lunedì 12 febbraio 2018

Serve & Volley

Il tennis è complicato, imprevedibile, magari piove e ti rimandano il match. Non è solo correre e colpire. È strategia, testa. E non c'è droga per migliorare l'intelligenza. 
- Boris Becker

Comincio subito ammettendo che di tennis ne so poco e niente, e credo di non aver mai visto un match intero in vita mia. 
Però mi sembrava divertente iniziare l'articolo con una citazione che dice come il tennis sia uno sport di intelligenza, detta da un ex tennista miliardario che è riuscito a sputtanarsi tutti i soldi tra droga e femmine mi faceva abbastanza sorridere. Oh, intendiamoci, poteva rovinarsi in modi peggiori. Il mio compianto professore di storia dell'arte era solito dire che l'uomo si rovina in tre modi: le donne, il gioco d'azzardo, e l'agricoltura.

Ecco, dovendo scegliere non sceglierei di certo l'agricoltura. In realtà sceglierei di non rovinarmi affatto, ma d'altra parte io sono un uomo fondamentalmente noioso. Sigla!




Il gioco di oggi è del 1988, e chiaramente non lo si chiamava con il suo vero nome, ma era "IL TENNIS", pronunciato con la T rinforzata, che rendo foneticamente come il TUENNIS. Diversi anni più tardi, il gioco mi tornò in mente quando dovetti sorbirmi lo sfogo di un'amica di una mia ex morosa, che era arrabbiata per il fatto che il marito non le aveva regalato il TENNIS per il compleanno. 
Io credevo volesse un abbonamento al club del tennis, ma in realtà si riferiva a un tipo speciale di braccialetto di diamanti, chiamato così perché a un torneo U.S. Open, la campionessa di tennis Chris Evert fece interrompere la partita perché il fermaglio del suo braccialetto si era rotto e doveva cercare il gioiello caduto.

Eh però anche tu ciccia lascialo a casa eh
E insomma 'sta tizia (che non era tennista) era talmente incazzata che non aveva ricevuto il TENNIS che aveva venduto il gioiello che le aveva regalato il marito e si era comprata il TENNIS aggiungendo qualcosina per raggiungere i 4000 euro necessari. 

Non giudico, eh. Personalmente ho la mia opinione su questa storia ma la mia opinione non è importante: quello che è importante è che mentre stava lamentandosi del fatto che non aveva ricevuto il TENNIS che le spettava, io cercavo di ricordare come si chiamava quel videogioco di tennis in cui il giocatore non lo potevi muovere.


Sì, avete capito bene. Il giocatore non si può muovere. Ma non inalberatevi, tra un po' ci arrivo. Il gioco è stato creato da un team chiamato Artech, autori anche di Theatre of War, il primo gioco esclusivamente in SuperVGA, che un giorno potrei pure recensire.
Gli Artech sono canadesi, e la Accolade, da brava publisher, pubblica e basta. Ve l'ho detto che pubblicare i giochi altrui spesso è un modello di business più vincende di creare i giochi, no? 


Il menu è semplice ed essenziale, classica EGA. Esiste anche la versione per Commodore 64 e per Apple II. I veri uomini non giocano di amichevoli, quindi facciamo un torneo!  Difficoltà facile perché è sì vero che io sono un vero uomo, ma sono anche molto pigro. Si gioca un solo set per partita, sul cemento, e con lo sfondo dello yacht club. Perché qui siamo in un ambiente locupletato, ecco. Mi piace usare la parola "locupletato".


Uh, che strano. Sono abbastanza sicuro che la versione che avevo io avesse i nomi di tennisti reali (ricordo Becker e Lendl sicuro) anziché i nomi degli autori. È anche passato un quarto di secolo, in realtà. Vabbè, giochiamo tenendo questo H. Svaerdh. Ha un nome abbastanza impronunciabile da poterlo scegliere.


E via di gioco! La telecamera è fissa dal lato, e come vi dicevo, non si può muovere il personaggio direttamente, ma si gioca la parte più strategica del tennis, grazie alla finestrella tattica in alto a destra e a sinistra. In realtà, e questa è la parte fastidiosa, durante tutto il gioco lo sguardo è più concentrato sulla finestrella tattica che sul resto del gioco. 

