lunedì 29 novembre 2021

Sam & Max: Hit the Road

Che anno che fu il 1993 per i fan delle avventure grafiche della Lucasarts, eh? In estate esce Day of the Tentacle ed è polluzione collettiva, in autunno esce il gioco di oggi e intere prostate di redattori della fecale stampa di settore si svuotano all'unisono, presagendo un periodo refrattario da cui la casa di Gozzo the Hutt non si ripiglierà mai del tutto. Ho fatto una metafora disgustosa, e quindi ora sarò costretto a espettorare i trivia che certuni tra voi lettori che hanno il quoziente intellettivo di una tanica di merda si aspettano e mi faranno il broncio via Whatsapp perché non ho trattato questa pietra miliare del gioco d'avventura

il fatto che sia Tom Hanks a farlo rende il gesto meno scurrile


con il dovuto rispetto. (Spoiler alert scritto alla fine della stesura di questo articolo: a 'sto gioco gli dò pure merda. Forse sarà per bastiancontrarismo, forse no, ma così è. Potete pure smettere di leggere, se volete).


Dicevamo, i trivia. Sam&Max ha origine dalla striscia di fumetti underground creata da Steve Purcell (che già faceva molto ridere perché lo si pronunciava Purzèl, porcello nel dialetto dei dintorni del V.P.) nel 1987. Disegnare fumetti non fa guadagnare da vivere, ovviamente, e quindi Purzèl l'anno dopo viene ingaggiato come artista dalla Lucasfilm Games. Quindi, tra uno sprite animato e l'altro, il nostro soggetto continua a produrre i suoi fumetti che vengono inclusi nella fanzine della Lucas "The Adventurer", di cui avevo letto in qualche fecale rivista di settore, e che per me sarebbe stato un sogno avere, perché la fecale stampa di settore ci faceva sembrare tutto ciò che era collegato allo Skywalker Ranch come qualcosa di magico e perfetto. Non scherzo, eh, non esagero. Almeno a me l'effetto era quello. 

va pure detto che oggettivamente quei fumetti sono fatti benissimo


E quindi dopo aver "sbavato" (rimettete qui la gif di Tom Hanks, prego) per un'estate su DoTT, era inevitabile replicare il tutto sul cane e coniglio poliziotti. Ovviamente, la fecale CTO lo distribuiva a non meno delle canoniche 99.900 lire e quindi potevo scordarmelo dibbrutto di avercelo, almeno subito. Fu così che tre anni dopo, pienamente chiusa la pausa videoludica che mi presi in concomitanza con un periodo di vaga popolarità, durante la fiera del Vecchio Paese, passai dallo stand dell'unico negozio di videogiochi del circondario, che stava in una frazione dal nome ridicolo di fianco al piadinaro M. detto "F.", e vista la posizione di casa dei miei, ci si poteva arrivare solo andandoci in macchina. Però quei giorni avevo la licenza di uscire a farmi un giro senza il terrorizzato "COME MAI" ogni volta che mettevo piede fuori di casa, e c'era pure l'ersatz di quel negozio, quindi la vita era bella. E fu così, che fattomi anticipare diverse paghette, andai ad accattarmi la versione economica "Edicola di CTO" di questo gioco. Ed era già la seconda volta che mi avvicinai a prenderlo. Perché quando presi in negozio, mesi prima, Monkey Island 2 su CD per rifarmi del fatto che coi dischetti ci avevamo la maledizione, ero a tanto così da prendermi questo, e la cosa che mi fece desistere fu il commesso che disse con entusiasmo e una certa sicumera "SÀM E MECS? BELLA SCELTA". Ecco, da come lo aveva pronunciato, e da come si atteggiava a quello che ne sa a tronchi, mi erano scesi i coglioni sotto il livello del mare. Non si presentava benissimo quell'uomo, e penso che allora fosse più giovane di quanto non lo sia io adesso (a proposito, fra tre mesi sono 40!) e il fatto che giocare ai giochi della Lucasarts avrebbe potuto rendermi così non mi piaceva tanto, come prospettiva. Quindi ripiegai su un più blando (e non doppiato) Monkey 2. Ma mesi dopo, non riuscii a resistere. D'altra parte, Sàm e Mecs sono una bella scelta, quindi chi sono io per negarmi delle belle scelte? Sigla!


Che c'è di meglio di iniziare l'articolo su un adventure della Lucas dicendo "L'omino della Lucas!" ? Semplice, dire "Tanti omini della Lucas!" e magari farsi pure un'autofellatio degna di un redattore della fecale stampa di settore parlando di effetto parallasse e via stronzeggiando, perché di fronte alle produzioni di Tim Schaefer e soci, la fecale stampa di settore perde ogni inibizione, oltre che il controllo degli sfinteri. Ma tant'è, i loghi della lucas rimpiccioliti sullo sfondo sono una roba molto "cheap" vista con gli occhi di oggi, e pare quasi una roba che io avrei fatto con il DIV Games Studio. Ecco, quello era proprio bellino, no?


