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lunedì 1 aprile 2019

Merchant Colony

Raccogli il fardello dell’Uomo Bianco–
Disperdi il fiore della tua progenie–
Obbliga i tuoi figli all’esilio
Per assolvere le necessità dei tuoi prigionieri;
Per vegliare pesantemente bardati
Su gente inquieta e selvaggia–
Popoli da poco sottomessi, riottosi,

Metà demoni e metà bambini.

[...]

Raccogli il fardello dell’Uomo Bianco-
E ricevi la sua antica ricompensa:
Il biasimo di coloro che fai progredire,
L’odio di coloro su cui vigili–
Il pianto delle moltitudini che indirizzi
(Ah, lentamente!) verso la luce:
"Perché ci ha strappato alla schiavitù,
La nostra dolce notte Egiziana?"

R. Kipling, "Il Fardello dell'Uomo Bianco"




Allora, oggi è il primo aprile ed ero fortemente tentato di fare questo articolo nello stile di qualche altro sito, tipo il blog delle prefiche che sono solito perculare, o il sito di recensioni con i ditirambi elegiaci in stile Vincenzo Mollica, ma poi misono ripreso subito perché a parte che la tradizione di fare gli sciocchini il primo d'Aprile era qualcosa di tipico della fecale stampa di settore (chi si ricorda Monkey Island 3 ambientato nell'universo di Guerre Stellari?), e poi insomma, no, possiamo essere meglio di così. e lo saremo, perché magari non mi farò uno stuolo di fan adoranti e piagnucolanti che fanno a gara a chi si straccia le vesti più rumorosamente, ma almeno manteniamo un epsilon di dignità. La dignità è una cosa importante.

L'occhio della madre! La carrozzella! Le lacrime! Le bruschette!

Ecco, tanto per parlare di dignità: vorrei ricondurmi alla poesia che ho messo in cima all'articolo in modo da parlare di qualcosa di cui ho già parlato ai tempi di Tex: il problema del colonialismo venduto come un servizio caritatevole al buon selvaggio ignorante e stupido, che ha bisogno di una guida che lo aiuti a civilizzarsi. È la narrativa del "white savior" che viene tradotta in un trito topos dei film hollywoodiani in cui l'uomo bianco aiuta in qualche cosa i selvaggi buoni ma un po' tonti, e nel farlo diventa una persona migliore mentre i nativi stanno sullo sfondo a vivere in sua funzione.

Nell'era dei social media, ci sono svariate persone ricche e annoiate che cercano di riprodurre questa meccanica narrativa del salvatore bianco che fa un gesto simbolico per aiutare i buoni selvaggi per migliorarsi andando in un posto povero, facendoci il selfie coi bambini del luogo per poi tornare a casa e non smetterla più sbandierare su internet la propria superiorità morale.

"Ripetimi quanto ci pagano per far sentire meglio 'sta vrenzola, Kouassi"
"Non abbastanza, Koffi. Almeno Crevatin ci teneva i vecchi occupati facendosi raccontare i proverbi."
Magari ne faccio una cosa troppo grande, e magari è così che va il mondo ora e dovrei rassegnarmi, eh. Ma in linea di principio trovo poche differenze tra l'uomo bianco che accetta il suo fardello secondo Kipling e il "me me me" dei missionari da instagram, che usano la gente "inquieta e selvaggia" principalmente come oggetti per nutrire il loro fabbisogno narcisistico, o peggio ancora per propaganda politica.

Dietro quest'abitudine (e basandomi sulla conoscenza di certe persone che questa brutta abitudine ce l'hanno) io ci vedo una visione del mondo molto superficiale, "soluzionista" (nel senso morozoviano del termine) ed estremamente demagogica in cui il mondo può essere ridotto a una lista di problemi. Indipendentemente dalla loro complessità, questi probleimi possono essere risolti con soluzioni estremamente semplici.

Il che si traduce nel livello successivo a quelli che un mio conoscente ancora più critico di me chiamava "i tour di pietà", ovvero fare volontariato da casa tramite like e share, tra un buongiornissimo su facebook e l'altro. Che diamine, almeno con l'SMS sul TG5 si dava via un euro!

CONDIVIDI SE AI UN CQUORE
"Quindi, non si fa nulla? Per la solita questione della purezza o si fa tutto perfetto oppure non si fa niente perché tanto fa schifo ogni cosa?" direte voi. Ma no, certo che si può fare qualcosa. Si può girare il mondo, si può fare volontariato (che fatto bene e con lo spirito giusto è una cosa bellissima)  ci si può pure fare la foto coi nativi, ma l'idea è quella di rimboccarsi le maniche sul serio e fate qualcosa, anche piccolo, che esuli dal giocare a fare i reporter/antropologi/safari fotografico ad usum social media.
 Sennò è come andare a Roma e dare 5 euro al finto centurione per farsi la foto con lui.

