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lunedì 4 giugno 2018

Wing Commander (Prima Parte)

Spesso e volentieri ho affermato che in gioventù ero un grandissimo sfigato. Nessuno ha mai avuto da ridire su questa affermazione, il che da un lato mi rassicura sulla mia capacità attuale di giudizio, ma dall'altro lato mi deprime un po' sul tempo perso a fantasticare sui videogiochi quando invece potevo fare altro. Non mi riferisco a quello che era solito commentare, credendosi molto simpatico, quel vermiciattolo di un tizio per cui nutro grande disistima, a ogni cosa che non fosse strettamente necessaria alla sopravvivenza osservava con un viscido "sarebbe meglio che pensassi alla figa" (sarebbe anche interessante mettere di fianco questo sardonico commento con la realtà dei fatti, ovvero con la moglie che si è scelto, ma whatever floats your boat).

Di fatto, c'è chi la sua sfiga l'ha monetizzata molto bene, e pur ammirandolo per il successo raggiunto, è inevitabile che la sfiga gli sia rimasta attaccato. La sfiga unita all'arroganza è una brutta roba. Di chi sto parlando? Di Chris Roberts.

CIAONE PORACCY

Nel 1990 Chris Roberts è un ragazzo americano cresciuto in Inghilterra, dove ha iniziato una carriera di sviluppatore di videogiochi creando giochi per l'Acorn BBC (Gran computer, quello). Ma Chris ha una grande visione per il suo futuro. Una visione influenzata dalla fantasia di potenza di uno sfigato. Uno sfigato che ha visto troppe volte al cinema "Top Gun" e ci si è mentalmente immedesimato al punto da diventarne ossessionato.

Fai il grosso vez ?
Pensate che roba: un film di combattimenti aerei fighissimi, con anche una storia dietro! Lasciamo stare che la storia dietro Top Gun in effetti è inesistente, con un protagonista emotivo e pericoloso che si suppone debba guidare un aereo da combattimento, e il "cattivo" del film è considerato cattivo perché glielo fa notare. 

Lasciamo pure stare che i sottotesti omoerotici in quello che dovrebbe essere un film macho ed estremamente eterosessuale sono fin troppi (vedi foto sopra) rendendo l'idea che i "maschi alpha da bar dello sport" si esaltino per un filmaccio del genere piuttosto ridicola. Ma Chris Roberts tutto questo non lo nota (potete notarlo dall'espressione nella foto sopra) e una volta tornato in America e andato a lavorare per la Origin (quelli degli Ultima, se ricordate), e dopo aver prodotto un paio di giochi di ruolo piuttosto dimenticabili, sforna la sua visione. Top Gun... ma nello spazio! In realtà, stando a quello che dice lui, il gioco in questione, "Squadron", è la Seconda Guerra Mondiale nel Pacifico, ma NELLO SPAZIO!

'Spetta un attimo. Ho detto "Squadron"? Ebbene sì, il titolo provvisorio era quello. Dopodiché il nome fu cambiato in "Wingleader". Dopodiché, all'ultimo momento, a causa della paura di infrangere qualche copyright, si passò al nome con cui la saga è passata alla storia. E alla storia c'è passata, tant'è che Wing Commander ha avuto più successo commerciale della saga di Ultima, e Chris Roberts, da bravo sfigato che si crede figo, ha sparato sempre più in alto. Prima producendo un sequel da ben 14 megabyte (e nel 1991 era una roba enorme), poi lavorando personalmente come regista a un altro sequel con attori veri, e che attori: parliamo di Mark Hamill di Guerre Stellari, di Tom F. Wilson che aveva fatto Biff Tannen in "Ritorno al Futuro", e soprattutto, nei panni del capo ingegnere, la pornodiva Ginger Lynn Allen.

