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lunedì 2 novembre 2020

The Elder Scrolls - Daggerfall

Togliamoci subito il dente e diciamocelo: il primo episodio della serie i The Elder Scrolls, Arena, da noi non se lo è cacato quasi nessuno. Sì, è stato pubblicato anche in Italia, e sono certo che ora arriverà qualcuno che, inebriato dall'odore delle proprie scorregge fino all'estasi, puntualizzerà "MA VERAMENTE IO HO L'EDIZIONE ORIGINALE SU FLOPPY DEL 1994 ANCORA INCELLOFANATA CARO EX VIDEOGIOCATORE ED ORA SCUSAMI CHE VADO A FARMI TOGLIERE DUE COSTOLE *SLURP*". Che vi devo dire? Bravi. Sarà che nel 94 stavo iniziando a entrare in un periodo di pausa dai videogiochi che sarebbe terminato un paio d'anni più tardi, e sarà anche che ne avevo ignorato bellamente la recensione sulla fecale rivista di settore che si atteggiava a "quella seria". Sto parlando di K, ovviamente, che recensì Arena nel numero 60 (Aprile 1994) e il redattore (tale Emanuele Sabetta) liquida Arena con un misero 750/1000, che se un sette e mezzo a scuola era un voto dignitosissimo, nelle fecali riviste di settore tutto ciò che sta sotto l'80% è minus quam merdam.

la grossa farsa è la credibilità che vi davamo
Ora possiamo tutti dire che il primo The Elder Scrolls fosse frutto di un processo creativo molto alla cazzo di cane, ma definire una roba del 1994 che per la prima volta ricreava un intero continente su qualche floppy disk "farsa" mi pare un più un voler difendere i "grossi" a scapito degli "emergenti" per mantenere una supremazia dei soliti noti, quelli che sono definiti con pomposità i "giochi parametro". 

Per le avventure grafiche, la roba Lucasarts. Per i giochi di ruolo, la Origin e via stronzeggiando. Peccato che di lì a poco la Lucasarts produrrà solo merda cacata dalla vacca grassa Guerre Stellari, la Origin verrà inglobata nella EA e dopo Ultima Online sarà il nulla, e la  vituperata Bethesda diventerà un colosso, sciacquandosi le metaforiche palle dell'opinione delle fecali e corrottissime riviste di settore. Capito amici?  Noi seguivamo pedissequamente i dettami di 'sti marchettari del cazzo e davamo pure peso a quello che scrivevano!


Obiettivo ammirevole, ma vi beccate un voto di merda, tié
Peraltro, nello stesso numero viene recensita quell'imbarazzante ciofeca di Ultima 8, che stupì il mondo con delle sezioni arcade ingiocabili in cui l'Avatar doveva saltare da una piattaforma semovente all'altra usando il mouse come sistema di controllo non direttamente "punta-e-clicca", nel senso che l'Avatar non saltava dove gli dicevi di cliccare: ma saltava nella direzione del clic con una distanza direttamente proporzionale alla distanza del cursore del mouse dallo sprite dell'Avatar. Se non ci avete capito niente, provate a immaginarvi mentre ci giocate su un computer estremamente lento per il pesantissimo motore della Origin, e ogni volta che fate un salvataggio o un caricamento del gioco in corso vi parte un quarto d'ora. Divertente come accordare un pianoforte usando i coglioni come diapason, vero? Eppure...
L'occhio del Guardiano! La carrozzella dell'Avatar che finisce per l'ennesima volta in una pozza d'acqua e mi tocca sorbirmi dieci minuti di swapping da disco fisso prima di ricaricare l'ultimo gioco salvato!
Nella recensione dell'ineffabile e allitterativo Paolo Paglianti c'era pure un trafiletto con l'esclusiva intervista a Richard Garriott, cosa che faceva sentire i ragazzi dello Studio Vit tanto importanti e quindi cosa vuoi, dargli meno del 95%? Per carità! Abbiamo i giochi parametro da mantenere con uno status quo quasi andreottiano! Vaffanculo.

Flash forward a due anni dopo, ho ripreso coi videogiochi in seguito ad essere stato preso a calci nelle palle dal signor Westermarck (ne ho scritto qui) e ho pure cambiato fecale rivista di settore di riferimento: K è passata a Ediprogress, Zeta (dove migrò Riccardo Albini) non me la sono mai cacata, PC Game Parade (con altri transfughi) me l'accaparravo ogni tanto, così come TGM (che aveva il CD) e soprattutto PC Gamer, che era la traduzione di una rivista americana e questo faceva sì che i redattori si atteggiassero meno a superstar, dando una parvenza di serietà e di "asetticità" in più. E soprattutto, nel CD, PC Gamer aveva roba che nelle altre riviste arrivava mesi dopo (nonché i giochi in Klik 'n Play di Coconut Monkey, ma vabbè). Uno di questi è appunto il secondo episodio dei The Elder Scrolls, Daggerfall. Che da un lato occupa solo due regioni del continente visto in Arena, ma sono più densamente popolate e più dettagliate. Praticamente la superficie simulata era paragonabile a quella della Gran Bretagna! Piatto ricco, mi ci ficco! E così non solo spesi un sacco di tempo sul demo (che limitava il campo di gioco a un'isoletta piuttosto grande) ma quando il mio circuito di fornitori si ampliò grazie all'ingresso dell'ottimo Alessandro C. nella mia cerchia di conoscenze, mi accaparrai pure il CD della Verbatim con dentro la versione completa. Non mi è dato ricordare se ci fossero disegnati sopra cazzi, però. Sigla!


Vè l'effetto fuoco, ragazzi! La Bethesda al tempo aveva la fama di essere piuttosto "rustica" nella presentazione: faceva principalmente giochi dedicati al franchise di Terminator, ed erano tutti molto low-fi per il tempo. Che nel 1996 magari avete appiattito tutti i ricordi a un unico brodo, ma la SVGA ad alta risoluzione era la norma.


