sabato 6 giugno 2020

PIANOMAN.COM, PLAYRPNO.COM e il rapporto tra l'ex videogiocatore e il pianoforte

Recentemente mi è capitato un piccolo incidente. 

Stavo tagliando il pane con l'affettatrice, quella che di solito si usa per fare delle fettine di prosciutto. Solo che al posto della lama liscia per gli affettati ho usato la lama seghettata fatta apposta per affettare il pane. L'affettapane al supermercato, non funzionava, quindi mi sono messo a tagliarlo a casa: sfiga ha voluto che sarà che mi ero deconcentrato, sarà che ero un un po' pensieroso in quel momento, com'è come non è mi trovo con il dito indice della mano destra che sta venendo diviso in due fino alla radice dell'unghia da una specie di sega circolare.

Don't try this at home

Uno spettacolo non molto edificante: ovviamente la conseguenza è stata che Sinjin, che ha due anni e mezzo, ogni sera mi chiede di raccontargli la storia di quando papà si è quasi asportato un bel pezzo di falange.


Fortunatamente nulla di grave, solo un piccolo spavento e la consapevolezza di non poter più scherzare dicendo citando a mia moglie un noto film con Dolph Lundgren che infestava il palinsesto serale di Italia 1 quando stacco la lama circolare dell'affettatrice per pulirla, ma al massimo posso citare la scena di "The Wrestler" in cui Randy "The Ram" Robinson diventato salumiere, riconosciuto da un fan, si sfilaccia il pugno contro l'affettaprosciutti.

"Io vengo in pace"
Insomma, sono in sala d'attesa aspettando che arrivi la dottoressa che mi ricucirà la falangetta biforcutae mi viene in mente un piccolo incidente analogo che avevo avuto alla tenera età di...5 anni? No, erano 6. Era poco prima che cominciassi ad andare a scuola, credo. Sì, sei anni, la teniamo. Fine agosto 1988. Dovevo scrivere qualcosa con una matita e non riuscivo a trovare temperamatite in giro: l'unica cosa con cui scrivere che trovavo era completamente spuntata. Quindi che faccio? La cosa più ovvia, nonché quella più pericolosa! Avevo visto mia nonna usare un coltello da cucina per affilare la matita e quindi ecco quello che farò, ovviamente non sorvegliato. Solo che anziché usare il coltello a spingere via da me Il truciolo di legno attorno alla mina, vado nella direzione opposta: cioè tiro la lama verso di me, verso la mano che sta tenendo la matita. Geniale no? Com'è, come non è, mi trovo con il pollice sinistro che sanguina copiosamente. Sapete benissimo che ero un gran cacasotto: grande spavento, lacrime, mia nonna che mi dice caràgna d'un imbezél, senso di grandissima umiliazione e via andare.

Poi una volta una volta messo il mercurocromo (rosso! Così pare che ho perso ancora più sangue!) e un vistoso cerotto, diventava tutto un grande motivo di orgoglio anche per il fatto che , grazie a questa piccola menomazione, avrei potuto rimandare di una settimana, l'inizio di qualcosa che ero stato convinto a fare, ma verso cui nutrivo un certo scetticismo. Sto parlando di un punto fisso dell'educazione extrascolastica del fanciullo ad "Alto Potenziale" di fine anni 80 che non aveva particolare attitudine allo sport, particolarmente allo sport di squadra. Con la palla. Che viene presa a calci. Insomma, sto parlando delle famigerate lezioni di piano!

Spoiler alert


Però, per quanto poco entusiasmo ci sia, il jolly del pollice in cartonato me lo posso giocare una volta sola, anche perché a forza di continuare a tagliarmi finisce che divento un emo ante litteram. Quindi due settimane dopo iniziavo il mio percorso di musicista, grazie all'organista della chiesa del Vecchio Paese che per 20.000 dire elargiva la sua conoscenza musicale a beneficio della sensibilità artistica dei giovani virgulti, per tacere del nutrimento narcisistico dei loro tutori.

