lunedì 27 gennaio 2020

Elite Plus

Pare una vita fa che nel web 1.0 andava di moda parlare quella roba che è passata alla storia come L33tsp3ak. Leet, per chi facesse finta di non saperlo, è una contrazione di "Elite", dove con "elite" si definivano i propri skills in termini di hacking, di gaming, e di altre cazzate che con una quindicina d'anni di ritardo vengono finalmente celebrate dalla stampa generalista, che dimostra di essere sempre almeno tre lustri in ritardo rispetto al mondo reale. Ma quando ancora esisteva Geocities, la rete era piena di ragazzini che, anziché perdere tempo odiando chi nella loro fantasia malata gli impediva di avere rapporti sessuali, passavano il tempo a farsi belli dei loro M4d Sk1llz con cui potevano HaX0rarti il computer. Era un altro modo, irritante ma tutto sommato innocuo, di sfogare la propria insicurezza. Poi, ovviamente, c'era chi tutto ciò lo faceva con ironia. Non possiamo non pensare a "Jeff K.", il personaggio del ragazzino che si atteggia a hacker sul sito ora in pieno decadimento "somethingawful.com" che al tempo era il massimo dell'entertainment su internet (e faceva ridere sul serio). Esisteva anche una versione adattata al mercato italiano, "Il Grande Darth Vader", che non tutti forse conoscono ma che ha regalato al mondo perle tipo questa che allego:

non propriamente screen friendly, ma appropriato.
In tempi di monetizzazione selvaggia di un'invidia sociale che non avrebbe sfigurato al Vecchio Paese, ma trasposta in un contesto globale, le elite sono dei non ben definiti gruppi di gente benestante che gode a rompere i coglioni e far soffrire chi è sprofondato nel nichilismo solipsista e che crede che il resto del mondo ce l'abbia con lui (e alimenta il suo odio ingrassando le élite vere, ovvero le merde umane della silicon valley). Praticamente mia nonna e i suoi lamentosi coetanei del V.P.,  però giovani e con un account di Twitter a portata di mano.

Oh beh! Ma noi di tutto questo ce ne sbattiamo i maroni e andiamo ancora più indietro nel tempo (il passato non è bidimensionale, amici!) e ci dedichiamo a un gioco che si chiamava Elite perché suonava fico e perché al tempo era il top dell'alta tecnologia. Sigla!



Beh, ok, non andiamo a toccare l'originalissimo Elite del 1984, oggi. Quello uscì per l'inglesissimo e sottovalutatissimo computer Acorn BBC, quando ancora la Gran Bretagna aveva attività economiche che non fossero riciclaggio di denaro e servizi da té con la faccia di Lady Diana dipinta male sopra. L'Acorn BBC era un computer più "educativo" dei più mainstream Spectrum e Commodore, infatti era presente nelle aule di informatica di tutte le scuole de Regno, prima che il thatcherismo privatizzasse ogni cosa. Insomma, nel 1984 avevamo un motore in 3D "reale" per quanto basato su wireframe. Un universo enorme da esplorare e un gioco veramente "open ended", in un'epoca in cui molti giochi avevano una schermata fissa di sfondo. Era una rivoluzione, tant'è che persino la BBC ne parlò in prima serata. Inaudito che la TV si sporcasse le mani con la cenerentola dei media, il videogioco! Impensabile! Il telegiornale, poi! Della BBC, financo!

E noi al massimo avevamo 'sto coglione che intervistava Max Reynaud
Beh, quindi capite che il primo Elite è stato un punto di svolta per un sacco di roba. Tuttora è trattato come gioco "cult" e non mi sento di essere in disaccordo con questa definizione, per quanto non sia uno che fa uso di quella parola. Di recente è pure uscito un seguito, Elite: Dangerous, che come concetto di base non dista manco poi troppo dall'originale. Insomma, ha veramente il suo perché. A chi non piacerebbe esplorare un universo quasi infinito e farsi strada nella società ammazzando astronavi nemiche e facendo un sacco di soldi? Ecco, io sono uno di quelli a cui piacerebbe. Se a voi non piace, ok, liberissimi di avere la vostra opinione.