Sbram! Con un effettone degno dell'Autodesk Animator per DOS, ci compare il titolo del gioco, in realtà ben disegnato, con l'arzigogolo tipico di uno studente svogliato che su un foglio volante disegna spadoni e fulmini durante l'interrogazione altrui, o durante le lunghe spiegazioni sulla dieta di magonza e la lega di smalcalda. Stranamente, nel caso in cui si disegnassero cazzi, il livello di arzigogolo era sempre minimo, anzi maggiore era la stilizzazione meglio era. Forse perché perdere troppo tempo ed energie a dettagliare il disegno di un pene poteva destare sospetti? Sì, ha senso, la teniamo.


Detto ciò, passiamo a creare il nostro personaggio.Ogni regione dell'impero di Tamriel ha la sua popolazione con le sue caratteristiche, tranne la provincia imperiale, che è un crogiuolo multientico e posso immaginare i nerd reazionari chiusi nella cameretta di High Rock che postano su 4chan espressioni di gioia ogni volta che nella capitale dell'impero succede qualche sfiga e si mettono a frignare chenon hanno una fidanzata che viene da Sumurset, patria degli Elfi Alti. Ma è miscegenazione pure quella, no?

Hammerfell, invece, è la patria dei Redguards, neri di pelle e prodi guerrieri. Ci sono i nordici di Skyrim, che anni dopo questo gioco diventeranno un meme di caratura minore con il noto urlo "Fus ro dah!" che serviva a spingere via tutto. Vi ricordate quando uscì Skyrim che erezione collettiva ebbero i gamer? Lo avreste detto, nel 1994, quando uscì Arena e fu liquidato da K come merdaccia, che la Bethesda avrebbe dominato il mercato? Ecco. Ricordatevelo sempre, quando sentite qualcuno che commenta qualcosa e dice "adesso vedrai che accadrà..." e se magari li per lì ci credete e la cosa vi fa rimanere male, pensate che questa gente è la stessa che diceva che la Bethesda non avrebbe mai fatto nulla di buono.


Dicevamo ci sono i Nord di Skyrim, gli elfi oscuri di Morrowind, e Dio solo sa quanto i nerd fissati coi giochi di ruolo trovassero sexy il concetto di "elfo oscuro", ci sono gli argoniani, che sono i rettiliani di Black Marsh, che però sono decisamente sfigati, ci sono i Khajiit, gli uomini gatto, noti per farsi coprire di ridicolo alle trasmissioni-freak show condotte da Enrico Papi, e infine ci sono i bretoni di High Rock, che sono quelli senza infamia e senza lode. Beh, dunque? Che scegliamo?


Gli elfi alti! O meglio, gli elfi di media statura, per quanto attorno a me non ci siano giganti. Se si può fare, cerco di andare sempre con l'elfo: già lo feci un antropocene fa con Hillsfar, lo faccio oggi con Daggerfall, e sapete perché?

Quando avevo 10 anni giannelli mi faceva ridere
Semplice! Il Divo Giulio ha le orecchie da elfo! Grasse risate al teatro Margherita per la regia di Pier Francesco Pingitore! Oreste Lionello si presenta sul palco vestito da elfo e dice "Eh...eh... sono Giulio Andreotti!" Pippo Franco sgrana gli occhi, guarda in camera e dice "Ma Andreotti, che ci fa vestito così?" Lionello incocca la freccia che finisce dietro le quinte, da cui subito dopo esce Martufello con una freccia finta che gli trapassa il cranio, e dice "ᛋᛖ ᚨᚡᛖᛏᛖ ᛚᛟ ᛋᛒᚨᛏᛏᛁᛗᛖᚾᛏᛟ ᛞᛁ ᛏᚱᚨᛞᚢᚱᚱᛖ ᛩᚢᛖᛋᛏᚨ ᚠᚱᚨᛋᛖ ᛁᚾ ᚠᚢᛏᚺᚨᚱᚴ, ᚠᛟᚱᛋᛖ ᛞᛟᚡᚱᛖᛋᛏᛖ ᚱᛁᚲᛟᚾᛋᛁᛞᛖᚱᚨᚱᛖ ᛚᛖ ᚡᛟᛋᛏᚱᛖ ᛈᚱᛁᛟᚱᛁᛏᚨ". Il pubblico si sganascia dalle risate e in prima fila ci sono cinque aneurismi per il troppo sforzo di chi ha pagato il biglietto. Il burino prosegue: "ᛁᛚ ᛒᛚᛟᚷ ᛞᛖᛚᛚᛖ ᛈᚱᛖᚠᛁᚲᚺᛖ ᛖ ᚢᚾᚨ ᛗᛖᚱᛞᚨ ᛖ ᛁᛚ ᛋᚢᛟ ᛏᛁᛏᛟᛚᚨᚱᛖ ᛖ ᚢᚾᛟ ᛋᚲᚺᛁᚠᛟᛋᛟ ᛁᛈᛟᚲᚱᛁᛏᚨ. De più, nin zo." Applausi, sipario, pubblicità.


E vai di primo questionario! Una serie di test attitudinali non dissimili da quelle che appariranno negli Ultima a partire dal quarto episodio. Le scelte multiple sono sempre tre, una per il profilo guerriero, una per il profilo mago e una per il profilo malvivente. Ora, basandomi sulla scontata satira politica italiana degli ani di Andreotti, potrei fare in modo che essendo un politico, Giulio sia un ladro. Ma la voce stridula di Beppe Grillo che dice "non ce la faccio più" la trovavo irritante ben prima che nel 2007 il comico genovese scendesse in campo a bere all'amaro calice dell'agone politico, e quindi senza volerlo il nostro personaggio sarà un guaritore. Il che ha perfettamente senso se pensate al fatto che Andreotti avrebbe voluto studiare medicina ma non aveva i mezzi economici per sostenere gli studi. La cosa ridicola è che nessuno dei suoi figli, pur avendo i mezzi, ha voluto fare medicina. Il figlio Lamberto è entrato nel board of directors della Bristol-Myers-Squibb e di Dupont, ma è un ingegnere.


