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lunedì 20 agosto 2018

Life & Death 2 - The Brain

Non ero ricco e non potevo permettermi sei anni di medicina. Il bello è che nessuno dei miei figli ha voluto studiare medicina.
- Andreotti

Che cos'hanno in comune l'ex videogiocatore e Andreotti, il Divo Patrono di questo umile blog? Beh, è vero che ogni tanto ho la tendenza a ingobbirmi per via di una postura sbagliata (ma una buona dose di flessioni e planking mi aiuta a stare dritto, oltre che a sviluppare un set di pettorali che viene molto gradito da mia moglie), ma a parte questo? Ve lo dico subito, io per un periodo della mia vita volevo fare medicina. Chirurgia plastica, per via dei soldi (e della possibilità di maneggiare tette) poi una più semplice "intanto medicina, poi si vedrà per la specializzazione". 

Che tanto l'obiettivo quello era


Poi ho fatto ingegneria informatica, un po' perché non avevo voglia di studiare per 10 anni (e infatti dopo 4 mi sono rotto i coglioni)  e un po' perché non avevo voglia di rotture di coglioni. Perché? Presto detto. che una delle insopportabili vecchie che frequentavano casa dei miei era stata caporeparto di anestesia a un noto ospedale del capoluogo, e dover passare 5 anni + altri 5 di specializzazione a dovermi sorbire i confronti con lei, che millantava che a 14 anni dirigeva un laboratorio di chimica in collaborazione con Augusto Murri (che quando lei aveva 14 anni era già morto da un decennio). 

Sto divagando! Lo so. Di fatto, mentre alle superiori intrattenevo il pensiero di seguire la carriera di Ippocrate, grazie a Internet feci una scoperta fondamentale:

No, non quella.
Sto parlando dell'Abandonware! Ovvero un modo per scaricare giochi introvabili su cui avevo sbavato davanti alle riviste da piccolo, più tutti i giochi a me sconosciuti. La superautostrada delle informazioni era una miniera inesplorata, e armato del mio modem 56k e di bootdisk per andare in modalità dos cercavo di sopperire alle mie mancanze videoludiche dell'infanzia. Tra i giochi che scaricai per primo, a parte il Gioco Più Bello Di Sempre (quale? Ve lo dirò, prima o poi) e vari giochini che non ero mai riuscito a ottenere, ci fu appunto il gioco di oggi, che non conoscevo minimamente ma che simulava il lavoro di un neurochirurgo e mi sembrava una buona idea provare per capire a cosa sarei potuto andare incontro se mi fossi iscritto a medicina. Più che un gioco, un atelier culturale. Sigla!


The software Toolworks! Quelli che pubblicarono Megarace e nel frattempo produssero un sacco di giochi educativi, che chiaramente non cagavo pari perché al Vecchio Paese arrivavano solo quelli francesi della Coktel Vision tradotti dalla CTO. Prima o poi riuscirò a trovarne uno. The Software Toolworks presenta...


Life & Death 2 - Il Cervello! E perché non il primo episodio? In realtà ci avevo pure provato a giocarci, ma la grafica era in una CGA che faceva venire il mal di testa anche a chi come me ha un certo gusto dell'orrido. Agevoliamo un esempio...

Perché quella carta da parati?
Che vi devo dire: i 4 colori sono quelli che sono, ma come vengono usati qui sono piuttosto irritanti. Quindi, facciamo il secondo episodio che è più comprensibile e l'unica differenza è che qui si opera al cervello, mentre nel primo si operava alla panza.


Ecco. Potevamo dare un nome diverso al nostro medico? Ovviamente no, anche perché non è ben specificato il nome e potrebbe benissimo essere uno dei figli del Divo che, pur avendo i mezzi, non ha voluto studiare medicina. In compenso il primogenito Lamberto Andreotti è presidente del consiglio d'ammnistrazione di Bristol-Myers Squibb, una multinazionale farmaceutica di cui ricordo lo spazzolino della Squibb con cui ero costretto a lavarmi i denti negli anni in cui questo videogioco vedeva la luce a mia insaputa. Mi piaceva il nome "Squibb": per qualche ragione sembrava un ottimo nome per un pirata. Ma di giochi sui pirati ne ho parlato la settimana scorsa in abbondanza quindi facciamo finta di niente e immaginiamo di essere nell'universo parallelo in cui il Divo Giulio ha deciso di iscriversi a medicina specializzandosi in neurochirurgia, in modo da poter trattare le sue fastidiosissime emicranie.


