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lunedì 25 marzo 2019

Hero Quest

Che a StarQuest, altresì noto come Space Crusade, ci abbia giocato, già lo sapete da tipo un'era geologica e mezza. Del suo predecessore (di poco) fantasy, Hero Quest, invece, non sapevo nulla che non fosse quello che veniva mostrato nella pubblicità. Uno dei miei due amici che mi regalarono StarQuest sosteneva di averci giocato da suo cugino. Almeno penso, non ne sono sicuro. Oh beh, in ogni caso la probabilità che non dica cazzate è altina:  questo ragazzo ha un numero di cugini che tende a più infinito. 

Sta di fatto che Hero Quest, proprio come il parente fantascientifico e tutti i giochi da tavolo tridimensionali, ci pareva qualcosa di fichissimo. Diciamocelo, si passava dalla fiaschetta del monopoli e dall'anonimo segnalino di qualsiasi gioco della Ravensburger a una miniatura dettagliata che manco quando avevi straculo e beccavi negli ovini kinder il soldatino di piombo era così bella. Più i portali, i muri spostabili, e tutto quanto che faceva sembrare il tavolo di casa fichissimo, secondo solo alla cosa più fica dell'universo, che erano i plastici esposti negli stand delle agenzie immobiliari alla fiera del Vecchio Paese, prima che Re/Max rendesse l'immobiliare un orrido multilevel marketing.

e prima che la figata del concetto di plastico fosse rovinata dal mainstream
Diciamo che HeroQuest, con il suo essere più 3D di Monopoli e Risiko, ma senza esagerare, come facevano robe tipo "Gino Pilotino" o "Spago Spaghetti" era il top dei giochi da tavolo. Tò, forse c'era giusto "Brivido" che da quel punto di vista gli teneva testa, ma lì si muovevano delle sagome di cartone di bambini che si cacavano addosso, in Hero Quest eravamo barbari, elfi, stregoni e soprattutto nani. Ogni cosa che ha un nano guadagna immediatamente la mia simpatia, quindi fanculo a "Brivido" che manco ricordo se ci ho mai giocato. 


Sto divagando, sì. Insomma HeroQuest e StarQuest erano abbastanza legati l'uno all'altro e non solo per il fatto che erano usciti in un periodo in cui praticamente ogni cosa sborona aveva "Quest" nel nome.  (Lo so, ancora niente giochi Sierra. Arriveranno, forse). Ironia della sorte, un mio collega di lavoro di cognome fa "Quest" e lo invidio molto pensando a quanto dev'essere stata facile per lui la vita negli anni 90.

Non è lui.
Peraltro negli anni 90 uscì il remake di questo cartone animato storico, ovviamente con la attitude tipica degli anni 90, con realtà virtuale in ogni dove e tutte le buzzword che tanto ci esaltavano al tempo. E Jonny era in piena pubertà e le donne gli si tiravano addosso ma lui era troppo intento a salvare il mondo. E io sfigatissimo (che in pubertà ci stavo pian piano arrivando) che al massimo pensavo a Hero Quest, a Star Quest, ai giochi "Quest" della Sierra e alle raccolte da edicola intitolate "Super Quest".


Altra ironia della sorte, in ogni numero c'era un poverissimo plastico da costruire col cartone.
Proprio per via del legame stretto tra HeroQuest e StarQuest era inevitabile attendersi che la stessa software house ne avrebbe curato la conversione per personal computer. Sigla? Sigla!


Ah, eccola qua, la chiassosissima schermata col logo metallico-arcobaleno della Gremlin. Lo abbiamo visto in Zool, lo abbiamo visto nel già menzionato Space Crusade, e per qualche ragione (e sono ripetitivo) è quel brutto che piace. E come ho già detto, il declino inizierà quando si passerà a un logo più pulito, che accompagnerà merda tipo Actua Soccer e tentativi di fare cose originali tipo Normality o Realms of the Haunting (che mi si dice essere bello e che non ricordo manco se ci giocai). Ma questo è il 1991 l'anno in cui l'ex videogiocatore fa la prima comunione e riceve dal Colonnello pacchei e pacchi di dischetti copiati, tra cui questo non c'è. (Mi verrà passato molto tempo più tardi).


