lunedì 6 maggio 2019

B17 Flying Fortress

A molti bambini le nonne raccontavano fiabe. A molti bambini le nonne raccontavano della loro gioventù. Io ero nel gruppo dei secondi bambini, come già ho detto diverse volte su questi pixel, e mi sentivo raccontare, tra le varie cose, storie della Seconda Guerra Mondiale. Una delle storie tipiche, giusto per mettermi tranquillo, era di quando il Vecchio Paese veniva bombardato dagli Alleati a partire dal 1943. Le storie vertevano spesso sul famigerato "Pippo": se avete qualche nonno che è vissuto nel Nord Italia durante la guerra, confermerà senza problemi. A meno che non sia toscano, perché i toscani devono essere sempre quelli speciali e allora lo chiamavano "IL NOTTURNO" (che nome del cazzo). Oltre a Pippo, che era un Bristol Beaufighter o un De Havilland Mosquito a seconda del periodo, mia nonna soleva evocare il ricordo dei bombardieri statunitensi chiamati "Fortezze Volanti" e del suono sordo dei loro motori che, assieme alle sirene e alle campane a martello del campanile del Vecchio Paese, erano il suono di cui sono fatti gli incubi, ma sapete che c'è? Era tutto comunque bellissimo perché mentre il Vecchio Paese veniva sventrato dalle bombe, compresa la casa in cui sono cresciuto*, tutti si volevano bene, tutti si aiutavano a vicenda e c'era una grande solidarietà, e c'era anche il tempo di ridere, persino coi tedeschi! Che bello! Che risate! Che amicizia!

*e mia nonna non ha mai perso l'occasione di dire che la parte più colpita della casa era la camera in cui dormivo io, tanto per sottolineare il fatto che dovessi sentirmi quasi in colpa per essere nato nell'82 anziché negli anni 20.

Un'esplosione di amicizia, guarda
In tutto questo, sapete qual era la cosa più deprimente di tutte? Che ci credevo! Che pensavo veramente che una bella guerra avrebbe ripulito ogni cattivo sentimento e avrebbe trasformato il Vecchio Paese in un cumulo fumante di macerie ma in cui tutti si vogliono bene, un affetto che sparirà appena tornerà il benessere, e torneremo a gettarci merda a vicenda! (pensavo anche che il mondo al tempo fosse in bianco e nero, eh).


E quindi, quando su una discutibile rivista di settore uscì la pubblicità di un simulatore di volo dedicato alle Fortezze Volanti, subito volevo accaparrarmelo perché avrei vissuto in prima persona le avventure dei bombardieri che radevano al suolo il Vecchio Paese (e a ben pensarci questo la dice lunga sul bene che volevo al Vecchio Paese già da allora) e avrei finalmente vissuto, anche se virtualmente, quegli anni in cui tutti ci si voleva così bene. Fantastico, no?  Poi siccome ero un coglione mi fidai ciecamente della recensione della fecale rivista di settore, che lo definiva lento, noioso e pesante, e lasciai perdere la smania dell'acquisto (nessuno dei miei amici aveva il gioco) e sempre per stare in tema, per qualche occasione specialissima (promozione? Boh!) mi feci regalare il più dinamico Reach for the Skies, di cui ho già parlato su questi pixel, per lasciar perdere B-17. Quando, anni dopo, ebbi una flebile connessione a Internet, me ne appropriai (era peraltro stato distribuito come freeware) più per spirito di completismo che per vera voglia di giocarci, e quindi non me lo considerai più di tanto. E dunque oggi provo, per la prima volta, un gioco che avevo tanto desiderato in passato ma che la pezzenteria da videogiocatore poco connesso mi aveva negato. Sigla!


Parappappappapparappà! Una bella musichetta in stile Glenn Miller (che era nell'aviazione pure lui, e morì nel 44 sorvolando la Manica) ma in formato MIDI. A proposito di Glenn Miller, mia nonna associava la sua "In the Mood" al lieto fine dei suoi racconti di guerra, quando arrivarono gli Alleati a liberarci nell'aprile del 1945. Al Vecchio Paese, i primi arrivati erano canadesi e non portavano con loro sciroppo d'acero, come si potrebbe immaginare, ma più banali cioccolato, caramelle e sigarette. Con le ragazze del Vecchio Paese ballavano il boogie-woogie e quello che mi disse mia nonna a suo tempo era "Credo che non sarò mai più felice come lo fui in quei giorni" il che mi depresse un bel po', perché io stesso pensavo che al fine di essere preda di quella gioia sconfinata sarebbe stata necessaria una guerra durata ben 6 anni. E quando mi raccontava tutto questo io di anni ne avevo meno di 10, e la cosa mi pareva ancora più agghiacciante.

Notare, comunque, le cosiddette "scie chimiche", che già negli anni 40 venivano lasciate dagli aerei, a differenza di quello che dicevano certi complottisti qualche anno fa (mi pare che ora le scie chimiche siano passate di moda). Tavò di andare a cercare la scusa che hanno trovato per giustificare foto come quella da cui è stata tratta la bella immagine di questa intro, ma sono sicuro che hanno pensato a qualcosa di molto creativo.


