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lunedì 6 aprile 2020

Season of the Sakura (Prima parte)

Ci ho provato, come tutti quanti. Sarei un ipocrita se dicessi che io ero superiore e cercavo di emanciparmi dalla mania che sembrava prendere piede. Era il tardo 1996, aveva fatto la sua comparsa nella cultura di massa TMC2, che come ragione sociale aveva "I GIOVANI". Che detta così non è né più né meno che le stronzate scritte da "Baby Boomer" di certi giornali odierni, sedicenti seri, a proposito di un mondo, quello delle generazioni successive, che non solo non capiscono, ma che velatamente pure odiano. Niente dice "declino" come il giornale di Confindustria che cerca di capire come la pensano i giovani.

Il declino
E insomma, nel 1996 Videomusic era diventata TMC2, parte di un esperimento da parte di un Cecchi Gori non ancora consumato dal complesso di Edipo e dalla cocaina. Nella visione di Cecchi Gori, TMC2 era parte del terzo polo televisivo nazionale che mirava a strappare il pubblico "giovane" ad Italia 1 con servizi "profondi", appunto, su "Dove hanno sbagliato i giovani" o "Ancora alcuni tra i più grandi sbagli dei giovani", e "Ma chi sono poi questi giovani, in fin dei conti?"


Questi antesignani della patetica rubrica "Lucignolo" di Italia 1 (a proposito, esiste ancora?) avevano la caratteristica di essere scritti e prodotto da gente vecchia dentro, la quale però aveva fatto la furbata di scrivere "giovane" nel campo "professione" sulla carta d'identità. Sto parlando di gente tipo il noto complottista Ivo Mej, un mestierante televisivo (nonché futuro conduttore della sfigatissima trasmissione su giovani&videogiochi chiamata "Altromondo") il quale vantava un passato di autore presso l'Almanacco del Giorno Dopo. L'Almanacco del Motherfucking Giorno dopo, capito? Come si può pretendere di essere giovani se si scrivono i testi per l'Almanacco del Giorno Dopo?

È FINITA LA COMEDIA
Ok, sto divagando. Scusate. E in tutto questo contesto di giovani moderni c'erano di cartoni giapponesi (iniziati in realtà nel 1995 con il contenitore Go-Cart della prima Telemontecarlo). Se Italia 1 aveva Alessandra Valeri Manera, che pretese giovani non ne aveva ma era una grandissima paracula e sapeva cosa voleva il suo pubblico, Il network TMC puntò sui puristi, importando anime che la Fininvest/Mediaset non voleva pubblicare per evitare le ire delle associazioni dei genitori guidati da un'iperreazionaria Vera Slepoj inebriata dalla risonanza mediatica donatale dalle affermazioni che Sailor Moon faceva diventare i ragazzini (iddio ce ne scampi!) degli "uomisessuali".

"Nel mio palinsesto non tollero uranisti"
Bah! Che stronzata. Lo sanno tutti che i maschietti eterosessuali guardavano Sailor Moon perché nella sequenza di trasformazione si vedevano le sagome delle tette, che per certe cose, si sa, tutto fa brodo. Io Sailor Moon non lo guardavo in seguito alla scettrata "in nome della luna" che mia sorella, spinta dall'emulazione verso l'eroina vestita alla marinaretta, mi tirò nei coglioni. Ma sto divagando di nuovo.

Dicevo: su TMC2 c'era l'immancabile Ken il Guerriero, che finalmente riuscivo a vedere perché Rete 7 non si prendeva a casa mia a causa di un albero che ci copriva l'antenna e cercavo di capire cosa ci trovassero i miei compagni di classe di così fico: l'ultraviolenza era comunque censurata, gli uomini che esplodevano erano silhouette e il sangue era bianco. Bah! C'era Ranma 1/2, che anche lì le sbirciate alle tette c'erano, e tanto bastava per creare l'hype. Altri non me li ricordo. E dunque? E dunque torniamo alla frase iniziale. Io ci avevo provato a farmeli piacere, i cartoni giapponesi che sembravano vivere una seconda giovinezza nei palinsesti del tempo, ma al di là di Holly e Benji difficilmente andavo. A un certo punto mi trovai un sacco di gente attorno a me che era diventata improvvisamente esperta in materia e tesseva le lodi di quella nuova forma d'arte, dai capolavori come Akira e Devilman fino a Ghost in the Shell e quella roba che in quel periodo stava spaccando il culo in Giappone e che un mio compagno di classe che si definiva otaku con orgoglio non vedeva l'ora che arrivasse in Italia (Sto parlando ovviamente di Neon Genesis Evangelion. A pensarci col senno di poi, trovo strano che nel 1996 non si facessero particolari panegirici a favore dell'onnipresente Miyazaki). E ci provai a guardarli, giuro che ci provai, cercando di spogliarmi da ogni possibile pregiudizio. Ma proprio non ce la facevo a farmeli piacere.

