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giovedì 13 maggio 2021

A lezione di geografia con l'ex videogiocatore

Da che mondo è mondo, la geografia è sempre stata la cenerentola di tutte le materie scolastiche: penso alle superiori di averla fatta solo in prima, e poi basta. Già alle medie il disinteresse era palpabile. D'altra parte, stiamo parlando della seconda metà degli anni 90, la riforma Berlinguer aveva emancipato la scuola da stantii programmi ministeriali che erano un po' una check-list (bene!) e si era un po' lavata le mani dando ai presidi l'autonomia per rendere la scuola più appetibile nel nome di una "sana concorrenza" che però inevitabilmente finiva per essere una "corsa agli armamenti" a colpi di POF (Piano Offerta Formativa, ma per noi era l'onomatopea di uno stronzo che cadeva nel cesso) tra scuole in cui si andava a creare quella dinamica per la quale in seguito avremmo visto una devastante inflazione di lauree, corsi universitari, master, e altre cazzate (meno bene).

"Diploma, Diploma universitario, Laurea, Laurea specialistica,  PhD, MBA, Franco..." 

Il concetto di base, comunque, era che il nozionismo non era la cosa a cui dare priorità nell'apprendimento (giusto!) ma con quel retrogusto di autogestione/sei politico/contrattazione collettiva tra studenti e insegnante (meno giusto). 

E in più, con la solita scusa del celochiedeleuropa (che due coglioni, ragazzi, quasi a giustificarsi tirando in ballo il mandante esterno perché non si ha le palle di prendere la responsabilità delle proprie decisioni) si veniva ad applicare il concetto di lifelong-learning, che è una maniera estremamente autospompinantesi per esprimere un concetto di puro e semplice buonsenso, ovvero che pure i professori devono continuare a tenersi aggiornati (benissimo!). Nella pratica questo si traduceva in ore di formazione obbligatoria su cose che non interessavano a nessuno e che, visto il proverbiale tavò dei nostri insegnanti, si traduceva in un compitino, la sovra-menzionata check-list da spuntare al fine di evitare rotture di cazzo dal preside (malissimo). 

Su una cosa però sembravano essere tutti d'accordo: a cosa serviva sapere a memoria tutte le capitali del mondo oppure sapere che le principali zone di produzione della barbabietola da zucchero sono nord della Francia, in Germania, nei Paesi Bassi, in Belgio e in Polonia? (Lo so, lo so, sto menzionando il Meme per cui a qualsiasi domanda bisogna rispondere barbabietola da zucchero, non ne sono fiero). Molto meglio un po' di sana masturbazione mentale in circolo in cui l'avverbio cioè sostituisce congiunzioni, preposizioni, verbi ausiliari e segni di interpunzione. 

Com'è come non è, da queste riforme rimanevo spesso e volentieri inculato: con la geografia in particolare, la cosa mi intristiva un pochino perché c'è stato un certo periodo di tempo in cui era stato proprio il mio punto forte. "Grazie al computer!" direte voi, e avreste anche ragione a dirlo, visto che questo è un articolo taggato "Atelier culturale", e invece no. La mia breve passione per la geografia ha origine con uno dei giochi di Sapientino, nella fattispecie il gioco chiamato "il nostro mondo" agevolo subito la foto nella scatola, così potete lasciarvi andare a 5 minuti di bruschette. 5 minuti eh, non di più. Vado col cronometro? Via!

L'URSS! Я не могу устоять! Слишком много воспоминаний!

5 minuti dopo.

Ok, basta così, grazie. BASTA HO DETTO! Dicevamo, magari molti di voi non si ricordano che cosa fosse questo gioco, non vi biasimo: "il nostro mondo" non è il classico Sapientino con la penna che fa "BZZZ" toccando i contatti, ma è un più semplice gioco da tavola. Non si usavano i dadi, ma si pescavano delle carte su cui c'erano allo stesso tempo gli imprevisti/probabilità, e di quante caselle ci si poteva muovere da una capitale all'altra del tabellone/planisfero, in modo da aggiungere una destinazione al proprio itinerario (che si sceglieva all'inizio).

Al di là della dinamica che non ci interessa più di tanto, la cosa interessante di quel gioco era che anche sul retro del tabellone planisfero ci stava un enorme listone con tutti i paesi del mondo di allora, con bandiere, capitali, lingue parlate, valute e religioni principali. Listone, quello, che trovavo ancora più affascinante del gioco in sé, dato che quasi mai avevo un amico a portata di mano con cui giocarci, e se aspettavo che i miei giocassero con me, beh, ok. E quindi da quel tabellone avevo imparato a memoria tutte quante le capitali del mondo di allora. È chiaro che sia io che il parentame  ne eravamo fierissimi: io perché pensavo di aver acquisito una conoscenza utilissima con cui avrei fatto poca fatica a scuola, e il parentado perché poteva ostentare il giovane virgulto enfant prodige quando altri vecchi di merda venivano a trovarci.  Il che va benissimo quando hai 7-8 anni, ma quando diventi più grande e i cosiddetti invitati a casa iniziano a chiederti se se hai la fidanzata o almeno qualche simpatia, Perché hanno paura che diventi un invertito, allora ,insomma, ti chiedi perché hai perso tempo con queste stronzate, e inevitabilmente il pensiero va alla principale frase stronca-motivazione, che ha tarpato le ali a tanti geni in nuce a cavallo del millennio: "oh ragazzi ma pensare alla figa no eh?"

 o alla svezia e alla finlandia a seconda dei gusti

C'è anche stato un periodo precedente, alle elementari, in cui avevo avuto come passione quella delle carte geografiche. Una cosa che mi piaceva fare era  prendere un atlante, della carta lucida, e ricalcarci sopra una mappa. Dopodiché ci mettevo sopra un altro foglio di carta lucida e ricalcavo sopra altri livelli, e così via. Praticamente ogni stato di salute conteneva un'informazione: i confini politici, i rilievi, l'idrografia tutte queste puttanate che al tempo mi facevano sentire molto ganzo.