"La sua astronave è così LUNGA, GROSSA e BEN TORNITA, colonnello"
Lasciamo poi anche stare che Roberts durante la produzione di Wing Commander 3 ci aveva provato in maniera goffa e sfigatissima con l'espertona di falli già protagonista di "Beverly Hills Cocks" ricevendo risate in faccia e tanti di quei due di picche da fare invidia a Teodomiro Dal Negro (ne riparleremo se e quando recensirò Wing Commander 3, auguratemi che il tavò non mi colga prima), la sfiga arrogante permaneva in lui e decise di puntare ancora più in alto. Ebbene sì, amici, parliamo di WING COMMANDER - IL FILM! (tradotto in italiano con un blandissimo "Wing Commander - Attacco alla Terra"). Per dirvi quanto era bello, la gente andava al cinema a vederlo solo perché prima dell'inizio proiettavano il trailer di Guerre Stellari Episodio 1 - La Minaccia Fantasma, e poi quando il film iniziava, la gente usciva.

Fai il grosso vez!
Ora Roberts ha fondato la sua compagnia, la Cloud Imperium Games, e sta raccogliendo miliardi di crowdfunding per un videogioco chiamato "Star Citizen", un'ambientazione in stile Wing Commander, ma con un universo persistente online e un serio problema di "Feature Creep" che sembra essere in grado di battere Duke Nukem Forever negli oscar per la categoria "Vaporware" Intanto però, Roberts fa un sacco di soldi con le donazioni date per un gioco che probabilmente non uscirà mai, e si crede essere fighissimo. Eh no, non funziona così. Se migliaia di sfigati ti riempiono di soldi, questo fa di te lo sfigato alpha, ma sempre sfigato resti. Oh beh, si parla al vento, qui. Sigla!


Dopo una schermata nera che al tempo mi pareva lunghissima e temevo che rimanesse nera perché il gioco non mi funzionava, meraviglia! Compare un'orchestra con la Terra sullo sfondo. Per chi avesse la Adlib/Soundblaster o simili, c'erano i classici suoni di quando gli orchestrali stanno provando. Fiiii poooo piripiripiripiripì, dissonante ma bello. Il direttore d'orchestra alza la bacchetta, fa tic tic tic, come a dire "fate silenzio o vi meno uno per uno, stronzi". Tutti sull'attenti e...


...via! Tutti partono a suonare un motivetto piuttosto deludente per un'orchestra così fornita, ma la figata sta nello zoom sul Pianeta azzurro, dietro cui spunta il logo Origin FX™, il sistema di grafica e sonoro della Origin! Bellissimo. Peccato solo che al tempo tutti pensassimo che a fare Wing Commander fosse la "Origin FX", pronunciato Origin Effeicchese, e pensavamo che le opinabili riviste di settore, parlando della Origin, si riferisse a qualcun altro. Eravamo stupidi. Però fuochi d'artificio!


Sullo sfondo del vuoto cosmico (che in questo universo è blu, quando in realtà dovrebbe essere nero), l'equivalente di "Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana...". Ovvero "In un remoto futuro, l'umanità è intrappolata in una guerra mortale..." Molto meno d'effetto, se mi chiedete. Poi ci sono ben tre astronavi a forma di ciambella che fuggono da un'astronave dall'aspetto molto più "umano", che ne fulmina una con una bella esplosione (che nello spazio non dovrebbe esserci) resa in bitmap. 


L'astronave dall'aspetto "mainstream" sfreccia via e appare il titolo, così, senza nessuna storia, senza nessuna premessa. Vuole forse dire questo che *deglutisco a fatica* devo leggere il manuale? Ebbene sì, ragazzi, il manuale merita molto, dato che è uno dei cosiddetti "feelies", ovvero ha la forma dell'house organ che circola all'interno della portaerei in cui ci troviamo. Dunque, andiamo a leggere...

Poco dopo.


Bene. Siamo nell'anno 2654 e l'umanità si è espansa su nuovi mondi, unendosi nella "Confederazione Terrestre", che rispetto alla Federazione di Star Trek è una struttura molto più debole, e i pianeti che ne fanno parte suppongo abbiano una maggiore devolution. Ma a parte questo, a forza di espandersi, la Confederazione pesta le zampe ai Kilrathi, una razza aliena di felini enormi, fissati con la guerra, la violenza e l'onore. Questo accade nell'anno 2634 e per 20 anni uomini e gattoni si sono fatti la guerra. E sì, caratterialmente i Kilrathi sono copiati dai Klingon di Star Trek. No, non siete intelligenti per averlo intuito.