Oh, la pin-up. Il fatto che su sto gioco si potesse decorare la propria fortezza con una donnina discinta dell'epoca (le quali, peraltro, le trovavo tutte poco attraenti con quei bigodini, ma ero in piena "fase latente" per dirla con Freud) mi aveva colpito un casino. Quando, esaltatissimo con gli aerei della Seconda Guerra Mondiale, scrissi in quinda elementare un tema lunghissimo in cui immaginavo di essere a capo di un Avro Lancaster, il muso del nostro bombardiere della RAF (che preferivo al B-17 perché mi pareva più massiccio) era decorato con una ragazza in costume da bagno.

Il tema prese un bellissimo voto, con commento sarcastico del maestro: "mancano solo gli Zero giapponesi e lo scenario è completo!" Ma cazzo, siamo un Avro Lancaster e andiamo a bombardare le industrie della Ruhr, che cazzo c'entrano i giapponesi? Dai oh! Un po' di serietà.


Intanto, i crediti! La grafica pixelata a mano rende benissimo l'atmosfera ed è infinitamente meglio delle foto digitalizzate virate a seppia all'inizio di Reach for the Skies. Bello, molto bello. Andiamo a creare il nostro equipaggio e a personalizzare il nostro aereo, possibilmente con una ragazza in costume da bagno.


 "Stormy Weather" "Yankee Doodle" "Mischief Maker" questi sono nomi di vere Fortezze Volanti! Bellissimo, hanno fatto i compiti! Ma estremamente noioso. Pochi sanno che durante una riunione di quello che allora era ancora il PPI di Don Sturzo, figure insospettabili decisero di arruolarsi a bordo di un bombardiere stazionato in Inghilterra, e il loro capo era...


GIULIO ANDREOTTI! (Applausi scroscianti dalla folla). Per essere pienamente fedeli alla storia, scegliamo anche la decorazione del muso...


...e le donne in costume da bagno ci sono anche, più qualche animale antropomorfo abbastanza inutile, e ce n'e pure una nuda! Scegliamo quella nuda, giusto per infastidire il Maresciallo dell'Aria Oscar Luigi Scalfaro, che si indignerà perché a la nostra pin-up non ha addosso il bolerino. Pochi sanno che fu anche in occasione della formazione dell'equipaggio del bombardiere che i valorosi aviatori decisero anche il nome che avrebbe assunto il Partito Popolare Italiano a guerra finita...


...ovvero, Democrazia Cristiana! Abbreviato in DC. Il comandante Andreotti non è proprio felice della scelta dell'immagine dipinta sul muso, ma se la cosa può portare voti, allora ben venga, no? Vediamo la foto dei 10 valorosi membri dell'equipaggio...


...i quali, uno alla volta, appaiono nello scatto con un effetto che vedrei bene su un documentario presentato su Mixer di Giovanni Minoli, di cui non posso non ricordare la bellissima "Jazz Carnival" degli Azymuth come sigla. Minoli, però è socialista e quindi sticazzi: vediamo l'equipaggio in dettaglio.



Siccome il gioco ricalca la versione "ufficiale" della storia, dobbiamo togliere le censure di regggime e dare all'equipaggio i suoi veri nomi. Pochi sanno, infatti, che il meccanico/cannoniere era in realtà il sergente Paolo "Geronimo" C. Pomicino, tanto per fare un esempio.


Il cannoniere del fianco destro, invece, è Arnaldo "Il coniglio mannaro" Forlani, noto per la sua calma olimpica durante lo stress della battaglia nonché per la sua capacità di far addormentare i piloti della Luftwaffe con i suoi discorsi lunghi ore in cui è capace di non dire assolutamente niente.

L'operatore radio è Luigi Ciriaco De Mita, segretario-padrino della DC e già presidente del consiglio. Espertissimo di comunicazioni crittate in quanto quando parla, un po' per l'accento di Nusco, un po' per i lunghi e contorti discorsi in politichese stretto, non capisce un cazzo nessuno.

Co-Pilota nonché sottosegretario del Divo Giulio è il fidatissimo Franco "Che te serve?" Evangelisti, già ministro della Marina Mercantile (ma tanto gli aerei sò la stessa cosa) presidente dell'AS Roma nonché presidente della Federazione Pugilistica Italiana.

Nella torretta ventrale il cannoniere è Amintore "Cavallo di razza" Fanfani, che per via della modesta statura riesce a infilarsi agilmente nella postazione sferica. Non vede l'ora di bombardare l'A1 in modo da ricostruirla con una deviazione su Arezzo, per usare questa modifica all'autostrada come voto di scambio.

Mitragliere sul fianco sinistro invece è Francesco "Crisantemo" Cossiga, che ogni volta che gli si ricorda che sta sul fianco sinistro gli viene sempre un piccolo mancamento, ma subito si riprende dando sfogo al suo grilletto facile, specie se chiude gli occhi e pensa ai Messerschmitt come a cortei studenteschi.



