lunedì 30 dicembre 2019

The Cycles: International Grand Prix Racing

Tanti auguri a te! 
Tanti auguri a te! 
Tanti auguri blog dell'ex videogiocatore! 
Tanti auguri a te! 

Oh che carini, vi siete ricordati! Sembra incredibile ma sono già passati tre anni da quando ho iniziato a imbrattare questi pixel con screenshot di giochini che non si caga più nessuno. Per celebrare questo anniversario, decido di togliermi un dente che mi dondola più o meno da quando, stazionando al Vecchio Paese in occasione delle feste natalizie, mi rompevo così tanto i coglioni da rigiocare ai primi videogiochi con cui mi ero esaltato con il mio primo IBM PC Compatibile.

Insomma, come vedrete andando indietro con gli articoli, il primo gioco in assoluto fu Ports of Call. Subito dopo, complice la pietà nei miei confronti provata dal figlio del fornaio di fronte a casa dei miei, arrivò Grand Prix Circuit.

Cielo ficc' dentr' il dischett'? *fiiiit*
E insomma, una libera associazione di pensieri dopo l'altra, dopo aver guidato Andreotti alla vittoria di un Gran Premio, mi sovviene che esisteva un gioco esattamente uguale a Grand Prix Circuit, ma con le moto. E se Grand Prix Circuit era "quello della formula uno", The Cycles: International Grand Prix Racing era "LE MOTO".

lunedì 23 dicembre 2019

Late Night Sexy TV Show

Piccola avvertenza: prima di cominciare l'articolo, ovviamente, visti i contenuti del gioco di oggi, mi sembra d'uopo dire che questo post non è proprio "Safe for work", per quanto le immagini osé siano piuttosto limitate, oltre che renderizzate in maniera plasticosa. Va anche detto che se sul posto di lavoro leggete l'articolo che parla di un gioco chiamato "Late Night Sexy TV Show" beh, sapete a cosa state rischiando di andare incontro. Grazie a tutti della cortese attenzione, si cominci pure.


L'ex videogiocatore
  

Le vacanze di Natale, a scuola, significavano principalmente una cosa: stare alzati fino a tardi. Già si sarebbe riuscito a vedere un film fino alla fine, con tutto che la prima serata, nei primi anni 90, cominciava alle 20:30 e se andava bene alle undici era tutto già finito. Chiaramente la Fininvest queste cose le sapeva e taroccava il palinsesto ad usum bambinetti. Poi l'implementazione lasciava a desiderare e nove volte su dieci ci dovevamo sorbire Fantaghirò, ed è anche questa la ragione per cui c'era un periodo in cui le mie coetanee si trasformavano in irrigatori automatici al cospetto del fenotipo "bel tenebroso coi capelli neri, lunghi e lisci" sullo stile del personaggio del "mago Tarabas".

quasi
Cosa che un po' ovviamente mi indispettiva, perché appena mi lasciavo crescere i capelli mi veniva l'afro, come già ho detto a proposito di un altro gioco fantasy che con Fantaghirò ha ben poco a che vedere, ma soprattutto perché Alessandra Martines attizzava veramente meno di zero. 

sabato 21 dicembre 2019

Un altro piccolo ma fondamentale dettaglio

È nato il mio secondogenito, Randy Espedito Giulio Ex Videogiocatore (ovviamente, non è il suo vero nome). Lui sta bene, la sua mamma anche, e anche il suo fratellone Sinjin sembra essere positivamente incuriosito da questi ultimi sviluppi.

Ancora una volta tutto questo, che ci rende di una felicità tale che fatico a trovare le parole giuste per descriverla senza essere stucchevole, non ha alcuna influenza sul proseguimento di questo blog. Potrei chiuderlo domani causa tavò come potrei andare avanti a tediarvi con le mie articolesse per altri tre anni. Però persino per un orso come me ci sono cose che fa piacere condividere, e magari a qualcuno fa piacere sapere che fuori da questi pixel sono decisamente meno musone. Grazie per l'attenzione, si proceda pure.

L'ex videogiocatore

lunedì 16 dicembre 2019

Rayman

Uno dei modi più sorprendenti di cominciare un articolo, per me, è dicendo "il gioco di oggi ce lo avevo originale", specie per il fatto che ho sempre menato il torrone in giro col fatto che ero un videogiocatore pezzentissimo, eppure questo ce l'avevo originale, e quest'altro anche, e questo pure, e questo sì, e questo ce l'aveva il mio amico, ma insomma oh, dovrei dunque lamentarmi che sono stato un giocatore pezzente quando avevo un sacco di roba? Beh, no, in realtà non mi lamento, prima di tutto, e poi, che cazzo, sì, stando a quello che sostenevano le fecali riviste di settore, che ogni mese tiravano fuori una ventina di giochi nuovi, si supponeva che il bravo videogiocatore dovesse comprarseli tutti, a 99.000 lire l'uno (139.000 per quelli distribuiti da Halifax). 