 Da come lo sto dicendo, sembra che me ne stia vergognando: in realtà, non più di tanto. Ci sono state molte altre cose di cui mi sono molto molto più vergognato in vita mia, ma questa la sopporto bene, ne sto parlando con un certo tono di fastidio per il semplice fatto che, nonostante tutto il mio impegno, a scuola questa mia passione non veniva minimamente valorizzata. Tutto ciò perché non si andava a incastrare in sua maestà il programma ministeriale (erano i primi anni novanta, prima delle riforme e dell'autonomia) e poi, come già detto più volte in questa sede, il  nostro maestro delle elementari principalmente ci faceva fare in autonomia robe molto complesse e che richiedevano un po' di tempo, tipo temi (il lunedì) e problemi molto complicati (il resto dei giorni), così lui poteva uscire un attimo dalla classe e andare a farsi bello con le altre maestre. Effettivamente il fatto di essere un uomo molto piacente e atletico lo rendeva molto popolare. Ma ahimé, sto divagando.

fortunatamente non esisteva la DAD al tempo e quindi non c'era il rischio che ci scappasse il dick pic

Ora, sempre per la chimera per cui il computer viene comprato così il pargolo impara, esisteva pure il software a tema didattico. La geografia, per il suo prestarsi bene alla struttura molto nozionista del database, era un'applicazione ideale per lo studio computerizzato. D'altra parte il computer aveva potenzialità grafiche e di calcolo che un atlante non aveva. Anche solo la funzione di ricerca era qualcosa che magari toglieva la parte romantica del passare il dito sul mappamondo immaginando di volare in paesi sperduti, ma era molto più comoda e rapida, e il fatto che tutto il mercato di programmi geografici sarebbe stato annichilito da Google Maps un po' mi rende triste.

Ma anche in quei tempi più semplici, il software era un'eccellente alternativa al tabellone di un gioco di società affinché il bambinello apprendesse la geografia, solo che c'era sempre problema per cui software non si trovava o se si trovava era molto costoso, e se ci si voleva mettere sopra dei soldi era in genere fatto di dischetti a bassa densità, quindi la polpa era veramente molto limitata. Lo sarebbe stato successivamente anche con le varie Omnia DeAgostini, Microsoft Encarta eccetera, e solo i Google e le Wikipedia del caso avrebbero dato una visione molto più sterminata di come è fatto il mondo. Ogni medaglia ha il suo rovescio, nel senso che su Wikipedia c'è sempre il rischio che qualcuno ci posti la foto del suo uccello. Ma va da sé che coi programmi DOS che circolavano in quel periodo, insomma, era veramente tempo di carestia.

Questo ovviamente non mi ha impedito di cercare di erudirmi il più possibile con quello che avevo, e a tale scopo  era intervenuta in mio soccorso a casa editrice Peruzzo, che aveva pubblicato un enciclopedia a fascicoli in edicola.

Questa qui, ma 20 pagine a settimana.


Capirete che era una cosa che prevedeva una pazienza degna di un patriarca biblico, però chissenefrega dell' enciclopedia a fascicoli! a me quello che interessava erano i dischetti in allegato che avevano software educativo tirato giù delle varie BBS. Abbiamo già esplorato alcune di queste robe in questa sede, avete presente? PIANOMAN per la musicaAce Astronomy per l'astronomia, VCHEM e CHEMVIEW per la chimica più altra roba che sinceramente non ricordo e che devo fare un trip regressivo di autoipnosi per scoprire, e ora sinceramente tavò. Ma la prima uscita fu, appunto, un programma di geografia! Quando scrissi di VCHEM e CHEMVIEW dissi che non mi ricordavo il nome, ma ora sì. L'altro programma che disegnava funzioni matematiche, invece, non me lo ricordo proprio. Devo trovare la giusta madeleine, ma non sono sicuro di esserne capace. Però, ora che abbiamo ritrovato il caposaldo del mio studio della geografia su PC, ecco qui l'articolo che ne ripercorre tutti i capisaldi! Evviva! 

Poi è che lo so che leggendo il titolo di questo di questo articolo, vi siete subito detti "Oh che bello, l'ex videogiocatore oggi parla di Carmen Sandiego!" Beh, se l'avete pensato significa che non avete resto abbastanza articoli di questo blog e vi è passato attraverso il concetto di "videogiocatore pezzente" con cui spesso e volentieri descrivo me stesso. Non ve ne voglio per questo. Sigla!

The World (R.L. Lloyd, 1985-1989)

Ecco, ora tenetevi forti che sto per fare un'uscita nostalgica. Pronti? Preambolo: ho riscoperto di recente questo programma, che stava in un dischetto della Peruzzo-Larousse con un'etichetta su cui c'era scritto con la mia grafia disordinata "ALGEBRA / ATLANTE". Ora, come ho detto sopra, "Algebra" non ricordo più il titolo ma era un function plotter con grafica CGA monocromatica, con coordinate 2D, 3D e polari. Era stato il mio primissimo shareware e avevo trovato offensivo che il tizio scrivesse nel README.TXT tradotto dalla Peruzzo in italiano che se volevamo comprarlo dovevamo cacciargli 25 dollari. Che scandalo! Che scandalo! Il programma ce l'ho già, l'ho preso in edicola, devo pure pagarti? Bah! Sticazzi di "Algebra". "Atlante" era "The World" di tale R.L. Lloyd (che a cercarlo appaiono solo necrologi) e tra tutte le cose di cui ho parlato in questa sede è una di quelle che più di tutte mi scaldano il cuore. Ti starai mica rammollendo? Direte voi...


...Beh, un po'. Ho già raccontato di come uno dei miei pusher di software di fiducia era il figlio del fornaio che aveva la panetteria di fronte a casa dei miei. E in un rarissimo momento di indipendenza personale, in età prescolare attraversavo la strada (sempre vuota) e andavo a comprare il pane. Mi sentivo ovviamente potente. Poi iniziai ad andare a scuola e la mattina mi svegliavo a orari impensabili (le 7, ma non sono mai stato particolarmente mattiniero) e quindi a prendere il pane ci andava qualcun altro. Però quando ricevetti il mio secondo computer, il primo PC IBM Compatibile con MS-DOS, avevo fatto lievemente fatica ad abituarmici. Col computer precedente, un clone dell'Acorn BBC, si accendeva, infilava il dischetto e si premeva SHIFT-BREAK per far partire tutto. Qui si infilava il dischetto del DOS, si accendeva, si aspettava tutti i controlli, si attendeva pazientemente l'arrivo del prompt, si cambiava il dischetto, si scriveva DIR/W/P sperando di trovare il file eseguibile giusto, si scriveva il nome del file pregando, si tirava qualche imprecazione in caso di uscita immediata o di schermo nero, ma a Dio piacendo si arrivava a far partire il tutto. Non benissimo! A dispetto del mio status da enfant prodige, ero un po' in difficoltà. Fortunatamente, in una chiacchierata col fornaio saltò fuori che suo figlio aveva il PC pure lui e aveva pure fatto la Radio Elettra, indirizzo informatico! 