Il fatto è che ci sono persone bravissime che si fanno un mazzo tanto per dare una mano sul serio, e se volete davvero darvi da fare queste persone le trovate anche nella vostra città, quasi sempre al riparo dalla fugace fama social. A qualcuno di questi la fama arriva anche, il che va bene se si ha bisogno di aiuto, ma non dovrebbe mai essere il primo obiettivo.

La carità pelosa il cui obiettivo è sbandierare ai quattro venti quanto si è caritatevoli, personalmente non mi piace. La generosità non dovrebbe avere secondi fini. Sennò si torna al fardello dell'uomo bianco, che vede i popoli sottomessi come personaggi secondari del romanzo della propria vita.
Insomma non nego che un pezzo di pane dato dal missionario di instagram abbia lo stesso valore nutritivo di un pezzo di pane dato da una persona che lo fa senza secondi fini autopromozionali, ma l'apparenza della propria purificazione sentimental-morale non deve assorbire i bisogni degli altri.

È questo, per me, il problema della dignità. Solo perché si è poveri e affamati, non è che allora si può tranquillamente fare a meno della dignità. La piramide di Maslow è una semplificazione utile, ma come dice Andreotti, la situazione è sempre un po' più complessa. E sì,  ho divagato di molto.

"Sì, è vero, e hai fatto un pippone moralista che ci ha fatto venire il latte alle ginocchia" direte voi, e forse non avete tutti i torti. "Ma in tutto questo il gioco di oggi che c'entra?" Semplicissimo, il gioco di oggi è uno strategico a tema colonialismo, in cui il ritorno sul "gentile aiuto" dato alle popolazioni native non è tanto il riconoscimento narcisistico da parte dei propri follower, ma un sacco di soldi con il commercio delle risorse depredate. Sigla!


Merchant Colony, della impressions (con la i minuscola)! Software house inglese, successivamente acquisita dalla Sierra, nota principalmente per i cosiddetti "City Building Series" (Caesar, Zeus, Pharaoh eccetera), ovvero i SimCity dell'antichità. Ma questo è il 1991, e sono ancora prigionieri della sindrome da foglio excel, ovvero creano giochi in cui ci sono intere sbrodolate di dati e numeri che sottintendono un insopportabile micromanagement. Uhm. Ora che ci penso, la schermata introduttiva non me la ricordavo proprio così, quindi potrebbe essere che la versione che mi aveva passato un mio amico che aveva molti più cugini PC-muniti di me fosse una versione diversa. In più ora che ci penso mi sa che il Merchant Colony che avevamo noi era in italiano. Beh, che dite: ce ne freghiamo?


Freghiamocene e cominciamo il gioco. Siccome avete già visto in un vecchio articolo che Merchant Colony viene usato come esempio per un'interfaccia utente di difficile comprensione,  non voglio esagerare con la fatica e scelgo il livello novizio. Dopodiché, non metto un tempo limite alla partita che non sia il cedimento strutturale delle mie palle, che sono un po' fragiline.


Oh, il menu principale! Questo me lo ricordavo, vagamente, un tentativo di foglia di fico da parte della impressions, che con un po' di scheumorfismo nasconde la sindrome del foglio excel! Ma il vostro ex videogiocatore ha l'occhio lungo e clicca subito sui libri contabili in bella vista sulla scrivania e...


...porca miseria. Io capisco che qui si suppone che gestiamo una Compagnia delle Indie (orientali o occidentali poco importa) che ok, non è il gruppo di fotomodelli che stanno tutto il giorno su un veliero a strusciarsi gli scultorei corpi cosparsi di olii all'ylang-ylang, ma insomma! Un po' più di verve in questi menu no? Io tutta 'sta roba in Ports of Call mica me la ricordo, e Ports of Call era pure tedesco!!