Navigatore è Paolo Emilio Taviani, e ovviamente, visti gli studi compiuti dal Taviani stesso sul concittadino Cristoforo Colombo, non poteva essere altrimenti!





Mitragliere di coda è Mariano "Antelope Cobbler"* Rumor, che è stato messo fanalino di coda in quanto ha rotto i coglioni a tutti chiedendo in giro se il B17 "Democrazia Cristiana" sia stato costruito dalla Boeing o se sia stato fatto costruire in licenza dall'amata Lockheed.




 Infine, nel ruolo ibrido di bombardiere / mitragliere, Giovanni Goria, il ministro più bello che ci sia! Per via della sua meravigliosa barba (qui non raffigurata per manifesta incapacità della pixel art) Goria è molto apprezzato dalle ragazze, e per questo tutti gli amici lo chiamano "bomber". L'assegnazione del ruolo è dunque naturale.

* Lo so che in genere si pensa che Antelope Cobbler fosse Giovanni Leone, ma è regola non scritta che ci sia un solo ex presidente della Repubblica a bordo di una Fortezza Volante.

Che squadrone, eh, amici? Direi che è ora di inforcare il nostro aereo e di scaricare un bel po' di confetti sulle testoline con la leccata di vacca dei nazisti! Via!


La schermata del briefing ricorda una versione molto bene animata di quella di F-15 Strike Eagle II (sembrano passati secoli, no?), il capoccia ci illustra una mappa dei potenziali bersagli. Provo a pensare a quanto devono essere stati sopra al Paint per animare la testa e le spalle del colonnello e sudo freddo. Nel frattempo, la pattuglia democristiana non si lascia sfuggire nulla, tranne Evangelisti che guarda di nascosto una "bibbia di Tijuana".


Ed ecco il briefing! Il nostro obiettivo primario è la centrale elettrica di Treviri, passando da Lussemburgo, possibilmente per comprare le sigarette senza accise. Se Treviri non fosse raggiungibile, andiamo a Thionville a bombardare la stazione di smistamento. Non avremo supporto dai caccia e dovremo tornare passando da Liegi (il Maresciallo dell'Aria Scalfaro vuole che gli portiamo una gaufre) e dalla località balneare di Dieppe. Tutto chiaro, no?


Ah beh, c'è anche la comoda mappa. Taviani, tra il pubblico, ripete tra sé e sé "Buscar el levante por el ponente" e tutti gli altri fanno il gesto in cui si scuotono le mani davanti all'inguine come a dire "che palle".


Ah, possiamo anche vedere il filmatino di ricognizione della già menzionata centrale elettrica di Treviri, già capitale dell'Impero Romano e città natia di Karl Marx, quindi si combatte sì il nazismo, ma allo stesso tempo si dà pure un forte segnale simbolico ai comunisti! Un bel cerchiobottismo molto democristiano, ci piace.


Vabbè, partiamo, impersonando Giulio, il comandante nonché primo pilota. De Mita gi gomuniga ghe dalla dorre di gondrollo di Algonbury gi hanno dado il via libera a bardire. "Franco, saresti in grado di accendere i motori?" chiede Il Divo. "Uno due, tre, quattro, uno per tutti, tutti per Giulio!" dice entusiasta Evangelisti mentre con le nocche accende separatamente i motori. Ecco, una cosa che ricordo della recensione della fecale rivista di settore "PC ACTION" su cui lessi il deludente articolo, era il fatto che i motori potessero essere accesi e spenti separatamente, e che ci voleva la combinazione di tasti CTRL-1, CTRL-2, CTRL-3 e CTRL-4. Fortunatamente la versione freeware distribuita su internet conteneva pure il manuale. Certo, non è la mascherina da mettere sulla tastiera del PC con l'indicazione delle funzionalità dei tasti, ma è comunque qualcosa. quindi non sono impazzito premendo tutti i tasti a caso sperando di combinare qualcosa. Finora la frustrazione per la lentezza del gioco segnalata nella recensione non c'è.


Ed ecco la parte più figa del gioco: la visuale tattica dell'aereo, in cui con una visuale bellissima in spaccato della nostra fortezzona, possiamo spostare l'equipaggio in giro per l'aereo, compiere azioni particolari (tipo aprire il portellone delle bombe manualmente, se fosse inceppato) o cambiargli postazione. Ecco ad esempio la cabina di pilotaggio con Andreotti ed Evangelisti, e dietro Cirino Pomicino in torretta pronto a falciare la Luftwaffe a suon di perdincibacchi. Nel muso, Goria nel doppio ruolo di bombarolo e cannoniere, con al suo fianco Taviani, il GPS umano, chino sulle mappe di volo.


Intanto che il nostro B17 decolla, ci spostiamo tra la torretta frontale (Goria) e la torretta superiore (Cirino Pomicino). Il paesaggio della brughiera inglese è abbastanza spoglio, e pure questo che me lo ricordo dalla recensione. Beh, non è che i simulatori di volo del tempo fossero tutti così variegati! Ci avete presente Chuck Yeager's Air Combat e il suo tappetone verde infinito?


