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giovedì 23 agosto 2018

Scienza e Vita: gli effetti speciali - RMORF.EXE

Da piccolo ero un grandissimo cacasotto. Volete ridere e sapere una roba che mi spaventava un casino? Presto detto, i trailer cinematografici che c'erano prima di Bim Bum Bam spesso tiravano fuori della roba spaventosa. O almeno, lo era per me. La vecchia strega (o roba simile) del film horror "Scarlatti" (Lady in White, 1988) mi spaventava proprio, tanto per dire, ma anche roba più terra-terra tipo il trailer di Terminator 2, la sequenza in cui il Terminator interpretato da Schwarzenegger viene costruito, e alla fine apre gli occhi e sono rossi come quelli del robot che ci sta sotto, era abbastanza forte.

AAAAAAAAAAAHHHHHHHHH

Per non parlare, successivamente, delle mirabolanti trasformazioni del Terminator cattivo fatto di metallo liquido, impersonato da Robert Patrick: tutti gli appassionati di informatica (ed erano pochini, nel 1991) già parlavano del computer come strumento indispensabile per Hollywood, e ovviamente il resto del mondo se ne sbatteva altamente i cabbasisi.

 

I cabbasisi.
Sull'uso del computer per gli effetti speciali ci capitalizzò sopra "Scienza e Vita", una rivista di cui, sfortunatamente, oggi online non si trova niente, a differenza della pessima stampa videoludica che viene regolarmente pubblicata online. Peccato perché la ricordo scritta piuttosto bene, decisamente meglio che Focus negli ultimi anni. Anche se preferivo, in quanto a rivista di divulgazione, l'enciclopedia da edicola chiamata "Super Quest", che ovviamente online non si trova (se non su ebay a prezzi esorbitanti) ma a ogni uscita ci si passavano schede da mettere in un faldone divise per vari temi (Nuove Tecnologie, Conoscere il Pianeta, Oltre lo Spazio e altra roba che ovviamente non ricordo), più modellini in cartone da ritagliare e costruire (impossibili), poster pieni di fatti scientifici (che per ragioni che ho spiegato qui non potevo appendere), e altra roba, il tutto presentato in una bella busta di cartone che mia nonna rigorosamente mi fregava per conservarci i cartamodelli della rivista "Burda", che vista la sua origine tedesca credevo che contenesse messaggi in codice per l'ODESSA. Sì, sto divagando.

"È sicuro?"
Insomma, con Scienza e Vita una volta c'è un dischetto, e se c'è un dischetto in edicola si piglia, no? Già al tempo pigliavo La Grande Enciclopedia Peruzzo Larousse (e su questo ci tornerò, forse) perché includeva dischetti con software educativo trovato in giro per le BBS, prendere Scienza e Vita era ovvio! E insomma, assieme al numero che presi (era il 1993) ci stava l'allegato "GLI EFFETTI SPECIALI", che aveva in copertina, come esempio, un pavimento a scacchi che diventava la faccia di Robert Patrick, in un film di due anni prima. Meglio tardi che mai. 

Insomma, per farla breve, il programma incluso è il recentissimo RMORF, un programma per fare un singolo effetto speciale (in realtà sono due, ma ok), ma farlo BENE! Siete pronti? Io ero pronto, così arrapatissimo infilai il dischetto, lanciai RMORF.EXE e...

𝙴𝚛𝚛𝚘𝚛: 𝙽𝚘𝚝 𝚎𝚗𝚘𝚞𝚐𝚑 𝚎𝚡𝚝𝚎𝚗𝚍𝚎𝚍 𝚖𝚎𝚖𝚘𝚛𝚢

Porco cazzo, niente. Eh, il mio 386 SX iniziava a battere la fiacca e non stava più al passo coi tempi. Provai a imprecare su CONFIG.SYS e AUTOEXEC.BAT, ma niente, era proprio questione che mancavano pezzi, e quindi RMORF dovette aspettare.

