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lunedì 2 agosto 2021

Mi piace l'odore della merda di mattina, profuma come di videogiochi di elicotteri

Se c'è un mezzo di trasporto militare che mi lascia indifferente, ebbene quello è l'elicottero. Già ho riportato, ai tempi dell'articolo su Simcopter, l'opinione in proposito dell'amico e collega Beppe D. il quale sostiene che l'elicottero sta in aria perché fa così cagare che la terra lo repelle. Ora, io mi sono esaltato per i simulatori di volo esattamente come ogni figlio degli anni 80 che si rispetti, ma da qui a intraprendere una guerra ideologica tra i velivoli e gli aerogiri ce ne vuole. Quello che posso dirvi è che degli elicotteri me ne sono sempre abbastanza sbattuto i coglioni, e questa volta pure senza remore. D'altra parte, a differenza dei carri armati, la cui irrilevanza nei miei confronti l'ho riportata qui, non avevo un nonno che costruiva elicotteri, quindi potevo benissimo sbattermene i coglioni. 

Visto che ero strapieno di giocattoli, esisteva qualcosa che poteva stimolarmi la passione per gli sbattiuova semoventi? Un secondo che controllo!

fettunte negli occhi, ex videogiocatore!

Ebbene sì, di quei giochini che premendo un tasto partiva una molla e si trasformavano in improbabili installazioni militari, oltre che il carroarmato, già menzionato nell'articolo su Pacific Islands, c'era pure l'Apache AH-64, con una livrea abbastanza inguardabile. 

In effetti, ritrovare questo giocattolo mi fa scaturire dalle nebbie della memoria un episiodio che non c'entra assolutamente niente con tutto il resto ma che mi sento comunque dio condividere per il semplice fatto che questo è il mio esercizio di purificazione dagli scoglionamenti infantili. Praticamente, come si soleva fare nella scuola statale di fine anni 80 (presumo fosse il 1989 o il 1990, visto che sono certo fossimo in seconda elementare) avevo portato l'Apache a scuola per giocarci con i miei amici (più che altro, era per fare "showoff" come si dice al giorno d'oggi) E insomma, il bello di quel giocattolo non era tanto il fatto che fosse grande e somigliante al vero Apache, ma il fatto che con uno scatto, proprio come diceva la pubblicità, si aprisse tutto d'un colpo e diventasse uinaroba abbastanza incomprensivbile che con un pochino di fantasia poteva essere vista come una base militare di assalto. Agevoliamo fotografie, per le quali ringrazio Internet.

Così è elicottero

Così è base d'assalto

Capito? Ora, come ho detto ci vuole una certa immaginazione per vedere quell'accrocchio come una base d'assalto militare, ma si sa, dove non arriva la qualità di un giocattolo arriva la fantasia di un bambino, e io su ste cose non è che di fantasia ne avessi tanta: preferivo l'elicottero in formato elicottero, e ripiegarlo in configurazione elicottero a partire dalla base d'assalto era una fatica bestiale., puttanezza della miseriezza. E probabilmente fu quello che pensai (magari, visto che ero molto bravo a contenere il turpiloquio alle elementari, ho pensato a qualcosa tipo "porta paletta") quando, alla fine della ricreazeione, aspettavo che il nostro maestro finisse di fare il figo con le maestre delle altre classi per vedere l'Apache, e lo avevo appena chiuso e i miei compagni di classe mi stracciavano le palle per farmelo riaprire. Non ricordo come fosse andata a finire la storia, ma di certo non ha contribuito al mio amore per gli elicotteri. Ma l'industria videoludica a cavallo degli anni 80 e 90 di amore per gli elicotteri ne ha avuto non poco: d'altra parte, il reaganismo aveva fatto un'immensa pressione sull'industria dell'entertainment per liberare l'esercito statunitense dalla nomea di ammasso di cazzoni alcolizzati depressi e drogati che è uscita dal grandissimo fiasco in Vietnam. D'altra parte, la figura di merda fatta nel tentativo di liberare gli ostaggi in Iran nel 1980, in cui morirono 8 soldati americani e fu distrutto persino un C130 Hercules, era lì che gridava vendetta. Grazie a film come Top Gun (taccio su quella pagliacciata dell'invasione di Grenada) pochi anni dopo, la carriera militare  era diventata la cosa più figa dell'universo. Sul fronte videoludico ci si era messa la Microprose di "Wild Bill" Stealey (cofondatore con Sid Meier, e lui stersso un pilota di aerei della Guardia Nazionale) a puntare sulle fantasie dei bambini che volevano tanto volare

Un po' per par condicio, un po' per non dirottare le ambizioni dei virgulti statunitensi soltanto verso gli aerei e basta, era necessario anche spaziare su altri mezzi:

e Borgnine, che è stato sposato 5 volte, doveva anche lavorare

Che poi, prima di Airwolf, la televisione ci aveva pure provato decenni prima a farci piacere gli elicotteri: mia mamma, ancora oggi, quando usa la parola "avventura" in una frase, automaticamente ci aggiunge "...in elicottero" referenziando un vecchio telefilm in bianco en nero chiamato "Whirlybirds" nella versione originale, cosa che ovviamente mi irrita un po', ma suppongo che sia per il fatto che proprio gli elicotteri non li digerivo. E insomma, forse avrete intuito che oggi facciamo una piccola rassegna di videogiochi di elicotteri militari. Primo caveat: a Gunship 2000 non ci ho mai giocato né ho mai desiderato giocarci, quindi non ci giocherò. Secondo caveat: non avevo idea che ce ne fossero così tanti! Suppongo sia per il fatto che il modello avionico dell'elicottero ! più facilmente simulabile di quello dell'aereo. E quindi eccoci qui, a giocare coi frullatori volanti con giochi che avevo, e su cui ho sbavato. Perché sì, sticazzi degli elicotteri, ma quando si è videogiocatori pezzenti, l'interesse ce lo si fa venire su in un attimo. Sigla!

