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lunedì 30 marzo 2020

Clik Clak

"Clik Clak? Li ricordo! Erano gli orologi per i bambini un po' tardi che non erano capaci di leggere l'ora dalle lancette!" - direte voi. Quasi! In realtà, il nome di quegli orologi un po' pacchiani era "Flik Flak" e consistevano nell'avere la lancetta delle ore color rosso e la lancetta dei minuti color blu, e sul quadrante le ore scritte in rosso e i minuti scritti in blu. Da quello, ammetto, non ci sono mai passato, anche se c'è stato un periodo in cui avevo diversi Swatch (erano di moda). Un mio amico del mare, invece, ne aveva centinaia, e ogni tanto si presentava in ispiaggia con uno o più swatch al polso destro, uno o più swatch al polso sinistro, e talvolta persino alcuni alle caviglie. Avete capito chi era?

State benone!
No, ok, era una domanda a trabocchetto: ovviamente non si tratta del cosiddetto decano del giornalismo sportivo bolognese (noto per il suo look con due orologi).  Trattavasi di un semplice bauscia del bergamasco con papà commenda munito di fabbrichetta e porschettino. Senza spingermi a quei livelli, una volta introdotto all'orologio da polso, l'ho tenuto come accessorio indispensabile per qualche anno. Principalmente accessorio di moda, dato che a scuola non era possibile guardarlo sennò partiva la tragedia da parte degli insegnanti che facevano tutti i permalosi dicendo "Qualche problema? Hai fretta di andare a casa?" (e nessuno che gli rispondesse "sì, mi fa cagare questo posto e mi fai cagare tu, stronzo"). Questo accessorio lo tenni fino a quando una conoscente che mi venne a trovare al mare (mia mamma era amica di sua mamma) mi fregò quello che avevo al tempo (ovviamente non ho le prove schiaccianti per dimostrarlo, ma diverse cose me lo fanno pensare, non ultimo il fatto che non sono l'unico ad aver notato questa indole).

E mi piaceva un casino quell'orologio. Si trattava di uno swatch Irony con cronografo, e fui deluso non tantoper il furto in sé quanto perché non riuscii mai a provare che me lo aveva rubato quella persona, mandando così a ramengo tutte le illusioni di un universo giusto in cui la sceneggiatura è stata scritta da quel coglione di Aaron Sorkin, secondo il quale basta un discorso appassionato affinché i colpevoli di qualsiasi malefatta si costituiscano chiedendo scusa. Insomma, la cosa mi fece talmente incazzare che fino a qualche anno fa non l'ho più tenuto l'orologio, poi finalmente sono cresciuto e ora ho un paio di Seiko automatici che tengo giusto perché sono belli. Ovviamente, essendo automatici, se non li tengo addosso tutto il giorno si scaricano, e così la mattina presto per vedere che ore sono devo confrontare con il cellulare. Mia moglie (che essendo molto pratica gli orologi li ha al quarzo) mi chiede cosa me ne faccia, e non ha torto, ma il fatto è che a me il meccanismo delle ruote dentate è qualcosa che ha sempre affascinato sin da quando fui introdotto agli swatch senza passare dagli orologini per bimbi tardi che non sanno leggere le lancette. Siamo nel 1992, sono al mare, l'Italia sta andando in malora tra stragi mafiose e sei per mille prelevati a tradimento dai conti correnti, e io ho un fighissimo Swatch (erano comunque tempi di vacche grasse) e un orologio tipo "Scuba" dedicato ai 500 anni della scoperta dell'America.

Del 1992, ben pochi ricordano la stupidissima "Columbus-Mania" che ci fece chiudere un occhio di fronte all'inesistente credibilità di un Cristoforo Colombo interpretato da Gérard Depardieu.
 
