Pare una vita fa che nel web 1.0 andava di moda parlare quella roba che è passata alla storia come L33tsp3ak. Leet, per chi facesse finta di non saperlo, è una contrazione di "Elite", dove con "elite" si definivano i propri skills in termini di hacking, di gaming, e di altre cazzate che con una quindicina d'anni di ritardo vengono finalmente celebrate dalla stampa generalista, che dimostra di essere sempre almeno tre lustri in ritardo rispetto al mondo reale. Ma quando ancora esisteva Geocities, la rete era piena di ragazzini che, anziché perdere tempo odiando chi nella loro fantasia malata gli impediva di avere rapporti sessuali, passavano il tempo a farsi belli dei loro M4d Sk1llz con cui potevano HaX0rarti il computer. Era un altro modo, irritante ma tutto sommato innocuo, di sfogare la propria insicurezza. Poi, ovviamente, c'era chi tutto ciò lo faceva con ironia. Non possiamo non pensare a "Jeff K.", il personaggio del ragazzino che si atteggia a hacker sul sito ora in pieno decadimento "somethingawful.com" che al tempo era il massimo dell'entertainment su internet (e faceva ridere sul serio). Esisteva anche una versione adattata al mercato italiano, "Il Grande Darth Vader", che non tutti forse conoscono ma che ha regalato al mondo perle tipo questa che allego:
non propriamente screen friendly, ma appropriato. |
In tempi di monetizzazione selvaggia di un'invidia sociale che non avrebbe sfigurato al Vecchio Paese, ma trasposta in un contesto globale, le elite sono dei non ben definiti gruppi di gente benestante che gode a rompere i coglioni e far soffrire chi è sprofondato nel nichilismo solipsista e che crede che il resto del mondo ce l'abbia con lui (e alimenta il suo odio ingrassando le élite vere, ovvero le merde umane della silicon valley). Praticamente mia nonna e i suoi lamentosi coetanei del V.P., però giovani e con un account di Twitter a portata di mano.