Il potenziale nemico dell'umanità
Mi chiedo solo una cosa: per 20 anni il nemico principale dell'umanità sono stati dei gatti alti due metri e mezzo. Questo forse significa che sul facebook del 27° secolo la gente non condivide più foto di gattini? Attendo le vostre speculazioni.


Mentre attraversiamo un campo di asteroidi, via coi crediti! A parte il nome di Chris Roberts più volte ripetuto, i nomi importanti che vediamo sono quelli di Warren Spector (uno di quelli che non sbagliano il colpo), Ken Demarest III, che in Ultima 7 verrà rappresentato con un personaggio chiamato Tseramed (sic!), e il fratello meno sfigato di Chris Roberts, Erin, che sarà capo progetto di Privateer 2, a cui non ho giocato.


Via che si parte! Secret Missions è il data disk (che noi non abbiamo) quindi iniziamo con la campagna Vega!

Chiamato?
Basta cazzate, orsù.


Ah che bello, si comincia subito in medias res! In basso a sinistra abbiamo lo status della nostra astronave, in basso a destra lo stato del nostro target (un caccia pesante Krant), in mezzo abbiamo il radar, la potenza dei cannoni, la benza (per i post bruciatori) e lo scudo. Si può andare no? Avant- cazzo. Immediatamente il nostro vascello esplode ed è Game Over. Dunque basta così, prossimo gioco!

È merda?



Ah no, era una finta. Apparentemente c'è anche la possibilità di allenarsi col simulatore di volo all'interno della nostra portaerei. Siccome è la prima volta che giochiamo, ci viene chiesto il nome. Ai tempi di Wing Commander 3, il nome del nostro protagonista sarà fissato in Christopher (come Roberts) Blair (che deriva da Bluehair, il soprannome dato al protagonista dalla Origin durante lo sviluppo, e poi vi spiego perché). Ma per ora, possiamo assumere, il cognome e il soprannome che vogliamo, e dunque salutate il grande ritorno del Divo Giulio! Andreotti...ma NELLO SPAZIO! (la folla rumoreggia esultante).


E dunque cominciamo, con un bar. Ah beh, siamo in una portaerei, a inculonia di mezzo nello spazio profondo, che altro si può fare se non sfondarsi di alcol. Andiamo dunque a parlare con il barista...


...il quale, oltre ad avere il volto estremamente simmetrico, è anche un simpaticone. Sam detto Shotglass era un pilota pure lui, fino a quando ferite di guerra non lo hanno costretto a "terra" se così si può dire. E anziché una noiosa carriera in ufficio, ora serve i drink al bar della nostra portaerei, che per inciso si chiama Tiger's Claw, l'artiglio della tigre, che è anche il soprannome che ogni tanto dò a mio filgio vista la rapidità con cui le unghie gli crescono, e mi tocca sempre di limargliele sennò sfregia i suoi genitori mentre gli danno il biberon.


Sam è anche il vecchio che millanta esperienza in quanto vecchio (ne ho già parlato), e siccome ha volato con tutti i piloti dell'Artiglio, è anche in grado di fornirci di gossip sul loro stile di volo. Bello, no? È anche molto differente da quello che ci aspettavamo da un simulatore di volo. Ma questo è il genio di Chris Roberts! Usare il simulatore di volo per raccontare una storia! Bello. Comunque resta sempre uno sfigato.


A proposito di vecchi, vediamo il primo dei due piloti seduti al tavolino. James Taggart, detto Paladin, è uno stereotipo scozzese, che si presenta dicendo "OCH LADDY". Porca merda, manca solo che indossi un kilt e chieda al Divo Giulio di pagargli da bere perché lui è troppo tirchio. "Vi è un genere pericoloso di numismatici: i collezionisti di moneta corrente." sussurra Andreotti, ma lo scozzese, siccome è un vecchio di merda, si è perso a raccontare la sua esperienza passata, di quando stava pattugliando il pianeta Accord, e cadde in un imboscata di quattro caccia leggeri Salthi. Dai vecchio hai rotto il cazzo, arriva al punto.


