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lunedì 23 novembre 2020

Aces of the Pacific

Evviva amici! È di nuovo tempo di simulatori di volo! Lo sapete, no? Per un certo periodo i simulatori di volo sono stati il mio genere di giochi preferito; simulatori di volo della seconda guerra mondiale in particolare. Nella mia costante ricerca di approvazione, avevo questa convinzione che finalmente avrei avuto un ascolto più attivo del semplice "eeeeeeh mo st'i brèèv" (eh, ma quanto sei bravo!) da parte dei VdM che mi circondavano, vivendo anche solo virtualmente quella guerra che ha dato un senso alla loro infanzia, che ah! Voi giovani trovate trutto pronto, e quanto si stava bene quando c'era la miseria, e quella bella sensazione di adrenalina dell'andare a dormire senza sapere se domani saremo ancora qui! E sarà una rappresaglia, un bombardamento o la fame?

E allora, vivendo pure io la mia guerra simulata, magari raggiungerò la felicità che i VdM avevano nel 1945, senza però rendermi conto che nonostante tutto già nel 1992 il livello di umore era profondamente sotto le scarpe: un'eterna lamentela. Come si faceva a riconciliare il concetto che con la miseria si stesse tutti meglio con tutti gli auguri di disgrazie varie inviati a Giuliano Amato per il 6 permille prelevato dai conti in banca? 

Specchio riflesso, asino fesso
Boh! Archiviamo tutto sotto dissonanza cognitiva. E si sa, Festinger ci ricorda sempre che la dissonanza cognitiva è un'arma estremamente forte.

Un'arma che fa sì che il nostro cervello dia per buone le cose più irrazionali, ed è anche per questo che non vincerete mai un dibattito su internet indicando le incoerenze nel discorso del vostro avversario: al contrario, così facendo, rinforzerete le sue combinazioni. Ma sto divagando. Simulatori di volo. Seconda guerra mondiale.

Il teatro di guerra del Pacifico che è uno di quelli che mi interessava di meno. Io ero più interessato alle azioni di guerra che andavano dal canale della Manica fino più o meno al Vecchio Paese, perché erano quelli di cui avevo un racconto dettagliato da parte di chi li aveva vissuti in prima persona (guardando da terra, s'intende).

Poi i ricordi, si sa, possono ingannare: avevo mostrato a mia nonna il modellino della Matchbox raffigurante un Piper PA-28 e la risposta era stata "Ecco Pippo!"

E nella banda di Pippo / c’è sempre un nuovo amico / Pippo, e resterai supito,
l’avventura non manca mai / seguici e vedrai

Ma non posso aspettarmi che una persona che è sempre stata al Vecchio Paese, avendo come unico interesse quello di spiare i passanti da dietro le tende, potesse distinguere un Cessna da un F4U Corsair da un DeHavilland Mosquito, no? A volte mi aspetto troppo dalle persone, me stesso incluso, eh.

Se ti fatto che questo gioco me lo feci passare. Faceva parte del pacchettone di dischetti (al giorno d'oggi i giovani dicono Bundle) che mi feci passare da quel mio amico del mare che peraltro condivide il vero nome con mio figlio Sinjin. Lui era in un "Club di informatica" che aveva sede a San Marino, e va da sé che persino il me stesso di 10 anni aveva capito che cosa si faceva, e fu un attimo implorarlo ripetutamente di passarmi un po' del suo tesoretro di software. Ma tuto questo ve l'ho già detto a proposito di Stunt Island, del bootleg coreano di Street Fighter 2, tutta roba presente in quel bundle, e credo ci fosse anche il primo Dune dei Cryo, ma potrei dire una vaccata. Di certo c'era il gioco di oggi, perché la maggio rparte dei giochi là presenti erano simulatori di volo, perché mi piacevano e perché erano i videogiochi più "alti" di livello e dovevo fare la captatio benevolentiae con il minculpop di casa ex videogiocatore dicendo che "sì, ho preso dei videogiochi, ma almeno erano videogiochi che mi facevano rivivere la guerra". E visto che al tempo di videogiochi del genere ce n'erano caterve, avevo scelto in base al mio faro: i voti delle fecali riviste di settore. Il "GIOCO PARAMETRO" che non smetterò mai di sottolineare che come concetto è una stronzata immane, era Falcon 3.0, che ovviamente mi feci passare (e non funzionava). Dalla fecalissima classifica pubblicata sul numero 50, dopo Falcon 3.0 e l'inspiegabile ATP - Airline Transport Pilot (di cui c'era la pubblicità fissa sulle pagine della stessa K, ma non facciamo dietrologie) c'era appunto il gioco di oggi. E dunque, mi pare giusto che, come piano B nel caso in cui il simulatore totale della Spectrum Holobyte non avesse funzionato, pigliamoci quello che viene subito dopo, no? Sigla!


