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giovedì 26 novembre 2020

Prospettive artistiche nella rappresentazione della tassonomia di un filesystem - TREE.COM

Ho parlato più volte in questa sede della cosiddetta fallacia dei costi sommersi. Che è, come ben sapete, quel bias cognitivo per cui se spendete tanti soldi per qualcosa, ne vedete di meno i difetti. Oppure (sto molto semplificando, abbiate pazienza) se compro un videogioco, e questo videogioco a dispetto delle lodi tessute dalla stampa di settore si rivela essere merda, magari al giorno d'oggi questa cosa si sente di meno perché ai videogiochi di li ottiene online, tra Steam e simili...

divertente come il patron di una piattaforma che si chiama "vapore" abbia l'aspetto stiracchiato di una mongolfiera piena d'aria calda (e lo so che Newell ora è dimagrito e ha la barba, grazie)

...ma una volta, quando avevi un oggetto fisico che era proprio "tuo", potevi toccarlo, gli avevi dato soldi (o avevi implorato qualcun altro affinché tirasse fuori i suoi soldi). Insomma, con la presenza fisica del pacchettone tra le tue mani, scattava in testa 'sta fregatura per cui tu dicevi nel tuo cranio: "sì, magari è merda. Ma questa è la mia merda, quindi me lo faccio piacere."

Insomma, la storia dei costi sommersi non vale solo per i videogiochi, vale anche un sacco di cose, compresi i computer su cui suddetti videogiochi giravano, e forse è da lì che è nato il suprematismo da parte dei possessori di PC nei confronti delle altre piattaforme di gioco. Forse è nato proprio in quegli anni, quando il PC aveva come unica scheda grafica la CGA a 4 colori e nel frattempo l'Amiga si autofellatiava con i suoi ben 32 colori più tutti gli effetti del Copper. 

*SLURP* non fate caso al fatto che è ingiocabile *GLOM*

Come forma di sovracompensazione, tanto i miei compari PCisti se la sono cantata da soli e alla fine ora ci troviamo nell'anno 2020 con gente da ha dei gaming laptop da 3000 euro e sta tutto il giorno su Reddit a spiegare come mai il loro mostro sia superiore a una console di gioco che di euro ne costa 300. Beh, grazie al cazzo! 

Ecco, l'Amiga, l'Atari ST, i vari Apple, quando li accendevi avevano delle interfacce utente molto grafiche, molto amichevoli, molto piene di scheumorfismo, con i loro cassettini, le loro cartelline, i loro archivietti e tutti questi fronzoli che ho sentito più di una persona definire con il termine molto maleducato di "frociate". Che un sacco di falliti si frignano addosso che per via dello spauracchio che del "politically correct" che vive principalmente nella loro testa certe cose non si possono più dire. Beh, io so che se avessi detto una cosa del genere nei politicamente scorrettissimi ANNIOTTANTAH, la reazione sarebbe stata abbastanza piccata (magari non per le giuste ragioni, ma sarebbe stato giusto). Quindi non pigliamoci per il culo, su.

però, l'apina dell'ATARI ST, insomma, ecco...sì

Mentre invece, sul PC IBM Compatibile, una volta passato il BIOS e il test della memoria, arrivati al prompt del DOS eri soltanto tu e la schermata nera con una scritta grigetta. Il cursore che ci lampeggiava di fronte, attendendo i nostri comandi, avrebbe messo a disagio chiunque, figuriamoci un bambino di 8 anni. Tipo me, ad esempio.