Insomma, io che il mio primo computer era un clone dell'Acorn BBC, Elite non ce l'avevo, ma sulle fecali riviste di settore leggevo che spesso veniva riferito come "mitico", "commovente", "è un grande", "io quando vedo quei dettagli col wireframe vado in estasi". E quindi mi incuriosii abbastanza. Fortunatamente, un mio amico si accattò una compilation "4 giochi non proprio recenti al prezzo di uno" in cui c'erano Zool, Jimmy White's Whirlwind Snooker, Sensible Soccer (che non ho ancora ripreso) e infine Elite Plus. Tutti giochi che mi interessavano un sacco, compreso Jimmy White, che anche quello era pluri-incensato dalle riviste di settore (soprattutto K). Ma Elite Plus mi esaltava perché sì, era come la corazzata Elitemkin originale, ma "Plus"! E quando dico "Plus" intendo dire "256 colori e poligoni pieni". Oh beh. Sigla!


Ed ecco l'intro, che fa uso piuttosto pesante dei gradienti, roba che, se non vi ricordate, tende a infastidire il mio senso estetico. E lo so, sono un bel musone. Esiste anche una più tollerabile versione a 16 colori, di cui agevoliamo una diapositiva.

Intanto, in un universo a 16 colori.





Eh sì, di base, tra gradienti e dithering scelgo il dithering tutta la vita, ma d'altra parte, ti vengono offerti 256 colori, che fai, declini? No, non si può. Non sta bene. Non è educato. La mia impressione è che il gioco fosse stato inizialmente fatto per i 16 colori, ma vedendo quanto andava di moda la VGA, all'ultimo momento avessero alzato il numero di colori per stupirci con effetti speciali. Beh, insomma, al tempo ci giocavo a 256 colori e quindi vaffanculo, teniamo la VGA.

Torniamo dunque nel nostro policromo, originale universo.



I crediti! Molto striminziti, direi. Gli autori dell'Elite originale sono David Braben e Ian Bell, una molto strana coppia che nella vita ha preso strade completamente diverse. In effetti, pare che abbiano smesso di parlarsi se non tramite avvocati, dopo che avevano lasciato perdere il tentativo di creare un seguito a Elite per l'Acorn BBC. Il seguito c'è stato, Frontier (del 1993), è stato creato principalmente da Braben (con un apporto minimo da parte di Bell) in cambio di una piccola percentuale di royalties per Bell. Da qui le cose si fanno un po' vaghe, e alla fine della fiera pare che Braben voglia smetterla di pagare royalties a Bell e prende sempre più il merito su tutta la serie dando sempre meno spazio a Bell, che nel frattempo ha lasciato perdere l'industria videoludica e lavora alla Autodesk, quando non si dedica a hobby tipo l'occulto e il tecnosciamanismo o i rave party o altre cose che lo fanno sembrare quello scemo dei due, mentre Braben è diventato baronetto e ha fatto un sacco di soldi, e quindi dice "Vedete? Io sono baronetto, mentre Bell si fa di acido, secondo voi chi è quello che ha creato Elite veramente? Eh Eh?" e siccome la miglior difesa è l'attacco, Braben ha colto ogni possibile occasione per fare causa all'ex socio (diffamazione in seguito a interviste innocue, o pubblicazione sul proprio sito personale di materiale relativo a Elite). Ora, principalmente sto riportando la versione di Bell (non ho avuto modo di trovare la versione di Braben), ma come dice giustamente Bell, che costava a Braben scrivere "Elite elements copyright Bell and Braben, used with permission of the authors" sui sequel? 

Comunque, con Elite non c'entra niente, ma a Braben sono grato di una cosa, che ha fondato la Raspberry Pi Foundation, ed è grazie a lui se in casa ho un disco di rete perfettamente configurabile, rapido e a un prezzo decente. Bella vez. Anche se sei un po' stronzo.


