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lunedì 16 novembre 2020

Litil Divil

Esistono momenti nella vita in cui ci si trova davanti a delle scelte importantissime, e spesso succede che in questi momenti ci si trovi completamente impreparati si faccia la scelta con criteri non propriamente razionali, un po' così come capita, senza stare troppo a pensare, e soprattutto senza infognarsi in tutte le analisi costi-benefici possibili immaginabili. Vi ci vedreste voialtri a fare, ogni volta che dovete prendere una decisione, un diagramma SWOT di ogni possibile scenario che si potrebbe dipanare?


La prossima volta che mi viene chiesto al lavoro rispondo così.

A meno che non siate top manager in qualsiasi organizzazione il che significa che avete paura anche della vostra ombra, e in quel caso spendete milioni in assessment da parte di Gartner. Ma fortunatamente la maggior parte di noi è un essere umano funzionante e non un CEO o un dirigente, e le scelte le fa con una componente di pancia non indifferente. Il che è anche una cosa, se vogliamo, rinfrescante.

Primo : perché chiunque dica che la vita è come una partita di scacchi non capisce niente né della vita negli scacchi. 

E poi perché molto spesso magari ci mettiamo fin da piccoli dei paraocchi da cavallo su quello che vogliamo diventare e quello che vogliamo fare, e non vediamo tutte le altre alternative e mai considerate che ci sfrecciano di fianco.

Visto che, come spesso succede presso molti sedicenti fan del metodo scientifico (che non sono solo autocompiaciutissimi emuli di Burioni che pensano solo a "blastare" la gente su twitter, ma anche molti scienziati veri e propri), i dati vengono "massaggiati" per essere piegati ai propri preconcetti, fare le scelte di vita alla cazzo di cane non è necessariamente un male.

scaricate il poster con questo schemino per blastare gli analfabeti funzionali a medical facts punto com!
 
Philip K. Dick ci ha scritto un libro alla cazzo (ci sta, visto il cognome) e si è parato il culo elegantemente millantando di aver usato gli I Ching, che è cinese antico per "alla cazzo di cane* ". Quindi perdoniamoci se ogni tanto prima muoviamo un passo e poi ci facciamo domande.

*Che poi, i cinesi hanno come driver decisionale "non far incazzare il partito", che è fare le cose ancora peggio che "alla cazzo di cane". Con buona pace di Confindustria che non fa altro che glorificare il modello cinese sperando che gli sweatshop vengano aperti anche in Italia ad uso e consumo dei nostri eroici creatori di valore, ovvero i cuménda con la fabbrichètta.

Una delle più classiche di queste scelte di vita si presenta attorno al compimento dei 18 anni. Ed è la seguente: in che cosa vado a gettare un bel po' di soldi di famiglia per poi a infognarmi per almeno 5 anni di miserie, cercando di ottenere uno straccio di carta col quale potrò avere una vaga speranza di ottenere uno stipendio che mi classifichi sopra la linea della schiavitù? Per farla semplice:
"A che università mi iscrivo? "

Voi direte: "Ah ma mica solo c'è l'università come scelta dopo le superiori, eh, il SACRO LAVORO MANUALE dove lo mettiamo?". Sulla carta non avete torto cari amici, ma nella pratica sono un mucchio di stronzate! Siccome una laurea al giorno d'oggi non si nega a nessuno, soprattutto per chi è nato negli anni 80 in famiglie benestanti che avevano bisogno di un ambasciatore verso il mondo, non c'è altra scelta che l'atelier culturale. Anche solo provare, poi si lascia perdere.

Soltanto casi più disperati, o persone illuminate che si trovano in uno stato di consapevolezza superiore decidono di non provarci nemmeno e dirigersi verso il mondo del lavoro. Penso al mio amico Alessandro C., quello che mi disegnava cazzi sui libri di filosofia. Disperato o illuminato? Secondo me illuminato: lui non solo non si iscrisse all'università, ma in quarta liceo decise che ne aveva avuto abbastanza e andrò a fare un lavoro molto più concreto di quello che faccio io. Lavoro che svolge tuttora. Ci vuole coraggio per fare scelte del genere, ecco.

Il coraggio

Ma sto divagando! Che c'entra tutto questo con un gioco che era comparso nelle anteprime di TGM e soci per anni prima di uscire con grande delusione per chi aveva una grande aspettativa per un prodotto diventato ormai "Vaporware" ? Ci arrivo.

