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lunedì 3 agosto 2020

Stunt Island

Ridiamo un'occhiata all'intro di questo umile sito, vi va? Era la fine del 2016 e scrivevo "Quindi ora provo a giocare ai giochi che avevo e ai giochi che avrei voluto avere, e li documenterò". Ecco, sono lieto di dire che sono stato abbastanza coerente nel mantenere il mio proposito (con l'eccezione di qualche software "atelier culturale"), e la cosa mi rende molto felice. Il gioco di oggi, invece, è un ibrido tra "gioco che avevo" e gioco che avrei voluto avere, perché con mia estrema rosicata, pur essendomi stato passato, mi fosse pigliato un bruciaculo se fossi riuscito a farlo partire. E non è che il mio pusher fosse dietro l'angolo. Beh, insomma, non era neanche a distanze siderali in realtà. Una rapida consultazione di Google Maps tira fuori circa un'ora e mezza di macchina spesa principalmente sull'A14, ma sono sicuro che al tempo sembrasse molto più lungo, che al tempo non c'era lo svincolo della A1 "Vecchio Paese", e quando mio papà superava una certa velocità partivano i cori di ansia che lo costringevano a rallentare. Quindi facciamo almeno un paio d'ore per arrivare alla meta, che, lo avete letto in altri articoli, per quasi due decenni è stata sempre il Bagno 25 di Gabicce Mare (PS al tempo, ora PU).

on the bicc' a gabicc'
E insomma tra le conoscenze che si rivedevano a ogni anno un po' più vecchie (al netto dei decessi avvenuti durante l'inverno) c'era il nipote del proprietario dello stabilimento balneare, un ragazzo di cinque anni più anziano di me che conosco da quando avevo più o meno due anni (e che condivide il nome con Sinjin. Non nel senso che si chiama Sinjin Malvineous Giulio, ma ha lo stesso nome che ha Sinjin in realtà).




Un giorno, chiacchierando con quello che  vengo a scoprire che non solo pure lui ha un PC (cosa che al mare praticamente dimenticavo di avere) ma era anche in contatto con un "club di hobbyisti di informatica" (wink wink, nudge nudge) che poteva mettermi a disposizione tutti i giochi che comparivano nei listoni pubblicitari delle fecali riviste di settore. Fantastico! Immediatamente mi procuro una scatola di dischetti vuoti e glieli passo, terrorizzato che non prendano la sabbia, assieme a una lista di desideri (principalmente simulatori di volo, perché quello al tempo era il mio genere preferito - ma già lo sapete) più cose varie, tra cui il primo Dune e il grottesco bootleg coreano di Street Fighter II. Ma fra tutti, il gioco che mi ingolosiva di più era questo "Stunt Island". Le cui recensioni entusiastiche avevo letto sulla fecale stampa di settore (che mi avevano per l'originalità del concetto), i cui screenshot avevo visto sulle pubblicità (che mi avevano colpito per la cura grafica) e insomma, dall'idea che fosse un simulatore di volo in cui si poteva decidere di non mettersi davvero in competizione con dei nemici, ma si potesse veramente giocare, nel senso di sperimentare, pasticciare, insomma divertirsi. Fantastico, no? E infatti quando, alla fine del mese, torno a casa coi dischetti, pregando che l'aria salmastra non li abbia smagnetizzati, Stunt Island è il primo che provo, pregando che vada tutto bene. E infatti...

fanculo
Niente, uno o più dei dischetti non va, e dovrò attendere l'anno successivo per farmeli rimpiazzare, e nel frattempo saranno usciti altri giochi che vorrò accaparrarmi! Aaaargh! Un circolo vizioso senza fine! Fortuna volle (si fa per dire) che i miei decisero di troncare questa abitudine dicendomi che almeno al mare era meglio se non stavo sempre lì con la testa a quel coso. E infatti negli anni successivi lasciai perdere il contatto con il club pirata e andai a rifornirmi di fecali riviste di settore con CD-ROM allegato. 

Dunque? Dunque, Stunt Island non riuscii a giocarci a suo tempo, delusione che assorbii in fretta, dicendomi "ma tanto che cavolo vuole saperne la Disney di videogiochi". Già! Che vuole saperne di videogiochi, nel 1992, l'onnivora ameba di Burbank che avrebbe fagocitato l'intera cultura popolare terrestre nel giro di una trentina d'anni? Scopriamolo dunque oggi, per la primissima volta. Sigla!



Ah! Probabilmente vedendo 'sta schermata qui, al tempo avrei detto che c'era qualcosa che non andava. Forse manca un pezzo di animazione ed è stato sostituito da un "placeholder"? Sì, mi sarei chiesto quello. Perché avevo così poca fiducia nel funzionamento della tecnologia in mano mia? La risposta è in una parola soltanto, una parola che ho inventato io. Aporiomorfismo, amici! In realtà l'intro è una cosa molto simpatica, e mentre il rullo viene caricato, si sentono le voci del regista e degli assistenti che iniziano a preparare la scena. Silenzio sul set! Motore! Macchina! E.... azione!