Il gioco comincia con una visuale dall'alto dell'ospedale. In basso a sinistra la scuola medica, sopra la sala operatoria, le quattro corsie e in cima le macchine per la diagnostica. L'interfono mi dice di recarmi in classe...


...dove il primario, il fascinoso e barbuto dottor Ryan T. Skelton, ci dà le istruzioni di base del gioco. Ogni volta che avremo bisogno di un ripasso, o ogni volta in cui faremo qualche cazzata, dovremo sorbirci la lezione del dottor Skelton, che ovviamente non cagheremo pari perché saremo troppo intenti a incidere cazzi sul banco con il bisturi.


Andiamo a trovare la signora dell'accettazione. Un bel donnino, sicuramente. "Presidente, stia dritto", dice lei "E già che c'è, vada alla stanza 2 che la aspetta un paziente.".

"Se è un paziente, avrà sicuramente pazienza di attendermi" risponde Il Divo, e mentre piano piano si allontana, la testa della receptionist esplode come in Scanners.


Giusto per completezza, diamo un'occhiata alle opzioni. Non ho idea di cosa sia il "Nightmare mode" e mi guardo bene dall'attivarlo. Bello però che possiamo disegnare le nostre iniziali con cui firmare i referti. In un momento di decenza, decido di non disegnare un cazzone come iniziali. "Non oso tanto - dice il Divo - d'altra parte non sono che un medio peccatore..."


Vabbè. Andiamo in corsia e vediamo il nostro primo paziente, che è un uomo estremamente equino coi capelli lunghi e una discreta stempiatura. Tu caro amico non hai bisogno di un medico, hai bisogno prima di tutto di uno psicologo, fai qualcosa della tua vita! Esci di casa! Fai come i tuoi genitori, accetta un consiglio: trovati un lavoro! Gli sbandati perderanno sempre! 

Il giovanotto è insensibile alle reprimende del Dottor Andreotti, quindi diamo un'occhiata all'anamnesi (si dice così?). Dandoci un tono, iniziamo a leggere la storia clinica del paziente facendo commenti acidi e sarcastici come quell'enorme piaga del Dottor House, il punto più alto di sempre nella storia del postmodernismo nichilista. Solo che al tempo (erano i primi anni 2000) le donne inzuppavano le mutande per Hugh Laurie, quindi noi grandissimi sfigati pensavamo che fosse sufficiente atteggiarci ad acidi zoppi e dannati quando in realtà si trasudava un alone passivo-aggressivo che repelleva ogni donna nell'arco di un chilometro.


Vabbè, guardiamo in faccia il nostro spiantato. Ha le pupille a capocchia di spillo. Il divo gli sventola un cartello davanti alla faccia su cui c'è scritto l'ordine di dire "Alice". Il PC Speaker gracchia "Èlisss" e quindi almeno qui tutto a posto, il nostro paziente non è disfasico, e nemmeno è in vena di fare il noto scherzetto in cui si dice "efnvcbqnsbxsf". "Eh?" "PUPPA!"

Dopodiché prendiamo un bastone e glielo agitiamo davanti agli occhi, che lo seguono, ok, va bene.


E ora, iniziamo a punzecchiare il paziente. "Il suo humour era sottile, perfido come bucature di spillo. Lì per lì non le sentivi le bucature ma dopo zampillavano sangue e ti facevano male." scrive del Divo Giulio la sopravvalutatissima Fallaci, che peraltro somigliava un casino alla vecchia primaria alla cui ombra, se avessi fatto medicina, avrei dovuto vivere. E guai ad azzardarmi a fare meglio! Gerontocrazia, fuck yeah!

Ora che ci penso, questa persona mi ha instillato l'odio per il gioco troppo costretto dalle regole, che esemplifico con i Lego di Guerre Stellari che servono a costruire soprammobili da esporre alla polvere. Quando avevo 6 o 7 anni mi regalò una locomotiva dei Lego, e tra una Rothmans e l'altra si incazzò come una iena perché non seguivo alla lettera le istruzioni. Ma brutta vecchia stronza, quando mi regali qualcosa quello diventa mio e io ci faccio il cazzo che mi pare. Fortunatamente questa persona ha avuto la decenza di non avere prole a cui causare psicopatologie più o meno gravi. (Quanto a me, la principale conseguenza di questo trauma è un grande scetticismo alla narrativa secondo cui vecchio = saggio, ma questo già lo sapete).