Siamo nel 2000, io sono in quarta liceo e mi sono ripreso dal mio diciottesimo compleanno che ho trascorso con un febbrone altissimo, da cui sono uscito con due denti del giudizio in più e una e un quantitativo enorme di nuovi peli su tutto il corpo, cosa che non mi faceva molto felice. Nel frattempo, l'ora delle decisioni irrevocabili si stava avvicinando a passo rapido. Dovevo decidere che cosa diventare. Perché è sì vero che venivo visto contemporaneamente come futuro medico, mancato pianista, olimpionico di nuoto, sindaco del Vecchio Paese, ingegnere e tutto quello che si può appioppare a chi si trascina dietro l'immagine del bimbo ad "alto potenziale", ma siccome di ore in un giorno ce ne sono 24, dovevo orientarmi da qualche parte. Per non farmi mancare niente, mio padre un giorno mi disse che se ero interessato nelle biotecnologie, un suo vecchio amico da anni professore a Cambridge era di ritorno al Paese d'Origine del mio Ramo Paterno, e magari mi avrebbe aiutato a indirizzarmi su quelle robe lì che studiano il DNA che è il futuro. "Boh" dico io, e penso che in fondo, andare a Cambridge non è mica una brutta idea. Prima di tutto mi levo dal Vecchio Paese, e poi, al tempo non avevo la minia idea di quanto potessero essere detestabili gli inglesi, specialmente quelli in vacanza a Magaluf, per me la parte migliore degli inglesi, ancora più della regina e della sopravvalutatissima Lady Diana, era iconificata nella Elizabeth Hurley del 1994, che mi faceva deglutire a fatica.

glom


E si sa, quando vivi nell'oscurità, ogni fiammifero ti pare il sole che non hai, e tendi a ignorare che magari il resto dell'oscurità è pieno di merda. Poi, sapevo benissimo che dedicandomi al biotech avrei lasciato perdere quella cosa in cui ero veramente bravo, e cioè fare stronzate con il computer, però pur di mollare il V.P. si fa pure quello! Eh sì, ok, direte voi: hai fatto questo pippone infinito e il gioco di oggi che c'entra, a parte il fatto che la Gremlin è inglese? Ah, ma siete i soliti impazienti. Ci arrivo, ci arrivo, promesso. Sigla!


Evviva! La Gremlin, col suo logo chiassosissimo! Forse, ma dico forse, possiamo avere un gioco decente, prima che degenerasse tutto nella sciatteria anonima? Forse. Ma per tornare alla storia, eravamo a cena a casa di un altro amico dell'ex videogiocatore senior: il luminare del biotech, pur essendo un emiliano purosangue, in tanti anni di Cambridge si era decisamente albionificato. Aveva pure preso il birignao con cui parlava in italiano. E insomma, io che gli chiedo se mi può spiegare cosa implica studiare a Cambridge, e che cosa potrei fare per prepararmi meglio. "Tu sei bravo coi compütahs?" mi dice lui col suo birignao "Tu pensi di essere bravo coi compütahs, ma non sai assolutamente nulla se non inizi a usare seriamente Lainux." Io "Vuol dire Linux?" "VÒUGLIOU DIUEH LAAAAAAINUX". "Sì, ho provato a installare Linux che avevo su CD, partizionare il disco è stato un casino e siccome non è che ho un computer a perdere e mi servirebbe anche per la tesina " "LAAAAAAAAAINUCS" ed è andato avanti così e io che una vaga idea di come funzionasse il mondo ce l'iniziavo ad avere, nulla allontava più le giovani e burrose sosia di Liz Hurley quanto l'avere Linux installato sul computer nell'anno di Nostro Signore 2000. Uscii dalla cena dicendo timidamente a mio papà "Non mi è stato tanto d'aiuto." e mio papà guardò nel vuoto e si limitò a dire "...è cambiato." Per poi aggiungere "Ma questo Lainucs lo hai installato poi si o no? Me lo fai vedere?"


Insomma, serata buttata via. Non fosse che venendo a sapere che ero "bravo col computer" (sospiro) il figlio di quello che ci ospitava, avrà avuto sette o otto anni, mi chiese se riuscivo a fargli partire un gioco che aveva preso in edicola e non gli funzionava. Prima che andassimo, gli feci vedere come uscire al DOS da Windows 98, perché funzionava solo in modalità DOS reale, e gli mostrai i comandi da lanciare in quella schermata nera, che in fondo non era tanto dissimile da lainux per accedere al gioco. "Bellissimo!" mi disse il bimbo. "Se vuoi te lo passo!" E io accettai entusiasta, perché avevo in quel periodo iniziato a rimpinguare la mia personalissima collezione di abandonware scaricando con il modem a 56k e il GetRight file da pochi mega in diverse sessioni, ma porca miseria, Litil Divil proprio era introvabile, e sì che dalle infinite anteprime delle riviste di numerosi anni prima, me lo ricordavo così carino, con quello stile così isometrico! E allora me lo portai a casa e ci provai a giocare, per poi scoglionarmi subito dopo.