Torniamo alla gabina di pilotaggio. Giulio osserva il tachimetro e intanto Franco glielo legge. "Giù, sò 20 miglia orarie eh." "Grazie Franco, lo so." "Capito giù, ora sono 30. Sono bravo Giù?" "Giù ma tu sei mio amico, vero?" Sempre così per tutto il volo. Che strazio.


E via che spicchiamo il volo! Dalla torretta sul muso, Goria guarda verso il basso e mormora: "guarda che roba, sembra così tranquilla la Terra da quest'altezza, eppure siamo in guerra con i nostri fratelli, uomini come noi... viste da qui, le persone sembrano tutte piccole formichine". 
"Vorrei interrompere il tuo bello e poetico pensiero, amico Giovanni, perché quelle che vedi sono veramente formiche, siamo si e no a due metri d'altitudine. E comunque complimenti per la vista" dice Taviani sollevando gli occhi dalla mappa. Oh beh.


Intanto, siamo a 900 piedi (274 metri) e dalla torretta superiore, Cirino Pomicino spara  a casaccio, esagitato dall'aria rarefatta. Quando chiedono a O' Ministro dove ha preso il bruto vizio di sparare in aria per darsi la carica, lui risponde "In carcere".

Più tardi.


"È arrivado un messaggio alla radio: siamo giundi dungue alla brima dabba della nosdra rodda", comunica Ciriaco al resto dell'equipaggio. "Eh?" chiede Giulio. "Eh?" aggiunge il fedele Evangelisti. "Eh?" chiedono all'unisono  Forlani, Fanfani e Cossiga dalla sezione centrale dell'aereo. "Eh?" aggiungono anche Goria e Taviani dal muso. "Non ho capito" aggiunge Rumor dalla coda. "Se una gosa divvigile di sembra semblige allora non hai gabito nulla" sospira malinconico De Mita.


Ma per fortuna, Ciriaco non scrive con l'accento di Nusco e così possiamo vedere il registro dei messaggi scritti sapientemente a mano con un carboncino FILA. Possiamo anche scegliere quale messaggio inviare, in modo da decidere se ritirarci e tornare a casa o passare all'obiettivo secondario. In realtà possiamo dire quello che vogliamo e fare il cazzo che ci pare, tanto a Ciriaco nessuno lo capice e tutti gli danno ragione, come si fa coi matti.

Più tardi.


Siamo sopra alla zona che comprende Lussemburgo, Lorena e Renania-Palatinato e bomber Goria osserva dal mirino delle bombe un paesaggio inspiegabilmente pianeggiante. Ma scusate un secondo, dove sono finite le Ardenne? Spianate? "Qui si fa onore all'istituto del restauro", commenta Giulio dalla carlinga. Subito il fidato copilota Evangelisti gli si mette dietro: "Ah ah ah ah! C'hai proprio raggione Giù". Il Divo lo fulmina con lo sguardo.


Subito dopo Lussemburgo giriamo un po' a sinistra e troviamo Treviri. Il comando centrale avvisa la DC dicendo ghe è ora di gomingiare a sgarigare le bombe. Subito la barba più sexy dell'astigiano, nonché il premier più giovane della storia, apre il portellone e le bombe cascano giù. Proviamo a guardare l'aereo da fuori per vedere se riusciamo a intravedere i confetti, ma niente, è già tutto uscito.


Bella comunque la visione esterna che possiamo rigirarci come meglio ci pare. In formazione con noi vediamo anche il bombardiere Hammamet Homerun del comandante Craxi e il Jailhouse Joker del capitano Nicolazzi. Altri equipaggi, altre storie, ma noi siamo la DC e tra l'altro vediamo in lontananza che iniziano a fischiare le contraeree.


E mentre i confetti incontrano la centrale, Ciriaco si allinea con gli altri addetti alla radio della formazione e comunica al resto dell'eguibaggio ghe le bombe sono sdade sgangiade, è ora di dornare a Nusgo. Che in realtà lui voleva dire "Casa", ma Ciriaco non riesce a dire "Casa" senza dire "Nusco". Nostalgia canaglia.


Dalla torretta ventrale, Amintore guarda in basso e vede le rovine fumanti dell'ex centrale elettrica e sospira pensando a quando il Papa gli disse "Caro Fanfani, quando è di fronte a un bivio e non sa che strada prendere, abbia almeno il coraggio di scegliere la più difficile." ed ora si trova incastrato in sta palla di vetro sulla pancia di un velivolo che sembra aver scritto sopra "EHI AMICI TEDESCHI SPARATE QUI GRAZIE". Dalla cabina di pilotaggio, Giulio intuisce il malessere dell'amico Amintore e lo rassicura dicendogli via radio interna "Coraggio, Amintore, poteva andare peggio: di Germanie potrebbero essercene due". E subito Amintore si rincuora pensando a quei senzadio di nazicriptomarxisti che restano senza luce per leggere il Capitale in versione bignami nascosto tra le pagine del Mein Kampf.


