Quarantenne con famiglia e lavoro serio cerca di capire cosa ci fosse di così figo nei videogiochi che tanto gli piacevano più di 20 anni fa.
I nuovi articoli sono terminati, ma quelli vecchi restano.
Ci avete mai fatto caso che gli sport più seguiti dal grande pubblico, sono
tutti di antiche ideazione, almeno un secolo circa? Sarà forse che il mondo
dello sport è quello in cui la reticenza al cambiamento è più alta, e a tal
proposito non posso non pensare ai gadget della squadra del Corinthians
Paulista che il mio compianto zio brasiliano era solito spedirmi. Uno di
questi era una pergamena incorniciata da appendere in casa. Probabilmente in
una casa stile favela, nonostante lo zio abitasse nel quartiere più chic di
San Paolo, la cosiddetta Beverly Hills sudamericana. Beh questo quadretto
riportava il logo della squadra, e un proverbio in portoghese in cui si diceva
che l'uomo cambia moglie, cambia auto, cambia casa e può cambiare persino di
sesso, ma di certo non cambia squadra del cuore.
Non viene specificato se si può cambiare il padrino dei propri figli
Quindi sì, possiamo dire che il mondo dello Sport da spettatori sia qualcosa
di estremamente conservatore. Chi sarebbe mai interessato a vedere, chessò,
una partita di Ultimate Frisbee? (esiste, che ci crediate o no, e c'è
gente che ci gioca). E non a caso l'unica eccezione alla regola degli sport da
spettatori di recente invenzione che non hanno alcun successo di pubblico non
praticante. Sono proprio gli e-sports, ovveri guardare gente che si smazzuola
avvicendevolmente ai videogiochi.
Io personalmente questo non lo trovo uno sport, perché mi piace pensare che lo
sport richieda un certo quantitativo di fatica fisica e almeno qualche
centilitro di sudore secreto da chi lo pratica. E per fatica fisica non
intendo il tunnel carpale che duole per l'eccessivo pigiare su una tastiera
meccanica e con tutti quei cazzo di LED colorati (tastiera meccanica che io ho e che amo usare per scrivere, ma proprio i truzzissimi led colorati io li detesto)
E nonostante gli e-sport abbiano un discreto successo di pubblico,
sinceramente non vedo particolarmente minacciata l'egemonia del calcio da noi,
del rugby in Inghilterra e Nuova Zelanda, del football americano, del baseball
del basket negli USA, dell'hockey in Canada e in Russia, del cricket in India
e in Australia o, che ne so, del curling in Finlandia (che apparentemente è
uno sport molto antico)
In tutto questo la fantascienza non ci ha preso proprio per niente, perché più
e più volte siamo stati sottoposti all'ideazione di sport futuristici da parte
dell'eccessiva fantasia degli autori di fiction speculativa: non posso non
pensare al Rollerball, lo sport violento che è una specie di hockey con le
motociclette e la gente che muore che fu ideato da William Harrison per
l'omonimo film di Norman Jewison con James Caan. Lì il rollerball era lo sfogo
universale degli istinti violenti di un'umanità tenuta a bada dalle solite
megacorporazioni che avevano preso il posto dei governi in una distopia
orwellYAHWHN, suppongo che nel 1975 fosse originale. Ne hanno fatto pure un
orrido remake nel 2002, che pure mi guardai quando uscì su Telepiù, per il
semplice fatto che tra i protagonisti c'era quella superlativa fregna (per il
me del 2002) che era la modella olandese Rebecca Romijn.
DAYUM DAT SUM P.A.W.G.
Anche i videogiochi hanno fatto la loro per introdurre sport inventati che
rapidamente dominano e inglobano tutto il mercato dello sport da spettatori. E
mi viene in questo momento un po' da sorridere pensando a certi miei lettori
che ora si staranno grattando la testa per fatto che oggi ho deciso di giocare
a hyperblade, piuttosto che a... dai, ditelo! Lo sapete benissimo dove
volevate che andassi a parare! Speedball! Possibilmente il 2. Ed è una domanda
più che legittima. D'altra parte. Come non farsi venire una lacrimuccia di
nostalgia pensando al capolavoro marroncino e grigetto dei Bitmap Brothers che
con la sua indimenticabile theme song, la sua grandissima cazzimma
e la sua estetica piena di attitude che è sopravvissuta fino ai
giorni nostri, ha fatto riempire di metaforica crema i metaforici calzoni di
intere generazioni di redattori di fecale stampa di settore? Ottima domanda,
grazie per averla posta! La mia risposta è "baciatemi le palle!"