Almeno, stavolta, non abbiamo l'errata corrige del manuale prima della presentazione. Dai, si migliora! I teschi sullo sfondo manco me n'ero accorto ma immagino che al tempo dell'uscita del gioco mi avrebbero spaventato. Ovviamente ero un grande cacasotto.



Veh che figata. L'introduzione è bellissima e con una grafica che è invecchiata bene quanto ... uhm... Ernesto Calindri? I Rolling Stones? Insomma, è invecchiata bene. La musica per PC, con la Adlib, è qualcosa di deprimente, mentre la versione Amiga è qualcosa di meraviglioso. Il fatto che siano state composte dallo stesso autore, l'ottimo Barry Leitch (quello del "putuputuputuputu CIÀ" di Lotus Turbo Challenge) la dice lunga sul livello di tavò che aveva di fare musica su Adlib. Ed è un peccato.


Vabbè. Insomma nella casa con la luce flebile flebile ci sta il nostro mentore, che dice che abbiamo passato tutti gli esami ma dobbiamo ancora sostenere la tesi per essere laureati come eroi. "Ma prima", per citare Biscardi quando voleva uscire da una situazione difficile andando in pubblicità, ci parlerà di Morcar. Ebbene, Morcar è presente anche nel gioco da tavolo, ed è il cattivo coi capelli lunghi e la barba che era sagomato in cartone e dietro al quale si nascondeva il master del gioco. Credo, eh! Sto ipotizzando. Ma veramente leggete questo blog per trarre dei fatti sui giochi di una volta?


Insomma, tanti secoli fa anche Morcar era l'apprendista del nostro mentore, solo che si montò troppo la testa e diventò cattivo. Purtroppo questo topos letterario dell'apprendista stregone che vuole fare troppo subito è stato sfruttato e abusato da una dirigenza gerontocratica in tutti gli ambienti di lavoro, in cui se non sei in quel posto da almeno due lustri allora non conti un cazzo. Perché i manager stupidi, che hanno paura di essere battuti sull'intelligenza e sulla capacità, puntano tutto sull'esperienza. E così abbiamo che per salire in gerarchia bisogna cambiare azienda, perché se cerchi di crescere all'interno non puoi, dato che vieni marchiato con la posizione che hai all'inizio. Io per esempio in un'azienda italiana che è tra le prime del belpaese per la gestione delle risorse umane, avevo iniziato come tirocinante, e dopo sei anni che ero lì la mia prima capa ancora mi definiva, con un neologismo uscito dal suo cranio traboccante di feci, "cacchione". Me ne sono andato senza rimpianti.

Comunque il nostro mentore ha un pizzetto orribile. Una volta ho fatto il colloquio a un project manager che aveva un pizzetto uguale (ma più sporco, praticamente un dreadlock attaccato al mento) e gli chiesi se si rendeva conto del fatto che magari non avrebbe fatto una bella figura siccome doveva andare a parlare di fronte a persone di una certa importanza provenienti da diverse parti del mondo. Ora non volevo che mi promettesse di tagliarselo, ma almeno che mi dicesse una ragione per cui comprendeva che non è proprio vero che l'abito non fa il monaco e che avrebbe comunque mantenuto un certo decoro in tutto il resto. Invece mi diede una risposta generica con cui non diceva niente, e l'ho rifiutato perché in un'ora di colloquio è riuscito a parlare un casino senza dire nulla. C'è bisogno di gente concreta, pizzetto o no.


Insomma Morcar, che era stato trattato come lo stagista sfigato e vessato per secoli dal suo capo, a un certo punto si rompe giustamente il cazzo e inizia a lavorare per le forze del Caos e subito il capo si mette a frignare e gli toglie il saluto. Voi dite che io esagero, ma  a me è successo che quando ho cambiato dipartimento nella stessa azienda, molta gente faceva finta di non conoscermi e c'era chi mi chiamava traditore. Eh cicci belli, io sono fedele solo a mia moglie, il mio lavoro non l'ho mica sposato.

E comunque diciamocelo, con un ufficio brutto come quello io mi sarei levato dai coglioni. Insomma il mentore e Morcar, per la gelosia del primo verso il secondo nei confronti del nuovo posto di lavoro, si fanno battaglia per un po' e Morcar a un certo punto si rompe i coglioni e se ne va, lasciando il suo ex capo a farsi bello bullandosi dicendo che è scappato.


