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lunedì 17 dicembre 2018

Castle of the Winds

"Caro Ex Videogiocatore", diranno i miei undici lettori, "sono quasi due anni che 'sto blog sta andando avanti e innanzitutto complimenti per la costanza di continuare a dispetto delle scarsissime visite, ma visto che ormai prendiamo atto che i giochi del passato ci sembrano esere bellissimi in realtà sono molto spesso merda, quand'è che inizi ad aggredire i giochi per Windows? Hai parlato en passant di software produttivo, ok, ma Windows è strapieno di vacche sacre videoludiche e non stiamo nella pelle di indignarci per la tua smerdatura di qualche gioco un po' più recente!"

È merda?

Ovviamente avete ragione. Ho fatto esperimenti con macchine virtuali e strumenti di cattura video in modo da essere pronto a documentare una partita a qualsiasi gioco uscito per Windows 95 o successivi, e ora finalmente sono pronto a darvi un gioco per... Windows 3.1. E perché so che la resistenza al cambiamento è sempre grande, a prescindere dal cambiamento, quindi vediamo di iniziare con la roba per Windows in maniera graduale. E comunque non la smetterò di trattare giochi per MS-DOS, anche perché il gioco più bello di sempre (per me, s'intende) resta per MS-DOS, e anche perché, come ben sapete, la scelta del gioco è fatta per libere associazioni, o alla "fallo di loppide" se preferite. Insomma, faccio come sempre un po' il cazzo che mi pare.

Nell'anno in cui il gioco di oggi uscì, Windows lo lanciavo pochissime volte, perché era un periodo in cui di giochi per DOS a disposizione ne avevo, e mi rifugiavo su Windows e sulle utility quando proprio dei giochi che avevo mi ero rotto le palle e giocando qua e là coi programmi di utilità imparavo cose che mi sarebbero state moto più utili per la mia vita professionale dell'Ǝ˥∀ᴚ∩⊥˥∩Ͻ ᴚƎI˥Ǝ⊥∀ di ingegneria informatica. Poi su uno dei dischetti dell'opinabile rivista di settore "PC Action" una volta misero in allegato il gioco di oggi e con mia grande meraviglia scoprii che anche su Windows 3.1 poteva esserci un gioco più complesso del Solitario, di Campo Minato, e di Otelllo/Reversi (che io avevo perché il mio windows 3.1 era un'upgrade da Windows 3.0).

Infatti, era un gioco completo, per quanto shareware. Ma sticazzi, per noi era completo. Al tempo non lo sapevo, ma era un "roguelike", ovvero un gioco di ruolo con grafica semplice, vista dall'alto con icone stilizzate, movimento a turni e livelli generati a caso. Non è che ce ne fregasse più di tanto di come incasellare il gioco, al tempo: personalmente ci persi sopra un bel po' di energie, e tanto mi bastava. 

Sigla!


Notare prego lo sfondo di Windows 3.1, coerente con quello che mi sa che avevo al tempo. Avete notato? Bravi. Notate anche l'aspetto professionale della finestra col disclaimer. Cavolo, che bisogno c'è della cosiddetta "boss key" quando abbiamo un gioco che si presenta così?


Oh, urca. Improvvisamente l'intera GUI di Windows sparisce e appare il titolo. Tenete conto che con 
Windows 3.1 le DirectX non esistevano (esistevano le librerie WinG che vagamente cercavano di comunicare direttamente con l'hardware, ignorando lo strato dell'interfaccia di Windows, ma lo facevano male ed erano piene di bachi). E vedere la schermata di Windows che spariva completamente per lasciare spazio alla schermata nera del titolo, beh, era spettacolare. "A Question of Vengeance" è il sottotitolo di questo primo episodio, e non è particolarmente accattivante ma oh, era gratis, ci si lamentava? No. E quindi non rompete.

Il gioco è stato creato da tale Rick Saada, ex programmatore impiegato in Microsoft che lavorava sullo sviluppo di Microsoft Word per DOS. Rendendosi conto che Windows era dove stava il futuro, si mise a pasticciare con la programmazione, dedicandosi alla creazione di un gioco in stile Roguelike (apparentemente Saada si era spaccato la testa sull'originale Rogue a scuola) per capire un po' come funzionava il nuovo ambiente operativo. Come succede spesso con le cose fatte così un po' a casaccio, il gioco crebbe e crebbe, fino a quando Saada non pubblicò con Epic Megagames, che era sempre alla ricerca di qualche gioco di qualche volonteroso programmatore privo di mezzi per l'autopubblicazione. Dalla pagina personale di Rick Saada su archive.org (la trovate qui) l'autore dice che il gioco ha avuto circa 13500 registrazioni in totale. Per 25 dollari del 1993 ciascuna, fanno circa 500.000 euro di oggi. Mica male, no? Si cominci, dunque.