Dynamix! Quelli di The Incredible Machine (fighissimo) e Ghostbusters 2 (stramerda) nonché Betrayal at Krondor (opinabile) e soprattutto il fastidiosissimo "Dinamicamente Dynamix" che come titolo fa meno cagare soltanto del gioco di parole "E...state con noi" che negli anni 90 trovavate nei volantini di qualsiasi campo estivo in qualsiasi parrocchia d'Italia.


Citazionismo, amici! Si parte con un aforisma del signor "A Japanese Pilot", che è un nome piuttosto bizzarro ma ehi, al Vecchio Paese c'erano bimbi che si chiamavano Suellen e Geiar, quindi chi siamo noi per giudicare? Vabbé.

La frase in questione è un'esaltazione del Mitsubishi Zero: il famigerato caccia giapponese che tante vittime aveva fatto tra gli Alleati. Prima, per via della superiorità tecnica che lo contraddistingueva. E poi, una volta che con l'avanzare della guerra la tecnologia giapponese era stata superata, perché veniva usato come bomba con le ali usa e getta.

Ora, era davvero così forte lo Zero ? Sì, può darsi. Ma si sa, nella Seconda Guerra Mondiale viene dimostrata a ogni pié sospinto la non-validità di quell'inutile proverbio che dice "chi ben comincia è già a metà dell'opera". È tutta una grande storia di ribaltamento di fronti, in cui chi segna il gol del vantaggio nel primo quarto d'ora, poi si trova a perdere 2 a 1 con un rigore assegnato in maniera piuttosto dubbia al novantaquattresimo.
 
In questa introduzione, siamo in un periodo della guerra non ben specificato,ma molto bene renderizzato. Un Corsair sta fuggendo via dal sovrmenzionato Zero. Se la caverà? Boh!


Intanto noi non mandiamo i titoli di testa. Ma che bello! Molto bene stilizzato in realtà. Diciamo pure che con la teatralità la Dynamix ci sapeva veramente fare. Non dimentichiamo che sono anche gli autori di roba tipo Betrayal at Krondor, di varie avventure grafiche molto cinematografiche nello stile, nonché dello stesso videogioco del Barone Rosso, a cui ho sì giocato ma di cui sinceramente non ricordo veramente nulla. Quindi mica cazzi.



E mentre scorrono i crediti, il nostro dog-fight sta continuando. Conosco qualcuno di questi autori? No. Importa? Nemmeno.  



Insomma, prosegue l'inseguimento tra lo Zero e il Corsair, e manco un colpo che venga sparato.  Economia di mitragliatrice o semplice scarsa qualità del rendering dei proiettili con i mezzi del 1992? Questa è un'ottima domanda, grazie per averla posta.