Lo Swatch è semitrasparente, e ci passo un casino di tempo a guardare quelle rotelline che girano, preso da come sia possibile che la rotellina piccola fa girare quella più grande, che ne fa girare un'altra, che fa girare la lancetta dei secondi e il resto è tutto coperto dal quadrante e non ci capisco una fava se non smontandolo. Argh, che fastidio! E vabbè, però l'orologio è figo e da allora lo tengo al polso. Ho anche l'orologio al polso quando, nel Settembre del 1992, torno al Vecchio Paese e inizio a comprare la rivista di settore "PC Action" che in copertina ha la bionda popputa Space Quest IV e sul dischetto allegato ha Cool Croc Twins. Tra i vari giochi recensiti c'è un giochino italiano dal concept semplice ma piuttosto intrigante, e ricalca proprio la dinamica delle ruote dentate che tanto mi aveva colpito dell'orologeria. Beh, bellissimo! Ci avevo pure pensato a procurarmelo in qualche modo, ma ovviamente così non fu, dato che, come ben saprete, ero un videogiocatore troppo pezzente per permettermi di cacciare i soldi per un gioco se non in circostanze eccezionali. Aveva senso, visto che il videogioco era un bene intangibile ma l'orologio, conservato bene, avrebbe potuto rivalutarsi (non fu conservato bene). Inoltre, ero troppo poco connesso alle reti di pirateria per ottenere un gioco a richiesta, e pur avendo questa possibilità, dubito che questa sarebbe stata la prima scelta. Quindi sì amici, oggi provo per la prima volta un gioco che mi è rimasto impresso solo dalla carta stampata. Sigla!


Ah, la classica grafica "pucciosa". La IDEA, già nota su questi pixel per lo svogliato titolo di TGM "Idea per il nuovo anno..." è una software house di Varese da cui si staccherà Antonio Farina per fondare la Graffiti, che poi diventeranno Milestone, famosi per Screamer e per una pletora di altri giochi di corse motoristiche. Già dissi che avevo fatto un colloquio di lavoro con loro che andò malissimo no? Sì. Gliene faccio una colpa? Onestamente no. Ero un coglione che non sapeva cosa fare della sua vita.


Clik Clak! Questo è il nome europeo del gioco, che in America si chiama "Gearworks". Il concetto è quello, dobbiamo infilare una dietro l'altra delle ruote dentate, in maniera non dissimile a "The Incredible Machine", ma limitato alle ruote dentate. Ora, un'autodomanda retorica stile "Claudio Beneforti", visto che oggi siamo in vena: se mi piace lo stile con dithering con cui è reso il titolo? non saprei. Mi pare troppo spento il colore, ma l'estetica è così 1992 che posso vedermici perfettamente a leggerne nella casa di campagna in cui sembrava dovessimo trasferirci ma non se ne fece nulla. Approfittiamone per guardare i credits: dicevamo Antonio Farina, un già sentito Paolo Galimberti, e per lo sviluppo c'è questa Erreoesse Sistemi, che pare essersi evoluta in questa "Erreoesse SRL" che dal nome e dall'ormai inesistente sito pare essere un rivenditore di software gestionale Buffetti.


Diamo un'occhiata alla Hall of Fame e vediamo che tutti gli high score sono TDT (The Dream Team) e INC (International Network of Crackers), praticamente quelli che a suo tempo lo avevano craccato e distribuito sulle BBS. Ops! Almeno non mi è partito il teschio spaventosissimo come i Blues Brothers.  Cominciamo? Cominciamo!


Cu-cù! È l'una, e la schermata di caricamento pare indicare in realtà il livello, un po', se vogliamo, come in Cruise for a Corpse. Paragone stiracchiato? Un po'! (Emoji che si stringe nelle spalle da inserire qui)


Il primo livello è la torre di Pisa. Inevitabilmente la memoria corre al mio pluriripetente compagno di classe delle medie Francesco S. e al suo primordiale richiamo. Pronti? Tre, due, uno, via: "TORRRRRRRRRRREEEEEEEEEEEEEE" e a tutt'oggi ancora non ho capito cosa volesse dire. La Torre Pendente ha 5 piani, ognuno con due stanze. Praticamente, ogni stanza è uno schema, e passati due schemi si sale di piano. E finito il quinto piano si cambia campanile, suppongo, visto che l'idea è quella di far andare un orologio.


Eccolo qui, infatti! Abbiamo la rotella di partenza, collegata a un generatore che la fa girare, e una rotella di arrivo, dall'altro lato della stanza. Che si fa? Presto detto! Man mano che ci vengono passate nuove ruote dentate le posizioniamo sui vari pioli in modo da creare una catena continua che possa trasmettere la rotazione dall'inizio alla fine. Semplice, no? Dunque, abbiamo le rotelle grandi, le rotelle piccole...


...e le rotelle ancora più piccole. Comodo come la silouhette della rotella diventi da bianca a blu quando è posizionata attaccata a una rotella in modo che possa girare. Meno comodo che una rotella piccola faccia girare una rotella media se le è adiacente in orizzontale o verticale, ma fa girare una rotella grande se le è adiacente in diagonale. Tutto chiaro? E quelle due palle di pelo rossa e blu che saltellano, secondo voi cosa faranno?