Oltre a passarmi Grand Prix Circuit, che per me che avevo solo Ports of Call come gioco era una ventata d'aria fresca, era talmente gentile che mi avrebbe dato la possibilità di andare a trovarlo a casa sua che mi avrebbe spiegato un po' di cose. Ecco, mi ero pure portato i dischetti della Peruzzo perché magari gli sarebbero interessati, visto che era stato così gentile da passarmi GPC. E poi, quando un tardo pomeriggio invernale avevo attraversato la piazza centrale del V.P. per andare a trovarlo, mi aveva spiegato un sacco di cose. Mi aveva dato altri dischetti di avvio nel caso in cui il dischetto del DOS 3.30 della Olivetti che avevo fosse crepato, mi aveva regalato un vecchio manuale, e tanta altra roba. Mi sembrava il minimo da parte mia ringraziarlo così. 

E soprattutto, vedere i programmi educativi della Peruzzo su un monitor a colori, che io non avevo. Certo, il monitor a colori per 'sta roba non è che fosse così un cambio di passo: per VCHEM e CHEMVIEW era fondamentale, perché col monitor monocromatico non funzionavano (fu il figlio del fornaio a insegnarmi il trucchetto del MODE CO80 per ingannare il DOS), ma insomma, era la prima volta che andavo a casa di qualcuno con un PC, e uscivo veramente dalla mia comfort zone, e accettavo di buon grado, senza umiliazione, il fatto di essere inferiore a qualcuno. Perché? Perché me lo insegnava di buon grado e senza aspettarsi niente in cambio, e questo andava a rompere l'illusione del mondo ostile in cui crescevo, fatto di amicizie "interessate" di coppie formatesi per soldi, di tradimenti, e di tutte quelle cose con cui ancora oggi ci droghiamo ogni volta che facciamo doomscrolling. Questo menu di selezione di una regione del mondo da visualizzare è per me tuttora una sensazione pari a quella che si ha quando ci si siede sulla propria poltrona preferita, con una luce soffusa e nessuno che rompe i coglioni. Un tornare a casa, un riscoprirsi sereni. 


Tutto questo era un'arma a doppio taglio, ovviamente: credo che quella sensazione di benessere che provavo, col mio benefattore che mi dava una mano senza chiedere niente in cambio, si fosse estesa in quel momento a tutto ciò che aveva a che fare con l'informatica.

Ogni volta che volevo scappare dal mondo ostile, mi mettevo davanti al PC, perché lì nessuno mi avrebbe sfruttato con le logiche transazionali tanto care a certi membri della mia famiglia estesa. La cosa mi ha condannato a troppo tempo passato a rincoglionirmi davanti a uno schermo, con tutte le conseguenze negative del caso (dal punto di vista della socializzazione, s'intende). La mappa, invece, in questa grafica vettoriale ante litteram, non è particolarmente dettagliata, ma chissenefrega, ho un PC, ho un atlante da sfogliare come e meglio degli atlanti che ho a casa, per tacere del tabellone di Sapientino, mi lamento? Il figlio del fornaio, che aveva anche un oggetto misterioso per me (la stampante ad aghi) mi stampò pure una cartina dell'Italia, che conservai gelosamente per un sacco di tempo.


In effetti, una delle prime cose che avevo fatto era stato di cercare l'Italia, perché comunque era una cosa che faceva sentire più mio il computer, il fatto che ci fossero riferimenti al sacro suolo italico: d'altra parte, accendevo quel mostro e venivo bombardato di misteriose scritte in albionico! Eh, ok che io l'inglese un po' lo sapevo, ma la cosa mi faceva sentire a disagio. Un po' come molti expat italiani che su certe cose non transigono, come il medico: ovunque vadano a vivere, vogliono il dottore italiano, facendo sì che i dottori italiani nelle grandi città all'estero facciano carriolate di soldi. Sia chiaro, ho cercato Roma perché né il V.P. né il capoluogo di regione erano presenti...


...ma c'è un bel globo dettagliatissimo! Che è sta roba qui? Non ma la ricordavo mica io questa eh!  Magari era una versione più antica quella pubblicata dalla Peruzzo? Possibile: questa versione che ho trovato in qualche remoto archivio di BBS su FTP (e che ho ripubblicato su archive.org) è la 2.97, uscita nel 1989. Considerato che era il 1990 o il 1991 quando lo trovai, era molto probabile che la versione a disposizione della casa editrice non fosse proprio l'ultima, e magari questa mancava. Oppure ho davvero rimosso tutto, per il fatto che a questo programma associo ricordi positivi, e come ben sapete, io ho la teoria per cui l'incazzatura fissa meglio i ricordi relativi ai fatti. 

Le sensazioni belle ci fanno dimenticare i fatti e focalizzare sulle emozioni, ed è per questo che le infanzie felici purgano tutti i contenuti sconvenienti, ed è per questo che la Mattel vende una copia del castello di Grayskull nel 2021 facendolo pagare 75 dollari e c'è gente che se lo compra subito dopo aver comprato l'originale del 1983 su ebay. 

È la stessa logica dei "culti del cargo" melanesiani: la sapete, no? Gli indigeni delle isolette del Pacifico erano entrati in contatto per la prima volta con la civiltà durante la seconda guerra mondiale, quando gli americani usavano le loro isolette come basi. Disboscavano, costruivano piste di decollo e di atterraggio, davano cibo e ninnoli in cambio e poi a guerra finita, sono spariti. Niente più cargo pieni di cibo e ninnoli per i nativi. E quindi come si faceva? Li si evocava costruendo finte piste di decollo e di atterraggio, costruendo torri di controllo con tronchi d'albero, usando noci di cocco per costruire simil-cuffie radio. Classico caso di inversione causa-effetto. 

Cosa voglia ottenere certa gente, al di là di un'effimera botta di serotonina, non ne ho idea. Io almeno cerco di liberarmi di questo effetto degli occhiali rosa, con questo esercizio con cui ogni lunedì vi rompo le palle almeno da quattro anni. E no, non venitemi a dire che "è il collezionismo e tu non lo capisci". È qualcosa di molto più perverso.