Molto attuale quest'introduzione. Uno scienziato pazzo ha appena ricevuto un due di picche e siccome crede che la fregna gli sia cosa dovuta, allora a fronte del rifiuto ha messo su una roba molto arzigogolata per far fuori la tizia con cui era uscito assieme. Ora, io però mi metto nei panni della ragazza, a parte il fatto che sta per venire atomizzata male, ma soprattutto penso che sarei incazzata con le mie amiche che hanno organizzato questa "blind date", perché niente è più stronzo dell'amica che cerca di metterti assieme con uno perché secondo lei "state bene assieme". Il problema è che molte ragazze piuttosto ci cascano e nel migliore dei casi questo si rivela subito essere uno psicopatico, nel peggiore dei casi ci restano pure assieme per anni perché sono spinte dalla peer pressure, che è un modo molto autocompiaciuto per dire "manipolazione". Ecco, io sono certo di aver già detto una cosa del genere in questa sede, e mi rendo conto pure che sto iniziando troppo a ripetermi, no? Non va bene. Forse è davvero ora che la chiuda qui. Da notare comunque come le voci italiane abbiano un fastidiosissimo rumore di fondo che mi fece pensare se per caso il mio CD era danneggiato. Eccesso di compressione? Studi di registrazione di pessima qualità? Chi lo sa. Mi sa che mi sto di nuovo ripetendo, perché di sta roba ne ho pure parlato a proposito di The Dig. Oh, beh.


Ecco, poi però si scava la fossa da sola, che non sta con lui perché è troppo buono. Mamma mia i luoghi comuni. E poi, onestamente, diciamoci la verità: la routine in sé non è male. Per me è un amplificatore: se si sta bene assieme, la routine rende tutto migliore, se si sta male assieme, rende tutto peggiore. Ecco, guida per tutti voi: se il vostro/la vostra partner inizia a lamentare che si fanno sempre le stesse cose e non si fa niente di emozionante tanto per farlo, forse c'è qualche problemino. Con questo non voglio dire che la noia è bella e non bisogna mai alzare il culo dal divano, ma se si sta bene assieme lo si sta senza necessariamente andare sempre a cercare la botta di adrenalina. Intanto che io sto facendo la mia reprimenda entrano i titolari Sam&Max in scena, sfondando il muro con la macchina alla maniera del "Kool-Aid man", protagonista della pubblicità di una disgustosa aranciata in bustina tipicamente americana. Giusto per dire, prima che sciorinate la vostra conoscenza di trivia, la bevanda avvelenata con cui si erano suicidati tutti a Jonestown era il derivativo "Flavor Aid". Completamente differente.


L'iperattivo Max (il coniglio) e il flemmatico Sam (il cane) iniziano a scambiarsi frizzi (non Fabrizio - RIP) e battute di spirito con frasi forbite messe un po' alla cazzo. È umorismo "deadpan" come si suol dire, non dissimile da quello del tenente Frank Drebin di "Una pallottola spuntata". Con la differenza che a Leslie Nielsen 'sto tipo di umorismo riusciva alla perfezione con una naturalezza mai vista. Qui, abbiamo un doppiaggio superiore alla media dei prodotti C.T.O. ma che comunque si basa su una traduzione più o meno letterale, senza la minima idea del contesto, e fatta da gente che arriva a capire quello che volevano dire in inglese solo fino a un certo punto. Bah! Non è bello che ogni volta che rigioco a un gioco della Lucas finisco sempre per gettare merda sulla C.T.O. di Via Piemonte 7/F Zola Predosa (BO), vicino all'IKEA e al lasertag. Non so se sia volpeuvismo implicito per il fatto che il mio sogno (di certo lo era nel 1993) era di andarci a lavorare e non si è mai realizzato grazie alla lungimiranza cestistica di Madrigali. Forse sì. 


Insomma, con un giro di parole che il me stesso del 2021 trova irritante ma che il me stesso del 1993 circa trovava estremamente arguto, Max si getta a pesce (anche se è un coniglYAHWHN) sull'incel e gli strappa la testa, che però è la testa di un robot con una bomba dentro. Ops!


"Andiamocene da questo postaccio, c'mon!" dice Sam, e la scelta di tradurre "Pronto" dall'originale inglese in "c'mon!" mi fa uscire le palle dal buco del culo. Lo so, mi fisso troppo sulle traduzioni. Lo so. È come quando passi la vita a programmare o a dare ordini a gente che programma, e alla fine vedi il codice dietro i giochi/programmi, un po' come il tizio pelato del primo Matrix. Quando ormai la maggior parte delle cose che leggi sono in inglese, capisci l'originale inglese dietro le fecali traduzioni italiche. Forse l'unica cosa rimasta che mi fa mantenere un certo senso di magia sono i testi generati da GPT-3 ma temo che prima o poi diventerà noioso pure questo. Vabbè. 