Casino con il mio primissimo computer a otto bit, l'Olivetti PC 128 S (clone dell'Acorn BBC Master Compact), il problema non si poneva: a parte che la schermata grigia non c'era perché il monitor era a fosfori verdi, ma ok. Una volta di fronte al prompt minaccioso, premevi la combinazione di tasti SHIFT-BREAK, e quello che doveva partire partiva, e ci si godeva il programma senza starci troppo a pensare. Persino il Commodore 64 aveva il suo rituale ben più codificato (su un più rassicurante sfondo azzurrino) : LOAD "*",8,1 ... RUN e via ad aspettare che la cassettina leggesse il tutto mentre partivano barre colorate che ti facevano morire di epilessia.

voi stronzi che state pensando "BRUSCHETTE NEGLI OCCHI" vi meritate 20 minuti di 'sta roba qui ogni volta che volete aprire una app sul cellulare

È anche vero che nei vecchi otto bit al meno minaccioso prompt ci potevi pure scrivere dei programmi in BASIC fatti e finiti quindi era un computer veramente utilizzabile sin dall'inizio. Gli IBM Compatibili invece no, niente da fare, se non avevi il software giusto, ciccia! Vero, ok, c'era un interprete di GW Basic incluso con ogni computer più antico. Con i DOS successivi sarebbe stato integrato nel sistema operativo sotto forma di QBASIC, che veniva principalmente usato per lanciare GORILLA.BAS. Ma entrambi gli interpreti difettavano di un compilatore e di un linker, quindi non si poteva realizzare quello che era il mio grande sogno, e cioè creare dei file EXE! 

hello world / this is me / life should be / fun for everyone

(Tecnicamente, si poteva crearli scrivendoli direttamente in esadecimale mediante DEBUG.COM ma non ero a questi livelli). 

Insomma, salvo queste buone grazie da parte di mamma Microsoft, eri lasciato lì, abbandonato a te stesso. Per fortuna la Olivetti era stata sufficientemente decente (erano gli ultimi rantoli di un'Olivetti rispettabile, prima che venisse distrutta da De Benedetti) da dare in bundle col computer un set di programmi, tra cui Ports of Call, Works, il bellissimo EUROTAP (tutorial per imparare a digitare, purtroppo perduto), un tutorial del computer molto grafico (ci tornerò) e un tutorial di DOS che risedeva in memoria sotto forma di TSR, con delle finestre esplicative che comparivano in sovraimpressione sulla schermata di MS-DOS dandomi così l'impressione di multitasking. Era il futuro, questo. Purtroppo, anche questo programma è andato perduto, come lacrime nella pioggia. Perché i fondamentalisti del guaglionismo italiano erano troppo intenti a concentrarsi esclusivamente sulle cassette del Commodore 64 da edicola per archiviare software di qualità ben superiore dato in bundle con un computer. Vaffanculo.

"ne ho viste di cose, che voi pc ibmcompatibilisti ci rosicate sopra dal 1987"

Comunque anche esaurita la novità del software dato in bundle con il computer PC-IBM compatibile, non è che ci fosse tanto altro da fare. Si, va bene, c'è un'edicola, e per PC già il mercato era molto più regolamentato: di certo non trovavi i dischetti con i bootleg, a meno che il tuo edicolante non fosse un "hobbyista" che ti copiava direttamente i giochi da negozio. Non era il mio caso, ovviamente, il Biondo era troppo avanti con gli anni, tant'è che da quando ho memoria, il Biondo aveva i capelli grigi. Poi chiaro, quando la simulmondo inizio a deliziare noi poveri pezzenti con i suoi giochi fumettistici, pure quel dinosauro del Biondo dovette adattarsi a intendersi un po' di videogiochi (e qui intuiamo il genio di Francesco Carlà che, accaparrandosi i diritti su Diabolik e i Bonelli, trovava un punto di contatto con gli edicolanti rimasti agli anni 50, tecnologicamente parlando. Un grandissimo incompreso).

Che altre alternative c'erano? Le BBS? Buona questa! Suppongo di sì, fino al 1994 magari sì, ma immaginate lasciare un bimbo di 10 anni fare lunghe telefonate spesso internazionali per scaricare software con i virus e magari pure dei file PCX con le donne nude? 

anche in ASCII vanno bene

Anche qui, fortunatamente, c'era l'edicola a fare da intermediaria (a volte): gli shareware rifilatimi via PC Action (che erano comunque molto meglio dei demo giocabili) o anche i programmi educativi rifilatimi dall'enciclopedia Peruzzo-Larousse, venivano tutti da lì (ne ho parlato negli articoli "atelier culturale").