Invece no! Morcar si è ritirato nelle desolate terre del nord,  e si è riorganizzato per conquistare il mondo e togliersi la soddisfazione di far leccare la merda di cane dalle suole delle scarpe alla sua ex gerarchia che lo aveva sempre preso per il culo e gli chiedeva di portargli il caffè alle riunioni in cui non si decideva un cazzo perché i dirigenti della sua azienda, ex informatici di basso livello che erano arrivati alla loro posizione grazie alla loro permanenza quarantennale, perdevano ore e ore cercando di fare analisi su programmi di cui non erano a conoscenza. A me i management che giocano a fare gli analisti/programmatori senza avere sotto uno straccio di codice fanno venire il latte alle ginocchia. E sì, amici, queste sono tutte storie vere, tranne il far leccare via la merda di cane dalle suole delle scarpe, perché si è svolta solo nella mia fantasia in un momento di frustrazione.


Insomma per farla breve, l'impero ha bisogno di eroi, portiamo a termine tre compiti e saremo nominati cavalieri imperiali. Eccolo lì! Il bisogno dell'eroe! Se proprio è necessario fermare 'sto Morcar (che a me fa pure simpatia) si mette su un esercito, si convocano i migliori stregoni, si sfruttano i movimenti grassroots di opposizione allo stregone malvagio e si punta su quello, non è che si delega tutto a uno e il resto del mondo, massa informe, sta a fare il tifo. La nomina di un eroe si direbbe una mossa estremamente anticollettivista quasi aynrandiana, a prima vista, ma in realtà è tutto il contrario: l'eroe non è un individuo, ma è l'espressione della volontà di potenza dell'intero collettivo! Già vi ho parlato di come Di Pietro, durante Tangentopoli, fosse l'avatar delle fantasie di grandezza di un popolo intero che attendeva il tg della notte dopo "Scommettiamo Che...?" in cui annunciassero il suicidio di qualcuno di importante. Ecco, la delega a un eroe di prendersi sulle spalle le responsabilità dell'intero collettivo è una perfetta espressione della netflixpolitik di cui soffrono questi tempi in cui nulla è più importante dello svago, e infatti le notizie girano tutte attorno al nulla e allo svago.


APORIOMORFISMO, ragazzi! Ci credete se vi dico che a vedere sto menu scarno e senza spiegazioni mi è già partito il vaffanculo? Vabbè, tratteniamo il respiro e clicchiamo sull'omino...


E ok, qui si sceglie con quali e quanti personaggi giocare. So che questo blog è estremamente favorevole ai nani, ma concentriamoci sul barbaro per via del suo eccellente set di addominali. Il taglio alla Nino D'Angelo con le extension dell'elfo lo ignoriamo, così come anche lo stregone perché i menu di 'sti giochi sono così irritanti che se devo pensare di usarlo per lanciare magie mi viene l'acetone. Quindi clicchiamo sul barbaro...


Argh. Altre icone inguardabili. Non ho idea a cosa servano la prima, la terza e la quarta, e non ho la minima voglia di capirlo. Sì, è così irritante sto menu. Proviamo a dargli il nome al barbaro,


Ma porca miseria! La tastiera non funziona e dobbiamo scriverlo cliccando sul mouse! Sono basito da tanta user-unfriendliness che devo evocare lo spirito del Divo Giulio per calmarmi (e se ci fate caso mi sbaglio pure e scrivo ANDREQTTI). Certo, non sarà bravo a manovrare un claymore come un barbaro...

...ma, come è noto, ferisce più la penna che la spada.

Andiamo un po' a vedereche cosa si può acquistare come equipaggiamento...


Armi varie, ma Andreotti ha le proverbiali pezze al sedere, con ben 0 pezzi d'oro. Anche il nano Grungi, l'elfo Ladril e il mago Zoltar sono egualmente poveri, quindi tutti fanno solo "window shopping". Sono lontani i tempi in cui a Temple of Apshai mi creavo il personaggio con un tesoretto già pronto ad essere speso.


