Quarantenne con famiglia e lavoro serio cerca di capire cosa ci fosse di così figo nei videogiochi che tanto gli piacevano più di 20 anni fa.
I nuovi articoli sono terminati, ma quelli vecchi restano.
lunedì 8 novembre 2021
Dinotopia
Uno dei più grandi misteri che avvolgono il mondo dell'infanzia è per me la
fascinazione che hanno i bimbi per i dinosauri. Uno dice "Sono grossi", sì, ma
anche le balene sono grosse e non è che le si caghi tanto. Uno dice "Sono
estinti e misteriosi" vero, ma anche il tilacino è estinto, e se chiedo che
cos'è un tilacino tutti dicono "ah boh". "Oh che due coglioni anche tu, eh,
sono semplicemente fichi!" e in effetti avete ragione, il dinosauro come
concetto è ESTREMAMENTE fico, ma il perché l'inconscio collettivo lo ritenga
fico è una cosa che mi sfugge! Quello che posso dire è che Spielberg non si è
inventato niente, perché quando tutti venivano nei calzoni per Jurassic Park
io e i miei amici Ivano e Porro, che eravamo hipster ante litteram,
sbadigliavamo perché dove cazzo erano quelli là quando noi ci pasticciavamo
felici coi Dino Riders? I Dino Riders! Quelli si che erano dinosauri, con
l'elmo psicomagnetico, i cannoni, e il movimento motorizzato a pile "Torcia"!
e un cartone animato che faceva stracagarissimo
Ecco: i miei figli, che non hanno né visto Jurassic Park ne hanno giocato con
i Dino Riders, a loro volta ritengono i dinosauri esternamente fichi come
concetto, quindi mi chiedo se non sia qualche altra istruzione di base cablato
nella parte più rettiliana del nostro cervello, quella dei riflessi
condizionati più basilari che hanno, come unico scopo, quello della
sopravvivenza. Chissà! Magari lì è conservata una memoria ancestrale di quando
i nostri antenati dei nostri antenati dei nostri antenati dei nostri antenati
magari avevano qualche scaglia in più, denti aguzzi, e sangue freddo! O le
piume.
Ecco, penso di non dire nulla di nuovo, anche perché questo è il tema di circa
metà dei fumetti di Zerocalcare, se mi dichiaro esternamente deluso dallo
scoprire che molto probabilmente sia i Velociraptor che lo stesso Tirannosauro
Rex avevano le piume.
Insomma, tutti sappiamo che esisteva la possibilità che fossero così, ma non
ci vogliamo credere. E non solo noi! I giochi odierni tratti da Jurassic World
continuano ad avere le scaglie, lo stesso specialone di SuperQuark nel 1993,
"il pianeta dei dinosauri", aveva anche lui i dinosauri con le scaglie. Quindi
se Piero e l'allora giovanissimo Alberto Angela dicono che i dinosauri non
hanno le penne, allora vaffanculo! I dinosauri non hanno le penne, ecco.
Nemmeno quelli delle monografie da edicola
Ho divagato.
Quello che volevo dire è che a intervalli regolari tornavano di moda i
dinosauri, almeno così è nella mia vita: quando avevo 5 anni, il
parentado, che nel figlio enfant prodige ci investiva, mi aveva regalato libro
con le illustrazioni di Zdenek Burian (le cui illustrazioni sono comparse
spesso in questa sede). Il libro è "Quando l'uomo non c'era" ed era
bellissimo. Quando di anni invece ne avevo 6 (Natale 1988) i regali furono
appunto i Dino Riders, non mi ricordo quali esattamente, ma tra loro c'era
anche il Santo Graal del fanboysmo dinosaurico: il Tirannosaurus Rex, guidato
da Krulos, Cobrus e Bitor (spero che in Francia ne abbiano cambiato il nome)
della crudele stirpe dei Rulon.
raro caso in cui il cartone è una delusione rispetto al giocattolo e
non viceversa
Eccolo lì, che grazie ai 3 volt delle due pesantissime pile "Torcia" che
alimentavano il motorino in pancia, apriva e chiudeva la bocca mentre
camminava, o per meglio dire pattinava, perché sotto i piedi e la coda
aveva delle rotelline con una gomma antiscivolo, che gli facevano fare un
movimento tipo il ben noto "moonwalk".
Ma vabbè era tutto molto fighissimo, con una controindicazione: per i pochi
giorni rimanenti del 1988 e e buona parte del 1989, ogni volta che facevo una
vaccata, l'inevitabile reprimenda finiva a rinfacciarmi la venuta in casa ex
videogiocatore, di vari sauri preistorici molto costosi (erano comunque tempi
di vacche grassissime), e come mi permettevo a essere meno che perfetto con il
fatto che avevo avuto i Dino Riders che volevo!