Desert Strike - Return to the Gulf (EA/Gremlin, 1992/1994)

Ecco, il primo gioco di oggi non ce l'avevo, ma ricordo di averci sbavato wsopra un bel po' e non perché fosse particolarmente innovativo per l'epoca, anzi. Però era 3D Isometrico, aveva la grafica tutta pulitina e precisina in pixel art fatta bene, aveva i voti alti sulla fecale stampa di settore, era un gioiellino, tanto mi bastava per sbavarci dietro! E poi, il ricordo della prima guerra del golfo era ancora fresco. Eh, non che servisse il ricordo fresco! La bambina vietnamita, la "V" di vittoria, i marines che innalzano la bandiera. Tra 50 anni ricorderemo ancora quelle immagini, ma non le guerre. La Guerra del Golfo: un missile intelligente si infila in un camino. Le immagini di una sola bomba  hanno fatto accettare quella guerra agli americani. La guerra è spettacolo! Per questo ci giochiamo.


Gremlin interactive (che è inglese, ma ok) ! Già nel 1993 era stato buttato via il vecchio logo dai colori chiassosi? Ma io trasecolo, amici! Devo anche tornare sui miei passi sulla mia teoria che con la g verde minuscola ha iniziato a far cagare? Ci torno senza problemi io, rimangiarmi la parola non mi ha mai dato indigestione.


Ah, sì, molto cinematografica comunque questa intro. Un cliché già visto, l'elicottero al tramonto, la scritta che scorre, ci sta dai. Interessante che la Gremlin, che è solo quella che ha convertito il gioco per PC dall'originale per Sega Megadrive (passato poi dall'Amiga). Ah vedi, ecco! C'era anche il fatto che fosse un gioco dell'invidiatissimo Mega Drive convertito paro paro per PC anzi, secondo le fecali riviste di settore era pure migliorato! Sì,  era anche per quello che ci sbavavo dietro. E ahimé, a suo tempo non ho mai avuto la possibilità di giocarci, se non quando me lo trovai in un cd pieno di giochi vecchi, e anche lì la priorità era bassina. Onestamente non so dirvi se ci ho mai veramente giocato. Beh, ci proviamo oggi, ci va?


Il Medio Oriente! Ah sì, la stereotipizzazione di un'area geografica non tanto dissimile dal "Val Verde" che sta per "generico paese centroamericano con una certa curiosità nei confronti del comunismo. Che guai a tirare fuori nomi di persone realmente esistenti, che prima o poi potrebbero diventare grandi alleati o, meglio ancora, essere lodati come fautori di un nuovo rinascimento! Ovviamente quest'ultima cagata non l'hanno detta gli americani ma gente che non ha mai superato la fascinazione perversa verso tutto ciò che è americano tipica dei peggiori paninari. C'erano a Firenze i paninari? Boh. Comunque il generico ersatz di Saddam Hussein misto a Gheddafi si chiama "Generale Kilbaba", che stupisce il mondo invadendo un ricco e pacifico emirato vicino. Panico tra i truzzi arricchiti italiani che si sono installati a Dubai a fare i DJ. Kilbaba, che col nome da salsiccia polacca che tiene non è propriamente credibile, si è costruito una nomea catturando e torturando i suoi nemici politici. Però ha concesso alle donne di guidare quindi gli esperti di geopolitica di tutto il mondo producono in massa articoli per siti con paywall eccessivamente costosi in cui ne cantano le lodi per un'audience fatta di... probabilmente loro stessi.  

Non è comunque una buona idea sparare col kalashnikov al chiuso contro il soffitto, a meno che non si voglia torturare il prigioniero politico facendolo diventare sordo con il rimbombo. Nella versione originale il tizio con lo straccio in testa viene calato nell'acido, per quanto sia una pratica brutale, ha più senso.


E questa raffineria? È per dire che Kielbasa ha il petrolio e gli scud? No, semplicemente sotto i serbatoi si trova il bunker supersegreto del folle. Pronti, bambini? Uno, due, tre... YAHWHN ma d'altra parte non aspettiamoci troppa originalità.


Kielbasa sta cazziando il suo sottoposto, che si chiama "Muammaar", perché i lanciamissili non sono tutti al loro posto. Muammaar obietta sul fatto che vorrebbe vedere i figli crescere, ma se Kolbaba mette in atto il suo piano sarà la fine del mondo. Si vede che a Kolbaba non gli tira, o spara a salve perché appena Muammaar menziona l'idea di avere figli lui gli tira una sberla. Beh, ha ragione Hoffer quando dice che l'odio di sé spesso deriva da handicap di natura sessuale. No?


Beh, com'è come non è, Muammaar piega subito le orecchie e dà ragione a Kolbaba, come sempre si fa coi pazzi. Il che va bene quando i pazzi non hanno potere di agire, altrimenti Muammaar si rende complice. Beh! Sintonizziamoci sulla Electronic Arts News Network, che è un bel tocco se pensate alle vecchie menzioni alla EASN di "Lakers vs. Celtics". Pilar Cloud, l'inviata, sputtana i piani segretissimi di POTUS, che ha organizzato 'sta missione per far fuori Kilbaba per distrarre dal fatto che aveva mostrato il presidenzial cotonno a una girl scout che voleva vendergli dei biscotti per dare il ricavato in beneficienza. Per evitare un attacco aereo massiccio, che è troppo rischioso (perché?) i gloriosi U.S.of A. manderanno un singolo elicottero, e l'anonimo eroe che lo guida dev'essere proprio bravo. Ah, ottimo modo per creare aspettative! Voi non lo sapete, ma io ai videogiochi faccio stracagare! Buona fortuna amici!