Ed eccoci qua che riproviamo! La versione che mi fu passata era su CD, io ho un sesquipedale tavò (pronunciatelo col birignao all'inglese) e vado con la versione su dischetto, che non solo non ha l'intro animata che si trova sul Philips CD-i (ma credo non ci fosse nemmanco su CD per MS-DOS), ma ha pure il codice di protezione basato sulle tante pose che il protagonista può assumere. Ora, il protagonista ricordo vagamente che sulle fecali riviste di settore era stato battezzato "Geppo", come il diavolo buono di Giovan Battista Carpi. Il suo nome reale è "Mutt", che sta a significare "cane bastardino", il che ben si addice con l'aspetto canino del nostro piccolo diavolo. Non mi risulta che qualche fecale rivista di settore lo abbia chiamato "Giuditta", e forse è meglio così. Skippiamo la protezione e osserviamo l'elevato numero di frame di animazione che Mutt ha.


E blam! Non uno straccio di spiegazione, non uno straccio di testo, non uno straccio di background storico, ma detto tra noi, serve? Ok, ok, rispettiamo il bisogno di completezza e diciamo che Mutt deve attraversare l'intero inferno per andare a recuperare la "Mistica Pizza dell'Abbondanza". Beh! Diciamo che va bene anche senza background. Ora che siamo più colti, chiediamoci: importa? No! Guardate che animazione! Guardate che grafica! Sticazzi della storia, questo è un gioco fatto da irlandesi! Infatti "Litil Divil" è "Little Devil" pronunciato con pesante accento dell'Isola di Smeraldo! Ha senso tutto questo?


TVTropes lo definirebbe "Insane Troll Logic", e infatti, il caso vuole che iniziamo con Mutt che fa a bastonate con un troll su un ponte per entrare nel Labirinto del Caos (pariamoci il culo con nomi derivativi, che nella cattolicissima Irlanda di "inferno" non si parla), labirinto in cui Mutt deve andare a recuperare da sopra menzionata pizza.


I tasti "azione" che possono essere utilizzati in questo gioco sono due: Z e X, e sinceramente non ho capito chi fa che cosa. E questo già di per sé è lo rende particolarmente inusuale, come se i suoi autori non avessero mai troppo fatto caso alle interfacce utente degli altri giochi contemporanei. Ma sì, premiamo l'originalità! Perché dobbiamo fare come miliardi di mosche e mangiare tutti merda?

Ok, ok. Z e X non sono così inusuali come interfaccia utente: in realtà, sto dicendo così perché mi sono particolarmente imborghesito a furia di dedicarmi a giochi con interfacce veramente fecali. La conseguenza è che mi trovo ad avere una soglia di tolleranza estremamente bassa nei confronti dei tentativi da parte dei designer di pensare "out of the box". Si ritorna alla questione delle scelte: percorriamo la strada sicura o andiamo in direzione completamente diversa? Si può anche essere completamente originali, per carità: non vogliamo fare come la Xerox e cadere nella "competency trap" e mancare completamente opportunità per il futuro proprio perché ci dedichiamo eccessivamente al day to day. Però, investire nel futuro è una scommessa bella grossa che non ha un ROI fisso, e quando si hanno manager che chiedono risultati a prescindere, la strada già percorsa diventa molto attraente. Fortunatamente, nel 1993 le software house erano ancora sufficientemente incoscienti per fare un sacco di stronzate sperando di avere la botta di culo...


...ma posso già dirvi che non è questo il caso. Facendo peraltro un lavoro di regressione a ben 3 anni fa, quasi 4 (pensate!) questo sistema di combattimento ricorda, in maniera ancora più scarna, quello già di per sé è incomprensibile di Hillsfar. Pigiando tasti a caso si fanno delle mosse, ma non si capisce con quale criterio il nostro avversario possa parare o rispondere o subire le nostre sberle. E infatti dopo essere stato malmenato più volte dal troll, con un solo colpo ben assestato, Mutt inspiegabilmente riesce a farlo volare giù dal ponte. Ne so quanto vuoi ragazzi. Entriamo nel labirinto...