E nemmeno avevo idea che avrei potuto rischiare di diventare così (notare anche lo sconforto nell'espressione vitrea di Miyazaki, che sugli otaku ha un'opinione ancora più dura della mia)

E insomma, ci avevo questo mio compagno di classe, con cui poi anni dopo smettemmo di parlarci perché eravamo entrambi un po' stronzini e decisamente incompatibili caratterialmente, al tempo ci andavo piuttosto d'accordo (veniva dal Vecchio Paese pure lui e prendevamo l'autobus assieme). 'Sto tizio era sempre stato considerato quello strano in un posto come il V.P. Successivamente avrebbe suscitato scalpore facendosi etichettare come satanista perché ascoltava - orrore! - Marylin Manson e siccome in quel periodo già ci stavamo cordialmente sulle palle, essendo lui il diavolo io ero stato dipinto come "l'acquasanta", il chiesaiolo bigotto. Che stronzata! Sanno tutti benissimo che sono un medio peccatore, a differenza di La Pira, che era un santo.

Ma sto divagando. Insomma, ai tempi, spesso capitava che andassi a casa di 'sto qui: una gran bella casa, peraltro, perché in famiglia avevano i sciòldi, i quali ben si accompagnavano a  un orientamento politico che non riconosceva il PDS post-Bolognina abbatanza di sinistra, accasandosi intorno al Movimento Umanista o altra roba extraparlamentare. In camera, questo mio amico aveva appeso ai muri della cameretta dei disegni di Goku di Dragonball con la scritta "100% OTAKU".  Io quella parola la conoscevo perché l'avevo letta su "SETTE", l'inserto del Corriere della Sera, e sapevo che significava "disagiato", e tra me e me dicevo "andiamo bene". E dunque, inzaccheriamoci un po' nel disagio e andiamo a vedere qualcosa di molto otaku, cercando di ricreare e sconfiggere il senso di incomodo che già al tempo mi aveva accompagnato. Sigla!


Insomma, tutta 'sta storia che ho scritto finora, che c'entra col gioco di oggi? Correva l'anno 1999, io ero stato il primo della classe ad ataccarsi a internet, e questo mio compagno di classe, che internet non ce l'aveva perché era troppo globalista/neoliberista, non vedeva alcun problema ad andare a scrocco, e quindi sapendo la mia attività di cacciatore di abandonware (e fidatevi che nel 1999 non era proprio semplice *Vecchio di Merda intensifies*) mi chiede di reperirgli questo Season of the Sakura. Al tempo uno dei canali canali di smercio di roba non troppo mainstream erano le chat di IRC, e effettivamente trovai 'sto gioco in un canale tipo #abandonware. Il bot che spediva 'sta roba prese immediatamente vita e il tizio che lo gestiva mi si complimentò perché ero un vero e proprio intenditore, consigliandomi pure di tirare giù altra roba del genere. Addussi la scusa che avevo ancora la TUT (non era vero, ma chi avrebbe controllato?) e un modem 56k e che era già tanto che tiravo giù Season of the Sakura.

Una volta scaricato lo zippone, diverso tempo dopo (ovviamente scaricavo altra roba in contemporaneo) e sapendo che nonostante i miei pregiudizi, era comunque un eroge (crasi di erotic videogame), un hentai (porno, per i barbari occidentali), insomma, un gioco che si vedon le tette, che cosa vuoi, non guardarci? Quindi dopo essermi blindato in camera con l'alt-tab pronto, provo a vederlo e mi parte 'sta cagata che vedete qui. I ciliegi (i titolari sakura, che peraltro costeggiano un viale vicino a casa mia) sono in fiore anche quest'anno. Io la guardo... lei mi sorride.... i miei coglioni cascano sotto il livello del mare.... ma che cazzo è 'sta merda ? Cioè già lo stile manga mi piace il giusto, io scarico un porno su commissione e mi salta fuori Candy Candy?