Ok. Poi puntiamo una torcia in faccia per vedere se le pupille si restringono, ma quelle son già strette quindi sticazzi.


Guardiamo le braccia preoccupantemente depilate del nostro equino studentello fuori corso "Proprio come certi fiumi in piena". Prima prendiamo gli altri e li solleviamo e vediamo se non crollano giù senza vita. Dopodiché con un bravo martelletto controlliamo l'arco riflesso dei gomiti, e dopodiché facciamo una bella sessione di agopuntura con cui stabilire se il nostro paziente urla "Aaaah!" o "Oooog!". Bello.


Facciamo lo stesso con le gambe. Tutto normale, a parte la glabrescenza (si dice?). Magari si è depilato tutto per nascondere la grande piaga sociale che è la perdita dei peli sul polpaccio. Dunque, abbiamo finito di esaminare il paziente. Che si fa?


Si guarda la cartella dove, per fortuna, il gioco ha registrato i sintomi. Per fortuna perché non sono di certo in grado di ricordarmeli e tavò di andare a recuperare un bloc notes e un lapis. Preso atto dei sintomi mostrati, andiamo a cercare ispirazione nel manuale di neurologia. Voi vi sentireste bene se il vostro medico consultasse il manuale di medicina mentre vi esamina? Ma fortunatamente il nostro paziente è semicosciente, quindi chissenefrega. Andreotti vince sempre.


Ecco. Dunque possiamo prescrivere Aspirina, Codeina, terapia psichiatrica, fisioterapia, semplice ginnastica, oppure si può operare per aneurisma, tumore cerebrale o ematoma subdurale. Visto il modo con cui si presenta quel deficiente del nostro paziente, con la coda di cavlalo/mullet, l'unica cosa sensata che possiamo prescrivergli è una terapia psichiatrica....


...e il fascinoso dottor Skelton si congratula con noi, perché il giovanotto era un eroinomane. In effetti noto solo ora la somiglianza con Cesare Ferretti! "MA COME, IO STO CERCANDO DE SVORTÀ E TU MI MANDI DALLO PSICHIATRA?" In effetti, mi chiedo cosa sarebbe successo se gli avessimo prescritto codeina, che è un oppiaceo come l'eroina.


Altro paziente! Una signora anziana con l'aria molto sbattuta. 55 Anni? Boh. Ne dimostra almeno 70. O Forse la qualità della vita nel 1990 era così bassa che i 55enni di allora sembravano 70enni. Non lo so. Vabbè, iniziamo la diagnosi...

Più tardi.


Riassumendo, la tizia aveva una una pessima pronuncia della parola "Alice" e gli arti deboli nonché i riflessi esagerati. Che dire? Io ritengo che non essere in grado di pronunciare la parola "Alice" sia segno di grave instabilità mentale. Dallo psichiatra!

(E niente, era un'emicrania. Bastava un'aspirina, e la tizia, permalosissima, ha denunciato l'ospedale. Eh ma denunciare l'ospedale per questa cosa è chiaramente un segno di instabilità mentale).


Il dottor Skelton mi fa una bella ramanzina, ma io non lo cago minimamente perché mi sto fissando sulla sua autorevole barba, che è peraltro la stessa potentissima arma che ha anche il dottor Maurizio M. del Vecchio Paese, il quale per qualche mese all'anno sparisce, prende la moto e va fare i rally nel deserto del Sahara. Se fosse una qualsiasi altra persona sarebbe stato mandato a fare in culo ma quella barba! - sviene


Vabbè. Noi non siamo il dottor Maurizio M. del Vecchio Paese, ma siamo Giulio Andreotti, non meno fascinoso. Ed ecco un'altra vecchia che viene ad elemosinare la nostra ippocratica saggezza. Pare peraltro che già nel 400 avanti Cristo, il Divo Giulio ascoltasse le lezioni di medicina di Ippocrate all'ombra del platano di Kos che prende il nome dal precursore dei medici moderni. Pare anche che Ippocrate, osservando l'allievo, abbia detto "questo è un ragazzo talmente capace a tutto che può diventare capace di tutto". Pare anche che il Divo Giulio ne abbia approfittato per fondare l'Ippocrazia Cristiana.  Pare anche che il vostro Ex Videogiocatore stia divagando. Oh beh. Comunque niente di sospetto qui, per ora.