...ma prima veniamo in premiati con un'immagine di Mutt particolarmente bagnato e incavolato che  tamburella con le dita su un tavolo. Perché è bagnato? Non si sa. Che cosa lo fa incazzare? Beh, è un diavolo, è sempre incazzato. Perché c'è questa immagine? Io suppongo che fosse una "concept art" colorata piuttosto bene che gli sviluppatori non si sentivano di buttare via: ricordiamo anche che nei primi anni 90 d'Irlanda stava iniziando ad avere il miracolo economico che la porterà a essere chiamata "la tigre celtica",  e quindi vista la probabile scarsità di fondi a disposizione della Gremlin Ireland, gli sviluppatori si sono sentiti di riutilizzare più risorse possibili. Sì, mi piace. La teniamo. Cosa rinforzata pure dal fatto che Mutt inizialmente è stato disegnato da Jerr O'Carroll, che già nel lontano 1991 sfanculò la Gremlin per andare alla Core Design a fare la grafica per... Heimdall (e relativo seguito, a cui non ho giocato). In effetti si nota una certa somiglianza nello stile.



Oh che strano! Questa è la schermata principale del gioco e posso farvi già un grosso spoilerone. Vado eh? Io vado: la maggior parte del gioco si svolge qui in questo corridoio sempre uguale. Graficamente molto bello eh, se sorvoliamo sul marroncino precursore di tanti giochi futuri, ma mi dà una sensazione di straniamento. Quasi, e perdonate il termine, onirico: nel senso che, come probabilmente è successo a molti della mia età che i giochi appena usciti li vedevano solo col binocolo, molti giochi che vedevo solo nelle riviste, poi me li sognavo. Ed erano completamente diversi da com'erano veramente: questi sogni in genere mi lasciavano un senso di inquietudine grandissimo. Basti pensare al Monkey Island 2 in prima persona di cui ho narrato nell'articolo appropriato. 

Una cosa che contribuisce al senso di straniamento che da questa interfaccia non è tanto il suo aspetto particolarmente inusuale ed estremamente poco pratico, proprio come avrei potuto sognarla (il mio subconscio è un pessimo game designer), quanto il fatto che in tutte le infinite anteprime di Litil Divil che erano state mostrate sulle fecali a riviste di settore, non ce n'era nemmeno una che mostrasse uno screenshot di questa modalità di gioco.


Intendiamoci: io sono sempre stato un grandissimo fan dei giochi multievento perché davo per scontato che ci fosse più value for money, per quanto, insomma, l'investimento non fosse propriamente cospicuo. Ma c'era sempre un investimento emotivo. La solita storia della fallacia dei costi sommersi, no? Per quanto ci spenda poco (o niente), il gioco ce l'ho, facciamocelo piacere (succederà così anche con Lainux, un giorno, ma non era quel giorno). È un po', tanto per stare in tema di pizze, come quando mia suocera ordina la pizza, che preferisce un asporto piuttosto che un altro perché fa il cornicione più sottile e quindi c'è più condimento. Che dire? Nel caso della pizza, de gustibus. Nel caso dei videogiochi multievento, ora io sono diventato un pochino più matura più maturo e sono passato oltre la falsa equivalenza quantità = qualità.


Nel fratempo il nostro piccolo diavolo entra in un magazzEno: grafica bellissima, interfaccia utente pessima, possiamo solo prendere la porta perché non abbiamo soldi per appropriarci delle cianfrusaglie qui presenti. Diavolo sì, ma onesto signora mia.


Di fronte al ripostiglio c'è un'altra porta, come potete vedere nell'automap in alto a sinistra: Noterete anche come i corridoi siano vergognosamente lunghi, e noterete di nuovo come la visuale sia qualcosa di praticamente mai visto. Oddìo, a me viene in mente un gioco per fondamentalisti cristiano-evangelici che poteva essere simile: parlo di Captain Bible in the Dome of Darkness, a cui rigiocherò quando vorrò farmi veramente tanto male. Se ricordo bene, ha pure gli stessi corridoi infiniti: il fatto che la meccanica di gioco tra una sequenza e l'altra sia stata copiata da un gioco che ha come protagonista un diavolo è piuttosto divertente.


E qual è l'altra sequenza ? Una ragnatela! Con un tasto tiramo pestoni ai ragnetti vomitati dal ragno gigante...


...ma per ovvie ragioni non abbiamo modo di estirpare il problema alla radice. Era forse uno spray insetticida quello nel magazzeno? Chi lo sa! ma Mutt viene toccato troppe volte dai ragnetti e finisce ragnatelato. Game over?