Un'altra cosa che si poteva fare, e che era molto interessante (ma inutile all'atto pratico) era la possibilità di calcolare la distanza tra due città. Ecco, la maggior parte di città non capitali (nazionali o di stati degli USA) non era presente nel database, e quindi niente volo per Johannesburg, che poi chissà perché ho scelto Johannesburg! Forse perché il sudafrica di capitali ne ha 3? Forse. Allora voliamo verso Giacarta...


...e Giacarta, Indonesia dista da Roma, Italia (molto americana questa cosa di scrivere i luoghi in formato "città, stato") circa 6733 miglia. Ovvero 10835.71. Purtroppo il programma non ha le misure del Sistema Internazionale, la cosa era  veramente inutile. Come già ho detto, ci avevo provato a portare questo gioco a scuola in modo che facessimo la lezione di geografia al PC, e fu clamorosamente rifiutato. Ma fosse stato accettato, temo che la storia delle miglia mi avrebbe fatto beccare una cazziata.


Altra funzione: l'esplorazione libera con zoom e spostamento. Non fate caso al 666 che compare, non è un messaggio satanico nascosto, ma semplicemente cercavo di andare con la freccetta verso destra e avevo il num lock attivo. 


E infine, il gioco "indovina la città". Al tempo non ne avevo beccato manco uno perché bisognava scriverlo in formato "città, stato" tenendo conto dello spelling inglese...


...e nel caso  in cui avessi clamorosamente beccato una capitale di stato americana, avrei dovuto mettere la sigla dello stato anziché il nome. Fu lì però che scoprii con grande sorpresa che la capitale dello stato di New York non era New York ma Albany, cosa che mi fece fare un'altra discussione pesante con il mio maestro delle elementari, quando eravamo in corrispondenza con i nostri pen-pal di Schenectady, NY. Lui era convinto che New York fosse la capitale dell'Empire State, io mi sistemai il cappello fedora grattandomi sul gozzo e dissi "ACKSHUALLY". Avevo ragione io, ma per com'era la scuola italiana nei primi anni 90, la cosa non era stata affatto gradita. Oh beh, così va il mondo! Meglio, così andava nel secolo ventesimo.

E quindi? A cosa ti è servito? A imparare la geografia, no? 
Ok, grazie al cazzo: ti ha dato qualcosa in più rispetto a ricalcare le cartine e/o giocare a Sapientino? Mmmh, forse mi ha spinto a fare le equivalenze in miglia? Forse mi ha fatto scoprire che le capitali degli stati USA hanno nomi strani? Sì, forse quello. Non moltissimo, ma poco importa, questa robaccia avrà per me un posto al calduccio nel mio cuore, che ci si possa credere o no. Grazie, signor Lloyd.

PC Globe 3.0 (PC Globe inc., 1990)

PC Globe è decisamente conosciuto, perché era un prodotto commerciale e, devo dire, anche molto ben fatto. Io non mi ricordo esattamente quanto tempo dopo la sua uscita me ne appropriai, ma sono certo di sapere chi me lo passò: fu Beppe M. il gestore della palestra in cui facevo judo, che aveva ogni tanto qualche giochino, ma che (forse su suggerimento di mia mamma che era sua amica dal tempo delle scuole medie) insisteva per darmi roba utile. Oh, non mi lamentavo di certo, io! La geografia mi piaceva perché ritenevo di essere bravo (imparando a memoria un listone di nozioni) e c'era una grafica che lo rendeva più affascinante del solito TREE.COM! E poi, era un programma educativo con PC nel nome, un po' come PC Uomo! Il PC Uomo della geografia, praticamente! Probabilmente era il 1991? 1992? 1993? Boh! Direi 1992, non solo perché in quell'anno è uscito il gioco più bello di sempre (secondo me) né perché sono come un conoscente del mio amico Ivano, per cui ogni cosa è successa nell'anno 2002 (è una storia lunga e noiosa, lasciamo perdere). Estrapolo questa data perché nel 1992 è uscito il Quaderno Olivetti, il mini-notebook eporediese alimentato tramite un reggimento di pile AA che, a dispetto della lentezza e del DOS azzoppato della prima versione, era comunque una figata, concettualmente. E Beppe M. sempre attento a tutti gli ultimi gadget tecnologici, ce l'aveva e ce l'aveva mostrato, e mi aveva pure passato una specie di stradario, una specie di Tomtom ante-litteram, senza il GPS. Praticamente un tuttocittà interattivo consultabile sul computerino tenuto in macchina a scaldare il sedile del passeggero. Il programma si chiamava STRADE.EXE e mi pigliasse un bruciaculo se 

A) lo si trova in giro al giorno d'oggi

B) aveva un testo descrittivo che fosse uno. 

Nel senso che io scrivevo il nome del V.P. e la visione del reticolato delle strade d'Italia si posizionava su quello che credevo essere il V.P, ma non c'era nessuna scritta, solo immagini. Presumo che si cercasse di impedire al conducente di leggere i nomi delle vie e distarsi. Bah! Ma noi oggi parliamo di PC Globe...



Ah sì. Se vedete che la schermata trema è perché ho spostato la finestra di PCEm e siccome PCEm non cattura i video come Dosbox, la schermata a volte trema un po'. Sopravviviamo? Sopravviviamo dai, non  rompete le palle e guardate come è definito questo planisfero con proiezione di Mercatore! Peraltro, la proiezione di Mercatore è la visualizzazione dei continenti preferita dai ватник occidentali ossessionati dall'ammirazione per la Misteriosa Anima Russa™ che passano la loro vita a impermalosirsi nelle sezioni commenti perché loro sono speciali e non si assoggettano agli USA (benissimo!) come voi adepti del pensiero unico! Quindi si assoggettano alla Grande Madre Russia, che grazie a Mercatore appare molto più grande di quello che è veramente. La cosa divertente è che il campione che ho a disposizione è molto limitato ma i russi che conosco personalmente sono molto più gradevoli e coi piedi per terra dei suddetti ватник che vedo rincoglionirsi su internet tutto il giorno. Questo forse significa semplicemente che internet ti fa marcire il cervello al punto da farci uscire i vermi come fosse casu marzu. Tutto questo al di là delle considerazioni che rischiano di sfociare in qualcuno che fa uso della parola "Geopolitica", che, si sa, è l'indelebile marchio della sfiga.