In tutto questo, fa abbastanza sorridere il fatto che con tutto questo metaforico spompinamento avvicendevole extra-specie, i due ambigui mammiferi abbiano abbandonato la ragazza lì nell'antro atomico del dottor Maichiavhattan, e siano andati per i cazzi loro. Non escludiamo che ai semafori avvengano spompianmenti non metaforici tra i due, ma ovviamente non giudichiamo, Iddio li benedica, ecco! Non sento di certo la mia virilità minacciata dall'immagine mentale di un cane e un coniglio che se lo buttano al culo, anzi! Se soffrissi di eiaculazione precoce, pensare a quest'immagine mentale magari mi farebbe durare di più.


Una cosa molto bella, invece, è la musica dei titoli di testa. Al di là delle immagini PaZzErElLeH che scorrono, prodotto dell'umorismo del Purzèl, non possiamo schiodarci dalla testa il pezzone jazz che accompagna il tutto. Bello, veramente molto bello, persino con gli strumenti sintetizzati dal chip OPL3. Vedete che non  mi lamento sempre?


Insomma, alla fine dei titoli di testa arriviamo in ufficio, e scopriamo che nessuno ha buttato via la testa durante i titoli di testa! Ah beh, si vede che Sam e Max erano intenti a "Darsi della testa", no? (Darsi della testa è la traduzione letterale di "To give head" che vuol dire "praticare una fellatio". Vedete come funziona il cervello C.T.O.? Ecco, ne ho seguito i percorsi neurali, ma alla rovescia). Beh, sbarazzaticisi della bomba in una maniera che a ben pensarci non fa tanto ridere, suona il telefono e Sam e Max si azzuffano in una maniera non dissimile a quella dei miei figli quando uno dei due prende in mano un giocattolo e l'altro si rende conto che quello stesso giocattolo è la cosa di cui ha più bisogno in assoluto in quel momento. Ah, così va il mondo, suppongo. Alla fine risponde Sam, e svela al lagomorfo che era il capo che dava alla polizia freelance un nuovo compito. Ora, la passione degli animali antropomorfi per il law enforcement in proprio non la capirò mai, prima quel topo forcaiolo del cazzo che legge Il Fatto Quotidiano, si carica di incazzatura e va al commissariato a dire "Adesso ci penso io" e Basettoni lo lascia fare perché è un incapace, e ora ci sono questi due che tra una fellatio interspecie (ancora una volta, nulla di male in questo) si guadagnano da vivere come contractor per la pula statunitense? Beh, in realtà ha senso: se ci pensate, nell'ultimo paio di guerra la maggior parte dei soldati erano contractor, con un rapporto di almeno un soldato dell'esercito per 5 mercenari. Così i KPI sul numero di morti sono più accettabili.

Ma ciao!

"Comporta la distruzione spregiudicata?" chiede Max per informarsi sulla natura della missione. CHE CAZZO VUOL DIRE ? CHI CAZZO PARLA COSÌ? CHI CAZZO PARLA COSÌ? Io a 16 anni parlavo così, cercando di essere forbito ma anche simpatico e arguto, e penso che i cazzo di giochi della Lucasarts, così incensati acriticamente da quei falliti che scrivevano su quella carta igienica  sgommata patinatissima e brossurata alla cazzo di cane che erano le riviste di settore, abbiano contribuito non poco a far sì che cercassi di atteggiarmi a raffinato, io che non avevo mai portato il culo fuori dal Vecchio Paese, stando a contatto continuato con Vecchi di Merda pieni di astio e tronfi del loro azione distruttiva degna di uno sciame di cavallette! E mi meravigliavo pure che nessuno mi capisse quando parlavo, ma devo solo ringraziare che non mi picchiassero, puttana miseria! Io l'ho perdonato quel giovane sfigato, eh, ma ce lo avessi davanti una sberla gliela tirerei, ma soltanto perché non faccio male a nessuno se non a me.  Tutto questo escludendo ovviamente l'ipotesi di "Timecop", ovvero che se la stesse persone di due epoche diverse entrano in contatto si annichiliscono in un blob di vasi sanguigni renderizzato molto male. Sto divagando, eh! Ora mi calmo.


Beh, va detta una cosa, le animazioni sono molto carine, molto migliori di quelle di Day of the Tentacle. La Lucas era nella fase cartonesca, e immagino che la bassa risoluzione aiutasse molto. The Dig, per esempio, pur essendo uscito due anni dopo, non aveva tutte 'ste animazioni. Full Throttle, forse ce l'aveva, ma Full Throttle faceva schifo alla merda. Monkey Island 3 aveva il problema dell'alta risoluzione, che rendeva lo sforzo necessario a fare animazioni decenti molto più alto. Poi la LucasArts ha mandato tutto in vacca passando al 3D, prima con Grim Fandango poi con Monkey Island 4, poi aveva tentato di fare il seguito di 'sto gioco, ma è stato cancellato. Poi la Telltale ha ripreso il tutto per fare un gioco a episodi, e ci ho giocato pure! Avevo litigato con un'ex morosa con cui stavo da poche settimane e volevo prendere un po' di tempo per me e vedere se riuscivo a trovare la quadra della situazione. Morale della favola: continuammo la relazione e buttai nel cesso cinque anni della mia vita. GRAZIE, LUCASARTS (e derivati)!