Tutto ok anche qui, tranne il braccio sinistro che è molto debole. Uhm. Qualcosa mi sfugge?


No, tutto normale, tranne il braccio sinistro debole. Indaghiamo più a fondo, perché sia i miopi che i presbiti, in medicina, sono pericolosissimi.


Risonanza magnetica! Tanto chissenefrega, questa è la mutua, il paziente non paga niente! Ah no, il gioco è ambientato in U.S.A. Ops. Se la signora sopravvive, fa bancarotta. Oh beh! Land of the free, home of the brave! Il cervello è a posto. Dunque?


E dunque facciamo fare un po' di ginnastica al braccio alla signora, che mi ha un po' sviato per via del suo non essere il giovanotto con l'aspetto equino: lui ha la faccia di quello che si addormenta il braccio di proposito per sfiorarsi i pendagli e far finta che sia qualcun altro a toccarglieli. Comunque il dottor Skelton mi fa le congratulazioni. La vecchia ciabatta era venuta in ospedale perché le si era addormentato un braccio. Ora è indebitata per decine di migliaia di dollari per via di una risonanza magnetica completamente inutile (applauso molto lento con tono sarcastico).


Sgattaioliamo nel bellissimo ufficio del dottor Skelton (cercando di non farci sanguinare gli occhi per via della moquette e per via dell'orribile quadro che starebbe bene nel cesso di uno spacciatore di Miami Vice) e sbirciamo il suo PC. Ah! Sta parlando di noi: il nuovo stagista sembra ok. Non so se abbia la stoffa giusta per fare il neurochirurgo, ma vedremo. Oh, è qualcosa.


Prossimo paziente, di nuovo il ragazzo equino. Stavolta la questione sembra seria. Un è occhio fisso e dilatato, come cantava Jerry Calà in "Disco Gatto", un lato della faccia non sente il dolore, e quando chiedo al paziente di dire "Alice" mi risponde "mfblwx". Ma questo è probabilmente perché Alice è la sua ex fidanzata con cui si è lasciato malissimo e "mfblwx" è semplicemente "puttana" detto tra i denti (fermo restando che per avere una visione olistica della storia sarebbe giusto sentire anche la versione di Alice).


La risonanza magnetica mostra una roba tutta bianca. Ahi. La TAC è ancora peggio, ci sono tante macchiette sul cervello: sarà mica che il Divo ha starnutito sul monitor? No, temo proprio di no: direi che c'è un problema. E dunque, OPERIAMOOOO!!! (da canticchiarsi come la pubblicità dell'Allegro Chirurgo, per poi menare molto forte le prefiche che si mettono a frignare rimembrando i giochi da tavolo MB).

Un chirurgo non può operare bene senza uno staff fidato. Siccome il fidato Cirino Pomicino è veramente un assistente neurochirurgo (verificate pure!) ma ha mollato la pratica per diventare ministro del bilancio, il Divo Giulio deve fare la guerra coi soldati che ha, e andare a cercare gli assistenti a disposizione. Vediamo un po'!


La prima assistente è Norah Griffin, specializzata in aneurismi cerebrali. Non va d'accordo con la dottoressa Schmidt, che esce con il suo ex marito. Il Divo Giulio pensa aella creazione di una piccola arena di fango in sala operatoria in cui le due dottoresse si possano menare per bene e sghignazza felice, per poi scacciare l'idea timoroso dei pizzicotti che l'amata moglie Livia Danese, per gelosia, gli darebbe sul braccio.


Craig Helprin, frequentatore dello stesso solarium di Carlo Conti. Craig è il classico rompicoglioni che fa il "custode" delle procedure e ci cazzia se deviamo anche solo di un millimetro dalle politiche di sicurezza dell'ospedale. Oh, facendo le dovute proporzioni, ho fatto pure io lo stesso lavoro, e dopo due anni scarsi ho mollato perché mi rompevo i coglioni io stesso. Vabbè il tizio è noioso, passiamo avanti.


Ma questo... ma questo è Gary Coleman, il nano protagonista di "Il mio amico Arnold" morto nel 2010 dopo una vita all'insegna dei guai finanziari. In effetti tutti i ragazzi protagonisti di quel telefilm se la sono passata piuttosto male. Fra tutti ricordo Dana Plato, ovvero Kimberly Drummond, che dopo essere comparsa in uno dei videogiochi più brutti di sempre, Night Trap, morì di overdose in una roulotte. Le due cose ovviamente non sono correlate. Mi è venuta tristezza (quel telefilm peraltro faceva cagare), passiamo avanti.