Ice-cream!
Oggi vi parlo di Hyperblade, perché che si tratta di uno spartiacque nella
storia del videogiochismo: ora, magari molti di voi non se lo ricordano, ma
il fatto è che questo è uno dei primissimi giochi per Windows 95 che
supporta le schede grafiche tridimensionali, quelle che una volta per
metonimia della marca principale venivano chiamate le 3dfx. C'erano già
altri giochi per DOS che utilizzavano l'accelerazione 3D, che all'inizio era
un po' il far west: non esisteva uno standard unico e quindi bisognava
scazzugliare di driver e pregare che la scheda video che si aveva fosse
supportata. Ecco, di certo quello che possiamo dire di Hyperblade è che è
stato il primo gioco a fare uso delle librerie Direct3D, dando così il
liberi tutti allo sviluppo di giochi accelerati 3D per Windows 95 e
accelerando così la morte dell'ambiente DOS puro.
La stracciata di vesti collettiva da parte delle fecali riviste di settore
ci fu perché, insomma: nuova tecnologia sulla cresta dell'onda, atmosfere
ispirate a un gioco del passato per Amiga che tante bruschette ci causa, che cos'altro si poteva chiedere?
Nulla! E infatti pure io ci cascai come una pera cotta, leggendo le
recensioni entusiastiche. Non avevo una scheda grafica tridimensionale al
tempo, ma ciò non mi impedì di installare con entusiasmo il demo dal Silver
Disk della fecale TGM.
Per me che ai tempi ero digiuno di fantascienza anni 70 l'idea di uno sport
futuristico iperviolento era molto stimolante. In effetti Hyperblade lo
ricordo principalmente per il fatto che è uno di quei giochi che mi è
capitato di sognare applicato alla vita reale. Ora, come potete immaginare,
la mia storia personale ha fatto sì che fossi quel genere di persona che
quando si facevano le squadre di calcetto o pallavolo o basket a educazione
fisica veniva chiamata sempre per ultima. Non solo ero sovrappeso e lento,
con poca resistenza e una scarsità di riflessi che potrei definire
tragica: avevo anche il fatto che ero estremamente impacciato e soprattutto
terrorizzato dall'idea di sbagliare ed essere preso per il culo con il
risultato che la maggior parte delle volte stavo lontano dall'azione e non
toccavo minimamente palla. Penso che i canestri o i punti fatti durante
l'intero corso del mio liceo si possono contare sulle dita di una
mano.
la sua mano destra
E siccome ai tempi era quel genere di persona che era senza dubbio sulla
strada che porta alla cattiveria come la definisce M. Scott Peck, non avevo
la minima intenzione di farmi delle domande, di dire che forse dovevo
cambiare qualcosa nella mia vita. È una domanda molto difficile, e io ero
troppo pigro ed ero stato fatto crescere in un ambiente in cui gli altri
chiunque si fossero avessero sempre torto. Quindi a sbagliare era lo Sport
stesso: basket, pallavolo, persino il calcetto. Erano loro a non
essere adatti a me! Ah, se solo nella fatiscente palestra del mio liceo
avessimo avuto un'arena di Hyperblade, allora sì che avrei potuto fare
letteralmente sfracelli con quegli stronzi che osavano essere superiori a me
da un punto di vista atletico.
Ora, nemmeno nei sogni non è che fossi così agile ma in qualche modo era
riuscito ad autoconvincermi, al risveglio, di essere il più figo della
compa. Per poi svegliarmi del tutto con addosso quella sensazione di
tristezza generalizzata di chi veniva riportato dalla realtà un dopo un
breve momento di escapismo. Che è un po' la stessa sensazione che mi arrivava quando vedevi la
scritta "è ora possibile spegnere il computer" in arancione su sfondo
nero. Che dite, mi sono auto commiserato abbastanza?
Sì, direi di sì. Sigla!