Intorno a un anno dopo, mi arriva il 486 DX2 a 66 MHz e otto mega di ram (credo). È anche il periodo che con sta bestia in casa decido di lasciar perdere i videogiochi perché oramai sono grande, e quindi mi ricordo di RMORF e dopo un lavoro di fine speleologia provo finalmente a farlo partire. Sigla!


Ecco qui, le due immagini di default (più altre due fornite cortesemente dai redattori di Scienza e Vita). La ragazza da clipart e il ghepardo. Per il trucco di oggi, trasformeremo l'una nell'altro! Ora, devo solo capire come.


Semplice, si crea la cosiddetta matrice (prima che "Matrix" fosse sinonimo di tutto ciò che va storto con la mitizzazione dell'informatica) in cui dobbiamo definire i lineamenti della ragazza e i corrispondenti pezzi di faccia del felino, in modo da garantire una transizione liscia. Fortunatamente la matrice è già inclusa con il programma, a mò di esempio, quindi vediamo come viene fuori, lanciando il rendering.


Ecco qua! Uno alla volta, i fotogrammi vengono generati, e notate che come output abbiamo scelto il formato FLI, anziché TGA. TGA è un formato di immagini ideato dalla TrueVision (ora parte di Avid, il programma di montaggio video) che fu uno dei primi a supportare il formato "Highcolor" (16 bit, 65535 colori possibili) oppure "Truecolor" (24 bit, 16 milioni di colori). Ma era necessaria una scheda grafica apposta. Qui mi pare che siamo a 256 colori, e tanto ci basti. 

Il formato FLI è invece un formato di animazione, usato ai tempi da Autodesk Animator. Noi scegliamo il formato FLI perché TGA non è animato e come risultato avremmo 15 immagini, una per ogni fotogramma dell'animazione finale. Dunque, il risultato qual è?


Ecco qui. Assieme a RMORF, oltre che il visualizzatore/convertitore di immagini VPIC.EXE, era incluso AAPLAY, un programmino freeware della Autodesk per visualizzare i file FLI e FLC. Bello che potevo stare un sacco di tempo a vedere questa animazione senza stancarmi, tanto per dire come poteva essere l'informatica senza internet. Il fatto che fossimo anche senza internet significa anche che il numero di immagini che avevo a disposizione era limitato, beh, a 2. Tutto qui, amici! Né internet, né scanner, al massimo Paint di Windows. Triste, eh? Ma fortunatamente, gli amici di Scienza e Vita mi vennero incontro...


...includendo anche MONNA.TGA e VINCENT.TGA, che nella distribuzione di RMORF che ho trovato su archive.org non c'erano, ma basta un attimo a ricrearli partendo dalle foto su internet, e se internet fosse stata solo quello, una specie di Microsoft Encarta con un numero di pagine molto grande e non un modo per vomitarsi odio addosso a vicenda, sarebbe davvero stata un'invenzione grandiosa.


Nella versione sul dischetto ci stava pure la matrice che univa la Gioconda a Van Gogh. Qui ho dovuto rifarla. Come? Ve lo spiego tra poco, intanto scalpito dalla voglia di fare questo effettone che tanta meraviglia mi diede ben 24 anni fa.


Ah, ma prima selezioniamo il formato FLI, che non voglio 25 file sparsi per la directory. È anche possibile convertire in GIF, ma nel 93 il formato GIF 89a, che conteneva rudimentali dati di animazione, ancora non era utilizzato. Ci sarebbe voluto ancora un po' per l'estetica Geocities che tanto sottovalutata trovo. Pronti al rendering? Via!


Ecco qui: Lisa Gherardini coniugata con Francesco del Giocondo che piano piano muta nel pittore di Zundert. A voi pare banale, ma se pensate che un 486 DX2 fa girare OpenOffice con estrema fatica, usarlo per fare gli effetti speciali significa che il signor Goedeken sapeva spremere bene l'hardware che aveva a disposizione. Bello. Anche questo sarei stato ore a guardarlo, perché come ho detto non c'era altro. Successivamente, grazie alla collana da edicola "Crea con il tuo PC" della DeAgostini, avrei avuto anche una versione non troppo aggiornata di Autodesk Animator, e avrei potuto modificare manualmente i .FLI prodotti con RMORF. Ma anche su questo magari ci tornerò.  Dunque, che si fa?