Ah che bello! Possiamo anche vedere gli stati raggruppati per organizzazioni internazionali o persino per classificazioni, alleanze e per farse come il commonwealth che è un modo per tranquillizzare quella vecchia che scalda il trono della patetica isoletta in cui regna l'incesto e il terrore per l'ortodonzia dicendole "ma sì stai tranquilla che ce l'hai ancora l'impero, su su". Una monrachia, per quanto costituzionale, nel 21esimo secolo mi pare un grandissimo, come si dice nel mio lavoro, overhead, ma immagino che i costi per l'ottimizzazione non valgano l'ottimizzazione stessa. D'altra parte sarebbe una tragedia per il manufatturiero britannico, il cui principale prodotto sono le tazze con la faccia della famiglia reale.

poi uno si meraviglia che Harry sceglie la fregna


Aggiungiamo pure che su quella famiglia reale (un cui membro recentemente scomparso è pure oggetto di un sovramenzionato culto del cargo melanesiano) ci fanno un telefilm su Netflix, e quello che succede è che tra i miei contatti prolifera quel morbo che è l'appassionarsi a stronzate come royal wedding, royal baby, Antonio Caprarica e palta simile. La cosa divertente è che il campione che ho a disposizione è molto limitato, ma gli inglesi che ho conosciuto personalmente sono esattamente ipocriti stronzi, superbi e con la testa su per il culo come i falliti che stanno su internet a difendere l'idea di superiorità genetico-culturale albionica e della Rule Britannia che era tanto tanto cara al rivoltante Cecil Rhodes. Ma non escludo la possibilità di aver avuto soltanto una grandissima sfiga con le mie conoscenze albioniche e spero sempre di conoscere chi mi farà cambiare idea. Ma per il momento non succede. 

Quindi, vediamo nel 1990 chi c'era in quella che al tempo era la CEE, ok? Ah, niente Austria, niente paesi dell'Est, niente paesi scandinavi, eccetto la Danimarca. C'è pure la Groenlandia, territorio della Danimarca a statuto speciale, e qui c'è un errore: la Groenlandia è uscita dalla CEE nel 1985 in seguito al referendum del 1982, e ora gode di status di Territorio Speciale, o meglio di Territorio d'Oltremare, praticamente come la Nuova Caledonia, che è parte della Francia ma per posizione geografica ha una situazione politico-amministrativa differente da quella della Francia. Ci sta, insomma. E non dimentichiamo che in Groenlandia c'è meno del doppio degli abitanti del comune di cui fa parte il Vecchio Paese.


Beh, non aspettiamoci che il me stesso del 1990 (o 1991, o 1992) vada a impicciarsi dei danesi e dei groenlandesi, andiamo a visitare la nostra madrepatria. Italia, Italia, di terra bella uguale non ce n'è! Ah, i bei tempi in cui eravamo 57 milioni di commissari tecnici! Cinquantasette milioni suonava molto meglio di Sessanta. Che poi in realtà il picco di popolazione è stato toccato nel 2014, poi è cominciato a calare e nel 2021 siamo 59,2 milioni. Nel 2015 è arrivato Netflix in Italia ed è partito il calo demografico. Un caso, ne sono certo.


Lingue parlate, religioni principali e statistiche. Non pervenuto il numero di dentisti e di infermieri, ma era di quegli anni uno scandalo di finti dentisti smascherato dal Gabibbo. No? Boh. Il reddito nazionale lordo è espresso in dollari del 1990 e onestamente ho il tavò di fare la conversione...

...anche perché tra i prodotti agricoli non c'è la barbabietola da zucchero, ma farina, riso, uva, olive e agrumi. Interessante come nel 1990 la popolazione attriuita a Bologna sia di 440.000 persone, e guardando su Wikipedia siamo sotto i quattrocentomila. Nel 1990-1991 il Bologna FC è retrocesso in B. Un caso, ne sono certo.


Ah, ecco! Ora sì che ragioniamo! Primo Ministro (in realtà "presidente del consiglio"): Julio Andreotti! È la seconda volta che Il Divo compare in questa sede come personaggio reale e non come nome custom dato da me: la prima volta che è comparso ve la ricordate? Ve la lascio come esercizio. Bella anche la pagina finale in cui vengono dati i consigli su come vestirsi adeguatamente in caso di giro turistico nel Belpaese. Tutto questo ad uso e consumo di ignoranti di borghesia medio-alta che immaginano l'Italia un pastiche di torre di Pisa, Colosseo e gondole varie in cui i gondolieri hanno la pizza in testa.


Finlandia! Ci ho vissuto per un po', e non era l'Erasmus. Fortunatamente non ho avuto bisogno di ospedali quando ci sono stato, perché apparentemente nel 1990 di ospedali ce n'erano 0.


Vediamo i cugini d'Oltralpe, che non ci ho vissuto ma c'era un periodo che ci stavo spesso.  Qui i dati ci sono tutti su ospedali e simili, e ammetto che rosicavo sul fatto che Parigi avesse otto milioni di abitanti, e Roma soltanto due. C'era quella strana corrente culturale per cui i francesi dovevamo farceli stare sulle palle perché erano superbi e io ovviamente eseguivo, nonostante non mi avessero fatto niente, personalmente. Nel 1990 preferivo di gran lunga gli albionici, ma solo perché non ne conoscevo dal vivo manco uno, e poi perché tra i Beatles e gli Spitfire ero culturalmente succube alla cosiddetta anglosfera, che a superbia mal riposta batte i francesi che ho conosciuto dieci a zero (intendiamoci, sempre basandomi sul mio limitatissimo campione). Insomma, l'idea sarebbe che poi uno cresce e capisce che non deve essere culturalmente succube a nessuno, nemmeno alla propria, di cultura: ma ahimé, a volte succede che si può restare immaturi nonostante il decadimento fisico dovuto all'età e si fa uso ancora di appellativi ritardati come "gianfransuà". Molto bene, facciamoci tutti un applauso e diamo un attimo un'occhiata ai prodotti agricoli e... sì cazzo sì! La barbabietola da zucchero! Andiamo a casa.


Invece degli USA che si dice? Cosa consigliano gli americani sull'america ai turisti americani? "Dal punto di vista della salute, le strutture sono ottime". Grazie al cazzo, PC Globe, pagando un occhio della testa chiaro che le ottieni buone. I capi di governo sono George H.W. Bush (padre), James Danforth "Potatoe" Quayle, e il segretario di stato James Baker, che ne "GLIANNIOTTANTAH" era stato il capo dello staff di Reagan, nonché colui che lo manovrava con una mano saldamente piantata nel culo di "The Gipper", che si limitava a leggere dal teleprompter col carisma dell'attore.