Va detto che il pianoforte non mi spiace: ho un buon orecchio musicale, una delle cose che amo fare è prendere brani che ascolto in cassetta, in televisione o su qualsiasi altra sorgente musicale e rifarli più o meno bene al piano. Bisogna direanche che l'offerta musicale in casa ex videogiocatore non è che sia proprio ampia: ci sono dei vecchi 45 giri che spaziano dai Beatles a Bowie a De André e Sacha Distel, dei vecchi LP di classica (che palle) di prendere cassette nuove, non è che abbia una particolare idea di quali fossero i miei gusti al tempo, e tra i sei e i dieci anni non è che avessi un budget molto esteso per procurarmi nuove sorgenti musicali. E poi, al Vecchio Paese, negozi di musica non ce ne sono: dovevo aspettare di accompagnare mia mamma al mercato del sabato al Paese Vicino/Rivale, dove c'è una bancarella che vende musicassette (principalmente Queen, ma a volte spaziavo su altro). Il dazio da pagare era andare a visitare due vecchie zie zitelle che tra una lamentela e l'altra mi interrogavano se avessi la fidanzata, o almeno qualche simpatia, che mi raccomando non sia mai che tu diventi un invertito.

Quindi no, non c'è una grandissima scelta. A volte mi chiedo cosa sarebbe accaduto alla mia carriera di pianista a orecchio se avessi avuto a portata di mano YouTube o Spotify. Chi lo sa! Possiamo solo ipotizzare. Quello che avevo al tempo era il mio maestro di pianoforte, Gianni.

Gianni non sopportava l'idea che io potessi suonare ad orecchio, secondo lui la cosa mi rovinava: io non devo essere plasmato a sua immagine e somiglianza, musicalmente parlando s'intende, e avrei potuto esserlo soltanto suonando tutti in fila, uno dietro l'altro, gli esercizi di libri come:

  • Il già menzionato Mikrokosmos (insopportabile)
  • Il Beyer (Già meglio)
  • Lebert&Stark, di cui non ricordo assolutamente nulla
  • Il Bona, che è soltanto solfeggio, se ricordo bene. Di certo era noiosissimo, secondo solo a ...
  • Il Pozzòli, soltanto solfeggio pure lui ed è una cosa che mi riconciliava con la morte perché io volevo suonare il pianoforte come Paul McCartney in Back in the USSR, mica tirare manate sul tavolo dicendo "Do-o-o-o", vaffanculo.
  • A proposito di Back in the USSR, dall'Unione Sovietica mi venivano in aiuto libri come il "Metodo russo per pianoforte" o "Il Largo Dniepr", i quali almeno proponevano canzonette popolari russe con il testo tradotto in italiano. Poi, come gran parte delle cose che venivano dalla Russia, erano veramente deprimente, e voglio in questa sede ricordare il brano "Pianse pianse casa Crosué / per non ritrovar più lì / Chi? Venerdì" o "Due barche vanno / molto lentamente / barche barche mie / vengo anch'io con voi" o l'agghiacciante "Il soldatino di stagno cadde nel tombino / ma non perse il suo coraggio". Significativo il fatto che me ne ricordi a 30 anni di distanza.
Отвяжись!
  •  Czernyana, che la ricordo anche vagamente gradevole da un punto di vista musicale, almeno il primo fascicolo. Forse avevo pure il secondo ma era per me impossibile.
  • E infine avevo un libro di brani di Bach, che era uno dei pochi "mainstream" che già conoscevo. Peccato che le cose meno peggiori, come la Bourée rifatta anche dai Jethro Tull, venivano saltate a pié pai dal maestro. Non sia mai che l'allievo possa divertirsi!
Divertirsi.

C'era anche questa cosa che maestro Gianni, un uomo che emanava un odore sgradevole che restava attaccato alle tende per ore dopo che se ne andava, aveva anche la miccia estremamente corta. Vedevo come perdeva la pazienza e gli tremavano le mani quando osavo guardarmi le dita mentre suonavo e lui si metteva a strillare "GUARDARE IL LIBBBBBRO" (con un numero variabile di "B").
Fu più di una l'occasione in cui scoppiai in lacrime durante una lezione, che era al sabato pomeriggio. E per un bel po' di anni (almeno cinque) un bel po' di sabati pomeriggio me li sono "abbelliti" così. Pensate che cu sono ancora alcuni flash di memorie felici che associo a quando al sabato il maestro Gianni aveva un contrattempo e non veniva.
Giochi tipo quelli del club della Rana, Secret Quest 2010 fra tutti, li associo al senso di liberazione di passare un'ora al  pomeriggio a giocare a giochini di merda piuttosto che stare un'ora a cercare di pestare il tasto giusto con 'sto arrogante maleolente che dice "guardare il libbbbbbbbbbbbro".