Come in un gioco di golf come World Class Leaderboard, la potenza e il tipo di racchettata lo scegliamo in base a una doppia barra che si riempie a velocità più o meno alta. Spiego meglio.

La prima barra, quella sulla destra, serve per decidere il tipo di battuta. P.Butler, l'avversario computerizzato, sceglie un servizio  piatto (la F sta per "Flat") premendo idealmente il fuoco del suo joystick immaginario quando la barra a destra è sulla F.

La barra sulla sinistra, che si riempie dall'alto verso il basso, serve a decidere quanto bene diamo la racchettata. Se la fermiamo sulla tacca bianca in basso, il colpo è perfetto. Se si ferma all'interno dell'intervallo verde, il margine d'errore è accettabile. Se è fuori, sbagliamo.

E infatti sbaglio la mia risposta: scelgo uno smash (VS) e nella seconda barra, fermo il valore a ben dopo la tacca, spedendo la palla contro la rete.


15 - 0 per Butler. In tutto questo, Svaerdh non si è mosso nella maniera convenzionale, come vi aspettereste in un gioco di tennis tipo "Tennis" per Atari 2600...

Questo, per intenderci.
...ma il giocatore va incontro alla palla automaticamente, e mentre la palla è in volo possiamo decidere la zona del campo in cui posizionarlo. Chiaramente, l'idea è quella di minimizzare la corsa, in modo da minimizzare la fatica. Più la fatica è alta, minore è l'intorno verde che rappresenta il margine di errore consentito.

Poco dopo.


Recupero rapidamente portandomi sul 40 a 30, ma un dritto (selezionato di default) mi arriva lungo, e si va ai vantaggi. L'arbitro dice "Deuce", che deriva da "duos", che significa che il game si vince alla meglio delle due. Chiaramente al tempo non lo sapevamo e quando leggevamo "Deuce" capivamo "Duce" e subito tutti a fare gli scemi dicendo "oh no, il duce! ora perdiamo la guerra!" Al giorno d'oggi immagino si farebbero i saluti romani e si rimpiangerebbero (con più o meno ironia) i tempi in cui le paludi venivano pensionate in orario.


Sì però qui qualcosa non mi torna. Sono sicuro che i nomi erano diversi. Datemi cinque minuti che faccio un controllino.


Più tardi.

Ah! Ecco fatto. Niente che un po' di sano editor esadecimale (in realtà, si poteva fare anche via blocco note stando bene attenti agli spazi) possa risolvere. Indovinate un po' che nomi ho messo?

Se avete pensato a Panatta e Pietrangeli allora
non avete letto abbastanza questo blog.
Ebbene sì amici, il Pentapartito Tennis Club apre i battenti! Vediamo un po' gli iscritti...


Molto, molto, molto bene. Scegliamo Andreotti come nostro personalissimo campione e diamo inizio alle danze. Fanfani e Cossiga hanno il nome preceduto da una (C), non perché i loro nomi siano soggetti a copyright, ma a quanto pare tutti quelli con la (C) possono essere solo controllati dal computer. Eh, non importa. Noi, come sempre, impersoniamo il Divo Giulio, che circospetto cerca di non ricordarsi del fatto che tutti i suoi amici che praticavano sport sono morti. (Per chi se lo stesse chiedendo, De Mita non è iscritto al club perché come sede non è stata scelta l'amata Nusco).


E voilà, ecco il tabellone. Mancano Nicolazzi, perché come disse Fortebraccio, "Si fermò una macchina, si apri la portiera, non scese nessuno. Era Nicolazzi" e Altissimo, disinteressato al torneo, perché, per sua dichiarazione: "Io non ho bisogno di far soldi con il tennis. Io sto bene. Sono orfano di padre ricco."