Beh, non pensiamoci per ora e cerchiamo di completare la catena. Ammeto di essermi incasinato non poco, perché pare che due rotelline piccole tra di loro non si facciano girare, e quindi abbiamo la rotella media iniziale che fa girare le due adiacenti, ma nulla di più.Sto facendo un gran casino, lo ammetto. Tant'è che ho solo 5 bombe con cui far sparire delle ruote dentate che non mi aggradano, e le finirei tutte in una botta. Che fare?


Si preme "ESC" e si ricomincia. Una vita è andata ma sticazzi. Stiamo facendo una macchina molto più razionale. Bello eh? Ho imparato una cosa dal primo tentativo. Cosa?


Che è meglio lasciare un buco, se la ruota che ci capita non è compatibile con quelle che abbiamo già disposto sul piano. Così poi il buco piò andare a riempirsi sucessivamente, anche perché abbiamo soo tre tipi di ruota. Che visto così sembra piuttosto limitato, ma forse ce ne fossero di più di dimensioni il gioco sarebbe infinitamente più incasinato. Non credete?


Ah che palle. Mi sono incasinato di nuovo. Niente, ragazzi! Simple is beautiful, si dice, ma qui sto creando un horror vacui  mica da ridere che mi appesantisce il meccanismo non poco. Un "Tourbillon", direbbero gli estimatori di orologi, ma onestamente devo dire che gli orologi troppo arzigogolati con le fasi lunari li trovo un po' pacchiani. Con tutto che se vi avanza un Patek Philippe da regalarmi non dico certo di no. È comunque un investimento molto migliore di un galeone Playmobil del 1987 preso su ebay allo scopo di rivivere la giovinezza che certi adultolescenti dalla strisciata di carta di credito facile non hanno mai accettato di aver perso. Che faccio?


Uhm, proviamo a darci dell'olio? Non serve a niente, purtroppo, funziona solo con le ruote arrugginite grazie all'opera dell'esserino peloso rosso. Le bombe, invece, come ho detto, distruggono le ruote, quindi proviamo a fare un po' di pulizia. Via questa, via quell'altra, quella là? Bah! Fanculo, ricominciamo.


Ok, concentrato adesso! Op ! Op! Op! Se creiamo una via alternativa almeno facciamola divergente a sufficienza che non si accavallino troppo le ruote. Via! Tutto liscio come l'olio (per ingranaggi)...


Molto bene! Ci stiamo arrivando, in qualche modo! Poi, chiaramente, l'ultima ruota mancante è della dimensione sbagliata, ma c'è spazio per divagare, no? Teniamo duro...


...e voilà! Abbiamo fatto girare la seconda ruota rossa! Bellissimo. Il gioco conta le ruote che stanno girando e aggiunge al punteggio in base al numero di ruote funzionanti, per poi detrarre un un forfait per ogni ruota non ruotante. E le ruote colorate diverse dal solito blu? Chiederete voi. Ci aumentano o tolgono più punti, risponderò io. Quanti? Non ne ho idea! Secondo voi me ne frega qualcosa dei punti? È da quando 'sto blog è nato che non faccio altro che dirlo! Vamos!


Altro livello. Sembra tutto andare bene, fino a che non metto l'ultima rotella, e immediatamente, trac! Tutto si blocca. Porca miseria che fastidio. Che fare? Sparo alle creature pelose? Queste immediatamente cascano giù dallo schermo ma ricompaiono in cima, e alla ruota non cambia nulla. Dunque? Mi sa che l'unica è far fuori qualche ruota senza capire bene qual è quella rotta e sostituirla con un'altra ruota. Perché se la palla di peli rossa fa arrugginire le ruote, la palla di pelo blu le rompe proprio, e sinceramente non riesco a capire se esiste un modoper ripararle senza bombardarle e sostituirle finché non si rimettono a girare. Non capisco, amici. Non capisco sul serio. Ci fosse almeno un segnale visibile di quando una ruota dentata è rotta, potrei capire, ma no. Niente. Mi dispiace.



E niente, provo a superare un altro livello, ma il tempo scade e ho pure finito le vite. Game over (scritto con le ruote dentate). No, ragazzi, non ci siamo. Ora mi metto d'impegno e vedo di tornare al livello precedente senza perdere nessuna vita. Ci provo, eh?

Più tardi.


