lunedì 27 dicembre 2021

Nello spazio nessuno può sentirti cagare - un rapido assortimento di giochi di astronavi e affini

Al di là del crasso e prosaico titolo di questo articolo mi sembra giusto approfittare del buio della stagione per parlare del i giochi ambientati nello spazio che per qualche ragione non sono degni di un articolo tutto per loro. Magari perché sono troppo corti, o più probabilmente perché non è che abbia poi tutti 'sti ricordi o tutte queste storie da raccontare connessi ai suddetti giochi. Lo sapete ormai che questo blog è un esercizio di purificazione interiore, in cui mi piace giocare con la psicologia sociologia, epistemologia e tante altre parole difficili che nascondono quanto mi stanno sul cazzo i vecchi di merda, attaccando queste mie riflessioni alla cosa dell'infanzia che conosco meglio, cioè appunto i videogiochi. L'effetto collaterale è che chi viene qui per leggere di videogiochi si annoia con tutte le parti di riflessioni psicosocioepistemologiche. Chi viene qui per le riflessioni psicosocioeccetera, non credo sia particolarmente interessato ai videogiochi, quindi insomma né carne né pesce, l'esatto posto dell'effetto Barnum.

ovvero quel fenomeno che fa sì che ci facciamo accompagnare da nani


Ciononostante, eccoci qui, alla fine del quinto anno di blog, in vista di un sesto anno che non verrà completato causa tavò, a parlare dell'immaginario collettivo di noi bambini cresciuti da figli unici (Mia sorella è nata che avevo 7 anni), in famiglie benestanti durante gli anni 80.

sabato 25 dicembre 2021

Tavò

Fino a quando non ho cominciato a farmi quelle domande che fanno male ma servono per crescere, era mia ferma convinzione che il più bel Natale della mia vita, e il giorno perfetto, fosse stato il 25 dicembre del 1987, quando avevo 5 anni.  Sarà che sono passati così tanti anni che i ricordi sono sfumati in una serie di quadretti e di immagini sfumati con effetto "vignette", sarà che non mi sono troppo incazzato e quindi i ricordi si sono fissati di meno, secondo la mia ben nota teoria: forse avrei dovuto scrivere un diario, ma non ho mai avuto la costanza di farlo per più di pochi due giorni. Quella mi è arrivata in età matura, quando sono riuscito a tenere duro per ben 5 anni con un blog che, come avrete capito dal titolo di questo articolo, si accinge comunque ad entrare nella sua fase conclusiva.

vignette

Forse il fascino che ha per me quel Natale in particolare è perché in quel momento comincia la mia vita informatica. Troppo presto, dirà successivamente il me stesso più grande. Ma diciamo che al di là della scommessa sull'enfant prodige, il computer che ci trovammo in casa era stato portato da Babbo Natale per tutta la famiglia. Babbo Natale che peraltro non esisteva, perché già mi era stato detto chiaro e tondo che Babbo Natale sono i genitori E QUINDI NON FARE L'INGRATO E COMPORTATI BENE. 

lunedì 20 dicembre 2021

The Curse of Monkey Island

Vorrei dirvi che l'ultimo gioco che mi è stato preso originale mi è stato preso per Natale, visto che siamo vicini a Natale. In realtà, facendo una ricostruzione con la data d'uscita in Europa, direi che è più probabile che sia stato il compleanno, cosa che comunque casca a fagiolo perché oggi è il compleanno di mio figlio. (Non l'ho fatto apposta, ovviamente). 

Per qualche ragione ero sicuro che fosse stato per Natale, ma insomma sticazzi: il fatto è che a posteriori, di sto regalo me ne sono un po' vergognato, visto che non è che fossi proprio piccolo e mi ero fatto regalare una scatola di cartone con stampate sopra delle immagini in stile cartone animato e con il logo della CTO. 

più o meno questa era la direzione intrapresa

Ma immagino ne valesse la pena per questo gioco, visto che come tanti della mia generazione per anni sono stato dentro il culto della personalità nei confronti di Ron Gilbert, che ci portava a venerare come un totem tutti gli adventure al punta e clicca che avessero i pirati e non fossero quella gran cacata del tie-in di Hook, della Ocean.

Il fatto che Ron Gilbert si fosse levato dai coglioni della Lucasarts perché non aveva abbastanza soldi controllo creativo sulla sua proprietà intellettuale (gesto che mima la masturbazione maschile) ci aveva fatto quasi perdere la speranza che si avverasse il sogno del terzo episodio della saga di Monkey Island.

lunedì 13 dicembre 2021

Diablo

Pur nel mio essere molto critico nei confronti della scarsa apertura mentale del mio entourage ai tempi in cui ero bloccato al Vecchio Paese, una cosa gli riconosco, non sono mai cascati nella stronzata che i videogiochi con cui mi rincoglionivo mi portassero sulla strada del satanismo. E sì che i media ci provavano a fare il collegamento, loro, così vogliosi di inseguire l'audience dando credito alle più stupide stronzate, per poi meravigliarsi anni dopo che a forza di martellare la gente ci crede e impazzisce. Qual bizzarro accadimento!

Report è "le iene" per quelli che si fanno meno di tre seghe alla settimana

Ed è stato anche per quello che quando la Blizzard ha detto "ok amici, Warcraft è bello e tutto quanto (opinabile) ma vediamo di fare anche qualcos'altro!" producendo così un gioco chiamato (glom) Diablo, le fecali riviste di settore subito immaginarono eserciti di madri preoccupate che avrebbero chiesto a gran voce la censura del gioco. In realtà il consenso collettivo dei cosiddetti "normies" fu un gargantuesco "chissenincula", anche perché i media italiani del 1997 secondo voi si sbattono a fare ricerca? Bella cazzata! Hahaha!

lunedì 6 dicembre 2021

Metti un tigre nel computer! Altered Beast, Robocop, Ninja Gaiden e le loro patetiche versioni handheld

 Oggi è il 6 di Dicembre, e questo vuol dire soltanto una cosa: domani sarà il 7 di Dicembre.