Così come abbiamo inaugurato il blog circa due anni fa (e pare veramente una vita fa) con Andreotti, anche qui inauguriamo i giochi per Windows con il Divo Giulio, mascotte di questo sito e protettore della disillusione nei confronti del passato. Come lui stesso ebbe a dire: "non sono, però, così supponente da sentenziare: bah, siccome è un gioco di cui si dice solo bene , devo dire che non è merda. Questo non mi pare giusto." (può darsi che quest'ultima citazione non fosse del tutto vera).


Dunque come procediamo? Non ci sono classi né razze nel gioco, ma soltanto il sesso del protagonista (che non va a intaccare le statistiche) e 4 caratteristiche: forza, intelligenza, costituzione e destrezza. Siccome questo è un universo parallelo, facciamo un Andreotti di sana e robusta costituzione e un po' meno intelligente di quello che ci aspetteremmo. Eh lo so, ragazzi, immersione rovinata, che vi devo dire? 


E prima di cominciare, il gioco ci chiede di selezionare una magia da apprendere. Noi scegliamo "Cura ferite minori", perché Andreotti, si sa, è sempre un po' ipocondriaco e non si fida troppo dei medici: d'altra parte, alla visita di leva gli avevano dato sei mesi di vita, sbagliandosi di grosso. Ora, però, mi chiedo: visto che quando il medico disse al Divo che sarebbe morto di lì a poco, in realtà poi fu il medico stesso a morire, se ora Giulio è il medico di se stesso, vorrà dire che morirà di qui a poco? Su questa riflessione, Il Divo dice "Non sono pronto. Spero di morire il più tardi possibile. Ma se dovessi morire tra un minuto so che nell'aldilà non sarei chiamato a rispondere né di Pecorelli, né della mafia. Di altre cose sì. Ma su questo ho le carte in regola".


Intanto, come prima cosa, Il Divo gironzola per il villaggetto in cui si trova e siccome una buona difesa è imperativa per il mantenimento dello status quo, subito Giulio va ad acquistare un'armatura. Di cuoio, perché se è vero che è meglio tirare a campare che tirare le cuoia, è anche vero che è meglio che le cuoia siano ben conciate e trattate e assorbano i colpi del nemico. Molto interessante anche l'interfaccia a finestre e l'uso del Drag'n Drop. Utilizzando in maniera creativa i componenti di interfaccia a utente di Windows, che si prestano a tutto tranne che ai videogiochi, Saada era riuscito a creare un'esperienza molto gradevole, o almeno che non ti tirava fuori a forza i vaffanculi.


Oh beh, ora che il Divo è ben protetto (quantunque armato con un piccolo pugnale, e sì, mi piace molto dire "quantunque) possiamo uscire dal villaggetto, che per quel che ne sappiamo potrebbe essere Segni (RM), e andiamo ad esplorare il circondario...



...fuori dal villaggetto il Divo Giulio trova una casa colonica completamente bruciata, e di qui la storia si espande. Apparentemente il Divo era figlio di qualche re che è stato ucciso e per questo dato in affidamento a un padrino e una madrina (un po' come accade in Dragon Lore! e Legend of Kyrandia! E in tipo decine di migliaia di altre opere di fiction!). I due genitori adottivi gli avevano promesso un amuleto/sigillo reale (Come in Dragon Lore, sì) per il suo diciottesimo compleanno (come in Drag-- ok, basta) solo che qualcuno ha dato fuoco alla casa, ha ciulato l'amuleto e ammazzato i genitori adottivi di Giulio, che giura che nulla fermerà la sua vendetta. D'altra parte è vero che il Signore dice di porgere l'altra guancia, ma è anche vero che nella sua infinita saggezza di guance ce ne ha date soltanto due. "You buried the blackened skeleton of your godparents" dice il gioco, e mi trattengo dal postare la gif con i resti fumanti dei genitori adottivi di Luke Skywalker per il semplice fatto che ne ho già parlato su Tyrian. Ma sì, direi che siamo in piena "Hero's Journey", ne ho parlato a proposito di Hook. Sto diventando troppo autoreferenziale, vero? Beh oh, almeno non si può dire che non abbia un messaggio coerente. Quando sarà necessario fare una pagina per spiegare gli oscuri e incomprensibili neologismi di cui faccio uso, beh, allora sì che sarà ora di preoccuparsi.