Ecco: se c'è una cosa che ricordo di questo gioco era stata la difficoltà nel farlo partire. I dischetti erano quello che erano, già Stunt Island era stato un fallimento, altri giochi ci riuscii a fatica, uno era un bootleg che non capivo se funzionase o no, insomma un'odissea.
L'altra cosa che ricordo era che mi aveva colpito come qui si arrivasse subito al dunque. Niente foto digitalizzate d'epoca, niente audio realsound come in Reach for the Skies, niente: l'intro, i crediti, blam, menu principale. Niente scheumorfismo come in un gioco della Origin, niente trama con personaggi disegnati su scontatissimi stereotipi nazionali. Niente dialoghi, niente di niente. Si vola e basta, ok? Non soltanto, ma ma quello che possiamo fare anche, come documento storico già visto a casa di Chuck Yeager, era dare un'occhiata a tutti i mezzi coinvolti nel teatro di guerra.


E via, guardiamo di aerei, che ne so, del corpo dei Marines, perché nella seconda guerra mondiale non c'era la Air Force come la conosciamo oggi, ma c'era la USAAF, con due A, che era la forza aerea equivalente all'attuale USAF, ma faceva capo all'esercito. Poi c'era la forza aerea della Marina e quella di supporto all'USMC, che ci sono pure quelle ancora adesso, ma mi pare di capire che sono più specializzate. Rimane pure la divisione aeronautica dell'esercito, che ha principalmente a che fare con gli elicotteri (vedasi il Vietnam). Insomma, onestamente, ci capisco poco come stanno le cose ora, e detto tra noi, viste le porcate fatte a partire dal sovramenzionato Vietnam da parte delle forze armate statunitensi, il fascino che era stato accumulato nella Seconda guerra mondiale è andato un po' a quel paese.

Di certo, il Wildcat F4F-4 è molto meno carismatico del Corsair visto nell'intro, e ordini di grandezza inferiore rispetto alla "buccia" degli Spitfire e degli Hurricane. In compenso,per essere un gioco del 1992 i modelli degli aerei sono estremamente dettagliati, e soprattutto sono poligonali. Mica dei bitmap come il quelli di Wing Commander 1 e 2, o dei dei simulatori di volo in salsa Lucasarts antecedenti a X-Wing! Ora che li ho menzionati so che prima o poi dovrò rigiocarci, almeno a uno di questi.



Ma basta cincischiare e cominciamo con la nostra carriera di pilota. Da che parte stiamo, in una delle tre forze statunitensi o in una delle due forze aeree nipponiche? A prescindere dalla mia malsopportazione per la sudditanza culturale nei confronti degli usoniani, e ferma restando la politica dei due forni della mascotte di questo blog, almeno nel mondo virtuale si è sempre manifestato un certo atlantismo. (Lasciamo stare il fatto che il gioco sia ambientato nel Pacifico). Quindi? Quindi andiamo con gli americani, per la precisione andiamo con la forza aerea della Marina, che è quella che ha la presenza più consistente nel teatro del Pacifico. E poi perché nel 1992 sono passati soltanto 6 anni dall'uscita nei cinema di Top Gun: l'effetto subliminale di invogliare la gente a reclutarsi come aviatori di Marina è ancora presente.

Quindi, senza poi tempo in mezzo, avanti con l'iscrizione! Secondo voi con nome ci iscriveremo?

Pà pà l'amerigano

Uno dei principali eroi di guerra del Teatro del Pacifico è l'aviatore Greg Boyington detto "Pappy". La sua vita al fronte era stata immortalata in un telefilm degli anni 50, chiamato "La squadriglia delle Pecore Nere". Ora, in pochi sanno che esisteva anche la squadriglia delle Balene Bianche, che fu fondata nel 19 presso la base aerea di Jesus Square, in Virginia, con il nome iniziale di "The Party of the Popular Ones"
Così come gli afroamericani avevano avuto la loro squadra chiamata Tuskeegee (protagonista anche di un orrido film prodotto da George Lucas), anche gli italo-americani qui avevano voluto dare il loro contributo al conflitto. Il fondatore della squadriglia fu Donald "Don" Sturzo, e  qui ci troviamo interpretare un giovane guardia macchina di nome Andreotti.