E che altro dire? Niente, iniziamo la prima partita. Da una parte Andreotti, ben ingobbito sulla palla, e dall'altra parte il Misirizzi, il Rieccolo, il Cavallo di Razza dela DC: Fanfani! Dagli spalti, Dario Fo lo fischia e lo insulta perché è basso, e tutta la sua claque va in visibilio credendo di aver a che fare con un genio della comicità. 

"Ma non capite?" dicono. "dice che è basso perché Fanfani è basso! Non cogliete il genio in tutto questo? Attinge a piene mani dalla tradizione giullaresca! Il buffone di corte che può permettersi di irridere anche il re, perché il folle è la voce della verità!" Così parlano i supporter del sopravvalutatissimo commediografo meneghino, ignorando il fatto che i sovrani medievali spesso si divertivano a farli squartare vivi, i giullari di corte. Nelle poltroncine vicino, i membri dell'Accademia Svedese non capiscono un cazzo di quello che dice Fo e per paura di essere scoperti gli assegnano il Nobel.


Intanto, il Nano Maledetto risponde al servizio del Divo con un buon rovescio. La vecchia volpe gobba risponde con uno smash, mirando (notate la finestrella "AIM" che ci fa puntare a dove schiaffare la palla) il più lontano possibile. In questo modo, Fanfani dovrà correre di più e affaticarsi. Più si affativa, più cala il margine d'errore tollerabile. Capito la strategia?

Fortunatamente, il Cavallo di Razza recupera al volo e risponde con una volée (infatti, se si colpisce la palla nella casella bassa dopo il rimbalzo, si fa lo Smash, se si fa prima del rimbalzo, si fa la volée).


La volée del Rieccolo frega il Divo di brutto, che chiede troppo a se stesso ceracndo di sbattere la palla da tutt'altra parte con un altro smash. Purtroppo la mira viene sbagliata, e la palla è fuori. 15-0 per Amintore!


Stavolta cerchiamo di non esagerare con le schiacciate. Fedele al suo essere prudente ai limiti dell'immobilismo, il Divo Giulio va prima di dritto (Forehand) e poi di pallonetto (Lob). Il tiro è meno potente, a scavalcare, in caso di lob il margine d'errore concesso è sempre alto. Possiamo quindi far stancare ulteriormente Fanfani...



...Che a fronte di un altro dritto diretto al lato opposto del campo, sbaglia mandando la palla contro la rete! 15 pari. Come avete potuto vedere, attorno alla tacca da colpire non c'era l'intorno verde con il margine d'errore concesso. Questo perché Papa Leone XIV si è molto stancato a correre per tutto il campo, mentre il Divo si è mantenuto fresco come una rosa mantenendosi al centro del campo e spostandosi il meno possibile. "Essendo noi uomini medi, le vie di mezzo sono, per noi, le più congeniali", commenta lui sogghignando.


Proseguiamo. Amintore è ancora stanco (e d'altra parte non ha leve lunghe per muoversi senza fatica, lui). Si trova anche in una posizione tale che rispondendo a un lob non può che mandare la palla fuori. "Ho spesso anticipato di tre-quattr'anni i miei contemporanei, e a questo sono forse dovute alcune mie sconfitte politiche.".


Serviamo di nuovo. La battuta del Divo, stavolta, è perfetta, esattamente come le sue taglienti battute di spirito. È un caso? "Io non credo al caso" dice Giulio, mentre Fanfani liscia clamorosamente la palla. Ace! Andreotti si concede una composta esultanza mentre Amintore si dispera.


Punto successivo. La strategia qui sta nell'affaticare l'avversario a colpi di lob spedendo palle lente da ogni parte del campo. Il Rieccolo ormai ha la lingua fuori, e il suo smash finisce fuori, e il primo game va in saccoccia al Divo Giulio! "Di feste in mio onore" si sminuisce Belzebù "ne parleremo quando compirò cent'anni.


Stavolta alla battuta è Fanfani, che continua ad essere così affaticato da farsi fregare dalla tecnica del lob ondivago. Esisterà una tecnica del genere? Di certo questo gioco prende il nome da un'altra tecnica, la tecnica del Serve&Volley, cioè battere lungo e andare subito sottorete. Vista la velocità del tennis moderno, la tecnica è diventata obsoleta, ma apparentemente il ben noto Federer, a inizio carriera, se ne serviva.