Via con la missione, ne abbiamo a occhio e croce una ventina, e cominciamo con la prima: il labirint-- THE MAZE! Che bello, una traduzione incompleta. Bello anche come per accettare la missione si debba cliccare su "CAPISCO IL MENTORE" perché magari il mentore è uno di quelli che si mangiano le parole o di quelli che sul lavoro fanno dei giri infiniti di parole per dire un concetto semplice, e quando spiego il concetto in due parole come qualsiasi persona dall'intelletto almeno medio farebbe, questi ci restano di merda. Non voglio millantare sl fatto di essere più intelligente della media, ma in ogni posto di lavoro c'è una discreta percentuale di gente stupida come la merda il cui apporto al lavoro va sterilizzato.


Va bene, si comincia! Lanciamo una moneta a dodici facce per decidere quanti passi il Divo Giulio potrà fare, e mi viene in mente un giochino piuttosto stupido che diceva "Principino principino quanti passi devo fare per arrivare al tuo castello?" e il bimbo che faceva il principino (o la principessa), che era girato dall'altra parte e non vedeva, diceva "(numero a caso) passi da (animale)" e praticamente era un modo passivo aggressivo per dire chi stava sulle palle e chi era amico del principino, che a seconda delle voci diceva "trenta passi da giraffa" o "dieci passi da gambero". Immagino che chi arrivasse al castello diventava principino a sua volta, ma non so onestamente dove fosse la competitività in questo gioco. Questo è il tipico gioco che farebbe incazzare tantissimo mia moglie, come tutti i cosiddetti "bans" tipici dello scautismo che con tutta la buona volontà non riesce a capire. Non riesco a capirli nemmeno io. Ce ne siamo fatti una ragione.


Insomma, il principino Morcar dice che il divo GIULIQ ANDREQTTI deve fare 8 passi. Solo 8! "Quel poco che avete fatto lo avete fatto solo perché vi abbiamo spinto" dice una pasionaria con l'eskimo verde. "Potevate spingerci di più" risponde Il Divo andando in un corridoietto.


E invece quella che dovrebbe spingerlo scappa via, perché i passi successivi sono due. Ah, ed esiste anche la mappa del livello, in cui il Divo è rappresentato con un favoloso shatush. A un osservatore invidioso, il Divo risponde "Si consoli. Con la Sua completa calvizie Lei risparmia lavoro al buon Dio" (riferendosi a Lc 12, 7)


È anche possibile cercare tesori o porte segrete in ogni stanza. Ecco una frase che mi mette a disagio: malgrado cerchi dappertutto, non trovi niente. Era una forma di "Gaslighting" che ho subito un sacco di volte quella di dirmi di andare a prendere una roba dicendomi dove stava, io cercavo dove mi veniva detto che era, non la trovavo, e quando riportavo che non avevo trovato la cosa cercata, mi si dava del coglione. Ovviamente era da tutt'altra parte. A seconda della persona che me lo praticava, era fatto in buona fede o no: ma il risultato era il medesimo.


Fortunatamente non sempre questo succede, e una porta segreta scricchiola e viene aperta nel muro. Un po' quello che aveva cercato di fare l'ex proprietario del nostro appartamento, che aveva scavato un buco nel muro. Non capisco se volesse appropriarsi, per usucapione, dell'appartamento a fianco, o se aveva fatto qualche casino e lo aveva cercato di sistemare alla meno peggio. Ma era un tipo strano. Molto onesto e gentile, ma strano.


Ah, un combattimento! Purtroppo abbiamo finito i passi a disposizione e non ci troviamo in una casella adiacente a quella dell'orco, ergo dobbiamo passare il turno, in cui il bestio verde ci viene incontro...


...e attacca. Tutto basato sui dadi, presumo, non riesco nemmeno a capire se ANDREQTTI ha delle statistiche particolari, e se le ha non trovo quel pezzo di menu perché non ci si capisce un cazzo. In ogni caso, l'orco fa due punti attacco, io faccio due punti difesa, e i punti vita (indicati in alto di fianco al bicipite contratto) restano a otto. Non è molto eccitante, temo.


Beh, tocca a noi attaccare l'orco. Uno a zero, e apparentemente tutti i nemici in sto gioco hanno solo un punto vita, e l'orco rapidamente saluta questa valle di lacrime. "In termini romaneschi, se l'andava cercando", dice ANDREQTTI. E quando gli chiedono se andrà al funerale dell'orco appena fatto fuori, Giulio risponde "No, preferisco andare ai battesimi".