Emil Kahn.

Quasi, dai
Kahn è un anestesiologo. Quasi quasi lo piglio per riconciliarmi con gli anestesiologi. Passiamo avanti.


Brandt.

Quasi, dai
Una neurochirurga esperta di tumori al cervello. Non va d'accordo con Kahn perché hanno avuto una storia e non è andata bene. Ora non so se questo che dobbiamo operare è un tumore, ma mi solletica l'idea di vedere un po' di dramma in sala operatoria. Kahn e Brandt siano, dunque, ma prima diamo un'occhiata a chi rimane...


Ah, sì: la Schmidt, di cui abbiamo parlato, che si fa l'ex marito della Griffin. No, teniamoci Kahn e Brandt e divertiamoci.


Entriamo in sala operatoria trovando un silenzio glaciale tra i due. Kahn rompe il ghiaccio dicendo al Divo di cliccare col destro su un attrezzo in modo da averne la descrizione. Noi clicchiamo sulla testa del paziente e osserviamo che l'orribile chioma a metà tra il mullet e la coda di cavallo è stata rapata a zero. Benissimo! È già una piccola vittoria. L'analisi del paziente è "Si spera che tu sappia cosa farne".


Prima cosa: girare la testa del paziente dal lato su cui operare. Oltre ai vari attrezzi da macellaio vediamo l'eletrocardiogramma, la pressione, il sacchetto delle urine, la flebo, e il respiratore.


Prima cosa: lavarsi le mani. Il Divo Giulio, pur sentendosi vicino al pubblicano della parabola, si vede costretto a imitare Ponzio Pilato. Dopodiché, ci infiliamo i guanti e ricopriamo la crapa del paziente con la tintura di iodio in modo da disinfettare tutto quanto per bene. Kahn subito si incazza perché stiamo colorando di iodio più in giù del dovuto. Brandt ancora si sta guardando attorno imbarazzatissima.


Il divo Giulio prende una coperta e, novella Santa Veronica, la getta sulla faccia inguardabile del paziente. Kahn prende un pennarello Carioca e disegna la linea su cui tagliare...


...non ce lo facciamo dire due volte! Il Divo impugna il bisturi e con la mano che gli trema per via del Tedax preso subito prima dell'operazione, inizia a incidere. È consigliabile non fare un unico taglio ma fare un po' alla volta. Perché? Presto detto, ci sono le fughe di sangue da tappare con le clip. Se esce troppo sangue, il paziente muore. Ci diamo anche una mano mettendo un po' di sangue nella flebo. Poi incidendo esco dagli spazi (che è una cosa che mi capitava anche all'asilo quando coloravo) e Brandt esce dal suo silenzio per correggermi. In tutto questo siamo tutti delusi per via del fatto che Brandt e Kahn non stanno ancora litigando.


Abbiamo finito di incidere il cuoio capelluto e ora che si fa? Semplice, lo teniamo su con degli aghi da pesca attaccati a una carruc-BLEAH che orrore. Questo, cari amici, è il cranio, che ora dovremo allegramente segare! Pronti?


Via! Mettiamo il liquido di irrigazione in modo da evitare che il cranio si surriscaldi e facciamo il buco puntando il trapano dove cascano le goccine. Nel frattempo, il giovane infermiere Sbardella fa uno scherzetto al Divo Giulio, dandogli una ginocchiata sul retro delle ginocchia per poi far girare il ditino come nello schiaffo del soldato. Una simpatica burla che fa sì che il trapano sgommi e Brandt ci rimanga molto male, ma mai quanto male c'è rimasta dopo che ha scoperto la passione di Kahn per il gerbilling, cosa che ha posto fine alla loro storia.

Fine dell'operazione! Che ne è stato del paziente? Boh. Skelton ci rimanda in classe per redarguirci e tutto prosegue come prima.

Più tardi.



Stiamo guardando un'anamnesi di un nuovo paziente. Allergico ai granchi e ai molluschi! Oh che strana cosa da riportare su una storia medica! "Sono un neurochirurgo, non un dietologo" dice il Divo Giulio, parafrasando un medico del futuro. Vabbè, facciamo una TAC e...