Detto questo, Sam si accatta una lampadina a luce nera, servirà sicuramente per trovare tracce di sfaccimm' in giro per la scena del crimine. Per decenza decidiamo di non usarla all'interno dell'ufficio, anche perché non abbiamo una torcia a cui attaccarla.


Usciamo dall'ufficio e assistiamo a un alterco tra il nostro vicino, tale "Flint Paper" (che non vedremo mai in questo gioco), e un non ben precisato essere umano con il mento spaccato in due. Il tizio probabilmente è morto, e quindi ne approfittiamo per mostrare l'interfaccia per il dialogo. Domanda, affermazione, frase nonsense (la papera di gomma gialla, che non fa ridere) e altri argomenti opzionali (nel caso del dialogo con Max, è Max stesso). Inutile dire che ogni tentativo di umorismo qui è andato perduto sia nella traduzione che nella mia età matura.  


Fuori, ecco il corriere, un gatto idrocefalo che ha inghiottito gli ordini e che non riesce a sputarlo. Fortuna che possiamo usare Max come oggetto sul gatto, e rapidamente gli fa una gastroscopia. Bello, anche se la gimmick di Max come tenero coniglietto violento e psicopatico non è poi questo campione di originalità. Per dire, lo avevano fatto pure i Monty Python.


Beh, mi son cacato il cazzo. Prendiamo la macchina e andiamo a sgommare in giro per i gloriosi U.S. of A. E ora se mi permettete un'altra piccola divagazione, vorrei riflettere due secondi sull'osservazione sulla cultura del decadente impero statunitense che è Sam & Max Hit the Road. Non si vede ancora tanto bene perché le location sono ancora pochine, ma man mano che avanzeremo nell'avventura si aggiungeranno trappole per turisti situate in quella che la fecale stampa generalista chiama flyover country, ovvero le parti degli Stati Uniti che nessuno si caga mai, e che spesso sono teatro di povertà depressione, dipendenza da oppiacei, disgregazione del tessuto sociale (ben prima della comparsa dei social network, benché abbiano dato un'accelerata bella forte), e spesso robe di un kitsch agghiacciante come "Il più grande gomitolo di spago al mondo" (arriverà) sono l'unico motivo d'orgoglio nel raggio di centinaia di miglia. Bene, quando vedo queste bizzarrie non posso non pensare a una frase che lessi da qualche parte: "in una nazione in cui nulla è più importante dello svago, pare ovvio che l'intera cultura sia basata sullo svago e sul nulla". In effetti, per citare il miglior sito di tutta internet (Rotten Library), la foto che dovrebbe comparire su ogni libro di storia statunitense è questa:

Chi ama il rock beve Roc, auanagana Kansas City that's all right

per il semplice fatto che la perfetta incarnazione dei valori più cari al vanaglorioso popolo americano: l'ossessione per la celebrità, il disprezzo per le istituzioni e l'elevazione dell'assurdo a verità acclarata. Prima o poi ce la toglieremo questa sudditanza psicologica che si trascina avanti dal 1945. Lo spero, almeno. Magari avrà ragione Postman: non accadrà con il botto, ma con uno sbadiglio: forse il quantitativo di prodotti di intrattenimento provenienti da oltreoceano *ahem*netflix*ahem* traboccherà in maniera tale da creare una totale assuefazione da overdose di artefatti culturali.

artefatti culturali

Detto questo, vaffanculo, andiamo a fare un minigioco.


Si chiama "Highway Surfing", e si tratta di saltare più cartelli possibili col tasto sinistro del mouse (il tasto destro cambia corsia). Interessante che i cartelli non siano stati tradotti. Non sono sicuro se la mia prima reazione a suo tempo fosse stata "oddìo, ho una versione difettosa del gioco". Forse no. Non lo so. Di certo, il fatto che non sia riuscito ad uscire dal minigioco pur provando a premere tutti i tasti (ma sono certo che è un problema mio) e il fatto che si può andare avanti di livello serenamente senza fare assolutamente niente, beh, la cosa annoia molto facilmente. La musica però è ok, e sembra riprendere il motivetto di sottofondo mentre Hoagie di Day of the Tentacle fa surf nelle onde spaziotemporali mentre torna indietro nell'era coloniale. O forse mi sto immaginando tutto quanto io, non lo so.

Diversi interminabili minuti più tardi.


