalmente d'accordo su questo, e quindi cercherò di schivare l'effetto Dunning-Kruger ed eviterò di pontificare su come si fa ad essere padri nel migliore dei modi, forte della mia esperienza di 15 giorni. Né voglio elemosinare applausi dalla claque dei commentatori. Se qualcuno mi definirà nei commenti "il miglior amico che non ho mai avuto" sprecando paragrafi in cui si vanta di quanto ha pianto per la nostalgia di qualche cazzo di giochino di cui sto parlando, allora dovrò fermarmi un attimo perché evidentemente in questo blog c'è qualcosa che non va. 

Lingua dei segni internazionale per "Bruschette negli occhi".

lunedì 11 settembre 2017

Tris di derivati di Te(vedi sopra) : Blockout, Towers e Loopz

Quando ho chiesto a svariate persone quale gioco avrebbero gradito vedere sul blog dell'ex videogiocatore, la risposta è sempre stata la stessa: "Smettila di parlare in terza persona di te stesso, coglione, sembri Daniele Interrante". Dopodiché, molte persone hanno buttato lì svogliatamente "Tetris", perché apparentemente, quando si parla di videogiochi e non si pensa al supermariobros, quello che viene in mente all'uomo della strada è il puzzle inventato dal sovietico Alexey Pajitnov. E c'è una ragione, dato che apparentemente Tetris è il gioco che ha venduto più in assoluto, in tutte le sue versioni. In un paese qualsiasi, l'autore di questo gioco si soffierebbe le narici di platino in banconote da 500 euro, ma Pajitnov era nato in Unione Sovietica.

Alexey aveva realizzato Tetris durante il suo lavoro per l'Accademia Sovietica delle Scienze, e si sa, sotto il comunismo, tutto è di tutti, dove tutti significa lo stato. Quando il gioco si rivelò un successo, la distribuzione all'estero della licenza fu gestita da un ente statale chiamato Elektronorgtechnica. (nota con l'abbreviazione ELORG) Chiaramente, siccome Pajitnov era stipendiato dall'Accademia, non avrebbe avuto alcun ricavo dal gioco. Per i suoi primi anni di vita, Tetris andò ad arricchire la ELORG, nella fattispecie i funzionari di partito che la gestivano, i quali facevano ricerca&sviluppo sul decadente mondo del capitalismo occidentale andando a troie e tirando di coca, mentre Alexey continuava il suo lavoro di ricercatore.

Una brutta fazenda.

lunedì 4 settembre 2017

PC Calcio 4.0

"Cosa??" direte voi leggendo il tag con l'anno di questo gioco. "Millenovecentonovantasei? Praticamente l'altro ieri! Ma siamo pazzi?" Ebbene no, in realtà questa si può dire che sia la mia terza fase da videogiocatore. La mia prima fase era iniziata nell'87 e finita nel '90, la seconda è iniziata nel 90 ed è finita tra il 93 e il 94. Poi, nel 96 ho ripreso il vizio, dopo un periodo virtuoso dovuto al fatto che ero stupidamente convinto che le scuole medie richiedessero impegno. In quel periodo sono anche stato quasi popolare. La parola chiave qui è "quasi". 

Sta di fatto che in quel periodo in cui studiavo francese, leggevo Comix, e osservavo la mia integrità fisica venire minacciata dall'incombente pubertà, uscì in edicola un gioco completo in CD-ROM sul Giuoco del Calcio, e chiaramente non potevo farne a meno: un po' perché la squadra del cuore stava per tornare in Serie A dopo diversi anni di inferno e purgatorio, un po' perché ci sarebbero stati, quell'anno, gli Europei in Inghilterra in cui la Nazionale di Sacchi avrebbe potuto rifarsi della disfatta in finale di due anni prima, insomma, comprarlo era un gol a porta vuota.


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