Intanto è arrivato l'amico Fritz! (la Luftwaffe). Goria segnala nemici a ore 3 in alto, e subito Geronimo incazzatissimo apre il fuoco urlando "Mascalzoni! Ignoranti! Io sto difendendo il sistema politico e democristiano che ha governato questo paese!"


Passiamo la visuale a Fanfani, intanto, di sotto, che abbatte con perizia un nemico. Dalla coda, Rumor ci comunica che non è da meno. Andiamo a vedere dunque l'ex doroteo, in coda, come se la sta cavando...


Non c'è male, sta abbattendo Messerschmitt a tutto spiano, assieme a PCP e a "Bomber" Goria. Vi chiederete come mai sia così bravo con le mitraglie in un gioco a cui non ho mai giocato. Presto detto: lo vedete in alto a sinistra il computerino? Quando c'è quell'icona vuol dire che sono in pilota automatico. Se voglio guidare manualmente un singolo membro dell'equipaggio, una combinazione particolare di tasti e il computerino diventa manina. "Eh ma allora che cagata! È facile così!" Lo pensavo pure io, ma apparentemente la parte strategica di sto gioco è sufficientemente interessante da far sì che mi rompa le palle abbastanza in fretta del micromanagement. Ci sta, dai. Intanto, dovremmo essere già sui cieli della Francia, no?


Esatto, ci conferma Taviani, siamo quasi arrivati a Dieppe, dove cambieremo rotta per raggiungere finalmente la base. Provo ad accelerare il tempo per arrivare alla nota stazione balneare al più presto, ma c'è ancora contraerea in giro, per non parlare dei caccia nazisti! Ah beh, si torna a battagliare.


Cerchiamo, con Rumor, di far fuori un Messerschmitt (o è un Focke Wulf? Boh!)  quando a un certo punto un urlo ci interrompe dalla trance agonistica: "AAARGH! COLPITTO MI HANNO, AIÒ!" Trattasi di Cossiga, dalla sezione laterale sinistra, che si è preso una pallottola volante. Delirante per la ferita, attribuisce tutto a un caccia francese che si trovava sotto il B17 e aveva fatto partire una pallottola per sbaglio.


Subito incarichiamo Forlani di intervenire sull'amico futuro presidente della Repubblica. Anestetizzandolo con un comizio dei suoi, il coniglio mannaro estrae la pallottola da Cossiga e applica bendaggi spalmando balsamo di tigre per disinfettare tutto. Contorcendosi per il dolore, Cossiga strilla: "Rovinerò Hitler facendogli trovare la sua automobile imbottita di droga; lo incastrerò. E quanto ai cittadini che votano per il NSPDAP li farò pentire: nelle località che più simpatizzano per il vostro movimento aumenteremo gli agenti della Guardia di Finanza e della Polizia, anzi li aumenteremo in proporzione al voto registrato. I negozianti e i piccoli e grossi imprenditori che vi aiutano verranno passati al setaccio: manderemo a controllare i loro registri fiscali e le loro partite Iva; non li lasceremo in pace un momento. Tutta questa pagliacciata del nazismo deve finire! Capitto mi hai?"


Ma né Forlani né Fanfani lo ascoltano e presto Cossiga torna in sé, pronto a mitragliare nemici a quattro palmenti. Nel frattempo arriva la segnalazione preoccupata da Evangelisti "Giù, il motore numero uno sta a perde olio... che famo?" "Chi è chiamato al ministero, vi attenda", risponde serafico il comandante Andreotti. "Lo conosco troppo bene Giulio mio... ha detto spegnilo! Giulio è Giulio, er più grande de tutti! Io nun so un pajaccio come certi amici miei che cambiano corente ogni tre mesi... Giulio fa paura, è er mejo!" e intanto che va avanti così, non spegne il motore.


A spegnerlo ci pensa Andreotti, mentre gioca nervosamente con la fede al dito: "Gli alberi, per crescere, hanno bisogno del concime" e dal kit di pronto soccorso che tiene nel taschino della giacca tira fuori una bustina di Tedax.


Intanto, siamo arrivati a Dieppe e siccome i cieli sono liberi riusciamo a comprimere il tempo. Dai che forse arriviamo in Inghilterra sani e salvi!

Poco dopo.


Eh no. I motori sono messi come sono e l'aereo è stato bucherellato un po' troppe volte, per cui inspiegabilmente le ali ci si staccano entrambe e la nostra Fortezza inizia a precipitare con le coste inglesi all'orizzonte. Fuori coi paracaduti, tutti quanti! "Geronimo!" urla Evangelisti saltando. "Frà, urge un concetto, ce l'hai?" urla Cirino "Geronimo" Pomicino di rimando mentre intanto la DC si schianta nella Manica facendo un buco nell'acqua come alle elezioni del 1992.


Fortunatamente, tutti si salvano, e a bordo del gommone di salvataggio Taviani si alza in piedi e declama: "Le tenebre si squarciarono davanti al suo sguardo acuto e penetrante, davanti al suo fiuto e al suo udito eccezionalmente sensibili: Egli si sentì padrone dell'Oceano". Tutti si sono rotti le palle e gli tirano addosso oggetti vari. 