Activision - WizBang! - Hyperblade! Beh, in effetti in quel periodo storico i
videogiochi o avevano delle lunghe intro in full motion video, oppure ti
catapultavano così alla schermata del titolo, ex abrupto. Oppure sono io che
ho trovato una *ahem*ISO*ahem* azzoppata? Boh! Diciamo che così stiamo
ripetendo l'esperienza del demo così com'era fresco di Silver Disk, che vista
la provenienza avrebbe potuto chiamarsi Brown Disk, e non nel senso che era di
bronzo. Che poi mi fa sempre ridere il fatto che al Vecchio Paese la "Bronza"
è la scorreggia molto sonora. Sto divagando.
Ah, amici, lo scheumorfismo! Il menu ha la forma dell'ingresso di uno di quei
distopicissimi palazzetti dello sport in cui si gioca lo sport dell'intera
umanità, il titolare Hyperblade. Apparentemente il gioco è ambientato in un
futuro in cui le conoscenze mediche sono tali che si riesce a guarire pure dal
morbo della morte somministrato per qualsivoglia modalità di traumatismo, e
quindi via alle inibizioni, picchiamoci il più possibile e mettiamo pure delle
armature non dissimili da quelle che hanno gli space marines di Warhammer
40000, con i servomotori che ci fanno saltare e correre meglio, nonché hanno
l'aria condizionata dentro così a fine partita non si suda. Ma vediamo le
squadre, vi va? Con foto digitalizzate malamente photoshoppate e incollate
sopra l'armatura. La prima squadra è quella dei Chicago Machine, con Page
Evans in attacco e Christian Ballard in difesa, perché a Hyperblade si gioca
in squadre da due più un portiere. Page Evans è femmina ed è il classico
maschiaccio che per una buona parte degli anni 90 sarebbe stata interpretata
da Michelle Rodriguez. L'altro è un coglione abbastanza dimenticabile, con una
strana roba tatuata sulla faccia tipo la svastica di Charlie Manson.
Houston Lone Stars, perché i texani devono esserci sempre, che c'è questa
specie di senso malriposto di superiorità nei texani, un po' come in italia
per i toscani, e infatti ricordo una copertina della fanzine mensile "Forza
Bologna" dedicata a Renzo Ulivieri, che titolava "IL TOXANO DAGLI OCCHI DI
GHIACCIO" e la cosa mi faceva venire voglia di spararmi nelle palle. Molto
bello anche il pizzettino sotto il labbro à la "Salvo Veneziano" di... "Kurt
Reynolds", che immagino che nel 1997 la cosiddetta "Soul Patch" sia
l'equivalente dei baffoni negli anni 70.
Las Vegas Blackjack, perché a Las Vegas si gioca a carte! Giustissimo. Vincent
Orlando è chiaramente Frank Zappa con la riga nel mezzo del ragazzino stile
grunge. Per un certo periodo mi furono rotte le palle dai familiari perché
avrei potuto rimediare alla totale ingestibilità della mia zazzera facendomi
la riga nel mezzo come tanto andava ai tempi. Sfiga vuole che avendo io i
capelli crespi non avevo più un afro come risultante, ma due semi-afro per
lobo craniale. Gli anni 90 sono stati molto difficili per me. Che c'è da dire
sui cazzari del Nevada, a parte questo? Niente, quindi passiamo avanti...
...al di là dell'atlantico, dove parlano con un saccente birignao da bocche i
cui denti ricordano Stonehenge dopo un uragano. I cavalieri di Leeds, signori!
E chissà che in questo futuro la reincarnazione di Brian Clough non scriva "I
maledetti Knights". Certo, il fatto che ci sia un irlandese chiamato Nigel
McLelland mi fa dubitare che gli autori del gioco abbiano mai avuto a che fare
con inglesi ed irlandesi. E mettendo da parte gli irlandesi con cui non ho mai
personalmente avuto problemi, li invidio un po'.
Los Angeles Shockwave, perché in California ci sono i terremoti! Ci avete
presente quando ci dicevano che i californiani vivevano nell'eterna attesa del
Big One, il grande terremoto che avrebbe distrutto tutto? A me questa cosa
faceva abbastanza paura, perché vivere nell'eterna attesa della catastrofe,
secondo me, non era un bel vivere. Ma era la solita esagerazione giornalistica
perché nel 1989 c'era stato il terremotone in diretta televisiva durante una
partita di baseball. Ma qual è il problema cutaneo di Joe Vanacher, giusto per
sapere? Sembra brutto.