No, semplicemente l'energia, nella barra in basso, cala. Basta così, portiamo il piccolo diavolo in un'altra porta. Che poi, nessuno ha fatto il collegamento con il film di Benigni spacciando Litil Divil per un tie-in? Me lo chiedo solo ora. Boh! Certo è, negli anni in cui Litil Divil finalmente usciva e io mancavo la recensione clamorosamente perché avevo ridotto la mia attività di videogiocatore, una cosa che ricordo è che fui un pochino ostracizzato dai miei compagni di classe che si organizzarono per andare a vedere "Il Mostro" al cinema, per cui sembrava esserci un entusiasmo smisurato. Fui chiamato bacchettone, fu detto che ero succube di genitori troppo restrittivi (non c'e niente di più patetico di un preadolescente che gioca a fare lo psicologo, comunque: le intuizioni one-size-fits-all erano sempre "tu sei insicuro" o "tu sei represso"). Ma la realtà era che avevo il tavò di andare al cinema a vedere un film che non faceva altro che rinforzare il mio sentimento, che qui illustro:

Con questa frase Sermonti si è riscattato completamente da ogni fastidio che provavo nei suoi confronti

Al di là delle vittimistiche accuse di toscanofobia che mi potrebbero essere mosse (se volete inizio la frase con "premetto che molti miei amici sono toscani" così vi sentite meglio) quello che voglio dire è che a prescindere dal personalissimo carattere del singolo, quello che fatico a tollerare è proprio la toscanità elevata a stock character, il parlare con la "C" aspirata, infilare arcaismi non richiesti o usare l'impersonale a ogni costo ("icché noi si fa hodesta hosa, ovvìa dè") non ti rende automaticamente più simpatico, né più genuino, né più pragmatico, legato alla terra, con la voglia di rimboccarsi le maniche e 'ffà hose. Il fatto è che l'Italia ha un problema strisciante di suprematismo toscano, che certi estremisti violenti infiltrati nella struttura dello Stato vogliono propagandarci propinandoci atrocità come gli show di Panariello il sabato sera, ogni possibile slot televisivo (compreso quello de l'oro-scopone) assegnato a Carlo Conti (il cui unico merito fu quello di invitare Max Reynaud a "Big!") e un periodo in cui usciva un film di Pieraccioni puntuale come i treni nel ventennio. Che poi diciamocelo, la ragione per cui Pieraccioni fa film è mettersi assieme alle coprotagoniste femminili che, per esigenze di copione, dovevano limonare con il personaggio da lui stesso interpretato. 


Sto divagando, lo so, ma l'eccezionalismo toscano (e vi giuro che non parlo soltanto da tifoso del Bologna e quindi cromaticamente refrattario al viola) proprio fatico a capirlo, con mia grande irritazione. Ma esiste sul serio gente che si sente sinceramente più colta andando a vedere Benigni che legge Dante e non sta applicando la solita fallacia dei costi sommersi? O dobbiamo veramente lasciarci infantilizzare sentendo la paraculata per pescare l'applauso facile in cui si paragona Bonifacio VIII a qualsiasi politicante al giorno d'oggi abbia occupato l'area di voto di coloro che, pur dicendosi  moderati, non hanno mai superato la nostalgia del manganello? Veramente non riusciamo a disfare il silos inviolabile che separa la storia e la cronaca e dobbiamo farci imboccare 'sti confronti scontati per poi ripeterli a pappagallo? Ma poi, avete cercato ultimamente la tomba di Dante a Firenze? No, perché è morto in esilio, sepolto a Ravenna! Leonardo da Vinci? In Francia! Le eccellenze che tutto il mondo ci invidia? Scappate via tutte, lasciandovi con Ceccherini! Maremma maiala! Ennesima dimostrazione che la presunta superiorità sbandierata dagli estremisti si fonda su basi molto deboli.


Sì, nel frattempo c'era una sequenza arcade non dissimile da quelle di Ultima 8 (a cui rigiocherò quando vorrò farmi molto male). Ok, è simile perché è in isometrico, e voi sapete quanto abbia a cuore l'isometrico. Assieme a Liz Hurley, alla marmite e al tweed è una delle poche cose decenti ad essere uscita dalla perfida Albione. Però il fatto che sia una roba di agilità (i giovani lo chiamano Quick-Time Event) mi fa scendere i coglioni sotto il livello del mare. Bah! Gira e rigira, alla fine della fiera ci troviamo inceneriti dall'alito pesante di un faccione di pietra, e quindi ci leviamo dalle palle con un po' di energia in meno.


Energia che continua a scendere quando la monotonia del labirinto è interrotta da qualche buco piazzato qua e là (notevole comunque l'animazione di Mutt incazzato)...