Scaldandosi con una buona cioccolata calda (Lui è goloso di cioccolata calda), Il Divo legge il debriefing: nonostante tutto, l'obiettivo è stato centrato e abbiamo fatto fuori cinque nemici: poteva andare peggio.


E per le ferite riportate in battaglia, Cossiga riceve pure un "Purple Heart", ma trova comunque il modo di lamentarsi e di insultare il generale che glielo consegna. Ci vuole pazienza.


Missione successiva, una stazione di smistamento subito fuori Parigi, passando da Orleans, che così si va a porgere omaggi alla statua di Santa Giovanna d'Arco (su richiesta di Fanfani) e magari nel caso in cui si volesse fare gli hipster, c'è l'obiettivo secondario a Chartres. Si parte?


Si parte! Giulio decide di farsi un giretto attorno alla base, andando fuori rotta un attimo. Perché? Non lo sa nessuno. Dalla base, l'addetto radar Vincenzo Scotti gli dice "Giulio, devo dirti la verità... per quanto mi sforzi, e mi sono sforzato molto in tutti questi anni di militanza comune, di amicizia, ecco devo dirti che non ti capirò mai, che non ti conosco." Ma a ricevere il messaggio è De Mita, che gli risponde in maniera incomprensibile: Scotti è così frustrato che lascia perdere tutto e apre un'università a Malta.

Più tardi.


Abbiamo già un motore fuori uso, uno che perde olio, e come se non bastasse, sia Forlani che Rumor si sono presi una pallottola. Che fatica, ragazzi.


Il neodecorato Cossiga subito ricambia il favore a Forlani rattoppandolo, e Fanfani, forte dell'agilità dovuta alla statura da fantino, sgattaiola nella posizione posteriore infilandosi nella torretta di coda con l'agilità del nano acrobata che si fece volontario per tentare di salvare il povero Alfredino Rampi. A differenza della tragedia di Vermicino, qui Amintore riesce a rattoppare per bene Rumor, che si rimette subito in sella.


Intanto, seppur sforacchiata, la DC inizia a farsi valere. Dopo le prodezze di Cirino"Geronimo" Pomicino, abbiamo Goria che, dal muso del velivolo fa fuori un crucco a ore dodici. Bravi ragazzi.


Stiamo perlustrando dalla torretta del muso quando, di nuovo, il Capitano di Corvetta viene ferito. "Ahhhh! Colpitto mi hanno! Di nuovo! Fate qualcosa! Aiò! Vi spezzo le braccine! Porca di quella tröia!" "Caro amico Don Cecio da Chiaramonti", lo apostrofa Fanfani ridimensionando la situazione "Nessuno è mai morto per aver mangiato insalata, mentre il fuoco ha mietuto fior di vittime: e qui c'è un incendio in corso, se nessuno lo avesse notato." Dalla cabina di pilotaggio, Giulio accende la sua speciale candela per mangiare gli odori, e Amintore impugna l'estintore e doma impavido le fiamme. Forlani, intanto, ha tenuto a bada l'incendio annoiandolo con un suo comizio.


Via! Il focolaio è estinto, e ora dedichiamoci alla riparazione di Cossiga. Attimi di grande tensione, ragazzi. Che Cossiga vuole essere cosciente in tempo per cacciare un po' di bombe sull'odiata Francia, patria di Carla Bruni con cui ha avuto uno scambio di parole molto violente in passato. Siamo arrivati? Dove siamo? Qualcuno lo sa? Taviani, forse?


"E il mare concederà a ogni uomo nuove speranze, come il sonno porta i sogni" ci risponde il Colombiade, e nessuno capisce niente, anche perché la frase attribuita a Cristoforo Colombo in realtà fu inventata per "Caccia a Ottobre Rosso". Interviene dalla cabina radio De Mita: "La bolidiga è dale se brefigura il nuovo, non esisde bolitiga ghe non brefiguri il nuovo". E tutti ci capiscono ancora meno. Andreotti sospira e si tiene fuori da ogni cosa. "Grande, Giù, mitico Giù - lo incalza Evangelisti - Me stanno a venì le bruschette negli occhi, giù".

"Vabbè ho capito - dice Goria - si fanno troppe chiacchiere: bisogna colpire l'evasione e fare altre cose serie per garantire lo sviluppo armonico ed equilibrato del Paese e anche la stabilità della lira. E per garantire tutto ciò scarichiamo un po' di supposte sulla zona occupata." La solita irruenza dei giovani scapigliati e barbuti.


E stavolta non ci perdiamo lo spettacolo dei confetti depositati sul deposito fuori dalla Ville Lumière, anche qui (come Londra in Reach for the Skies) ridotta a una chiazza grigia su uno sfondo verde infinito. "Bour osgiord'ui on a eu àssezz" prova a dire De Mita in un francese zoppicante, e nessuno ci capisce niente. "Ha detto che ora che abbiamo sganciato le bombe possiamo andare a casa" traduce Andreotti per tutti quanti, facendo una metafora coi carciofi. Nel frattempo noterete che uno dei motori è spento perché era in avaria.