Abbiamo fatto gli USA, andiamo a immergerci nella misteriosa anima sovietica, no? Anche qui dentisti non pervenuti, ma d'altra parte a cosa serve un dentista quando puoi fare i gargarismi con la vodka? Una volta che avevo una carie che mi faceva malissimo e siccome ero in un periodo finanziariamente un po' difficile e dovevo aspettare la busta paga per andare dal dentista, avevo tenuto botta sciacquandomi la bocca con una vodka regalatami da un conoscente bielorusso (ovviamente mica la sputavo, mandandola giù faceva pure da anestetico). Era nato poco dopo il casino di Chernobyl a un centinaio di chilometri dal confine con l'Ucraina ed era sordomuto, forse a causa delle radiazioni, forse no. Di certo, quando andate a San Pietroburgo, dice il programma, bevete solo acqua in bottiglia! La stessa cosa si sarebbe potuta dire di un camping in Abruzzo in cui andammo io e i miei compari che fummo colpiti da uno squaraus di proporzioni urende.

La Germania Est, invece, è trattata meglio, primo perché produce barbabietole da zucchero, e secondo perché nel 1990 c'è il governo transitorio formatosi in seguito alle libere elezioni del 1990, con a capo Lothar de Maizière, il quale ha come portavoce una tizia col dottorato in chimica.

ma tschüss

che come diceva un emulo del Zanza in riviera a quei tempi, le tedesche sono carine fino ai vent'anni poi con tutta la birra si lasciano andare e si disfano, ciò patacca, 'dema pu. Sto divagando.



Giusto per dire, era il 1990, c'era un'altra cosa che stava per accadere no? Spetta che ci penso, vè! Ah sì! Sfortunatamente in Iraq non producono barbabietole da zucchero, e quindi viene da chiedersi cosa ci fosse là in mezzo che interessasse così tanto gli americani da invaderlo la seconda volta! Boh!


E dunque? ah, sì, non di sola (fatico a dirlo) geopolitica vive l'uomo, ecco qui la carta fisica, con orografia e idrografia, tutti quei bei concetti da imparare a memoria, come gli affluenti del Po e i gruppi di Alpi, grazie alla filastrocca mnemonica "Ma Con Gran Pena Le ReCan Giù". Ci avete presente? Marittime Cozie Graie Pennine Lepontine Retiche Atesine Carniche e Giulie (non Andreotti). Peccato che la filastrocca si dimentichi le Atesine, cioè le Dolomiti, cioè le montagne più belle di tutto l'arco alpino. Perché, e lo dico a costo di passare per Uriel Fanelli, la scuola che abbiamo fatto era contro tutto ciò che poteva essere bello e divertente, e ci prosciugava di ogni gioia. Ecco, l'ho detto! Vaffanculo, maestro!

E quindi? Beh, vedi sopra, no? Qui c'erano anche interessanti informazioni che però erano già obsolete. Per parafrasare una striscia di Sauro Ciantini, "i confini cambiavano molto più velocemente di quanto non riuscissimo a impararli".

Europe (Torpedo Software, 1991-1995)

Quando l'Italia firmò il trattato di Maastricht, io pensai a una cosa soltanto: "Figata, uniscono l'Europa e quindi andiamo ai mondiali come una nazionale unica e sta volta glielo facciamo il culo a quel brutto drogato di Maradona, che osa anche darci dei figli di puttana nello stadio in cui era stato osannato". Era una magra consolazione sapere che avesse comunque perso il mondiale da parte della Germania Ovest della Pantegana Bionda Klinsmann e gli altri due interisti più Rudi Voeller con ancora lo sputo di "Tubo Nero" Rijkard che gli colava sul mullet.

uno sputo denso, come il burro

Ovviamente non fu così, ahimé. Al giorno d'oggi l'opinione media su quella firma nel 92 è cementata da una fecale stampa generalista in un disinteressato fastidio (salvo opinioni estreme in entrambe le direzioni che ci sono sempre state), tutto basato su una narrazione molto semplificata, piena di forzature logiche, spin, secondi fini, e anche menzogne.

È di questi giorni la stronzata per cui gli impiccioni burocrati ci vorrebbero annacquare il vino a tutti quanti, con conseguente levata di scudi e autocompiaciuta indignazione (l'unica industria che non conosce mai crisi) da parte di figure che non hanno un cazzo da fare se non commentare a sproposito. La cosa deprimente è che questa evidente balla non viene dalla pagina facebook "Mamme patriottiche raccolte in gruppo di preghiera alla Madonna di Medjugorje per il fallimento del piano massonico di sostituzione etnica", ma dal cazzo di giornale di Confindustria, in questo frangente dedito a una marchetta nei confronti di Coldiretti, che sono certo che rappresenta una categoria di specchiata onestà e che mai e poi mai potrebbe pensare di adulterare il nettare degli Dei con l'odiato diossido di idrogeno. (visto? Lo so fare pure io questo gioco! Posso scrivere anche io sulla strafecale stampa generalista?). Ora io non sono Paolo Attivissimo, ma anche se avessi il suo prognatismo, ho un certo tavò di "debunkare" tutta questa palta, che tanto nessuno cambia idea con un autocompiaciutissimo monologo su internet, dunque cui prodest?

AYCKSHYUALLY,

Quello che mi limiterò ad osservare è che tra le cause di queste levate di scudi e psicodrammi c'è sempre la tossica componente inevitabile del nostalgismo. Un politico italiano contemporaneo, che qualche anno fa si poneva come decisamente antieuropeista, aveva l'abitudine di riempire facebook di post in cui si rimpiangevano i bei tempi dei ghiaccioli comprati a duecento lire era che questi post erano sostanzialmente indistinguibili dagli articoli PaZzErElLiH sulle pubblicità di un noto settimanale Disney che continuano ancora oggi a riproporsi sempre uguali sul noto blog delle prefiche. Repetita iuvant: cui prodest? Uno può inventarsi tutte le spiegazioni che vuole, più o meno sensate, ma per un sacco di gente la formazione di molte opinioni si riconduce a un "pensiero magico" non dissimile dai già menzionati culti del cargo.