Ah, ci sono pure i russi! La guerra fredda, giustamente, è finita, e nel 1997
si pensava ancora che i russi sarebbero diventati di ì a poco degli americani
un po' più slavi e pure un po' più slavati. Ha! Non avevano chiaramente preso
in considerazione la MISTERIOSA ANIMA RUSSA™, poveri stolti! La squadra ex
sovietica si chiama T-34, come i carri armati dell'Armata Rossa. Ci sta, visto
il carattere nostalgista della misteriosa anima russa che porta a mettere lo
Sputnik su qualsiasi cosa, dai vaccini alla sigla delle partite dei mondiali.
L'amico Iliuscia mi dice che il nome "Kalashnikov" è ormai troppo inflazionato
ed internazionale, e in effetti sta pure sulla bandiera del Mozambico.
Invece i tedeschi di Monaco di Baviera si chiamano "Sturmnacht" (l'ex
videogicatore deglutisce a fatica). A che cosa mai si starà riferendo, dico
io! Sarà mica un altro di quegli stereotipi basati sulla storia recente? Ma io
trasecolo, cari amici! Apprezziamo comunque che come simbolo non abbiano un
totenkopf o una croce di ferro, e apprezziamo come Hans Buchanan (cognome
teutonicissimo, questo) abbia tentato di scarnificarsi il riportino con un
coltello o qualcosa del genere. Poi viene da chiedere: questo è il futuro, se
ti staccano la testa poi te la riattaccano anche, ma non hanno trovato la cura
per la calvizie? La stessa cosa si potrebbe chiedere a proposito di Jean Luc
Picard, che però non è tedesco. Non è nemmeno francese, se pensiamo che
Patrick Stewart è inglesissimo e riesce a gestire il suo birignao in maniera
da non farlo sembrare odioso. Un'eccezione, davvero.
New York Glory, con Tony Guccione in squadra! Giustamente, a New York ci vuole
l'italoamericano. Peccato che non ci siano mai stati giochi di questo genere
che tiravano fuori gli italoitaliani. Caspita, persino in Ufo:Enemy Unknown i
nomi venivano generati a caso e non c'erano i nomi italofoni. Nel seguito
sottomarino invece sì, ma quello faceva cagare.
Seattle Fury. Che c'è di furioso in una città strapiena di hipster? Boh!
Avrebbe avuto più senso una squadra chiamata Seattle Risvoltins? Forse!
Passiamo oltre.
Altro stereotipo, i Tokyo Ronin. E devo dire che trovo rinfrescante che in
un'opera di fantascienza distopica fatta negli anni 90, i riferimenti al
Giappone e alla cultura giapponese si limitino a questo, che tra
l'eiaculazione collettiva per Evangelion che c'era ai tempi e l'azionista di
maggioranza di Star Comics che iniziava a tirare cocaina direttamente dal pube
di ragazzine con le orecchie da gatto, visti i soldi che stava facendo dai
manga, mi sarei aspettato qualcosa di più. Non mi lamento, ecco.
Toronto Crusade, e sinceramente se qualcuno mi vuole dire che cosa c'è di
crociato nei canadesi di Toronto per favore si faccia avanti. Uno dei tanti
vecchi con cui ero cresciuto mi raccontava di essere stato a Toronto,
pronunciata da lui Tòronto, e che la cosa che lo aveva colpito di più di tutti
era una chiesa che aveva un mosaico che ritraeva Lui (sì, proprio "quel" Lui)
e onestamente lì per lì non ci credevo, perché pur non essendo un vecchio
eccessivamente di merda, al di là delle sue discutibili nostalgie, aveva la
tendenza a spararle grosse. E invece, una rapida ricerca su internet, ed
eccolo là, "Lui" sul muro di una chiesa, però a Montreal. Quasi!
Apparentemente l'affresco (e non mosaico) fu fatto fare per celebrare i Patti
Lateranensi, ovviamente prima della seconda guerra mondiale, ed è ancora là,
suppongo, salvo che qualcuno non decida giustamente di dire "Ma la vogliamo
togliere 'sta porcata da qui?" scatenando così le lacrime dei peggiori nerd
reazionari eccessivamente online che tireranno, in estrema malafede, fuori
scuse come "ma allora così come faremo a sapere che sono esistiti i Patti
Lateranensi?"