In ogni caso, guardando bene le impronte lasciate dagli aggressori, Giulio scopre che sono impronte di piedi enormi. "Sono di media statura - mormora - ma non vedo giganti attorno a me". È perché sei arrivato tardi, ma prima apparentemente c'erano e facevano un gran casino.


Che fare, dunque? Il Divo va a cercare ulteriori tracce nella miniera a nord del paesello, perché "Il tempo è galantuomo, anche se talvolta cammina lentamente", e quindi è ora di dargli una spinta. D'altra parte, allo stesso Andreotti una volta fu detto che aveva fatto ben poco, e quel poco solo perché era stato spinto. "Potevate spingerci di più", rispose lui.


Aggirandosi per il cunicolo, Il Divo incrocia il primo nemico: un "coboldo", che è il nome tedesco per i folletti. Io questo lo so perché so che l'aspirapolvere Folletto in realtà nella versione originale tedesca si chiama "Kobold". Poi i coboldi erano anche presenti sulle sopravvalutatissime carte "Magic: The Gathering", e al tempo si scherzava sul fatto che il comico preferito di queste creature fosse Massimo coBoldi. Battuta che non faceva ridere, no, ma d'altra parte nemmeno Boldi ha mai fatto ridere quindi in tutto c'è un certo grado di armonia.

Per combattere con un mostro è sufficiente muoversi contro di lui e lasciare che il gioco, con un sapiente uso del random pesato sulle statistiche, calcoli l'esito. Molto poeticamente, il gioco dice "You chop open the Kobold's chest, splintering ribs and shredding viscera". Bleah.


Il coboldo ci lascia in obolo un'altra giacca di pelle, senza aggettivo davanti. Il Divo Giulio la indossa e scopre con piacere che è una "Normal Suit of Leather Armor" il che significa che non è incantata, ma soprattutto che non è maledetta. Gli oggetti maledetti diminuiscono le statistiche e soprattutto non li si può togliere senza lanciare prima un incantesimo "Remove Curse".


Continuiamo a esplorare la miniera, il primo livello è sempre uguale e dopo più di una ventina d'anni ancora mi ricordo la forma di questa stanza. Certo che se avessi dimenticato certe vaccate per lasciar spazio alle cose utili ora penso che mi vedreste sulla copertina di Time Magazine. Ma non mi lamento. L'indimenticato riff di "Profondo Rosso" in sottofondo mi fa sospettare che in questa stanzona della miniera ci sia un goblin...


Ah-ha! Eccolo qui. Con una semplice pugnalata, il Divo Giulio fa fuori il goblin, e leggendo male la dicitura legge "GoblinG", come un present continuous. "Mi torna alla mente ciò che diceva Ciccio Nitti di Vittorio Emanuele Orlando, che in italiano è sbagliato un periodo che inizia con un gerundio", commenta il Divo, ma ahimè, la battuta gli è venuta malino. In compenso, ecco una rampa di scale!

Poco dopo.


Al piano di sotto c'era un topo gigante che ha quasi ucciso il Divo Giulio, che è dovuto tornare su per poi riposare e riguadagnare punti vita, e tornare giù diverse volte. Insomma, salta fuori che il topo era un numismatico collezionista di moneta corrente e ci ha lasciato in obolo ben 72 monete di rame. Notare come le stanze illuminate abbiano lo sfondo azzurrino.


Poco dopo, ecco un'altra stanza illuminata con un cadavere ambulante (quello che normalmente chiameremmo uno zombi, parola che giustamente viene dalla superstizione haitiana e quindi non ci sta a dire nulla con un gioco ispirato alla mitologia norrena). Durante la battaglia i punti vita del Divo Giulio scendono a 3, tant'è che il gioco ce li fa apparire in rosso. E dunque, commentando "Sapendo che Pietro l'avrebbe rinnegato per tre volte, Gesù gli guarì la suocera morente", Giulio lancia un incantesimo cura ferite minori su se stesso.

Più tardi.