Altro questionario, per decidere la reputazione del Divo Giulio con le varie classi sociali o razze nonché per aggiungere varie caratteristiche o oggetti all'inventario di partenza. Scopriamo così che ci sono diverse scuole di magia nell'universo di The Elder Scrolls, nonché c'è un pantheon di dei ben definiti. La dea della bellezza, ad esempio, ha sostenuto di aver scoperto la cura per il cancro con la melatonina e l'85% della popolazione di Tamriel ci aveva creduto, salvo poi negare di averlo mai fatto quando i test clinici hanno rivelato che non funzionava. Il problema di base della dea della bellezza è che al tempo Le Iene non erano ancora in TV.


E scegliamo il volto, anzi "Thy Face": le facce di default sono molto contrite, per quanto ci siano pure alcuni elfi sorridenti. Però, questi occhi scavati, i volti smunti e macilenti, non sono tanto dissimili da quelli visti in Legend, che era un gioco completamente diverso. Procediamo?


Ah! Le caratteristiche. Già qui ci si potrebbe stare un sacco di tempo a tirare il dado, come quel mio conoscente che era stato preso dalla mania di Dungeons and Dragons e nei ritagli di tempo si allenava a lanciare dadi da 12. Come fosse possibile allenarsi nel lancio, lo ignoro. E sì che 'sto tizio era pure popolare, aveva successo con le donne! 'Sta cosa creava in me una forte dissonanza cognitiva, più che altro per il fatto che riuscisse a giocare di ruolo, a dedicarsi ai videogiochi e ad avere una vita sociale tutta assieme sembrava che avesse 36 ore al giorno solo lui. O forse millantava. O forse semplicemente non dormiva. Boh.


Finiamo con le abilità speciali, tutto correlato al fatto che Giulio sia un guaritore, e siamo pronti alla partenza. Il gioco ci viene pure incontro chiedendoci come siamo messi a riflessi, in modo da non far troppo cagare alla parte arcade che sono i combattimenti. Molto gentile gioco, ora però mi sento in imbarazzo a dire "very low" e quindi mi andrò a far del male da solo scegliendo "average".


Oh benissimo ragazzi! Full Motion Video a tutto andare! Il capitolo due delle Elder Scrolls è introdotto con un tomo di conoscenza, probabilmente estratto dalle titolari antiche pergamene? No! Il fatto è che 'ste antiche pergamene nessuno sa che cosa fossero, e quando dico nessuno intendo nessuno dei ragazzi Bethesda. Arena era nato come simulatore di combattimenti gladiatoriali fantasy e man mano che cresceva i programmatori ci costruivano attorno una componente RPG. Alla fine si resero conto che la parte di gioco di ruolo (pesantemente ispirata a Legends of Valour per loro stessa ammissione) era meglio del sottogioco di combattimenti nelle arene e quindi tennero solo quello. Il gioco rimase denominato "Arena" perché tutte le press release erano state mandate: semplicemente il mondo di Tamriel fu soprannominato "l'Arena" perché

Fus ro UÈ

perché è un mondo molto violento e la gente si scanna tutti i giorni. Deboluccio, ragazzi, decisamente deboluccio. L'imperatore dell'Arena è tale Uriel Septim VII, che fa molto ridere quasi quanto il prossimo papa che prenderà nome Sisto, cosa che lo renderebbe Sisto VI. Lo disse pure Giuseppe Gioacchino Belli, nel sonetto in cui dichiarava che

[...] nun ce po' esse tanto presto
Un antro papa che je piji er gusto
De mettese pe nnome Sisto Sesto.


Uriel Septim Settimo era l'oggetto di Arena, nel senso che era stato bandito in una dimensione parallela dal suo gran visir Jaffgar Tharn, e stava a noialtri, guidati dai sogni inviatici dall'apprendista buona di Tharn Ria Silmane, andare a liberare Uriel, che in Arena ha questo aspetto qui:


un po' ci somiglia a lello arena no?
In Daggerfall, invece, Uriel sta bene, è nella nostra dimensione e ci convoca per la richiesta di un piccolo favore. Vediamo un po'...



Oh mannaggia all'ennesima potenza, questo è Full Motion Video con attori reali! E l'ignoto interprete di un Uriel molto meno tricotico della sua precedente incarnazione in Arena non solo tenta un'imitazione di Patrick Stewart (che peraltro doppierà Uriel in Oblivion) ma si mangia completamente la scena! Facile quando hai di fianco un eunuco muto col pizzetto à la Salvo Veneziano del Grande Fratello I, ma in ogni caso la recitazione è notevole. Insomma, qual è il piccolo favore? Il re di Daggerfall, Lysandus, è un vecchio amico di Uriel, che però ha un problemino. Anzi, due. Il primo è che è morto, come si vede dalla copertina del gioco.


Weekend at Lysandus'

Il secondo è che il suo fantasma gira per Daggerfall tutto inquieto urlando "VENDETTA!" e non riesce a raggiungere l'eterno riposo, che nella mitologia di The Elder Scrolls si chiama Oblivion (come il quarto episodio, sì). Tutto qui? Beh, facilissimo, no? Andiamo a fare un po' di psicoterapia al mortaccio e tutto risolto! "Beh, c'è un'altra cosa..." aggiunge Uriel, e posso solo immaginare Giulio che sospira giochicchiando nervosamente con la fede al dito mentre il nostro imperatore si guarda le scarpe tutto imbarazzato. Che c'è? "Una volta ... avevo mandato una lettera di natura, piuttosto...personale, alla moglie di Lysandus". Ah ecco! Capito, grande amico grande amico ma alla fine Uriel si sbunnava la moglie di Lysandus. Una specie di ius primae noctis del vassallo nei confronti del suo signore. Lasciate poi stare che in realtà lo ius primae noctis era una semplice tassa da pagare al momento del matrimonio, ma si sa, i danni causati dalla fiction di Hollywood sono infiniti. Insomma, 'sta lettera? Apparentemente non è mai arrivata. Starà a noi eliminare le prove di questo sexting secondo solo per imbarazzo a quello tra Colin Powell e l'ex commissaria europea Corina Cretu.