E vai che cominciamo con la passerella delle astronavi, prima fra tutte la nostra, la Cobra Mark III. Nel gioco originale era incluso un romanzo breve su come il protagonista (tale comandante Jameson) si fosse impossessato di una Cobra Mark III. Apparentemente l'aveva fregata dopo essere stato abbandonato dal padre in un modulo di salvataggio. Che stronzo, eh?


Mentre scorrono le altre astronavine, in sottofondo va il Bel Danubio Blu di Strauss (figlio). Proprio come in 2001 Odissea nello Spazio!  Abbastanza previdibile, direi. Strauss non è tra i miei preferiti (tra i contemporanei, per me, Dvorak è meglio di gran lunga) per il fatto che la mattina di capodanno ci sorbivamo il concerto da Vienna e poi a mia nonna faceva piacere se rifacevo il bel danubio blu al pianoforte, perché era un valzer e mia nonna quando sente un valzer le cala la nebbiolina sugli occhi e inizia a muoversi. Tutto ciò non sarebbe stato un problema se ogni volta che suonavo mi copriva con un "E hop! Un due tre un due tre". Ogni cavolo di volta. Bah!


No ma tutti gli oggetti mostrano? E soprattutto, ok, L'Elite originale aveva la grafica da otto bit, ma qui, anche per il 1991, il numero di poligoni per ogni astronave è proprio basso. Cavolo! F-29 Retaliator aveva molti più poligoni di così! E ogni astronave ha un massimo di tre colori, e allora a che serve la VGA? E la boccia rossa in fondo che è, un sole? No, è un solo. Un solo colore. Era un calembour questo, e faceva cagare. Scusate.


Vabbè. la "Worm Class Landing Craft" pare uno dei giochini di mio figlio in cui devi infilare una formina in un buco. Noto anche che tutte le astronavi hanno nomi di serpenti. Beh, sapete che c'è? Mi sono rotto i maroni e questo uso sconsiderato della VGA mi intristisce molto. Andiamo di barra spaziatrice e cominciamo a giocare.


Ed eccoci qua! Siamo nel sistema Lave, abbiamo benza per 7 anni luce, 100 crediti, e il nostro rating è "Harmless". L'idea è quella di raggiungere il rating di "Elite" seminando rovina e distruzione tra gli ignari abintanti dell'universo. Fuori dai pianeti, però: sui pianeti qui non si atterra, lo si farà a partire dal seguito, Frontier. Tutte le parti non in volo si fanno sulle stazioni spaziali che orbitano i pianeti. E soprattutto, si fa...


...commercio! Abbiamo una stiva in cui comprare a roba e andare a rivenderla altrove, sperando che costi di più. Almeno in Gazillionaire avevamo il listino prezzi degli altri pianeti e sapevamo dove recarci! Bah. Notare anche che alcune delle merci che possono essere acquistate non sono particolarmente family friendly: schiavi, liquori, narcotici, armi. La versione per Nintendo dell'Elite originale (quindi volta al mercato americano), come già fece con Maniac Mansion (ricordate) ccensura gli schiavi (diventati robot) i liquori (diventati bevande) e i narcotici (diventati medicine). Le armi da fuoco no, quelle restano, per via del secondo emendamento.


Ah! Possiamo anche pimpare la nostra astronave. Benza (detta anche "Broda" al Vecchio Paese) ce l'abbiamo. Missili, ne abbiamo tre, il laser meglio non venderlo, il resto è troppo per le nostre misere tasche. Dunque?


Ah, vediamo le info sul sistema Lave. Non c'è molto da dire, in realtà, ma tanto ci basta, perché come cantano i Beatles, "All you need is Lave". Interessante che l'economia di Lave sia basata sull'agricoltura e sui casinò. La descrizione è "Procedurally generated", un po' come tutti i dati del pianeta, a cui è associato un numero e in base al numero il gioco andava a pescare dei pezzi di frase da una tabella. O meglio, così faceva l'Elite originale. 'sto gioco potrebbe essere così appprossimato e che le stringhe con la descrizione (che seguono comunque il formato dell'originale, usando le stesse parole) sono state scritte a mano una ad una. No, forse no. D'altra parte il programmatore di questa conversione è Chris Sawyer, che proprio male non è. (Comunque, vogliamo parlare di quanto è brutto l'umano con il "mullet" e i baffi alla Fu Manchu?)