...e recuperiamola poco dopo mangiando cose che paiono mele. E in tutto questo, gioite! Abbiamo trovato dei soldi sparsi per il labirinto. State gioendo? Non è un'esperienza elettrizzante?


No, ok, però questa sì (per Mutt). Come si possa rimanere fulminati da un'icona per terra che raffigura un fulmine lo trovo fuori contesto anche in un gioco abbastanza surrealistico come questo, ma tant'è. Ora che abbiamo i soldi dove si va?


Al magazzeno, s'intende! Non possiamo acquistare tutto, ma almeno un insetticida lo pigliamo! E anche il secchio, che costa poco. Lo spillone e il falcetto dovranno attendere, sempre che non mi rompa le palle prima. Oh, ok, è un 'ipotesi molto plausibile.

Poco dopo!


Spruzz! Spruz! Dai che lo facciamo fuori sto ragnaccio! Dai! Peccato che il pestone sia completamente casuale e non faccio fuori i ragnetti neanche a piangere e niente, nonostante stavolta io sia armato, Mutt viene di nuovo fatto a mo' di larva...


...e come se non bastasse, l'energia è finita. Mutt sviene, e dal lato dello schermo interviene uno strano figuro a metà fra la caricatura razzista del "Sambo" e l'antropomorfizzazione di uno Psychrolutes marcidus, e  con un colpo di catena piglia Mutt...


...AHIA CHE MALE! Questa è una versione edulcorata della Sedia di Giuda, ragazzi! Cioè, no, ok, non viene piantata una piramide nel culo a Mutt finché piano piano non scivola giù: questa non è l'inquisizione quindi vale anche fare ferite sulla pelle e quindi tutta la parte posteriore fino al retro delle cosce viene bucherellata. Inquietantissimo.Riproviamo?

Molto più tardi.


Eh no niente, ho riprovato daccapo (non c'è possibilità di salvare, lo sapevate?) e sono stato di nuovo fatto fuori dal faccione sputafuoco e stavolta abbiamo...una tortura diversa. IRON MAIDEN, EXCELLENT! *air guitar*.

Ancora più tardi.


Ah, ecco, vedete! Era questione di tempistica! Armato di secchio e atterrando sull'ultimo sasso all'ultimo momento mentre la sfiatata del boccalone sta finendo, Mutt non si brucia e riusciamo a gettare acqua sulla sorgente del fuoco: il faccione è sciolto, e si apre...


...una nuova sezione di infiniti corridoi, con vaghissime varianti come una scala, degli spuntoni e degli scheletri. Comunque quest'ambientazione sarebbe stata perfettamente onirica, almeno per me, se fosse stata appaiata ad una risoluzione esotica, magari tipo l'EGA a 640x200 tipica degli strategici della KOEI convertiti da MSX o simili, quelli coi pixel allungati verso l'alto. D'altra parte il cambio di paradigma grafico di quell'orrore del primissimo KDE per Lainux già di suo mi metteva la pelle d'oca. Con quella X nera al posto del cursore mentre si caricava era come se stessi ricreando la sensazione di sublime sense of wonder che ebbi di fronte alle prime volte che mi trovavo davanti l'MS-DOS, o successivamente DOSSHELL.EXE. Lo so, son fatto strano io. Ma ammetterete che un videogioco in cui la maggior parte del tempo la si passa in corridoi infiniti, beh, porta la gente a porsi domande e la mente a vagare.


Intanto, per non saper leggere né scrivere, ci accattiamo soldi qua e là e *sbem* fanculo. Dovevo immaginarlo che da quelle finestre sarebbe uscito qualcosa. Prevedibile.

Più tardi.


Una porta! Avremo un nuova nuova stanza puzzle? No, amici, questo è un letto di pietra in cui Mutt va a dormire, e costituisce un savepoint. Marò quanto mi fa incazzare il concetto di Savepoint veramente proprio una roba che levati guarda.

Ancora più tardi.


Altra porta e finiamo in un'altra dimensione surreale sospesa nel nulla con delle piattaforme isometriche in cui saltellare, evitando le ossa che gli scheletrini ci lanciano per infastidirci. La cosa decente è che, a differenza di Ultima 8, non possiamo mancare le piattaforme. La cosa meno decente...


...è che lo schema è tedioso e ripetitivo evaffanculo mi sono preso un osso in faccia. Riproviamo...


...e arriviamo a una piattaforma tonda, su cui compare un portale. Ci entriaamo e veniamo teletrasportati da un'altra parte della schermata. Il mio scroto è diventato un dinamometro.