(N.B. a casa Ex Videogiocatore a Babbo Natale non si è mai creduto: faceva
parte dell'educazione a essere un vero uomo del giovane virgulto).
Questa stortura psicologica, tempo fa, l'ho chiamata "Sindrome di
Questar-Mayhew", anche grazie al racconto dell'amico Ivano, il quale mi ha
detto che pure a casa sua la frase che immediatamente seguiva il "ecco il tuo
Dino Rider" era "Però che viziato che sei". (E ALLORA CHE CAZZO ME LO REGALI A
FARE? avrebbe potuto essere la risposta del giovane Ivano, che però al tempo
non aveva la prontezza di spirito che ha ora).
Questa "sindrome" la chiamo così perché Questar era il capo dei Dino Riders
(quelli buoni). Trattavasi di un nerboruto coglione con un eccesso di
addominali, un problema di ipoplasia agli arti superiori e un truzzissimo
caschetto biondo tenuto indietro col cerchietto.
lunedì sera la discoteca / martedì sera la discoteca
Mayhew, lo sapete meglio di me, è l'attore che fa Ciubecca nei film di Guerre
Stellari: perché Chewbecca? Semplice! perché una volta che Harrison Ford gli
ha salvato la vita il povero pelosone si è sentito in dovere di stargli
attaccato al culo per il resto dei suoi giorni, tutto questo perché non aveva
mai finito di ricambiare quell'unico favore che ha ricevuto. Una discreta
inculata, se vogliamo ma forse ragiono un po' per do ut des una
deformazione professionale dei troppi giochi adventure. La morale della storia
è: "non fatevi manipolare!"
Ora, dicevo: a intervalli regolari ecco ricomparire i dinosauri, come un
enorme herpes di 30 tonnellate. Quindi tra 86 e 87, libri illustrati: 1988,
Dino Riders, 1993: Jurassic Park e dinomania totale (Time Runners inclusi) e
poi insomma, non lo so. Ammetto che mi sono un po' perso. Fino al 2019, quando
mio figlio Sinjin ha iniziato a mostrare anche lui interesse per quelle
bestiacce. Anche Randy, che al momento in cui scrivo questo articolo ha un
anno e mezzo, ha iniziato ad apprezzare consumato il libro dei dinosauri del
fratello maggiore. È un libro a finestrelle della Dami Editore, zeppo di
immagini dipinte da Tony Wolf pescate qua e là dall'enorme archivio della casa
editrice che sull'opera del compianto Wolf ci camperà di rendita per una
settantina d'anni. Quindi sì, tra il 1993 e il 2019 c'è stato un enorme gap,
dovuto al mio disinteresse, nei corsi e ricorsi dei dinosauri, ma sono sicuro
ma sono certo che il continuo riapparire sia continuato. Basti pensare ai
sequel di Jurassic Park, a "Cadillacs&Dinosauri" (sia il picchiaduro che
il cartone), alla saga di Turok, alla parodia di Jerry Calà "Chicken Park"
(per cui una mia compagna di classe alle medie aveva sviluppato
un'ossessione)...
viene da chiedersi come mai
E, ovviamente, anche per il gioco di oggi. Praticamente che cos'è successo? A
un certo punto, sarà stato il 1997? Forse, il primo sequel di Jurassic Park è
uscito allora. Dicevo, a un certo punto in edicola salta fuori questo gioco
coi dinosauri su CD-ROM a prezzo stracciatissimo, pubblicato dalla Rizzoli
sotto la presuntuosa etichetta "Rizzoli New Media". È in edicola, costa
poco, che faccio, non lo prendo? Certo che no, anche perché avevo visto le
recensioni sulla un po' meno fecale rivista di settore chiamata PC Gamer, e il
fatto che il gioco fosse in prospettiva 3D isometrica mi aveva positivamente
colpito.
Bene! Ciononostante, e non solo perché sono un enorme cagacazzi, la cosa mi
aveva fatto scendere i coglioni. Che cosa c'è stavolta? Chiederete voi.