Torniamo alla missione, và: il misfatto è accaduto a un Luna Park, e attenzione! Sam e Max si sono trasformati in un nano parruccato con l'accento siculo e un ritardato con ah no, era una sequenza di intermezzo. Beh, il doppiaggio con inflessioni regionali in questo gioco non è malissimo, devo dire. Fu estremamente incensato dalla fecale stampa di settore, ovviamente, perché stando a loro il doppiaggio dei personaggi secondari era troppo blando. Più probabilmente, non conoscevano sufficientemente bene gli accenti della lingua inglese per riuscire a localizzarli. Per esempio, il nanetto ha un accento inglese britannico molto marcato. Cockney, forse? Boh. Per me quel cazzo di birignao è uguale per tutti. 


L'accento francese degno di un Hercule Poirot / Jacques Clouseau appartiene a Flambé, il mangiatore di fuoco, che brucia inavvertitamente gli ordini e si salva in corner facendo un po' lo sborone. Bah! "Commento inutilmente enigmatico", dice Sam con sprezzo, e io non posso che essere d'accordo con lui. Sia nel caso di Flambé, che nel caso di tutti i commenti inutilmente enigmatici con cui ho avuto a che fare in vita mia. Lineari, gente. Siate più lineari.


Entriamo nella tenda ed è pieno di oggettistica umana, freak vari, nonché la mano di Jesse James in un barattolo. I proprietari del circo sono i fratelli Cushman, due gemelli siamesi attaccati per... boh? Il buco del culo? Ha! Mi fa molto ridere l'idea, la teniamo. E insomma finalmente dopo un bel po' di screenshot capiamo qual è il caso da risolvere: Bruno, il Bigfoot congelato che i Cushman esibivano con grande orgoglio, è scappato, lasciando solo una ciocca di peli. L'idea è quella di ritrovarlo, e magari di trovare pure la seconda più grande attrazione del luna park: Trixie, la ragazza dal collo da giraffa di Scranton (PA). È come se non si fosse mai usciti dal 19esimo secolo qui. E forse è così.


Ah, un altro sottogioco arcade, quello in cui bisogna martellare i topi che escono dai buchi. Topi vivi, eh! E per non farci mancare niente tiriamo pure martellate in testa a Max, cosa che ci dà la motivazione necessaria per vincere questo sottogiochino: il premio è... una torcia senza lampadina. Combiniamo il tutto con la luce ultravioletta e torniamo subito in ufficio per vedere

lol

No dai, che la zoofilia non so mica se è legale.


Il Cono della Tragedia, che è molto più affascinante come nome di "Calcinculo" o "Tagadà", sarete d'accordo con me. Il gestore della giostra ha un accento à la Genny Savastano, e mi piace come il suo "al diavolo" sia tradotto con un bellissimo "chisenefrega". Bella anche l'animazione di Sam e Max in configurazione "Piazzale Loreto" che vengono messi a girare a diversi g, e il massaggio cardiaco di Max a Sam mi fa sorridere, dai. Bello. Peccato però che nel marasma perdiamo tutto il nostro inventario...


...che andiamo a riprendere alla tenda degli oggetti perduti, la quale nella sua infinita magnanimità ci rifila pure un magnete da frigorifero di una specie di paradiso del pescatore, in pieno territorio confederato. Perché la bandiera sudista sul Generale Lee era solo una celebrazione dell'amore per la natura dei due redneck, eh, nient'altro, nossignore, siete voi che pensate sempre male. La stessa faccia di tolla di quelli che si fanno le pippe con fumetti giapponesi che ritraggono evidenti minorenni, e poi dicono "ah no ma vedi, nella storia è un demone di 5000 anni che ha solo l'aspetto di una dodicenne, quindi tutto a posto". Come ci sono arrivato a parlare di 'sta feccia? Boh. Sticazzi.


Sam e Max, per confermare quello che abbiamo sempre sospettato, fanno un giro nel tunnel dell'amore, e in effetti una roba in cui si sta in camporella si presta bene a cercare le macchie di sfaccimme con la torcia a raggi UV. Poi di chiazze biancastre non se ne trovano, ma una scatola di fusibili che ha dei problemini sì. Con una meccanica di gioco che non ho mai capito fino in fondo si può tenere accesa la luce legandola al puntatore del mouse anche se si seleziona altre cose. E visto che Max è un ritardato e magari un elettroshock lo rende meno stupido, proviamo a cortocircuitarlo, ma è troppo tardi, non ci starebbero i fotogrammi disegnati dagli artisti della Lucasarts. Ehhhhh.

Poco dopo.


Ecco, stavolta lo fulminiamo in tempo (ci vuole una certa coordinazione) e al di là dello scarso effetto sulla psiche del coniglio, entriamo in un diorama che raffigura l'esecuzione di Anna Bolena. O era Catherine Howard? Direi Anna Bolena, la Howard non se l'è mai cacata nessuno. D'altra parte se sei figlia di Richie Cunningham la tua carriera è abbastanza segnata. No?