"Se uno lavora molto, si stanca parecchio. Chi lavora poco, viceversa, secondo me, si stanca molto meno."

Ora, cosa voglio dire con tutto questo? Presto detto: per me il 7 Dicembre è un giorno importante, perché quando ero bambino il 7 Dicembre si stava a casa da scuola: era il patrono. "No aspetta, ci hai menato il tarello per più di trecento post sul Vecchio Paese, la rivoltante realtà provinciale, e alla fine salta fuori che sei milanese?" Ebbene no cari amici! Fino a un certo punto il 7 Dicembre è stato anche il santo patrono del V.P., ed è inutile che lo andiate a cercare, a meno che non sappiate come si chiama il V.P. (e se lo scrivete nei commenti ve lo cancello) non c'è scritto da nessuna parte. Ma onestamente, importa sapere qual è il nome del Vecchio Paese? Importa? No! Anzi, è controproducente! Perché il Vecchio Paese è un test di Rorschach, ognuno ci vede il suo e ci si identifica, quando è necessario farlo! Se non vi ci identificate, è molto probabile che non stiate leggendo questo blog, perché io penso, anzi mi auguro, che a furia di aver decostruito le vostre cazzo di bruschette negli occhi non veniate qui per cercare validazione di un passato che oramai non esiste più. Cazzo, lo diceva pure sant'Agostino, che non è il santo patrono del Vecchio Paese! 

lunedì 29 novembre 2021

Sam & Max: Hit the Road

Che anno che fu il 1993 per i fan delle avventure grafiche della Lucasarts, eh? In estate esce Day of the Tentacle ed è polluzione collettiva, in autunno esce il gioco di oggi e intere prostate di redattori della fecale stampa di settore si svuotano all'unisono, presagendo un periodo refrattario da cui la casa di Gozzo the Hutt non si ripiglierà mai del tutto. Ho fatto una metafora disgustosa, e quindi ora sarò costretto a espettorare i trivia che certuni tra voi lettori che hanno il quoziente intellettivo di una tanica di merda si aspettano e mi faranno il broncio via Whatsapp perché non ho trattato questa pietra miliare del gioco d'avventura

il fatto che sia Tom Hanks a farlo rende il gesto meno scurrile


con il dovuto rispetto. (Spoiler alert scritto alla fine della stesura di questo articolo: a 'sto gioco gli dò pure merda. Forse sarà per bastiancontrarismo, forse no, ma così è. Potete pure smettere di leggere, se volete).

lunedì 22 novembre 2021

Magic: The Gathering

C'è stato un periodo della mia vita in cui una cosa di cui sentivo molto la mancanza è avere un fratello o, ancora meglio, un cugino più grande: tutto questo prima ancora che venissi a conoscenza del noto brano di Elio e le Storie Tese in cui il cugino più grande viene dipinto come una specie di superuomo che ha vissuto ogni possibile esperienza che un essere umano possa concepire. I miei amici che avevano i cugini influencer ante litteram avevano come vantaggio di parentela il fatto che venissero a conoscenza di tutte le nuove mode di quella grande scientificazione e commercializzazione dello svago che era la nostra vita. C'erano i fratelli/cugini che magari avevano fatto l'iscrizione al club di pirataggio del software e trovavano i videogiochi che per noi costavano 99.900 lire (135.000 se distribuiti da Halifax), c'era persino quello con il cugino all'estero che aveva il cavo magico con cui trasferire i videogiochi dai cabinati del bar al PC.

All'inizio degli anni 90 un cavo MicroUSB in effetti sarebbe stato visto come magico

L'unico che non aveva cugini superuomini nietzcheani (pron: niciani) ero dunque io, un po' perché dal ramo materno c'era una lunga fila di figli unici quindi zii e cugini, poca roba. Tra mio padre e i parenti stretti, a proposito di figli, c'era una grandissima forma di competizione. A partire da chi dava il nome più altisonante fino ai vari cosiddetti "achievement", che vanno dallo spannolinamento ai voti a scuola, alla laurea, al lavoro, la posizione sociale, tutte queste minchiate qua. Chiaro che in questo ambiente, con il nemico io mica ci fraternizzavo.

giovedì 18 novembre 2021

La proustiana-winnicottiana stampa di settore: PC Action 4 (Settembre 1992)

Ho parlato più volte in questa sede di quella che Donald Winnicott definisce "la paura del crollo". La paura del crollo è quella specie di tara mentale che ci portiamo dietro quando abbiamo subito, appunto, un crollo: e che cos'è un crollo? Beh, secondo Winnicott, il crollo è quando nella nostra personalissima storia c'è stato un momento in cui le cose sono andate tutte un po' a puttane. E la conseguenza non è quella che potremmo immaginare, e cioè che si sta di merda e non ci si ripiglia più, perché effettivamente, l'essere umano ha una resilienza molto notevole. Al punto che un sacco di imbecilli si fanno il tatuaggio con su scritto "resilienza" ma questa è un'altra storia. 

facile essere resilienti quando sei il rampollo ritardato di una famiglia di plutocrati che si fa passare una paghetta molto ampia per evitare di fare danni nell'azienda di famiglia