Niente, cari amici, è il pressapochismo delle case editrici italiane che mi fa
incazzare! Dinotopia è originariamente un libro illustrato magistralmente dal
pittore e scrittore James Gurney, che oltreoceano è una pietra miliare della
letteratura per ragazzi (purtroppo non l'ho letto, ma se da piccolo lo avessi
fatto penso che avrebbe avuto un impatto fortissimo su di me, perché sembra
veramente bellissimo). Ne hanno fatto anche un telefilm e una miniserie col
futuro protagonista di quel telefilm in cui deve scappare dalla prigione che
non mi ricordo come si chiama, ma ignoriamoli perché c'avevano degli effetti
speciali abbastanza di merda.
Ok, torniamo al pacco da edicola di cui sopra: allegato al videogioco, c'è un
libro. "Dinotopia!" direte voi. Col cazzo, risponderò io! Il libro allegato al
videogioco di Dinotopia è il totalmente non correlato "Storie dalla
Preistoria" di Alberto Moravia, e in copertina c'è un'illustrazione di Gurney!
Porca puttana.
Ptero Sauro
Cioè non so se avete presente le storie della Preistoria di Moravia, che si
ok, è un libretto per bambini, per carità, fa sorridere con tutti gli animali
con i nomi spezzati: Tri Checo, Porcel Lini, tutte queste vaccate qua che
vanno bene per un bimbo che vuole spegnere un attimo il cervello quando non ha
voglia di farsi travolgere dalle sublimi opere d'arte in stile pre-raffaellita
del Gurney, ma con il gioco non c'entra assolutamente un cazzo di niente! Però
il curatore di questa pubblicazione dice "oh cioè dinosauri di qua di là
preistoria, cioè oh mi mettiamo assieme, soldi facili"
Cosa che se da un lato è una operazione commerciale fatta con il culo,
dall'altro lato guardiamo le cose positive: visto il basso prezzo, questo
gioco nel Belpaese ce l'avevano cani e porci e qualcuno più avveduto di me,
negli anni successivi ha potuto condividere su internet la versione italiana:
probabilmente sarebbe stata introvabile senza questa fregatura da edicola! Si
cerca di prendere il buono di quello che si ha. Sigla!
Un gioco della Dreamers' Guild, pubblicato dalla Turner Interactive! Che è
fallita subito dopo e quindi chi voleva pubblicare 'sto gioco se n'è
impadronito facilmente senza sbattersi a uscire i soldi ai proprietari.
Comodo, molto comodo! Hanno lavorato per la visibilità questi ragazzi e
siccome Ted Turner si è rotto il cazzo dei videogiochi molto rapidamente ed è
andato ad acquistare altri terreni da aggiungere alla sua collezione, che è
più estesa del Friuli Venezia Giulia, alla fine non hanno visto un ghello.
Peccato! I Dreamers' Guild sono anche gli autori di Faery Tale Adventure 2, il
cui primo episodio è abbastanza noto, ma il seguito non se lo è inculato
nessuno. Però il motore di gioco è stato riciclato in Dinotopia.
E via, introduzione, filmata e pure doppiata in italiano! E vi dirò di più, è
doppiata pure abbastanza bene! Cazzo, sto sognando? Ovviamente non è passato
dalla mefitica CTO di Zola Predosa (loro si limitavano a Electronic Arts più
sussidiarie, inclusa la Origin, poi la Lucasarts e la Coktel Vision) e quindi
l'italiano risulta essere persino scorrevole! Porca puttanghera vacca ladra,
sono basito! Basito, vi dico! L'animatronic del dinosauro è quello che è e la
pettinatura del suo subordinato mi riconcilia con la totale assenza di gusto
di Christian Erickson (no, non quello che ha avuto il malore agli Europei.
Parlo di Lance Boyle di Megarace). Però insomma, il battibeccare di questi due
deficienti mi è gradevole pure ora, nel 2021! A questo punto mi chiedo, nel
lontano 1997- 1998 come avevo reagito. Boh, ho flash di vaghi ricordi, un po'
di "ah che bazza, un gioco pure doppiato in italiano a prezzo da edicola" poi
ho guardato l'allegato e ho detto "ma cazzo, ci sono dei miei coetanei che
fanno le orge e tirano di coca e io sto bruciando il mio tempo con un gioco e
un libro per bambini? Ma porca puttana che sfiga totale". Forse quest'ultima
frase è stata un po' "infiorettata", ma ecco, era la sensazione di fondo.