Fortunatamente, possiamo pure sceglierci un copilota che si occupa dello sparacchino. X-Man? Mr. D? Il figlio di papà Tracker? No, scegliamo la donna, pure australiana, così se falliamo miseramente gli opinionisti di Fox News avranno la loro scusa. Tutti contenti, cominciamo!


Ah, ma è Schwarzkopf quello? Vi ricordate di Norman Schwarzkopf? Quello che arrivava tutto tronfio a fare i briefing e che Striscia la Notizia doppiava con la voce di Ollio di Stanlio&Ollio? "Bidòn bidòn bidòn bidòn bidibidòn bidibidòn" canticchiava entrando in scena. Non penso che il vero Schwarzkopf avesse permesso ai subordinati di fumare durante i briefing, ma io penso a un sacco di cose, non necessariamente tutte giuste.


Blah blah blah, Kielbasa è un pazzo, bla bla bla, terza guerra mondiale, e quindi fatevi sta missione che ha quattro obiettivi che potete affrontare nell'ordine che volete (uau!) ma se volete sopravvivere è meglio se li fate nell'ordine che vi dico io (d'oh!). Tutto chiaro? Suppongo di sì, anche se la mascolinità irradiata da Norman fa sì che la nostra copilota, nella sequenza in cui saliamo sull'elicottero, sia diventata un uomo.


E via che si parte! Vè che grafica, ragazzi, vè che pulizia! Vè le onde fatte con la palette che cicla, come fosse un disegno di Jim Sachs! Bellissimo. Pare che l'autore del gioco, Mike Posehn, volesse che gli sprite somigliassero a giocattoli. L'elicottero, per esempio, è stato modellato in 3D da un suo amico dentista e poi ritoccato in modo da farlo sembrare un modellino della Bburago. Come si pronuncia Bburago? 


Via! Primo obiettivo, un giocattolo a forma di antenna radar. L'esplosione lascia un po' a desiderare, ma chi siamo noi per lamentarci?


Ah sì, come attività a latere dobbiamo pure salvare dei prigionieri di guerra prima che vengano chiusi in uno stanzino dal soffitto basso e assordati coi colpi di kalashnikov sparati in aria. Per far fuori invece questa postazione di contraerea, invece, basta qualche colpo di cannoncino, non vorremo mica sprecare tutti i missili hellfire, no? 


Una volta che abbiamo dei prigionieri, possiamo sempre portarli su una grande X fatta sulla sabbia, che non è il punto in cui scavare, ma è il punto di raccolta che si ha negli esercizi di evacuazione fatti in ufficio. C'è un mezzo anfibio e i prigionieri di guerra vengono scaricati lì. Già che ci siamo, facciamo pure benza caricando dei bidoni di petrolio. Poco realistico? Sì, beh, sticazzi, avrete vagamente notato che questa non è una simulazione.


Andiamo alla centrale elettrica: dopo aver fatto fuori un cannone che pare un "Dalek" del noto telefilm inglese "Dr. Who" (di cui avrò guardato forse una o due puntate e mi hanno lasciato abbastanza indifferente, e questo dico perché voglio essere mandato a fare in culo da Paolo Attivissimo) scianchiamo pure l'impianto. Taac! L'ex centrale ci lascia in obolo un cassone con dentro cose. Armi, forse? Forse è una riparazione? Può darsi. Tavò di controllare.


Finite le prime due parti della missione, si inizia a fare sul serio: dobbiamo distruggere un aeroporto. Ma l'aeroporto è pieno di capannoni, torrette, per non parlare degli aerei! E gli Hellfire sono limitati (per non parlare del cretino che guida l'elicottero che ne spreca uno tirando contro un Dalek, e mancandolo pure). Qual è la conditio sine qua non per poter dire di aver fatto fuori l'aeroporto? Non lo so. Volevo scrivere "conditio sine qua non" ma mentre stavo raccogliendo della benza, il mio elicottero viene fatto saltare. Ops! Fortunatamente, essendo questo un gioco arcade, ne compare subito uno allo stesso punto, più o meno.

Più tardi.


Ma il numero di elicotteri è limitato, proprio per la storia del fatto che questo è un gioco arcade. Ah beh!  Abbiamo fallito, e Kielbasa può conquistare l'emirato, ricevendo il plauso di numerose teste di cazzo dalla hot take troppo facile.  Almeno l'animazione di quando il nostro Apache saluta questa valle di lacrime è fatta bene, ricorda un po', come mood, la schermata di sconfitta di Space Crusade. No? No, direi di no. Beh, direi che la mia curiosità storica su Desert Strike è finalmente soddisfatta, quindi posso darmi una pacca sulla spalla e chiuderla qui. Prossimo gioco!

È merda? Devo dire che ero tentato di dargliela perché in tutto questo, 'sto gioco è difficile. E a volte pure frustrante. Però, accidentaccio, è fatto bene, è curatissimo, ci fosse un livello di difficoltà da settare per me sarebbe veramente al top, ma anche così si difende molto bene. Curiosità: alla sua uscita, Desert Strike è stato il gioco della EA più venduto di sempre (complice anche il fatto che è stato convertito per qualsiasi cosa). Erano ancora lontani i tempi in cui il mostro creato da Trip Hawkins avrebbe fagocitato tutto ciò che ha a che fare con lo sport.
Ci rigiocheresti? Beh, forse.
1992. Gioco più bello di sempre? No, anche perché nel 1992 è uscito per SegaMegaDrive, per noi sfigati DOSisti è uscito due anni dopo. Non conta, secondo me.