Insomma, dietro la scenografia c'è Doug, l'uomo Talpa, che sa tutto a proposito di Bruno, ma dopo una lunga e inutile introduzione, ci fa una expositio interrupta e ci chiede delle caramelle al pecan per andare avanti. Io ovviamente non avevo idea di che cosa fosse il pecan, ma apparentemente sono delle noci costosissime. L'ho scoperto solo pochi anni fa. Non sono neanche troppo male. E quindi, dove andiamo a prendere 'ste caramelle?


All'autogrill, ovviamente, ce ne sono tre in tutta l'America, e sono della catena Snuckey's, e a servire c'è uno sprite riciclato: trattasi di Bernard di Day of the Tentacle, con dei baffi finti. Vi lascio immaginare gli ettolitri di polluzione prodotti dalla fecale stampa di settore perché così poteva emettere il verso che è solita emettere in queste situazioni di erezione permanente: "Cit." Intanto, Max deve andare a pisciare...


...e chiediamo le chiavi del bagno che hanno un portachiavi molto pesante e ruvido: una lima. Non andremo tanto in là da poterla usare quindi sticazzi della lima, assistiamo comunque alla perizia con cui Bernard, qui meno imbranato che nella sua altra incarnazione, apre il barattolone con dentro la mano troncata del bandito Jesse James ucciso per mano del codardo Robert Ford. Siamo sicuri che non lo avesse girato la Wertmuller quel film?


E insomma, oltre a comprare le caramelle al pecan, si può pure acquistare tre possibili giochi, uno per autogrill: una battaglia navale con le auto (yahwhn) dei pastelli a cera con cui colorare un'immagine di Sam&Max (YAHWN) e un gioco in cui si devono vestire le bambole di carta di Sam&Max (🆈🅰🅷🆆🅷🅽). Portiamo le caramelle alla talpa?


Ah, stavolta abbiamo un vero flashback! Praticamente, Trixie la ragazza dal collo di giraffa di Scranton (PA) si era innamorata del Bruno sotto ghiaccio, ma c'era il problema che Bruno sotto ghiaccio non era molto reattivo. Così, in un'anticipazione di quel film del cazzo in cui quell'attore falso magro che si vede ovunque sveglia Jennifer Lawrence ibernata in un'astronave con un secolo di anticipo, Trixie chiama Flambé il quale fa sciogliere il ghiaccio, liberando Bruno che così corona il sogno d'amore con la ragazza dal collo bello esteso. Poi uno magari si chiede che sarebbe successo se Bruno, una volta uscito, avesse detto "Scusa Trixie, ma non sei il mio tipo?" ah no perché finiamola con sta storia che noi uomini pigliamo su qualsiasi cosa nel caso in cui ci stia perché ogni lasciata è persa. Ecco, "ogni lasciata è persa" è uno dei tanti proverbi che ha fatto un sacco di danni alla società. Bah! Comunque Doug, dopo averci deliziati con una sequenza di intermezzo, ci regala anche la chiave della roulotte di Trixie, che è un piede di porco. Non fa tanto ridere, ma al tempo sì.


Al di là del favoloso costume che troviamo nella scatola affianco al letto, troviamo anche una scheda dei punteggi per quella che doveva essere sembrata l'idea del secolo, al tempo: un campo da golf inondato da una palude infestata di coccodrilli. Cosa che non poteva non essere in Florida, particolarmente a "Rheumy Eyes", che è la condizione degli occhi secchi tipica dei vecchi, che la Florida la infestano ancora più degli alligatori. I vecchi e quelli de Lo Zoo di 105, che ho ascoltato in vita mia per un tempo totale inferiore ai 5 minuti.


Non si può dire comunque che la Lucas manchi di autoironia: l'uomo della Florida è esattamente come ci immaginiamo che sia il cosiddetto "Florida Man" che è stato fenomeno di internet per un po'. Ora il problema è che in Europa questi riferimenti venivano completamente mancati, mentre negli Stati Uniti l'autoironia non era poi così alta, in generale: tant'è che il record di vendite di giochi adventure lo deteneva comunque l'eterna rivale Sierra, qui da noi tanto vituperata. Che poi, chssà perché alla fine l'intelligenza collettiva (e "intelligenza"è un eufemismo grande come una casa) preferisse la Lucas alla Sierra. Forse perché non si moriva e non si finiva nei cul-de-sac degli adventure tipici di casa Williams. Forse. Forse no. Forse il fatto di essere associati per ragioni di tifo agli stessi che facevano guerre stellari servivano a rinforzare le nostre credenziali nerd-chic con un'audience che esisteva soprattutto nella nostra testa (ovvero, i nostri amici immaginari che scrivevano per TGM e soci). Forse era quello, veramente. Quindi prima di criticare i nostri adolescenti che si fanno infinocchiare dalgi influencer su instagram, forse dovremmo fare un esame di coscienza e pensare che ci facevamo infinocchiare da Max Reynaud. Max Reynaud cazzo.