Lo stesso sembra dire la tizia di fianco a lui. "What is the point, monsieur? There is one, oui?" Evviva! Un altro stereotipo, stavolta francese, diremmo noi, ma ebbene no, La ragazza in questione, Jeannette Devereaux detta Angel, è belga. Due cose su di lei:

1) Interessante come l'accento francese di questo stereotipo della francofonia sia reso come un inglese perfetto, in cui le parole di base come "buongiorno", "signore", e "sì" sono dette in francese. Come se le parole semplici fossero le ultime ad essere imparate. Come se nel ventisettesimo secolo l'umanità fosse frammentata in stereotipi come avrebbe potuto essere credibile nel 1950.

2) Al tempo, e mi vergogno un casino a dirlo, mi presi una mezza cotta per sto personaggio. Insomma, è gnocca (se si può definire gnocca una donna pixelata), è un genio, parla francese e pilota caccia spaziali, che si può volere di più? A mia discolpa, quando giocai a Wing Commander avevo 10 o 11 anni (mi arrivò con qualche anno di ritardo, presi la versione uscita in edicola con la collana "Big Games" della Jackson Libri) e ancora non avevo un'idea di come funzionavano i rapporti con l'altro sesso. Va anche detto che quando dico "mezza cotta" non voglio dire che ero come quello studente giapponese che ha sposato il personaggio di un videogioco, ma piuttosto era qualcosa più sul genere "Ah, ma perché non ci sono donne così al Vecchio Paese?". Ok, basta unghie sui vetri, ero uno sfigato.


Jeannette detta Angel si rivela una persona noiosissima, al bar inizia a parlare di statistiche su come abbattere al meglio i caccia Dralthi (le ciambelle viste nell'introduzione). Certa gente, anche nei momenti di relax, non riesce proprio a staccarsi il lavoro di dosso. Un secondo che telefono al me stesso di 10/11 anni e gli dico di diffidare di questa gente.

Poco dopo.

Era occupato. Comunque, ora vi faccio uno spoilerone e vi dico che secondo il canone del gioco, in Wing Commander 2 Jeannette detta Angel diventerà la fidanzata del protagonista. Ma questo soltanto perché Roberts non coinvolto nello sviluppo della trama del seguito, e l'idea lo schifò perché le tope di biblioteca proprio non gli andavano a genio. Nel sequel Wing Commander 3 (da lui diretto) Angel muore subito, e il nostro protagonista, ora nominato Christopher Blair e interpretato da Mark Hamill, se la spassa con la pornodiva.

Ok, ok, è anche possibile scegliere di fidanzarsi con una specie di Angel 2.0 (la cui attrice Jennifer MacDonald era comunque comparsa nel telefilm porno-soft Red Shoes Diaries) ma era evidentemente una seconda scelta, probabilmente calcolata con il numero di pippe con cui ci si era  fatto Roberts.


Parlando di numeri (e molto tangenzialmente anche di pippe, se ricordate uno dei primissimi "meme" del web 1.0) ecco il numero di gatti ammazzati dai piloti del Tiger's Claw. Taggart è al terzo posto, con 34 gattini scannati in 42 missioni. Pessima media, considerato l'impressionante 43 su 28 di tale Casey. Jeannette detta Angel invece, fa un 20 su 22 che è quasi un gatto a missione, ma si potrebbe fare meglio. Giulio, invece, è fermo a zero su zero. "Credo al ruolo benefico della gente senza grinta ma capace di sorridere." commenta il Divo, ma la situazione sta per cambiare. Forse.


Siamo nella camerata. Molto spartana, molto in disordine, e viene da chiedersi dove è finita la disciplina nei militari in 600 anni. Insomma, ci sono magliette buttate alla rinfusa! Sul fatto del soffitto "flottante" non mi pronuncio, visto che in ogni ufficio sembra essere un must. Sono invece perplesso sull'uso del neon nel 27 secolo, ma tant'è. Vediamo le medaglie!


Un po' miserello il petto, direbbe il fantasma di Gianni Brera, abbiamo le ali (significa che abbiamo passato l'accademia) e poche patacche sul petto. Vediamo di cambiare le cose andando a fare la nostra prima missione, vi va? Sarebbe anche ora! direte voi, che già vi siete sentiti a disagio da quando twitter è passato a 280 caratteri. Questo è uno "slow reading", cari stronzi, fatevene una ragione.