"Ma no, è un gioco bishoujo! Una visual novel con risvolto eroge!" mi disse l'indomani il mio compagno di classe. "È come Marmalade Boy, ma hentai!"
"Marmalade Boy, e sarebbe a dire...?"

"Ah sì, io la chiamo col suo titolo originale, ma in Italia è Piccoli problemi di cuore. Però hentai."

reazione interiore dell'ex videogiocatore
Cioè io avevo sacrificato preziosissima banda dial-up per tirare giù una specie di cartone animato per ragazzine ma con qualche rara scena di coito? In effetti avevo dimenticato l'avvertimento del mio amico Ivano (che non era alle superiori con me) che mi disse di aver visto il suddetto otaku in biblioteca cantando a squarciagola la sigla del precedentemente menzionato Sailor Moon. Oh, de gustibus, d'altra parte non aveva sorelle dalla scettrata nei coglioni facile. Ciononostante il gioco lo provai, che con il tempo che avevo speso a tirarlo giù magari per la cosiddetta "Fallacia dei Costi Sommersi" sarei riuscito a farmelo piacere.


Il menu principale non promette bene. Troppo rosa! Io, che come tutti i maschietti eterosessuali di 17 anni timorosi del giudizio della Slepoj non volevo saperne mezza di guardare i cartoni da femmine, ci avevo sul mio pesantissimo schermone a tubo catodico (diciannove pollici, mica cazzi) una roba tutta rosa con una, due, tre, quattro...otto ragazze disegnate in stile manga? Mi sentivo caduto proprio in basso. Oh beh, vediamo un attimo l'introduzione dei personaggi, visto che i nomi giapponesi sono al terzo posto nella classifica dei tipi di nomi che mi causano confusione nella percezione dell'intreccio di un romanzo (al secondo posto ci sono i russi, e al primo posto ci sono quelli di Game of Thrones).


Ah ti pareva, il costumino alla marinaretta. Si può essere più stereotipati di così? Abbiamo anche la scheda con alezza, peso, misure e il gruppo sanguigno, che in Giappone credono che abbia un'influenza fondamentale sulla nostra personalità, un po' tipo il segno zodiacale in Occidente. Va anche detto che 'sta stronzata del gruppo sanguigno ha ispirato diete trendy in Italia, che consigliavano cibi differenti per ogni gruppo sanguigno, tutti accomunati dal fatto di essere cibi molto sani. Ma dai! グラツィエ・アル・カッツォ!
Comunque questa ragazza è Reiko Sawamura, studente del terzo anno. Terzo anno? Terzo anno di liceo, presumo, dunque 17 anni? Mh! Sento delle sirene in sottofondo.La caratteristica di Reiko è "Nuota e ha le tette grosse". Ok! Mi sembra un sufficiente character development.


Dopodiché c'è Kyiomi Shinfui, che è la classica precisina (si vede dagli occhiali) appassionata di baseball, ama fare piani, ed è studentessa del primo anno. Primo anno, eh?

Ué capo
Si sa che la pornografia giapponese è molto più lasca di quella occidentale per quanto riguarda l'età, un po' perché "si è sempre fatto" e un po' perché quando MacArthur occupò il Giappone, vide i giornalini che circolavano e disse a Hirohito "oh vez ho capito che ti piace la pataffiola fresca (brutto pervertito schifoso con l'orologio di Topolino) e ok che vogliamo che mettiate la libertà di parola nella costituzione nuova (quella in cui dichiarerai che non sei discendente del dio sole) però le minorenni no dai cazzo, state cagati vez" Hirohito disse "Hai" e finì che negli Hentai c'erano ancora le minorenni, ma con i genitali censurati da pecette nere o dall'effetto mosaico.


Ecco, tipo Mio Suzuki, giovane talento del tennis figlia di un fuoristrada e di un formaggino, se questa è maggiorenne io sono nigeriano. Il timbrino rosso sulla scheda è dovuto al fatto che nella versione del gioco che ho scaricato chi ci aveva giocato prima di me ci aveva fatto tutt'e'ccos', perché sulla scheda poi compare il menu che permette di rivedre la sequenza finale. PASSO!