Continuiamo con il secondo game e tecnica che vince non si cambia. Con buon occhio centro la tacca, e il Divo induce il Nano a sbagliare clamorosamente, mandandola in rete. Dai bordi del campo, Dario Fo commenta la cappella di Fanfani dicendo "AH! UNF! BRUT! BASS! PELAT! GRNGH NRHGUHFGHRGGG!!! BASS!" e la claque degli extraparlamentari, fuori dal club, si spella le mani urlando "Bruavoh!".

Più tardi.


E niente, che vi devo dire? Il Divo centra la tacca, Fanfani no, e fa rete. In tutto questo quante volte ho guardato l'azione vera e propria? Confesso, zero. Perché ero tutto concentrato sul pannello col campo. Un rovescio bello deciso e anche il secondo game va al Divo Giulio.


A dimostrazione del fatto che il multitasking è una grandissima stronzata (sia per gli uomini che per le donne) provo un secondo a guardare il campo mentre sto battendo. Ovviamente, questo fa sì che il Divo Giulio scazzi clamorosamente il servizio. "Posso avere compiuto degli errori, non dei peccati", è il sardonico commento. E invece, caro Andreotti, quello era un errore.


La serie negativa continua quando lo smash fallisce miseramente, anzi, come direbbero nei dintorni del Vecchio Paese, "tasmash".

Successivamente.


Vedete? Quando mi concentro sul pannello di controllo, riesco a tirare bene. Ma allora la grafica e tutto il contorno, a cosa serve se mentre si gioca non si può apprezzare? È un gioco di tennis o una morra cinese in tempo reale in cui si sceglie tra forbice carta e sasso tramite un cosiddetto "Quick Time Event" ? Mi piace questa definizione, mi faccio i complimenti.


Provo a battere e vengo distratto da qualcosa extra gioco. Andreotti lancia la palla in aria e non batte, e non viene penalizzato come questo, a parte la figura di merda. Un po' come quando tendiamo la mano per stringerla a qualcuno, lui non ce la dà, e noi ci pettiniamo.


L'imbarazzo è ancora così forte che alla battuta successiva, il Divo Giulio canna clamorosamente il dritto, e la palla va fuori. "Visto?" lo apostrofa il diversamente alto dall'altro lato del campo "In politica le bugie non servono!" Peccato che Giulio stia vincendo per due game a uno.


Riprendiamo col terzo game. Fanfani è stremato come il vostro ex videogiocatore dopo una notte passata a cambiare i pannolini dell'ex videogiocatore junior (ora dorme, ma anche quando non lo faceva gli volevo in ogni caso tanto tanto bene) e quindi Andreotti ne approfitta per fottere "Rieccolo" con un lob traditore. Peraltro, mi dice mia sorella, che oltre a essere il mio avvocato è pure la mia esperta di lifestyle, che il Lob è anche un taglio di capelli per signora. In effetti "Lob" sta per "low bob", praticamente un caschetto più lungo. Non molte persone lo sanno. (da pronunciarsi con la voce di Michael Caine)

Più tardi.


Ah, si parlava di "Serve & Volley", ecco Fanfani che dopo aver servito un topspin si fionda subito sotto rete. Il rapace rovescio del Divo Giulio però è infallibile, e Fanfani scazza la risposta impigliando la palla nella rete. 3 a 1 per Andreotti! "Non basta vincere" commenta Belzebù "ci vuole anche qualcuno che conceda la vittoria"


La tecnica del lob ondivago continua, e Fanfani continua a cascarci. Poveretto! Si ostina a tirare smash e rovesci e così facendo cede alla tattica di logoramento fatta dall'impassibile Divo, che esita solo quando dal pubblico la signora Enea gli urla "Presidente, stia dritto!" Ma lui sta comodo così.


Ormai è un massacro: lob, Fanfani arriva alla palla con la lingua fuori, net, punto, dai così.

Al game successivo.