Vabbè, briefing! La sala è fortunatamente meno disordinata della camerata, anche perché qui ci sta uno che non cazzeggia, il comandante Peter Halcyon, il capo della squadriglia dei piloti, che è anche quello che ci assegna le missioni. La scena è estremamente cinematografica e rende proprio bene l'idea del senso di farfalle nello stomaco prima di un compito in classe. Halcyon chiama in causa la squadriglia delle Api Assassine, che è quella in cui il Divo Giulio si trova.


Come prima cosa Halcyon, che come Sam "Shotglass" ha la caratteristica di essere perfettamente simmetrico, ci dice che siccome siamo a corto di personali, i nuovi arrivati freschi di accademia voleranno con i piloti più anziani. Saranno i giovani a dare gli ordini, perché giustamente Halcyon guarda al futuro e non è come certi middle manager contemporanei che prima di dare responsabilità a un "giovane" aspettano che questo sia in azienda da almeno 10 anni. E rimane comunque sempre "il giovane". Per questo, amici, cambiate lavoro più che potete, se volete fare carriera. Ve lo dice uno che cambia in media ogni due anni e mezzo.


Ah bene! Siamo noi a comandare la squadra Alpha. Spirit volerà con noi. È un'altra ragazza, stavolta giapponese, e sempre perfettamente simmetrica (capelli esclusi). Essendo giapponese, è ovviamente estremamente timida. Ma se dice qualcosa, faremo meglio ad ascoltarla, capito?


"Signorsì!" dice Il Divo, che finalmente è inquadrato in primo piano ed ha i capelli blu, che in realtà sarebbero neri, ma con i 256 colori fare le sfumature di nero era un casino, quindi il futuro si è adattato all'immaginario dei cartoni giapponesi. Ecco dunque perché il soprannome dell'anonimo protagonista era "Bluehair", che nella canonizzazione del nome è diventato Blair.

Ovviamente quando Tony Blair divenne primo ministro del Regno Unito, subito pensai a Wing Commander. Sì, sfigato, l'ho già detto.


Con un'animazione fighissima, Halcyon ci indica la schermata del briefing, che è bellissima nella sua semplicità. Mi fa piacere vedere che nel Duemilaseicento e passa si è finalmente riusciti ad eliminare la piaga del Powerpoint e delle sue slide strapiene di testo. L'idea è di pattugliare una zona  di spazio attorno all'Artiglio passando per tre Nav-Points che coincidentalmente stanno vicini a un campo di asteroidi. Sembra facile.


"Cosa facciamo se incontriamo il nemico?" chiede Spirit. Per essere una che sa il fatto suo fa delle domande da novellina, eh. Comunque Halcyon cede al Divo Giulio la responsabilità di decidere se fermarsi ad affrontare il nemico o procedere nella pattuglia. Ma è evidente che il Divo Giulio, nel suo eterno immobilismo, ogni volta che c'è da attaccare un gattone, pronunci "Meglio tirare a campare che tirare le cuoia" confondendo il nemico, i compagni di squadriglia, la Tiger's Claw, tutti quanti.


Qui mi viene sempre da sghighazzare, perché i pensieri del Divo se ne vanno in giro per il vuoto cosmico. Mi sento esattamente così durante il 90% delle riunioni a cui partecipo. Facciamo veramente troppe riunioni, e tutti concordano su questo, ma nessuno fa niente per migliorare le cose


"Ricordate, questa non è una simulazione. Il nemico è là fuori per farvi fuori, e fatelo fuori voi prima che vi faccia fuori lui" dice Halcyon incartandosi con le parole. Dovendo prendere ordini da un oratore mediocre come Halcyon, Il Divo Giulio sussurra "Sono di media statura, ma non vedo giganti attorno a me." Tutti si alzano e...


...via di corsa verso l'hangar! Che emozione ragazzi, questo sì che è uno scramble, mica la roba polleggiata di Reach For the Skies! I piloti che corrono verso la rampa di lancio cambiano ogni volta. Questa volta abbiamo un tizio col casco e un nero (con la G).


Mentre il Divo Giulio indossa il casco assicurandosi che non ci sia soluzione di continuità con la gobba, Halcyon gli sistema la cintura, come io sono solito fare con l'ovetto in cui metto mio figlio quando lo carichiamo in macchina. Dopo un bacino propiziatorio, la carlinga del nostro caccia leggero Hornet si chiude e si parte! Interessante come nella profondità dello spazio i nostri piloti indossino una tuta evidentemente di stoffa e un casco da motocross.