Dicevamo, il crollo. Quando questo avviene, spesso accade che per via della sovramenzionata resilienza, lì per lì la cosa non ci tange minimamente. Il che è una figata all'apparenza, ed è principalmente dovuto al fatto che per centinaia di migliaia di anni i meccanismi evolutivi hanno premiato chi già nel breve termine, a fronte di una catastrofe, se ne sbatteva i coglioni e subito si rimetteva in carreggiata, per quanto potesse. 

lunedì 15 novembre 2021

Theme Hospital

Un blog molto migliore di me, The Digital Antiquarian (www.filfre.net) dice una cosa molto intelligente, a proposito di Peter Molyneux e della Bullfrog. E cioè che è vero in qualche modo i ragazzi della Bullfrog sono stati dei pionieri, ma allo stesso tempo hanno subito un destino che è l'esatto opposto di quello dei pionieri, quando qualcuno esplora nuovi territori spesso finisce per fallire miseramente ai primi tentativi, magari non viene riconosciuto in vita e ottiene una celebrazione soltanto postuma. 

io ci spero sempre che abbia il riconoscimento che merita in vita, eppure il pubblico non capisce un cazzo (trovate tutto qui, e per favore leggetelo che è molto bello)

Beh, con la Bullfrog è stato l'esatto opposto. Ogni volta che usciva uno dei loro balocchi, subito la fecale stampa di settore (e quindi anche noi che seguivamo quei deficienti come i bambini della città di hamelin) andava tutta in visibilio.

lunedì 8 novembre 2021

Dinotopia

Uno dei più grandi misteri che avvolgono il mondo dell'infanzia è per me la fascinazione che hanno i bimbi per i dinosauri. Uno dice "Sono grossi", sì, ma anche le balene sono grosse e non è che le si caghi tanto. Uno dice "Sono estinti e misteriosi" vero, ma anche il tilacino è estinto, e se chiedo che cos'è un tilacino tutti dicono "ah boh". "Oh che due coglioni anche tu, eh, sono semplicemente fichi!" e in effetti avete ragione, il dinosauro come concetto è ESTREMAMENTE fico, ma il perché l'inconscio collettivo lo ritenga fico è una cosa che mi sfugge! Quello che posso dire è che Spielberg non si è inventato niente, perché quando tutti venivano nei calzoni per Jurassic Park io e i miei amici Ivano e Porro, che eravamo hipster ante litteram, sbadigliavamo perché dove cazzo erano quelli là quando noi ci pasticciavamo felici coi Dino Riders? I Dino Riders! Quelli si che erano dinosauri, con l'elmo psicomagnetico, i cannoni, e il movimento motorizzato a pile "Torcia"!

e un cartone animato che faceva stracagarissimo

Ecco: i miei figli, che non hanno né visto Jurassic Park ne hanno giocato con i Dino Riders, a loro volta ritengono i dinosauri esternamente fichi come concetto, quindi mi chiedo se non sia qualche altra istruzione di base cablato nella parte più rettiliana del nostro cervello, quella dei riflessi condizionati più basilari che hanno, come unico scopo, quello della sopravvivenza. Chissà! Magari lì è conservata una memoria ancestrale di quando i nostri antenati dei nostri antenati dei nostri antenati dei nostri antenati magari avevano qualche scaglia in più, denti aguzzi, e sangue freddo! O le piume.

lunedì 1 novembre 2021

Rebel Assault 2

"Nel paese degli orbi il guercio è re", mi viene in mente quando ripenso a questo gioco. Lo so che detesto proverbi e ogni forma di saggezza popolare contadina espressa sotto forma di motti di spirito testati per cent'anni da una commissione di saggi che, in questo caso, andava in giro a cavare gli occhi a intere popolazioni salvo uno che veniva accecato parzialmente, e verificare se quest'ultimo fosse nominato sovrano per acclamazione. Adesso che cosa c'entra tutto questo con Guerre Stellari ve lo spiego, ma è un po' legato alla mia storia personale, un po' legato al gioco in sé. 

Hail to the king

Cominciamo dalla parte di storia personale, vi va? Insomma, questo gioco lo presi originale, assieme a The Dig, in edizione economica "Edicola di CTO". Il negozio era gestito dallo stesso tizio che aveva il negozio attaccato alle Poste in cui avevo visto Need for Speed durante un periodo di astinenza ludica, e ora che ero sprofondato nella sfiga il negozio si era spostato alla frazione del Vecchio Paese dal nome abbastanza ridicolo. Ciò non mi impedì di passarci e di appropriarmene, sempre per lenire ol senso della sfiga che mi avvolgeva, e sopra stare 'sti giochi tutto il pomeriggio.

lunedì 25 ottobre 2021

The Dig

Per un lunghissimo periodo di tempo, direi dal 1988 fino al 1998 (e in 10 anni a quei tempi nell'informatica è cambiato TUTTO) le avventure della Lucasfilm/Lucasarts hanno scatenato vistose erezioni nelle fecali redazioni della fecale stampa di settore. Un po' per asservimento, un po' per fanboyismo, un po' per ragioni che non sappiamo, c'era questo comandamento per cui, quando dallo Skywalker Ranch cacavano in una scatola di cartone il risultato era sempre qualcosa per cui stracciarsi le vesti piangendo di gioia come se fosse la seconda venuta del Messia.

 o la prima comparsa della fregna, fate voi

Poi a proposito di messiiii (ci sta come plurale?) la cosa iniziò a rompersi nel 1992, quando il venerato santone Ron Gilbert mandò tutto affanculo perché gli uscivano pochi soldi, lasciando un grandissimo "cliffhanger" sulla saga di Monkey Island. 

lunedì 18 ottobre 2021

Heimdall 2

L'avevo promesso? Onestamente non ricordo di averlo promesso. Un secondo che controllo. No, in realtà non l'ho promesso che ci avrei rigiocato, ma tant'è. Mi sembra giusto rigiocare al gioco di oggi, pur essendomi dovuto sorbire il prequel. Un trattamento del genere (fare almeno due giochi uno il seguito dell'altro nel giusto ordine) l'ho riservato soltanto a saghe ben più note, ma si sa, questo blog non è un'osservazione completamente acritica e priva di polarizzazione da parte mia. 