Mentre sono qui che sto facendo una reprimenda per un'audience costituita esclusivamente da me stesso, arriva il nanetto siculo con gli occhiali in stile Aleandro Baldi e il suo scagnozzo. Il Vizzini (non Carlo, ex ministro del PSDI, ma quello di "La Storia Fantastica") imparruccato è Conroy Bumpus, star della musica country, evidentemente il cattivo di tutta la faccenda. La storia sinceramente non me la ricordo, soprattutto del perché volesse rapire tutti i piedoni d'America, ma importa? Importa soltanto per dire che quando si ha una certa età ed è scemato il sense of wonder dovuto alla grafica, alle animazioni, e al semplice marchio Lucasarts, allora il fatto che ci sia un gameplay solido ed una storia coerente inizia ad acquisire una certa importanza: se in Day of the Tentacle c'era una trama che, per quanto fantascientifica, aveva senso. Qui si punta di più sul nonsense, o se vogliamo sul surrealismo. Ma onestamente, fino a che punto una cosa si può definire surrealista e fino a che punto possiamo scrivere tutto sotto la colonna tavò? Cioè, mi pare una scappatoia troppo facile accatastare cose alla cazzo di cane per poi farsi i pompini da soli dicendo "Oh, quanto siamo PaZzErElLiH!" Avevo avuto un'esperienza simile quando ebbi a che fare con una casa editrice che si diceva specializzata in racconti surrealisti. Ora appparentemente vendono corsi online di aria fritta, dimostrando così che spesso quando ci si dichiara surrealisti, astrattisti, naif, e tutte queste sperimentazioni derivate da altri, si tenta più di imboccare una scorciatoia per massimizzare i profitti minimizzando gli sforzi. Picasso, Mondrian, Kandinsky, Magritte e compagnia pittante sono partiti da una base tecnica solidissima, prima di iniziare a decostruire, non dimentichiamolo mai.


In tutto questo, Max è stato spedito dall'altro lato dello stagno, al posto di un piedone che è stato pure lui rapito: un tempo questi stava nella gabbia di vetro a esporsi al pubblico ludibrio con i golfisti che tiravano al bersaglio, il quale faceva scattare un meccanismo che lo faceva precipitare in una vasca piena d'acqua. Ora, per uanto sia divertente farlo con Max (ok, non lo è) dobbiamo andare a ripigliarci il coniglio, e usiamo un secchio pieno di pesci preso al paradiso del pescatore (che vi ho risparmiato in questa sede) per far spostare i coccodrilli in modo da creare un ponte di rettili. Ora, concettualmente è molto divertente: in pratica, i controlli sono abbastaza scomodi...


...ma non importa, con una sana dose di vaffanculi riesco a fare il sentierino, e Sam può andare a raccogliere il suo compare...


...il quale ci permette di acquisire un gadget proveniente da un'altra attrazione: il Vortice Misterioso. Sticazzi del Vortice Misterioso, che è troppo in là peraltro: andiamo al più grande gomitolo di spago al mondo.


Beh, è veramente grande, in effetti. Il più grande al mondo, non lo sappiamo. Di certo, abbiamo perso l'occasione di dire "è il secondo gomitolo di spago più grande al mondo che abbia mai visto!" che sarebbe un doppio "CIT.!" carpiato con avvitamento. A che cosa? La risposta è lasciata come esercizio allo studente.

(Ok, no, sarebbe un "CIT." a Monkey Island 1, il quale a sua volta fa riferimento a Maxwell Smart)


Ah, lo sapevate? Pure i canadesi hanno una palla di spago enorme, e nessuno se la caga, perché verso gli statunitensi ci abbiamo la sudditanza culturale, verso i canadesi no. Viene da chiedersi come sia possibile, visto che a liberare il Vecchio Paese arrivarono per prima i canadesi, e invece no, nessuno se li caga di stris-

STAI SERENO MAIGODUTO

Ah, vaffanculo. Notare anche come la CTO traduca piedi in metri, quindi Bruno diventa alto sei metri, un po' come la distanza percorsa in tre passi dagli altissimi ne[.]ri nella canzone dei Watussi, che il caso vuole che uscì proprio nello stesso anno in cui i Belgi si ritravano dal Ruanda e gli Hutu massacravano i Watussi come risposta alla divisione dei ruandesi nelle due razze, delle quali la razza watussa (ovvero i Tutsi) era superiore per via delle presunte parentele con l'uomo bianco. Chiaramente era tutta una stronzata, ma le conseguenze furono atroci (e si ripeterono pure nel più famoso genocidio del 1994) e ascoltare un motivetto orecchiabil come la canzone dell'incolpevole Vianello, pensando alla storia che è venuta dopo,  è una coincidenza piuttosto imbarazzante. Per la cronaca, se la parola "cancel culture" fa capolino nel vostro cervello mentre leggete queste righe, siete calorosamente invitati a spegnere tutto e a farvi una passeggiata.


In tutto questo, combiniamo un pantografo con la mano troncata e la calaminta per acchiappare un anello. che si è infilato nelle spire del gomitolone. YAHWHN. 