 Mia nonna, forte del suo totale e quasi metafisico distaccamento dalla realtà, mi diceva di tener duro con le lezioni: "Vedilo come un investimento, adesso ti annoi, magari piangi anche ma quando sarai ragazzino che uscirai con gli amici e andrete a una festa o qualcosa del genere, se ci sarà un pianoforte nel locale, tu potrai metterti a suonare un valzerino e tutti si metteranno a ballare, e sarai l'anima della festa."

L'anima della festa (PS: baricco merda)


In questi momenti io dubitavo veramente dell'appartenenza di mia nonna alla specie umana, visto che pure a 6 anni un bimbo si rende conto che devono esserci troppi fattori in causa perché questa Congiunzione astrale si verifichi. E 'sta cosa funziona con la chitarra, che c'è uno che suona la chitarra e tutti gli altri limonano. Bah.

A parte tutto, non me la sentivo di buttare via tutta l'esperienza perché quando stavo seduto da solo alla tastiera bianca e nera, magari facevo un "Yesterday" che non era neanche male, però arrivavo al sabato che non avevo fatto i compiti dalla settimana precedente e quando dovevo suonare il numero 21 della czernyana, l'unica cosa che potevo fare era cercare di ricordarmi come me lo aveva suonato Gianni la settimana prima con esiti, ovviamente, disastrosi.

'Sta cosa è andata avanti così per tutte le mie scuole elementari, e mi ha anche dato alcuni momenti di gloria:  alla festa di Natale delle mie scuole elementari, la mia classe aveva cantato "Merry Christmas" di John Lennon, con il vostro ex videogiocatore che li accompagnava con un pianoforte a coda scordatissimo nell' aula di musica.

Aula che era posizionata in maniera scomodissima, praticamente in un sottoscala: non potevamo avere spazio per il pubblico, quindi il nostro maestro di scuola decise che avremmo fatto da sottofondo musicale genitori mentre salivano le scale per andare a vedere le altre classi che cantavano senza bimbo prodigio al pianoforte. Ovviamente non andò come previsto, perché sentendoci cantare dal sottoscala con 'sto piccolo fenomeno che suonava a orecchio ("dovrebbe andare a bravo bravissimo!" fu il commento della maestra di un'altra classe che evidentemente non vedeva nulla di strano nel far umiliare i bambini da Mike Bongiorno in TV) i genitori si fermarono sulle scale e cercarono di fare irruzione nel sottoscala. Cosa che fece profondamente incazzare il nostro maestro. Sì, come insegnanti ho avuto spesso dei nevrotici.

Vi ammazzo nani di merda, allegria!
 
Ma sto divagando! Dicevamo che l''offerta musicale da cui scopiazzare non è che fosse particolarmente estesa e al tempo non c'era YouTube. E dunque? Domanda semplice semplice: Qual era, per il vostro ex videogiocatore, il surrogato anni 80-90 di internet? Ovviamente l'edicola del Biondo! In questo particolarissimo caso, la gloriosa collana di roba tirata giù dalle BBS che veniva pubblicata nei dischetti allegati ai fascicoli dell'enciclopedia Peruzzo-Larousse.
 
I programma "atelier culturale" di oggi si chiama PIANOMAN. Questo nome un po' bizzarro mi era ritornato in mente per la prima volta dopo anni, quando ci fu il caso mediatico di un tizio ripescato in riva al mare che aveva perso completamente la memoria e non parlava, se non suonando "benissimo" il pianoforte. Poi si scoprì che premeva compulsivamente sempre lo stesso tasto, ma i giornalisti ci avevano creato sopra questo ridicolo mistero. Dimostrando così, come se ce ne fosse stato bisogno, che il giornalismo è merda.

se fare sempre la stessa nota è "virtuoso classical performance" allora datemi il nobel per la letteratura grazie alle mie scorregge
 
PIANOMAN, di tale Neil J. Rubenking, è uno strumento con cui fare musica, con il pc IBM compatibile. E quando dico PC IBM compatibile intendo un equivalente in termini di potenza del primo 8086 prodotto da Big Blue nei primi anni 80. Ovviamente, come interfaccia audio ci si appoggia esclusivamente al cicalino del PC a onda quadra monofonica. Graficamente parlando; è una roba in modalità testo con i quadrettoni fatti in ASCII che riproducono la tastiera del computer. L'interfaccia utente è più complessa di quella di emacs, tant'è che era un'impresa titanica non solo registrare una melodia suonata premendo i tasti della tastiera, ma anche modificare ciò che si è suonato cambiando tono e durata di ogni nota salvata sullo spartito. Perché chiaramente suonando con la tastiera del PC si andava fuori tempo anche con il più efficiente dei metronomi. Vogliamo provare?