Vabbè, torniamo al mercato. E dunque che ci accattiamo? Schiavi! Cinque tonnellate di schiavi, per l'esattezza. Mettiamo che ogni schiavo pesi sui 70 chili, e quindi abbiamo 71 schiavi a tenerci compagnia nella stiva. Compriamo pure dei materiali radioattivi e finiamo i "scioldi." Vabbè, nei pianeti vicini rivendiamo tutto e facciamo più dindi, no?


E ora, la mappa stellare! Il pianeta più vicino pare essere Diso (i nomi sono generati proceduralmente). Vediamo cosa ci dice il database...


Diso è un pianeta agricolo e governato democraticamente, abitato da pelosini felini (ma ciao!) neri. Hanno anche grossi problemi con l'attività solare. A tal proposito lasciate che vi ricordi quanto è importante mettersi la crema prima di esporsi al sole. Alta protezione, mi raccomando, che anche se vi abbronzate lievemente meno proteggete il più grande ed esposto organo del vostro corpo: la pelle. Questo paragrafo è sostenuto dal Dipartimento Scuola Educazione dell'Ex Videogiocatore.


Vabbè, insomma usciamo dalla stazione e subito vediamo di virare che c'è sto cerchio verde enorme in mezzo e sarà meglio evitare di scomaccarcisivisicisi contro. Inversione a U!


Ah! Però a sto punto evitiamo di scomaccarcicici contro la stazione spaziale. Un'astronave ci passa davanti ma è troppo veloce per beccarla con il laser. In realtà la cosa che ho sempre malsopportato di questa implementazione di Elite è come i comandi fossero veramente ipersensibili e i bersagli mi scappassero via appena pigiavo una freccetta. Ora capisco che si voglia essere il più possibile fedeli all'originale e magari i puristi, con un sistema di navigazione in stile Wing Commander (o anche solo Epic) potrebbero storcere il naso. Però lo storcano pure, che vi devo dire. Mi rendo conto che rifare un gioco UGUALE con l'unica differenza di una grafica e un sonoro lievemente migliori mi lascia un pochino interdetto.


Stiamo avvicinandoci pericolosamente al pianeta, che per qualche ragione a me ignota non compare sul radar. E che bel pianeta, cazzarola! Ora, capisco che questo gioco vuole occupare giusto un dischetto e soprattutto non vuole usare bitmap in un ambiente prettamente poligonale, ma sto cerchio verde solido? Davvero? Cioè, neanche un cavolo di gradiente o di dithering? Insomma, riempi di gradienti giallo-marroncini l'interfaccia, e il resto no? Ridicolo. Cazzarola, la versione plus è stata programmata da Chris Sawyer, che proprio scemo non è, magari disegnare una linea costiera con i poligoni all'interno dello sferone gli costava così tanto? Magari generata proceduralmente.


"Ah ma ex videogiocatore, la grafica non conta!" direte voi. Rispondo con un altro episodio di "Le Avventure del grande Darth Vader".

Non condivido lo stile, ma l'idea è quella.
Ma ci tornerò sopra. Di fatto, ora siamo saltati da Lave a Diso e andiamo a cercare 'sta cavolo di stazione spaziale.


Beh, sì, andiamo verso il pianeta. Esiste anche il cosiddetto "Jump Drive" per accelerare i tempi, ma io al momento di prendere questo screenshot, ancora non lo sapevo. È un po' tipo l'autopilot di Wing Commander, che funziona solo se il radar è vuoto e se la velocità è massima.


