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lunedì 20 settembre 2021

Gobliins! 2: The Prince Buffoon

Che ci crediate o no, la Coktel Vision è la software house della quale ho avuto più giochi originali in assoluto, prima che le software house iniziassero a capire il difficile concetto di "edizione economica". Voi direte "ma come? la maggior parte delle volte che hai toccato un gioco della Coktel, gli hai dato merda e la fecale stampa di settore non era mai stata particolarmente generosa nei confronti della software house transalpina! C'è qualcosa dietro oppure sei semplicemente un coglione?" 

*con forte accento riminese* Ah dì! sono un coglione.


In realtà sono vere entrambe, io sono un coglione e questo è assodato (non starei a scrivere un blog lungo come la malannata a tema "videogiochi di merda" per inseguire il sogno della purificazione interiore). Ma è anche vero che non è che esistano solo i giochi puramente a scopo ricreativo, nel portafoglio della software house di Meudon. No. No, in realtà la Coktel Vision, era soprattutto specializzata nella produzione di giochi educativi, che costituivano a un certo punto il 60% del suo fatturato. Aveva anche stretto un accordo con il ministero della pubblica istruzione francese per portare l'informatica nelle scuole. Ah, che chimera ragazzi! Avercela  avuta una cosa del genere quando andavo alle elementari alle elementari al Vecchio Paese! Dico le elementari perché il l'acquisto en masse (si fa per dire) di giochi della Coktel avvenne quando avevo il computer PC IBM compatibile da pochissimo (parliamo del 1990) e i miei genitori erano ancora convinti che con il computer ci si potesse studiare bene. Ho imparato un sacco di cose che mi sono state molto utili, come sapete dagli articoli taggati come "atelier culturale", ma da quei giochi "educativi", insomma... Diciamo che è un pochino un eufemismo, per una ragione che vi spiego tra poco.


Ciononostante, un po' di roba mi fu presa al negozio della Olivetti della Cittadina Elitarista e Fighetta con ben tre negozi di software più o meno ludico (e al Vecchio Paese che aprivano solo dei cazzo di parrucchieri). La roba della Coktel acquistatami era rigorosamente distribuita e localizzata in italiano dalla fecale CTO di Zola Predosa, al di là del fatto che l'edutainment, se non è fatto perfettamente, è una martellata nelle palle, io ero comunque molto felice di averla perché era una bella alternativa a guardare TREE.COM.

Di che cosa si trattavano sti giochi? Beh, era soprattutto roba per l'apprendimento della lingua inglese: primo perché mia mamma è stata insegnante della lingua d'Albione prima che appendesse il birignao al chiodo.  E poi perché tra la fine degli anni 80 e l'inizio degli anni 90, quando davo il mio meglio come enfant prodige, c'era nella mia famiglia una  lungimirante visione strategica per l'educazione che sarebbe poi stata plagiata dal balletto di Bettino sotto forma delle famose "tre I": Inglese Informatica Impresa. Ora, di impresa non è che abbia mai appreso più di tanto, anche se qualche volta avevo preso in edicola dei dischetti chiamati tipo "Master in finanza aziendale" o roba del genere da aspiranti Gordon Gekko in bretelle di Armani tarocche. Erano ipertesti della Jackson Libri troppo complessi per me, ma insomma, erano dischetti, erano in edicola, costavano poco, che faccio, non li prendo? Tutto pur di non ridurmi a guardare TREE.COM, diamine! E poi anche mio padre per un certo periodo cercò di usarli ma era così stanco per dei ritmi di lavoro massacranti che spesso lo trovavo con la testa appoggiata alla tastiera a russare. Sto divagando. Ma quali erano i giochi della Coktel di cui mi ero abbeverato (c'era un calembour qui, amici) ?

Il coktel ke preferisko è il uàit ràssian


Il primo che mi viene in mente, e sono certo di averlo menzionato in precedenza, si chiamava "Alice nel Paese dell'Inglese", che ho cercato in lungo e in largo nei vari siti abandonware e non ho trovato, fino a quando non ho scoperto che la versione originale francese che si chiama Balade au pays du Big Ben, ovvero "Passeggiata nel paese del Big Ben". Che non ho idea che c'entri con il tema del gioco:  era uno pseudo-adventure basato sull'opera di Lewis Carroll, il cui titolo in francese è Les Aventures d'Alice au pays des merveilles. Dunque niente passeggiate. Boh! Suppongo ci fossero problemi di copyright perché Alice e soci somigliavano pericolosamente a quelli presenti sul lungometraggio disneyano del 1951.