Mi sembra di sognare. E non è un bel sogno, e soprattutto mi fa profondamente incazzare l'uso di icone che sono sufficientemente autoesplicative, ma non abbbastanza. Tipo, che cos'è quella roba sulla sesta riga sulla sinistra? Silfio? Non lo sappiamo, e non mi pare ci sia scritto da qualche parte. E se c'è scritto, non ho idea di dove trovarlo. E sì, sono un musone brontolone e ferirò sicuramente i sentimenti di qualcuno lamentandomi di 'sto gioco, ma il mio senso estetico è profondamente ferito dalla confusione di tutto questo, e ai miei sentimenti non ci pensa nessuno, ecco. (Qui l'ex videogiocatore sta facendo chiaramente vittimismo a scopo di ricevere rassicurazioni che nutrano la sua componente narcisistica. Siete pregati di ignorarlo, grazie)


Ecco, idem qui. Abbiamo una serie di coloni da mandare in giro, una serie di edifici da costruire nelle nostre colonie e tre tipi di nave. Ora, benissimo tutto, ma una doppia descrizione, sia visiva che testuale, non ci stava male? Oh, magari c'è sul manuale, eh. Sicuramente, ma che diamine, è presentato tutto male, e su Ports of Call del manuale non c'era bisogno.


Ah! Ops, apparentemente la doppia descrizione c'è, almeno per le merci. Bene, dai! (Resta il fatto che è tutto presentato malissimo). Dunque il parallelepipedo giallo è oro (comprensibile)...


...ah! La pianta che non capivo cosa fosse è cotone! Giusto, anche se non mi pare ci sia un modo di fare delle piantagioni con annessi schiavi. Nessun problema, il cotone costa poco e noi cerchiamo di fare i soldi, quindi via di oro e sbattiamocene di tutto il resto. Ma prima...


...si compra una nave, cliccando sul modellino in bottiglia che abbiamo sulla scrivania. Prendiamo un cargo, che costa meno, è più capiente, ma va molto più piano. Chi va piano, va sano e va lontano, dice un proverbio, ma i proverbi sono banalità che fanno sembrare saggio chi le dice (e invece in genere sta solo dando aria alla bocca). Apparentemente, siamo inglesi, e questo è molto strano perché non mi è stato concesso di scegliere la nazionalità. Mmm, sarà mica che questa è la versione più vecchia? Non lo so! Ma di certo l'altra versione che ricordavo ho il tavò di cercarla. Abbiatemene a perdonarmi ma la verve filologica, di fronte a 'sta roba, scema.


Ah, questo me lo ricordo! Posizionando il mouse sul mappamondo questo gira come un pazzo. Lo facevo pure io sul mappamondo Nova Rico che avevo da piccolo, con la lampadina dentro. Era bellissimo e mi piaceva tanto farlo girare e fermarlo col dito dicendo "Io da grande andrò a vivere qui!". Se ne deduce che già a 5 anni mi ero un po' stufato del Vecchio Paese. (Inevitabilmente il dito finiva in mezzo all'oceano).


E via di mappamondo, dunque! Il mio amico che mi passò il gioco cliccandoci sopra diceva "Works" perché pensava che volesse dire "World", mondo in inglese e un po' perché aveva visto che io avevo un programma chiamato Microsoft Works e magari era invidioso che io potevo risolvere i casi dei postini assassinati in montagna e io no. In realtà, questo mio amico non ha mai avuto un bel rapporto con la lingua di Albione.  Tantissime qualità che gli ammiro, ma non gli darei in mano Shakespeare da tradurre.


Ok. Clicchiamo sul cargo e selezioniamo il mappamondino, in modo da decidere la rotta, scegliendo 3 punti di passaggio. Spediamo la barca a Buenos Aires...


...e appena partiti ci rendiamo conto che il cargo è vuoto e potevo portare qualche colone da spedire in sudamerica. Oh beh! Tavò di tornare indietro...

...e intanto notiamo che a Kiel l'oro è acquistato a 95 al pezzo. Nota mentale fatta, proseguiamo.


Come potete notare, dall'altra parte del mondo le colonie sono intonse e vergini, come Rio de Janeiro che per qualche ragione a me ignota è stata assegnata agli inglesi, che siamo noi. Che dire? Ci prendiamo un altro cargo, lo riempiamo di coloni e andiamo a costruirci una nuova Rio de Janeiro. Brigitte bardò bardò (che peraltro è di un gruppo belga).


Stavolta ingaggiamo un po' di personale a Liverpool. Il bello è che ci clicchiamo sopra, lo ingaggiamo, ma di feedback immediato del gioco abbiamo zero. Quindi clicchiamo su tre coloni come se niente fosse.

...ed eccoli qua, sulla barca. Bello vero? "Come un cieco ad un'orgia, avrei dovuto farmi strada palpando". L'interfaccia utente è una cosa importante, cazzo cazzo.

Più tardi.

Abbiamo preso qualche altra nave (tra cui un "searcher" e spediamo tutto quanto nel Nuovo Continente a riempirci d'oro a basso costo che rivenderemo nel Vecchio Paese Continente a prezzi esorbitanti. Scopriamo anche che c'è un posto più facilmente raggiungibile di Rio de Janeiro...