Siamo in vista della stazione spaziale e veniamo confrontati da un'altra Cobra Mark III (un commerciante), e siccome ho una mira veramente fecale (e i laser preinstallati sono pessimi), lo facciamo fuori nel modo più consono a un videoludicamente deficiente quale io sono: prendendolo a craniate. Il nostro scudo anteriore si esaurisce, ma sticazzi! Tanto viene rigenerato! Non avessi cozzato contro il Cobra MarkIII magari gli avrei ciulato il carico. 

Dopodiché mi viene in mente una roba orribile: con tutti gli acquisti che ho fatto sono rimasto senza crediti! Porca miseriaccia ladra! Mi servono almeno 50 crediti (se ricordo bene) per il "rimorchiatore" (ci sono eco di Ports of Call qui, amici) nella stazione spaziale, e col cavolo che lo faccio manualmente! Sì, sono pigro e sono in preda al tavò, ma perché imprecare contro l'intero albero genealogico dei signori Braben e Bell (più Chris Sawyer che ha fatto la conversione) quando si può attraccare con il raggio traente? Lo so, non mi sto impegnando molto. Ricarichiamo!


Stavolta pigliamo solo gli schiavi e restiamo con 50 crediti con cui speriamo di poter attraccare. Dove andiamo?


Reorte? Abitato da gatti neri e grassi, ma è un pianeta ritenuto insignificante dal gioco. In realtà la descrizione non ha alcun impatto sull'economia, che io sappia. Ma facciamo finta che sia possibile visitare il pianeta, e di certo non andiamo in un posto insignificante.


Zaonce, invece, è flagellato da larve di albero mortali. Beh, questo sì che è interessante! E magari hanno bisogno di schiavi sacrificabili per raccogliere queste larve mortali! Andata, Zaonce sia!


10..9..8..7..6..5..4..3..2..1.. Iperspazio! Eccoci qua! Una cosa bella di 'sto gioco è proprio il radar, sufficientemente esplicito, molto di più di quello di Wing Commander. Il resto del cruscotto, beh, l'ho già detto.


Intanto che cerco di capire come funziona il Jump-Drive, guardiamoci un po' attorno. I pianeti vicini al sistema in cui siamo (Che ricordiamo chiamarsi Zaonce, e pure i nomi dei pianeti sono generati proceduralmente) presentano altri tipi di abitanti. su Isinor, per esempio, è popolato da viscide rane innocue che bevono il brandy letale isinoriano. Bello. Immagino che con un po' di fantasia e di naiveté ci si potesse immaginare un universo vivo e pulsante dietro queste frasette generate. Ma l'aspetto plasticoso non riesce veramente a creare la minima immersione.


Vabbè. Intanto ho imparato l'uso del jump drive e sto andando allegramente verso la palla verde con annessa stazione spaziale. Un'astronave mi manca di brutto...


...ma cozzandoci contro riesco a far fuori un'altra navetta spaziale. Bellissimo! 5 crediti di taglia! Sono ricco. Ma 'sta stazione dove cacchio è? E soprattutto, perché ho così poca benza? Se ricordo bene...


...se ricordo bene, dicevo, un modo per fare benzina rapidamente c'è, ed è quello di fare il pelo al sole. E quindi unilateralmente decido che la stazione spaziale può attendere, perché il sole è là, arancione spento tendente all'ocra. Che sia una gigante rossa? Non lo so.


Però bello l'effetto con cui si cerca di rendere una palla di fuoco bruciante. I bordi frastagliati in continuo movimento! Ecco: facendo questo, costava molto fare un colore migliore? Non so, con 'sta grafica del cazzo l'immersione è veramente nulla. Siamo di fronte a un classico caso di "doppio vincolo". Da un lato il gioco cerca di dirci che è un bel gioco in stile retrò, con la grafica semplice, poligoni stilizzati e che va lasciato spazio alla fantasia. Benissimo, e poi il cockpit è barocco e orribilmente pieno di gradienti di colori fastidiosi. Vaffanculo. O uno, o l'altro. Cioè, la dissonanza per me è troppo forte. Guardiamo un attimo l'Elite originale per Acorn BBC, eh.