Una cosa che ricordo era che una delle cose che avevo provato a registrare era "My Name is Gabibbo", sigla finale di Striscia La Notizia con cui quella merda umana di un ex preside di scuola genovese avvelenava la mente collettiva del popolo italiano. Ora, a Ricci non voglio fare questo favore, quindi mi limiterò a riprodurre il numero 16 del Beyer...

domirefamidoré domirefamiredò remidosolfamiré domirefamiredò

 ...che è una di quelle melodie che restano in testa e per cui a distanza di quasi trentacinque anni ricordo ancora le note della mano destra e le note della mano sinistra. Pronti?



Ehm, l'ho detto che sono un po' fuori allenamento, no? Come potrete notare (o forse no) ho solo fatto la parte della mano destra. Proviamo un po' a sistemarla...


Cambiamo durate, abbassiamo di tono, là, là, là, là. Siccome sono un coglione autolesionista, ho suonato tutto a memoria e avrei potuto facilmente recuperare lo sparito, ma allora quale sarebbe la difficoltà? 



Beh, abbastanza decente. Andiamo con la parte della mano sinistra, ora, e siccome ho il senso del tempismo praticamente inesistente, decido di farla modificando la parte della mano destra direttamente sullo spartito.



E la salviamo come un file differente. Perché? Ci arriviamo.

Passiamo al secondo tool ancillare a PIANOMAN (volevo usare la parola "Ancillare", ok?) PLAYRPNO.COM, che sta per "Player Piano". Per chi non lo sapesse, il playerpiano è il pianoforte a schede perforate, che ci metti dentro lo spartito e quello suona automaticamente. In modo analogo, una melodia salvata su PIANOMAN.COM la si fa suonare al computer. Come? Prendiamo la melodia salvata in formato .MUS, lanciamo PLAYRPNO.COM



(Và che figata questo ASCII, non fa molto IMPARARE.EXE?) Dopodiché, quello che si poteva fare, era prendere 'sta melodia e convertirla in istruzioni per il BASIC, per il turbo Pascal oppure direttamente in file eseguibili .COM, che per noi che usavamo il PC prima di internet, .COM è una delle tre estensioni eseguibili possibili (le altre due sono .EXE e .BAT)

Poi magari molti di voi non coglieranno la nuance, ma una delle cose che sognavo di più in assoluto in quel periodo era la possibilità di creare programmi eseguibili pure io : rendetevi conto che l'unico linguaggio di programmazione accluso al mio PCS86 della Olivetti era un GW-Basic della Microsoft, una versione azzoppata senza linker né compilatore e quindi in che lanciava i listati in maniera esclusivamente interpretata. Bah! Quindi, la possibilità di creare un file .COM, per quanto avesse come unica funzionalità quella di far andare una musichina con una scritta, era qualcosa che mi metteva addossso una sensazione incredibile di potenza.

La potenza.


E non vi ho detto tutto: per quanto il cicalino del PC fosse esclusivamente monofonico, PLAYRPNO supportava la funzionalità di polifonia. "Impossibile!" direte voi. "Volere è potere" mi ripeteva mia nonna quando mi sentiva ringhiare contro il pianoforte perché l'esercizio della Czerynana non mi veniva giusto e mi demoralizzavo. Mi ricordava anche che Fernanda Pivano, in un'intervista, aveva detto che si esercitava otto ore al giorno. Otto ore! E a scuola non ci andava? Io facevo quest'obiezione e mi beccavo del vegabànd, del vagabondo, del fancazzista.

Bah! Forse non funzionava con la czernyana, ma con il cicalino del PC, volendolo abbastanza forte si riusciva a creare l'illusione di polifonia. Come? Semplice! Facendo tante note brevi brevi una dietro l'altra, arpeggiando a palla, e facendo il classico suono gorgogliante delle chiptunes. Ora io non sono così autolesionista da farlo manualmente, ma fortunatamente PLAYRPNO mi viene in aiuto con la funzione "Merge", che mi permette di unire tra loro da due a quattro file .MUS. Per questo ho fatto mano destra  e sinistra in due file separati, capito?

Dopo un numero infinito di tentativi.


Eh sì, perché la somma di tutte le durate, tra note e pause, deve essere la stessa per i due file. Un casino atroce. Si può fare in stile "Fuga" o in stile "Harmony", la differenza è che in stile "fuga" va tutto molto, troppo veloce. Almeno così ricordavo. Dunque, Harmony, e che Iddio ce la mandi buona. Per aver unito i due file, lo ha fatto. Proviamo a convertire in .COM?