Non era antrace nella fialetta ma sfaccimm'

Oddìo, c'è stata anche quella volta in cui il mio avvocato, ovvero mia sorella, faceva praticantato e leggeva le e-mail maiale mandate dall'amante della sua capa alla casella di posta condivisa. Mi aveva letto un paio di estratti e c'era venuta voglia di strapparci via la faccia dal teschio per l'imbarazzo. Ma sto divagando, cominciamo?


"Rest well this night, for tomorrow...you...are sailing.... to the kingdom.....of DAGGERFALL" (roll credits!) Diciamo che più che Patrick Stewart qui Uriel imitava William Shatner, per via delle pause impostate. Poco importa, navighiamo verso Daggerfall e ovviamente naufraghiamo. Ma porc! Per qualche ragione, tutti così cominciano gli Elder Scrolls, con noi che siamo prigionieri, bloccati in qualche dungeon, o roba del genere. Il peggio era il prequel Arena, dal cui dungeon iniziale il principale game designer di Daggerfall è riuscito a uscire soltanto una volta (sic!). E ovviamente che si fa per evitare di ripetere gli errori? Semplice, un altro dungeon iniziale!


Tra le varie cose che abbiamo nel nostro inventario iniziale, una mazza di ferro, un libro di magie e un pugnale d'ebano (lo avevamo menzionato nel questionario iniziale). Bella la camicia azzurra slacciata sul davanti del Divo Giulio.


Insomma, siamo nel Dungeon e che facciamo? Restiamo fermi qui? Direi proprio che non è questo il punto, e iniziamo ad esplorare; devo dire che dal punti di vista grafico non è affatto impressionante. Non dimentichiamo che è il 1996 e quest'anno è già uscita roba molto più potente come Quake o anche lo stesso Duke Nukem 3D, entrambi molto più dettagliati e meno "rustici" di quello che stiamo vedendo. Ma ehi! Questo è un gioco di ruolo, non è uno sparatutto treddì! Si può fare a meno del realismo. Anche perché anche perché nei giochi di cosa si suppone che giocatore usi la fantasia, no? Hahaha! Bella paraculata.Gli stessi ragazzi Bethesda non ne sono del tutto convinti e infatti non solo si dedicheranno in futuro a fare roba dettagliatissima, ma pubblicheranno pure i giochi della serie Doom e Wolfenstein. Non so perché ma sta storia mi fa ridere, specie pensando alle pugnette a quattro mani che al tempo i redattori si facevano per software house che ora sono scomparse nell'infamia.



Quello che invece mi aveva colpito e che tuttora associo a questo gioco è il fatto che ogni volta che si apre una porta , questa cigola con un effetto sonoro di stock. Questo cigolio è talmente riconoscibile (non ai livelli del "Wilhelm Scream", ma quasi) che quando in Robin Hood un uomo in calzamaglia, nella sequenza della prigione in Terrasanta, si sente, viene da dire fortissimo "Daggerfall!". Se non sbaglio, il Robin Hood di Mel Brooks lo vidi per la prima volta in un festino a casa di quella mia compagna di classe che qualche anno fa ha tragicamente deciso di mettere fine alla sua vita e per quanto trovassi divertente Richard Lewis che ricicla le battute di Marty Feldman in Frankenstein Jr, applicando al neo lo spostamento della gobba, ecco, non riesco più a vedere quel film senza sentirmi molto triste. Fermo restando che quando nei film più recenti di Mel Brooks c'è quel momento in cui tutti i protagonisti increduli fanno una domanda urlando in coro, ho sempre un senso di fastidio addosso.

Ok. Intanto quello che possiamo notare è il sistema di controllo, che per sventagliare l'arma che abbiamo in pugno ci costringe a tenere premuto il tasto destro del mouse far scivolare il mouse da destra sinistra o da sinistra a destra, insomma nella direzione in cui vogliamo menare il fendente. E mena che ti mena, tac! Fatto fuori un topo enorme tipo certe nutrie che si trovano presso il "Rio" (è il suo nome), il ruscello che passa di fianco al cimitero del Vecchio Paese.


Tac! In isfregio alla razza dei chirotteri, portatori di pandemie zoonotiche e aventi tra le loro fila una creatura chiamata "Orecchione", il Divo Giulio fa fuori senza pietà un pipistrello. Il movimento è lento, la grafica è scattosa, "il tempo è gentiluomo ma spesso si muove lentamente" aggiunge Andreotti. La cosa decente che portiamo a casa da questo motore non perfettamente fluido né eccessivamente dettagliato, è che nonostante sia in prima persona, io di stomaco sto benissimo. Ma proprio nessun effetto collaterale, nemmeno un filo di mal di testa: ricordo che già illo tempore per avere qualche principio di malessere dovevo stare attaccato a Daggerfall per delle ore. Già il fatto che ci fossi attaccato delle ore non era un segno di buona salute, eh. Ecco, diciamo che il malessere in realtà era il mio corpo che si ribellava a questo supplizio di sfiga. Li diceva in tutti i modi "esci di casa! fatti una vita!"