Momento momento momento! Ho detto "Guardiamarina"? Il giovane Andreotti, che è nato nel 1919 come lo squadrone, si è arruolato nel 1945 e pur essendo appena sedicenne entra direttamente col grado di tenente. Perché? Semplice, alla scuola di volo, il sergente istruttore De Gasperi, vedendo le qualità del giovanotto, aveva detto: "Costui è talmente capace a tutto che diventerà capace di tutto" e sbam! Promozione sul campo.



Come ho detto, possiamo scegliere una campagna a cui unirci. L'ambientazione va dal '41 al 45. Andreotti aveva soltanto 12 anni al momento di Pearl Harbor, quindi era un po' presto per saltare in groppa a un caccia e sparare carciofi a destra e a manca. Nel 45, invece, Giulio si è appuntato le ali alla gobba e si accinge a scegliere lo squadrone a cui venire distaccato. Eh sì, perché per ragioni di censura storica la squadriglia delle Balene Bianche non è malauguratamente riportata in Aces of the Pacific. Le sue missioni erano troppo segrete per essere declassificate nel 1992, solo a 47 anni di distanza. Ora che sono passati 75 anni, forse potrò lentamente iniziare a parlare del fatto che la Squadriglia delle Balene Bianche, distaccata in vari corpi dell'Esercito, dei Marines e della Marina, era stata incaricata di organizzare una rete stay-behind in Giappone inmodo che...

"Eh... mi scusi, Ex Videogiocatore."
"Sì, Andreotti?"
"Sarebbe meglio evitare di menzionare che questa cosa che lei sta nominando sia mai in qualche modo esistita. In effetti non è mai esistita veramente."
"Ma..."




"Quello che successe nel 1945 è che fui reclutato dalla Gang dei Lupi, che guidavano un F4U-1 Corsair ed erano stazionati sulla portaerei Bunker Hill (CV-17)".
Oh ok, come dice lei Andreotti. È vero che non c'è una trama da film di guerra degli anni 50 come avreste potuto trovare nei giochi di Wing Commander e simili, però c'è una certa coerenza storica al di là di quello che abbiamo detto a proposito di squadriglie fantasma democristiane.

Peraltro, ero straconvinto che uno dei primissimi film che avevo visto in vita mia, un film "con gli aerei", fosse ambientato nella seconda guerra mondiale. Invece si trattava di "I ponti di Tokio-Ri" con Grace Kelly ed era ambientato nella guerra di Corea. Magari mi ero pure lamentato dell'incongruenza storica del fatto che ci fossero gli aerei a reazione e non ad elica, conoscendo quanto potevo essere saccente a 4 anni. Ma rimasi un po' sconcertato dal fatto che i tre aviatori protagonisti alla fine morivano. (Spoiler!) Ebbene, non è che ci può essere sempre il lieto fine, no?


Parlando di realismo storico e pure geografico, ecco che possiamo studiare il teatro di guerra di tutto il Pacifico. Siccome non era stato vissuto in prima persona dai VdM di mia conoscenza, questo scenario mi appariva un po' più distaccato e un pochino meno interessante della guerra "nostrana", ma de gustibus. La cosa interessante di Aces of the Pacific è che le nostre azioni hanno comunque una conseguenza sulla andare della guerra a lungo andare possiamo creare delle ucronie, mica come in Reach for the Skies che anche eiettandosi a tutte le missioni, alla fine Churchill fa il suo discorso vittorioso. Poco importa: per un gioco provato così poco, dubito che arriveremo a questo punto.


Via! Flight deck. Vè che bello, le foto digitalizzate! E pure molto, ma molto più pulite della stragrande maggioranza di foto passate su un rudimentale scanner manuale Logitech e convertite in PCX a 320x200x256 colori e infilate in tanti altri giochi del tempo.
A prescindere dalla qualità e dalla giocabilità del gioco in sé, la roba che faceva la Dynamix mi dava sempre quella sensazione che ci fosse dietro tanto lavoro, e che pur con uno stile "rustico" (ripenso a Betrayal at Krondor, che comunque usa lo stesso motore grafico di Aces of the Pacific) non facessero affatto le cose "tirate via". Quindi sì, nessuno scheumorfismo, nessun menu immersivo, soltanto una lista di opzioni testuali ma il tutto riesce molto ben pulito graficamente. Lei che ne pensa, Andreotti?