Esercizio numero sticazzi, perché come ho detto ho ritrovato lo spartito solo dopo aver riprovato il software. Non ho mai detto di essere intelligente. Vediamo com'è venuto?


Eh, dai. Il maestro Gianni con una performance così, mi avrebbe seppellito sotto una montagna di merda. Io sono molto più indulgente con me stesso e dico "Sticazzi oh, è soltanto un blog prolisso in cui cerco di superare i miei traumi infantil-adolescenziali, vediamo di farci passare anche una suonata fatta alla meno peggio".

Comunque, intuirete che per la scarsissima user friendliness di Pianoman, non è che abbia mai fatto tanto. E dunque, come mai lo considero così importante per il mio rapporto con il pianoforte? Semplice, ragazzi, gli esempi! Ricordate quando ho scritto che non avevo sorgenti di ispirazione da rifare a orecchio? Era qui che l'edicola del Biondo sostituiva Youtube e Spotify! Andiamo di esempio? Via!


L'ouverture del Guglielmo Tell! Per un certo periodo piaceva tantissimo a Sinjin che voleva che gliela facessi ascoltare da youtube (senza guardare il video). Io l'avevo sentita qua e là come sottofondo di scene d'azione di cartoni animati, che non avendo Shazam non avevo idea di come ritrovarla, e con mio papà che la associava alla Cavalleria Rusticana. E ora, finalmente ce l'avevo a mia disposizione da ascoltare e ripetere ad libitum, tiè!


The Entertainer di Scott Joplin, altresì noto come "La Stangata". Anche qui, musica sentita qua e là e meravigliosa opportunità per marchiarmela a fuoco in testa! Anche perché, se stavo ad aspettare la pianificazione dei palinsesti RAI in cui facessero vedere il film con Paul Newman e Robert Redford, facevo in tempo a diventare vecchio. Due cose mi vengono in mente risentendo 'sto file dopo tre decenni.
La prima: l'istinto di chiudere lo sportello del pianoforte con violenza ogni volta che alla risposta del tema A mia nonna ci cantava sopra "PIRIPPIRIPIPIPIPIPIPIPÌ".
La seconda: ero diventato così bravo a furia di ripetermelo (altro che quel cazzo di Mikrokosmos, diamine!) che diverse volte fui usato come intrattenitore degli ospiti a casa, fino a quando una volta, sarà che si trattava di un cugino di mia mamma che mi stava sui coglioni (era stato un grande sfigato in gioventù, tant'è che io stesso, nei periodi di preadolescenza più impacciata, venivo sistematicamente paragonato a lui, e ora che era meno sfigato se la tirava un sacco) e quindi mi ero rifiutato di fare da scimmietta ammaestrata. Questo ci rimase malissimo e disse che oramai l'unica tastiera a cui stavo attaccato era quella del computer. A favore dei miei devo dire che non gli diedero corda e anzi tagliarono corto dicendo che se non mi andava, non mi andava.


The Maple Leaf Rag! Sempre di Scott Joplin, sempre uscito da "La Stangata", proposto da Keith Emerson come sigla di Odeon (la seconda serie, la prima era Honky Tonk Train Blues, che nei file di esempio non c'era) e torturato da Stefano Bollani in ogni modo possibile, tant'è che quando io e mia moglie (che ancora mia moglie non era, al tempo) andammo a vedere Bollani mi aspettavo una sua elaborazione di 'sto brano, ma niente. (Ottimo concerto, comunque). Si vede che si era stufato. E infatti pure io mi stufai dell'intera disciplina del pianoforte una volta che stavo improvvisando pure io sul Maple Leaf aggiungendo sincopi qua e là una volta che mia nonna mi aveva chiesto "facci mò ben delle variazioni". Insomma, si vede che avevo esagerato con le variazioni e il commento della richiedente alla mia esecuzione fu "Schifo, schifo, schifo".

"Eh?" chiesi io.

"Schifo."

"Schifo lo vai a dire ad Allevi"


Con la scusa che alle medie il carico di studio sarebbe stato più alto e non avrei avuto il tempo di fare anche le lezioni, decisi di prendere il coraggio a quattro mani e dire a mia mamma che volevo smettere. Lei la prese piuttosto bene, tanto l'anima della festa non la sarei stata comunque, pianoforte o no. Mia nonna anche, per poi aggiungere "Ma poi una suonatina ogni tanto la farai, vero?". E tutto finì lì. E intendo dire proprio tutto.