Ecco, paradossalmente riuscirei a immergermi molto di più in una cosa del genere, sapendo che il BBC quello ha da offrire. È immenso, quasi infinito, i controlli sono qualcosa di estremamente realistico, e sì, la grafica è spartana, ma il nostro cervello fa lo sforzone di immaginarci l'intero universo. Ha senso. È facile. Vediamo il poco, immaginiamo il molto. Vediamo ora la versione per PC dell'originale Elite.




È in CGA, con la palette rosso, giallo, verde e nero. È tutto chiaro, anche qui molto spartano, ma gestibile. L'immagine che si ha è quella di essere soli in un universo ostile e blocchettoso, e ci viene istintivo stringere i denti perché l'universo è una giungla la fuori, uccidi se non vuoi essere ucciso e non fidarti di nessuno, nemmeno di tuo padre.




E questo? È l'Acorn Archimedes, il fallito tentativo di dare un seguito al BBC. Era un computer fighissimo, il primissimo con architettura a 32-bit e soprattutto con CPU ad architettura RISC. Qualche fanatico continua a svilupparci cose, ma è una roba principalmente da hobbysta. Non come gli amighisti che pensano ancora che prima o poi il loro glorioso sistema riotterrà la supremazia che gli è dovuta per ragioni che al momento non saprei elencare. Però, qui che impressione abbiamo? Di uno spazio freddo, in cui le distanze sono enormi, uno spazio in cui non solo nessuno può sentirci urlare, ma nemmeno noi stessi riusciamo a udire quello che diciamo, come in uno di quegli incubi che facciamo da bambini e che ci ricordiamo fino all'età adulta.




Qua no, qui non è serio, è pacchiano e allo stesso tempo tirato via, e capisco che si volesse mantenere la stessa dinamica, senza rivoltare il gioco, ma boh. No, non mi piace. Vi giuro che faccio pure fatica a sbattermi un attimo e provare a entrare nella dinamica di gioco. È l'ennesima dimostrazione della veridicità delle teorie di sociologia e di comunicazione di H. Marshall McLuhan, per cui il valore del messaggio non può prescindere dal mezzo di comunicazione utilizzato. Tra Elite ed Elite Plus il messaggio è esattamente lo stesso, ma cambia il mezzo. Da un lato abbiamo il sublime sense of wonder che ci troviamo di fronte a un universo intero che ci fa sentire minuscoli, a dispetto della grafica primitiva. Dall'altro abbiamo quel distacco continuo che ci fa percepire di essere di fronte a un universo intero simulato con grafica mediocre. Non so se riesco a far passare il messaggio, ma questo almeno è quello che provo io. È come Monkey Island 1 in VGA, col numero di colori aumentato a posteriori. Dà un'idea di artefatto, di finto, di taroccato. Ecco! "Taroccato" è la parola giusta, tipo una borsa di Louis Vuitton venduta a ventimilalire dal senegalese in spiaggia (che poi, chissà perché, a prescindere dalla provenienza effettiva, erano tutti chiamati "senegalesi". E ispiravano più fiducia dei maghrebini. Non frequentando la Riviera da 15 anni almeno, mi chiedo se la situazione sia cambiata).


Insomma, torniamo al nostro sole. Stiamo cercando di fargli il pelo per prendere la broda e, mannaggia! Avevo dimenticato pure che senza l'accessorio "Fuel Scoop" Credevo di avercelo! Ah no, ce l'avevo in Epic ma non sapevo usarlo. Proprio chi ha il pane non ha identi etc. etc.

Più tardi.


E niente, dopo esserci quasi arrostiti al sole di Zaonce, torniamo indietro (tanto la broda si consuma solo per i salti iperspaziali) e finalmente ecco la stazione spaziale. Siccome ci abbiamo il cinquantello possiamo usare l'attracco automatico per giungere, finalmente, al sicuro.