"Non si dimentichi, caro ex videogiocatore, che la rivista ufficiale della mia corrente per tanti anni si è chiamata Concretezza."

E quindi molto concretamente iniziamo la prossima missione. Il nostro comandante, un anonimo figuro in costume che sicuramente è uno spicciafaccende doroteo, ci introduce lo scopo: dobbiamo scortare dei bombardieri diretti a deporre asparagi d'acciaio imbottiti di tritolo sulle testoline unte dei post-samurai.




Il menu pre-volo fa sì che non solo possiamo vedere il piano di volo, che consiste nell'accompagnare i nostri bombardieri a depositare un pochino di fagioli su un aeroporto di quei pippaioli fissati coi tentacoli.
Possiamo anche decidere il tipo di formazione da assumere. Una cosa che ho sempre apprezzato è il fatto che potessimo declinare la mission, il che significa che a tutte le missioni che mi vengono proposte mosso dire "dire no, grazie, tavò" e il mondo and the comunque andrebbe comunque avanti.

Quanta differenza dal già menzionato x-wing in cui se non passi una missione sei costretto a provarla e riprovarla finché non riesci finalmente a passarla.


Ma non è questo il nostro caso, e almeno una volta per scrivere sto articolo decidiamo di partire dalla Bunker Hill, che è scabrosamente priva di texture. Ma poi mi ricordo che siamo nel 1992 e il Gouraud shading nonché i poligoni testurizzati sono roba da élite. Non quell'Elite, eh, che era fatto con dei poligonacci grezzissimi e inguardabili, con la cornice fatta a gradienti che mi faceva sanguinare gli occhi.


Insomma guardate che bello. l'abitacolo del Corsair! Molto ben digitalizzato, in puro stile Dynamix! Senza pixel superflui che vanno a sporcare la visuale E come se non bastasse, meraviglia delle meraviglie, quando tiriamo i flap, in una visuale laterale i Flap si spostano. Uno magari dice "Grazie al cazzo", ma ricordiamo sempre che questi zuccherini per la vista nel 1992 non è che fossero proprio scontati. Giulio, che ha imparato dall'amata madre Rosa Falasca che nessuno questo mondo è indispensabile, vede il superfluo come qualcosa che è sì carino avere, ma resta comunque non essenziale! Molto meglio un bel cerchietto giallo a fare il sole e un bel mare di un blu fisso senza gradienti, con qualche puntino a significare le onde.



Proceedings to the rendez-vous with TBF Avengers - dice la barra dei messaggi. E questo perché abbiamo attivato il pilota automatico, pilota automatico che funge anche da compressore del tempo e questa è una cosa che trovo estremamente rinfrescante. Che magari una volta come accadeva in Reach for the Skies, il pilota automatico non comprimeva il tempo. Potevo anche sopportare di stare lì seduto in mezzo al nulla, magari accelerando manualmente il tempo nella speranza che non mi comparisse la LuftWaffe mentre tenevo premuto Alt-T o qualcosa del genere. Adesso semplicemente voglio passare da un punto all'altro. Anche se mi perdo tantissimi bei panorami malamente renderizzati in pochi essenziali poligoni. 




Siamo arrivati al rendez-vous e - AAAAAH - aiuto! Per un pelo Giulio non andava con il muso nel sedere a un suo compagno di squadriglia, il guardiamarina Cirino Pomicino. "

"Andreotti - dice PCP via radio - lei avionicamente è un ingenuo. Intendiamoci, ingenuità e brillantezza tattica vanno di pari passo..."
"Mi stai forse dando dello stronzo, Paolo?" risponde Andreotti.

Dopodiché ne segue silenzio radio.