Shoko Nishino, anche con lei il precedente giocatore ci aveva messo il timbro sopra. È la ragazza del club calcistico, sciocca e un po' zoccola (perché per gli otaku il calcio sono ventidue stupidi miliardari in calzoncini che corrono dietro a un pallone), un po' tipo la fidanzata di Julian Ross che si dichiara disposta a praticare una fellatio a Holly se lascia vincere la Mambo del suo morosino con il cuore malconcio. Holly va un po' in crisi ma poi si ricorda che a lui il pomello glielo lucida già Tom Becker (siamo tutti d'accordo su questo, no?) e con la sua espressione vacua (ma quale personaggio di fumetti giapponesi non ha l'espressione vacua e l'occhio vitreo, dico io) va a vincere la partita prendendo Julian a pallonate nei ventricoli. "Grazie Holly, mi hai fatto sentire un calciatore come tutti voi" dice Julian in barella mentre a bordo campo l'A.I.D.O. si accinge a procedere all'espianto degli organi ancora funzionanti. Perché sto parlando di tutto questo?


Ruri Shitsumizu, no Shiromizu, vabbè, come cazzo si scrive. La tipica ragazzetta giapponese coi capelli corti blu e dall'indole introversa e... ehi un momento! Io sono abbastanza baby boomer (internettescamente parlando) per ricordare una cosa del genere. Un secondo eh!
Poco dopo.

Porca miseria! Ruri è Rei Ayanami di Neon Genesis Evangelion! Me li ricordo tutti i falliti di 4chan (quando era sì una fossa biologica , ma non a questi livelli) che ci si stracciavano le vesti consumandosi il pisello a furia di strofinarselo per 'sta tizia depressa con lo sguardo che ho io quando mi tiro su dal letto alle 4 perché non riesco più a dormire, per quanto lo voglia con tutte le mie forze. Vediamo che dice Wikipedia a proposito di 'sta stronza (l'ex videogiocatore apre un articolo di wikipedia su un personaggio di cartoni giapponesi che è lungo quattro volte un articolo su una cosa seria e si dispera)

Molti critici hanno ricondotto al grande successo di Rei l'origine del cosiddetto «fenomeno moe (l'attrazione o l'amore per un personaggio della fiction fumettosa o videoludica)», con la creazione di personaggi secondo precise caratteristiche stereotipate, facilmente riconoscibili e consumabili dal pubblico otaku. Secondo il ricercatore e critico culturale Hiroki Azuma, questo fenomeno non è da ricondurre alla diretta influenza di Evangelion o di Rei. Nonostante l'enorme successo di Rei, di personaggi femminili a lei simili e il loro ampio uso nel mercato dei fumetti, degli anime e delle fanzine, a influenzare i produttori non fu il personaggio, «ma il cambiamento dei canoni moe della subcultura otaku da lei causato»

E insomma alla fine della fiera voglio strapparmi le palle a morsi.


Dopodiché abbiamo Aki Hinagiku, che è la ragazza coi capelli rossi e incazzosa e ... ehi. Un istante.

Poco dopo.

Ma porca merda! Questa è un'altra scopiazzatura di un personaggio di Evangelion, tale Asuka Langley! Ma quindi le altre tizie di cui ho parlato prima sono pure un ersatz di qualche altro prodotto subculturale giapponese? Un attimo che controllo...

Poco più tardi.

Ah sì! Le tre grazie (Reiko, Kiyomi e Grazialcazzo detta Mio) sono una scopiazzatura del noto manga "Magic Knight Rayearth", che apparentemente facevano vedere anche su Italia Uno, e quando chiesi al mio compagno di classe otaku con che nome lo mostrassero, lui rispose tra i denti "una porta socchiusa ai confini del sole" e a questo punto mi piaceva pensare che A.V.Manera, stufatasi delle frignate degli otaku che si lamentavano che Fininvest rovinava l'oggetto della loro idolatria, avesse detto "Vaffanculo, sapete che c'è? Gliela dò su, stronzi, fatevi una vita" e avesse mandato tutto in vacca.