Che cosa sto dicendo? Ah semplice. Dopo aver giocato per la prima volta al primo Heimdall in questa sede, ora tratto il seguito. Chi di voi ha una memoria eidetica per le puttanate noterà che ho scritto nell'articolo su Litil Divil che a Heimdall 2 non ci ho giocato. Ebbene, era un errore, ovviamente, a Heimdall 2 ci ho giocato un po', in un periodo non tanto distante da quello in cui mi intristivo coi giochi "lenitivi" delle ultime settimane. In realtà, non usavo Heimdall 2 per lenire la sensazione di sfiga, ma era una fase precedente: un semplice passatempo da sorbirmi quando i compiti a casa erano pochi, nel freddo della camera in cui stava il PC, nella casa del Vecchio Paese scarsamente illuminata dal malaticcio sole invernale della bassa padana. Ad alzare il riscaldamento si davano più soldi ad Acoser (di lì a poco Seabo) e quindi un maglione di lana in più e via andare, con il naso che potrebbe staccarsi da un momento all'altro perché è praticamente congelato. 

Raffreddamento del pc alla maniera della Misteriosa Anima Russa™

E dunque, quando penso a Heimdall 2 mi viene in mente il freddo nelle ossa. 

giovedì 14 ottobre 2021

The Ultimate Tabboz Simulator

 Per la rubrica "Atelier culturale" di oggi, cari amici, impariamo qualcosa che il mondo accademico non sempre insegna. Oggi impariamo a stare al mondo. Sotto questo unico "ombrello", imparare a stare al mondo, erano raggruppati tutti quelli che adesso vengono chiamati gli soft-skill, ovvero tutto ciò che non è strettamente necessario allo svolgimento di un lavoro o che non può essere perfettamente valutato con un voto a scuola. Eh sì, perché come già detto più volte in questa sede, a un certo punto della mia pre-adolescenza mi sono scoperto essere un grandissimo sfigato, totalmente incapace di rapportarsi agli altri. Oddio, non è che io sia mai stato particolarmente popolare, per carità. In qualche modo, prima di quella che io chiamo la grande biforcazione, e che lo psicologo francese  Christophe Dejours chiama la sovversione libidinale, diciamo che un minimo simpatico anche per la semplice ammirazione che il mio essere un enfant prodige suscitava negli altri miei coetanei.

Molto libidinale anche la pettinatura

Esistevano logiche quasi calcistiche, per cui certi miei compagni si vantavano che io fossi in classe con loro e non nelle insopportabili classi degli altri. Questo accadeva di solito ai saggi di Natale o di fine anno quando davo sfoggio delle mie capacità musicali coltivate, grazie anche a PIANOMAN.COM

lunedì 11 ottobre 2021

TFX

"Giochi a cui avevo giocato e a cui avrei voluto giocare" è il requisito per essere, ogni lunedì mattina, oggetto di un'articolessa prolissa, autoreferenziale e un po' autocommiserante sul blog dell'Ex Videogiocatore. E poi sono giochi come questo qui di oggi. Ci ho giocato, ma cascasse il mondo se non mi ricordo dove caspita lo avevo reperito. L'articolo su TFX avrei voluto scriverlo da un bel pezzo. Anzi, forse volevo scriverlo ancora dai tempi in cui ai miei articoli mi riferivo chiamandoli "recensioni" (cosa che non sono).

Insomma, non mi ricordavo proprio dove lo avessi trovato e quindi lo rimandavo, e rimandavo, e quindi ora cosa è cambiato? Beh, semplice, ho fatto un lavoro di regressione entrando in uno stato di trance che mi ha fatto riscoprire come mai fossi certo di averci giocato e come mai non ricordavo altro. 

tipo così?

No, in realtà vi sto prendendo per il culo: non ho fatto nessuna regressione, nessun trip acido con flashback incluso. 

lunedì 4 ottobre 2021

Afterlife

Visto il nome e il contenuto del videogioco di oggi, magari molti di voi si aspettano che parta con un pippone infinito di riflessioni sulla vita, sull'aldilà, e sul perché in realtà La Divina Commedia è un'opera politica il cui autore snocciola tutti i suoi sentimenti di vendetta mai sopiti. Beh, in realtà questa è una scelta che avevo ponderato per tipo 2 secondi, ma poi ho lasciato perdere, sopraffatto dal tavò. In realtà, commenti danteschi a parte, che non essendo io sufficientemente toscano non posso permettermi, è sempre andare a infilarsi in un ginepraio quando si toccano certi argomenti legati alla religione e alla politica. Lo avevo già detto tipo un'era geologica fa, nell'articolo su Space Crusade (ve lo ricordate?)

una pacata discussione di religione e politica


Quindi, di andare a toccare temi come la teologia sinceramente non me la sento, anche perché si rischia sempre di fare la figura del ragazzino di prima liceo che scrive sul diario qualcosa che crede incredibilmente profondo, e una ventina d'anni dopo lo ritrova, lo legge e dice "Mamma mia, che coglione." Quindi no, niente di tutto questo.

lunedì 27 settembre 2021

Death Rally

Se avete letto il blog dell'ex videogiocatore a sufficienza, saprete tutti che in un certo periodo della mia vita avevo una certa smania di completismo nei confronti dei videogiochi della Apogee. Beh, il gioco di oggi non fa differenza: in più ha il fatto che è uscito dopo i "vecchi classici", proprio in quel periodo in cui stavo lavorando, retroattivamente, alla mia smania di completismo. Ero più o meno riuscito ad accaparrarmi tutti i vecchi giochi pubblicati dalla casa di Garland, Texas, e quei PaZzErElLiH di giovanotti osavano continuare a fare uscire nuovi giochi, e quindi io che come voi saprete ero un videogiocatore pezzente, dovevo tenermi in pari.