Seek & Destroy (Safari Software, 1996)

Io quando ci giocai non lo sapevo, ma questo gioco è una conversione da Amiga pure lui, di un gioco del 1993 che voleva cavalcare l'onda del successone di Desert Strike facendo anche lui un gioco arcade con un elicottero, che tanto è facile da muovere con le freccette (al tempo il WASD ancora non esisteva, cari bambini). Essendo un gioco shareware (quindi, completo!) lo avevo trovato fighissimo per la solita storia dei costi sommersi. Poi casualmente, un giorno come tanti in cui non avevo un cazzo da fare, ripresi in mano delle vecchie copie della fecale K per cullarmi nel nostalgismo, e trovai che Seek&Destroy era già uscito per Amiga e aveva preso un voto di merda (intorno al 750/1000, che significava una roba da non toccare manco con un palo lungo venti metri). Che delusione, avrei detto, ma no, ricordo che pensai che quello che faceva cagare era quello per Amiga, da cui si deduce che l'Amiga è merda, confermando così le mie convinzioni. Peccato che fosse già il 1997 (o più tardi), l'Amiga avesse preso la via del dodo, e io avrei dovuto veramente pensare a qualcos'altro. Sigla!


Safari Software! Amici, sono quelli di "Traffic Department 2192"! In realtà sono solo i publisher, in realtà una divisione della Epic Megagames, suppongo che i giochi che la Epic si vergognava di distribuire mettendoci la faccia andassero con la Safari. Come a dire "guarda te sti animali!" Eppure, sia TD2192 che questo gioco a suo tempo avevano il loro perché. Tipo, qui il perché è nell'alta risoluzione! Eh sì amici, 320x240, il che significa che su un monitor CRT 4:3 i pixel sono quadrati! Bellissimo. E guardate che pulizia, che finezza! Quei font! Quel logo dei veri sviluppatori (la Vision Software) che gira così fluidamente! Stupendo, davvero stupendo.


Ok, ma la storia? Niente. Siamo in guerra, ci sono dei nemici, noi siamo americani. Serve altro? Non rompeteci il cazzo e guardate il sole fatto con un lens flare, sembrano dirci gli sviluppatori del gioco. Dobbiamo recuperare degli scienziati che hanno deciso di disertare dal nemico, questo è l'obiettivo della prima missione. Bene, semplice, si fa. 


Ah! C'è pure il negozio. 'Sta cosa del fatto che pur essendo un esercito dobbiamo comprarci noi le cose grazie ai profitti in termini di punti che facciamo sul campo mi sta un po' sulle palle. Non siamo mica mercenari, noi, diamine! Ha senso in Raptor: Call of the Shadows questo ragionamento, non qui, né nell'analogo Pacific Islands! A proposito di Pacific Islands, qui in alternativa allo sbattiuova volante possiamo pure manovrare un carro armato! Bello! Peccato che nello stesso anno sia uscito Return Fire, molto simile come concetto e anche lui con vari mezzi selezionabili, e che è stato celebrato dalle fecali riviste di settore perché come sottofondo aveva la cavalcata delle Valchirie e tutti i maledetti redattori potevano menarsi il cazzetto come dei babbuini in calore urlando tutti in coro "(cit.)" (l'assonanza con il babbuino posseduto da Tarzan è puramente involontaria, s'intende).


Via che si parte. Oh, ma qui gira tutto! Cioè capito? altro che schermata fissa, qui l'elicottero sta fermo e gira tutto il resto! È una rivoluzione copernicana, se vogliamo, e il radar di sotto fa sì che non ci perdiamo. L'unico effetto collaterale di cui posso lamentarmi è che le gif animate vengono pesantissime, ma insomma, nel 1996 il 99% delle gif che circolavano su internet erano scan di riviste di donne nude a bassa risoluzione. 


Ah, che carini gli scienziati disertori, che hanno messo una bandierona americana sul tetto dell'edificio in cui si trovano! Hanno pure scritto "Stop Here" di fronte, in giallo. Chissà, magari hanno pisciato sulla sabbia. No?


Che comunque questo sia un gioco molto più arcade del precedente lo si nota da tante cose. Dagli indicatori in sovraimpressione, dai bonus-obolo lasciati dagli edifici che distruggo, dalle scritte che ci incoraggiano mentre facciamo fuori un po' di roba allo stesso tempo.


Overkill! Sì, sì, Overkill è un altro gioco della Epic Megagames, uno sparatutto a scorrimento verticale con la grafica in EGA. Praticamente l'equivalente di Major Stryker della Apogee ma probabilmente superiore. Non per chissà quale sua dote, quanto per il fatto che Major Stryker faceva stracagarissimo.


PEMPEMPEMPEM OVERK-vaffanculo. Ho perso una vita, e a differenza di Desert Strike ricominciamo il livello dalla nostra base. Fortunatamente, il massacro che abbiamo lasciato è sempre lì. Gli altri piloti che prendono il nostro posto, sono effettivamente altri piloti o sono cloni dell'innominato protagonista? Importa?


Raccattati tutti gli scienziati (uno, gli altri sono stati abbattuti) va comunque bene così, torniamo alla base e atterriamo sulla H, che da piccolo io credevo fosse l'impronta dei pattini dell'elicottero che lasciavano la H sul terreno. Ero ingenuo e un po' coglione, ma chi non lo è, giusto?