Ma si sa, una persona può essere aiutata soltanto nella misura in cui vuole aiutare se stessa e forse in quel momento non volevo ascoltare i consigli di nessuno. Già non ho voluto ascoltare i consigli di me stesso che mi telefonava dal futuro, e figuriamoci se volevo ascoltare i consigli del mio corpo che in quell'istante aveva da recriminare sul fato che mi lasciassi andare al disfacimento senza procurargli quella botta di adrenalina che "il corpo erotico" prodotto dalla sovversione libidinale dell'adolescente richiede. Hah! Perché mettersi in gioco quando ci si può chiudere nel proprio simulmondo lontani dal giudizio della folla di vecchi di merda che, seduta sulla riva del Rio di fianco al cimitero del Vecchio Paese, non aspettava altro che veder passare il mio cadavere perché avevo compiuto il massimo peccato di hybris del pensare con la mia testa e fare quello che piaceva a me!

E dunque mi vegetalizzavo. Mi rincoglionivo nell'escapismo. E questo gioco, col suo enorme mondo virtuale si prestava benissimo. Pure il demo non scherzava, che presentava solo un'isoletta del regno di Daggerfall, ma già questa era bella grandicella. Si poteva fare tutto, qui, diamine!

In realtà nella fecale rivista di settore "The Games Machine", la recensione di tale Mauro Bossetti indicava che l'unica cosa che non si poteva fare in Daggerfall era intrattenere una relazione sentimentale perché, secondo il Bossetti, le relazioni sentimentali sono troppo complicate per essere simulate anche dal più potente dei computer o qualcosa del genere. Non sono in disaccordo nemmeno nel 2020, dopo circa sedici cicli di Legge di Moore. Quello su cui non sono sicuro è che il Bossetti, parlando di relazioni sentimentali, al tempo si esprimesse dall'alto di chissà quale esperienza: dopo vi spiego perché. Segnatelo che ci torno, eh. Intanto Andreotti si fa una dormitina di cinque ore per recuperare le energie dopo lo scontro col topo volante. E io che lo facevo uno di quelli che dormono massimo 3 ore per notte, tipo Oreste del Buono.


Oh! Un ladro! Anzi una ladra! Si nota da due particolari abbastanza sporgenti: non dimentichiamo che siamo nel 1996, e nel 1996 le ha tutti i personaggi femminili sono muniti di tette enormi e ben visibili. Si sa, la distrazione è la miglior difesa. Non importa: è una ladra, e per essere ostile è ostile. Il Divo Giulio sfodera la spada e inizia a menare fendenti dicendo la signora ha due occhi bellissimi, particolarmente  uno.
La ladra non coglie la sottile ironia e continua a picchiare. Fortunatamente si tratta del dungeon tutorial, quindi cade abbastanza rapidamente. Questo Cosa significa? Significa che possiamo depredarne il cadavere. Molto interessante! Peraltro non appena il colpo decisivo fa fuori la nostra avversaria immediatamente il suo corpo si decompone.

E anche un peccato che essendo Giulio della classe dei guaritori, numerosi ammennicoli che riusciamo a recuperare dal cadavere non possono essere indossati da lui. Si sa, le spalle strette e la gobba fanno sì che Giulio debba farsi fareifare completi su misura, ma  facendo si perde un bel po' del divertimento del gioco: insomma, chi non ha mai giocato ai giochi di ruolo privandosi dell piacere di accattarsi tutto ciò che apparteneva ai nostri nemici e vestire il nostro personaggio come se fosse una Barbie?
Non guardate me, io agli RPG non ci ho mai giocato, a quelli su carta s'intende.

Più tardi.


"Déjà vu!" Io questa stanza con il tavolo a forma di ferro di cavallo me la ricordo! Siamo abbastanza vicini all'uscita, credo.  Purtroppo la nostra nuova avversaria, anche lei piuttosto popputa, ci rifila da dietro il tavolo (nel rispetto del distanziamento sociale)  il colpo di grazia che manda lo sfondo della faccia in rosso anziché in blu. È rosso, quindi significa che non va bene, no? Chissà se esistono videogiochi indiani, cultura in cui il colore della morte è il bianco. Il color-coding cambierà? Ma in fondo, importa? Quante domande scomode che ci poniamo in questa sede. Tipo: che Giulio fosse stato sopraffatto dalla distrazione per via delle tette della sua nemica? Non lo so! Stiamo sempre parlando di Andreotti, uno dei cui soprannomi era "La Sfinge", non stiamo parlando del Bossetti. Continuate a ricordarvi di 'sta cosa che poi ci torno, eh promesso. Nel frattempo, Giulio emana un versetto gutturale o qualcosa del genere, tipo "gne", che alla fine non è molto dissimile dalle imitazioni che gli vengono attribuite al Bagaglino o a palta televisiva tipo "Stasera mi butto" condotto dal compianto Gigi Sabani. Poi la smetto di divagare sennò mi lancio nella reprimenda su quanto è stato sfigato Gigi Sabani che quando è morto tutto era pronto perché venisse riabilitato, e il giorno dopo è morto Pavarotti. Ok!



Oh, ragazzi, Full Motion Video! Una processione di incappucciati con lo stesso copricapo delle poppute tentatrici portano il feretro di Giulio in una cripta con il cancello automatizzato della Faac.
in contemporanea uno scontatissimo corvo gracchia per conferire la scena un aspetto molto più lugubrYAHWHN, scusate. Eh, beh, non è molto originale.

Nemmeno questo, in realtà.
La nostra storia si chiude qui, dunque: Giulio è morto e sepolto, il corvo gracchia, Lysandus continua a vagare per le vie di Daggerfall,l'imperatorie Uriel Settim Septimo continuerà ad arrovellarsi il cervello chiedendosi dove sarà mai finita la lettera alla moglie di Lysandus che conteneva l'acquaforte che ritraeva l'imperial cotonno. Ah beh! Suppongo ci siano domande a cui non è possibile dare risposta, no?
Noi che facciamo, prossimo gioco? No dai, serchiamo almeno di uscire da questo dungeon iniziale, dai: diamoci questo obiettivo.