Seia Yoshida, che non solo è minorenne, ma vuole pure fare la suora! Fantastico, gioco! Prossimo passo qual è, Serafino Profumo vestito da gerarca delle SS che prende a frustate  nelle palle il protagonista? Ok che Mai dire Banzai ci insegna che la massima gioia della cultura giapponese è soffrire, però diamine.


E infine c'è Meimi Nakano, che vuole lavorare al circo. Quando ero alle elementari una settimana all'anno ci trovavamo in classe un ragazzo circense, e mi faceva una pena incredibile, perché cambiando scuola ogni settimana cosa cavolo imparava? E soprattutto, rinunciava a un'istruzione strutturata per quella che è un'arte in via di estinzione? Sì, menatemi pure il torrone che il Cirque du Soleil fa sempre il tutto esaurito, ma qui parliamo di gente che andava in giro e faceva fare numeri patetici a un leone spelacchiato, deungulato e probabilmente pure castrato. Bah! Comunque leggo su Wikipedia che Meimi e Seia sono "ispirate" alle protagoniste del manga Saint Tail, che in italiano è Lisa e Seya - Un solo cuore per lo stesso segreto. Protagoniste che nel cartone hanno 14 anni. E quindi questo gioco è diretto a uomini che si sono consumati i pendagli guardando cartoni animati per ragazzine dando loro la possibilità di immedesimarsi in un vincente superdotato (ci arrivo) che va a scuola con tutti questi idoli. Da questo punto di vista lo trovo agghiacciante. Ma, a posteriori, piuttosto prevedibile. E ora ve lo spiego!

Cazzo no, non di nuovo

Si parlava prima del fenomeno "Moe", l'amore verso personaggi fittizi dell'arte giapponese. Questo pare andare di pari passo con l'estetica "Kawaii", basata su quelli che Konrad Lorenz chiamava "segnali infantili", ovvero i tratti somatici dall'aspetto bambinesco. (ne ho parlato in dettaglio qui). Com'è possibile che l'attrazione sessuale (perché diciamocelo, in questo gioco sotto sotto l'obiettivo è chiavare) vada di pari passo con lineamenti e atteggiamenti da minorenne? E soprattutto, perché c'è così tanta gente in Giappone (e fuori) che giocando a 'sta roba non gli fa male la faccia per l'espressione schifata che mantiene per tutto il tempo? Una risposta plausibile ce la fornisce lo psicologo ungherese Sándor Ferenczi, un contemporaneo di Freud noto principalmente per un articolo molto controverso, "La confusione delle lingue tra l'adulto e il bambino. Il linguaggio della tenerezza e della passione". Bene, 'sto articolo mandò in bestia Freud, che fino ad allora era stato superamico di Ferenczi, e i due non si parlarono più (per poco, visto che dopo qualche mese Ferenczi passò a miglior vita). Insomma, che cosa dice questo articolo? 

BFFs
Tra le varie cose, Ferenczi, che aveva studiato i traumi dovuti a violenza sessuale all'interno delle famiglie, intuì che c'era un registro di comunicazione dell'affetto differente tra adulti e bambini, le cosiddette lingue. I bambini parlano la lingua della tenerezza, ovvero richiedono le manifestazioni d'affetto, le coccole, i baci, tutte manifestazioni d'attenzione sana e che dice al bambino "io ci sono e ti voglio bene", perché per il bambino l’essere solo, senza la protezione della madre o di altri, senza, cioè, un rilevante quantita­tivo di tenerezza, è una condizione insopportabile.  Ferenczi osserva come i bambini, quasi senza eccezione, giochino a sostituirsi al genitore del proprio sesso per accoppiarsi al genitore di sesso opposto. Ma è una fantasia, nella realtà non possono fare a meno di quella che, appunto, Ferenczi chiama "tenerezza", ovvero un amore oggettuale passivo, privo della componente erotica. Ma questo gioco 