E via che si parte! A differenza dei simulatori di volo visti finora, in cui la grafica è completamente vettoriale, la grafica in Wing Commander sono tutte immagini bitmap bidimensionali in ambiente 3d. Questo significa che ogni oggetto è stato disegnato da varie angolazioni,  e a seconda della posizione, ha un aspetto diverso. Un bel trucchetto per rendere le astronavi con maggior dettaglio, no?


E infatti se ci guardiamo attorno, alla nostra destra vediamo l'Hornet di Spirit, e girando la testa di 180° come la bimba dell'esorcista, vediamo il Tiger's Claw che si allontana sempre di più.


Come ogni simulatore di volo che si rispetti, ci sono anche le viste esterne. Possiamo vedere la nostra astronave da dietro (con il titolo del gioco nelle bande nere del letterbox che rovina un po' la sospensione dell'incredulità) e la visione più cinematografica, ma completamente inutile, che inquadra tutti gli oggetti nelle vicinanze da lontano. Completamente inutile, ma valeva la pena di mostrarla perché "Siamo tutti illustri davanti a Dio", dice Andreotti. Spirit non ha capito niente, ma siccome è timida annuisce.


Premendo il tasto "N" vediamo la mappa di navigazione e notiamo subito che siamo fuori rotta. Fortunatamente, la navigazione in Wing Commander è qualcosa di gestito benissimo. Premiamo il tasto "A" per "Autopilot"...


...e andiamo avanti per la rotta automaticamente, tagliando i tempi morti e tornando alla visuale del cruscotto solo in concomitanza del navpoint, della comparsa di qualche nemico, o di un campo di asteroidi. Geniale, no? Così facendo abbiamo eliminato tutte le rotture di balle. Io ovviamente non lo avevo capito all'inizio, e le missioni mi duravano tre quarti d'ora. Stavolta, con infinita umiltà, Spirit si scusa e interrompe la nostra pennichella dicendo che ha notato navi nemiche. "Stavo tanto comodo così", si lamenta Andreotti.


In lontananza vediamo le "ciambelle", ovvero i caccia leggeri Dralthi, quelli della presentazione. Sul radar, il cerchio centrale, sono i due punti nel tondo interno, che significa che sono davanti a noi. I quattro settori attorno al cerchio centrale sono le posizioni sopra, sotto, a sinistra e a destra del nostro caccia. Il cerchio esterno indica ciò che è dietro di noi. Ordiniamo a Spirit di rompere la formazione e attaccare il nemico, e lei che è giapponese parla di onore e obbedienza. Avremo per caso un altro stereotipo a mano?


Lockiamo il nemico e andiamoci incontro sparand -- ehi, frena! FRENA! FRENAAARGH


E niente, in un rarissimo caso di gesto inconsulto, Il Divo Giulio si porta le mani in faccia per via del trauma da decelerazione improvvisa causato dall'impatto con la ciambella volante, e il nostro Hornet, con dentro il Divo Giulio, si dissolve in una bella esplosione bitmap. Andreotti, giunto nell'Aldilà, non è chiamato a rispondere né di Pecorelli, né della mafia.

Poco dopo.


"Siamo qui riuniti per dare l'addio a uno di noi, il tenente Andreotti", dice Halcyon in tuta spaziale da cerimonia. "È molto triste perdere un pilota, ed è sempre difficile quando è giovane come Andreotti". A seconda di quanto siamo avanti con il gioco, l'elegia di Halcyon cambia. Un bel tocco.


"È morto senza nemmeno essere riuscito a provare il suo valore." Sfiga? O incompetenza? "Ci sono solo errori da non commettere" verrebbere da scrivere sulla sua epigrafe, ma su richiesta dello stesso Divo, ci sarà scritto soltanto "Data di nascita, data di morte. Punto. Le parole delle epigrafi sono tutte uguali. A leggerle uno si chiede: ma scusate, se sono tutti buoni, dov'è il cimitero dei cattivi?"

Presentat'arm!