Ah già, siccome sono pigro da fare schifo non mi sono degnato di fare la cosa principale chesi cerca di fare quando si fa in giro per dungeon. Accattarsi della roba di valore! Ed ecco che in questa stanza ci troviamo l'equivalente di 50 menete d'oro...


...e successivamente, altre 100. AndreQtti, non mi diventerà mica un collezionista di moneta corrente, vero? Il Divo Giuliq non risponde, ma giochicchia nervosamente con la fede al dito.

Più tardi.


Oh che bello questo pavimento, fa molto "Baia degli Angeli", e più che Andreotti qui ci vorrebbe De Michelis! Il Divo Giulio, intravisto un truzzo che balla da solo mettendosi roba strana sulle gengive, decide di impartirgli una lezione. Il tamarro verde sopravvive, ma ricorderà a lungo la lezione di umiltà. Tutti insieme: Grazie, Presidente Andreqtti!


Ecco, per dire la traduzione di merda di sto gioco, che credo sia stata fatta direttamente dalla casa produttrice sfogliando un Hazon-Garzanti del 1972: che giro di parole del cavolo viene fatto per dire che troviamo 60 pezzi d'oro ma in cambio finiamo i passi? Boh! Forse dovevo giocarci in inglese, ma ammetto che al tempo, avere il computer che parlava la mia lingua lo rendeva infinitamente più "personal". Non mi aspetto che tutti capiscano il significato recondito di quest'ultima frase.


Cercando altrove, troviamo una bottiglia, che prontamente, trattenendo il respiro per via della fecale interfaccia utente, beviamo. "IL TUO SANGUE AUMENTA, PUOI VIAGGIARE DUE VOLTE PIÙ LONTANO". Il mio sangue aumenta, eh? Ho capito! La pozione di velocità in realtà è Eritropoietina! Praticamente qui c'è più doping che al Tour de France! Andreotti, come giustifica questo vile trucchetto per marciare di più? "C'è chi marcia, e c'è chi ci marcia" risponde sardonico il Divo, e mentre cerco di capire cosa sta dicendo lui, forte dell'ematocrito alto, sparisce a tutta birra, come Batman.


E praticamente, i valori dei passi dati dalla moneta a 12 facce vengono raddoppiati, e in men che non si dica...

(...poco dopo...)


...taaac! Ecco l'uscita dal labirinto! Bravi noi, bravi tutti! Ho salvato l'intera ricerca! Che vuol dire? Non ne ho idea, ma suppongo che possa significare "non siamo in grado di fare uno straccio di traduzione decente!" Che ne dite, calza?


Vabbè, ora che abbiamo i soldi facciamo un po' di shopping. Una bella spada larga per ANDREQTTI, che evidentemente finora ha picchiato i nemici con delle matite "Fila" HB. Prendiamo anche "IL SCUDO" per proteggerci (a scapito della protezione della lingua italiana) e L'Elmo, che era anche il nome di un dirigente di un'azienda in cui stavo diversi lavori seri fa. Faceva "Elmo" di nome. Lo trovavo anche piuttosto antipatico, ma si sa che io sono un rompiballe, o meglio, come direbbe il blog delle prefiche, un "pignolino della nerchia" (o affine).


Seconda missione, il salvataggio di Sir Ragnar. So che guardando il nome Ragnar pensate al telefilm (anzi no, "LA SERIE") di History Channel sui vichinghi in cui Ragnar Loðbrók è interpretato dal fotomodello Travis Fimmel, già apparso in quella merda del film di Warcraft. Io invece penso al film del 58 "I Vichinghi" con Tony Curtis e Kirk Douglas, in cui Ragnar Loðbrók è interpretato da Ernest Borgnine.


(Ovviamente Ernest è di gran lunga meglio dell'anonimo manichino).


Vabbè, iniziamo a esplorare  la prigione di Ragnar, come prima cosa il DivQ GiuliQ fa fuori un "gobelin", e subito penso che il Divo Giulio faccia fuori una fabbrica in cui vengono fatti degli arazzi.

Poco dopo.


Ah che bello. Frugando in una cassa inneschiamo una trappola cascandoci come dei deficienti, e perdiamo un punto vita. Fuori uno, ne restano 7. Ce la faremo a salvare Sir Ragnar dalla prigionia di Ulag il capo degli orchi? E soprattutto, riusciremo a portarlo fuori senza che Ragnar non crepi nel frattempo, che sennò non ci danno i soldi di premio?


