Ho parlato, nelle scorse settimane, di fumetti giapponesi, di basket come di cose che durante la mia adolescenza piacevano più o meno a tutti e che cercavo (invano) di farmi piacere per uniformarmi al gruppo. "OH NO!" direte voi "NON ANCHE GUERRE STELLARI!" Tranquilli, prima che iniziate a dire che ho stuprato la vostra infanzia*, vi rassicuro subito dicendo che non è affatto così. Io ci ho provato a farmi piacere Star Wars, eh! Solo che non lo mandavano in TV! E le rosicate per vedere, sulle fecali riviste di settore, che ogni redattore snocciolava a memoria trivia sulla mitologia moderna di Star Wars mentre io lo sapevo solo per "sentito dire", erano ovviamente enormi.
* Per quelli che hanno da ridire sul fatto che abbia usato
un'espressione troppo forte, sappiate che esiste una canzone chiamata
"George Lucas Raped Our Childhood" che esprime il disappunto per gli episodi della seconda trilogia, quella con Natalie Portman ed Ewan McGregor per intenderci.
È qui che devo ridere, vero? Vero? |
È l'ennesima manifestazione di quella sensazione che ho chiamato FOHMO (Fear Of Having Missed Out): al Vecchio Paese il cinema non c'è (e comunque per motivi prettamente anagrafici non avrei potuto beccare gli Star Wars al cinema) i palinsesti non avevano capito che miniera d'oro fossero i nerd (e quindi non facevano altro che propinare drammoni direct-to-tv tedeschi girati con birkenstock e calzini. O Grosso Guaio a Chinatown che era sì bello ma alla millesima visione iniziava lievemente a stufare.) e quindi io tutto quello che sapevo di Guerre Stellari lo sapevo tramite ricostruzione da riviste di settore e altre cose simili.