Un guaritore era troppo fragilino, temo: questa volta tocca a un guerriero venuto dal Nord. Si tratta di Bettino Craxi! Temprato da 1000 aperitivi nella Skyrim da bere e pronto a prendere in considerazione l'ipotesi di ritirarsi a Sentinel, capitale del regno di Hammerfell che ha un'impressionante somiglianza climatica e architettonica con la Tunisia. E poi, Bettino sembra naturalmente attratto dai regni che cominciano con Hamm*


Stavolta non ci sono cazzi, si punta sul muscolo!


"e che muscolo!"
Prode guerriero specializzato nell'ascia, nella lama lunga e nella mazza. Beh! direi che stavolta per i mariuoli che si nascondono vigliacchi dietro un tavolo a forma di U squadrata non ce n'è proprio!


Uh che imbarazzo. Apparentemente non ce n'è proprio neanche di carne in mezzo alle gambe di Bettino. Sì, quando prima ho scritto "non ci sono cazzi!" sono stato preso alla lettera. O magari è retrattile, come per i dinosauri! Che ne so, però è una visione abbastanza inquietante, e la faccia incazzata di Bettino capisci finalmente da dove proviene. Un po' come certe volte che andavo a giocare ad hockey su pista (ebbene sì) e il tizio che correva più di tutti e prendeva il gioco troppo sul serio aveva un problema di micropene. Non che negli spogliatoi vada a fare puntualmente i confronti sulle dimensioni, eh. Ma in quel caso la reazione è stata "UH ODDIO NON CE L'Hah no è solo minuscolo. Poveretto."


Però insomma, siamo di nuovo naufragati in 'sta caverna, non abbiamo il crescimmano a consolarci, Ania Pieroni si è allontanata disinteressata, capite che uno si sente vittima di un clima infame. E infatti, Bettino, pur essendo ipermuscolare, soccombe al secondo topo di fogna che incontra. RIP Bettino, al funerale il pubblico tira monetine al ritmo di "Astronomia 2K19", e noi insistiamo nell'uscire da 'sto cavolo di dungeon.


Stavolta ci facciamo un personaggio femminile, Elena Anna Staller detta "Ilona" (era il nome di sua madre) deputata italiana originariamente ungherese, militante in area radicale, in arte "Cicciolina"! Anche lei è una nord di Skyrim, una maga guerriera e con la faccia che nella recensione il Bossetti sceglieva fissa per la sua personaggia, definendola "la mia guerriera preferita". Come mai?


Ecco come! Vi ricordate quando vi dicevo che i personaggi dei giochi di ruolo si vestono e svestono come delle Barbie? Ecco qui, solo che 'sta barbie ci ha i capezzoli e non possiamo non immaginare al Bossetti che si fa l'impugnatura anatomica all'uccello vestendo e svestendo la sua guerriera preferita in Daggerfall. Sarà stato così? Non sarà stato così? Non lo sappiamo! Di certo, quando ci fu il  vile e voyeuristico accanimento mediatico sul delitto di Brambate di Sopra e fu trovata l'identità di "Ignoto 1", presunto omicida di Yara Gambirasio, il pensiero di chi, come me era cresciuto leggendo TGM non poté non andare a Mauro "Il Barone" Bossetti e a tutto il suo specialissimo thesaurus fatto di "banfe", "imbesuirsi" e cazzate varie. Nonostante tutto, non era nemmeno il peggiore di quell'accozzaglia di imbecilli che imbrattavano le riviste. Non ricordo sue particolari marchette alle software house, ma siete liberissimi di rinfrescarmi la memoria. Bah! Chiaramente, lo screenshot precedente era NSFW.


Bah, riproviamo con Giulio sempre in quota battlemage! Stavolta non siamo elfi ma siamo bretoni di High Rock, quindi nativi del titolare regno di Daggerfall, e Giulio, a dispetto del petto miserello e dell'aspetto gracilino, ha un buon 60 di forza. Sarà sicuramente la bandana in testa che lo rende più sicuro di sé. Peccato per il bianconero che potrebbe essere ricondotto a una squadra che non è la sua amata AS Roma, ma mi piace pensare che il bianco DC + il nero nostalgico sia un regalo simbolico dell'amico Ciarrapico.

Più tardi.


Ah vedi, le donne non si toccano neanche con un fiore, e ora che il nemico dietro il tavolo a U è un uomo, Giulio non si fa remore a farlo fuori. "Si deve fare quello che va fatto, e non esistono soluzioni di sinistra, di destra o di centro. Esistono soluzioni valide, e basta. E ora mi permetta un riposino, che questa battaglia mi ha dato una lieve emicrania e non ho preso con me il Tedax Fast, ma devo aspettare che faccia effetto." dice Giulio.


All'arciere che Giulio ha testé fatto fuori ciuliamo un bell'elmetto d'acciaio e qualche pezzo di armatura. Tutto di cuoio, che si sa, è sempre la più smarza delle armature, ma è meglio di niente. Si comincia così e prima che ce se ne accorga si indossa il giubbotto della Dainese per andare in giro col cinquantino camminando con le braccia divaricate per sembrare più grossi.


Dopo la sala col tavolo a U ecco anche il salone enorme con la scalinata fatta della stessa texture del muro! Ora, questo è vero 3D, siamo tutti d'accordo, con i dungeon su più livelli e anche molto grandi (e, in molti casi, pure generati a caso). Però capite che a scapito di questa enormità va la qualità. Ma insommma, questi sono i bei tempi andati! Un po' di fantasia e passa tutto, no?