Mentre sorvoliamo il resto della Francia, teniamo d'occhio la schermata dei danni: la situazione è quantomeno drammatica. Evangelisti si è fatto male e Cirino Pomicino si è scomodato dalla torretta in cima a rimetterlo a posto concludendo con uno scappellotto sulla nuca. "Vai Frà, come nuovo. Quando torniamo a casa ti do pure una passata di lucido da scarpe!" Ma Evangelisti non è felice: "Giulio mio, perché non mi hai curato tu? Quanto me fai penà a volerte bene!" "Non ti ho mai chiesto di volermi bene." risponde Andreotti. 
"Eh, lo so, ma io te ne voglio lo stesso. E tu in tutti questi anni mai un momento di affetto, mai!"
"Ti ho sempre difeso politicamente, anche quando hai avuto delle uscite incongrue."
"Sì, ma non c'è solo la politica nella vita, Giù... io non sono intelligente come te, certo, avrò commesso delle cose incongrue però ti ho sempre coperto quella parte bassa che viene subito dopo il coccige! Sempre! Sempre. Non te lo dimenticare, Giù."
 "Hai avuto un'altra uscita incongrua, Franco. Perché c'è solo la politica." 
A questo punto interviene Cirino Pomicino. "Andreotti, mi scusi, ma lei è politicamente un ingenuo. Intendiamoci, ingenuità e intelligenza vanno sempre a braccetto."

"Mi stai forse dando dello stronzo?" 

Per tutto il resto del volo cala un silenzio imbarazzato sulla cabina di pilotaggio.


Intanto la DC è sempre più malmessa, con un motore in fiamme e olio che esce da ogni dove. Fortunatamente, a mò di tergicristallo,ci sono degli estintori installati sui quattro motori, ma nonostante gli sforzi di Giulio...


...anche stavolta dobbiamo eiettarci. Fortunatamente ci paracadutiamo sull'amichevole suolo britannico e subito i nativi ci offrono tutti un té. Accogliendoci coi loro sorrisi deformi da secoli di endogamia, i villici albionici ci chiedono di raccontare loro storie di guerra per spezzare noia della loro routine, figlia dell'isolamento e della solitudine interiore delle campagne inglesi. "Mi creda - risponde Andreotti - io so cos'è la solitudine; non è una gran bella cosa. Per il mio ruolo, per la mia storia, avrò conosciuto nella mia vita approssimativamente 300.000 persone. Lei crede che questa folla oceanica mi abbia fatto sentire meno solo?" Ma non fa in tempo a finire la frase che il villico si è già rotto le palle ed è andato a sodomizzare la pecora più vicina.


Beh, intanto per quanto le abbiamo prese le abbiamo anche date! Due raid di bombe andati a buon fine (di cui uno sulla crapa di Carla Bruni) e uno, due, tre... venti caccia della Luftwaffe abbattuti. Non male, non male! Dobbiamo soltanto migliorare un po' l'atterraggio. Prossima missione?

Più tardi.


Ops. Ci eiettiamo anche stavolta ma finiamo sul suolo tedesco e veniamo arrestati dai crucchi. "Insisto che la preferivo quando erano due" dice Il Divo, e i tedeschi non capiscono quello che dice, ma siccome il Divo inizia a parlare di crauti allora subito cinque ufficiali della Wermacht iniziano a esprimere un certo interesse a fare il tesserino della Democrazia Cristiana, che però ricordiamo non essere ancora nata. Beh, attenderemo la fine della guerra, se non veniamo scarcerati prima perché il direttore del campo di prigionia si è rotto i coglioni di sentire gli insulti a lui diretti da parte di Cossiga. Oh beh! Prossimo gioco.

È merda? Ah, in realtà me lo aspettavo, per via del solito bias dovuto alla fecale stampa di settore, nonché del fatto che in effetti la simulazione della vita di un equipaggio di un bombardiere magari non è così eccitante, a parole. E invece no! Anche tenendo tutto in pilota automatico c'è una parte strategica di gestione dell'equipaggio nel contesto della missione che rende il gioco davvero gradevole. Ah non me l'aspetavo (detto con la voce di Francesco Salvi)!
Ci rigiocheresti? Beh, richiede molto tempo e molto impegno questo gioco, cose che in questo momento non ho. Anche avendocele, non credo le applicherei qui. Mi è bastato sapere che è più bello di quanto pensassi e l'illeggibile stampa di settore aveva come al solito torto. Quindi io chiesi di farmi comprare Reach For the Skies che ricordo essere stato valutato "Merda" e magari con questo mi sarei divertito di più. Oppure sarebbe davvero stato troppo difficile da giocare. Non lo so. Comunque no, ora non ci rigiocherei.
È del 1992. È il gioco più bello di sempre? Forse lo pensai quando scrissi il tema sull'Avro Lancaster, e se anziché il B17 avessero fatto un gioco sul Lankie, forse lo avrei ritenuto il gioco più bello di sempre e me lo sarei fatto comprare. Forse. Di certo, adesso non lo è. Carino, ma non mi ha cambiato la vita (in tutti i sensi).

