È l'autunno del 1993 e io ho iniziato le scuole medie, e nonostante la mia passione per i videogiochi sia ancora solida, il fatto di essere a una scuola in cui è tecnicamente possibile essere bocciati mi sta tenendo meno attaccato al PC del solito. Oddìo, continuo ad acquistare le ridicole riviste di settore e a sbavare su giochi che il mio 386 SX a 25 MHz non potrà mai far andare, né il mio portafoglio potrà mai permettersi. Però continuo in vari modi a procurarmi videogiochi e software "serio", tra amici dal diskcopy facile, il Colonnello (ovvero il mio padrino, per chi se lo fosse dimenticato), il gestore della palestra in cui facevo judo, e soprattutto l'edicola del Biondo, il baracchino tuttora esistente del Vecchio Paese in cui, tra i Big Games della Jackson Libri, PC Action e simili e le robe originali pubblicate dal Francescone Carlà nazionale, i videogiocatori pezzenti come me potevano rifornirsi di roba.
L'edicola del Biondo, Vecchio Paese, XXI secolo |
E insomma sono a scuola alle medie del Vecchio Paese, peraltro edificio scolastico avveniristico che avrebbe dovuto essere una delle scuole più all'avanguardia d'Italia, ma l'entusiasmo scemò quando fu costruita tenendo il progetto a rovescio e il meraviglioso anfiteatro scolastico dava sulla strada Provinciale sputtanandone completamente l'acustica. Ok, sto divagando...