Con quale gioco noi PaZzErElLiH ragazzi Apogee stupiremo l'ex videogiocatore oggi?


Fortunatamente, a mio favore giocavano due cose.

giovedì 23 settembre 2021

Impariamo l'inglese con l'ex videogiocatore (ma senza quel cazzo di birignao autocompiaciuto)

Conosco la lingua inglese più o meno bene da quando ho memoria: nel senso che non riesco a ricordarmi il periodo della mia vita in cui sentivo delle parole in inglese o leggevo delle scritte in inglese e non avevo idea di che cosa significa, un po' come accadrebbe adesso col cinese. Per questo devo ringraziare mia mamma, che nella sua vita precedente alla pensione è stata insegnante di inglese alle scuole alle scuole medie.

Questo ha fatto sì che, anche per il fatto che il giovane rampollo doveva essere un investimento, oltre che un motivo d'orgoglio per la famiglia, fin da quando ero all'asilo mi venisse insegnata la lingua d'Albione. La spinta a quella che anni dopo sarebbe stata la prima delle tre "i" della scuola secondo il berlusconismo (inglese, informatica, impresa) fu così forte che all'asilo che frequentavo, quello gestito dalle suore, mia mamma si mise d'accordo con le monache in modo da venire a farci qualche un'ora settimanale di lezione d'inglese pro bono.

Siccome non sapevo che immagine metterci, ecco il libro di inglese che avevo alle superiori, con la prof che parlava uno strano mix anglopugliese con cui perculava il povero Alessandro C. (quello dei simboli fallici disegnati sui libri e incisi sui banchi col cutter)

La cosa che più mi faceva strano di questo era il fatto che dovessi chiamare mia mamma teacher, come tutti gli altri, ma non ho brutte memorie di questo, anzi.

Non vivendo io in Italia, ho la fortuna di avere i figli bilingui, perché oltre all'italiano con noi parlano la lingua del paese in cui ci troviamo e spesso veniamo corretti quando ci esprimiamo nella lingua degli abitanti natii. La cosa ci fa sorridere e la troviamo anche piuttosto ovvia. Negli anni 80, invece, un bambino dell'asilo che parla anche inglese era un po' visto come un fenomeno da baraccone.  Ma non sono sicuro che nella mia famiglia d'origine l'obiettivo fosse quello di sbandierarmi come un freak da circo a un pubblico adorante. No, a posteriori penso che l'idea fosse più quella di far sì che mi portassi più avanti possibile sin da subito nella grande escalation di successi che sarebbe stata la vita di un bambino moderatamente intelligente della metà degli anni 80: un'eterna competizione tesa a essere sempre il migliore di tutti, e si fotta tutto il resto: una costruzione della piramide di Maslow fatta a partire dalla punta, insomma.

lunedì 20 settembre 2021

Gobliins! 2: The Prince Buffoon

Che ci crediate o no, la Coktel Vision è la software house della quale ho avuto più giochi originali in assoluto, prima che le software house iniziassero a capire il difficile concetto di "edizione economica". Voi direte "ma come? la maggior parte delle volte che hai toccato un gioco della Coktel, gli hai dato merda e la fecale stampa di settore non era mai stata particolarmente generosa nei confronti della software house transalpina! C'è qualcosa dietro oppure sei semplicemente un coglione?" 

*con forte accento riminese* Ah dì! sono un coglione.


In realtà sono vere entrambe, io sono un coglione e questo è assodato (non starei a scrivere un blog lungo come la malannata a tema "videogiochi di merda" per inseguire il sogno della purificazione interiore). Ma è anche vero che non è che esistano solo i giochi puramente a scopo ricreativo, nel portafoglio della software house di Meudon. No. No, in realtà la Coktel Vision, era soprattutto specializzata nella produzione di giochi educativi, che costituivano a un certo punto il 60% del suo fatturato. Aveva anche stretto un accordo con il ministero della pubblica istruzione francese per portare l'informatica nelle scuole. Ah, che chimera ragazzi! Avercela  avuta una cosa del genere quando andavo alle elementari alle elementari al Vecchio Paese! Dico le elementari perché il l'acquisto en masse (si fa per dire) di giochi della Coktel avvenne quando avevo il computer PC IBM compatibile da pochissimo (parliamo del 1990) e i miei genitori erano ancora convinti che con il computer ci si potesse studiare bene. Ho imparato un sacco di cose che mi sono state molto utili, come sapete dagli articoli taggati come "atelier culturale", ma da quei giochi "educativi", insomma... Diciamo che è un pochino un eufemismo, per una ragione che vi spiego tra poco.

lunedì 13 settembre 2021

Interstate 76

Siamo tutti d'accordo che il nostalgismo non è un'invenzione degli ultimi anni, anzi. Già Virgilio ella qarta egloga auspicava la venuta di un non ben definito puer che avrebbe causato il ritorno di un'età dell'oro non dissimile da quella celebrata dagli antichi miti (e il fatto di aver auspicato la venuta di un fanciullo che ci avrebbe salvati tutti fece guadaganre a Virgilio la possibilità di fare guida turistica dell'Oltretomba, irridendo tutti quelli che bruciavano e soffrivano. E dici poco!)

