Potrebbe esservi utile leggere (per contestualizzare)

mercoledì 30 agosto 2017

Una piccola nota personale

Ieri è nato mio figlio: Sinjin Malvineous Giulio Ex Videogiocatore (non è il suo vero nome). Lui sta bene, la sua mamma anche, e la nostra gioia è indescrivibile. Questo blog l'ho aperto poco dopo aver appreso che sarei diventato padre. Questo significa che chiuderò il blog? No, o meglio non ancora.

Ho ancora diverse riflessioni da fare, tanti altri sentimenti di voi nostalgisti frignoni da ferire bollando come "merda" i vostri giochi preferiti. Ma magari a qualcuno faceva piacere se se scrivevo questo post.

La normale programmazione degli articoli non verrà modificata. Buon proseguimento a tutti.

L'ex videogiocatore.

lunedì 28 agosto 2017

Pushover

L'ultima volta che ho cambiato lavoro, e cioè quando ho iniziato il mio attuale lavoro serio, come prima cosa ho fatto una cosa che facevo sempre. Ho contattato la persona di cui prendevo il posto, per sapere le sue impressioni sul posto di lavoro, sui colleghi, sui compiti che avrei dovuto assolvere. Comprensibile, direte voi: appena arrivati in un posto nuovo è giusto apprendere le regole non scritte per meglio integrarsi. Eh beh, non tutti arrivano a questa semplice ma utile conclusione: d'altra parte non tutti sono sufficientemente intelligenti per leggere il blog dell'ex videogiocatore. Capita che molti dirigenti, appena arrivati su un posto di lavoro se ne sbattano completamente di chi su quel posto di lavoro c'è da prima e iniziano a rivoluzionare tutte le cose portando malfunzionamenti, malcontento e inefficienza, che si risolvono con la gente che se ne va dal posto di lavoro e il neodirigente assume i suoi ex sottoposti. Ma sto divagando.
Insomma appena arrivato vado a pranzo con la signora inglese che sostituisco, la quale mi parla con un accentaccio del nord pressoché incomprensibile.

"Are you 'stnsh'd ?" mi chiede.
 "No, I'm not astonished - le rispondo perplesso - I mean it's nice meeting you, but why should I be?"
"I SAID: ARE YOU SPANISH?" 

Però, dai, ero in buona fede.

lunedì 21 agosto 2017

Denarius Avaricius Sextus

Un momento di grande soddisfazione che ricordo sempre con piacere è stato quando, una volta che lasciai il Vecchio Paese per andare a lavorare a nord, ero uscito con amici locali, e in uno dei pub crawl in terre per me incognite, mi trovai magicamente in tasca una banconota di taglio medio di cui ignoravo l'esistenza. Questo poteva significare solo una cosa: altra birra! E infatti così fu, fino a quando di quella sera non ho più memoria. Il giorno dopo inspiegabilmente mi trovavo a casa, tutti gli organi erano al loro posto, e avevo una voglia di vomitare come se avessi finito Wolfenstein 3D in una sola partita. Andai a vomitare in bagno e a coronamento di un'orribile sensazione, scoprii che il mio coinquilino (o la sua fidanzata) non aveva tirato l'acqua dopo aver fatto i bisognoni.

Ma sto divagando: la bella sensazione fu di trovare magicamente la banconota in tasca. C'è chi la chiama serendipità, a me questa parola fa stracagarissimo quindi non la userò, né creerò neologismi per descriverla. Ma questa sensazione è la stessa che provai, numerosi anni prima, riscoprendo il gioco di oggi. 

Durante gli anni coperti da questo blog, in edicola era un florilegio di nuove riviste che cercavano di rosicchiare una fetta di mercato a quelle "fondamentali": parlo ovviamente di The Games Machine e K, se ci concentriamo solo sui videogiochi per sistemi a 16 bit, e numerose altre pubblicazioni se vogliamo includere anche programmi "professionali". Una di queste, che se ricordo bene si chiamava "PC Game Power" era un maldestro tentativo di offrire qualcosa che era già offerto altrove, ma aveva un dischetto incluso, c'erano dentro giochi che non erano demo, e quindi la acquistai (complice anche un prezzo di lancio molto basso). Infilo il floppy e...

lunedì 14 agosto 2017

Guida ai giochi di (vedi sopra) - DONKEY.BAS, Turbo e Racer 1.9

Lo so che molti di voi mi aspettano al varco. "Ex Videogiocatore - mi dite - fai degli articoli così prolissi, ma come te la caverai con i giochini più semplici? Eh ? Eh?" Beh, è presto detto: ne farò più di uno assieme, che problema c'è? A scopo di garantire la rima, i giochi di oggi sono ben tre. Singolarmente non ci sarebbe molto da dire su ognuno di loro, ma mettendoli assieme possiamo fare un post speciale, e sfruttare l'occasione per fare un calembour stupendo. Sigla!


giovedì 10 agosto 2017

Punteggi, prestigio e padri, ovvero del perché la competitività è sana nella giusta misura e non oltre

Occhio: questo post non è allegro. Sentitevi liberi di non leggerlo. Sono già venuto meno a una mia promessa su questo blog, quella di parlarvi degli sparatutto 3d in prima persona, e nonostante ciò vi ho parlato di Wolfenstein 3D. E vabbeh. Però c'è una promessa che voglio mantenere: quella di sbattermene completamente dei punteggi, dei record, degli high score eccetera. Anche in sala giochi non ho mai avuto particolare interesse nel punteggio, forse perché ho iniziato a giocare in quel periodo in cui il videogioco era già un mezzo che raccontava una storia, e per me la vera soddisfazione era "finire" il gioco, non mettere le mie iniziali in cima alla tabella dei punteggi. 

Stimati, vez.

lunedì 7 agosto 2017

Xargon

Unreal. Gears of War. Bioshock. Duke Nukem Forever. Dishonored. Che cos'hanno in comune tutti questi giochi, a parte il fatto che io non ci ho mai giocato? È presto detto, senza la Epic Megagames nessuno di questi sarebbe uscito, o almeno (nel caso degli ultimi tre) sarebbe stato molto diverso. La Epic Megagames nasce come Potomac Computer System, fondata da Tim Sweeney per distribuire la sua prima creazione, un gioco shareware testuale ed estremamente customizzabile. "Xargon?" chiederete voi.

giovedì 3 agosto 2017

Determinismo, aporiomorfismo, ansia e McLuhanismo, ovvero del perché i videogiochi vecchi mi hanno dipinto un mondo più brutto di quello che è

Una delle ragioni per cui ho aperto questo blog non è tanto il bisogno di ripercorrere i vecchi videogiochi e rifugiarmi nel passato. Ma questo lo sapete già, di quanto mi stia sulle palle il nostalgismo totalmente acritico. No: quando l'ex videogiocatore ci ha riprovato per la prima volta, un pomeriggio fra Natale e Capodanno trascorso al Vecchio Paese, proveniva da un periodo piuttosto agitato, in cui un'ansia generalizzata mai sopita è tornata fuori.

Ansia.