Scusate.
Il paziente muore, perché a quanto pare il liquido di contrasto della TAC è fatto con un frullato di granchio, che causa una reazione allergica letale. Ops. Vabbè, proseguiamo.



Stiamo esaminando un paziente con le pupille a capocchia di spillo. Iniziamo a bucherellargli la faccia e, presi dalla similitudine pupille a capocchia di spillo/spillo, senza pensarci, il Divo gli fa un buco nell'occhio. AAGHH! Urla il paziente, e AAAGH! urlo pure io da questo lato dello schermo perché su sta roba sono sensibilissimo. Ovviamente Skelton non è felice.


Altro giro, altra paziente, che ha ricevuto di recente un pacemaker. "Bene, buon per lei" dice il Divo Giulio, "io a Natale ho ricevuto una cravatta Marinella". E la manda a fare una risonanza magnetica. Che se avete capito come funzionano le cose è un'enorme elettrocalamita, la quale non va molto d'accordo con un dispositivo di metallo impiantato nel torace che manda segnali elettrici al cuore. RIP anziana paziente, ora insegna agli angeli ad essere gabbie di Faraday. A Skelton girano i coglioni.

Più tardi.


Altra operazione, sempre con Brandt e Kahn, che ancora non si parlano. Abbiamo aperto il cuoio capelluto e ora andiamo a bucare il teschio. Peccato che per un errore di parallasse il Divo manchi clamorosamente il liquido di irrigazione, surriscaldando la scatola cranica del paziente, che saluta questa valle di lacrime. Mentre gli altri praticanti mangiano una pizza sul cadavere, ridono del fatto che ci si poteva friggere un'uovo sulla testa di 'sto tipo. Ebbene sì, ragazzi, i medici sono incredibilmente desensibilizzati e il loro senso dello humor è qualcosa che a noi profani può sembrare agghiacciante. Ma lo capisco, è un modo per esorcizzare. Con questo non dico che mi piaccia, eh.

Poco dopo.


Altro paziente. La TAC ci mostra una strana forma del cervello, curvato verso sinistra e... Ehi! Ma io ricordo questo cranio! Era quello di un tizio all'università con me, per qualche ragione soprannominato "Mengacci" su cui i miei compagni di corso e io avevamo fatto un trattato degno di Marco Ezechia Lombroso detto Cesare. Il tizio aveva la faccia tutta storta, e nelle aule anfiteatro ci mettevamo tutti sopra di lui (era facile, era sempre in prima fila a fare lo yes-man al prof) ed esaminavamo la strana curva che assumeva la sua bitorzoluta testa vista dall'alto. Ebbene sì, ragazzi, gli ingegneri sono incredibilmente desensibilizzati e il loro senso dello humor è qualcosa che a noi profani può sembrare agghiacciante. Ma lo capisco, è un modo per esorcizzare. Con questo non dico che mi piaccia, eh.



Vabbè oh, se uno nasce con la testa storta non è mica un problema. Anche Pericle, lo statista ateniese, nacque con la testa tutta piena di bozzi che sembrava una cipolla (e per questo si faceva ritrarre con l'elmo in testa). Diamogli un'aspirina e tutto pass-oh. Ematoma subdurale. E che ne sapevo io che la chiazza nera non era un pezzo di testa in meno ma un ematoma? Vabbè. 

Più tardi.


Ragazzi, mi son rotto le palle. Ora impugno il Bisturi e inizio a fare sulla faccia della paziente una serie di ghirigori tipo quando sono al telefono o in riunione e mi sto annoiando, e subito Brandt esce dal suo stato catatonico indotto da Kahn per cacciarmi dalla sala operatoria. Deluso dalla pratica medica, Il Divo Giulio si rifugia in caffetteria...


Dove viene preso per il culo da un altro giovane chirurgo rampante. Beh, che dire? Forse Pangloss aveva ragione: questo in cui Andreotti non ha fatto il medico ma il Presidente del Consiglio è veramente il migliore dei mondi possibili. Timbriamo dunque il cartellino in uscita e mestamente andiamo al prossimo gioco.