E infine ci sono i polacchi! L'unico con la faccia veramente da polacco è
Vincent Whims, che non ha il nome particolarmente polacco, ma se è per questo,
pure "Donald Tusk" è polacco, quindi io che ne so? Comunque la squadra di
Varsavia si chiama "Imboscata" e sinceramente quando andai a Varsavia una
volta di imboscate non ne subii. Anzi devo dire che la città vecchia
(interamente ricostruita) non era nemmeno malaccio. Ero pure andato in un
ristorante che si diceva "di lusso" nascosto in un vicolo. L'imboscata era
stata il prezzo inaspettatamente alto per un arrosto di oca che era la loro
specialità. Meh.
Oh, abbiamo finito le squadre! Sempre sia lodato! Devo dire che tutto quanto
ha una caratterizzazione estremamente blanda, ma apprezzo il fatto che ogni
squadra abbia la sua arena, che è una specie di tubo ricurvo con degli
ostacoli seminati qua e là, e si suppone che prima di una partita studi le mie
tattiche basandomi sulla geografia del campo da gioco? Buona questa! Bambini,
tutti in coro, al mio tre: uno, due, tre... YAHAWHWHN.
Però una carrellata sui vari ostacoli e i vari oggetti di gioco ce la
facciamo. Veloce, però, che tutto sto blu mi ha stufato un po', no? In realtà
quello che volevo farvi notare è che si gioca cercando di schiaffare un
boccino dorato volante (in questo caso si chiama "Rok", un po' come "R'ox") in un cerchio alla fine di questa specie di emitoroide correndo ad alta
velocità con una specie di bastone in mano. Che cos'è? È IL CAZZO DI
QUIDDITCH, ecco che cos'è, si parlava di sport contemporanei, e forse la cosa
che più si avvicina a uno sport inventato negli
ultimi vent'anni
è proprio il "muggle quidditch", in cui ci sono degli adulti che saltellano
come dei deficienti a cavallo di scopette per un parco cercando di lanciare
una boccetta in un cerchio. Mamma mia. Io mi sforzo a non giudicare, però
mamma mia.
Cioè io mi immagino che questa gente sia quella che poi quando parla di
politica su Twitter (altra attività estremamente deplorevole) si riferiscono
ai personaggi da loro odiati come "colui-che-non-deve-essere-nominato" e
amenità varie, e pensate che vita può essere quella in cui ogni metro di
paragone per l'esperienza del mondo reale è basato su un romanzo che definire
"young adult" è espansivo! O forse è Twitter che fa marcire il cervello di chi
lo usa al punto da fargli fare i vermi. In tutto questo che c'è da dire sui
vari ostacoli? Boh! Ce ne sono alcuni che fanno male, altri che servono a
moltiplicare il punteggio nel caso di un gol, altri ancora che rendono letale
il notro Rok in modo che se colpiamo qualcuno lo ammazziamo (ma
temporaneamente) e altre vaccate per allungare un po' il brodo. Non sono
entusiasta.
Quello che invece potrebbe avermi entusiasmato all'epoca era il fatto che ogni
squadra aveva dei giocatori differenti, non solo nella texture della
maglietta, ma proprio nel modello. Poi che definire il modello "low-poly" sia
un grandissimo eufemismo è altrettanto vero, perché sono estremamente basici
nella definizione, e a volte manco paiono esseri umani. "È una scelta
stilistica" si parò il culo l'autore del gioco, prima che venisse implementato
il supporto alle Direct3D, che permetteva le texture. E infatti io gioco a
quella versione, perché la versione spoglia è veramente spoglia per l'epoca, e
seppure abbia un'estetica molto particolare, tutta la fecale stampa di settore
diceva "Che merda! W la 3dfx e che la fustigx!". Tranquilli, la versione
originale la vedremo alla fine, se mi ricordo. Promesso.
Allora, scegliamo gli Houston Lone Star perché hanno 9 come valutazione a
livello di squadra e perché non posso pensare a una barzelletta che aveva del
potenziale ma che non sono mai riuscito a rendere bene. Allora, un uomo va in
Texas e deve andare in farmacia per prendere alcune cose che ha dimenticato.