Bah, è evidente che il pugnalino che abbiamo in mano non è sufficiente per i nostri nemici, dunque il Divo Giulio è tornato al paesello a cercare di comprare un'arma migliore. Martello? Nah. Spada corta? Costa troppo, anche vendendo il pugnale. Lancia? Bah, proviamo.


Spezziamo una lancia a favore della lancia, con la quale Il Divo fa fuori lo zombi, e passa di livello. A ogni passaggio di livello, i Poteri Forti regalano a Giulio una nuova magia. Noi scegliamo "Phase door", che è un teletrasporto a random per fuggire rapidamente nel caso in cui qualche cattivo ci stia menando di brutto.


Ora che non abbiamo più lo zombi tra i maroni, guidiamo il Divo Giulio all'accattonaggio di roba sparsa per la miniera. L'elmetto tutto crepato e arrugginito lo lasciamo lì.


Altro stanzone illuminato! Strano che più in basso si vada più luce ci sia, no? Un paradosso non dissimile dalla scritta "La giustizia è uguale per tutti" che in ogni tribunale si trova alle spalle del giudice. Fatto fuori un altro Goblin, anche lì abbiamo un sacco di cianfrusaglie. Tra le cose che ci si accatta più facilmente ci sono pergamene e pozioni, che non essendo identificate possiamo scoprirne lo scopo solo ingurgitandole o leggendole, oppure possiamo tornare al villaggio, nella capanna del vecchio saggio, a farle identificare a caro prezzo. Poi spendeteli voi 100 pezzi di rame per farvi dire che la misteriosa bottiglia che avete trovato in fondo a un dungeon è semplice acqua sporca.

Tutto questo mi ricorda un catalizzatore di indignazione di numerosi anni fa (non penso fosse Striscia la Notizia, le Iene di certo no, forse qualche roba della sopravvalutatissima Gabanelli? Boh) che portò del té freddo a fare analizzare come campione di urine, e ricevettero i risultati delle analisi (coi valori tutti sballati ovviamente). E nessuno che disse che era té freddo e non piscio. Questo per il semplice fatto che prima di analizzare un campione di urine non c'è nessuno che le assaggia dicendo "ehi, qui stanno cercando di fregarci, questa non è urina, questo è Nosiola Cavit!"  Tanto rumore per nulla ma si sa che in Italia l'unica industria che non conosce crisi è l'industria della bile.


Stesso concetto vale per le armi e le armature. Solo indossandole possiamo capire cosa sono, e questo elmetto di cuoio culo vuole che sia incantato, in modo da aumentarci il valore dell'armatura. "Gioco poco ai cavalli, ma vinco sempre, perché sono fortunato" - dice il Divo Giulio.


Oh, un lungo corridoio! E una porta! Dietro la quale c'è un muro! Uno dei primissimi ricordi che ho  fu quando, a casa dei miei al Vecchio Paese, venne un muratore a sfondare una porta che era stata murata. Nel senso che c'era una porta e aprendola c'era un muro di pietre. Casa dei miei è molto vecchia. Questo muratore aveva la tendenza ad alzare il gomito e negli ultimi anni della sua vita passava le giornate su una panchina e ogni volta che passavo mi salutava urlando e dicendo a tutti che mio papà veniva da un'altra provincia.


Ah, altro corridoio senza apparenteuscita. Il comodo comando search ci permette di trovare una porta nascosta, che ci conduce a una stanza illuminata con ben 230 pezzi di rame lasciati in un angolo. Il Divo se ne appropria e l'aggiunge alla sua collezione di moneta corrente.


Teletrasportandoci a caso in una stanza nascosta, ecco apparire un nuovo nemico per il Divo Giulio: Formica!

Chiamato?
No, non quel formica. Una formica rossa gigante, e come è noto, il Divo Giulio non è proprio allineato con il colore rosso. "Se un giorno vi capitasse di vedere una mia fotografia giovanile con il saluto a pugno chiuso dinanzi a un muro con la scritta VIVA EL COMUNISMO sappiate che fu scattata durante una allegra visita di universitari cattolici a Cinecittà dove si stava girando, se non ricordo male, l'Assedio dell'Alcazar." dice il Divo mentre fa fuori l'insetto (che comunque è del PSI, non del PCI). Ma le convergenze parallele? La non sfiducia? Che fine hanno fatto?


Oh beh, non ce ne curiamo e facciamo apparire dal nulla nuove porte, nonché accattiamo nuove corazze di cuoio. Sarà incantata? Sarà maledetta? Sarah Ferguson?