Notare che ho messo su youtube i video primo perché volevo farvi sentire il
doppiaggio che è decente, e secondo perché come tutti igiochi di quel periodo,
i sottotitoli non esistono. Niente di niente, anzi oserei dire che tutti i
testi presenti nel gioco sono in inglese, non mi meraviglierei se avessero
cambiato solo i file audio! Ah no, mi sa di no, che questa teoria non è
valida. E niente, questa è la storia di Nathan e Constance, due fratelli del
fecale impero britannico che vanno in giro per i possedimenti di qualche
stronzo emofiliaco con la testa saldamente piantata nel culo e un fortissimo
birignao che lo fa sembrare ancora più ritardato quando parla, quando la loro
nave naufraga. Che sfiga! Ma d'altra parte, *vecchio di merda mode on* S'IL
STEVA A CÀ SÒ non gli sarebbe successo niente.
Insomma sia Nathan che Constance finiscono in acqua e Nathan prova a tenere
per mano la sorella ma lei viene portata via dalla corrente dando sfoggio di
due tette mica da ridere. Al di là di tutto questo, gli acquarelli con cui è
fatta 'sta presentazione sono davvero belli e mi chiedo se siano pure loro di
Gurney o fatti apposta da qualche artista bravino pure lui. Perché i disegni
di Gurney nel libro pariono essere molto più dettagliati. Non so! Però tutto
molto bello. Di fatto, Nathan perde di vista la popputa sorella e a furia di
nuotare, lui che non ha le tette a fargli da galleggiante, viene portato a
riva dai delfini, che lo vedono lì che annaspa e dicono "dioppuò vez oh cioè
vez dai dat bain na mosa vez oh dai cioè vez" e lo trascinano sulla
spiaggia...
...di DINOTOPIA, un'isola misteriosa in cui uomini e dinosauri coesistono
pacificamente e soprattutto su cui il fecale impero britannico non ha mai
messo le sue mani sporche di fluidi corporei di pecora (lo so, lo so). Questo
fa un po' girare i coglioni a Nathan che essendo inglese dà per vere le teorie
suprematiste di Cecil Rhodes, ma insomma, siamo sull'isola, isoliamo. Come
prima cosa, possiamo mostrare la foto di nostra sorella a un mollusco presente
sulla spiaggia. Uno dice: i dinosauri parlano, perché non anche i trilobiti?
D'altra parte se il dimetrodonte, che un dinosauro non è ma è qualcosa che si
era estinto milioni di anni prima dei dinosauri, veniva messo assieme ai Dino
Riders, allora si può fare un bel pinzimonio passatista, no? Ma il mollusco
non parla, e ce lo accattiamo, o meglio ci accattiamo quello che sembra essere
un mollusco, perché mi cascassero le palle se non c'è una cacchio di
descrizione scritta o parlata. Mannaggia! Oh, beh, almeno vediamo che quella è
una conchiglia e ne siamo ben convinti perché è disegnata bene.
Questa cosa, invece, non sappiamo che cos'è. Una t-shirt abbandonata da un
bagnante? Un asciugamano? Che chiamare i teli da mare "asciugamani" mi viene
in mente una cosa che mi aveva fatto molto girare le palle, e che una volta
mia mamma, uscendo per andare in spiaggia, mi aveva detto "vai a prendere gli
asciugamani" e io tosto le avevo portato un asciugamano da cesso (o, peggio
ancora, uno strofinaccio per asciugare i piatti che veniva usato da un caprone
come me per asciugarmi le mani quando me le lavavo nel lavello della cucina
dell'appartamento). E insomma, le porto quello che nella lingua del vecchio
paese si chiama burazzo. E la reazione è quella di essere preso per il
culo perché per asciugamano si intendeva "Telo da mare" ma era la primissima
volta in vita mia che sentivo chiamare un telo da mare "asciugamano". Magari
era un modo per stuzzicarmi usando espressioni diverse dall'idioletto
familiare a cui ero abituato, per mandarmi in confusione! Boh! Perché mi
ricordo questo particolare? Semplice, l'incazzatura fissa la memoria.
Andiamo in fondo alla spiaggia e troviamo un'altra cosa che non ho idea di
che cosa sia. Una catena forse? Forse sì. Alla fine al di là della visuale
isometrica che fa molto gioco di ruolo, questo è un gioco d'avventura fatto
e finito. Certo, molto semplice come concetto, molto orientato a un pubblico
giovane, ma resta sempre un adventure, e come in ogni adventure che si
rispetti vale sempre la regola: se lo puoi prendere, piglialo.
Attraversiamo di nuovo tutta la spiaggia e arriviamo al relitto di quella
che sembra essere la nostra barca, finita di fianco alla foce di un fiume.