Come prima cosa chiede uno spazzolino, e il farmacista, col cappello da
cowboy, gli porta uno spazzolino lungo un metro e pesante 15 kg. "Mi scusi
signor farmacista - chiede l'uomo - ma perché quello spazzolino enorme?" "Eh
ma perché qui in texas tutto big, tutto grande" (immaginatelo pronunciato con
l'accento masticato da John Wayne o simile stereotipo di vaccaro
nordamericano). Dopodiché l'uomo chiede delle aspirine e il farmacista gli
porta un pallet con una scatola di aspirine da 50.000 pastiglie "Eh ma qui in
texas tutto big, tutto grande. Serve altro?" e allora l'uomo intimidito dice
"in realtà volevo delle supposte ma siccome tutto big tutto grande allora
meglio di no". Ora, io ci avevo provato a raccontarla facendo la vocina
sfiatata da fantozzi alla fine (fare fantozzi era il passaporto per la
simpatia e la popolarità alle elementari) e capisco il concetto che c'è
dietro, ma non sono mai riuscito a girarla in una maniera che abbia la vis
comica sufficiente. Mi aiutate? A parte questo, scegliamo la modalità
campionato (gauntlet) in cui bisogna vincerle tutte (vincere! Non pareggiare!)
e se ci muore un giocatore, resta morto fino alla fine del campionato.
Calcio d'inizio, se così si può dire! il Rok viene lanciato trasversalmente al
tubo ricurvo e con un saltino molto aggraziato riusciamo ad appropriarci del
Rok, passando peraltro sugli spalti, ma il pubblico sembra non filarsi la
cosa, anche perché sono dei puntini microscopici. Peccato che proprio lì sopra
il nostro avversario, un blackjack di Las Vegas, ci calpesti. I due giocatori
hanno una barra di energia che cala, ma cala abbastanza lentamente, per
fortuna. Intanto abbiamo perso il Rok...
...Rok che riprendiamo subito dopo, per poi raggiungere la porta avversaria,
che è un buco nel muro. Certo, possiamo salire fino a un certo punto, ma la
gravità è gravità amici! E complice una spallata del portiere avversario,
finisco contro il muro, poi la telecamera è ubriaca, poi precipito con il culo
per terra. Non male, ex videogiocatore! Questo però nel sogno non succedeva.
Altro Rok recuperato, altra gambizzazione. Penso anche di aver beccato un
bonus o qualcosa, perché ora al posto della solita semplice lametta/mazza da
hockey, ho una strana escrescenza verde. Magari è un arto di qualche
avversario che ricrescerà? Forse! L'azione è purtroppo molto confusa, ma non
questa azione in particolare, l'azione del gioco in generale. Però le texture!
L'accelerazione 3D!
Nell'Hyperblade non c'è il fuorigioco quindi una tattica interessante è quella
di stare attaccati al buco della porta un po' come ... come... ok, mi vengono
solo in mente metafore sconce e disgustose. Immaginatevi una ventosa che sta
attaccata a un buco e ecco, faccio pure io così. Allora: innanzitutto possiamo
dire che quell'appendice rossa e nera alla nostra lama è un moltiplicatore,
perché in basso a sinistra vedete, scritto coi font di default di Windows, un
piccolo "X2". Dopodiché, gira e rigira, il nostro omino si muove in maniera
convulsa e inconsulta e va verso centrocampo. Apparentemente abbiamo fatto
gol! Ci credereste? Ci credo perché vedo il 2 a 0 di sotto, ma se mi chiedeste
di rifarlo, ecco, fischietterei guardando altrove.
Fine primo tempo (su tre) e nel frattempo ci sorbiamo pure la pubblicità
surreale, non dissimile come stile da quelle che avremmo potuto vedere nel
primo Robocop, no? Il barbecue nucleare. Oh, è più gradevole della "Beerra bonna, la birra della Fillandia", che a tutt'oggi ancora non ho capito a che cosa si riferisse. Purtroppo uno degli autori di quel gioco, che ha postato un commento non troppo lusingato in questa sede, non ha voluto elaborare..
Secondo tempo, e sembra che abbia preso la deplorevole abitudine di andare a scomaccarmi contro tutti gli ostacoli presenti sul campo da gioco, non saltandone nemmanco uno. Fortunatamente la barra dell'energia scende lentamente, e voglio in questa sede fare presente che il giocatore da noi controllato viene selezionato manualmente, non viene automaticamente attivato in base a chi ha la palla come nella stragrande maggioranza dei giochi di calcio. Tutto questo è molto interessante e riesce bene se la squadra è fatta di due giocatori (in effetti lo aveva già fatto Kings of the Beach, ma in maniera ancora più radicale, nel senso che tra Smith e Stoklos si poteva scegliere solo nel menu principale). Con undici giocatori, diventa un po' confusionario. Però è bello come concetto: prima di tutto evita che il giocatore si senta sempre al centro dell'attenzione, e in secondo luogo ci costringe a lavorare per la squadra. Oh, è una bella dinamica. Purtroppo è resa così com'è.