Taac! Eccoci qua, al livello con i tre cerchi bianchi e rossi che girano in contemporanea con le ruote dentate, e ancora tre vite! Ho pure collezionato una monetina (lo si vede in basso a destra) inserendo nell'ingranaggio una ruota di un certo colore. Questo mi permette di giocare alla slot machine! I colori sono di uno spento insopportabile, e il corpo della slot machine stessa è di un azzurrino pastello che è chiaramente stato colorato su e per un Amiga. Certe cose saltano all'occhio senza particolare giustificazione.


Siamo al secondo piano della Torre Pendente e... è tutto abbastanza uguale al primo piano. Quello che ho avuto modo di imparare è che la velocità di posizionamento è la chiave del successo. eno tempo ci si mette a compleatre l'ingranaggio, meno tempo ha lo stronzetto blu per inceppare la ruota. Ammetto che sta dinamica dei due cosi che ci incasinano la vita è veramente fastidiosa e sembra essere stata aggiunta all'ultimo momento per rendere tutto più difficile. Questo è sintomo di un game design fatto con il culo. Ne avessi parlato al colloquio con la Milestone sarebbe andato tutto meglio. O forse no.


Fattoè Conclus-vaffanculo. Niente, il patagoro blu a bloccato il bloccabile e io dalla frustrazione gli sparo, ma questo non è che rimette in moto la macchina. Inoltre, quando si spara alle bestiace queste cadono giù senza neanche un effetto grafico. Non esigo che si spatacchino con una scena splatter, eh, ma almeno uno "sbonk" fumettoso per capire che li abbiamo centrati. Niente, siamo punto e daccapo. Che si fa?


Facciamo saltare un po' di ruote che abbiamo messo, ecco che si fa. Prima una ruota grande, che poi sostituiamo e si blocca tutto di nuovo. Esplodiamo una seconda ruota verso la fine, e via! Tutto rigira. Resta una terza e... niente, si blocca tutto di nuovo. Ma mi chiedo se non sia lo stronzetto blu ma il fatto che ci sono troppe ruote collegate al motore che non è sufficientemente potente! Forse, ma intanto ho finito le bombe, e quindi rinuncio a una vita...


...per ricominciare con piene munizioni. Via! Stavolta sono stato velocissimo e quindi nessun problema, avanti così! Non credo ci sia un orologio nella Torre di Pisa, ma capirei. Già sono stati geniali i pisani ad aver costruito una torre (e numerose altre) in una zona in cui il terreno è fatto di sabbia e fango, almeno hanno avuto la creanza di non riempirlo di pesanti e costosi ingranaggi.

Più tardi.


Ehm sì, oho perso una vita. Trovo insopportabile questa cosa delle ruote che si bloccano apparentemente senza motivo. Se c'è un effetto sonoro, io non lo sento, e in ogni caso che succede se un videogiocatore è sordo o non vuole disturbare nessuno? Non c'è feedback sull'attività del nemico, e se c'è una cosa che mi sta sui coglioni è il non-determinismo di certi comportamenti. Già mi parte il vaffanculo facile quando i miei capi cambiano idea e ogni volta devo presentarmi da loro basandomi sull'idea precedente e nel frattempo hanno fatto un 180 degno di uno skateboardista. Se questo succede quando voglio spegnere il cervello, allora fanculo voi e il vostro aporiomorfismo.


Però nel frattempo ho passato il livello e sono al terzo piano della torre pendente. Una canzone che mi veniva cantata quando ero molto piccolo era "Eeeeevviva la torre di Pisa che pende e che pende e che mai non vien giù." Poi proseguiva al livello hardcore, in dialetto del Vecchio Paese: "Eeeeeevvviva la sgnaura Adalgisa c'la réd e c'la ziga e la fa i caprizéin." La traduzione è lasciata allo studente per esercizio.


Ah cazzo non di nuovo! Già ho dovuto fare il proverbiale "giro delle sette chiese" (pure le sette chiese di Santo Stefano a Bologna non paiono avere un orologio, tanto per dire) per girare attorno alla parte senza pioli in mezzo allo schermo, poi siamo di nuovo punto e daccapo, con la ruota bloccata senza un vero perché. Fastiddddio!


Fortunatamente abbiamo riattivato tutto distruggendo una ruota a caso, e ora bisogna ricostruire. Rifaccio tutto il tragitto e trac! Bloccata di nuovo e io sono senza bombe. Sapete che c'è? Mi sono rotto. Ora però, potete notare in alto che finalmente anche il coso rosso si è dato da fare e finalmente vediamo una ruota arrugginita...