Altra missione! I powerup si comprano raccogliendo...medaglie, il che è abbastanza deprimente se pensate che molto probabilmente la crescente privatizzazione della guerra, unita alla gamification che viene sempre più applicata ad ogni aspetto della vita manda tutto in questa direzione. Oh beh!


Ah vedete? Pure i carri armati nemici. Che belYAHWHN. Intendiamoci, non fa cagare, eh, ma lievemente ripetitivo sì, è un bel metodo per spegnere il cervello giocarci. Parlarne, un po' meno.

Più tardi.

 
Stavolta il carro armato lo teniamo noi, però! È più robusto dell'elicottero, e fortunatamente si guida più come una macchina, e senza troppa inerzia. Incredibile! Il modello di guida è irrealistico, ma è gradevole! Sono stupefatto. Fanculo, torniamo all'elicottero al prossimo giro. Bello tutto eh, ma l'articolo di oggi è sugli elicotteri, e sinceramente non mi va di dover sterzare per evitare gli ostacoli.


Oddio, un palette swap! Ebbene sì, la seconda missione è come la prima, ma sulla neve anziché nel deserto. Beh, giusto: il primo livello si doveva tenere per far capire ai più corti di comprendonio che è un'alternativa a Desert Strike, no? Ha senso, ha senso. Io però, la chiudo qui. Prossimo gioco!

È merda? Non so se oggi sono di buonumore o chissà cosa, ma a dispetto del titolo dell'articolo di oggi, no, nemmeno questo riesce a essere merda. Devo dire che l'ho trovato rilassante, non particolarmente innovativo o impegnativo, o stimolante, ma come spegnimento del cervello ci sta benone. È molto meno strategico di Desert Strike, le missioni sono più corte e meno articolate, c'è meno libertà di azione, ma insomma, non è necessariamente un male. Nemmeno un bene, ma nemmeno un male.
Ci rigiocheresti? Se ho detto forse a Desert Strike, anche qui vale il "forse".

Comanche Maximum Overkill (Novalogic, 1992)

La Novalogic non se l'era mai inculata nessuno prima del 1992, o meglio, io ci avevo fatto caso perché era la software house che aveva convertito per PC Arkanoid I e II (yahwhn) nonché Bubble Bobble (YAHWHHN). Insomma, noioso, ragazzi. Poi sapete com'è, c'è sempre quello stereotipo da film statunitense in cui una tizia piuttosto bruttina si toglie gli occhiali e si scioglie i capelli e diventa una strafregna paurosa. 

Già che c'eri potevi sistemarti le sopracciglia però

Beh, questo è quello che accade alla Novalogic. Io non sono Emilio Estevez nella sequenza qui sopra, però: ovviamente sono il pubblico a casa: nel ruolo dell'arrapato protagonista (che in realtà nel film Estevez era meno arrapato rispetto alla versione brutta, ma ok) c'era la fecale stampa di settore: che di fronte a questo gioco riempì i calzoni collettivi di un'esplosione di roba bianca appicicaticcia che sembrava che la fabbrica della Carpigiani fosse stata costruita su Chernobyl. E sapete perché, amici? La risposta è molto semplice, una sola parola: VOXEL! Voi lo sapete che cos'è un voxel? È un pixel, ma con il volume! Se il pixel è un pûntino,; il voxel è un cubetto. Mettete tanti cubetti uno sopra l'altro e voilà, avete un 3D che non è fatto coi poligoni che sembrano "squadrati" ! Fantastico, no? Basta con le linee seghettate, le montagne a forma di piramidi, e gli aerei che sembrano disegnati col righello! Questo, amici, è il futuro! A tal punto che Max Reynaud e soci andarono dal coloured  Carlo Conti a "Big!" a presentare quanto fosse figo il mondo dei videogiochi, e assieme a X-Wing e a Ultima Underworld 1, portarono Comanche Maximum Overkill. Per dire, se porti un videogioco per PC su Rai Uno nel 1992, significa che quel gioco è estremamente importante. E infatti lo era, perché a dispetto che fosse fatto su un mezzo di trasporto blando come l'elicottero, stava veramente aprendo nuovi orizzonti.


Eccolo qua! In gloriosa risoluzione 320x240 (top!) ci troviamo di fronte l'elicottero Comanche, che in realtà non è mai andato oltre la fase prototipale, ma nel 1992 mica lo si sapeva. In realtà la progettazione è iniziata nel 1994, quindi sìc'era una vaga idea di come fosse fatto, ma i dettagli scarseggiavano. Di certo si sapeva che era un elicotteroleggero, che era invisibile ai radar, e che sarebbe servito per ricognizione (YAHWHN) e per attacco strategico (Yuhu!). Il Boeing-Sikorsky RAH-66 è il risultato del programma della Difesa statunitense chiamato Light Helicopter eXperimental, ovvero LHX. Su questo ci torniamo.


I dettagli, vero, non ci sono, ma l'idea c'è, si diceva: il gioco perde poco tempo con l'autofellatio che potremmo aspettarci in un simulatore di volo fatto da Chris Roberts, e ci limitiamo ad avere una presentazione , una schedina tecnica, che mostra il nostro frullino in volo e ci elenca gli optional)figata che verranno poi probabilmente buttati via e integrati con il più classico Apache. Però, in questo ambiente di minimalismo per tutto tranne che per la grafica, possiamo dare il nome al nostro pilota. Possiamo dunque venire meno alla Regola? Ma andiamo!