Eccoli lì, gli amici giapponesi. Prima del distaccamento della squadriglia delle Balene Bianche, il colonnello Oscar Luigi Scalfaro aveva procurato ai suoi aviatori un documento istruttivo sulle perversioni di quei senzadio dei nipponici.
"Ma quelli sono tentacoli - aveva detto Giulio vedendo un ukiyo-e chiamato "il sogno della moglie del pescatore", ed era rimasto particolarmente turbato viste le particolari associazioni che dalle malelingue venivano fatte tra Giulio e una particolare varietà di Piovra.



Con un brividino lungo la schiena, Giulio allontana questa immagine mentale e apre il fuoco. Ratatatatata! Scratch one japanese plane, ci comunicano da terra. Ebbene sì, Giulio è riuscito a far fuori in giovane una giovane promessa dell'aviazione Imperiale il tenente Shuji Yamagami, il quale precipitando commette seppuku prima di toccare terra, mentre pronuncia le sue ultime immortali parole: " . . . ".


Ora che ci siamo liberati dai nemici possiamo anche attivare il pilota automatico. I bombardieri sono stati scortati;  non abbiamo avuto il piacere di vedere i carciofi che cadevano, ma importa? No, non importa. Di nuovo pilota automatico e siamo a casa.



Un'altra cosa che apprezzo è il fatto che possiamo tentare di atterrare manualmente sulla nostra portaerei oppure, siccome Il Divo Giulio è un bravo dirigente che non accentra troppo il potere nelle sue mani, possiamo delegare al computer tutta la tediosa parte di gestione dell'atterraggio. Poniamo fine alla nostra missione e, a seconda di dove ci troviamo, il gioco decide come va a finire. Qui siamo in acque amiche, e dunque siamo atterrati senza problemi sulla portaerei. Missione compiuta!

non proprio

Il debriefing ci fa presente che la squadriglia ha fatto fuori quattro nemici, i bombardieri son tornati tutti d'un pezzo, e Giulio si è tolto persino sfizio di eliminare un nemico personalmente: 27 punti! Non male, non male.


Missione successiva: Scramble! È 17 febbraio del 1945, Giulio appena ricevuto una lettera dall'amata moglie Livia Danese, la quale risponde al messaggio di San Valentino in cui Giulio chiedeva di sposarla. Allegata alla lettera c'era la foto del cimitero del Verano.

La missione di oggi si chiama Scramble, dicevamo: il nostro comandante scontornato in maniera rustica ci comunica che è stanno arrivando alcuni giappi a farci un po' di male alla portaerei. Missioni del genere su Wing Commander capitavano quando si stava perdendo di brutto, ma questa non è il bovarismo pseudo-letterario di quello sfigato di Chris Roberts, questa è la Storia.



Decolliamo dunque! Effettivamente gli Zeri stanno danzando attorno alla nostra flottiglia come delle fastidiosissime mosche. Eccone uno! Gli sono dietro!



E MA CAZZO. Preso dalla foga mi dimentico di abbassare la manetta e dopo aver sforacchiato un po' il giapponese, Giulio inspiegabilmente lo supera. Andreotti giochicchia nervosamente con la fede al dito, anzi con l'anello della fratellanza universitaria Delta Kappa Iota al dito. Ricordiamo che in questa "timeline" Giulio non è ancora sposato. (Detto tra noi, quanto sono stronzi quelli che commentano i fatti correnti usando termini come "timeline" o parlando della cronaca come se vivessero in una serie televisiva?)

"Deve capire - Giulio dice rivolgendosi alla base via radio - che il tempo è gentiluomo e proprio in quel in quanto tale. si muove molto lentamente. Qui, ad esempio, ho peccato di poca galanteria."


Più tardi.



Eccone un altro! Epperbacco, già finito le pallottole. E pensare che sto gioco mi pareva pure facile!
A questo punto l'unica cosa che posso tentare è atterrare, per farmi ricaricare la mitragliatrice. Proviamo dunque a finire la missione? Proviamo, ma ahimé, ho "outsmarted" il gioco: non mi viene proposto il fermo per il rifornimento, ma proprio il termine della missione. Eh beh, proviamo dunque.