Un altro "gioco" di questa serie era chiamato "Visitando Hyde Park", in originale Visa pour Hyde Park , e anche lì, ce l'avevo avuto in italiano in versione per MS-DOS con l'eseguibile chiamato LOADER.EXE come tutti i giochi della Coktel mai usciti. Al giorno d'oggi, puttana miseria se non si trova neanche a piangere sulla Rete (in cui secondo certi imbecilli travestiti da futurologi, se non è su internet, non esiste!). Sapete questo che cosa significa? Non solo ci devo giocare in francese e vabbè, questo è un problema da poco, ma la cosa stronza è che per rigiocarci devo tirare fuori gli emulatori di Amiga e di Atari ST, porca puttana! Ah beh, immagino che ci riproverò, tipo per un infrasettimanale "Atelier Culturale".

Un altro gioco della serie è "Les trois petit cochons s'amusent",  i tre piccoli porcellini si divertono : è anche uno dei pochissimi giochi che restituii al venditore perché nonostante fossi un bimbo delle elementari mi pareva una roba eccessivamente semplice. Il senso di vergogna per non essere al di sopra delle possibilità medie della mia età batteva anche il fatto di emanciparmi da TREE.COM. Se ricordo bene, c'era anche una roba di scienze che aveva come protagonisti Qui Quo e Qua nei panni delle Giovani Marmotte. A parte Hyde Park, tutta roba presa in prestito da Walt Disney e non sono sicuro che i ragazzi della cocktail avessero chiesto il permesso al  mosto di Burbank. Ma tant'è, ce n'era abbastanza per erudire il giovane virgulto. 

*oink*


Ma se vogliamo, la più grande lezione che ho tratto da quei giochi è stato il fatto che erano completamente disconnessi dalla scuola che facevamo al tempo e nonostante probabilmente abbia imparato diverse cose con quei giochi, erano tutti argomenti che nell'economia del rendimento scolastico non c'entravano una beneamata fava. 

C'era l'educazione e c'era il programma di scuola, che principalmente consisteva nel saper fare i problemi di matematica con cui il nostro maestro ci teneva buoni intanto che lui poteva andare a fare il galletto con le maestre delle altre classi. Non dico che ho sviluppato l'odio nei confronti della matematica alle elementari, perché comunque me la cavavo bene coi problemi, ma molti miei coetanei si sono trovati a rigettare qualsiasi scelta scolastico/professionale che avesse un uso di numeri superiore alle basi. 

E nonostante questo, comunque, io ci provavo, eh, a fare le lezioni multimediali: prendevo i dischetti, li mettevo nello zaino, li portavo a scuola e dicevo al maestro che anche se l'avevo vista solo una volta in cinque anni, noi un'aula di informatica ce l'avevamo. Potevamo almeno una volta farci un salto e vedere qualcosa di diverto e magari aprirci un po' la mente, no? Ovviamente mi beccavo sempre un sonoro rifiuto: l'informatica non era una roba seria per lui. Forse avrei dovuto puntare sul fatto che avrebbe fatto la figura del figo con le maestre portandoci nell'aula computer, forse quello sarebbe stato un fattore motivante più forte. Ma era il 1990, avevo 8 anni e il concetto della gara di tiro tra il pelo pubico femminile il carro di buoi mi era completamente alieno. 

Molti anni dopo, scopro che la Coktel fa altro oltre che i giochi educativi. Lo scopro con Asterix: Operation Getafix (passatomi dal gestore della palestra dove faccio judo), e improvvisamente i giochi 
educativi tornano ad essere di moda, perché da loro ho conservato una griglia di colori col codice di protezione che va benissimo anche per Asterix, perché i furboni della Coktel facevano i codici di protezione tutti uguali. 

Ulteriori anni più tardi ero già alle medie, un mio amico mi dice che gli hanno passato un gioco adventure: eravamo ancora ebbri dell'adorazione di Monkey Island e soci, e quindi cosa si fa, gli si dice di no? Specialmente se mi si dice che questo gioco è pieno di situazioni comiche slapstick? Je suis là! 

Ed ecco che in periodo di interesse calante nei confronti dei videogiochi, installo e faccio partire una roba del glorioso 1992. Sigla!