Le missioni sono uno sterile menu con una breve descrizione delle missioni che è pure PazZerElLah! Per esempio, la primissima missione tutorial consiste nel bombardare dei serbatoi di benza ora che il nemico si trova a un seminario motivazionale e quindi non è al lavoro, quindi non ci sono nemici. Beh, ok, fa sorridere! Bene cos-AHHHH, I VOXEL! Che figata, se fosse il 1992, uno capisce che quelle spianate infinite che si vedevano nei contemporanei giochi di aerei sembravano infinitamente più brulle rispetto a quel paesaggio così variegato! Peccato che il voxel non abbia mai preso piede, e i pochi giochi che lo utilizzavano erano visti come pittoreschi. Ci avete presente "Outcast"? Ci ho giocato, per circa cinque minuti, o forse meno.


Eh sì, guardando da fuori ricordiamo che c'è quel problemino dei voxel, che quando li si usa per fare uno sprite volumetrico l'effetto è sgranatissimo. In effetti per un elicottero ha quasi più senso il poligonale, non trovate? Però oh, quando hai in mano un martello, ogni cosa ha l'aspetto di un chiodo. Giulio si gira dietro il sedile ergonomico a forma di gobba e dietro di lui, con un paio di binocoli che lo fanno sembrare un coglione, c'è il fidato Franco Evangelisti. "Giù, avrò commesso delle cose incongrue però sono qui che ti copro quella parte bassa che viene subito dopo il coccige! Sempre! Sempre. Non te lo dimenticare, Giù." Andreotti sospira, giocando con la fede al dito.


Uh, che bello, il volo nel canyon! Stiamo imitando Inca? Guerre Stellari? Quel gioco della ERE Informatique in cui nel canyon ci lancio dei pesci adibiti a sonda? Eh, no, semplicemente non trovo il tasto per andare verso l'alto.


Ah, ecco i serbatoi! Sono dietro una cosa che pare una ziggurat, ed è molto bello vedere che pur anticipando Strike Commander di un anno e pur non praticandoci autofellatio con il gouraud shading, gli oggetti da far fuori non sono appoggiati male al suolo.


E vai! Un hellfire dopo l'altro, facciamo fuori i bidoni. "Fondamentalmente, mi annoio", mormora Giulio "EH?" urla da dietro Evangelisti, che non ha messo le cuffie e quindi sente solo il rumore del rotore che lo fa diventare sordo. Io, sinceramente, sono stupefatto dalla bellezza dello sfondo, ma poco altro. Il modello di volo è ipersemplicistico, il gioco in sé è molto blando, ok che la missione è quello che è , ma fidatevi, ne ho provate anche altre e non ho preso lo screenshot perché erano tutte estremamente ripetitive. Fondamentalmente, mi annoio pure io.


E vai! La missione è stata un successone! Abbiamo fatto fuori i bidoni ma soprattutto abbiamo avuto modo di apprezzare il terreno! Bellissimo (si fa per dire). Io la chiudo qui. Prossimo gioco!

È merda? Nel 1992 sarei stato crocefisso per una cosa del genere, ma sì, è merda, oggettivamente. È un tech demo per sfoggiare una tecnologia che ancora oggi fa la sua porca figura, ma a parte questo, non ha veramente nulla di interessante, al di là del "proof of concept". Le missioni sono blande e scollegate l'una dall'altra, il modello di volo è semplicistico, non c'è nemmeno uno straccio di ambientazione. Bah! Avessero dato in licenza alla Microprose il motore i ragazzi della Novalogic avrebbero fatto molto meglio. Alla Origin no, perché so già che Chris Roberts sarebbe stato troppo orgoglioso per acquisire engine di altri.
Ci rigiocheresti? No.
È il gioco più bello di sempre, essendo uscito nel 1992? No, ovviamente.

Merlin Challenge (Digital Integration, 1993)

La Digital Integration è sempre stata abbastanza ignorata in Italia, aveva fatto la sua dose di simulatori di volo, ma al di là di Tornado, che era abbastanza famoso per essere stato abbattuto durante la Guerra del Golfo, non ricordo particolari entusiasmi da parte della fecale stampa di settore. O magari mi sbaglio io, non lo so. Di certo, il gioco di cui vi voglio parlare fu abbastanza bistrattato dalla fecale stampa di settore. E sapete perché? Semplice, non era un gioco!


Beh, Francescone Carlà aveva fatto di tutto per spacciarcelo come gioco. D'altra parte era il 1994, l'esperimento dei giochi da edicola Simulmondo stava volgendo al termine, e Francescone aveva visto come Jackson Libri e Futura Publishing avevano minimizzato gli sforzi massimizzando i profitti pubblicando giochi vecchi e mettendoci il proprio logo sopra. Insomma, girovagando per l'edicola del Biondo trovo questa scatola che pare quella di un videogioco vero, ci vedo il logo della Simulmondo, vedo che non è Speed Racer (di cui odio l'estetica da fumetto giapponese) o The Cycles (che già ho) e poi ci vedo "Helicopter Simulator", beh è pure serio! Un simulatore! Della Simulmondo! Via, me ne approprio, che costa poco!


Fai te che figata, la schermata col nome della sofrtware house è pure in alta risoluzione! Benissimo! Lasciamo stare che il gioco sta solo su un dischetto a bassa densità ma sicuramente questi ragazzi della digital integration sapranno dominare alla perfezione l'arte della compressione dei dati, no?