Chiaramente, siccome lo svago non è monetizzato abbastanza, in cima al gomitolo ci teniamo pure un ristorante di pesce, per quanto si trovi in mezzo al nulla....


...ristorante tra i cui acquirenti c'è una specie di Uri Geller che piega le chiavi inglesi col pensiero e bestemmia con parolacce censurate nel posto sbagliato della frase. O meglio, avrebbero senso nella struttura della frase nell'originale inglese, ma in italiano no. Sì, è il penultimo screenshot dell'articolo e sono ancora qui a insultare la CTO. Che vi devo dire? Volete che parli del fatto che c'è una specie di Uri Geller che piega le chiavi inglesi in cima al gomitolo più grande del mondo? Volete che vi chieda il perché? Se volete lo faccio. Perché? La mia risposta è per la solita ragione: la regola del PaZzErElLoH! Un misto di surrealismo derivativo figlio del tavò, di autocompiacersi dicendosi "Oh, ma quanto siamo mattacchioni!" di gettare assieme un ammasso di idee non correlate ma che fanno ridere, un brainstorming in cui viene tenuto TUTTO perché sarebbe un peccato gettare via inside joke che ci fanno tanto ridere E QUINDI faranno spanciare i nostri fanboy che prendono per oro tutta la merda che produciamo. Ecco, penso che sia questo. Ma potrei sbagliarmi.


Giusto per autocompiacerci della nostra capacità di controllo, ecco un altro numero: colleghiamo dei cavi elettrici sporgenti (impensabile per la sicurezza del pubblico, ma ehi, siamo nella patria della deregolamentazione selvaggia!) e li appiccichiamo al cannocchiale, così possiamo pilotare il ristorante girando il visore. Serve? Certo, siamo in un adventure della Lucas: diciamo che non serve a me, perché ho deciso che ho giocato abbastanza ergo la chiudo qui. Prossimo gioco!

È merda? Ok, la realizzazione tecnica è sempre ottima. Peraltro, Sam&Max è il primo gioco a schermo pieno: hanno tolto i famosi verbi e hanno messo un'interfaccia a icone più simile a quella della Sierra (cosa che, ricordo, fece storcere il naso alla fecale stampa di settore che non voleva il loro vitello d'oro contaminato dalla plebe videoludica che erano i giochi della casa di Oakhurst). Le animazioni sono fatte benissimo e la grafica è molto bella e molto meno monotona del precedente Day of the Tentacle. Al di là della personale simpatia che si possa avere per loro, Sam e Max sono caratterizzati molto bene, eppure tutto questo mi lascia un amaro in bocca che mi fa venir voglia di ingoiare un'intera scatola di gaviscon, perché questa cazzo di Regola del PaZzErElLoH mi mette addosso la tipica sgodevolezza di chi assiste a gente che sta impegnandosi troppo a fare il clown, al punto che l'esperienza è non dico rovinata, ma di certo degradata. Quindi amici, io dicevo a me stesso che non era possibile dare merda a Sam e Max, ma diciamo che gli dò "merda" con riserva, perché non è possibile avere 'sto senso di fastidio per tutto il tempo in cui si gioca a un gioco. Quindi arrabbiatevi pure se vi va, ma io gli dò merda. E il fatto che sia bello esteticamente, puttana  miseria, mi fa salire ancora di più l'incazzatura.

Ci rigiocheresti? Forse lo farei alla versione originale, e mi vergogno molto di quanto la cosa mi faccia sembrare con la puzza sotto il naso. 

3 commenti:

  1. Per quel discorso che alcune persone ricordano meglio le esperienze spiacevoli, di Sam e Max gli unici ricordi ancora ben vividi erano quelli della realizzazione pessima di quella specie di enigma dei coccodrilli, e della bruttezza ed inutilità degli altri minigiochi, di cui hanno infarcito anche peggio pure full throttle.

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  2. credo fu l'ultimo gioco stile avventura grafica che giocai "seriamente". I vari seguiti di moneky3 e 4, full throttle e grim fandango e lo stesso DOTT li completai in maniera molto blanda, con soluzioni alla mano. Di sam e max conservo un buon ricordo anche se c'erano troppe cose un pelino assurde/illogiche anche per lo standard lucas. Una volta completato lo cancellai per sempre dall'hard disk e non lo rividi mai più (che storia triste :-))
    Detto questo complimenti per la tua "forza" con la quale riesci a rigiocare alle avventure della lucas, per me nel 2021, in età adulta con moglie e figli, sono diventati dei "polpettoni" che nemmeno la nostalgia più sfrenata riuscirebbe a farmeli prendere di nuovo in mano.

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  3. tra l'altro aggiungo che dott monkey 3/4 full throttle grim fandango li completai con molta svogliatezza e solamente perchè per le nostre amate riviste erano dei gioconi imperdibili. Pensa te quanto eravamo "invasati" da quella monnezza di riviste...

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Sicuro di aver letto bene il post? Prima di postare, rileggi.

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