In genere, sulla Riviera Adriatica ma più a sud, tipo in Abruzzo, in
concomitanza con la foce di un fiume c'è sempre un campeggio. Io ci sono
stato due volte in vacanza in campeggio in Abruzzo, in due campeggi
differenti: una volta, che era anche la prima vacanza che facevo con amici e
senza i miei, mi sono divertito tantissimo, la seconda volta un po' meno
perché nell'acqua c'era qualcosa che c'ha messi KO per diversi giorni causa
cacarella. Peraltro nella prima delle due vacanze si era aggregato pure un
mio compagno di classe che al posto del telo da mare aveva preso un
asciugamano da bagno. Era stato preso per il culo a sangue perché
l'asciugamano, che non era affatto grande, era stato subito ribattezzato
"l'ospitino" (l'asciugaculo che sta di fianco al bidet) ma non da me, che
ancora ricordavo la mia esperienza di tanti anni prima, e provavo pena per
lui.
Avete visto che roba? Mettendo la testa nel relitto si passa in prima
persona a schemi fissi, quindi che cosa facciamo? Semplice! Continuiamo a
raccogliere le cose come se non ci fosse un domani, per usare un'espressione
"giovane" ormai desueta. Quello che facciamo nostro è un candelabro e un
piede di porco. Piede di porco che è fondamentale sia negli Adventure che
nei giochi di ruolo, quindi proprio in virtù del suo essere bisvalido ce ne
appropriamo.
Ecco qua un forziere. Ci usiamo sopra il piede di porco, che non funziona.
Proviamo diverse volte perché uno dei problemi di questo gioco è il pixel
hunting. Cazzarola, mica si può avere tutto fatto bene, perché? Di fatto,
quando utilizziamo un oggetto dal nostro inventario, il cursore prende la
forma di quest'oggetto e chiaramente non è segnata la Hotspot sul cursore.
Cioè non è segnato la parte del cursore che interagisce col resto
dell'ambiente. Ma gli puzzava troppo l'ascella metterci sopra, chessò, un
puntino rosso? E quindi se una cosa non funziona o abbiamo sbagliato a
cliccare o semplicemente non è prevista dal gioco! Bah, diamo per scontato
che non funzioni e andiamo a usare il piede di porco su qualcos'altro che
potrebbe o non potrebbe aprirsi.
...ovvero un'enorme vongola che si trova in riva al mar: anche lì
diversi porconi lanciati più tardi il buon Nathan riesce a forzare
l'apertura della bocca della vongola, che si rivela non essere una vongola
ma un'ostrica. Ovviamente munita di perla.
Io l'unica volta che ho comprato delle ostriche al supermercato, ho provato
a metterci sopra il limone e siccome non si erano mosse al contatto con
l'acido citrico, le ho a malincuore buttate via: ero memore del fatto che la
cacarella avuta al campeggio abruzzese non era stata un'esperienza piacevole
e quindi non avevo voglia di riprovarla.
Dietro la spiaggia che cosa c'è? La pineta, direte voi. Eh, magari! Questa,
amici, è un'isola sperduta in qualche remoto oceano probabilmente tropicale,
e quindi ci sono le palme! Nathan si guarda attorno con l'aria di chi sta
pensando di spremerle per ottenerne un ottimo olio con cui fare la Nutella,
quando siamo improvvisamente distratti da una persona che parla con un
parasaurolophus. Ci clicchiamo sopra per intavolare discorso e la risposta
che otteniamo è una strana parlata all'incontrario.
Io mi rendo conto che mi ricordo che il tempo che al tempo avevo voluto
provare a registrare quello che dicevano e dopo rigirarlo con il
registratore di suoni di Windows per vedere se si trovava qualche specie di
messaggio satanico. Aveva senso, no? Poi siccome comunque io sono una
persona fondamentalmente pigra, su di me e sui miei buoni propositi aveva
avuto la meglio il tavò, quindi ho semplicemente immaginato che fosse un
modo per farci capire che Nathan non è in grado di comprendere la lingua
parlata dai dinotopiani. E quindi mi sono detto "magari qua vicino c'è un
dizionario o qualcosa, che ci insegnerà l'idioma locale, un po' come la
famosa pergamena col linguaggio dei Gargoyle di Ultima VI. Vi ricordate?
"You study the scroll!" e voilà, immediatamente a conoscenza della lingua,
letteratura e cultura gargoyle manco fossimo Maggie Robbins.
Ecco io non oso immaginare la puzza che esca da questa zona: sembra una
stalla popolata da dinosauri con un sacco di uova da cui escono dinosaurini
che andranno a scacazzare in ogni dove. C'è anche un altro parasaurolophus
che fa la calzetta. Visto l'ambiente rustico in cui ci troviamo, mi chiedo
il maglioncino che sta producendo quanto possa essere infeltrito e quanto
prurito possa dare alla schiena. E poi i dinosauri sono sempre tutti ignudi!