Inutile dire che alla fine, anni dopo, quando mi feci l'abbonamento a internet, fu esattamente quello che cercai. Software piratato (principalmente roba leggera o abandonware, che scaricare ISO con un 56k non era bello) e donne nude. In realtà il primo sito che visitai in assoluto fu quello del Bologna, in cui si annunciava l'acquisto di Giampiero Maini. Però a parte quello, siti abandonware, crack, e tette.

tette

Ma quello sarebbe arrivato più avanti. A 8-10 anni l'opportunità per scappare dalla tristezza della schermata nera con su la scritta grigia veniva dalle cose più improbabili. Avevo ricevuto un manuale di IBM DOS versione 4.0 (non quello multitasking e multiutente mai uscito, ma quello della IBM bacatissimo). Me l'aveva passato il figlio del fornaio di fronte a casa dei miei al Vecchio Paese. Era stato preso a misericordia nei miei confronti e mi aveva passato dei libroni di cui non se ne faceva più niente, ma che magari potevano essere buoni spunti di apprendimento. Allora mi ricordo che come prima cosa andai a cercare tutte tutti i comandi che in qualche modo mi ispiravano. Come per esempio GRAPHICS.COM, che uno dice "Oh, bellissimo. Servirà a disegnare grafica a caso come nei demo del disco Welcome dell' olivetti PC128S!". 

trippy

No: semplicemente serviva per stampare schermate DOS in modalità "grafica" delle vecchie stampati ad aghi (che non avevo).

Ecco, c'era anche Fdisk, che è un'utility con un menù quasi grafico, ovvero una schermata interattiva con cui partizionare i dischi riusciva a lanciarlo, ma poi non andavo mai oltre la schermata iniziale perché avevo paura di fare danni (e se ne facevano di danni, oh se se ne facevano). E quindi dall'elenco dei comandi che avevano un aspetto interessante c'era rimasto TREE.COM. Un albero? Sì, magari un programma che disegna un albero a schermo? Quasi! Disegna una struttura ad albero delle directory su un disco. Comando DOS a partire dalla versione 2.0, fu per un po' la valvola di sfogo della mia creatività legata dalla totale assenza di software al di là della roba di default. Io però avevo imparato a creare directory, usando il comando MKDIR, o MD. Con mossa ancora più h4x0r, sapevo pure creare file usando il comando "COPY CON: nomefile" e poter plasmare il contenuto del mio computer mi faceva sentire potente. 

Ecco non so come dirlo perché è una cosa un po' imbarazzante dal punto di vista della sfiga. Ma passai qualche pomeriggio (beh, ben più di qualche pomeriggio) a disegnare composizioni artistiche con la struttura delle Directory che poi avrei visualizzato con i caratteri speciali di TREE.COM. Esempio?


Ecco qui, un bell'organigramma delle varie correnti della DC. Non è che ci sia molto da dire, no? Ecco, ho di recente acquistato un nuovo PC (il mio vecchio Toshiba Satellite, già mid-to-low-level nel 2013, si stava crepando sullo chassis) e trovandomi di fronte al disco fisso vuoto, e collegandomi rapidamente per scaricare tutta la roba che mi serviva, mi sono trovato a pensare alla sindrome da foglio bianco applicata all'informatica (sindrome da schermo nero? No, ricorda di più lo shock di quando un videogioco non partiva). Certo, se n'è fatta di strada per arrivare a Cortana che fa la gatta morta (e che ho subito disattivato). Ripenso alle partite a 3D Pinball Space Cadet per riempire il vuoto dentro di me (ma soprattutto dentro il disco fisso del PC)...

sempre meglio di solitario, ma non così tanto

...e forse, non so, mi chiedo fino a che punto il disprezzo per le comodità di oggi sia un sincero luddismo e fino a che punto sia un "ho sofferto io, mò soffrite pure voi, merde". E non lo so: di fronte alla prospettiva di essere così un vecchio di merda, Cortana che fa la gatta morta inizia a diventarmi più simpatica.

