Corre l'anno duemila, l'anno del cambio di millennio, dell'ingresso nel futuro, dell'apocalisse informatica sventata, del "quanto tempo è ormai passato dal lontano 0", e inspiegabilmente la fecale tv generalista italiana scopre che esiste pure il futuro! O meglio, capisce che col cambio di millennio, per un breve periodo, forse l'italiano medio può permettersi di avere un senso del futuro anziché ripiegarsi in posizione fetale in un nido fatto della bambagia di ricordi e di bruschette negli occhi, e può sperare che i tempi futuri facciano entrare l'umanità in una nuova età dell'oro.
età dell'oro |
Peccato che in quel periodo la fantascienza ha assunto toni cupi e molto "edgy" (vedasi quella fumante cacata di Matrix e no, non sto trollando, ci credo davvero) e la fiducia nel futuro è già crollata prima di essere salita. Ma oh, far vedere Matrix sulla tv in chiaro costa, e quindi, facendo un discreto paradosso, i palinsesti scavano dagli archivi e tirano fuori roba di fantascienza vecchia di secoli, che in fondo non è così male come scelta: non fosse una roba dettata dal braccino corto di Rai, Mediaset e CecchiGori (al tempo quello c'era) direi che era un'ottima idea per dare alla gente quel senso del futuro che il cambio di calendario, unito a uno zeitgeist sazio e disperato senza più grandi obiettivi, richiedeva così tanto.