Beh, presto detto! Abbiamo internet, usiamolo per recuperare l'unica foto di cui abbiamo bisogno! Oddio, beh, l'unica no, però mi sembra giusto, nello spirito di questo blog, creare l'effetto speciale che trasformi il Divo Giulio in ghepardo.

Giulio Andreotti... wealthy, young, handsome. A man with the brightest of futures. A man with the darkest of pasts. From Africa's deepest recesses, to the rarefied peaks of Tibet, heir to his father's legacy and the world's darkest mysteries. Giulio Andreotti, master of the secrets that divide man from animal, animal from man... Manimal!

(Peraltro se n'era pure parlato qui.) Approfittiamone dunque per vedere come si crea la matrice, ok?


Il processo è piuttosto macchinoso. Per tirare una riga bisogna cliccare col tasto destro del mouse vicino al bordo dell'immagine. Se il bordo è verticale, la riga sarà orizzontale e viceversa. Cliccando e trascinando col tasto sinistro negli incroci tra le righe o dove la riga tocca il bordo, possiamo modificare la matrice. Cominciamo con gli occhi, che sono lo specchio dell'anima, e posizioniamoli sulle pupille del Divo Giulio. I nodi corrispondenti sul ghepardo, andranno posizionati sugli occhi del ghepardo. Ora, se volessi fare le cose fatte bene, dovrei fare l'intero contorno occhi del felino e della vecchia volpe, ma, come avrete immaginato, tavò.


Fatti gli occhi, facciamo il naso, che è la cosa che cambia di più dall'immagine di partenza all'immagine di arrivo. Partiamo dalla fossetta tra le sopracciglia, che pensavo fosse la fossetta occipitale mediana descritta da Lombroso come requisito del carattere del brigante, ma apparentemente non lo è. La fossetta tra le sopracciglia è anche un ottimo punto di riferimento per chi tra voi fosse timido e avesse soggezione a guardare negli occhi le persone. Guardatele lì in mezzo e a loro sembrerà  che li stiate fissando nelle palle degli occhi. Io l'ho usata questa tecnica diversi lavori seri fa, quando non riuscivo a guardare negli occhi un mio superiore perché era veramente orribile a vedersi, oltre che non particolarmente brillante e piuttosto arrogante nei miei confronti forte del fatto che al tempo avevo solo 25 anni. (Emanava anche un odore insopportabile). Qui sto elargendo "life hacks" cari amici, altro che atelier culturale!


Disegnamo ora il contorno della parte bassa del naso, e pure della bocca. Dovremmo già avere una definizione di base, ma siccome vogliamo fare concorrenza a Hollywood forti dell'italica tradizione nel campo degli effetti speciali a basso budget che comunque risultano credibili, proseguiamo con la definizione della matrice...


Voilà, già meglio. Nonostante gli spettatori saranno concentrati sullo sguardo inquisitorio di Belzebù, vediamo anche di definire per bene il contorno naso, perché è la parte soggetta a maggiori cambiamenti, direi.


Voilà. 25 fotogrammi, formato Autodesk e via che andiamo!

Oh che meraviglia. Il volto del Divo Giulio che si gonfia come un palloncino e anziché esplodere diventa un meraviglioso esemplare di Acinonyx jubatus. Gli occhiali in osso di tartaruga (o è moplen? Boh!) diventano le striature attorno al muso del gattone, e il naso del Divo Giulio si allarga somigliando nella transizione alle creature di Avatar, sempre per stare in tema di Terminator 2. A proposito, tempo fa i membri del mio team si lamentavano che sul posto di lavoro ci fossero poche fanciulle esteticamente gradevoli, e allora per sollevare il morale li ho invitati a una riunione in cui c'era una consulente decisamente appariscente (la società per cui lavora è soprannominata "l'agenzia di fotomodelli" per via del fatto che mandano dai clienti solo gente che si tira molto). Dopo la riunione ho chiesto se erano contenti e loro mi hanno detto "mah, pareva un po' una degli alieni di Avatar". Bah. Altro morphing?