"Kingo. Ratta Kingo." BSSSSZZZZSSSS. Così cominciava il gioco con uno strano grammelot pronunciato dai vari protagonisti in un tripudio di sintesi sull'equivalente Philips della Soundblaster Pro che avevo sul mio acciaccatissimo 486 DX2. Quindi possiamo intuire che il gioco lo abbia provato attorno al 1996, perché in quel periodo avevo il 486 DX2 con la scheda audio e il lettore CD. E il gioco che mi era stato passato su dischetti, con effetto quasi pittoresco.


Insomma, il titolare principe buffone è stato rapito e il padre, il re Angoulafre, è disperato, e nemmeno un'ape che scorreggia con l'espressione autocompiaciutissima riesce a tirarlo su di morale. Certo, uno che chiama il proprio figlio "principe buffone" ha chiari problemi, ma non siamo qui per giudicare.


Fortunatamente, esiste una possibilità per andare a savare il buffoncello nell'orrido castello in cui sta recluso, e non è l'ape scorreggiona che è andata a importunare il vecchietto facendogli girare la testa su se stessa come la bimba dell'Esorcista. Due eroi di grande valore si lanciano all'avventura, e sono i nostri due protagonisti. Due come le "i" in Gobliins, mentre nel primo episodio le i erano 3 e quindi i protagonisti erano 3. Il primo episodio faceva decisamente cagare, lo provai successivamente a questo e fu una delusione enorme.


E niente, l'ape rompicazzo sembra essere crepata schiacciata dal pugno dello stregone un po' come la quercia di Graz schiaccia lo scarafaggio nella reception dell'hotel in cui il portinaio dice "Danko, nato stanco. Heh heh heh heh heh!". E niente, il vecchietto non è Arnold, e l'ape non si fa niente e gli tira il naso lasciandoglielo andare tutto floscio che gli casca sulla bocca, un po' tipo Luigi del Neri. Titolo!


Il titolare principe buffone non si chiama solo così, ma è proprio vestito da giullare. Boh! È la classica grafica di Pierre Gilhodes, che ora io lo dico autocompiacendomi come se riconoscessi lo stile tra mille, ma è una cosa che ho scoperto a posteriori e sto retroapplicando a tutta la roba della Coktel.


Ah, il codice di protezione, che è sempre la griglia dei colori. Io ce l'avevo in multipla copia come proveniva appunto dai giochi educativi presi al negozio Olivetti della Cittadina Elitarista e Fighetta, e questi giochi avevano la griglia dei colori uguale tra loro. Anche Asterix: Operation Getafix, di cui ho parlato un'era geologica fa, aveva la griglia dei colori fatta allo stesso modo. Gobliins 2, beh, provavo a usare la griglia che avevo e a volte funzionava, a volte no. Avrei potuto benissimo sparare un numero a caso e avevo la stessa possibilità.


E via! Beccato il colore giusto, la schermata di caricamento ci mostra uno dei due protagonisti che sta rosicchiando un floppy. Il goblin blu con la cresta dietro la testa tipo un parasaurolophus si chiama Winkle, e tra i due goblins (con due "i") è quello più fisico, diretto, maleducato e scorreggione. L'altro, quello con la carnagione più mainstream, il codino e il serafino verde slacciato sul davanti tipico di chi si è dato all'attivismo per partiti dall'orientamento reazionario per dissimulare e allo stesso tempo chiedere implicitamente perdono della propria omosessualità latente, si chiama Fingus, dei due è quello più gentile, morigerato, intelligente e munito di senso estetico e mi chiedo se la combinazione di stereotipi gay/etero non sia un tentativo di creare una dinamica comica da film francese. O forse sto leggendoci troppo come al solito. Mandiamo Winkle a insultare due vecchi di merda, su. 


Ah, interessante questa bottiglia abbandonata! Winkle prova ad appropriarsene ma si prende bastonate sul cranio. Ecco vedi, si lamentano, frignano, piangono miseria e poi manganellano. Tipico dei vecchi di merda. Fingus è un ingenuone con gli occhi belli spalancati e il sorrisetto acquoso e dice "ma forse dovrebbero ridere un po' di più!" Forse. Come far ridere delle persone piene di odio come i VdM? Proviamo a pensarci su.


Magari dando loro il salame in possesso del notabile, i due VdM riempiono lo stomaco e sono felici. No? Proviamo a chiedere gentilmente, ma Fingus viene sfanculato dal notabile. Niente, resta la domanda: come fare felici due vecchi di merda?