Intanto veniamo attaccati da un orco, perdendo 3 a 1, e via altri due punti vita. Subito ci vendichiamo al girone di ritorno con un uno a zero secco, e per differenza reti, classifica avulsa, media inglese e quant'altro, l'orco è morto. Ah ma mi accorgo soltanto ora che lo sfondo di tutto il gioco è un libro! Caspita, non c'ero mica arrivato! Sarà forse per questo che pur essendo la grafica isometrica non la trovo un granché? Vediamo un'attimo come stanno le cose sull'Amiga...


Ecco, esattamente come Space Crusade. Meno colori, ma il risultato è inspiegabilmente più gradevole, a parte Morcar sullo sfondo che pare uscito dalla copertina di un album brutto dei Jethro Tull (ovvero uno qualsiasi dopo Thick as a Brick). Eh, già: il maggior numero di colori non significa necessariamente grafica migliore, specie se con i 256 colori della VGA si fa tutto con degli inguardabili gradienti. Sia messo agli atti che non sono d'accordo.


Urca, due orchi e un gob(e)lin! Vediamo di fare il nostro dovere e di ammazzarli mediante una lunghissima sofferenza. Ma il Divo Giulio lo fa per loro, perché "In Paradiso non si va in carrozza".


E niente, alla fine sopraggiunge il tavò e faccio fuori solo l'orco, perché mi sono un po' rotto i coglioni di spazzare tutto il dungeon e vorrei capire dove cacchio sta 'sto cavolo di Ragnar, senza perdere troppo tempo. Non è che vada di fretta, eh, ma come dice Il Divo Giulio, "ho presente quel che disse, agli inizi dei miei giri politici un contadino del Cassinate: Nessuno conosce la propria età perché è quella che ti resta da vivere" e sono certo che durante questa partita un almeno un paio di capelli mi si sia incanutito.


E intanto facciamo fuori un altro gobelin e prendiamo una sberla da un orco. E in tutto questo di Ragnar neanche l'ombra.


E questo? Un enorme esere rettiliano con un'ascia bella grossa. Che sia il capo degli orchi che menzionava il briefing di questa missione? Non ne ho idea, intanto mi piglio due sberle, che fanno decisamente male, e ora che ho soli due punti vita, inizio a essere un po' preoccupato. Ha qualche consiglio, Andreotti? "Chi viene a chiedermi consiglio, normalmente si aspetta che confermi quello di cui è già convinto" risponde il Divo mentre sta copiosamente sanguinando, e io non ho null'altro da dire.


Ah, il cativo è un Fimir! Dunque anche qui siamo nell'universo di Warhammer, così come Space Crusade è nell'universo di Warhammer 40.000! Non pensate che ci sia arrivato senza cercare su internet che cos'è un fimir, eh. Vi ho detto che io a Hero Quest non ci ho mai giocato. Nemmeno a Warhammer. Ma sono stato nel negozio più grande d'Europa della Games Workshop e ci ho trovato uno spettacolo desolante. C'è un negozio della Games Workshop anche nella città in cui abito ora, e una volta che ci sono passato davanti con mia moglie, le ho chiesto di tenermi forte la mano perché avevo paura.

Più tardi.


Ah, ecco quel coglionazzo di Ragnar! Una volta toccato, come in strega comanda colori (o qualcosa del genere) parte l'allarme e tutti si mobilitano per venirci a far fuori. Beh, a quello ci arriveremo quando sarà il momento. Intanto, come era solito dire un mio collega e amico ferrarese, vediamo di fumare il cane.


"Fumare il cane" è un'espressione che vuol dire "tagliare la corda" e prende il nome dal cane della pistola, che fuma quando un proiettile schizza via alla velocità, beh, alla velocità di un proiettile. Intanto prendiamo pure il controllo di Ragnar, che si muove esattamente come noi ma non può né attaccare né cercare.


Eh sì, ogni turno è costituito dai due movimenti, Ragnar e ANDREQTTI. In questo caso il vecchio guerriero ha seminato di brutto il Divo Giulio grazie a un particolare colpo di culo nel lancio della moneta a 12 facce...