E intendiamoci, il gioco l'ho preso sì originale, ma era già vecchio di diversi anni, era in un cestone delle occasioni, e siccome avevo provato il demo, e siccome ricordavo che il demo era piaciuto molto a mia sorella (che al tempo aveva circa 7-8 anni), quindi avevo preso il gioco completo un po' per me, un po' per lei, che nel frattempo di anni ne aveva 10 o 11. Ma diciamo principalmente per me. Il fatto è che ero al liceo, nel periodo di sfiga più debordante della mia vita, molto probabilmente avevo fatto "fuga concordata" (cioè quando non si va a scuola perché è quasi finita e i genitori lo sanno e dicono sticazzi), non sapendo dove andare io e altri eravamo finiti al mediaworld, e mi ero accattato quello. Ragazzi, a pensarci ora mi viene la tremarella a pensare ai livelli di sfiga a cui ero.

Con in più il fatto che a differenza di quello sulla sinistra della foto non ci ho fatto i soldi su quella sfiga

lunedì 9 dicembre 2019

Heroes of Might and Magic

Il gioco di oggi me lo ricordo bene, perché lo associo ad una grande incazzatura. "Oh, sai che novità" direte voi "tu sei incazzato la maggior parte del tempo! Parlaci piuttosto di quando sei di buonumore, allora sì che sarebbe qualcosa di rilevnte da un punto di vista delle news, un po' come un uomo che morde il cane anziché il cane che morde un uomo". Oh, che palle ragazzi. Lo sapete tutti che l'incazzatura fa più audience del pollyannismo a occhi spalancati e a voce cantilenante, manco fossi un bambino che canta allo Zecchino d'Oro. No, ok, me ne frega meno di zero dell'audience. In realtà questo blog è nato come reazione a quella che chiamerei una neo-sincerità passatista di facciata, un continuo sbandierare il proprio feticismo dell'infanzia come luogo magico in cui cercare costantemente di rifugiarsi perché (tra le altre cose) non si hanno le palle di affrontare la vita di ogni giorno, con le sue rotture di coglioni grandi e piccole. Magari se posto per la centomilionesima volta quanto erano belli i giocattoli di quando avevo 13 anni, la gente penserà davvero che ho 13 anni e smetterà di chiedermi come mai vivo ancora nella mia vecchia cameretta coi poster di Turrican appiccicati all'armadio "quattro stagioni"! 

tipo così, ma senza la parte in cui si fanno i soldi.
(Nota bene: la primissima versione di questo post includeva la foto di un esponente dell'encomiastica stampa di settore - digitale o analogica importa poco - che si lanciava in panegirici pieni di parole arcaiche nei confronti di qualsiasi cosa fosse girata su Amiga. L'ho sostituito con 'sto coglione qua sopra perché nonostante l'antipatia per lo stile, infierire su certe persone non è proprio sportivo).

lunedì 2 dicembre 2019

Slicks 'n Slide

Finland, Finland, Finland
The country where I want to be
Pony trekking or camping
Or just watching TV
Finland, Finland, Finland
It's the country for me 

Monty Python, "the Finland Song"

Allora diciamolo, quando lasciai il Vecchio Paese per la prima volta, la destinazione prescelta fu quel paese nordico, e come avrete intuito a fine anni 90-inizio anni 2000, la Mecca nordica dei nerd non poteva che essere la Finlandia. D'altra parte, c'era sufficiente livello tecnologico per far sognare noi poveri italiani ancora legati sentimentalmente ai registratori di cassa a manovella che facevano "Scr-din!", e c'era sufficiente disagio generalizzato per considerare perfettamente accettabile lo starsene chiusi in casa a rincoglionirsi sui videogiochi. Inoltre, mi si diceva che un tizio peloso coi capelli neri neri come ero io (e tuttora sono, a parte i capelli un po' più grigi) avrebbe avuto un successo estremo con le biondine locali, con i loro lineamenti da bambolina.

lineamenti da bambolina
Ovviamente la situazione è sempre un po' più complicata di quanto non si immagini, e le cose andarono un po' diversamente dalle aspettative, come spesso succede. Non posso dire che fu una delusione, perché comunque l'obiettivo di base fu raggiunto (andarmene dal Vecchio Paese e cominciare a lavorare). Ma con il senno di poi avrei pouto fare meglio. Ma si può sempre fare meglio, col senno di poi, quindi sticazzi.

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