...ed è Bélem, la città all'estuario del Rio delle Amazzoni, che inspiegabilmente è inglese pure questa, ma insomma, ci lamentiamo?


Uh, l'animazione della barca che arriva. "Vedete amici? - dicono quelli della impressions - non facciamo mica solo dei fogli excel noi, guardate che grafica!"


Vabbè. Facciamo scendere i coloni e scopriamo che hanno lo stesso menu delle navi, con la possibilità di costruire un edificio che varia a seconda della tipologia del personale. Nel caso del colono semplice, possiamo costruire una casa, suppongo. L'icona di fianco all'ancora, invece, non ho idea di cosa voglia dire. Costruiamo una casa...


Ma siccome sono un coglione metto una casa direttamente sul porto, così non può più scendere nessuno. Ops! Disfiamo la casa, sparisce anche il colono e così si può dire che abbia bellamente scialacquato uno dei miei ometti.


Ma non vi preoccupate, arriva in aiuto un ridicolo baco del gioco! Clicco su un omino di una vicina colonia, portoghese, gli ordino di costruire una casetta e voilà! Una nuova casetta con l'Union Jack a sventolarci sopra. Che ne dite, ragazzi? Ci capite qualcosa? Nemmeno io! Mal comune mezzo gaudio? No, mal comune, maggior numero di palle infrante (è la versione Bawlé del proverbio).


Vabbè, continuiamo con svogliatezza ad aumentare l'estensione di Belém fregando soldati (e fortezze) ai portoghesi, ma tra la confusione dell'interfaccia e la scarsa precisione del puntatore del mouse è tutto un enorme guazzabuglio. E in tutto questo non c'è l'ombra di nativi da schiavizzare. Non mi lamento eh, ma mi chiedo se non sia dovuto al fatto che sono a livello novizio. Sono abbastanza sicuro di ricordare che i nativi fossero raffigurati in abiti tradizionali arabi (indipendentemente dalla parte del mondo in cui si trovano). Lo so, sembra che non mi stia impegnando a fondo nel rigiocare a Merchant Colony, ma l'irritazione che mi causa sto gioco mi rende tutto estremamente più faticoso.


Intanto il cargo è arrivato a Buenos Aires. Compriamo oro a una sterlina, ovviamente cliccando in maniera forsennata, e non sapendo quanti lingotti abbiamo preso, chiudiamo la finestra e guardiamo nel cargo. Capito che roba? Cacchio, pure Gazillionaire Deluxe, con la sua grafica inguardabile almeno è intuitivo! Vi pare che si debba fare tutto 'sto giro delle sette chiese per una semplice transazione? E non mi si venga a dire che sono io che sono un rammollito perché ai bei tempi non avevamo la pappa pronta ma ci andava bene lo stesso. Posso garantirvi che i coglioni mi giravano pure ai tempi, e se lo facevano di meno era per il semplice fatto che erano più piccoli.


Intanto abbiamo 866 sterline in banca. Io mi sarei bello che stufato, ci diamo come obiettivo quello di tornare in pareggio e di chiudere tutto senza essere sconfitti? Dai.


Via, dunque, con il searcher compriamo tutto l'oro possibile a Vera Cruz...


...e con il cargo pieno d'oro di Buenos Aires andiamo a Kiel a venderlo, per quanto sia difficile come un parto podalico riuscire a guidare ste barchette dall'altro lato dello Jutland...


...ma ce la facciamo. Intanto, le altre navi della flotta rimbalzano tra la Gran Bretagna e la Francia perché l'algoritmo di pathfinding lascia a desiderare.


Ed eccoci arrivati a Kiel! L'animazione dovrebbe far vedere sullo sfondo un numero di case e casette a seconda delle abitazioni che circondano il porto. Prima lo faceva, ora non più. Sono sempre più convinto di stare giocando a un'evidente versione beta. Qualcuno è in grado di chiarificare il tutto? Incambio offro sigari, ovviamente provenienti dalle colonie.


Com'è come non è vendiamo ai tedeschi tutto l'oro del sudamerica, subito i commercianti di Kiel si fregano le mani e una pletora di battutine antisemite vengono fatte dai passanti che vedono i lingotti scaricati dalla barca. Beh, siamo nel 1700. E i suddetti passanti mai e poi mai vedranno oro più da vicino quindi sfogano così la loro invidia. Così va il mondo! Meglio, così andava nel secolo diciottesimo.