...e infatti Ragnar arriva primo all'uscita. A me 200 monete d'oro, e ho di nuovo salvato l'intera ricerca.Vabbè, mi sono rotto un po' le palle...


...ah, interessante! Esiste la possibilità di saltare all'ultima missione, la corte del signore delle streghe! Che non è Morcar ma è, boh, qualcun altro. Quindi magari se lo ammazziamo finisce che finiamo il gioco? Sai che figata?


Beh, non son mica sicuro se riusciamo ad ammazzarlo. È grande, grosso, e ha la bocca spalancata con dei denti tipo Natasha Henstridge, se ve la ricordate, che andava molto forte nei tardi anni novanta. Ve la ricordate? Mi sembra che facesse l'aliena che impalava con la lingua quelli che ci provavano. Erano i tempi in cui avevo da poco telepiù in casa dei miei e vedevo una serie infinita di cazzate.


E niente, il "Del Mago Lord" tira una codata mortale al Divo Giulio, che subito si presenta nel Valhalla a non rendere conto né di Pecorelli né della mafia. Beh, giusto così: ho fallito in questa ricerca, avevo puntato subito al finale, ho volato troppo in alto come Icaro, e questa è la giusta punizione. No, non intendo morire nel gioco, intendo la rottura di coglioni. Prossimo gioco!

È merda? Sì, e ho molti meno dubbi a proposito di quelli che avevo con Space Crusade, che pur essendo molto migliore di questo, è sempre merda. Ora, ben sapete che io non voglio dare voti numerici perché poi mi incasino, ma anche se non avessi mai provato Space Crusade, sarebbe comunque merda. E quindi basta così, è merda. Con tutto che Morcar ha la mia piena simpatia.
Ci rigiocheresti? Non ci rigiocherei, già il menu è un grande dissuasore, ma anche superandolo proprio non mi viene voglia di riprovarlo.

4 commenti:

  1. A proposito di Actua Soccer...
    è nei tuoi piani?
    Sì, vero? :)
    Hai spesso sottolineato questa cosa dei teschi, secondo me ti facevano un po' senso, o magari ti inquietavano un po', ma paura no :).
    Il gioco di Hero Quest mi sembra decisamente peggiore di quello di Star Quest, non solo a livello di grafica. Alla fine dipende dalla fortuna e della "capacità di orientamento".
    Mi sembra quasi una trasposizione in videogioco dei Librogame, ma molto meglio il secondo del primo.
    Su Natasha Henstridge non hai citato l'elemento chiave di quei film, ma pazienza, ahah!

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    1. Actua Soccer prima o poi arriverà, dipende dalla disponibilità del mio medium di fiducia (Romano Prodi) per l'evocazione del fantasma di Gianni Brera, in modo che sia lui a soffrire al mio posto. Ma l'agenda del professore è piuttosto piena, quindi ci vorrà molto tempo.

      In realtà so che esiste una vera e propria trasposizione ufficiale di lupo solitario per PC, ma ammetto che non ci ho mai giocato. La storia dei teschi, mi facevano senso solo quando apparivano dal nulla su uno schermo televisivo, dato che sulla scrivania tenevo lo scheletrino di "Esplorando il corpo umano".

      Comunque mi sa che l'attrice degli anni 90 nota per i suoi denti non è la Henstridge ma Amanda Peet, che le somiglia abbastanza e se ricordo bene aveva mostrato le pocce in un film con Bruce Willis.

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  2. La grafica dell'introduzione in inconfondibile stile bitmapbrothers lasciava sperare in uno sfavillante isometrico almeno pari a quello del quasi coavo Cadaver degli stessi; invece la grafica del gioco che doveva essere la più importante pare affidata a stagisti del deluxepaint; gob(e)lini elfi e coboldi e tutte le altre creature fantastiche avrebbero meritato location ben migliori, specie "i nani, i nani, i nani" (cit.).

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    1. L'intro è troppo colorata per essere bitmapbrothers, manca quel grigino metallizzato che fa tanto stiloso ma che dopo un po' polverizza i maroni. La grafica del gioco, esattamente come in Space Crusade, risente dell'uso smodato di gradienti e di "pillow shading" che mi fa pensare che questi stagisti avessero visto i 256 colori e si fossero messi in testa di doverli usare tutti per forza. Dispiace molto, soprattutto per "i nani" (che al di là della citazione è pure un bel palindromo)

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