2 commenti:

  1. La tua recensione mi ha fatto sbellicare. Il nome DC e il racconto delle peripezie del suo equipaggio “politico” sono da medaglia al valore. Peraltro molto attuale visto il recente andazzo di “esportare” democrazia a suon di bombe “intelligenti”, che secondo alcuni colpiscono solo bersagli militari, risparmiando le vite di bimbi e civili (discussione avuta su Twitter di una sedicente ragazza che mi accusava di “complottismo“ per cui - dopo questo breve test - il mio account Twitter pubblica in automatico solo i link ai post del blog e ho disinstallato l’app).
    “DC” sgancia le sue bombe ed esporta la democrazia circa ottanta anni prima che si inventassero questa boiata.
    Peraltro i personaggi politici dell’equipaggio hanno fatto a questo Paese un altrettanto meritorio servizio. Tutto (ri)torna.
    Come simulazioni la Microprose era un’azienda leader, per quanto preferissi Spectrum Holobyte con i suoi Falcon e Flight of the Intruder.
    Discretamente presente anche su Amiga (con tutte le sue limitazioni), esprimeva il massimo su PC, che ho potuto acquistare intorno al 1996 per scrivere la tesi di laurea: un 486 con processore Cyrix e 20 MB di hard-disk, Soundblaster 16 e lettore Cd-ROM 2X (installato Ultima VII avevo praticamente esaurito lo spazio).
    Mi piacevano i prodotti Microprose sopratutto per la ricca manualistica cartacea che le grandi confezioni contenevano. Amante del volo “incivile” (cioè se io non abbatto qualcosa non mi diverto), questi prodotti erano una fonte rara di informazione, vista la difficoltà di reperire libri in inglese (in italiano c’era il deserto senza nemmeno i tartari).
    Era un motivo valido per acquistare l’originale.
    All’epoca quindi di questo B-17 potevo solo “sognarlo”, giocavo a F-16 Falcon ed F-19 Stealth Fighter su Amiga; il primo di Spectrum Holobyte immensamente più fedele come simulazione di F-19 di Microprose, decisamente più accessibile e con un modello quasi “arcade”.
    La curva di apprendimento era ripidissima, ma dedicato il tempo che all’epoca non era risorsa scarsa, l’esperienza però decollava una volta imparati la selva di comandi (mi facevo anche delle mascherine ritagliate sulla tastiera con un figlio Bristol).
    F-19 ricostruiva meglio il teatro di guerra e la varietà di mezzi coinvolti; Falcon era uno spettacolo di volo manovrato con duelli serratissimi e un preciso utilizzo delle armi e del radar.
    Ho perciò “vissuto” la tua recensione come l’avrei sperimentata allora. Lunghi tempi “morti” tra il decollo e l’arrivo sull’obiettivo (nonostante la funzione che permetteva di velocizzare il tempo) e - sopratutto alle prime missioni - il rischio elevatissimo di essere abbattuto al primo incontro con i “bandit” senza riuscire a sganciare una bomba. Piuttosto frustrante senza dubbio. Coerente, però, con la realtà. Gli equipaggi di “newbie” non avevano grandi aspettative di ritornare, e nemmeno quelli esperti quando la Flak da 88 li prendeva di mira.
    Ti segnalo un gioco “arcade” per Amiga dal titolo “Lancaster”, un titolo minore in cui la parte di simulazione di volo è assente e si concentra sul ruolo del mitragliere. Praticamente è un tiro al Me-109, peraltro fatto malaccio. Un 3D lento e una grafica al di sotto degli standard Amiga. Una roba raccapricciante, tanto che la ebbi in regalo con uno dei miei acquisti per corrispondenza alla Lago (che distribuiva questa schifezza). Pensa sarò uno dei pochi che ne conserva ancora la copia originale ;)
    Per una simulazione degna del Lancaster esistono dei pacchetti dedicati per Flight Simulator di recente produzione. A mio ricordo nessun gioco è stato espressamente dedicato a questo bombardiere britannico.
    E ora tira fuori il sigaro alla carriera e immaginami che lo stringo tra i denti con il sorriso sardonico del vecchio Churchill dopo la sconfitta dei crucchi.

    RispondiElimina
  2. Orbene, hai vinto il sigaro "alla carriera". Ma non è che ora smetti di postare, eh. La cosa bella di B17 e la sua gestione del team è proprio il immaginare come questo team di gurmi di pixel possa interagire, dandosi una mano a vicenda e creando un clima di amicizia e di "spirito di gruppo" come potevamo immaginarci guardando film tipo "Memphis Belle" o "The Dambusters". Però sì, appena si arriva sulla contraerea nemica il cameratismo va a quel paese perché subito veniamo ridotti a emmental volante.

    Lancaster non l'ho mai provato, e scopro ora che anche per PC c'era "the dam busters" della Accolade, ma effettivamente paiono entrambi ingiocabili.

    RispondiElimina

Sicuro di aver letto bene il post? Prima di postare, rileggi.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...