Intanto siamo risaliti a 1655 sterline di cassa (più i vari asset sparsi per il mondo). Non male, ma cerco il break-even in termini di liquidità in modo da andare in pensione e salutare la compagnia  delle indie e i loro olii all'ylang-ylang (che ancora non ho capito cosa sia).


Approdiamo a Jamestown, e da lontano riusciamo a intravedere il Golfo del Messico in cui ci sono i pirati. Ah giusto, sono i caraibi! Ci avevo mica pensato. Facciamo scendere dunque un esploratore e mandiamolo in giro a cercare di fargli costruire miniere. Che poi, se non c'è nessun giacimento da sfruttare, anziché la miniera l'esploratore costruisce una strana ciminiera rossa. Ne so quanto voi, anzi probabilmente meno di voi. Se volete ragguagliarmi nei commenti, oltre a insultarmi per come il mio stile di gioco sia tirato via, fate pure. Me ne sono già anticipatamente fatto una ragione.

In tutto questo state notando qualcosa? Io sì, sto notando l'assenza di nativi (pacifici, non ostili: quelli sono gli omini in costume arabo che nella modalità novizio non paiono comparire) da schiavizzare e sterminare. Che dite, magari è una scelta della impressions per nascondere sotto al tappeto la violenza del colonialismo come concetto? Boh, qualunque cosa sia, a me sembra un modo per convogliare il messaggio sbagliato che il globo è un foglio bianco in cui le potenze coloniali possono andare a scacazzare a piacimento, e quindi legittima ancora di più il comportamento.


Ah beh. Intanto freghiamo a New York (che inspiegabilmente è francese) un colono col solito gabolone...


...e visto che abbiamo un po' di soldati, perché non andare a menare i francesi newyorkesi? (Che combinazione agghiacciante, Nouvelle Yorque. Me la immagino piena di starbucks tutti in sciopero). Magari si riesce a conquistare un'altra colonia, no?


L'arrivo dei miei soldati fa uscire dalle fortezze soldati bleu pronti alla difesa e al contrattacco, o più semplicemente confusi dal pathfinding fatto coi piedi. La casetta che avevo rubato viene rasa al suolo e io sono annoiatissimo.


Intanto il mio searcher approda in Canada, dove c'è anche una capanna dei nativi che sembra lì solo per decorazione, dato che i miei soldati ci girano attorno non combinando niente, quindi che dire? Mi sento completamente svuotato. Basta così dai, è orribile. Non ce la si fa proprio.


Ah ecco, dimenticavo, ho pure fatto un margine di liquidità di 583 sterline, quindi la possiamo chiudere definitivamente con un bel "sempre sia lodato!" visto che inspiegabilmente l'integrità delle mie gonadi, seppur labilissima, è preservata. Bah! Prossimo gioco.

È merda? Ma lo hai letto il resto dell'articolo? Oppure sei come quei personaggi che quando gli si chiede o si fa loro notare qualcosa che non gli va a genio, rispondono a una cosa completamente diversa? Accidenti se mi sta sul gozzo 'sta gente! Pensavo di essere riuscito a far sparire le teste di cazzo da 'sto blog scrivendo articoli lunghi!
Ehm, faccio notare che questa è una domanda che ti stai ponendo da solo. Uh, ah, già. Sì, beh, è merda. A parte il giudizio morale sul colonialismo, che uno potrebbe dire che non è l'unico caso, visto che una gran parte di videogiochi simulano attività che causano danni ad altri, l'interfaccia è una roba che mi fa un male atroce a vederla, a usarla, e anche solo a sapere che esiste. Ma cavolo, ma c'è stato uno straccio di betatesting in 'sto gioco? Boh. E non è che ci fosse chissà quale scadenza da rispettare. Non credo, almeno, Non lo so. Non lo so proprio.
Ci rigiocheresti? Onestamente vorrei provare, quando avrò voglia di farmi tanto male, una versione differente per vedere se effettivamente era come me la ricordavo. Ma non oggi. Né questa settimana, né questo mese, né quest'anno. Ok, no, onestamente non ce la faccio.

2 commenti:

  1. Prima del bug, non ho capito: come hai fatto a far fuori il tuo omino?
    Mi sa che il sigaro questa volta rimane nella scatola..E' un gioco veramente bruttino, ma adesso mi tocca andare a cercare un video su youtube per vedere 'sti nativi vestiti da arabi.

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    1. L'omino l'ho sacrificato distruggendo l'edificio in cui si era trasformato perché il suddetto edificio era in mezzo e la gente che sbarcava al porto non poteva scendere dalla nave. I nativi vestiti da arabi, ci ho ripensato e mi chiedo se non fossero frutto della mia mente. Boh!

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