E ci vuole una certa fantasia per riconoscere in quella microporticina col teschio in basso tutta spalmata sul muro l'uscita dal dungeon iniziale. Uno dei rischi più grandi, in effetti, era quello di passarci di fronte e non cagarsela e continuare per il dungeon (perché continua, e di tanto). Fortunatamente certe topologie mi sono rimaste nella memoria da un buon quarto di secolo e riesco a non perdermi ulteriormente, e il Divo Giulio, finalmente, esce a riveder le stelle. Cioè la neve.



Evviva! Eccoci dunque arrivati a una parte che numerose persone che hanno giocato a Daggerfall non hanno mai visto: il viaggio. Eh sì, perché sarebbe troppo facile viaggiare automaticamente in un altro continente saltando il dungeon iniziale, no?

Il mondo di gioco è veramente enorme. Pur essendo soltanto costituito da due macroregioni di Tamriel (quando Arena comprendeva tutto il continente, ma con meno location) queste sono suddivise in province, ognuna costellata di tanti, tantissimi puntini. Questi pixel colorati corrispondono a castelli, città, rovine, dungeon, nel 99% dei casi ininfluenti e probabilmente generati a caso, ma sono lì e il mondo lo fanno. Insomma non ci vuole un gran sforzo per capire che ci vorrebbe una vita per esplorare tutto quanto: ciononostante non mi meraviglierei se qualcuno in 25 anni lo avesse effettivamente fatto.

A ben pensarci, sono abbastanza sicuro di aver letto da qualche parte che qualche coraggioso aveva trovato ad attraversare a piedi l'intera del gioco mettendoci qualcosa come, boh ? una sessantina di ore ? Sì, plausibile. Se da un lato posso insinuare che esistono modi migliori di spendere il proprio tempo, dall'altra parte mi sento di tirare un fortissimo sospiro di sollievo perché a fare questa compiere questa impresa non c'ero io. Ero comunque un enorme sfigato, s'intende.



E dunque dove andiamo? Beh, mi sembra ovvio! Il gioco si chiama Daggerfall, come la capitale del Regno di Daggerfall, quindi che ne dite? Sarà forse importante? Tanto il dungeon iniziale si trova nella stessa regione, non è manco troppo distante. Dal menu di viaggio rapido, decidiamo di dirigersi verso la capitale è in modalità spericolata. D'altra parte Andreotti non è un uomo pericoloso: è un uomo spericolato. Questa è l'ammissione della sua stessa segretaria Vincenza Enea Gambogi. 

Decidiamo anche nel nome di una di una certa austerità di dormire per strada e non fermarci locande a pernottare, quindi quando si arriva si arriva. Il che significa, che... ops! 

Arriviamo a Daggerfall nel cuore della notte. Peccato che nel cuore della notte ci sia una specie di coprifuoco che impedisce alle persone di entrare dentro le mura della città! Accidenti. Siamo tagliati fuori dalle mura, con degli spettri attaccati al posteriore, che potrebbero o non potrebbero essere sodali del vecchio cornutaccio Lysandus. Con i fantasmi Il Divo Giulio non è che abbia un gran rapporto: uno di loro, infatti, fa fuori il nostro eroe urlando "Che cosa ricordare di lei, onorevole Andreotti? Non è mia intenzione rievocare la sua grigia carriera, non è questa una colpa. Che cosa ricordare di lei? Un regista freddo, impenetrabile, senza dubbi, senza palpiti. Senza un momento di pietà umana. Che cosa ricordare di lei? Post Scriptum: Uriel Septim VII ha fatto pochino. Forse ne avrà scrupolo. "
Ricarichiamo...


...e arriviamo a Daggerfall la mattina presto. Eccoci qua! Altra sensazione di Dejà vu: questa esplorazione cittadina, è potrebbe essere benissimo una versione molto più avanzata tecnologicamente (beh, in realtà nemmeno più di tanto) del già menzionato Legends of Valour .

Ok, le case sono meglio definite e i muri non sono esclusivamente perpendicolari. Sì, c'è anche la possibilità di scalare i muri delle case e persino di saltare, però indubbiamente si sente che il gioco della US Gold che a parte Gallarini quasi nessuno si è cagato, ha avuto una fortissima influenza sui The Elder Scrolls. C'è anche la gente che gironzola è che quando gli passiamo vicino ci guarda cambiando praticamente faccia e assumendo un ghigno coprofago. Beh, che dite, ci parliamo con questo?



L'abitante di Daggerfall (quale sarà il demonimo? Daggerfallese? Daggerfalliano?) a cui Giulio attacca bottone è Alabore Hawksly: anche i nomi saranno generati a caso o semplicemente la Bethesda ha un database di nomi del cazzo fantasy-sounding con cui etichettare gli NPC con cui riempiono le città? Buona domanda...


...a cui non ho risposta. Quello che possiamo fare è chiedere informazioni su posti, su persone, e su lavori che possono esserci dati sotto forma di quest opzionali. I quest inerenti alla trama iniziano con una finestra di testo descritiva che ci comparirà dopo un mese trascorso in-game. Non aspettatevi che ci arrivi, a quel momento.

Il fatto è che con tutte quelle sottosezioni, diventa veramente un sistema di dialogo scomodo. Però con tutto lo sforzo che posso fare, e ammetto che non è tanto, non è che mi venga in mente niente di meglio.

Quindi, scegliendo un tono tra il gentile, il normale o lo sgarbato , chiediamo dov'è che possiamo trovare un lavoro. Come sei caduto in basso, Giulio mio! Tu che non hai mai negato un posto in pubblica amministrazione a nessuno, ora vai ad elemosinare un posto di lavoro al primo sconosciuto che trovi? Beh, così va al mondo, e senza dubbio tu al mondo ci sai stare.

Comunque il buon Alabore ci consiglia un negozio in cui andare a elemosinare un lavoro a co.co.pro (esistono ancora?) e il Divo Giulio ci si fionda, aiutato anche dal fatto che, a differenza di Legends of Valour, è possibile segnare i nomi dei posti anche sulla mappa. Alleluia!