No, ok, è in bassa risoluzione. Ma va bene, va bene! Soltanto mi chiedo dove sia scritto "Helicopter simulator", visto che si chiama semplicemente "Merlin". Il Merlin, lo scoprirò successivamente una volta munito di internet, è il nome dato dalla Royal Navy a un elicottero della AgustaWestland che ha gli stabilimenti a Sesto Calende (VA) Della mia sfiga col photored di fronte ai loro stabilimenti ne ho già parlato, ma sappiate che non l'ho ancora digerita. 


Ah, e niente, questo gioco è un simulatore dell'elicottero "Merlin" sponsorizzato dalla Royal Navy in persona per stimolare i giovani virgulti sul fatto che ok, i videogiochi sono una figata, ma la vita reale ancora di più! Perché sparare a grumi di pixel,voxel,poligoni o sa il cazzo cosa mentre ci si rincoglionisce davanti uno schermo quando in realtà si può decidere di farsi reclutare per andare in qualche sperduta ex colonia dell'impero britannico a far fuori dei "nosbari" ?  Bah! Onestamente, importa? Si giuochi!


Ecco, il gioco consiste in questo: atterrare su una portaerei,  ed è qui che sta la "challenge". Ed ora una storia patetica. Ci avete presente la storia dei costi sommersi, no? Praticamente è una costante nella mia storia di videogiocatore pezzente. Ebbene, quando presi questo gioco nell'edicola del Biondo e poi lo provai sul 386 SX che avevo messo in cucina-saladapranzo-soggiorno in alternativa al poderoso 486 DX2 che avevo nella camera in cui in quel periodo dormivo, era evidente che non fosse la figata che mi aspettavo: diamine, non si poteva nemmeno sparare, e la barra spaziatrice faceva cambiare la visuale! Ciononostante, con mia mamma che era lì a fare gli affari suoi, dissi con un entusiasmo un po' forzato che questo era lo stesso simulatore che usava la Royal Navy per le sue reclute. Lei capì e disse "Se ti piace, sono contenta", ma lo disse con un interesse che non era tipicamente suo per quello che riguardava i videogiochi. Boh! Chissà.


Vabbè, modo facile, nave ferma, niente vento, atterro senza problemi: 88% di voto! Non male, molto di più di quello che probabilmente avrebbe preso questo gioco sulla fecale stampa di settore (per il fatto che la Digital Integration mica allungava marchette alla Xenia, mica per altro).


Difficoltà media! La nave  si muove e non c'è vento, credo. Carino il cockpit che ci dice "please turn right", la solita ipocrisia britannica travestita da buone maniere. Avessero veramente buone maniere quegli stronzi sulla bagnarola di sotto si fermerebbero, mannaggiaelisabettaseconda. E niente, il Merlin mi si schianta e io non vengo nemmeno ricompensato con l'immagine di un funerale.


Modalità difficile, con barca che va più veloce, più vento, immagino, e altri Merlin che pestolano nel cielo attorno a noi. Boh! Mi sa che nella Royal Navy non mi reclutano, non come pilota di elicotteri, almeno. Ma sticazzi, nella Royal Navy sugli elicotteri c'era pure se non sbaglio il principe Harry, e non è il genere di persona con cui posso avere qualcosa in comune, al di là dei conflitti con le nostre relative nonne. Prossimo gioco!

È merda? Si, c'è ben poca carne al fuoco, quel poco che c'è si digerisce in un attimo e hop, quello che esta indovinate che cos'è.
Ci rigiocheresti?  no.

LHX Attack Chopper (Electronic Arts, 1990)

Sempre parlando di giochi vecchi da edicola, il gioco di oggi era in edicola con la collana "Bog Games" della Jackson Libri, che essendosi accaparrata i diritti sui giochi vecchi prima che arrivasse Francesco Carlà sul mercato, aveva roba molto migliore. Tra questi c'era LHX Attack Chopper, un gioco sull'elicottero Comanche prima che l'elicottero Comanche fosse svelato come vincitore del programma Light Helicopter eXperimental. Non l'ho mai preso. Però, nel manualetto di un altro gioco di quella collana che avevo, c'era la recensione/teaser di altri giochi disponibili. E LHX era una di queste recensioni, ed era scritta in una maniera che faceva sembrare la fecale stampa di settore gente che sapeva scrivere decentemente! E se averte presente l'opinione che ho di TGM, K e soci, sapete che non uso questa metafora a cuor leggero. Praticamente veniva raccontata la storia romanzata dell'LHX, nato dall'incontro tra il più fico dei piloti di elicottero americani (una specie di Rambo con il brevetto di volo) e il più cervellone degli scienziati agli ordini del DoD (un nerd con gli occhialini e la testa ad uovo che pesa 20 kg bagnato). Per farla breve, vado a memoria, il Rambo degli elicotteri fa la scenata in cui dice IO VUOLE ELICOTERO FORTE UNF UNF e il piccolo einstein si caga nei calzoni e si mette di buona lena a progettare l'LHX. I due diventano amici e l'articolo culmina con la descrizione della sega che si fa rambo quando è a bordo del suo nuovo giocattolo. Non una parola sul gioco. Se mai dovessi trovare quel pezzo di letteratura "cringe" (esiste una possibilità non nulla che sia ancora nella cantina a casa dei miei al V.P.) prometto che lo posto. Nel frattempo vediamo se l'LHX simulato dalla Electronic Arts è qualcosa per cui strofinarsi il cotonno, come diceva questa recensione. Dai che siamo quasi alla fine!


Ah, bella la scritta in vettoriale, fa molto "Cruise for a Corpse". No? Belli anche i tre solidi della EA, e tutto questo nei gloriosi secdici colori della EGA! Wow, amici! Quanto tempo era che non vi tiravo fuori un gioco in EGA? Tanto. La EGA, se fatta bene, è una delle mie estetiche preferite. Piccola nota: l'autore di questo gioco è Brent Iverson, che dopo questa opera si dedicherà a Chuck Yeager's Air Combat. Importa? Nah.