[...] "può  assumere  forme  erotiche,  pur  rimanendo  al  livello  delle  manifestazioni di tenerezza. Ma le cose vanno diversamente quando l’adulto ha delle tendenze patologiche, specialmente se il suo equili­brio  e  il  suo  autocontrollo  sono  alterati  da  qualche  disgrazia  o  dall’uso di sostanze che ottundono la coscienza. Allora egli scambia gli  scherzi  del  bambino  per  desideri  di  una  persona  sessualmente  sviluppata, oppure si lascia andare ad atti sessuali, senza valutarne le conseguenze. Sono all’ordine del giorno effettivi atti di violenza su bambine  che  hanno  da  poco  superato  la  primissima  infanzia, atti  analoghi di donne adulte su bambini di sesso maschile, e, natural­mente, anche violenze di natura omosessuale." (Ferenczi, 1932)

Quello di cui Ferenczi non teneva conto è che non è che l'equilibrio può essere solo alterato da disgrazie o da droghe.

Peraltro Ferenczi non poteva immaginare che esistessero persone che hanno l'equilibrio alterato dal non uso di droghe.

In uno dei primissimi articoli-pippone psicologico con cui ammorbo il mio pubblico, scrivevo :

[...] "un bambino ha bisogno di certezze. Ha bisogno di qualcuno che gli dica tu sei agitato perché succede questo, non di un genitore egoista che tratti il figlio come un principino e che cerchi di schermarlo da ogni guaio, né di un genitore che fa il fenomeno atteggiandosi a vissuto, dicendo eh! Prenditi un po' di sprangate nei denti dalla vita che ti sviluppi" (Ex Videogiocatore, 2017)

Perché un bravo genitore insegna ai figli a tradurre le emozioni, razionalizzandole, dicendo loro che cosa gli sta succedendo e spiegando loro come si viene a patti con queste emozioni, che ci sono e non possono essere soppresse. Altrimenti, il bambino cresce, diventa adulto, e non ha un vocabolario per tradurre le emozioni in concetti a lui digeribili. Non è in grado di leggere il linguaggio del corpo, non coglie il sarcasmo (o lo fa nei momenti inopportuni) e soprattutto scambia la ricerca di tenerezza per attrazione di tipo erotico.

Inevitabile
Ora, da un lato abbiamo un'estetica che ispira tenerezza o ricerca di tenerezza. Dall'altro lato abbiamo una cultura collettivista come quella giapponese, in cui le emozioni sono percepite come una conseguenza della relazione tra il gruppo e il singolo. Il problema è che le relazioni sono qualcosa di incredibilmente codificato e ingessato e pieno di possibilità di essere sconveniente! Le emozioni che che riflettono il sé interiore non possono essere separate dalle emozioni collettivizzate a livello di gruppo. Dunque l'espressione delle emozioni è scoraggiata, ed è ritenuto maturo e appropriato sopprimere le emozioni individuali per meglio integrarsi a livello di gruppo (Rothbaum, Pott, Azuma, Miyake & Weisz, 2000). Chiaro che a furia di sopprimere, aggiungo io, si finisce per prendere l'abitudine e anche nell'educazione dei figli delle emozioni non se ne parla proprio. E quindi gli otaku, che spesso e volentieri crescono come hikikomori, sono molto più inclini a sapere tutto di cose inutili (sì, amici, è la scientificazione dello svago!) ma non avere la più pallida idea di come comportarsi di fronte a una reazione emotiva. Ho finito!


Anche il gioco ha finito con la presentazione delle compagnucce di classe ed è passato all'insegnante, la cosiddetta "Homeroom Teacher", che è l'insegnante di riferimento per la classe nei licei giapponesi, e in genere è quella che coordina la pulizia dell'aula da parte degli studenti. Ma qui la gimmick di Kyoko-sensei è È un'ubriacona, e ha le tette grosse. ( Wikipedia mi dice che è tratta dal personaggio "Misato Katsuragi", sempre da Evangelion, pure lei insegnante, pure lei ubriacona. Non ci è dato sapere sulle tette ).


E infine, c'è Makoto Shimazaki! Un "Otaku militare", che è uno di quegli sfigati reazionari e fissati con i giochi di sopravvivenza, che trovo non dissimile dal personaggio del Seventeen immortalato da Kenzaburo Oe nel libro "Il figlio dell'imperatore", che il mio compagno di classe otaku mi fece leggere, e che lì per lì trovai un continuo susseguirsi di descrizioni di pugnette, ma che riletto nell'ottica dei reazionari filonipponici pieni di ossessioni e di odio di sé, figli di un vocabolario emotivo molto rachitico, beh, è incredibilmente attuale. Sticazzi di Makoto.