No, è normalissima. Che palle, a questo punto proviamo a leggere un po' di pergamene per vedere di nascosto l'effetto che fa. La prima pergamena lancia, ad esempio, una frecciata magica in mezzo al nulla...


...la seconda pergamena, invece, individua trappole, anche in corridoi che non abbiamo ancora esplorato. Ci arriveremo. D'altra parte, dice Giulio, "chi è chiamato al ministero, vi attenda."

Più tardi.


Saliamo dal terzo al secondo livello, in una zona inesplorata (come possiamo vedere dalla mappa vista dall'alto). Ennesimo corridoio, ennesima stanza illuminata...


...e più avanti troviamo nientemeno che un goblin combattente, che ci mette abbastanza a dura prova, ma Il Divo Giulio, memore del Vangelo di Luca, versetto 4:23, cita il proverbio "Dottore, cura te stesso!" e subito lancia un cura ferite minori su di sé. "La famiglia, il lavoro, i rapporti economici: tutti problemi, la cui soluzione è là, nel messaggio sociale di Cristo, in attesa di chi lo sappia degnamente scorgere e prospettare". Qualcuno gli fa notare che nel versetto successivo, Gesù dice che, in contrasto al proverbio, non farà miracoli per farsi accettare in Galilea, perché "Nessuno è profeta in patria". Andreotti a questa osservazione risponde "Ma io non sono un profeta: tutto quello che ho è un mandato elettivo, il senso dell'umorismo e un grande archivio, visto che non ho molta fantasia, e ogni volta che parlo di questo archivio chi deve tacere, come d'incanto, inizia a tacere". 

Tutti tacciono.


Tra il silenzio imbarazzato della folla, Giulio indossa un anello che ha trovato per terra. "You feel protected!" E infatti questo è un anello fatato, e il Moloch dimostra per l'ennesima volta il suo sesquipedale culo.


Dopo aver fatto fuori il Goblin combattente di prima, Giulio è passato di livello e ha appreso la freccia magica che avevamo lanciato prima con la pergamena. Subito collauda la nuova magia facendo fuori uno scheletro ambulante. Tutto molto soddisfacente...


...ed è ora di utilizzare un po' di oggetti trovati. Lo spellbook è un oggetto molto fico che ci fa imparare la magia, riutilizzabile quante volte vogliamo. La pergamena, invece, è una botta e via. Le pozioni, invece, ce le teniamo per quando ci faranno comodo, se mi ricordo di avercele.

Più tardi.


Il Divo Giulio torna al villaggetto e vende gli oggetti che gli avanzano. Un elmetto incantato, che gli frutta ben 1300 pezzi di rame, un elmetto normale, che gliene frutta solo 300, e acqua distillata, che però il fabbro non gli compra. Oh, io ci ho provato.


Ma torniamo nella miniera, con una stanzona piena di tanti simpatici nuovi amici. Due formiche, un coboldo, un goblin e una vipera, che quella è particolarmente stronza perché ci avvelena. E subito, infatti, passando di livello, ci accapariamo la magia "cura veleno. Logico, no?

Più tardi.


Siamo nel quarto livello della miniera e a un certo punto raggiungiamo uno stanzone che prontamente il Divo Giulio illumina con la magia. Quattro coboldi e quattro letti di paglia! Più un pezzo di pergamena diverso da tutto il resto. Sarà mica importante? No, vero? Un'icona unica, sarà sicuramente di poca importanza!


Proprio per questo può attendere, no? C'è anche uno scheletro nelle vicinanze, uh questo sì che è importante, mica il pezzo di carta, no? Dico bene, eh? eh?


Ah, va bene! Ok, è importante. Il Divo Giulio lo raccoglie e ci legge un pezzo di messaggio che dice che "...è morto, tornate alla fortezza a nord di Bjarnarhaven e attendete i miei ordini. Ripeto, non fermatevi davanti a NIENTE per assicurarvi che questo pericolo sia rimosso!"


Uhm. Che sia mica qualcosa di brutto? Il Divo Giulio si fionda di corsa di nuovo al paesello, a non troppo, perché Jim Fixx, l'inventore del jogging, morì d'infarto giovane, e per questo Andreotti è molto grato di non essere portato per l'attività fisica, cosa che innervosiva l'amata madre Rosa Falasca e i precettori. Mentre varchiamo il cancello che porta a Segni (RM), un odore di fumo ci riempie le narici. "Ah, i carciofi alla giudìa della signora Enea", sussurra il Divo pregustando una bella mangiata, ma no, i briganti che hanno dato fuoco alla casa dei genitori adottivi hanno dato fuoco pure al villaggio. 