Right on commander! Bellissimo, da "Harmless" siamo stati promossi allo status di "Mostly Harmless". E sì, è una citazione dalla Guida Galattica per Autostoppisti. E sì, devo dire che è sufficientemente sottile per non infastidirmi. Bene così. Posso dirmi già soddisfatto.


Vendiamo i nostri schiavi e ci troviamo con 66 crediti. Dai, non è male! Certo, per avere i soldi necessari ad attraccare non possiamo comprare altra roba, ma confido di fare soldi con le taglie. Dove si va ora?


Qutiri! Grassi felini gialli? Ok, ci sto! Pronti al salto!


Ed eccoci a Qutiri. 'Sto gioco, senza l'immersione che mi avrebbe dato la versione originale, lo trovo di un ripetitivo a livelli insopportabili. Sarà che sono io che ci gioco molto male, eh. Non lo escludo. Ma per giocare bene bisogna mettersi lì e fare pratica, e se non c'è lo stimolo a fare pratica qual è il divertimento?


Sì, ok, ammetto che sono impedito un casino pure io, va bene! Siamo d'accordo! Criticoni che siete, oh.


Però va anche detto che sti laserini non fanno assolutamente niente. Provo a sganciare un missile ma manco il tasto F8 e quindi non parte. Ok, tutto questo non è colpa del gioco, d'accodo. Però non mi incavolo neanche per la mia incapacità. Non sono motivato!


Cioè, ora abbiamo un manipolo di 5 imbecilli che provano a farmi fuori. Bene! Persino in Epic, a cui ho dato merda, avrei sentito il bisogno di fare qualcosa. Qua niente. E so che per molti sto bestemmiando. Cavolo, ero convinto che sarebbe stato fichissimo prima di iniziare a rigiocarci! Sono sorpreso di me stesso, sul serio. E sono sorpreso pure dell'enorme sticazzi che lancio dopo che vengo fatto fuori. Ricarichiamo, ma per l'ultima volta. Dove si va?


Riedquat? Bello il roditore punk, ma tra la guerra civile e i ivello di tecnologia basso lasciamo stare. In base al livello di tecnologia ci vendono aggiunte all'astronave più o meno fighe. Sticazzi di Riedquat, che è un nome che sa di generato molto più degli altri.


Leesti! Ah, questo mi piace. Il buco col pianeta intorno! Che è infestato da malvagi Esonleoidi di montagna. E ha tech level 10, chissà quanti bei gadget (che non posso permettermi)! Via!


Bene, avviciniamoci al pianeta, centrando un sasso spaziale e schivando una navetta invitante. Sì, era l'opposto che dovevo fare. L'ho detto che sono demotivato.


Di fatto, arrivo al pianeta e... dove caspiterina sta la stazione spaziale? Ci giro attorno ma il gioco sembra non capire che ci sto girando attorno, e pur essendo abbondantemente in orbita mi sento dire che l'altitudine è bassa, e mi schianto contro quella che il gioco pensa sia la superficie del pianeta. Bah! In realtà la cosa principale a essere schiantata sono i miei maroni, e dunque la chiudo qui con un senso di amaro in bocca davvero enorme, che vado a stroncare con un Salmiakki Koskenkorva, sperando che l'ammoniaca sciacqui via il saporaccio di Elite Plus. Prossimo gioco!

È merda? Sì. Prima che iniziate a coprirvi il capo di cenere lanciandomi anatemi, mi riferisco a Elite Plus, non la versione originale (a cui non ho avuto modo di giocare quando uscì). Questa conversione, uguale, praticamente uguale ma con una grafica rifatta in maniera troppo dissonante. Il messaggio è lo stesso, ma il mezzo è una merda. Ok, apprezzo il fatto che ci siano le iconcine che indicano quali tasti funzione premere per attivare un comando, ma non è sufficiente. Spiacente, ragazzi! (In realtà non mi spiace neanche un po')
Ci rigiocheresti? Paradossalmente sento il bisogno di dargli un'altra chance. Ma non oggi.

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