lunedì 28 settembre 2020

Transport Tycoon

Onestamente non me lo ricordo se l'ho già scritto in questa sede (in realtà cambia poco) ma ho una leggerissima miopia, mi manca meno di un grado e mezzo per occhio. Il che fa sì che la maggior parte dei casi riesca a stare benissimo anche senza occhiali, ma di fatto quando c'è da leggere qualcosa da lontano (in genere trattasi di una presentazione Powerpoint con le slide strapiene di testo, cosa che stravolge l'intero scopo delle  powerpoint) dovrei infilarmeli o in alternativa strizzare gli occhi come faceva Bud Spencer. Dico "dovrei" al condizionale perché nel caso delle presentazioni Powerpoint bado ai cazzi miei e non perdo nulla. In realtà il 90% delle presentazioni powerpoint a cui assisto passo il tempo a rimpiangere altre cose che potrei fare, o meglio ancora mi tengo il portatile sotto e fingo di prendere appunti annuendo e guardando in faccia il relatore, quando in realtà faccio cose molto più utili (ovverossia, lavorare). Ma come al solito, divago: resta il fatto che sono miope e per quanto sono certo che sia cosa piuttosto diffusa (si parla di un circa 30% degli italiani) io la mia condizione la vivevo con un certo senso di colpa, dovuto alla probabile causa della suddetta miopia. Quale?

prevedibile

No, ovviamente no. Peraltro, ebbi a leggere su una rivistaccia tipo GQ dal mio barbiere che l'orgasmo maschile in realtà produce endorfine che aiutano a migliorare la vista. Beh, fosse vero, Luxottica perderebbe una buona metà dei clienti, perché noi maschietti saremmo tutti tipo il tizio di X-Men che spara i laser potentissimi dagli occhi.

lunedì 21 settembre 2020

Titus the Fox

Che cos'è che fa ridere le persone? Ah, che domandona, ragazzi! A saperlo, penso che potremmo risolvere indirettamente gran parte dei problemi del mondo. Sulle origini dell'umorismo si sono spesi sociologi, antropologi, persino etologi, letterati e psicologi. Nessuno è venuto fuori con la formula definitiva, anche perché chiunque sia sufficientemente vecchio (intendo dire con più di vent'anni) sa che, per citare Gino e Michele, "sottilissimo è il filo che separa una buona battuta da una tremenda stronzata", e per scavalcare quel filo sottilissimo basta il più sottile dei refoli di vento. Una cosa può essere divertente a seconda dell'età di chi ascolta, del contesto culturale, dell'epoca in cui si vive, di un sacco di roba. Non dimentichiamo che Abraham Lincoln fu assassinato con una pallottola nella nuca mentre il pubblico di un teatro era troppo distratto a spanciarsi dalle risate per via di una battuta della commedia che stavano guardando. La commedia era "Our American Cousin" e la battuta appariva nel testo originale così:

Don't know the manners of good society, eh? Well, I guess I know enough to turn you inside out, old gal – you sockdologizing old man-trap!

"IL MOMENTO È CATARTICO"

lunedì 14 settembre 2020

GFL Championship Football

Al giorno d'oggi sembrerà incredibile visto l'accesso immediato a ogni forma di informazione, ma un tempo i mercati di qualsiasi genere presentavano molte più opportunità per le "new entries" per via del fatto che non c'era subito una sorgente di informazione predominante che dicesse su che prodotto orientarsi. Eh sì! Sto parlando della "saggezza della folla" tanto celebrata dagli psicopatici della Silicon Valley nascondendosi dietro quella stronzata del cosiddetto "libero mercato delle idee" che alla fine, indovinate un po', è una foglia di fico enorme per nascondere il monopolio dietro un'illusione di libero arbitrio! Vaffanculo, dunque! Riabilitiamo i momenti di fremdschämen provati quando i genitori ci portavano a casa imitazioni, sottomarche e cloni più cheap dei giocattoli che sognavamo e noi ci rimanevamo di merda!

"Ti piace il regalo?" "Eh... è o.k."
Intendiamoci, io sono sempre stato molto fiero di essere uno dei pochissimi che al posto del Commodore 64 ha avuto il meno noto Olivetti PC128S, e non è tanto volpeuvismo il mio quanto il prendere coscienza che ricevendo il Commodore per Natale 1987 sarei stato una persona profondamente diversa. Però, quello che voglio dire, è che se gente tipo il blog delle prefiche bercia del fatto (con la solita, ipocritissima ironia) che ancora è traumatizzato da quando gli fu regalato un playmobil tarocco non fa altro che contribuire ad una standardizzazione dei gusti che alla fine sclerotizza il pensiero creativo in un processo industriale in cui non si prende alcun rischio. Un po' come i film di merda della Pixar (lo so, non faccio nulla per farmi amare dai miei lettori) che oramai li fanno scrivere direttamente ai focus group, i quali a loro volta si servono di una grammatica Polygen.

lunedì 7 settembre 2020

Get Medieval! (+ Bonus!)

Spesso parlo della fecale stampa di settore con il senso di fastidio che la fecale stampa di settore merita. È però vero che tempo fa mi è stato fatto notare che c'è una pietra miliare dell'atroce stampa di settore che non ho mai cagato più di tanto: sto parlando ovviamente di GMC, Giochi per il Mio Computer. In realtà qualche volta l'ho comprato per restare decisamente poco impressionato. Sì, era pieno di transfughi di K, in particolare il mago dei tips&tricks, l'allitterativo Paolo Paglianti, c'era il catalizzatore di elefantiasi scrotale Matteo Bittanti detto "Il Filosofo" (di stocazzo, ero solito aggiungere mentalmente io), e alla direzione c'era un diminutivo Andrea Minini Saldini (da pronunciarsi rigorosamente con vocina stridula e facendosi piccoli piccoli, un po' come avrebbe fatto Ezio Greggio) che affianco all'editoriale metteva la sua foto con dolcevita nero su sfondo nero che lo faceva sembrare Giorgio Albertazzi.

"Essere! O non... essere."
Ecco, io che avevo vissuto l'interazione parasociale nei confronti di PC Action, TGM e K, per quanto GMC fosse un reboot della K originale dello Studio Vit, avevo finito le energie per legarmi affettivamente a gente che nella vita reale non mi avrebbe inculato di striscio. Ed effettivamente non lo fece, perché quando su consiglio di un mio fan cercai uno straccio di riflettori per le mie produzioni videoludiche, ovviamente non mi fu concesso. Magari ero io che non mi ponevo bene, chissà.

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