Chiaramente non è una razzia casuale, come del resto non lo era nemmeno quando hanno dato fuoco alla fattoria. Qui c'è dietro un complotto, qualcuno che aveva paura del Divo Giulio. Dunque, è il Divo Giulio la causa di tutto! Tutta questa morte è solo a causa del fatto che lui faceva paura qualcuno. Come si sente a proposito di questo, Andreotti?

"Fondamentalmente, mi annoio."

E dunque via, verso Bjarnarhaven.


Ma non prima di aver fatto un ultimo giro per le rovine di Segni (RM). Eh sì, è tuttto distrutto per bene. Non c'è più niente per noi qui, e andiamo a portare la DC nella circoscrizione di Bjarnarhaven.


Bjarnarhaven che, rispetto al precedente villaggetto, è  molto più grande. Contando il potenziale numero di elettori, il Divo Giulio si frega le mani...


Non prima di aver speso i soldi accumulati in oggetti magici. Un anello incantato della Costituzione, perché non dimentichiamo che nel '46 Andreotti fu eletto all'Assemblea Costituente. Una spada corta incantata, guanti di ferro incantati pure quelli, insomma, in termini romaneschi, stiamo in una botte de fero, con un alone azzurrino attorno.


A nord di Bjarnarhaven ci sta una fortezza. Che si fa, dunque? Ci si entra, e nonostante la via che porta alla rocca sia pericolosa, tra frane e crepacci, il Divo Giulio ci arriva agilmente, per trovarsi in un androne con la moquette color verde-installazione di Windows. Uhm. Sapete che c'è? Ora che ci penso, credo che quella sia erba, e quello sia un cortile aperto. Cavolo, non ci avevo mai pensato prima, ed ero sempre stato convinto che fosse un tappeto color tavolo da roulette. Che vergogna.


In cima al cortiletto c'è una porta nascosta. Ricordo che a suo tempo non cagavo il comando "Search" e c'ero stato sopra un sacco prima di trovare questa stanza segreta: Poi trovai per caso la magia chiamata "Clairvoyance" che mi permise di individuare questa porta e fino ad oggi credevo che fosse indispensabile. Oh, non è che ci abbia giocato ogni giorno dal 1993 eh. Però il bello di 'sti giochi è che si trova sempre qualcosa di nuovo.

Più tardi.


Ecco il secondo livello della fortezza. Per quanto sia uguale alla miniera, devo dire che non mi sto ancora annoiando. Giulio invece sì, lui è spesso annoiato, come accade frequentemente alle persone della sua intelligenza. Mentre faccio lo screenshot a questa mappa, Il Divo gioca nervosamente con la fede al dito...


...va bene, Andreotti, scendiamo più in basso che ho capito che qui sta scalpitando. No? "Le reazioni istintive mi mettono così a disagio. Io credo al ruolo benefico della gente senza grinta, ma capace di sorridere." Grazie, Presidente, lo vada a dire a mia nonna, che per tutta l'infanzia mi ha tritato i maroni con la storia della "grinta" come proiettile d'argento per risolvere qualsiasi cosa. Non mi viene un problema di matematica? Più grinta! Soffro di stipsi? Grinta! Bah.


Gironzolando per le stanze illuminate del terzo livello, improvvisamente vedo strane ombre, che effettivamente sono mostri chiamati "ombra". Ma di che si tratta? Non importa, sono esseri incorporei, male non ci faranno, no? "Che cosa ricordare di lei, onorevole Andreotti? Non è mia intenzione rievocare la sua grigia carriera, non è questa una colpa. Che cosa ricordare di lei? Un regista freddo, impenetrabile, senza dubbi, senza palpiti. Senza un momento di pietà umana. Che cosa ricordare di lei?" dice lo spettro, e subito ad Andreotti prende una seconda emicrania, fortissima, che il Divo Giulio prova a eliminare ingioando due pastiglie di Tedax...


