Tanti anni fa, prima di 'sto blog, prima di coniare parole come "noicheismo", insomma quando ancora non mi ero messo a riflettere per bene cosa significasse davvero essere quello che ora chiamo "vecchi di merda", ero giunto a una conclusione sbagliata e piuttosto drastica: ci sarà speranza per la nostra generazione quando il ricambio generazionale tra quelli che hanno vissuto la guerra e quelli che non l'hanno vissuta sarà completato.
Non stavo augurando a tutti i vecchi di accelerare il processo e darsi una mossa a morire, sia chiaro. Semplicemente pensavo, molto ingenuamente, che coloro che non avevano vissuto un'infanzia fatta di miseria non avessero diritto di essere presi sul serio: sarebbero sempre stati visti come gli eterni bambini viziati che avrebbero dovuto lasciar fare a chi ne aveva viste di tutti i colori, e che non perdeva mai l'occasione di ricordarcelo con sentenze come:
- "Voi state troppo bene" (ogni Natale, a scuola, era una gara a chi aveva più il senso di colpa per i regali ricevuti, pensando ai bimbi poveri)
- "A voi farebbe bene un po' di guerra / un po' di Biafra" (Lasciate stare il fatto che il Biafra non esisteva già più da un pezzo, ma questo di solito veniva quando non avevamo voglia di mangiare qualcosa fino alla fine)
- "Voi avete tutto ma sapete solo chiedere, avete la pappa pronta, e noi vivevamo nella miseria ed eravamo felici perché giocavamo all'aperto e non avevamo paura di ferirci o ammalarci" (per poi spaventarsi alla prima goccia di sudore dei figli/nipoti).
- Banalità varie su come un tempo fosse tutto migliore.
E ora che siete vecchi vi spedite 'ste immagini su facebook (che ironia della sorte è proprietaria di whatsapp) |