Il maglioncino è per gli uomini? Ma si fidano?
Vabbè. Dietro al cacatoio, oltre a un organo a canne, c'è pure un macchinario
che pare essere fermo. Io vorrei dare una mano a riparare ma il tizio mi dice
"ol uc naf fav" e siccome io non capisco non posso fare altro che dirgli ol uc
naf fav di rimando, e passare avanti.
Tipo in questa casa che non solo ha il tetto di paglia ed è isolata dal resto
della città, ma è pure ENORME. Sarà mica che c'è qualcosa di speciale? Eh? No
eh?
E invece sì, c'è una sequenza FMV con una vecchia (che sia "di merda" o no lo
lascio decidere a voi) che inizia a parlarci (in italiano) del fatto che
Constance, grazie ai due siluri che tiene attaccato allo sterno, è riuscita ad
arrivare a Dinotopia prima di noi, e non solo! Ha imparato la lingua, ha
aperto un conto in banca, si è registrata all'ufficio di collocamento e ha
fatto tutti i documenti, mentre noi siamo qui ancora ad annaspare con
un'interfaccia utente fatta coi piedi. Bah! Comunque la vecchia, che ricorda
un po' la nonna della ACE ma meno nazista, ci passa un libro per bambini un
po' tardi: d'altra parte la faccia di Nathan non lascia ben sperare,
ciononostante impariamo il dinotopiano rapidamente.
Forti della nostra nuova capacità di esprimersi torniamo dagli ingranaggi, e
colto da un flash di memoria, dò quello che pareva un
burazzo abbandonato al tizio parruccone che sconsolato sta davanti
all'ingranaggio fermo. Miracolo! il burazzo è in realtà la cinghia del
congegno, e ora tutto funziona! Speravo che il tizio fosse felice, ma quello
che si limita a dirmi è che Constance è stata vista a Città Pomice e che la
vita è un susseguirsi di delusioni e fallimenti, e alla fine si muore. Ah beh,
ci prendiamo la prima parte del messaggio.
Cosa dicevamo a proposito del dimetrodonte prima? Ecco, questi sono
stegosauri, e gli stegosauri si sono estinti ben prima di tanti altri
dinosauri presenti in questo universo. Ma insomma come dicevamo è sempre
quella strana storia per cui guardando a un passato più lontano si perde la
percezione della profondità. E quindi dai, ci sta: poi questa è una storia
Fantasy in cui tutti i dinosauri di tutta la preistoria sono sopravvissuti e
si sono riuniti in questa isola misteriosa dimenticata da tutti, quindi
possiamo chiedere la sospensione dell'incredulità, se vogliamo.
Quello che mi piace un po' di meno e il tentativo di essere PaZzErElLiH dei
due stegosauri, che non fanno altro che litigare...
...anche mentre ci stanno portando verso Città Pomice. Insomma quello che
succede è che uno dei due sente la mancanza di un grammofono, qualcosa per
ascoltare la musica, mentre ci scorrazza in giro per Dinotopia. Questo
significa che abbiamo forse un nuovo fetch quest? Si beh, certo.
Però che carino l'effetto dello sfondo che si muove, visto dall'interno della
nostra carrozza...
...e che bello il disegno di Gurney che rappresenta Città Pomice, che
sarebbe una zona di dinotopia in cui risiede la cosiddetta
working-class: i minatori, i fabbri tutto ciò che ha a che fare con
la pietra pomice suppongo. Poi a me questa cosa dava un po' fastidio perché
"pomice" mi faceva venire in mente il "pomiciare", un'attività che mi era
preclusa per il semplice fatto che preferivo dedicarmi a queste stronzate
con cui state perdendo tempo anche voi in questo momento, se state leggendo
queste righe. Tant'è, il disegno è molto bello.
Pomice! Città dal fascino molto rustico e post-industriale. E c'è pure un
anchilosauro. Me lo sarei immaginato molto più piccolo, sarà che
l'anchilosauro era uno dei Dino Riders più sfigati, perché erano quelli che
costavano poco: se ricordo bene, non aveva neanche il seggiolino su queste
basi e pochi arti snodabili. O forse mi confondo con il protoceratops, ma
onestamente importa? Vogliamo mostrare come erano stati ricostruiti gli
stegosauri un tempo? Mostriamolo!