La storia si ripete, d'altra parte il Divo Giulio, oltre alla immutabilità della subcoscienza collettiva delle città e delle popolazioni, crede fermamente ai ricorsi storici. Lob, Fanfani in debito d'ossigeno, fuori, punto. Cavallo di razza un par di ciufoli.


L'unico scossone in questo game prevedibilissimo viene quando al posto del lob il Divo Giulio sbaglia e scglie lo smash, il margine d'errore tollerato crolla drammaticamente, e stavolta a fare punto è Fanfani, che subito si gira verso il pubblico a spernacchiare il suo ex delfino Forlani, che si sta preparando per una partita di torneo con Cirino Pomicino.


Va bene, riprendiamo. Come al solito il Divo Giulio spedisce pallonetti in direzione casuale, ma stavolta il Pony di Arezzo riesce a rispondere centrando la tacca al pelo. È carico, che volete che vi dica.


Ma uno può essere carico finché vuole, ma se il fisico non c'è, non c'è, e solo il Divo Giulio è in grado di compensare alla carenza fisica con la strategia. Fanfani, invece, ritiene che le bugie non servano e quindi cerca la trasparenza massima, perché lui si considera uno strumento pedagogico efficace e suggestivo. Ma mentre sta ostentando la propria superiorità morale, sbaglia lo smash e Giulio si porta sul 5 a 1.


All'inizio del nuovo game, il servizio del Divo è così perfetto, e Fanfani è talmente stanco, che abbiamo un ace! Fantastico.


Ho la mano calda! Il lob questa volta è perfetto, Fanfani è stanco, e il margine di errore è zero! E dunque? E dunque punto. "I miei amici che facevano sport sono morti da tempo" sentenzia il Divo, come a dire che questo è un semplice passatempo, e nulla ha a che vedere con lo sport. Fanfani incassa da bravo democristiano. "Non dimentico i fatti che m'hanno ostacolato e offeso, ma non serbo rancore verso chi li ha compiuti. Né cerco rivalse." dichiarerà alla stampa, ma è evidente che gli girano i coglioni (e gli va la terra rossa negli occhi).


Il resto è tutto in discesa. Andreotti, con l'ennesimo lob, fa sbagliare il Nano d'Arezzo, e ormai non ce n'è più per nessuno! Game, set, match per il Divo! E per fortuna che si gioca solo un set, perché onestamente io mi sarei anche un po' stancato.


Ed ecco il risultato. Sì, gioco, abbiamo visto: 6-1 per Andreotti. Ora capisco che ero troppo intento a guardare la barra dei colpi vari per concentrarmi sul punteggio, sulla grafica o su qualsiasi altra cosa. Ma tant'è.


Vediamo il resto del torneo. Cossiga straccia Craxi 7-5 dopo una lunga e combattuta partita che si è risolta solo dopo che il Picconatore ha chiamato i carri armati dell'esercito per far sgombrare il campo.

Cirino Pomicino batte Forlani dopo un altro combattutissimo match terminato 7 a 6. Geronimo ha celebrato organizzando un coca party. Solo che c'è stato un problema di comunicazione col catering del tennis club, e quindi si sono trovati tutti a bere bibite gassate. Però le gare di rutti dopo sono state spettacolari.

Nell'ultimo match, Spadolini schiaccia (capito? ho detto "schiaccia" perché è grasso) De Michelis, che la sera prima era andato a letto alle 5 dopo una nottata passata in discoteca. Alla sera leoni, alla mattina coglioni, caro avanzo di balera!


Noi andiamo avanti col turno e andiamo contro il "Capitano di Corvetta". Ancora una volta tentiamo con la solita tattica di variare la mira...


...lobbando alla bisogna. E anche KoSSiga piccona la palla in rete. 15-0.

Più tardi.


Oh ragazzi, non so voi, ma io mi sto iniziando a rompere le palle. È sì vero che trovo il tennis in sé molto ripetitivo, quindi magari io sono di parte: però sto gioco è veramente ripetitivo.


Ma stringo i denti e provo a vincere almeno il game, cosa che il Divo Giulio fa con un dritto perfetto, tanto per introdurre un po' di varianza. Oh, basta, mi sono rotto i maroni. Ma tanto. Premiamo il tasto esc...