Ciò detto, sono sufficientemente vecchio da ricordare che al tempo, per Maastricht e quello che significava, c'era un entusiasmo diffuso che raggiungeva livelli di stucchevolezza da strapparsi la pelle della faccia come Robbie Williams nel video di Rock DJ. Dobbiamo menzionare "Europa Europa" che sostituiva il "Pronto?" nelle telefonate in una trasmissione del compianto Fabrizio Frizzi, con la conseguenza che quando si telefonava alla gente c'era chi rispondeva "Europa Europa" sperando di vincere il montepremi messo in palio dal Frizzolone nazionale? Dobbiamo menzionare un telefilm della Cristina d'Avena ("l'Europa Siamo Noi") che con la trasformazione da Comunità Economica Europea a Comunità Europea non c'entrava una sega di niente? 

Luciana Marrabbio, commissaria per la promozione del comfort food europeo con delega speciale a bruschette e fettine panate, in conferenza stampa con il suo capo gabinetto, il dottor Mirko Alveari

Dobbiamo menzionare le stupide dichiarazioni di certi politici del tempo che promettevano una terra del latte e del miele che chiunque avesse avuto un minimodi senso critico vedeva che era impossibile da raggiungere, gettando così i semi del sovramenzionato fastidio? Devo menzionare una storia di Topolino in cui la vecchia anatra libberale alle vongole diventa improvvisamente euroscettico perché la sua astrologa di fiducia gli aveva detto "Attento al 92" quando in realtà il 92 era l'autobus che lo avrebbe preso sotto? (In effetti, un miliardario che si fa consigliare da una chiromante è un perfetto ritratto di numerosi sedicenti imprenditori che come visione strategica non vanno oltre l'oroscopo e Il Sole 24 Ore, il quale non perde mai l'occasione per chiamare Bezos e soci "Paperoni"). Devo menzionare il fatto che la Olivetti mise un bundle di software coi suoi PC che ci avrebbe informatizzato in un'ottica più internazionale? Beh, quello menzioniamolo pure, perché quello era il software ricevuto assieme al mio PCS 86, quello che conteneva tra gli altri Ports of Call, Microsoft Works, un dizionario d'inglese e l'introvabile EuroTAP, il typing tutor con cui ho imparato a digitare senza guardare la tastiera. Ma sto divagando.

Reitero la mia richiesta che se trovate quel bundle e lo mettete su archive.org io vi ringrazio.

Per ricapitolare: qualsiasi siano le vostre opinioni in merito (di cui onestamente me ne sciacquo le palle) è evidente che proprio come nella moda, siamo passati a livello di immaginario collettivo rigorosamente pilotato dai media, attraverso tutto lo spettro delle posizioni possibili. Il fatto è che gira e rigira ci ha sempre ragione Andreotti quando dice che "In Italia vi è un'onda di corsi e ricorsi che fa passare l'opinione pubblica media, e talvolta anche quella di cospicue personalità politiche, da una autarchia avvilente e incostruttiva a una vera e propria soggiacenza alle altrui esperienze e fenomenologie". Dunque, dobbiamo aspettarci un ritorno del pendolo alla posizione precedente e vedere il popolo italiano trasformato in una massa di ватник europei? Dubito e spero di no, quello che mi piacerebbe è che il mondo intero si prendesse per mano e intonasse all'unisono una frase di amicizia e fratellanza: "La situazione è molto più complessa."

"Potente la DC nelle tue vene scorre, ex videgiocatore"

Insomma, pure la fecale stampa di settore si adeguò al clima, e i ragazzi Xenia addetti alla compilazione del dischetto in allegato a PC Action andarono a ravanare nelle BBS cercando "EUROPE.ZIP" o simili, e voilà! Presto detto, presto fatto! Smarcata anche questa amici, torniamo a farci le seghe a sedici mani incensando Ron Gilbert che si è messo a fare giochi per bimbi dell'asilo, facendo finta che siano i successori spirituali di Monkey Island!


Ora, eravamo nel periodo in cui sulla fecale PC Action avevano smesso coi demo giocabili e zoppi dei videogiochi commerciali, e ci elargivano shareware ludico e non. C'era "What's in that box?", che ci imparava come era fatto il computer, c'erano dei benchmark, antivirus (ma solo per pararsi il culo), programmi per riprodurre musica digitale tramite il PC Speaker, versioni più fiche di TREE.COM ed altre amenità. E c'era questo gioco a quiz sugli stati europei ad uso e consumo di quegli americani che ragionano per pinzimonj d'immagini, con una Torre Eiffel Pendente di fianco una ruota del Prater a forma di atomi di ferro. Ai piedi di questi due monumenti, Legoland.


Ah, vedete? Questa è l'Europa post 1991, con la Cecoslovacchia spezzata in due, Estonia Lettonia e Lituania e soprattutto l'ex Jugoslavia spezzettata (balcanizzata) in tutti quei cacchio di staterelli che non essendo sul tabellone del Sapientino non avevo idea di che cosa fossero. La versione che ho trovato di questo gioco, la 2.2, è del 1995: probabilmente la versione che avevo era del 92 o del 93 al massimo, perché nel 95 non solo avevo smesso con PC Action, ma penso che avesse già cominciato a distribuire il CD al posto del dischetto.


Vabbè. Insomma, questo è un gioco a quiz sulla geografia europea moderna (in effetti i confini sono gli stessi di oggi) e diverse domande: nomi degli stati, capitali, economia e geografia fisica.


Via! Siccome sono bravo in geografia, i nomi degli stati li becco tutti. POOOO PO PO PO PO PO POOOOO POOOO.


Siccome in questa VGA a 16 colori in alta risoluzione 640x480, il mouse non va benissimo, rischio di farmi scivolare il dito un paio di volte, ma fortunatamente anche qui punteggio pieno. Ora che ci penso in questo gioco non hanno messo l'exclave di Kaliningrad, inglobandolo nella Lituania! Dopo questa mia scoperta, un'orda di ватник manderà e-mail piagnucolanti e vittimiste alla Torpedo Software, non riendendosi conto che la Torpedo Software non esiste più. Spiace.


Prodotti esportati! Mannaggia, mancano le barbabietole da zucchero quindi devo tirare a caso, per il semplice fatto che 'sta parte mica c'era nel tabellone dietro il sapientino! Ogni stato ha riportate 3 principali esportazioni, e basta beccarne una per fare punto. C'è anche l'opzione più comica, cioè "none", il che suppongo che funzioni nella versione registrata di questo gioco che ha tutti i continenti (più i pianeti del sistema solare) e immagino che per altri corpi celesti che ruotano attorno al Sole abbia senso. Anche per la Corea del Nord, suppongo.