Sì perché siamo in piena modalità "trial and error", che è un po' la stessa cosa che tirare craniate contro una porta con su scritto "TIRARE" sperando che prima o poi si apra. È una bella metafora. Riprende un po' la definizione di follia attribuita ad Einstein, fare sempre la stessa cosa aspettandosi ogni volta un risultato diverso. Qui sto facendo sempre una cosa diversa, ma il risultato è sempre lo stesso. Il che significa che o sono pazzo o questo gioco è stato fatto con il culo.


Ah! Vedete quella roba in basso a destra? C'era una robetta luccicante che avrei dovuto accattare, un "tesoretto", per usare un termine caro alla fecale stampa generalista italiana! Bah. Tavò di stare ulteriormente qui a cercarmelo, ed ora direi che è il momento di uscire...


...finché Mutt non viene steso da un pugno non dissimile da quelli che mi hanno tirato i miei figli da piccoli quando, cercando di dosare la loro forza SOVRUMANA, cercavano di esplorare a tastoni la faccia di papà. Che male, ragazzi. Tra Sinjin e Randy mi hanno tirato un sacco di sberle con 'sta scusa.


E niente, ragazzi, finita di nuovo l'energia, Mutt viene stiracchiato con sfumatura alta, e io non ho più motavazione per andare avanti. Che cosa mi lascia questo gioco? Assolutamente niente, ma un niente "assorbente", che fa sparire ciò che lo circonda, e che fagocita le memorie ad esso associate, tant'è che per ricordarmi dell'indottrinamento su Lainux ho dovuto imprecare cercando i tasti azione, perché sennò era tutto completamente sepolto. Strano, vero? Ora, ci fosse un modo per recuperare a piacere qualsiasi ricordo perduto con questo gioco, avrebbe un senso. Ma non c'è, e quindi... prossimo gioco.

È merda? Sì. È sconcertante come abbiano cercato di venderci una roba con 'sti corridoi interminabili pensando che fosse divertente. Non a caso, il bimbo che mi aveva passato il gioco l'aveva preso in edicola con la collana Big Games o qualcosa del genere (tenete conto che il gioco era già vecchio di 7 anni). Penso che un inferno disegnato con quei corridoi sarebbe una punizione credibile. Lasciate stare che l'animazione di Mutt è veramente ben fatta, ma tutto il resto, mamma mia. 
Ci rigiocheresti? No, per quanto una tentazione di vedere se veramente continui così 'sta dinamica per tutto il gioco un po' ci sia. Ma è una tentazione che ha vita molto breve.

8 commenti:

  1. Dal tuo commento sullo schemino iniziale non si capisce se critichi i follower di Burioni che si fidano di lui, oppure la ggente che va sulla sua pagina a criticarlo (insultarlo in realtà). Dal mio punto di vista Burioni usa il metodo scientifico e dunque ci si può fidare di quello che scrive, se non si è virologi è la scelta migliore. Ma da come hai scritto tu si può leggere in due modi: (1) Burioni segue il metodo scientifico, mostrate lo schemino a chi lo critica oppure (2) se ti fidi di Burioni senza porti domande non stai seguendo il metodo scientifico, mostra lo schemino a chi si fida di Burioni.
    Ma non è fantastica questa cosa?
    In pratica anche chi non usa un metodo scientifico può accusare chi lo usa di non usarlo, dicendo "non ti sei fatto le domande" ! Se non è paradossale !
    E adesso scusami che torno a leggere l'articolo.
    (anonimo follower di Burioni, che si fida di Burioni)

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    1. Capisco il tuo ragionamento. Più che "follower" aveva senso dire "emuli". Hai ragione, chiarifico.

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    2. Ecco, ho sistemato il post. Posso fare il paraculo e attribuire la confusione alla mancanza di sonno?

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  2. Certo, non te ne facevo mica una colpa. Facevo notare una cosa "generale", cioè che chi non usa il metodo scientifico ma il "science worship" è convinto di usare invece il metodo scientifico e può sempre accusare gli altri di non essere scientifici ma whorshiper. Guarda i terrapiattisti, sono pieni di dimostrazioni a loro dire "scientifiche", e anche gli omeopati ! E accusano gli altri di fare scienza "finta" che confermi idee preconcette (o che nasconda piani di dominio). Dunque la bellezza del concetto "Science worshiper" è che, pur essendo vero, chi lo legge non farà autocritica ma lo applicherà come critica agli altri, a torto o a ragione ! Non è un tema della comunicazione incredibilmente interessante da analizzare ? (se hai intenzione di farlo però fallo con metodo scientifico).