...voilà, un po' d'olio tipo WD-40 e la ruggine passa. Benissimo, ma siamo ancora bloccati. Oh, magari c'è un altro modo migliore per sblocare le ruote senza bombardarle, e io sono così coglione che non me ne sono accorto. Se così fosse siete pregati di spiegarmelo, e potrei persino considerare di riprendere questo gioco in uno speciale infrasettimanale.

Più tardi.


Altro livello, con una vita in meno. Non so, devo dire che non è orribile come idea. Ma la realizzazione è, come dire, carente. Cioè, vedete, la soddisfazione di far girare ste cavolo di rotelle è veramente grande. Ma sarà che ho una certa passione per l'ordine (qualcuno si autodiagnosticherebbe il disturbo ossessivo-compulsivo, ma io non sono quel qualcuno) quando qualcosa nel mecanismo si rompe, mi girano i coglioni non poco. Penso sia per il fatto che nell'ambiente in cui sono cresciuto, 1+1 faceva 1,9 periodico. L'universo era sempre imperfetto, mancava sempre quel qualcosina che rendeva tutto perfettamente godibile. Anche ora, quando mi dedico alla falegnameria, taglio il legno con sempre quel millimetro o due di errore (abbiate pazienza, non ho una sega circolare di quelle precise) ma ora me ne sbatto e compenso con lo stucco. Posso dire che ho abbracciato uno stile di vita molto più wabi-sabi (la filosofia che accetta la naturale caducità e imperfezione di ogni cosa), che è una delle cose del Giappone che apprezzo, alla faccia di chi mi dice che sono una persona di merda perché non mi piacciono i film di Miyazaki. Nel 1992, per me, il wabi-sabi era un piatto di quelli esotici, magari con (orrore!) il pesce crudo.


Vabbè, ho divagato. Però nel frattempo sono diventato ancora più rapido a piazzare ste rotellace maledette e quindi con un po' di pratica riesco a finire il livello prima che il timer diventi giallo. Oh, siamo al quarto piano, eh!


Una volta ero a Ibiza con il mio amico Ivano e due casi umani a cui ci eravamo aggregati perché eravamo disperati per andare un po' al mare e fossimo andati solo io e lui il Vecchio Paese avrebbe fatto girare brutte voci (lo so, lo so). Insomma, a scegliere l'hotel furono gli altri due casi umani e praticamente finimmo in uno di quegli hotel truzzissimi a ferro di cavallo con la piscina in mezzo (non ci furono casi di balconing durante il nostro soggiorno) popolato interamente da napoletani. Il che di base è ok, ma nel tardo pomeriggio (per gli orari di quelle zone di Ibiza, dunque, appena svegli) la gente si urlava da un lato all'altro dell'albergo cose tipo "TERZOPPIANO!! METTI SU RELACS TEICH IT ISI!" perché al terzo piano c'era uno con lo stereo a tutto volume che prendeva le richieste e magari faceva pure le dediche. Molto stereotipato, lo so. A volte gli stereotipi ci sono per una ragione, però. Credo che il mio amato De Crescenzo, in quella situazione, avrebbe eseguito un facepalm talmente forte da svegliare il cadavere di Socrate.


Oh beh! Ho perso il conto dei livelli e qui di nuovo c'è solo un palo bianco e rosso tipo barbiere. Siamo di nuovo alle solite: mettiamo il pezzo mancante e si blocca tutto. Che palle, ragazzi. Da un lato sono felice che a suo tempo non lo provai, che i vaffanculi sarebbero piovuti copiosi, dall'altro lato sono un po' smaronato che ora che è il 2020 sto venendo deluso da un gioco oscuro del 1992 di cui mi ricordo ancora e sulla cui recensione avevo sbavato nella casa di campagna in cui non andai mai a vivere. Ok, "sbavato" è un termine forte. Ma si sa, chi mendica non sceglie.


E insomma, dopo il game over, trovo su internet che c'è il set dei codici per saltare di livello. Infiliamo il decimo livello, per andare in... Germania! Abbiamo solo due piani, ma ciascuno ha 4 stanze. Anzi no, c'è un terzo piano di tre stanze sole! Oh beh, dubito che ci arriveremo. Ma che castello è quello? In basso a destra vedo scritto "Mösel - Germany" e cercando su Internet non vedo niente che si chiami così a parte un villaggio che però sta in Slovenia. Oh beh. Magari si riferisce alla Mosella, il fiume con la regione dei vini? Non sono male quelli, ricordano i vini trentini. I bianchi, intendo.