*cries in pieroangela*
Non mi meraviglierei se in futuro il nostro immaginario collettivo dei
dinosauri venisse ulteriormente smentito: già le penne le piume sono state un
grosso trauma. Non oso immaginare i danni che ulteriori scoperte possono fare
all'industria dei giocattoli dei libri e dell'abbigliamento per bambini. La
lobby dei paleontologi proprio non ha idea dei potenziali danni che può
fare!
Siccome questi operai non fanno altro che annoiarsi e lavorare, che cosa si
fa quando non si ha nient'altro da fare? Uno dice "si tromba", il classico
svago di quando ancora non c'era la televisione o il computer. Sì, vero, ma
apparentemente poi a quello viene a noia, e comunque si fa poco, perché
Dinotopia è fondamentalmente un libro per bambini. Quindi? Come si divertono
questi bifolchi? Col gioco d'azzardo. Ah bene! Niente sbunnate ma
sputtanarsi lo stipendio alle tre carte è ok. Benone!
Il gioco d'azzardo nella piazza centrale di città pomice è gestito da un
deinonico (senza penne) vestito da
zdaurache si chiama Onno. E dopo averci parlato, con voce molto suadente tipica
di chi ti vuole alleggerire il portafoglio, introduce il gioco a cui
ci vuole sfidare, che si chiama Tris (Treble nell'originale). A quanto pare
leggo su mobygames che nella versione originale del gioco inscatolata (che
probabilmente avranno in totale due persone) hanno pure incluso il mazzo di
carte con cui giocare a computer spento.
Come funziona? Semplice, ci giochiamo un nostro oggetto contro un altro
oggetto proposto dalla stessa Onno, e messa la posta ci troviamo di fronte a
un gioco delle tre carte, ovviamente variato.
Ogni carta ha un colore, un numero e un disegno: dobbiamo pescare e scartare
finché non abbiamo 3 carte con due caratteristiche comuni.
E quindi niente, si pesca si scarta, e pare che l'intelligenza artificiale
di Onno sia programmata col culo rendendo il gioco estremamente semplice (a
meno di botte di culo della dinosaura), ma non è il nostro caso: eccoci qua
con tre carte Viola col numero 2, abbiamo vinto l'inutile
collana.
Lontano dallo sguardo indiscreto degli screenshot vinco di nuovo e mi
approprio di un non ben definito oggetto che potrebbe essere di metallo. Un
momento, abbiamo detto un oggetto di metallo? Siamo nella città dei fabbri,
degli operai, quindi che si fa?
Si va dal fabbro, che si chiama Tokk, immigrato dall'Africa di terza
generazione, tipo Lukaku. Tokk! Che strano nome per un figlio del
continente nero. Con quel nome o fai l'orologiaio o fai qualcosa in cui
percuoti oggetti, perché sapete come si dice, no?
Nomina sunt consequentia rerum, e viceversa,
nomen omen. C'era stato uno studio per cui a seconda del nome
certe persone erano più inclini a una certa carriera: mi piacerebbe poter dire
che dinotopia c'è un macellaio che si chiama "tagliavacca" ma mi pare di
capire che dinotopia di vacche non ce ne siano. Magari mangiano bistecche di
brontosauro tipo i Flintstones, ma ne dubito, mi sembra più un posto in cui
sono tutti vegetariani. Non importa, mentre mi focalizzo sulla bella barba
biforcuta di Tokk, mi piacerebbe sapere dai più esperti tra voi se è doppiato
da Alessandro Rossi, perché la voce pare proprio la sua.
Mentre attendo la risposta, quel fancazzista di Tokk ha detto che se
vogliamo uso dei suoi servigi, lui ci mette a disposizione la sua forgia e
non alza un dito per aiutarci, tipica attitudine da piccola-media impresa
italiana in cui praticamente si fa l'investimento iniziale in macchinari e
si vive di contoterzismo. Che due coglioni! Avanti pure, scaldiamo il
crogiolo cliccando sul mantice...
....gettiamoci dentro il non ben definito pezzo di ferro e prepariamoci a
bestemmiare contro l'assenza di hotspot. Pronti a scaldare i porconi?
Ecco qui, come prima cosa mettiamo sotto il crogiolo uno stampo a forma di
chiave, perché ci va di fare una chiave. Tocchiamo il crogiolo a mani nude e
subito Tokk con fare bavoso ci dice "Che belle manine che hai... se vuoi
perderle, tocca il crogiolo senza guanti" e onestamente non so se sia un
avvertimento o un invito.