Geografia fisica! Qui mi frega il Reno che lo metto al posto dell'Oder, un po' perché ho sempre quel problema che il Reno è il fiume che passa e dà parte del nome al posto in cui ho fatto il liceo, e insomma niente en plein ma un misero 93/99. Niente, scusate, la chiudo qui. Sono pessimo.



Ma non prima di aver visto la versione completa del gioco, che si chiama "Around the World". Around the World?

Sì, prevedibile

Ma voi lo sapevate che quel video lo ha girato Gondry? Finalmente spiegato come mai 'sta canzone la detesto, e sì che trovo i Daft Punk molto gradevoli. Tutto si spiega, ecco. Anche oggi ho scoperto qualcosa di nuovo e quindi posso chiuderla qui, senza la sensazione che il Signore mi abbia fregato. Bene così!

E quindi? E quindi che?
Ti è servito a qualcosa? In effetti, no: quello che sapevo veniva già dal tabellone del Sapientino,i dati di PC Globe erano già obsoleti quando lo avevo ricevuto, WORLD al di là della bella sensazione legata alla scoperta che la gente là fuori poteva non essere del tutto ostile, mi ha dato ben poco: sia a scuola che sul lavoro, dunque, no. Diciamo che l'unico grande vero risultato di questo atelier culturale è che l'edutainment come è sempre stato fatto non funziona, specie se viene sviluppato in maniera del tutto sghemba ai programmi didattici (ministeriali o autonomi delle scuole poco importa), e si cerchi di forzarli in una primorepubblicanissima "convergenza parallela" che non ci sta a dire una fava di niente. 

5 commenti:

  1. PlaniSFERO ?? pc GLOBE ??
    scherzi a parte noi che usavamo i primi computer un minimo di geografia la conoscevamo
    oggi ad alcuni la geografia basica è costretto a spiegarla anche quello col binocolo

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  2. Articolo gradevolissimo, come sempre. Interessante notare che anch'io da piccolo conoscevo le capitali di tutto il mondo (obsolete, naturalmente: Cecoslovacchia, Jugoslavia, Unione Sovietica...), ma non grazie ad alcuno dei software che hai recensito qui, e nemmeno grazie a Carmen Sandiego. Devo la mia conoscenza geografica ad un gioco bellissimo, il cui lunghissimo nome era "BushBuck Charms, Viking Ships & Dodo Eggs", tipicamente abbreviato in "Bushbuck": questo gioco era essenzialmente una caccia al tesoro con oggetti strani e misteriosi sparsi per tutto il mondo, un numero limitato di biglietti aerei per spostarsi e, possibilmente, un avversario computerizzato, a seconda della difficoltà macchietta yankee, sovietica o teutonica. Gran bel gioco, quello lì.
    Due considerazioni sull'articolo. Conoscendomi, su PCGlobe ci avrei perso ore intere, leggendo, memorizzando, studiando quanto più possibile, paragonando Italia a tutto il resto del mondo per praticamente qualsiasi campo. Probabilmente me ne sarebbe fregato poco e niente del numero di ospedali e simili, ma i grafici mi avrebbero fatto impazzire.
    La seconda osservazione è sul figlio del fornaio. Mi è quasi scesa la lacrimuccia nel leggere le tue considerazioni su 'sto ragazzo, al quale immagino tu sia legato in quanto tuo primo effettivo sensei nel mondo dei computer. È bello che ci fosse questa presenza tutto sommato competente. Ho ripensato a quando ero piccolo anch'io, e tutta l'Informatica sembrava misteriosa e piena di possibilità, tutto appariva nuovo e l'apprendimento, la ricerca di soluzioni, tutto contribuiva a farmi sentire importante, a farmi "saper usare il computer". Probabilmente se cronotrasportassi il mio "io" attuale negli anni '90 impazzirei, privo degli attuali strumenti di apprendimento e ricerca di informazione, senza Wikipedia, stackoverflow, fianche l'odiatissimo Gooooogle. Ecco perchè mi piace molto questa figura del figlio del fornaio: qualcuno che, in un'epoca di oscurità e pionierismo, si prendeva il tempo di prendere per mano ed insegnare, senza nulla chiedere, per il semplice gusto di condividere la conoscenza di qualcosa di bello con qualcun altro.

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    1. Bushbuck l'ho scoperto solo di recente, e mi rendo conto del fatto che come te con PC Globe, il me stesso da piccolo ci si sarebbe rincoglionito molto a lungo. Con il figlio del fornaio dopo qualche tempo ci perdemmo di vista, perché si era sposato e si era trasferito. Come "sensei" informatico ebbi quindi il gestore della palestra in cui facevo judo, ma si sa che il primo "amore" non si scorda mai.

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  3. ...Un'altra vittima de "Il nostro mondo", non posso crederci. Pensavo d'esser l'unico ad aver preso un po' troppo sul serio quel gioco da tavolo. In verità, ammetto che nel mio caso è intervenuta una (non proprio) sottile forma di condizionamento familiare, presumo per il fascino dello status di enfant prodige che menzionavi anche tu - poi la cosa è chiaramente sfuggita di mano. Vabè... Eppure, a distanza di anni, se in un quiz televisivo arriva l'inevitabile domanda sulle capitali, non posso proprio fare a meno ridacchiare sotto i baffi.
    Menzione speciale anche per Fifa '94, con la schermata di selezione delle squadre giocanti - perché oltre alle capitali e alle valute, da memorizzare, c'erano soprattutto le BANDIERE ed ogni occasione era buona per "ripassare", nemmeno si fosse trattato di un esame, ohibò.
    Complimenti per il tuo blog - non è il me nostalgico a dirtelo, davvero. Forse è insolito scrivere di queste cose, oramai si tende a trattare di videogiochi per lo più mediante video reviews, longplay et similia; ciò nonostante, lo stile che adotti è dinamico e la lettura risulta certamente più immersiva. Ti seguirò con piacere, buona giornata. :)

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    1. Grazie mille! Scusa il ritardo nella risposta. Per quanto riguarda il prendere sul serio i giochi da enfant prodige, questo è anche un luogo di disintossicazione, quindi sentiti pure libero di spernacchiare tutte queste cose.

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