Ah, però! Rinfrescante. Almeno lo sfondo è cambiato con una malta molto più chiara dei mattoni grigio DOS del livello della Torre di Pisa, Ricorda un po' le case dei Playmobil, un vero gioiello di giochi tedeschi molto democratici, nel senso che glorificano ogni mestiere possibile, persino quello del netturbino. Nel 1992 si era appena iniziato a dire "Operatore Ecologico" al posto di "Spazzino" e i Vecchi di Merda erano tutti incazzati contro il "politically correct" che li costringeva a queste soluzioni linguistiche. Tutto questo per dire cosa? Che quando vedo i blog nerdisti di oggi che si scagliano contro il "Perbenista Immaginario" che secondo le loro masturbazioni mentali li opprime perché non possono più dire bestialità senza conseguenze come facevano da bambini, ho un'unica reazione, ed è questa.

Premesso che quello che dirò farà storcere il naso ai buonisti, ma Carrie-Ann Moss è sempre stata bruttarella forte
Non so se sono io a essere cresciuto nell'equivalente della sezione commenti di un giornale online per forcaioli repressi, o se lo Spirito del Vecchio Paese infesta pure la internet di oggi, piena di Vecchi di Merda che non accettano il fatto che non avranno mai la vita che hanno sempre sognato e devono prendersi uno straccio di responsabilità delle loro azioni. Con questo non voglio dire che la società sia perfettamente giusta e non ci siano grossi problemi di disuguaglianza, eh. Voglio dire che se riempi un blog o un account di facebook di menate sui giocattoli di una volta e su come erano belli i vecchi tempi in cui non ti sentivi oppresso da gente che esiste principalmente nella tua testa, allora hai troppo tempo a disposizione.

Come sono arrivato a questo punto? Ah sì, lo spazzino che non si poteva più dire. Peraltro per me lo spazzino era lo spauracchio massimo, nel senso che mi veniva continuamente raccontata la parabola di due ragazzi che uno era stupido ma con tanta forza di volontà, e uno era intelligente ma pigro. Quello stupido diventò ingegnere, quello intelligente andò a pulire le strade. E io ero terrorizzato dal fatto che avrei deluso la mia cerchia familiare andando a spazzare per terra. Che sia stato perché mi avevano regalato il galeone dei pirati al posto di questo?

figata
Forse. Alla fine non sono diventato spazzino (e comunque uno dei migliori consulenti SAP che ho conosciuto aveva iniziato la carriera come netturbino) ma su una cosa mi sento di dare ragione a questa parabola: non è scontato che un ingegnere sia più intelligente di uno spazzino.

Ho divagato di nuovo! Si nota che mi sono rotto le palle?


Ah dai, due tracciati separati. Molto bene. Che vi devo dire? Sbadiglione, ragazzi. Mi sento consumato e pure un po' svuotato: speravo di avere un momento "oddio ma che mi sono perso", però per un giochino da un dischetto a bassa densità non è che potessi aspettarmi chissà che cosa. Oh beh! Tutto fa esperienza. Prossimo gioco!

È merda? Sì, è merda. L'idea di base mi piace tantissimo, ma il modello troppo semplicistico (solo tre ingranaggi) e il fatto che non si capisca cosa fa rompere a caso le ruote (e ripeto, fatemi sapere se c'è qualcosa che non ho capito) mi fa incavolare a sufficienza per poter decretare che non sono riuscito a divertirmi, anzi ho trovato tutto molto irritante. Ma questo si nota dal basso numero di screenshot che ho preso, no? 
Ci rigiocheresti? Se mi dite che c'è una parte che ho completamente mancato, prometto di sì. Altrimenti, mai.
È uscito nel 1992. Gioco più bello di sempre? No.

6 commenti:

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  3. Avevo letto i tuoi commenti e mi ero ripromesso di risponderci al più presto e ora che ho trovato un ritaglio di tempo me li trovo cancellati. Mi spiace molto, e spero di rivederti presto!

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  4. i clic clac non erano quei giochini fatti da due palline montste su due barrette incernierate insieme, che quando lo usavi ti moncavi le dita?
    io capisco i giochi semplici, ma quello era proprio scemo

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    1. Sai che non li ho presente? Ma sono tipo i chiodini Quercetti o simili?

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