non ragioniam di lor, ma digli SUCA

Circa un migliaio di anni più tardi, Miguel de Cervantes prendeva un po' per il culo una certa nobiltà spagnola decaduta la quale sognava di vivere ancora nell'era dei poemi cavallereschi: anche qui, il fatto che si chiamassero "poemi" mi faceva intuire che proprio cronache della realtà del tempo non fossero, ma erano semplicemente vaghe immagini di un passato idealizzato e le cui parti peggiori erano state convenientemente dimenticate. 

lunedì 6 settembre 2021

3-Point Basketball e Home Run Derby

Una delle sorgenti principali di videogiochi da cui mi sono abbeverato nei miei anni da videogiocatore è il cosiddetto "shovelware". Ne ho parlato più volte, ma in realtà non mi sono mai tanto soffermato su che cosa significhi. "Shovel" in inglese significa "pala", e l'immagine è quella di un publisher che deve riempire un CD e quindi gira per le BBS, CompuServe e Internet (al tempo iniziava ad essere più di massa) scaricando roba shareware, demo, e tutto quello che poteva capitargli a portata di GetRight (ricordate?) e una volta raggiunti i 500 mega (ma a volte anche 300 erano sufficienti, tanto chi controllava?) si bruciava tutto su CD.

non così però

C'erano i CD di shovelware fatti alla cazzo di cane con le prime cose che capitavano sotto mano, ma persino nella merda ci si può trovare una certa qualità: c'erano dei CD di shovelware a cui ero particolarmente affezionato: erano quelli i cui curatori facevano anche un certo lavoro di selezione, sto parlando, ad esempio, del C con tutta la roba possibile della Apogee e della Epic la plurimenzionata rivista tedesca tradotta malissimo che comprai in una vacanza molto molto sfigata.

lunedì 30 agosto 2021

UFO: Enemy Unknown

Corre l'anno duemila, l'anno del cambio di millennio, dell'ingresso nel futuro, dell'apocalisse informatica sventata, del "quanto tempo è ormai passato dal lontano 0", e inspiegabilmente la fecale tv generalista italiana scopre che esiste pure il futuro! O meglio, capisce che col cambio di millennio, per un breve periodo, forse l'italiano medio può permettersi di avere un senso del futuro anziché ripiegarsi in posizione fetale in un nido fatto della bambagia di ricordi e di bruschette negli occhi, e può sperare che i tempi futuri facciano entrare l'umanità in una nuova età dell'oro. 

età dell'oro

Peccato che in quel periodo la fantascienza ha assunto toni cupi e molto "edgy" (vedasi quella fumante cacata di Matrix e no, non sto trollando, ci credo davvero) e la fiducia nel futuro è già crollata prima di essere salita. Ma oh, far vedere Matrix sulla tv in chiaro costa, e quindi, facendo un discreto paradosso, i palinsesti scavano dagli archivi e tirano fuori roba di fantascienza vecchia di secoli, che in fondo non è così male come scelta: non fosse una roba dettata dal braccino corto di Rai, Mediaset e CecchiGori (al tempo quello c'era) direi che era un'ottima idea per dare alla gente quel senso del futuro che il cambio di calendario, unito a uno zeitgeist sazio e disperato senza più grandi obiettivi, richiedeva così tanto. 

lunedì 23 agosto 2021

Flying Corps Gold

Il videogioco di oggi è un gioco cosiddetto "balneare". Nel senso che era stato comperato al mare per compensare ha una totale assenza di vita sociale. Correva l'anno 1999, quindi non ero proprio un bambino: fortunatamente era una delle ultime volte che facevo il mese in Riviera con la famiglia, ma non lo sapevo ancora e tenevo duro dedicandomi alla principale attività marittima del tempo: sfogliare le pagine di Corriere dello Sport Stadio per vedere chi aveva comprato il Bologna.

Non inquadrati: Arnautovic e Kevin Bonifazi

Persino da quel punto di vista subivo delusioni: mezza difesa (Antonioli, Rinaldi, Mangone) ceduta alla Roma, Kennet Andersson partito per la Lazio (sarebbe tornato pochi mesi dopo) e al suo posto il potenziale fenomeno (ma più probabilmente grande occasione mancata) Nicola Ventola, più famoso per l'allora la fidanzata dall'etnia piuttosto mista che per ciò che aveva realmente dimostrato da un punto di vista calcistico (e infatti fece cagare). In porta arrivò il Gatto di Casalecchio Gianluca Pagliuca, che al tempo credevo bello che bollito (e questo la dice lunga su quanto ne capisco di calcio), e a centrocampo il gradito acquisto dall'Inter di Zé Elias, precedentemente del Corinthians Paulista (la mia seconda squadra per ragioni che ho detto due settimane fa) il quale aveva come bonus la somiglianza fisica con il vostro ex videogiocatore, e quindi magari avrei potuto essere scambiato per lui. Amedeo Mangone detto il Thuram bianco fu sostituito dall'anonimo Giulio Falcone e dalla primavera fu promosso Cristian Zaccardo che tra tutti questi è uno di quelli che se l'è cavata meglio (lo tenemmo pochissimo, però).

giovedì 19 agosto 2021

L'introduzione di Reunion

 "Ehm, scusi? Che danno stamattina?"


"Reunion, della Merit (pubblicato da Grandslam)!"

"Reu...re...un...di nuovo? Ah bene, bene".