Va detta una cosa a favore del gioco: i vaffanculi te li strappa quando il Rok ti viene fregato di mano. Ora, questa è una cosa positiva nel senso che si crea una forma di coinvolgimento. Un po' meno positivo è il fatto che il vaffanculo è anche derivato dal fatto che il rok mi è stato fregato di mano principalmente perché non capivo un cazzo dell'azione e stavo fondamentalmente pigiando i tasti a caso. Oh beh!
Tafferuglio in mezzo al campo, e poco dopo tutti paiono particolarmente scoglionati di fronte all'ipotesi di appropriarsi del Rok. Magari sono andati a picchiarsi, chi lo sa. Io mi sto girando in continuazione in tutte le direzioni con il risultato che mi si scombussola un pochino lo stomaco (e temo che mi vedrò costretto a dare il tag "conato", perché pure mia moglie, guardando lo schermo, mi ha chiesto "Ma non ti dà fastidio?"). Però magicamente ritrovo il boccino perso in mezzo al campo e imposto una nuova azione. Non necessariamente "dal basso", come va tanto di moda nel calcio moderno, in cui la palla lunga per Kennet Andersson che spizzicasse di testa alla seconda punta è vista come un pezzo di antiquariato, ma oh, almeno quando la lanciavano in avanti per l'uomo di Eskiltsuna io tiravo un sospiro di sollievo perché sapevo che non sarebbe arrivata la cappella di qualche difensore a regalare un'occasione d'oro agli attaccanti avversari. Ma io sono all'antica.
Ah beh, questa è buona! Mentre stavo beccando ogni ostacolo possibile immaginabile, l'altro mio compagno di squadra uccella agilmente il portiere di Las Vegas e siamo sul 3 a 0 perche non aveva nessun moltiplicatore! Bellissimo. Detto questo la partita finisce poco dopo e con la pubblicità dei caschi "Hellmet" (ne so quanto vuoi) si passa al turno successivo. Direi che gli obiettivi che mi ero dato sono raggiunti, ma vediamo chi ci capita più tardi...
Orcamiseria, sono i figli dell'incesto di Leeds! L'irritazione è tale che mi rompo subito i coglioni e vado a prepararmi qualcosa da bere.
Poco dopo..
Ah bene, ci voleva. Ci rechiamo al cupolone nel mezzo dell'isola dimenticata dall'ortodonzia moderna e iniziamo le sberle con hockey annesso...
...e mò che è successo? Non ho idea di che cosa ho premuto, ma mi è pure comparso lo specchietto retrovisore. Uno si aspetterebbe che una cosa del genere fosse di serie sulla nostra armatura, e invece! Non lo so, amici, ma importa?
Si vede che sono demotivato? Anche qui, come a Las Vegas, ho provato a fare il salto con sberla del boccino nella buca, e invece niente. Però il volo che faccio è molto spettacolare, e uno direbbe che una cosa del genere, in un gioco che in teoria dovrebbe essere il passatempo delle masse del futuro, avrebbe scatenato almeno una forma di premiazione da parte del gioco, o almeno di qualche rinforzo positivo tipo una bella sovraimpressione con su scritto "Bella Vez!". Eppure, per un gioco che si pone come spettacolare, c'è ancora poca carne al fuoco, come se avessero creato un bel tech demo per fare i fighi con le direct3D e non avessero creato la ciccia da mettere su questo scheletro. Ed è un peccato, perché fatti salvi i controlli fastidiosi e il fatto che l'atmosfera non coinvolge neanche un po', nascosto da qualche parte qui ci sarebbe un bel nucleo di gioco. Ma il resto manca, ciò (come dicono in Romagna)
Finita la partita con i minuti di recupero che consistono in due figli dell'endogamia britannici (più il presunto irlandese col nome da stronzo) che a turno mi prendono a sberle. Vabbè, ragazzi, la delusione è forte, e anche un vago senso di nausea non aiuta. Direi di chiuderla qui, se non fosse che avrei da farvi vedere esattamente com'era il gioco senza le Direct3D, ovvero com'era previsto inizialmente. Vediamo? Rapido, prometto.