Ho rimesso mano al pianoforte solo quando sono andato a vivere da solo quando potevo suonare sapendo che non ci sarebbe stato nessuno nell'altra stanza a origliare e a porgere i suoi non graditi commenti. Ok, ok, c'è stata una piccola coda: alle medie, avevo sfruttato la mia conoscenza musicale per galleggiare attraverso le lezioni di musica prendendo voti alti perché andavo a fare il turnista ai saggi delle altre classi, un po' come Tony Levin. Anni dopo, ho anche fatto qualcosina con gli eredi per Windows di PIANOMAN, e la cosa mi ha fatto finire su IMDB nel ruolo di "composer".

Posso dire con un certo grado di sicurezza che senza PIANOMAN, avrei interrotto una carriera che era tutto tranne che promettente molto prima, e di certo suonando il pianoforte mi sarei divertito molto di meno.

Ma quindi, in tutto questo che cosa hai imparato? Imparato poco, ma almeno ho avuto una botta di autostima sul mio orecchio musicale. Mia moglie è convinta che io abbia l'orecchio assoluto, ma va anche detto che per sua stessa ammissione non è proprio portata per la musica. Lei è quella sportiva della famiglia.
E quindi, che cosa c'è di atelier culturale di tutto questo? La stessa lezione che ho tratto da ACE Astronomy, sempre uscito con la Peruzzo-Larousse, e cioè che quando Sinjin e Randy inizieranno a mostrare talento o anche solo interesse musicale, se mai dovessi iniziare a vederli come un investimento o a ostentarli come fenomeni da baraccone, allora sarà mia premura invitarli a mandarmi cordialmente a fare in culo. Uno dice "ma questo è semplice buonsenso, non è atelier culturale". Sì, vero, ma 'sto "semplice buonsenso" non avete idea di quanto faccia fatica a entrare nella testa della gente.

7 commenti:

  1. Istruttivo (thumbsup)!

    Sono un maxweberiano privo di orecchio (anche relativo) e di capacità di coordinamento (i corsi di ballo folk cui mi ha fatto partecipare la mia coniuge sono stati, per me, una forma di tortura: figuriamoci coordinare al millimetro dieci dita!), e quindi esprimo un dubbio sociologico, anche se magari non c'entra un qazzo.

    I Komunisti che vorrebbero uguali disponibilità economiche per tutti, come mai non hanno mai pensato a perequare ciò che nella vita può essere ben più importante dei soldi, come ad esempio:
    - carisma
    - empatia
    - intelligenza analitica
    - visione globale
    - capacità di pensiero indipendente
    - capacità di memorizzare i passi dei (troppi) balli folk esistenti
    - capacità di apprendere lingue straniere
    - und so weiter?

    Pace e bene.

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    Risposte
    1. Ci ho messo un po' a capire il tuo post, ma capisco l'approccio weberiano. In teoria, se in burocrazia l'ufficio è agnostico nei confronti della persona che lo occupa, se consideriamo le persone come "caselle" nell'organigramma sociale, dovremmo essere tutti perfettamente intercambiabili, no? Ma i VdM, con il loro riempirsi la bocca di proverbi, sono soliti dire che "il mondo è bello perché è vario". Io che non aspiro ad essere un VdM, ho scritto a proposito di Grand Theft Auto che le persone cattive esistono, e per quanto si tenda a clinicalizzare la stronzaggine (chiamandola "narcisismo perverso") gli stronzi esistono e sono attorno a noi.

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    2. Nonono, io volevo solo dire che sono invidioso di chi ha talenti per me inarrivabili (orecchio, coordinazione) e che mi duole che nessuno ambisca a realizzare l'eguaglianza in questi campi.

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    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. Tua nonna non lo poteva certo prevedere, ma tu sei stato l'anima della festa quando hai suonato il piano in aeroporto, con grande ammirazione e applausi di sinjin. Solo questo ti farà rivalutare le ore passate a studiare pianoforte.

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  3. Un interessante punto di vista. Lo sentii espresso per la prima volta nella memorabile scena del sacrificio di Danilov nel film “Il nemico alle porte” (https://www.youtube.com/watch?v=93tR96egox4), poche battute che però mi sono rimaste in mente.

    RispondiElimina

Sicuro di aver letto bene il post? Prima di postare, rileggi.

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