Il computer Calcola che essendoci tutti questi giapponesi tra i coglioni, la missione del Divo Giulio termina con il Corsair che si schianta in mare. Giulio sopravvive, ma è ricoverato.


Giulio approfitta dell'occasione per chiedere informazioni sul dottore che alla visita militare gli aveva solo dato pochi mesi di vita. Il dottore è morto. Tre mesi più tardi, Giulio viene riattivato, e nel frattempo si è appuntato al petto un "Purple Heart", il cuore viola: la medaglia che viene assegnata ai feriti di guerra e che in un sacco di giochi taggati come "simulatore di volo" il vostro ex videogiocatore ha collezionato. AoTP non fa eccezione.


Nuova squadriglia, la VT-9! Costituita da TBF Avenger, quelli che abbiamo ascoltato  precedentemente e che sono dei bombardieri siluranti stazionati sulla Yorktown. Finalmente possiamo dare un senso al soprannome "Bomber" che il wingman Franco Evangelisti aveva affibbiato a Giulio per via della sua sconfinata ammirazione .


La prima missione consiste nel radere al suolo una base aerea nel sud del Giappone. Altrimenti, il quartier generale della base o i silos di benza lì vicini. Pronti?


Via! Il lunotto anteriore è pieno di punti ciechi, non dissimile dalla Peugeot 206 su cui feci l'esame della patente. Giulio si ingobbisce in avanti per vedere attraverso le sbarre. Guardandoci dietro abbiamo... "Giù! Grande, Giù! Er mejo der bigoncio, Giù! Io non sono come certi pajacci amici miei che cambiano corente ogni giorno... Giù, pure se mi fai penà a esserte amico, io ti sò fedele, Giù!"

"Franco, per piacere. Ti stai rendendo ridicolo."

"In tutti questi anni, Giù, mai un momento di affetto! Nella vita avrò pure commesso cose incongrue, ma eccome qua, a coprirte quella parte bassa che viene subito dopo il coccige! Sempre! Sempre. Non te lo dimenticare, Giù."

Giulio sospira, e attiva il pilota automatico, sperando che filtri via il cianciare di Evangelisti.


Mi scappa il dito più volte sull'autopilota e niente, come niente fosse torniamo alla Yorktown, senza aver depositato nemmeno un carciofo. La missione è fallita, ma con zero punti entriamo comunque... in classifica dei miglior punteggi di missione registrati? Uh! Forse sono previsti gli score negativi, tipo per gli autogol.


Vabbè, proviamo a bombardare un altro obiettivo. Ora, se trovo il tasto per i siluri, posso bombardare in picchiata come se fossi uno Stuka, o più appropriatamente, un Douglas SBD Dauntless. Dov'è il tasto che sgancia le bombe? Eh? 'Ndo sta? Eh? Dov'è finit-CRASH. Beh, lo schianto è fatale. Giulio si presenta ai cancelli dell'Aldilà pronto a negare tutto l'elenco di malefatte che gli vengono attribuite, dalle Guerre Puniche a Pecorelli, ma il pulsante "Replay this mission" lo riporta immediatamente giù, tipo quel film con Warren Beatty.


E stavolta scazzugliamo con il pannello di realismo. Possiamo anche rendere Giulio invulnerabile ma tutto sommato ho paura che accadrebbe come in X-Wing, in cui passando una missione con l'invulnerabilità attivata, la missione successiva sia sempre la stessa. Dù palle, ragazzi. No.


Nel frattempo, ho imparatoil tasto per bombardare. Via! Fiiiiiiiiiiii. Cilecca! Porca puttana.


Giulio torna mesto alla base. Zero punti, ma con grande dignità, tant'è che il sottotenente Sbardella lo guarda molto ammirato.