Semplice, gli si fa vedere gente che soffre. Winkle va a provocare il notabile cercando di toccargli il salame (ahem) e il suddetto notabile, che magari una cosa del genere se la aspettava da Fingus per le ragioni menzionate sopra, tira al nostro puffo carnivoro una salamata che lo fa volare via. I vecchi ridono felici: "A i'o cher! S'i steva a cà sò!" (ci godo! fosse stato a casa sua!) sibilano i due tra una risata e l'altra, facendo ovvie allusioni al colore della pelle di Winkle, che è molto avvezzo al concetto caro ai VdM di "Ognuno a casa sua". Com'è come non è, approfittiamo del clima di ridarola per ciulare la fiasca.


Di fianco al notabile c'è uno zerbino a molla, con effetto catapulta. Abbastanza pittoresco e abbastanza nonsnense, ma giustificatissimo dall'atmosfera PaZzErElLaH del gioco. Sentite, non è certo peggio della roba della Sierra (che negli USA peraltro pubblica i giochi della Coktel aggiungendoci "Quest" nel titolo). Sì, è tutto molto lisergico, ma ha senso. Certo, in altri giochi di Muriel Tramis c'è ricorrente il topos per cui bisogna ammazzare un cane con del cioccolato o con la zolletta di zucchero, e non parliamo di roba tipo Inca in cui bisogna premere pulsanti a caso finché non capita roba completamente non correlata. Insomma, paradossalmente qui siamo nel regno della logica. Dunque? Dunque facciamo saltare Winkle sul tetto...


...e vediamo se riusciamo a ciulare il salame prendendolo da sopra. Fate voi qui le battute e i doppi sensi che volete, pure Fingus li fa subito dopo che il notabile riduce Winkle a una piadina, e si mette a ridere come un deficiente. "Non c'è nulla da ridere!" dice il notabile a Fingus "Nel mio cortile non tollero uranisti!" e quindi niente, allontaniamoci, perché in questo posto ci sono troppe teste di cazzo.


 Di fianco al notabile abbiamo una casetta con una fontana. Notare che questo adventure è a schermi fissi, molto più fissi di altri adventure. Nel senso che si va avanti di vari livelli, e ogni livello ha quelle quattro o cinque schermate con i loro enigmi da superare. E che enigmi, signori miei! Fingus palpeggia la tetta alla fontana, che è una specie di goblin con le tette e due corna, e mentre arrossisce per la vergogna, la fontana sputa. Fate voi i doppi sensi che volete, io non posso non pensare a tutte le volte che sono stato a Copenhagen (due) che inevitabilmente quando passavo a vedere la Sirenetta c'era sempre la delegazione di giapponesi morti di figa che si facevano fotografare mentre le toccavano le tette. Bah! Effettivamente la sirenetta della favola di Andersen ha 15 anni, quindi viste le regole della pornografia in Giappone è comprensibile. Allo stesso modo mi sento anche di consigliare di tenere la statua della Sirenetta lontana da quella statua che sta a Milano vicino a via Palestro.


Vabbè, mentre sfreghiamo la statua finché questa non eiacula (Renato!), subito Winkle va a raccoglierne lo sfaccimme, o meglio lo farebbe se non fosse di una lentezza inaudita, e se arriva allo zampillo che la fontana non zampilla più, ci fa vedere la bottiglia con l'autocompiaciutissimo ghigno di chi ha appena assaggiato la propria merda. Fortunatamente, buona la seconda. Winkle raccoglie l'acqua preoccupantemente bianca sputazzata dalla donna cornuta.


Andiamo a rompere i coglioni all'abitante della casa, che parla esattamente come il mago nell'intro. Ah ecco, diciamo pure che ogni personaggio parla con il suo personalizzatissimo linguaggio, una specie di "Simlish" ma declinato per ogni creatura del gioco. Fingus fa qualcosa tipo "Nininininoi nininoi" e Winkle fa qualcosa più sul "Uaha, oigniè, uaha, oigniè", che in questo caso si traduce in "Ecco, vendiamo spazzole..." e questo gioco subito guadagna punti per non aver detto "Vendo giacche di pelle" per poi girarsi verso di noi con due costole in meno e dicendo "(cit.)". Puttana miseria ma io sono sicuro che se lo avessero fatto degli italiani 'sto gioco avrebbe tirato fuori le cazzo di giacche di pelle (cit). 