    (Anonimo follower di Burioni)

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    1. Sì, in effetti è un po' un cane che si morde la coda: vedo un parallelo con la forza della dissonanza cognitiva, di cui parlai a suo tempo nell'articolo su Zak McKracken, e che mi fa scendere i maroni sotto il livello del mare quando vedo persone che pensano che una bella blastata a base di fatti faccia cambiare opinione alle persone, manco la vita fosse stata scritta dal sopravvalutatissimo Aaron Sorkin.

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    2. Vero. E una bella blastata non solo non fa cambiare opinione, ma fa scattare nel blastato quel meccanismo di difesa identitaria che lo spingerà in futuro ad opporsi a chi lo ha blastato (e a chi sta dalla parte del blastatore) in modo preconcettuale, e così non lo si recupera più. Credo che sia per questo che la società (sembrerebbe che) sia diventata più polarizzata negli ultimi anni: idee diverse si sono scontrate nell'arena social e i toni accesi hanno impedito a chi riceveva critiche blastanti di poter accettare l'errore. Come dici tu, il blastato prova dissonanza cognitiva, ma se viene colpevolizzato in questa fase delicato la sua risposta sarà quella di negare i fatti per salvaguardare l'idea che ha di sè e non mettersi in discussione. Se invece lo si corregge in modo non aggressivo magari il rielaborare le proprie credenze risulta meno doloroso perché non ferisce la propria autostima e diventa possibile cambiare opinione (oh poi ci sono le teste di legno che l'opinione non la cambiano comunque eh).
      Riguardo a Burioni noto che ha tendenzialmente smesso di blastare, ed è passato a ben più passabili risposte umoristiche/troll scherzoso, ma ormai la ggente ke non krede lo detesta.

      (Anonimo follower di Burioni)

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  3. Mai giocato a questo gioco, il cui protagonista, come menzioni più e più volte, è molto ben disegnato, e finisce là. Però guarda come cambiano i tempi, il diavolaccio muore e viene TORTURATO, cioè, guarda come viene presentata in maniera sbarazzina 'sta cosa delle torture medioevali! Pensa tu se mettessero al giorno d'oggi una roba così in un gioco!

    Per restare in argomento di anacronismi e liceità dei giochi di un tempo, qualche tempo dopo l'inizio il lockdown puro e duro della pandemia, per far qualcosa assieme alla mia dolce metà che viveva ancora per conto suo, decidemmo di metterci a giocare a World of Warcraft: quando stavo al liceo, periodo di fioritura dei MMORPG, cercai sempre di evitare come la peste i suddetti giochi perchè sapevo che avrei, come si usa dire a Napoli, "azzeccato", e dunque detto addio finanche a quei pochi brandelli di vita sociale e successo scolastico che mi portavo dietro nei miei "late teens". Insomma, WoW è pieno di sottotesti razziali e poco carini nei confronti di svariate etnie e retaggi culturali: i goblin sò tutti ebrei, i troll sono tutti giamaicani, i nani sono tutti scozzesi e via dicendo. Però mannacc' tutt' cos', ho azzeccato malamente.

    E come dimenticare l'eccellente Dungeon Keeper, quello sì veramente un gioco di qualità, in cui ci stava la Mistress, di tutto punto vestita per l'appunto da mistress, che poteva bellamente torturare gli altri poveri cristi che albergavano nel dungeon? Nel secondo episodio della serie misero una squallida animazioncina random comune a tutti i denizens, ma nel primo, ogni creatura aveva un'animazione di tortura a sè stante, e molto fantasiosa.

    Tempi belli di una volta, non c'è che dire.

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    1. Su su dai, non cadiamo nella fallacia dell' "al giorno d'oggi chissà cosa direbbero" che nei bei tempi andati dire in TV "membro del parlamento" era tabù perché "membro" ricordava la uallera. La mia idea è che con 'sto gioco non sapessero che cosa stavano facendo e andavano un po' a tastoni qua e là. Anche come stile, cartonesco ma violento con morte raffigurata con qualcosa in più dell'anima che vola in cielo suonando l'arpa? Io ci vedo una gran confusione. Anche Dungeon Keeper, come tanti altri giochi del tempo (e particolarmente della Bullfrog), partiva un po' in tutte le direzioni vedendo dove si andava a parare, ma fortunatamente in quel caso c'è stato qualcuno che ha preso il progetto per la manina e lo ha portato a termine schermandosi dalle scorregge creative di Peter Molyneux.

      Su WOW invece ti giuro che non so dire nulla perché ho azzeccato a ultima online per un po' per poi dire "col cazzo che ci ricasco" e complice una famiglia sto tenendo duro. Bene così.

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