Eh? Cosa dicevo sul fatto che la EGA, se fatta bene, mi piace un casino? Bellissimo anche il codice di protezione sotto forma di test attitudinale. Inseriamo il nostro nome e via che si sceglie il teatro di combattimenti. Vietnam, Libia, Germania Est, e si vede che siamo immediatamente al di qua dello spartiacque coi baffi che rispondeva al nome di Saddam Hussein. Trovo anche molto bello che la faccia del nostro pilota reagisca bene al livello di difficoltà. Carichissimo per il Very Easy, cacasottissimo per il Very Hard. L'esatto opposto di  come sono le faccine di Bigei Blascoviz in Wolfenstein 3D, e per me ha molto più senso. Andiamo in DDR, che magari ha un po' più di varietà rispetto al deserto libico e al verde scuro delle foreste vietnamite.


Che missione scegliamo? Free Flight, via, senza pensieri. L'obiettivo è prendere l'elicottero in un punto A e recarsi in un punto B. Possiamo pure scegliere l'elicottero: Apache, Black Hawk, Osprey (che è più un convertiplano che un elicottero, ma ok) e ovviamente l'LHX. E con uno zoom molto drammatico, entriamo nell'LHX, sperando che questa non sia una visuale in prima persona altrimenti Giulio viene fatto a fettine dall'elica come quell'attore sul set del film "Ai Confini della Realtà".


E niente, se il paesaggio era scialbo ai tempi di Chuck Yeager's Air Combat non possiamo aspettarci molto di meglio qui: In realtà sembra lievemente meno scialbo, ma è un pianurone enorme, e come se non bastasse non esiste l'autopilota né la compressione del tempo, quindi le dieci miglia di distanza dal punto di atterraggio dobbiamo farle in tempo reale. Buonanotte!

Più tardi.


Ah ha! Eccoci qui, ora atteriam-ops! Mi ero dimenticato di fare uscire il carrello, ero rimasto all'idea che gli elicotteri avessero gli sci ai piedi! Oh beh, fortunatamente era solo un simulatore e quindi non ci è successo nulla. Tentiamo una missione vera e propria?


Scegliamo l'LHX, armiamoci, partiamo, e immediatamente penso alla canzone degli Jarabe de Palo che faceva "Me pende / Da che parte me pende" (noialtri che eravamo tutto tranne che interessati alla world music, la cantavamo così, riferendoci ovviamente alla minchia) perché per qualche ragione che non sono sicuro di cogliere al cento per cento improvvisamente lo sbattiuova mi si inclina verso sinistra. Ma si sa, la DC è un partito di centro che guarda a sinistra, dice Giulio, ignorando che nella corrente Primavera c'è pure Ciarrapico quando gira a sinistra lo fa solo di 270 gradi. 



E niente, gira che ti gira, emozionando al suolo mi spetascio senza rendermi conto di cosa sia successo. Il programma LHX ci tiene a sottolineare che la famiglia di Giulio riceverà le condoglianze, ma intanto nessuno mi manda un indennizzo per i miei coglioni che si sono rotti. Bah, capisco perché il redattore della Jackson Libri non ha trovato di meglio da scrivere su LHX che raccontare la pugnetta del pilota di elicotteri. Prossimo gioco!

È merda? Beh, usa bene la EGA, e sicuramente c'è molta cura, ma il motore è veramente invecchiato malissimo. Ma a parte questo, proprio non mi ha preso. Spiace dirlo. Suppongo che in mancanza d'altro al tempo mi sarebbe piaciuto, ma suppongo pure che 30 anni dopo l'impressione è che sia diventato merda. Non so, non mi fa piacere dirlo. Non so perché.
Ci rigiocheresti? Se vi lamentate troppo che gli ho dato "merda" allora gli darò una seconda chance. Poi non dite che non sono buono.

4 commenti:

  1. I primi due sembrano banali sparatutto con elicottero ma meglio swiv a questo punto.
    Ho giocato a gunship 2000 e ovviamente anche per lui vale sempre la regola che da un mezzo intrinsecamente del cacchio ci possono mettere tutto l'impegno che vuoi ma per forza verranno fuori giochi di merda, vedi tutti i giochi-simulatori col trattore o con l'autobus, le navi, le ruspe, i camion ecc. ecc.
    Della digital integration f16 combat pilot era conosciuto e pure carino.

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  2. Devo dire che il titolo dell'articolo mi ha fatto proprio ridere ma nel mio caso come non mi piace la diarrea, tanto meno i giochi di elicotteri. Li conosco tutti (o quasi), desert strike succcesso strepitoso ma io ci giocai poco e mi stufò subito, seek&destroy sembra "vorrei essere swiv con più profondita" ma 100 volte meglio l'amiga, Comanche Maximum Overkill mi sembra di averci giocato ma forse era una demo era un gioco del cazzo. LHX ci giocai parecchio, ma credo alle tue parole, ovvero che al giorno d'oggi risulta ingiocabile.
    Quindi deiezioni, escrementi, feci, sterco, questi sono i miei voti.
    gunship 2000 non sono neanche sicuro di averci giocato anche se il nome me lo ricordo bene. Forse la martellante pubblicità sulle fecali riviste?

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    1. Quasi d'accordo con te (e con l'anonimo qui sopra) tranne su una cosa: Swiv è a scorrimento verticale, mi pare, mentre s&d vai in tutte le direzioni. A parte questo, siamo allineatissimi.

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