Eh! Devo dire che non è poi così male. Cioè, è scarnissima, ma visto il resto del gioco, ha quasi più senso che la versione pompata ex-post con le texture e l'antialiasing e tutte queste cose che facevano venire nei calzoni Reynaud e soci. In effetti, se non era sulla fecale TGM era sulla fecale PC Game Parade (ho comprato pure quella, che ci crediate o no) che dicevano quanto fosse insignificante la modalità software rendering. Io trovo che abbia il suo stile (era quella con cui avevo giocato al tempo, salvo riprovare il gioco quando in seguito presi un computer con la scheda acceleratrice 3D (non chiedetemi quale: non ne ho la minima idea. Una Matrox costava troppo, e idem le nVidia. O era una allora rustica ATI Rage, o una sottomarca col chipset Voodoo 1). Sarà che inizialmente il gioco era stato concepito così, e la modalità accelerata è una pezza messa in seguito perché gli emuli del Pastore lo avrebbero preso per fare benchmark della loro schedina nuova nuova? Io penso di sì, ma molto spesso io penso male. E a pensar male, lo sapete.
Dunque? Eh, niente. Ho fatto il fenomeno snobbando Speedball 2 per questo gioco, e ora la pago con un po' di schifetto in bocca. Però questo gioco è stato il pioniere di un aspetto del gaming che in molti al giorno d'oggi sottovalutano: senza Hyperblade a dire che si poteva fare i fighi con la grafica 3D in modalità nativa su Windows 95, probabilmente gli sviluppatori avrebbero tenuto in vita il DOS ancora per un po', o meglio ancora i giochi sarebbero stati più bidimensionali, con il mio stomaco che ringraziava! Nah, che cosa mai vado dicendo. Non fosse stato Hyperblade sarebbe stato qualcun altro, e la metaforica polluzione collettiva delle fecali riviste di settore sarebbe stata comunque la stessa. Prossimo gioco!
È merda? Sì. I controlli sono confusionari, la grafica 3D accelerata, allora una vera novità rivoluzionaria, è invecchiata maluccio. Paradossalmente ha più senso la modalità senza texture, ma allora diventa confusionario pure ciò che si vede. L'idea sarebbe buona, ma è realizzata proprio a mò di proof of concept, come dicono quelli fighi. Un demo di quel che si può fare con le direct3D che è stato impacchettato e venduto, e onestamente non so i dati di vendita di Hyperblade, ma visto quanto era stato pompato dalla fecale stampa di settore non mi meraviglierei se avesse venduto bene. Bah! Ci rigiocheresti? No.
"Io personalmente questo non lo trovo uno sport, perché mi piace pensare che lo sport richieda un certo quantitativo di fatica fisica e almeno qualche centilitro di sudore secreto da chi lo pratica."
infatti io non ho mai considerato il golf uno sport. nemmeno fare la fatica di passeggiare tra una buca e l'altra perché molti usano le verture elettriche, e nemmeno la fatica di portarsi in giro la sacca perché hai il caddy...
Vado offtopic riguardo all'articolo, ma restando on topic sul tema del blog, ti consiglio questa riflessione di Wesa su "I bei tempi erano belli ? Che fare della nostra infanzia ?".
"Io personalmente questo non lo trovo uno sport, perché mi piace pensare che lo sport richieda un certo quantitativo di fatica fisica e almeno qualche centilitro di sudore secreto da chi lo pratica."
RispondiEliminainfatti io non ho mai considerato il golf uno sport. nemmeno fare la fatica di passeggiare tra una buca e l'altra perché molti usano le verture elettriche, e nemmeno la fatica di portarsi in giro la sacca perché hai il caddy...
Sul golf, penso che siamo allineati alla descrizione che ne fa George Carlin e che riporto all'inizio dell'articolo su World Class Leaderboard.
EliminaVado offtopic riguardo all'articolo, ma restando on topic sul tema del blog, ti consiglio questa riflessione di Wesa su "I bei tempi erano belli ? Che fare della nostra infanzia ?".
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=dRHo5QoXNIA
Se ne hai voglia, poi mi dici che ne pensi.
Il solito anonimo Amighista.
Ehm, mi sa che ci vorrà ancora un po' prima che ti dia feedback, quel video è lungo e non ho la stamina per vedermelo tutto.
Elimina