E niente, Winkle è stato sfanculato dal mago e quindi diamoci alla bevuta per dimenticare. Usiamo la bottiglia sul rospo, Winkle beve il contenuto e lo sputazza sul rospo, facendolo scappare. Ora, io ho provato questa soluzione un po' perché la bottiglia era l'unico oggetto che avevo, e un po' perché vagamente mi ricordavo la soluzione letta sulla fecale "K" con cui avevamo terminato con il mio amico il gioco in una seduta infinita. Questo significa che l'enigma è logico? Boh, oramai ho il cervello talmente danneggiato da tutti questi videogiochi che non so più dirvelo, cari amici. Però intanto ora abbiamo un sasso e vaffanculo.


Quindi usiamo il sasso sul "meccanismo", e Fingus fa sì che dal meccanismoscenda una scaletta retrattile. Ci avesse provato Winkle avrebbe centrato il suo cranio deforme, quindi mi saltano un po' gli stereotipi qui. Ma in effetti il mio amico, che allora tanto malizioso non era, chiamava Fingus "Figus" perché alla fine sì, vocina effeminata, modi gentili e pure deboluccio, ma alla fine era quello che la sapeva lunga, cosa che secondo una visione molto stereotipata sui gay nel 1992 probabilmente non avrebbe quadrato. O magari alla Coktel Vision erano molto più aperti mentalmente rispetto ai contemporanei. D'altra parte, non dimentichiamo che una dei capoccia della Coktel, Muriel Tramis, è una signora che viene dalla Martinica che prima lavorava per il consorzio Ariane Space, e quindi il fatto di essere una donna di colore nel mondo dell'IT immagino l'abbia sensibilizzata sugli stereotipi. Poi c'è sempre quella storia per cui in numerosi giochi fa crepare i cani con il cioccolato e lo zucchero, e mi rendo conto che l'ultima frontiera del politicamente scorretto è la violenza sui nostri pelosyny, in un mondo in cui l'idolatria per i cani prende sempre più piede e in cui l'antipatia verso i padroni che antropomorfizzano i loro animalini viene interpretata come un "ma tu odi i cani, che persona orribile!" Beh, io penso che Muriel Tramis sia una persona degna di grandissima ammirazione (da un punto di vista professionale), perché chiunque riesca a fare un videogioco tra gli anni 80 e 90 di cui si parli ancora più di vent'anni più tardi va comunque ammirata, perché quella è un'impresa mica da poco, a prescindere che il gioco sia merda o no. Dal punto di vista personale sulla Tramis non so un tubo quindi mi guardo bene dal giudicarla. Magari le piace molto la roba dolce e trova incredibile che lo zucchero ammazzi i cani. Non lo so.


Allora Fingus tira giù la scaletta, Winkle ci si arrampica e prova a buttarsi giù dal caminetto (Fingus si caca addosso). Caminetto da cui viene espulso smadonnando in uaha oigniè e il vecchietto, pur di non subire ulteriori rotture di coglioni, li fa entrare.


E via che entriamo, e accidenti, la casa è molto più grande dentro che fuori (Sì, lo so, come il TARDIS, dai, autospompiniamoci tutti sulla nostra conoscenza di cultura pop) e il mago (che apparentemente si chiama Tazaar, perché lo ha nominato Fingus prima) è amico e collega del mago dell'intro (parlano la stessa lingua d'altra parte) e conosce tutta la storia del figlio di Angoulafre, rapito dall'ignobile Amoniak, che ha fatto il colpo di stato e domina il paese dal suo castello. 


Beh, ora almeno abbiamo piazzato dei nomi sulla storia molto vaga raccontataci dall'altro mago all'inizio del gioco, quindi possiamo continuare con gli enigmi stronzata. Per esempio possiamo pestare il cotonno di questa specie di incrocio tra un coccodrillo, un maiale, e una tigre che sta sdraiato sul pavimento, e accattare la scatola di fiammiferi che tiene in bocca. Oh, lo so, ma ha molto più senso che in Inca. Sarà che se vuoi fare degli enigmi idioti è meglio presentarli con grafica idiota? Forse! Sarà anche che i personaggi disegnati da Pierre Gilhodes mi mettono di buonumore? Probabile! Di certo degli enigmi così idioti sono infinitamente più irritanti su robe tipo Bargon Attack, l'orrido Ween: the prophecy, Fascination (che come redenzione ha le tette) o Lost in Time (idem, ma meno visibili). 


Però i fiammiferi sono utili no? Li usiamo per accendere il bollitore che abbiamo riempito con l'acqua al colera sputazzata dalla fontana popputa e cornuta. Il vapore fa staccare una pergamena incollata al muro da cui stacchiamo una zolletta di zucchero con cui ammazzare un cane. No! Volevo dire una chiavetta...