Tutto qui, dunque? Beh, sì. Alla fine questo post era molto più introspettivo di quando pensassi. 

9 commenti:

  1. Finalmente ci delizi con uno screenshot del tanto citato tree.com! Mi soprende che hai aspettato cosi' a lungo.

    Io ai tempi avevo Norton Commander che aveva anche lui un modo per visualizzare la struttura ad albero delle directory ma lo utilizzavo come un modo per rendere piu' amichevole la schermata del DOS. E' un po' freddina ma ti confesso che non me ne sono mai riuscito a separare completamente, avevo sempre il bisogno di un prompt dei comandi, e ricordo di aver bollato come pessima idea l'eliminazione della modalita' DOS puro dei Merdows piu' (relativamente) recenti (ovviamente non sapevo bene i tecnicismi che ci stavano dietro). Sara' per questo che mi trovo piu' a mio agio su Lainux che su Merdows.

    Quanto alla creativita', io ero fotunato ad avere paint su windows 3.1, tu non avevi nulla di simile?

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    1. Tieni conto che appena preso il PC IBM Compatibile non avevo nemmanco il mouse. Quello arrivò, più tardi, con in allegato un programma di paint alternativo al classico ZSOFT/Microsoft Paintbrush. Probabilmente perso come lacrime nella pioggia pure lui. Grazie comunque che mi hai stimolato la memoria, ora vedo se lo trovo.

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  2. bè certo il pc doveva essere proprio una merda
    senza offesa ma io con il workbench dell'amiga mi rompevo le palle mettendo in ordine le icone o utilizzando il sintetizzatore vocale e regolando le preferenze, aprendo le finestre ecc. ecc. ecc.

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    1. Oh, e dici poco! Il massimo della goduria da noi era scrivere PROMPT EX VIDEOGIOCATORE, SONO AI TUOI ORDINI:

      Quindi pensa te l'abisso della sfiga in cui annegavo

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  3. Ciao, se non ti spiace ti ho linkato nel mio blog http://ilragazzodelcomputer.altervista.org

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    1. Questo tuo commento è il numero 1337, dunque per via del leetspeak ti perdono il fatto che mi definisci "nostalgico" sul tuo blog. Grazie del link!

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  4. W il politicamente scorretto tipo anni '80, abbasso omofobia e razzismo. No a Daspo motivati da scheumorfismo, sì a curare personalmente i file dentro i folder (o meglio "directory", che è termine ANNIOTTANTAH). Shadow of the Beast non era ingiocabile, era giocabilissimo, solo che era estremamente noioso e dunque faceva schifo. PC macchine da lavoro con ottimi simulatori di volo e avventure grafiche, Amiga macchina con cui fare qualsiasi tipo di gioco tranne i simulatori di volo, ma meglio del PC che è solo scatt-scatt. L'Amiga ha un anima e il PC invece no perché Bill Gates é malvagio essendo ricco. Però se prendi il PC poi impari l'atelier culturale e vai a lavorare alla Nasa.

    Il solito anonimo.

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    1. Che io ricordi, per completare questa lista di topoi archeoinformatici, non è mai stato sufficientemente preso per il culo il fatto che gli amighisti dovessero fare i disc jockey tutto il tempo quando giocavano agli adventure. Mi chiedo se non fosse per il fatto che 'sta disgrazia sarebbe capitata pure a noi.

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    2. Vero, quello è un aspetto che è stato sottosfottuto. Comunque, per quanto rompesse le palle swappare i floppy nelle avventure, non era il peggio, dato che un'avventura la salvavi al punto in cui eri arrivato e dopo l'ultimo swap dei dischetti potevi anche restare bloccato per un po' e dunque senza dover riswappare. C'erano invece dei giochi d'azione dove dovevi swappare il dischetto AD OGNI NUOVA PARTITA. Questo era molto peggio.

      Solito anonimo.

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