lunedì 24 giugno 2019

Time Runners 1 - La Porta del Tempo

È l'autunno del 1993 e io ho iniziato le scuole medie, e nonostante la mia passione per i videogiochi sia ancora solida, il fatto di essere a una scuola in cui è tecnicamente possibile essere bocciati mi sta tenendo meno attaccato al PC del solito. Oddìo, continuo ad acquistare le ridicole riviste di settore e a sbavare su giochi che il mio 386 SX a 25 MHz non potrà mai far andare, né il mio portafoglio potrà mai permettersi. Però continuo in vari modi a procurarmi videogiochi e software "serio", tra amici dal diskcopy facile, il Colonnello (ovvero il mio padrino, per chi se lo fosse dimenticato), il gestore della palestra in cui facevo judo, e soprattutto l'edicola del Biondo, il baracchino tuttora esistente del Vecchio Paese in cui, tra i Big Games della Jackson Libri, PC Action e simili e le robe originali pubblicate dal Francescone Carlà nazionale, i videogiocatori pezzenti come me potevano rifornirsi di roba.

L'edicola del Biondo, Vecchio Paese, XXI secolo
E insomma sono a scuola alle medie del Vecchio Paese, peraltro edificio scolastico avveniristico che avrebbe dovuto essere una delle scuole più all'avanguardia d'Italia, ma l'entusiasmo scemò quando fu costruita tenendo il progetto a rovescio e il meraviglioso anfiteatro scolastico dava sulla strada Provinciale sputtanandone completamente l'acustica. Ok, sto divagando...

giovedì 20 giugno 2019

Il più bel gioco a cui non ho mai voluto giocare - Ultima Underworld 2, la stampa di settore e il panopticon

Che io sia un videogiocatore pezzente lo sapevate già, no? Trovare qualche nuovo gioco, soprattutto recente, era uno sforzo per me sovrumano. D'altra parte, io non ero connesso con la gente giusta, chi era connesso difficilmente condivideva, e il canale "mainstream" (il negozio) era inaccessibile per via delle canoniche 99.900 lire (139.000 se distribuito da Halifax). Quindi? E quindi c'era l'edicola, da una parte c'erano i giochi più vecchi che uscivano in formato economico, c'erano le disdicevoli riviste di settore con i dischetti e successivamente i CD pieni di demo e shareware, e con quello ci si arrangiava. Ma diciamocelo, avere la cosa completa era inarrivabile, e arrivare alla fine di un demo giocabile era qualcosa che ci lasciava un grande amaro in bocca. Ma un amaro veramente cattivo. 

dunque non lui, l'amarissimo che fa benissimo
Insomma, prima degli equivalenti dei cataloghi postalmarket e di certe rivistine che si nascondevano dietro la scusa del palinsesto TV, c'erano le riviste di settore, che stimolavano la nostra fantasia. Almeno, stimolavano la mia. Specie quando i CD coi demo ancora non c'erano e per vedere com'era fatto un gioco, c'erano solo le foto sul cartaceo. 

lunedì 17 giugno 2019

SimCopter

"Pazienza, ci vuole pazienza" dicevo in conclusione al precedente articolo, quello a proposito di SimCity 2000. E in effetti avete pazientato una settimana e ora capirete finalmente perché dovevate tenere d'occhio l'aeroporto nella città di Cirino Pomicino. Non ci capite nulla? Beh, rileggetevi l'articolo della scorsa settimana e fatemi sapere. Vi aspetto, perché io ho pazienza. A tra poco.

Più tardi.

Ok, ammetto che in realtà non ho pazienza per nulla. In realtà trovo infinitamente irritante dover aspettare i comodi altrui dopo un'infanzia e un'adolescenza in cui ci si aspettava da me di scattare ed essere rapido e reattivo ad ogni stimolo salvo fare la figura del "bamba", del "bazurlone" dell' "impedito" o dell' "indurmintè" o persino del "vagabondo" (inteso come colui che non sa cosa fare della sua vita). Tutti appellativi con poco senso (linguisticamente e semanticamente parlando) che stavano a sottolineare come non fossi mai sufficientemente sull'attenti e pronto a scattare, con l'effetto sonoro "tac tac" come a dire che in quel brevissimo periodo di tempo tra un "tac" e l'altro avrei dovuto scattare, fare cose, un fascio di nervi perennemente teso allo spasimo e pronto a reagire con grinta a tutte le sfide che un mondo ostile e pieno d'odio nei miei confronti mi avrebbe offerto.

Tac tac

lunedì 10 giugno 2019

SimCity 2000

"Caro Ex Videogiocatore, ammiriamo molto la tua costanza e la tua resilienza nel pubblicare una nuova sbrodolata di articolo ogni lunedì, a differenza di Zerocalcare" direte voi "ma stiamo notando il trend che l'età media dei giochi di cui parli è sempre minore, tant'è che non si vede un gioco degli anni 80 da mesi. Starai mica esaurendo la vena e starai andando a raschiare il fondo del barile e in men che non si dica ci troviamo i let's play di pubg su 'sto blog?"

christ not this shit again
Bah, fermo restando che se mettessi dei let's play di pubg molto probabilmente il mio bacino d'utenza crescerebbe esponenzialmente, ben sapete che delle visite mi importa il giusto. Se leggete e apprezzate io sono ben contento. Se no, beh, sticazzi. Ci perdete voi.

lunedì 3 giugno 2019

Little Big Adventure

Cantami o diva dell'Ex Videogiocatore / l'ira funesta che infinita addusse / merda ai videogiochi, molte anzitempo alla fogna / generose travolse creazioni di game designer / e di sciacquon e della tazza orrido pasto / i loro byte abbandonò (così di Giulio l'alto consiglio s'adempìa)...

Vabbè. Nel 1994 ero tra la prima e la seconda media, e in quel periodo stavo iniziando a farmi sopraffare dal tavò nei confronti dei videogiochi. Contemporaneamente, lo studio dell'Epica alle medie mi aveva fatto prendere una fissa incredibile (si dice ancora "prendere una fissa"?) nei confronti dei poemi omerici, a tal punto che ne scrissi una versione a fumetti ENORME e credo che se la leggessi ora avrei una reazione di smisurata repulsione di fronte all'ingenuità dell'umorismo che sapevo esprimere al tempo.

È pieno di peli perché è il Pelide Achille! Capito??
Bah. Ma non ci voglio pensare e so che prima o poi mia mamma tirerà fuori le mie creazioni da qualche anfratto della cantina in modo da torturarmi con l'imbarazzo. Ma d'altra parte i 13 anni sono il top della sfiga come età, in cui si coniugano l'impacciatezza adolescenziale e incoscienza infantile, e il risultato è un disastro.

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