Ah! Un trucchetto che riemerge dalla memoria dopo più di un quarto di secolo: sempre muoversi da un punto all'altro o correndo o saltellando: questo fa sì che vengano allenati i nostri skill per ciò che riguarda la atleticità. "Quando ho letto che l'americano inventore del jogging è morto poco più che quarantenne ho ringraziato Dio per aver sempre avuto scarsa propensione per il moto, disobbedendo a mia madre e ai precettori" dice Giulio con la lingua fuori a metà di un salto.

Comunque immaginate l'ordine di grandezza: questa è soltanto una città dell'intero gioco (e ce ne sono centinaia se non migliaia), ed è enorme: Legends of Valour, solo di 4 anni precedente, aveva una città sola e pure poco dettagliata. Coi successivi The Elder Scrolls, la Bethesda ridurrà il campo di gioco di molto puntando di più sulla diversificazione dei paesaggi (quindi, niente più roba generata a caso) ma qui si ha veramente l'impressione di avere un discreto ritorno sull'investimento (non sto a ripetere qui quanto ci ho investito su 'sto gioco).



Notate anche come le signorine daggerfalliane, travolte dal fascino del Divo Giulio, si mettano a fare le pose da sciantose da quando lo vedono passare. "Certo - dice Andreotti - Più conosco certe gentili signore, più comprendo il fascino del celibato ecclesiastico". Io invece ripenso a quello che avevo letto da qualche parte, e cioè che inizialmente esisteva pure la possibilità di fare sesso all'interno di questo gioco, poi il contenuto è stato tagliato per la stessa ragione per cui nei The Elder Scrolls non ci sono bambini: le associazioni dei genitori. Le stesse associazioni dei genitori che non battono ciglio di fronte alle immagini di persone sventrate a fil di spada, si sarebbero senza dubbio scandalizzate pensando che si potesse trombare. Eh lo so. Sto facendo un discorso moralista-indignato da Nerd reazionario, che cosa volete che vi dica? Sto invecchiando.


Arrivati! Ora, se gli NPC che passeggiavano potevamo infilzarli scatenando il pandemonio e facendoci ammazzare dalle guardie, ci sono NPC come questo negoziante che sono fissi, immutabili nei loro 4 o 5 fotogrammi di animazione, e soprattutto sono invulnerabili. Potremmo cliccarci sopra e chiedergli una quest, ma mi è venuto in mente l'altro trucchetto, quello che mi ha fatto perdere un sacco di tempo su 'sto gioco. Clicco sulla bussoa e scopro che è l'una di pomeriggio. Ci siamo tutti fin qui?


Cliccando sul focolare, dico a Giulio di cazzeggiare tre ore. Lui ne approfitta per scrivere ed archiviare il suo diario. Tre ore dopo (due volte) sono le sette di sera, dopo l'orario di chiusura perché qui siamo abbastanza a nord e a Daggerfall alle sette di sera vanno tutti a casa a guardare Derrick.


Ecco: quando siamo nel negozio oltre l'orario di chiusura, clicchiamo sugli scaffali e accaparriamoci tutto quello che contengono. Ora, normalmente per appropriarcene una volta chiuso il menu dell'inventario, dovremmo pagare: lo si vede dalle monetine animate ai quattro angoli dell'oggetto.  Invece no! Chiudiamo la schermata del negozio, riapriamo l'inventario e voilà! Tutto è in tasca nostra, compreso un cavallo e una carrozza, e soprattutto senza il minimo impatto sul nostro casellario giudiziario! Ebbene sì, gente, questo è un baco grande come una casa, che fa sì che non abbiamo più bisogno di soldi! Certo, si perde tempo, direte voi, ma se lo stesso gioco, sulla scatola si autodefinisce "la nostra nuova ossessione" di tempo se ne perde comunque!


E fu così che Andreotti dimenticò la piaga del fantasma di Lysandus e il sexting ante litteram di Uriel, e passò il resto della vita a intascare roba fino ad appesantirsi troppo (lo si vede dalla barra centrale rossa ormai consumata, quella della stamina) e rivenderla subito dopo ai negozianti che aveva appena depredato senza che si rendessero conto di nulla! È un modo di giocare anche questo e la Bethesda lo prevedeva senza punire minimamente il giocatore! E se permettete, una cosa del genere la trovo infinitamente soddisfacente e posso chiudere il gioco felice senza la sensazione di essere stato preso per il culo. Direi che è già tanto, no? Prossimo gioco!

È merda? No, per nulla. Bacatissimo, macchinoso, imperfetto, ma così enorme da sopraffarmi ancora oggi. Una cosa non da poco. D'altra parte l'universo stesso è imperfetto, così è tutto molto più realistico, no? L'unica cosa che mi deprime di tutto ciò è che non ho sono mai andato troppo avanti a suo tempo con il quest principale: sono certo che mi avrebbe dato discrete soddisfazioni. Ora che potrei anche essere motivato a leggere i muri di testo che lo compongono, non ho tempo. Sigh.
Ci rigiocheresti? Solita storia: avessi la giornata di 64 ore mentre il resto ce l'ha delle canoniche 24 lo finirei. Al giorno d'oggi posso giusto cercare su youtube la sequenza finale. Ma non ho nessun privilegio sul numero di ore al giorno, quindi no, che poi finisce che mi ci rincoglionisco di nuovo.

Ma veramente, pur essendo in prima persona, non ti ha dato fastidio allo stomaco? No. Sarà che il motore era orribilmente lento, scattoso e poco ottimizzato. Se la Bethesda avesse usato questa scusa ("non vogliamo che l'Ex Videogiocatore stia male quando gioca a Daggerfall") per giustificare le inefficienze dell'XnGine avrebbero fatto un figurone. Con me, probabilmente non con le fecali riviste  di settore.

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