"Vadi, vadi."

lunedì 16 agosto 2021

Reunion

Come ogni lunedì mattina, il lettore medio del blog dell'Ex Videogiocatore, pur potendo usufruire delle comodità offerte dallo smart working, si ostinava ad alzarsi tragicamente in attesa delle ore 7, il momento in cui il nuovo articolo della settimana veniva pubblicato. Ogni settimana il lettore medio si svegliava pieno di speranza di vedere soddisfatto il proprio confirmation bias e trovando qualche gioco a lui noto, e subito si sedeva davanti al PC con un bel piatto di bruschette all'aglio per colazione.


"Avanti, dai cazzo! PC Calcio 6.0! Final Fantasy 7! Almeno Starcraft, dai!"
*drrriiiin*


"Sì...? Sì....? Oh."


"Ugo, era l'Ex Videogiocatore al telefono. Mi ha detto che oggi pubblica un articolo su un videogioco del 1994... ungherese."

"NO!"


"...ma coi sottotitoli in italiano!"

"NNNNNOOOOOOOOOOOO!"

lunedì 9 agosto 2021

Hyperblade

Ci avete mai fatto caso che gli sport più seguiti dal grande pubblico, sono tutti di antiche ideazione, almeno un secolo circa? Sarà forse che il mondo dello sport è quello in cui la reticenza al cambiamento è più alta, e a tal proposito non posso non pensare ai gadget della squadra del Corinthians Paulista che il mio compianto zio brasiliano era solito spedirmi. Uno di questi era una pergamena incorniciata da appendere in casa. Probabilmente in una casa stile favela, nonostante lo zio abitasse nel quartiere più chic di San Paolo, la cosiddetta Beverly Hills sudamericana. Beh questo quadretto riportava il logo della squadra, e un proverbio in portoghese in cui si diceva che l'uomo cambia moglie, cambia auto, cambia casa e può cambiare persino di sesso, ma di certo non cambia squadra del cuore. 


Non viene specificato se si può cambiare il padrino dei propri figli

Quindi sì, possiamo dire che il mondo dello Sport da spettatori sia qualcosa di estremamente conservatore. Chi sarebbe mai interessato a vedere, chessò, una partita di Ultimate Frisbee? (esiste, che ci crediate o no, e c'è gente che ci gioca). E non a caso l'unica eccezione alla regola degli sport da spettatori di recente invenzione che non hanno alcun successo di pubblico non praticante. Sono proprio gli e-sports, ovveri guardare gente che si smazzuola avvicendevolmente ai videogiochi. 

lunedì 2 agosto 2021

Mi piace l'odore della merda di mattina, profuma come di videogiochi di elicotteri

Se c'è un mezzo di trasporto militare che mi lascia indifferente, ebbene quello è l'elicottero. Già ho riportato, ai tempi dell'articolo su Simcopter, l'opinione in proposito dell'amico e collega Beppe D. il quale sostiene che l'elicottero sta in aria perché fa così cagare che la terra lo repelle. Ora, io mi sono esaltato per i simulatori di volo esattamente come ogni figlio degli anni 80 che si rispetti, ma da qui a intraprendere una guerra ideologica tra i velivoli e gli aerogiri ce ne vuole. Quello che posso dirvi è che degli elicotteri me ne sono sempre abbastanza sbattuto i coglioni, e questa volta pure senza remore. D'altra parte, a differenza dei carri armati, la cui irrilevanza nei miei confronti l'ho riportata qui, non avevo un nonno che costruiva elicotteri, quindi potevo benissimo sbattermene i coglioni. 

Visto che ero strapieno di giocattoli, esisteva qualcosa che poteva stimolarmi la passione per gli sbattiuova semoventi? Un secondo che controllo!

fettunte negli occhi, ex videogiocatore!

Ebbene sì, di quei giochini che premendo un tasto partiva una molla e si trasformavano in improbabili installazioni militari, oltre che il carroarmato, già menzionato nell'articolo su Pacific Islands, c'era pure l'Apache AH-64, con una livrea abbastanza inguardabile. 

lunedì 19 luglio 2021

giovedì 15 luglio 2021

Il blog dell'ex videogiocatore spiegato con un meme già trito

 


Mi è stato detto che a volte sono troppo convoluto quindi cerco di semplificare. Se immaginate il "MAROO KE RICORDI XD" pronunciato con un autocompiaciuto birignao, allora ci siamo. Intanto io sono in ferie e se non vedete la pagina del bignami aggiornata per un po', sapete che sono a grattarmi le palle da qualche parte, possibilmente disconnesso. Va da sé che la programmazione dei post del lunedì non verrà interrotta. Buon proseguimento.

L'ex videogiocatore


lunedì 5 luglio 2021

Che vita piatta, che piatta vita (Prima Parte) - Bio Menace, The Lost City of Atlantis, Realms of Chaos, Alien Rampage

Cari amici! Mentre scrivo fuori di casa ci sono dieci centimetri di neve, ma quando leggerete questo articolo sarà estate! Quindi, quale miglior modo di celebrare la stagione calda con il più estivo dei generi, il platform! Che a ben pensarci, durante le pigre giornate estive in cui avrei potuto dedicarmi a qualsiasi altra cosa, di platform ne ho consumati non pochi, e onestamente, scrivere un articolo su ognuno di loro sarebbe stata un'esagerazione, visto che molti di loro ci giocavo un paio di giorni (non effettivi) e li facevo cadere nel dimenticatoio. 

il dimenticatoio.

