Un momento di grande soddisfazione che ricordo sempre con piacere è stato quando, una volta che lasciai il Vecchio Paese per andare a lavorare a nord, ero uscito con amici locali, e in uno dei pub crawl in terre per me incognite, mi trovai magicamente in tasca una banconota di taglio medio di cui ignoravo l'esistenza. Questo poteva significare solo una cosa: altra birra! E infatti così fu, fino a quando di quella sera non ho più memoria. Il giorno dopo inspiegabilmente mi trovavo a casa, tutti gli organi erano al loro posto, e avevo una voglia di vomitare come se avessi finito Wolfenstein 3D in una sola partita. Andai a vomitare in bagno e a coronamento di un'orribile sensazione, scoprii che il mio coinquilino (o la sua fidanzata) non aveva tirato l'acqua dopo aver fatto i bisognoni.
Ma sto divagando: la bella sensazione fu di trovare magicamente la banconota in tasca. C'è chi la chiama serendipità, a me questa parola fa stracagarissimo quindi non la userò, né creerò neologismi per descriverla. Ma questa sensazione è la stessa che provai, numerosi anni prima, riscoprendo il gioco di oggi.
Durante gli anni coperti da questo blog, in edicola era un florilegio di nuove riviste che cercavano di rosicchiare una fetta di mercato a quelle "fondamentali": parlo ovviamente di The Games Machine e K, se ci concentriamo solo sui videogiochi per sistemi a 16 bit, e numerose altre pubblicazioni se vogliamo includere anche programmi "professionali". Una di queste, che se ricordo bene si chiamava "PC Game Power" era un maldestro tentativo di offrire qualcosa che era già offerto altrove, ma aveva un dischetto incluso, c'erano dentro giochi che non erano demo, e quindi la acquistai (complice anche un prezzo di lancio molto basso). Infilo il floppy e...