Decidiamo di trasformare il Divo Giulio nella Gioconda. Come inquadratura sono pure simili...


...ed ecco la matrice. Semplicistica, lo so, ma se metto troppe linee finisce che poi mi incasino e non riesco a trascinare il nodo giusto. Dunque: posizione occhi, contorno basso del naso, bocca e contorno volto con separazione tra capelli e viso. Pronti?


Ecco qui. Se mai stamattina vi foste svegliati chiedendovi "Ma quanto sarebbe bello vedere un'animazione di Andreotti che si trasforma nella Gioconda?" eccovi esauditi. Lo so, non c'è di che. Altro morphing, via!


Nel 1993 la Prima Repubblica era già praticamente tramontata e Craxi veniva bersagliato di monetina all'uscita dell'hotel Raphael, e quindi per ragioni completamente scorrelate ora trasformerò il Divo Giulio in  Ghino di Tacco. Non chiedetemi il perché.


Ecco, diciamo che lo faccio per descrivere la difficoltà nel morphing quando le inquadrature sono troppo differenti. Mi scappa la matrice e faccio corrispondere al naso di Andreotti la bocca di Craxi, e il risultato è un po' un pastrocchio...



...ecco, già meglio. Volendo fare le cose fatte bene uno avrebbe dovuto definire il contorno occhiali, ma onestamente, cui prodest? Vediamo di concludere con la funzionalità alternativa...


...ebbene sì, si può morphare un'immagine in se stessa! A che serve? Semplice, oltre alla funzionalità "Morph" in RMORF esiste anche la funzionalità "Warp", che fa sì che la stessa immagine venga deformata servendosi dell'impostazione della matrice. Le possibilità sono infinite, ma noi cogliamo l'occasione per far sfoggiare ad Andreotti un sorrisone che vada al di là del suo usuale sogghigno. Perché noi crediamo al ruolo benefico della gente senza grinta ma capace di sorridere. Pronti?


Ecco qui! usiamo la matrice per definire i punti fermi e vediamo di storcere per bene la bocca in un sorrisone tipo il Joker di Batman, che è un personaggio ormai completamente rovinato perché se ne sono appropriati i falliti che su Twitter auspicano il crollo di ogni possibile istituzione convinti che dal nuovo caos che nascerà loro saranno in un ruolo dominante. Mentre invece semplicemente termineranno i soldi con cui i genitori li mantengono. Andiamo col sorrisone?


Ehm, agghiacciante. Forse certe cose non sono fatte per esistere, e quindi è meglio porsi la domanda tipica dell'atelier culturale.

Ti ha aiutato sul lavoro? Direttamente no, perché non ho mai fatto effetti speciali.
E quindi, a che ti è servito? Beh, è stato il primissimo software con cui ho fatto manipolazione di immagini fatta seriamente, ed è stato lì che ho iniziato a lavorare coi formati di immagine e con le animazioni, cosa che mi è servita durante il mio primo lavoro non serio, e anche durante il lavoro serio mi sono trovato a lavorare con la manipolazione delle immagini, per ragioni che non vi starò a spiegare. Pasticciare con questo programma, con AAPLAY.EXE e con l'incluso VPIC.EXE (per vedere e convertire immagini) mi ha aiutato a essere quel genere di risolviguai multifunzione che tanto mi ha aiutato in carriera. Lo so, è un po' stiracchiata, ma oh. Tutto fa brodo, no?

1 commento:

  1. rmorph lo trovai in un floppy di pcmagazine, subito lo provai sul mio compaq presario preso da poco, ed ero felicissimo, potevo fare "le robe del cinema". l' ho usato un quarto d'ora e poi mai più usato, già da piccolo avevo la soglia di attenzione di un cetaceo...

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