...e la partita finisce col risultato generato a caso! E aiutato dal random, Giulio straccia Cossiga! Incredibile, ma non troppo. D'altra parte, il caso non esiste: esiste solo la volontà di Dio. L'orrido Striscia la Notizia manda il servizio sulla partita ridoppiato, con Cossiga che con accento sardo forzato dice "Ma io Presidente della Repubblica resto, e tu no! Capito mi hai?" Risate registrate. Balletto delle veline. Pubblicità.


Spadolini intanto batte pure Cirino Pomicino, che è talmente ingolfato dalla coca cola che le sue prestazioni sul campo sono precipitate. Andiamo in finale contro il corpulento leader del PRI.


È vero che Andreotti come unico vizio ha quello delle scommesse sui cavalli (e vince spesso) e quindi sfidiamo di nuovo la sorte premendo Esc prima ancora che si concluda il primo punto. Indovinate chi vince? Ebbene sì, Il Divo! 6 a 1 e anche Spadolone va a casa con le pive nel sacco. Rigorosamente nudo, come in una vignetta di Forattini. E sì, sono d'accordo con Filippo Facci sul fatto che Forattini non ha mai fatto ridere. E a casa, al Vecchio Paese, ho pure due libri delle sue vignette da qualche parte. 


Fine del torneo! Come è giusto che sia, Il Divo sbanca tutto, anche aiutato dalla pseudocasualità del generatore di punteggi comandato dal misero 8086 emulato da Dosbox. Siamo pronti per la scena finale!


"Anche quest'anno ce l'abbiamo fatta, grazie a Dio. Tanti miei compagni di scuola non ci sono più. Io capisco e gli altri capiscono quello che io dico." commenta il Divo Giulio sollevando la coppa. La testa resta incassata nelle spalle, la gobba resta prominente. "Presidente, stia dritto!" commentano gli ultras da bordo campo. Ma senza troppa convinzione: d'altra parte, lui ha vinto comodamente così.  Di fronte a questa scena edificante, non possiamo che chiudere l'articolo perché onestamente mi sono sfracassat'ucazz. Prossimo gioco!

È merda? Devo dire che l'approccio al tennis da un punto di vista strategico, riconducendoci alla frase all'inizio di questo articolo, mi intriga non poco. L'idea è ottima e non è nemmeno implementata male, in via teorica. In pratica quello che succede è che non si sta giocando a tennis, ma si sta sperimentando una decomposizione del tennis a livelli più bassi, che di tennis ha solamente il contorno. Come ho detto prima è una morra cinese a quick-time event. Dunque? Nel dubbio, è merda.
Ci rigiocheresti? Per spegnere il cervello, non lo escludo.

4 commenti:

  1. Con tutto che il tennis decisamente NON è il mio sport (come te, avrò visto mezzo match...) e con tutto che il gioco è ripetitivo, la partita di Andreotti può essere esaltante XD
    No, mai amati i giochi sportivi, meno che meno quelli più "di strategia"...

    Moz-

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    1. Gli articoli "Prima Repubblica" in genere (ma non sempre) cercano di coprire la noia fondamentale che pervade i giochi che trattano. Poi oh, magari a uno a cui piace il tennis questo lo trova fichissimo.

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  2. Risponderei al tuo prof dicendo il detto di mio babbo: "L'orto ti vuole morto". Lo dice davvero! Bello il video 'intervallo', la musica degli intermezzi di 'Tutto il calcio minuto per minuto', giusto? Il gioco? Proprio un gioco da Commodore con quella grafica. Niente di che, neanche il tennis virtuale mi piace.

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    Risposte
    1. La musica è "Spanish Flea" eseguita da Herb Alpert & the Tijuana Brass. Non ho presente se era negli intermezzi di Tutto il Calcio... però la sigla iniziale era "A taste of Honey" sempre di Herb Alpert.

      Tuo papà la sa lunga.

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Sicuro di aver letto bene il post? Prima di postare, rileggi.

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