Ora voi vi direte "Ma Cosmo's Cosmic Adventure però gli hai fatto l'articolo intero! E a 'sta roba no? Starai mica tirando i remi in barca in vista del finale?" Beh questa, amici miei, è un'ottima domanda, grazie mille per avermela posta, sul serio. Ve ne sono molto grato e la risposta che posso dare non è che la seguente:

lunedì 28 giugno 2021

Worms

Tutti ricordano l'esame di maturità come, appunto, quel rito di passaggio in cui si passa all'età matura. Si prova la propria conoscenza del mondo davanti agli occhi di una commissione di sconosciuti dall'aspetto serio e pure un po' accigliato, e benché sia una cosa molto sopravvalutata, molte persone continuano ad averci gli incubi a proposito anche nell'età adulta. Non è il mio caso, personalmente. Al massimo ho incubi sull'autobus che mi portava a scuola che non passa o che prende una strada completamente diversa: sapete, la paura delle cosiddette "cause di forza maggiore". Ma a parte questo, ricordo che per me la maturità fu una cosa passata abbastanza in scioltezza. L'esame di terza media, invece, beh, ecco, non mi ricordo nulla di quello. A parte quando mi ero messo a cantare a squarciagola, ma sottovoce (non chiedetemi come) la sigla di Sampei assieme al mio compagno di classe Marco V. detto Enzimo (con la O, sì). A parte quando per la prova scritta di lingua francese avevo dovuto scriver una lettera a un corrispondente immaginario, e la scrissi a un tale Éric, perché ai tempi c'era la pubblicità della Nike in cui dei calciatori famosi giocavano a calcio contro una squadra di diavoli, e alla fine Eric Cantona ammazzava il demoniaco portiere con una pallonata dopo che si era tirato su il colletto della maglia dicendo "Au revoir": cosa che, causa anche il fatto che fosse il 1996, per me era l'apoteosi della figaggine.

"au revoir"

Quello che ricordo, però, era la preparazione psicologica al suddetto esame. Ore e ore di studio matto e disperatissimo mentre fuori faceva caldo e io inspiegabilmente ero nella mia fase di scarso videogiocaggio? Ha! Bella cazzata!

giovedì 24 giugno 2021

Come siamo giunti a questo punto (Seconda Parte)

Ormai è assodata una cosa: questo blog lo uso come metodo dei loci per scavare momenti più o meno belli della mia infanzia e della mia adolescenza, prendere la parte di magone che mi hanno causato, segarla via e buttarla via. In effetti vi svelo un piccolo segreto: se la prima domanda che mi faccio a proposito di un videogioco è "È merda?" la seconda domanda, "ci rigiocheresti?" indipendentemente da quello che rispondo, nella realtà ha come risposta sempre "No". Che a nessuno dei duecento e passa giochi a cui rigioco ogni lunedì, dopo averli riprovati per scriverci l'articolo,  ci ho in realtà rigiocato per me. (Dico "per me" perché Tank Wars l'ho fatto vedere a Sinjin quando era a casa perché gli hanno chiuso l'asilo causa maestra contagiata, e mi toccava fare presenza a una riunione inutile come il 90% di tutte le riunioni).

Ora come mai è importante rispettare la netiquette


Il che mi rende abbastanza fiducioso nel fatto che forse sono pronto a passare oltre certi momenti di sfiga, a sistemare e fare pulizia dei ricordi di periodi in cui mi sentivo veramente solo e spaesato al cospetto di un mondo ostile, e a ogni pezzo che butto via mi sento sempre più leggero.

lunedì 21 giugno 2021

Day of the Tentacle (Seconda Parte)

Nella scorsa puntata del blog dell'ex videogiocatore!

Tentacoli!

Macchine del tempo!

Scienziati pazzi!

...ed ora, la conclusione!

lunedì 14 giugno 2021

Day of the Tentacle (Prima Parte)

L'anno è il 1993, siamo alla fine di agosto e io sto guadagnandomi una medaglia al valore civile accompagnando mia nonna e sua cugina a Desenzano del Garda per un salubre soggiorno in riva al Benaco. Du' palle, da un lato (a parte il Vittoriale e le grotte di Catullo, che hanno il loro interesse) dall'altro lato invece, scopro che esistono cittadine ben più evolute del Vecchio Paese perché nella piazza centrale c'è un negozio di videogiochi. Ne ho parlato qui, descrivendo il gioco che riuscii a farmi prendere (anche perché essendo vecchiotto costava poco), ma in vetrina, in bella mostra assieme agli altri giochi Lucas c'era una roba che era uscita da pochissimo e per cui le fecali riviste di settore si erano stracciate le vesti. Si tratta del gioco di oggi, ovviamente, il seguito di Maniac Mansion, Day of the Tentacle! Che era uscito da pochissimo e quindi costava una roba tipo 120.000 lire! Impensabile avercelo, ma sognare non costava niente. E infatti, durante quella vacanza i giri per le varie attrazioni per anziani attorno al lago a forma di minchia comprendevano un sacco di visite a chiese. "Bada bene - mi disse mia nonna o sua cugina (non ricordo) - che quando entri in una nuova chiesa devi chiedere una grazia a Dio". Io che sono un figlio degli anni 80 quindi estremamente materiale, non posso non immaginare l'atto di chiedere una grazia come seguito alla visita di una nuova chiesa come "un desiderio che senz'altro si avvera". E quindi? Sì, avete capito dove voglio andare a parare. Che imbarazzo.

"Lo hai deto hermano, non se escherza con Jesus"

Arrivò? Sì, tre anni dopo, verso la fine della terza media, in cui durante la mia discesa sempre più rapida nella spirale della sfiga dopo la grande pausa, passai dal negozio di videogiochi spuntato all'improvviso al V.P. (finalmente, anche qui la civiltà) dove avevo visto The Need for Speed.
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