...con cui Fingus carica l'orologio a cucù da cui esce il cucù che tiene in bocca una chiave più grande, che Winkle abbatte con la pietra rubata al rospo. Il tutto nell'indifferenza del vecchietto, perché a sto punto spera che fingendosi morto conivinca i due idioti a levarsi dalle palle, e perché Winkle che precipita di culo nel falò gli ricorda il finale de "I tre piccoli porcellini si divertono", altro software educational della Coktel che era talmente tanto semplice che lo avevo rispedito indietro (e probabilmente mi ero pure tenuto il foglio col codice dei colori). Ma intanto abbiamo la chiavona, la vita ci sorride...


...chiavona che usiamo per accattarci una bottiglia di vino nella cantina sotto la casa del vecchio, e già che ci siamo palpiamo di nuovo le tette alla statua, che la bottiglia l'abbiamo svuotata nel bollitore. Perché ci procuriamo altra acqua? Semplice...


...perché questo è un gioco in VGA a 256 colori, e non roba più recente (più o meno a partire da Quake 1) con le tonalità cromatiche che tendono al "merda secca". Dunque i fiori sono gialli, e questo significa che li innaffiamo...


...dopodiché li facciamo annusare al notabile, il quale va subito in fattanza e si addormenta. Spiace, ma mors tua, salame meo, si dice. Si dice? No, non si dice. Oh beh, vaffanculo, andiamo nella schermata che ancora non abbiamo visto...


...con un gigante addormentato, un cane e una gallina. Ecco, l'immagine della gallina che ci morde il dito con i suoi denti aguzzi dopo che le abbiamo fatto ghirigori sotto il becco era l'immagine con cui il mio amico che mi passò Gobliins 2 mi descrisse il gioco. Il fatto era che momenti del genere in cui c'erano animazioni usate "una tantum" per un evento speciale, in un'epoca in cui i dischetti erano 720 kilobyte e bisognava risparmiare, era un avvenimento. 


Beh, Winkle è meno puccioso con la gallina, quindi niente ghirigori sotto il becco ma cerca di tirarle il collo. La gallina però è un OGM caratterizzato da una certa resilienza e quindi non muore, ma si presta bene a essere mazzuolata in testa da Fingus col salame, cosa che le fa cagare un uovo. Ecco, beh, io ovviamente tutto questo me lo ricordavo. Che la cosa fosse venuta dalla soluzione o dalla possibilità tipica dei giochi Coktel di "giocare il Jolly", non lo so. I giochi Coktel avevano la possibilità di giocare il jolly e leggere una schermata di suggerimenti con tutte le cose da farsi in una stanza. La roba interessante era che per ogni installazione del gioco di jolly ce n'erano in un numero limitato, e anche ricominciando la partita non tornavano ai livelli iniziali. Reinstallare tutto era un'ordalia, e quindi devo dire che per i tempi la soluzione era intelligente.


Beh, ora abbiamo l'uovo, possiamo centrifugarlo in modo tale da seprarare le proteine dagli zuccheri, cristallizzare questi ultimi, consolidarli in una zolletta con la quale uccidere il cane che non ci lascia passare. Oppure possiamo tirargli una salamata sul muso. Com'è come non è, anche in questo gioco la violenza sui loppidi è stata effettuata. Chiudiamo qui?


No, dai, svegliamo almeno il gigante facendogli annusare l'uovo. Il gigante però è uno stronzo e non ci lascia passare per andare al castello di Amoniak, perché ha fame e sete. Da bere gli diamo l'Aranciata del Gigante (è tonificante, anche rilassante, la miglior bibita frizzante)? No, il vino che abbiamo ciulato al vecchio. D'altra parte lo aveva gentilmente chiesto a Winkle, e noi eseguiamo...


...prima dandogli il vino e poi il salame. Il gigante si addormenta ....


...e noi passiamo di livello, giungendo al castello che potrebbe essere di Amoniak. Ma quindi siamo già alla fine? Ah, col cavolo! 'Sto gioco era di una lunghezza esasperante, e non pensate neanche che provi a finirlo. Sono vecchio io, ho cose da fare. Sto scrivendo questo articolo a una velocità record tenendo il cervello spento, figuratevi se mi impegno anche solo a cercare una soluzione. Già è tanto che ricordi tutto così bene fino a qui. Sto divagando: Facendo entrare un goblin (con una i, perché è uno) nella torre, questo esce e ne lancia fuori una bomba. Se è Fingus la lancia più vicina perché è deboluccio e con la manina floscia. Se è Winkle la lancia più lontano, sottolineando tutto con una scorreggia. Non la sentiamo ma mi piace immaginarlo.