E mentre la bara ergonomica con la gobba viene lanciata nelle profondità dello spazio, la parata d'onore spara laser nel vuoto, mentre in sottofondo la colonna sonora termina con il silenzio militare. Molto cinematografico, bello. Mi immagino Chris Roberts che piagnucola al cinema quando Nick "Goose" Bradshaw muore.

Più tardi.


Vabbè. Svegliamo Andreotti, che ha l'aspetto di una donna nuda. Ogni branda è un gioco salvato, e per quanto Roberts sia uno sfigato, lo scheumorfismo di 'sto gioco è bellissimo. Bravi tutti!


Riproviamo, stavolta usiamo i tasti freccia per controllare l'Hornet, anziché il touchpad. Lo so, lo so. Intanto però stavolta non facciamo a craniate con il Dralthi...


...e dopo un paio di agili manovre ci mettiamo in coda. Improvvisamente il segnale "Lock" inizia a lampeggiare, che significa che abbiamo un missile in coda. Accendiamo i postbruciatori per schivarlo... e niente, ci becca. Gli scudi energetici davanti sono andati giù (la barra azzurra) e pure la corazza di metallo dell'astronave è danneggiata (la barra gialla e verde).


Vabbè. Torniamo in coda al Dralthi e, pur rimediando qualche ammaccatura sul didietro, lo facciamo fuori. "Se è vero che per essere un buon cristiano bisogna porgere l'altra guancia, è pur vero che Gesù Cristo, con molta intelligenza, di guance ce ne ha date soltanto due", sussurra il Divo, mentre il gattaccio evapora.


Ci mettiamo subito in coda all'altra ciambella, rallentando per non speronarle il posteriore, e siamo lì lì per farla fuori quando, in un bell'esempio di deficienza artificiale, Spirit ci taglia la strada. E vabbè, lasciamoglielo sto gatto e concentriamoci sul terzo.


Sprecando un missile, la giapponesina fa fuori il Dralthi. "Ne ho fatto fuori uno. Domo!" Domo in giapponese sta per "Grazie" o "Ciao". Ebbene sì, altro stereotipo. Domo!


'Sta maledetta cagasushi la sopporto sempre di meno. Sono qui che sto "tronzando" un nemico e questa mi zompa davanti? E poi con 'sto tono passivo aggressivo subito a dire "Chiedo rispettosamente che spari al nemico". Il Divo Giulio toglie le mani dalla cloche per giochicchiare nervosamente con la fede al dito, mentre la cretina vestita da marinaretta fa fuori la sua seconda ciambella.

Successivamente.


Il campo di asteroidi. Qui l'autopilota non funziona, e i sassi non si rompono con il laser, quindi dobbiamo evitarli mantenendo la rotta (indicata con la croce bianca).


Usciti dal campo di asteroidi, ecco altri caccia ancora più leggeri, i caccia Salthi. Vista l'agilità e la rapidità, si può proprio dire che per farli fuori sia necessario fare...



Uno di questi è talmente danneggiato che decide di fuggire dal campo di battaglia. È molto più veloce quindi, nonostante i postbruciatori, lo sto perdendo di vista. Provo a lanciargli un missile sperando di beccarlo, ma niente...


...provo anche a mandargli un insulto via radio per farlo tornare, ma mi risponde con una roba che ricorda un po' Monkey Island (combatti come un gattino abortito) e continua la fuga. Belzebù commenta: "Una volta i Kilrathi mi hanno chiamato a casa. Nessuno ha il mio numero di casa. Mi dissero che mi avrebbero ammazzato il 26 dicembre. Io gli risposi: "Grazie, cosi passerò il santo Natale in pace." Sono ancora qui. Si fecero scoraggiare da una battuta: questi sono i Kilrathi, gente troppo seriosa."


Altro campo di asteroidi, e stavolta centriamo un sasso in pieno, mandando a puttane un paio di display. Ops! Speriamo di non averne troppo bisogno...


...ma fortunatamente raggiungiamo l'Artiglio senza altri contrattempi, e dopo aver ottenuto l'autorizzazione, parte la sequenza di atterraggio automatico. Molto cinematografica pure quella...


E la nostra Hornet atterra in mezzo alla pista, come se non ci fosse nessun'altra astronave in mezzo. Vabbè, è Andreotti che fa lo sborone, nonostante Halcyon gli faccia notare lo stato pietoso in cui ha riportato l'Hornet. Ma Giulio non se ne preoccupa: "Tutto mi è sempre passato addosso senza lasciare segni ma Moro no. Non riesco a togliermelo dalla testa; è come una seconda emicrania, ancora più lancinante."