È merda? No, è molto carino, come gioco educativo. Molto bello il disclaimer incluso in un readme.txt che ci avvisa che essere bravi a questo gioco non fa di noi medici veri. Però è fatto bene, è divertente, è accurato, e vi dirò che per quanto sia ripetitivo, non è affatto male. Ah, piccola appendice: so già che certuni tra voi, tanto per fare un esempio penso a un caldaista di Oderzo (TV), vedranno questo gioco, penseranno a Theme Hospital della Bullfrog (che potrei pure recensire, forse) e mi diranno che Life&Death 2 glielo ha ricordato. Come vedete, durante l'articolo non ho citato Theme Hospital perché non c'entra un tubo. Non fatelo nemmeno voi. Sono due cose diverse. Fareste la figura dei parvenu che vogliono per forza dire qualcosa. Fate un favore, prima che a me, a voi stessi. Comunque 'sto gioco non è merda.

Ci rigiocheresti? Può darsi.

6 commenti:

  1. Io ho pensato SUBITO a Theme Hospital, se non altro per l'immagine dell'ospedale dall'alto. Poi ho rischiato di vomitare la colazione all'immagine del cervello aperto (sì, è la cosa che più mi fa impressione. Non se la persona è ovviamente attaccata dagli zombie e sbudellata. Ma una persona integra con il cranio aperto). L'unica cosa vagamente horror di Theme Hospital poi erano i topi, se si usava molto la fantasia e se si giocava dopo aver visto lo storico cult "Rats".

    Veniamo a questo Life&Death II: ma una persona che non riesce a parlare bene e che ha i riflessi esagerati, come puoi avere un'emicrania? A parte questo, è uno dei migliori giochi che hai recensito. Difficilissimo (praticamente rischi di ammazzare ogni paziente o di essere denunciato) e allo stesso tempo affascinante (ma io ho un debole per i "manageriali", non so come definire questo tipo di gioco in cui non devi sparare e dare cazzotti e basta). Notare inoltre che quando buchi l'occhio al paziente, il tuo capo ti paragona a Freddy Krueger! Citazione! Nostalgia! :D.

    Ps io e te siamo gli unici che osano associare il cognome Fallaci a "sopravvalutatissima".

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    1. Ah. Beh dai, ho capito l'ambientazione, però non c'entra proprio Theme Hospital, quello ha le malattie sciocchine, mentre questo gioco parla di malattie reali anche molto brutte (ma lo fa con un approccio didascalico ed educativo che trovo molto bello). In Theme Hospital ai topi sparavi col mouse (ironico), giusto? di "Rats" (presumo sia quello di Fragasso) ricordo invece il finale ridicolissimo, che in effetti non stonerebbe nel giochino della bullfrog.

      Per quanto riguarda l'emicrania, è un concetto molto diffuso scambiarla per un mal di testa molto più forte, ma certi tipi di emicrania causano disfasia oltre che debolezza diffusa, problemi di visione (tipo trip acido) e in casi molto forti pure emiparesi. Poi passa e tutto magicamente torna come prima.

      P.S. Se è per questo ho dato del sopravvalutatissimo anche a Gianni Brera, e sono dello stesso parere su Montanelli e il suo stuolo infinito di allievi.

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  2. Ho temuto per un attimo che alla fine il Divo si sarebbe abbassato a scarabocchiare ben altro con il bisturi, ma lui è ben superiore alla volgarità apprezzata solo da una fetta di elettorato non alla sua altezza. Come già appurato da sua Eccellenza Giulio, non era materia fecale, lo conservo ancora originale, nella confezione c'erano anche una mascherina e dei pratici guanti da chirurgo! Un aspetto nostalgico dei bei tempi era quello del packaging pieno di scartoffie (interessanti) e di gadget inutili infilati nelle scatole dei videogiuochi tanto per giustificare (inutilmente) il rapporto astronomico Lire/KB di quei tempi. BRUSCHETTE!

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    1. Certi "feelies" erano fighi, come la moneta col simbolo del Codice o la pietra di ossidiana degli Ultima, certi denotavano un'incredibile faccia da culo da parte dei distributori. Non sapevo di questo gadget in particolare ma immagino fossimo disposti a sorvolare sulla presa per i fondelli da parte dei The Software Toolworks perché il gioco era divertente. Che tempi ingenui.

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  3. Non so se hai notato la somiglianza del dottor sKelton con mio fratello.
    Come hai fatto a non riconoscerè i sintomi dell'emicrania?! Si mangia le parole!

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    1. In effetti noto una certa somiglianza, per quanto il dottor Skelton sia più in carne. Sarà lo sguardo severo?

      (Comunque, riconosco i sintomi dell'emicrania ma la faccia della tizia non mi ispirava fiducia, anzi aveva l'espressione tipica del disagio).

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