Quindi, a seconda della posizione iniziale della bomba, possiamo decidere di lanciarla con Winkle (lontano) o Fingus (vicino) e la combinazione giusta prima fa esplodere la guardia all'ingresso sul ponte levatoio...


...dopodiché liberiamo il tappeto volante. Cui prodest? Buona domanda...


...serve a salire all'altezza del santone che sta levitando e si è legato a terra (probabilmente per i coglioni) in modo da non scappare via. Il nome del santone è "Soka" e immaginatevi le battute che potevamo farci sopra, visto e considerato che al tempo ero alle medie.


...Soka ci dice che per entrare nel castello dobbiamo lanciare nel fossato la sabbia del temYAAAHWHHN. Cambiamo schermata e liberiamo la palla da basket a favore del cestista, e subito un cinno rompicazzo ce la frega.

Cinno, nel dialetto del V.P. significa "bambino" ed è un'espressione che non amo perché nel libro delle istruzioni per la vita consegnatomi dai VdM con cui ero cresciuto, urlare "dessò, cinno" a chiunque facesse il prepotente lo avrebbe ricondotto immediatamente all'ovile, manco fosse stato un monologo finale di un film sceneggiato da Aaron Sorkin che ha appena tirato 400.000 lire di cocaina comprata in piazza Aspromonte. Scrive bene Sorkin, ma come ho già detto bisogna avere seri problemi nella testa se si pensa che le persone reali si esprimano come la gente nelle sue sceneggiature.

Ho divagato. So che per prendere la palla al bambino rompicoglioni bisogna entrare da una porta e con un tempismo al millisecondo far entrare l'altro goblin in un'altra porta da cui il bimbo uscirà, per stenderlo con un pugno e ciulargli il pallone, ma ricordo il fastidio di 'sta parte e quindi la salto a pié pari.


Altra schermata, Kael l'uomo albero, e devo dire che apprezzo molto come Winkle insulti tutti quanti e riceva risposte estremamente gentili. Mi fa ridere, ma ammetto che non è un bell'insegnamento. Uaha, oignié. Per l'ennesima volta usiamo la bottiglia d'acqua per annaffiare Kael, che ci fa saltare su un suo ramo usando il braccio come ascensore in maniera non dissimile dalla casa di Brandon di Legend of Kyrandia. Ve lo ricordate? Sono passati 4 anni e mezzo da quando ne ho parlato. Mamma mia quanto vola il tempo, mamma mia.


Sul ramo di Kael abbiamo pigliato un fiore che gettiamo in una pattumiera naturale da cui esce un'ape che ci restituisce il miele appena cagato a partire dal fiore. Che efficienza, amici, che efficienza! Il Green New Deal funziona, cazzo! Trovo ridicolo che ci siano persone che contemporaneamente siano contro le misure di riduzione delle emissioni di CO2 perché le associano a gente per cui hanno complessi di inferiorità, E ALLO STESSO TEMPO abbiano nostalgia dei bei tempi andati in cui qui era tutta campagna (aaaahaah! aaaahahh!). In realtà tutto questo acquisisce senso quando ci si rende conto che le persone in questione sono vecchi di merda, cioè gente che trova gioia nel vedere soffrire tutti quelli che per ragioni squisitamente anagrafiche, hanno una buona probabilità di seppellirli. Ma la ninfetta in basso a destra del teleschermo è nuda?


Sì, ed è puère svenuta. Uno pensa che Winkle potrebbe abusarne seguendo il noto metodo "Bill Cosby" ma invece si limita a spruzzarle in faccia. So che così facendo vi sto facendo un assist degno di John Stockton per una battuta sul bukkake, ma no, Winkle le getta in faccia l'acqua dalla bottiglia ormai inesauribile. Notate anche come pur non sapendo un cazzo di basket abbia nominato Stockton, eh. E non l'ho neanche cercato su google. Dopo che la ninfetta si è svegliata e tutta impermalosita, facciamo cavalcare l'ape a Fingus per raggiungerla sul ramo e darle il miele, che è molto zuccherato e quindi crepa. No! No, scusate, ci ho sempre in testa la storia dei cani. Scusate, davvero. La ninfetta apprezza il miele e ci indica un fungo...