...ma ahimè, a nulla serve il Tedax, siamo nel medioevo, le medicine non esistono, e la magia "cura ferite"  ha fatto pochino (forse ne avrà scrupolo). "Another one bites the dust..." dice la riga dei messaggi, e entre mi si instaura in testa la linea di basso del sottovalutatissimo John Deacon (che magari tanto carismatico non era, ma musicalmente era molto meglio di tanti altri cazzoni molto più celebrati di lui) il Divo Giulio passa a miglior vita. Non fate caso alla data, per favore, e notate che sull'epigrafe non ci sono le solite banalità. Certo, si poteva evitare di specificare che è stato ucciso da un'ombra, ma apparentemente la legge del cimitero comunale di Bjarnarhaven è quella lì. In un universo parallelo, in quel cimitero il Divo Giulio avrebbe chiesto alla fidanzata Livia Danese di sposarlo, ma questa è un'altra storia. Per intanto, prossimo gioco!

È merda? Ah, certo che no. Per quanto usi la grafica e l'interfaccia di default di Windows, è veramente user-friendly (e tenete conto che nel 1993 non era assolutamente scontato), è divertente, e come ogni roguelike ha l'elemento di rigiocabilità in più che sono i livelli casuali. Onestamente non riesco a trovare nulla da dire contro questo gioco, quindi non lo dirò. E provate a dire che sono un lamentone, forza.
Ci rigiocheresti? Ah te lo dico.

11 commenti:

  1. Finalmente un gioco di cui mi ricordo! Anche se ci ho giocato poco, non so perché non mi prendeva come invece mi aveva preso il Rogue originale. Non so quanto ci ho giocato a quello e naturalmente senza mai riuscire ad agguantare quel maledetto amuleto di Yendor.
    Ma il tuo post è molto divertente.

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    1. Grazie! Capisco che Rogue è infinitamente più complesso rispetto a questo, che in più ha un'interfaccia grafica molto meno confusionaria dell'ampersand di Rogue (e pure di Nethack, giusto per dire). Però a suo tempo io quello ci avevo e il Rogue originale lo scoprii successivamente a Castle of the Winds e proprio per l'interfaccia minimale non avevo lo sbattimento di mettermicisi su. Mea culpa. Di Roguelike ne provai altri, i quali arriveranno con calma su questi pixel (se non mi prende prima il tavò).

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  2. Complimenti per la costanza di continuare a dispetto delle scarsissime visite!

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    1. Grazie! E complimenti a te che leggi i miei articoli più anziani senza focalizzarti solo sull'ultima uscita!

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  3. Non è la sede più opportuna ma, tanto pourparler, mi son appena imbattuto in A Mind Forever Voyaging. Lo conosci, per caso?

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  4. Lo conosco. A suo tempo non ci giocai ma lo conosco più che altro per l'avvertimento bello forte suonato da Meretzky nei confronti del declino della cultura americana verso una teocrazia fondamentalista, cosa che nessuno ha ascoltato perché erano troppo intenti a farsi le pippe col gioco successivo, Leather Goddesses of Phobos.

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  5. Io sto gioco me lo ricordo bene e rosicavo tantissimo perché su Amiga non c'era!!!! (Pensa come stavo messo... Ci giocavo sul PC della fabbrichetta del padre di un mio amicone del cuore, talmente tanto che moh manco ho più il suo numero di cellulare...).

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  6. Ci ho giocato parecchio, e in piu' periodi.
    Il problema e' che all'inizio (diciamo il primo episodio) e' pure divertente. poi lo trovo estremamente ripetitivo: combatti, se hai poca energia recita la formula per uscire dal castello, riposati, ritorna al castello, ammazza un altro nemico, e via dicendo. non dico assolutamente sia merda, anzi, ti coinvolge, pero' trovo che con poco impegno in piu' avrebbe fatto tutt'altra impressione.

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    1. Il problema tipico di tutti i giochi Shareware è che mettono il meglio nel primo episodio, quello che ti invoglia a comprare. Dopodiché, chissenefotte: tanto, hai già pagato.

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    2. è una dei tanti sw di cui dico "adesso mi metto d'impegno e lo faccio da zero per far pratica con il linguaggio X/retrocomputer Y", poi il tavó mi prende, e lascio sempre perdere.

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  7. assieme ai vari commanderk keen, wolfenstein 3d e compagnia bella, da adolescente, appena ho avuto tra le mani una connessione ad internet lo scaricai completo

    ogni tanto ci rigioco

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Sicuro di aver letto bene il post? Prima di postare, rileggi.