Appena usciti, ancora con l'ascella pezzata, i nostri due piloti vengono fermati da Halcyon per il debriefing. Peter ci fa i complimenti per essere sopravvissuti al primo volo. "Considero il sopravvivere una grazia di Dio", dice il Divo, mentre Spirit inizia a leccargli il culo come il più stereotipato dei salaryman nipponici, con la differenza che in questo lavoro il Karoshi non è la principale causa di mortalità occupazionale, quanto il mangiare laser sparati da gatti alti due metri.


Halcyon non sembra troppo impressionato dalla leccata di culo da parte di Spirit (che probabilmente fa a tutti, persino a Sam detto Shotglass quando le prepara un sake scaldato nel microonde) e quindi taglia corto per esaminare il numero di gatti ammazzati.


Un gatto per Andreotti, e due per Spirit. Tutto qui, fœra di ball, dice Halcyon che si è bello che rotto i maroni. E io? Io no, cari amici, quindi per questa settimana la chiudo qui e torneremo la prossima puntata di nuovo con Wing Commander! Vi lascio con queste domande:

Riuscirà il Divo Giulio a recuperare la coordinazione occhio-mano necessaria per far fuori più Kilrathi della secchiona giapponese?


Quanti altri stereotipi da barzelletta del fantasma formaggino popolano il Tiger's Claw?

e soprattutto...

Questo gioco è merda?

Ci vediamo tra una settimana.

7 commenti:

  1. Ho scritto su google Kilrathi e ho visto quanto fossero imbarazzanti quelli del film (del quale ignoravo bellamente l'esistenza) e quanto fossero interessanti quelli della saga videoludica (più leoni che gatti).

    Il simulatore di volo è uno dei peggiori genere di videogiochi per me, ma in questo caso c'è l'aspetto fantasy che lo rende più appetibile. La grafica è molto bella: l'immagine pixellata della navicella che sbatte sulla nostra non è il massimo, ma il resto (in particolare l'immagine di terrore del pilota durante lo scontro) non è affatto male. Mi sembra ben curato anche nelle varie introduzioni e momenti di passaggio. Anche se appunto la cosa che mi è piaciuta di più è il funerale del protagonista!

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    1. Quando Lo Sfigato Alpha diventò regista di live-action, sia per film che per videogiochi, ad ogni iterazione i Kilrathi erano sempre diversi, e ovviamente sempre peggio. Quelli meno peggio erano ovviamente in Wing Commander 3, che avevano un aspetto vagamente felino. Nei sequel diventavano gradualmente sempre più simili a scimmie/bigfoot, fino allo scempio simil/rettile del film.

      Per quanto riguarda la grafica pixelata, tieni comunque conto che siamo in un ambiente 3D, e la grafica vettoriale, pur partendo con una definizione inferiore (almeno ai tempi), avvicinandosi alla visuale non perde in definizione. Il bitmap, essendo una griglia di punti colorati, quando ci fai zoom ingrandisci i punti, non ne crei di nuovi tra uno e l'altro. Oddìo, penso di non essermi spiegato benissimo.

      In ogni caso, per quanto Roberts fosse uno sfigato, va concessogli che fu il primo a usare il mezzo videoludico per raccontare una storia a livelli quasi cinematografici.

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  2. Oddio che hai ripescato.
    Io non ho mai amato la visione in soggettiva, eppure questo è stato uno dei pochi che tolleravo anche se ero oggettivamente una schiappa.

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    1. Beh, pure io odio la visione in soggettiva per ragioni di stomaco (puoi cercare in questo blog i post con tag "Conato" per approfondire), però sarà il metodo di controllo più intuitivo di tanti altri, ma Wing Commander l'ho sempre trovato molto gradevole.

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  3. Eh beh, se vuoi continuare a giocare, probabilmente non è merda.

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    1. Ipotesi plausibile, ma è vero che in almeno due episodi (secondo episodio) mi sono autoinflitto la punizione di giocare a un gioco che era comunque merda. (Ma direi che non è questo il caso)

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