...che prontamente raccogliamo e portiamo all'avvoltoio Vivalzart, che ha due passioni: la musica e i funghi allucinogeni, che uno fa facili battute sulla droga ma la Psilocibina pare essere un antidepressivo formidabile, tipo che basta una dose e ti si riequilibra l'umore senza effetti collaterali. Ed è illegale grazie alle crociate antidroga che entrambi i lati coinvolti nella guerra fredda hanno imposto, intorno agli anni 60-70, a tutti gli stati a loro culturalmente succubi, puttana miseria. E lo dico io che non ho mai fumato neanche una canna eh.


Ingolosito dal funghetto, Vivalzart ci invita a casa e subito Winkle gli va appresso e gli sussurra "Oh capo oh oh oh capo tengo fungo buono oh" e Vivalzart subito ci dice di metterlo nel distillatore, in modo da estrapolarne la droga da pronunciarsi rigorosamente in A.C.M.U. (Accento Capitolino-Meridionale-Unificato) in una maniera che nell'alfabeto IPA può essere reso più o meno così: ɕɪɒɒɠˈ. Più o meno, io non ho un bel rapporto con la IPA, che io non ho mai bevuto piscio di gatto ma se mai lo bevessi sono certo che avrebbe lo stesso sapore. 


 Vabbè. Insomma, Winkle e Fingus sintetizzano la cccioooghh' con la macchina di Vivalzart e quindi entrano nel trip. Che vi devo dire? Che i giochi della Coktel sono tutti un enorme trip? Secondo me sì, ma suppongo che sia l'affetto che provo nei loro confronti. Di fatto, mi ricordo che in sta parte gli enigmi erano ancora più pAzZeReLlIh di prima e quindi siccome già ho un cerchio alla testa direi che la chiudo qui, tanto se ricordo bene i livelli sono circa 10 e qui siamo proprio all'inizio del secondo. E poi, diciamocelo, appena è comparso l'uso lisergico dei gradienti mi sono scesi i coglioni. Sono proprio i gradienti che mi stanno sul gozzo, che vi devo dire. Prossimo gioco!

È merda? Allora, è insensato, è stupido, gli enigmi richiedono ginnastica cerebrale piuttosto scoglionante, ma nonostante tutto lo trovo divertente. Sarà che ho un debole per i personaggi disegnati da Gilhodes, sarà che la musica mi è rimasta in testa per anni, sarà che il grammelot pronunciato dai goblin mi fa molto ridere? Boh! Quindi, è merda? Uahà, oigniè! (No).
Ci rigiocheresti? Oddio, non esageriamo, su.
È uscito nel 1992. È il gioco più bello di sempre? Vedi sopra.

2 commenti:

  1. Uno dei pochi originali che avevo all'epoca! Senza soluzioni delle frds, e complice la disponibilità di molti altri giochi più fruibili lo accantonai ben presto. Ripreso molto tempo dopo, avanzo quel tanto sufficiente a scoprire che i dischi _originali_ dovevano averli preparati male e un livello aveva la grafica incasinata, tanto bastò per accantonarlo ancora. L'ho provato a rigiocare lo scorso anno nel tentativo di scalzare le regine dello streaming ma totalizzando solo un paio di seguaci (non avendo a disposizione un corpo da modella ed una hot tub, presumo, non a causa del gioco in sé) però almeno sono riuscito a finirlo una volta nella vita, e sì più avanti diventa sempre più incasinato ma almeno è abbastanza avulso dalle solite logiche "do ut des", la meccanica delle azioni concertate tra i due (che poi erano addirittura tre una volta arrivati al principe) ti obbliga a ragionarci davvero. Le musiche sono un earworm e non si schiodano mai più nella vita, solo vedendo le schermate mi sono ripartite in testa, quelle e l'assurda lingua parlata da tutti, e al riguardo è da apprezzare lo sforzo per evitare interminabili dialoghi sostituendo tutto dove possibile con quella mimicità comica che con pochi pixel e 256 colori funzionava. A tal proposito concordo sulla nota che hai fatto all'uso delle tavolozze, appena hanno avuto a disposizione tutti quei colori qualcuno deve avergli intimato di usarli tutti ed hanno iniziato a riempire tutto di robaccia marroncina impastata verde mista vomito fastidiosissima: quella sì era merda.

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    1. Beh, potevi linkare il video in cui hai fatto il let's play! Sui dischi originali preparati male, ti rispondo con una parola, anzi con tre lettere: C, T ed infine O.

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