AH ODDIO CHE È STO MOSTRO? Nobuyuki Yagami, il padre del protagonista, che è un altro "stock character", il guardone pervertito. Non è incluso nella descrizione il feticcio per le mutande usate, e questo va a favore del gioco. Non male nemmeno la polo "Pablo Escobar", perché niente è più rassicurante di un uomo di mezza età con un gatto dall'estetica kawaii che si diverte a spiare le coppiette che si appartano nei parchi. "Io s'è andato a fà delle merende a base di sushi co'i'Mishima, no?"


La madre del protagonista, Emi (magica magica, sì) ha come caratteristica "ama riempire di baci suo figlio ed è oca". La posizione delle braccia ci lascia soltanto ipotizzare la dimensione delle pocce (probabilmente più grandi della media giapponese).


Shinji Shinfuji, un bimbo che è il fratello minore di Kiyomi. Chi è Kyiomi? Che palle, andiamo a ricercare. Ah è la tizia precisina con gli occhiali (anzi, meganekko) e l'unica con un colore di capelli plausibile. Sticazzi di 'sto piccolo rompipalle, stereotipatamente introverso, che ammira il nostro protagonista! Bah, classico topos di bimbo più maturo della sua età, magari interpretato da un nano come il noto Arnold. Fanculo a te, Shinji Shinfungia.


Uh, e infine c'è questo bel tenebroso con col ciuffo ribelle perfettamente scolpito e il baffo da sparviero. È il preside della scuola, ed è visto come un uomo che brucia di ideali. In effetti il suo sogno è quello di creare una società senza crimini, e aiutare i ragazzi a diventare uomini. Tatsuhiko Sato due anni dopo i fatti qui raccontati, assieme ai ragazzi dell' Action Hero Club di cui è presidente, occuperà il Ministero della Difesa arringando le folle sul fatto che la dichiarazione della natura umana dell'Imperatore era un assoggettamento della tradizione giapponese alla mollezza occidentale, per poi commettere seppuku.

Bene, ragazzi! Andiamo senz'altro a cominciare il gioco e caliamoci nei panni di Shuji Yamagami, adolescente giapponese medio alle prese col suo primo giorno di scuola. Ci svegliamo nella nostra giapponesissima cameretta e...


...la mamma di Shuji gli zompa addosso ricoprendolo di baci e lui, che ricordiamo essere adolescente, la sposta via. Ah, beh, in effetti, questo è il gioco, una serie di menu in cui decidiamo, a mò di Librogame, cosa fare di fronte a ogni situazione. Spesso le scelte che facciamo sono obbligate, ma questo non diciamolo troppo forte. Infatti, questo genere di giochi, che ho taggato a sproposito "avventura" è chiamato "visual novel", e so già che mi verrà la tendinite a furia di cliccare. E SOTTOLINEO SOLO CLICCANDO, malpensanti che non siete altro. Cambia qualcosa tra evitare la mamma di Shuji e difendersi dai baci a tradimento? No! Sticazzi, comunque, io applico il mio collaudato e quasi brevettato "Metodo Ex Videogiocatore per la lettura diagonale atto al filtraggio delle stronzate". Con quello sono riuscito a leggere l'intera saga de "Il Trono di Spade" (quella parte che è stata pubblicata, almeno) in un paio d'ore. Tutto quello che ricordo è che la gente scopa e ci sono i draghi. Ma principalmente scopano.


Schivata la madre appiccicosa, l'incredibilmente apatico Shuji fa l'unica cosa che pare dargli uno straccio di gioia: il monologo interiore. Mi chiamo Shuji Yamagami, ho sedici anni

Sì ma aspettate che arriva la paraculata del secolo
 Dicevo, ho sedici anni e *rumore fortissimo di unghie sui vetri* Oggi comincio la scuola di preparazione Kotobuki, è una scuola che si frequenta dopo il liceo e gli studenti si preparano per il college. Tutti a scuola hanno più di diciotto anni. Pronti con il vaffanculo colletivo, amici? E uno, e due, e tre e...