Adesso la parte difficile, prendere quel cazzo di chiave con le pinze per
buttarla in acqua. Provo a cliccare con le pinze, ma non c'è l'hotspot e
quindi le pinze tornano al loro posto e Tokk ci apostrofa con "Ora ascolta
Tokk. Metallo bollente. Acqua fresca! PFFSSHSHHSHSSH! ENORMI NUVOLE DI--" Di
cosa, Tokk? Ma il file audio è troncato e mi piace pensare che Tokk abbia
avuto un infarto perché un colpo che gli ha mandato mentalmente Nathan è
andato a segno.
Diversi vaffanculi più tardi.
Oh, ce l'abbiamo fatta. Abbiamo una chiave! Ora dobbiamo trovare una toppa in
cui infilarla, e fu così che Nathan passò il resto della sua vita a girare per
Dinotopia a infilare la chiave in qualsiasi buco trovasse. Ma no, che dico!
Questo è un gioco per famiglie! Andiamo a prendere gli stegosauri.
"SE AVESSIMO UN GRAMMOFONO..." "E SE MIA NONNA AVESSE AVUTO I CINGOLI SAREBBE
STATA UN TRATTORE" dice mentalmente Nathan, che per tutto il gioco è doppiato
da Gordon Freeman. Torniamo al vivaio...
...anche soltanto per vedere il bell'acquerello di Gurney che ci mostra il
vivaio che effettivamente non avevamo visto. Bello, bello. bravi tutti. Ma
quindi? La chiave?
La chiave la andiamo a infilare nel forziere che non eravamo riusciti ad
aprire con il piede di porco, per ragioni che non mi è dato comprendere ma che
non riesco a spiegare se non con un sonoro vaffanculo. Intanto ci accattiamo
il contenuto del forziere che è un...braccialetto? Boh! Sembrerebbe un
braccialetto dentro la sua scatola foderata di vellutino, non lo so. Andiamo a
Città della Cascata, perché nel frattempo Tokk ci ha detto che Constance è
andata là, ma non prima che lui le desse due botte (di martello, sul
ginocchio, per provarle i riflessi).
Ed eccoci a Città della Cascata! Bellissima, ragazzi, davvero bellissima. Cioè,
come si fa a non amare dei disegni del genere? È un vero peccato che Dinotopia
(il libro) in Italia non abbia avuto tutta 'sta distribuzione, proprio un gran
peccato.
Città della Cascata, in prospettiva isometrica, è molto meno spettacolare
che nel quadro. Ma ehi, è meglio di Ultima 8, direi, no? O meglio, non
possiamo saperlo dato che in questa sede non ho giocato a Ultima 8, e non
sono sicuro di averci voglia di rigiocarci perché mi piace ricordare la saga
di Ultima come una serie di giochi decenti. È anche vero che dovrei
rigiocare al 7, ma il mio timore è di mettermi in una maratona in cui lo
devo giocare dall'inizio alla fine e la cosa non è molto compatibile con il
fatto che non mi sto trovando a bordo di un'astronave che viaggia a velocità
della luce.
Vabbè, passiamo questo barrage di bimbi a bordo di parasaurolofi, scartiamo
questa specie di archeotterige misto a pappagallino, e sfrecciamo davanti a
un brontosauro conciato in modalità BDSM, quindi, che dire? Mi sono rotto le
balle. Tutto molto bello, tutto molto esteticamente gradevole. Però mi sono
rotto i coglioni. Ce li avevano i coglioni i dinosauri? Penso di sì, come li
avevamo noi, poi se mi ricordo bene avevo visto un'illustrazione di come
facevano i dinosauri a copulare (incrociavano le basi delle code) e il fatto
di aver ricordato che ho visto porno di dinosauri mi ha un po' messo a
disagio. Prossimo gioco, dunque? Prossimo gioco!
È merda? Sì. Cioè, mi dispiace, eh? La grafica è bellissima,
l'ambientazione pure, alla fine è tutto molto gradevole, ma porca puttana il
fatto che non ci sia scritto niente, che alla fine stiamo lì a combinare
alla cazzo degli sgorbi di pixel sperando di beccare la hotspot giusta e
tutto quanto, mi rovina ogni possibile lato positivo (e ce ne sono, porca
vacca! Persino il doppiaggio!) Una grandissima delusione, devo dire. Ma
costava tanto mettere un'icona a forma di occhio per esaminare le cose che
abbiamo? Ah, chiaro che se mi dite che bastava cliccarci col destro (penso
di averlo fatto) per esaminare gli oggetti sono prontissimo a girare la
colpa alla Rizzoli New Media, che col gioco non ci ha messo uno straccio di
manuale, ma quel cazzo di libro di Moravia. Quindi, merda. Spiace.
Ci rigiocheresti? No.
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