Altra missione, stavolta con visuale quasi cinematografica! Ammetto di aver attivato la gabola delle munizioni infinite, ma si vede che la carica esplosiva dei siluri è stata fatta sostituendo il tritolo con la farina di ceci, perché pur defecando a spruzzo sopra le varie portaerei giapponesi, non ne scalfiamo nemmeno una. Però vè che bel volo leggiadro, amici!


Forse dobbiamo andare più vicini, no? Più vicino! Più vicin *splash*. Andreotti, spero che sappia nuotare. "Al mare -glug- ho sempre preferito -glug- la montagna" dice Giulio, e nel mentre l'incrociatore ベッティーノ・クラクシ lo raccoglie lanciandogli un salvagente a ciambella, nel quale Giulio non riesce a entrare per via della gobba.


Catturati! Purtroppo, non avendo raggiunto un certo livello di notorietà, Giulio passa il resto della guerra in un campo di prigionia senza ricevere particolari sconti di pena o trattamenti di favore. Oh beh! "Preferite che vi parli di civiltà shintoista o di edamame?" chiede ai suoi aguzzini in un comizio improvvisato. Tutti chiaramente vogliono sentire Giulio che parla di edamame: risultato, a fine della guerra mezzo Giappone ha fatto la tessera alla DC. Missione compiuta!

basta
Altro giro? Altro giro .


Giusto per completezza e per la solita storia dei due forni, trucchiamo Giulio come Mickey Rooney in "Colazione da Tiffany" e mandiamolo a volare per i giapponesi, con il nome di JIURYO ANDUREOTTI!


Il comandante è sempre scontornato in maniera piuttosto rustica, ma somiglia un casino a Kato, l'assistente-sparring partner dell'Ispettore Clouseau. Già comincia con "You are ordered" il muso giallo, e subito Andreotti sospira e risponde "消費しない人は電力を消費します".


"私はこのゲームについて書くのにうんざりしています。 素晴らしく、とてもプレイアブルですが、もう何を書けばいいかわからないので、写真を見てください。"dice Giulio mentre decolla con lo Zero.


E insomma, che altro dire? Siamo arrivati all'obiettivo nemico, vorrei continuare a giocare ma mi sto mangiando le mani con rabbia perché non ho 98 ore al giorno e sono decisamente spompato. Ma questo gioco ha una dimensione inaspettatamente grande, pure troppo per un povero uomo serio come me che gioca a videogiochi e scrive cazzate nei ritagli di tempo con la scusa dell'autoanalisi. Spiace, Andreotti, ma la sua missione finisce qui, e chiudendo la missione in questo momento finirà prigioniero di guerra negli Stati Uniti, ma tanto essendo loro gli esportatori di civiltà e democrazia verrà trattato sicuramente benissimo, no? No eh? Oh beh! Così va il mondo, meglio così andava nel secolo ventesimo. Prossimo gioco!

È merda? Per nulla! Gli aerei sono manovrabilissimi, i controli sono ben fatti, il realismo storico c'è, la grafica è pulita e gradevole, che altro volere? Più ore per giocarci a modo, ma questo vale per un sacco di altra roba su 'sto blog. Mica si può avere tutto.
Ci rigiocheresti? Certo che sì.
Allora è lui il videogioco più bello di sempre? È del 1992! No, ma è indubbio che in quell'anno siano usciti un sacco di bei gioconi.

2 commenti:

  1. Bellissimo.
    Ripescando dalla recensione di tgm:
    "una tale sovrabbondanza di prelibatezze fa nascere qualche sospetto sulla veridicità delle mie affermazioni, ma tutto si chiarisce se vi illustro la configurazione richiesta: 386 obbligatorio, 2 mega di memoria espansa e 610kb di memoria base libera, VGA, 8Mb di Hard Disk disponibili."
    Sticazzi.

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    Risposte
    1. Grazie della testimonianza, ancora una volta sottolineiamo il fatto che i calci nelle palle, i redattori della fecale stampa di settore, se li andassero a cercare.

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