Tutti hanno 18 anni tranne Shuji che gli è appena scappato detto che ne ha 16! Questo chiaramente è un debolissimo legal disclaimer per il distributore anglofono al fine di non diventare pienamente illegale. Ora, io a suo tempo molto probabilmente non avevo afferrato 'sto cavillo e stavo svogliatamente cliccando in modo da andare avanti per vedere dove andava a parare 'sto gioco. Ora sono adulto e vaccinato e pure un po' scafato e dico soltanto una cosa: volete pararvi il culo perché avete acquisito i diritti per un gioco problematico dal punto di vista morale se non dal punto di vista strettamente legale? Benissimo, o meglio, malissimo: potevate pensarci prima! E poi, insomma, cercate di mantenere uno straccio di coerenza, diamine! Ci sono due clic di distanza da quando Shuji dichiara 16 anni a quando ne dichiara 18! Ma chi cazzo è, Eriberto del Bologna (poi passato al Chievo), che un bel giorno dichiarò di chiamarsi Luciano e di essere nato 5 anni prima della data riportata sulla sua carta d'identità?


E come se non bastasse, mentre Shuji è lì che sta cercando di decidere se ha 16 o 18 anni, dalla finestra entra il padre guardone, che subito inizia a fare il viscido col figlio. Shuji, che ha come tipico intercalare questo: "..................................................................." si sente rabbrividire ascoltando la risata da pervertito del pare. Già che c'è, tanto per chiudere un quadretto familiare rassicurante, Shuji si chiede se durante la notte il padre non gli abbia fatto qualcosa di strano...


"Ciccio, sò Sandòr" "Dimmi Sandòr, sì?" "Ciao, carissimo, come stai? Ci siamo visti qualche paragrafo più in su" "Sì, sì? Che ridicolo!"

...e io sono talmente a disagio che la chiudo qui. Sì, lo so, ho fatto solo 18 screenshot. O sono 16? (in realtà sono 19, perché parto sempre dal numero zero). Sì, lo so, sto battendo la fiacca, ma sto facendo un'estrema fatica ad andare avanti, perché insomma, è facile scrivere di cose in cui ci si trova a proprio agio, a prescindere dal fatto che siano merda o meno. Qua no, Qui andiamo al di là della merda o non merda, questo non è il mio campo. Come ho detto a inizio articolo, vi giuro che ci ho provato a capire cosa ci fosse di bello. Sono arrivato persino a chiedermi se ci fosse qualcosa che mi sfuggiva. Alla fine un sacco di cose del Giappone sono arrivato ad apprezzarle! Ma tutto questo, no. Proprio no. Insomma, chiamatemi bacchettone, chiamatemi democristiano, chiamatemi "una persona orribile" se volete. "Una persona orribile": così un commentatore del blog delle prefiche - o era lo stesso titolare? - definiva chi non apprezzava i film dello Studio Ghibli, e io non sono riuscito a vedere un film di Miyazaki senza addormentarmi dopo mezz'ora, e ho provato a vederli quasi tutti. Ora qui abbiamo un pastiche di fumetti/cartoni che non mi hanno fatto né caldo né freddo, organizzato in modo che faccia leva sulle fantasie di potenza di disadattati che sognano di interagire con le protagoniste di questi fumetti/cartoni, cosa che proprio non riesco a comprendere, e ricordo che non mi sono fatto problemi ad ammettere che in età più giovane avevo preso una mezza cotta per la tizia belga di Wing Commander.

E dunque per oggi mi perdonerete ma la chiudo qui. Ci vediamo la prossima settimana con queste domande:

Riuscirà l'ex videogiocatore ad arrivare alla fine di 'sto gioco senza lanciare il computer contro il muro?

Riuscirà l'ex videogiocatore a concludere la seconda parte di questo articolo senza andare ad abbattere gli alberi di cilegio giapponese sotto casa sua?

Con quale dei poco originali ersatz di personaggi dei cartoni animati sopra elencati Shuji deciderà di fare coppia?

E soprattutto...

Questo gioco è mer--ah vaffanculo, lo sappiamo tutti che lo è, dai.


つづく

1 commento:

  1. Ivo Mej me lo ricordo, perché la battuta "Ivo Mej Cojoni" del mio migliore amico mi ha sempre fatto molto ridere

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Sicuro di aver letto bene il post? Prima di postare, rileggi.