Vè che roba! Uno zoom repentino ed ecco un sorprendentemente dettagliato Fokker DR.1! Vè che illuminazione a gradiente in tempo reale, ragazzi! Questo effetto si chiama "Gouraud Shading" e le riviste di settore praticavano eterne autofellatio con questo termine tecnico che faceva sembrare tutti quanti degli espertoni, e tutti noi a dire "ah sì, oh c'è il GORÀUD* SCÉDING, mica cazzi" Almeno così dicevo io perché ero un coglione. Poi arriva un altro biplano e ratatatatata! Fa fuori il triplano? No, con una brutta esplosione pixelata fa fuori quello che probabilmente al tempo avrei scambiato per un carro armato non cogliendo l'umorismo, ma in realtà è un cosiddetto "dolly", un carrello con la teleamera fissa montata sopra. "Taglia!" dice il regista parlando dal fallimentare Disney Sound Source, che ricordiamo essere un clone del più noto "Covox Speech Thing", una scheda audio da collegarsi alla porta parallela.

*"Goraud" pronunciato così all'italiana, come "Reynaud".




Stavolta la sena viene girata bene. Il biplano incenerisce il povero emulo del Barone Rosso (RIP) e i Dolly sono ancora integri. Un F16 fa il pelo a un oggetto volante più o meno identificato...


...e seguiamo un F4U Corsair fare acrobazie aeree sulla titolare isola, presso la quale è presente il titolo del gioco, proprio come la scritta Hollywood! E no, non tronco il nome "Hollywood" per fare il verso a quel cartone animato con l'uomo con la testa di cavallo. Questo non è il blog delle prefiche, ragazzi miei.


Via, si comincia con l'iscrizione! Il nostro scavezzacollo di professione si chiamerà, come da tradizione, Andreotti. Che per quanto sia più orientato al non tirare le cuoia, si sa, semel in anno licet insanire. Che poi su questo blog, Andreotti fa cose fuori di testa più o meno settimanalmente, ma la cosa importa poco. Il nickname, scelto tra una lista perché deve essere pronunciato dalla scheda audio, ed in effetti la sintesi vocale non c'è. Non c'è nemmeno il nickname "Il Divo", quindi scelgo l'unico nickname che è stato uno dei miei nickname veri, cioè Cobra. Peraltro è uno dei pochi nomignoli che mi sono stati affibbiati di cui non mi vergogno.


Dopo che ci è stato chiesto se vogliamo partecipare alla competizione (giusto perché un gioco completamente senza competizione proprio non lo si può avere), il gioco ci chiede se vogliamo anche montare i nostri filmati. Beh, sì, perché no! dico io. Questo gioco, cari amici, è un precursore, venuto di gran lunga prima che "machinima" fosse una vera parola e che ragazze anche dall'aspetto umano iniziassero a dedicarsi a quell'attività che veniva assegnata dallo stereotipo esclusivamente ai maschietti che era il Videogioco come casa delle bambole virtuale con cui creare filmetti buffi mediante The Sims! In uno dei miei lavori seri era arrivata nell'HR una ragazza che sui film con "the Sims" ci aveva fatto la tesi, e un sacco di miei colleghi ogni volta che passava si mettevano a fare UNF UNF UNF FIGAFIGAUNF perché aveva un fondoschiena dcente (e poco altro). Tutto questo che c'enta con il machinima? Niente.


Vabbè! Praticamente che succede? Stunt Island è un'isola in cui tutte le major di Hollywood, secondo il gioco, filmano le loro scene d'azione, in particolare quelle con gli aerei (che nella Hollywood odierna non è che siano poi così tante, però ok). Questa, chiaramente, è un'immaginazione della Hollywood del 1992, che non fa tutte le scene d'azione in una CGI inguardabile o non fa affidamento a maestranze sottopagate situate in Bulgaria. Era chiaramente un'altra Hollywood, quella. Diversa. Secondo me migliore di gran lunga di quella di adesso, più che altro per il fatto che l'impressione era che l'attitudine fosse meno "risk-averse". Purtroppo il crollo del 2008 e tutta la futile narrativa sui "cigni neri" che ne è derivata hanno costituito un danno enorme nei confronti della creatività. Siccome ogni cosa potrebbe essere un cigno nero, la seconda parte della lezione del sopravvalutato Taleb è stata pienamente ignorata: intendo dire che Taleb diceva che i cigni neri ci sono, e non possono essere previsti o evitati, e quindi vanno in qualche modo gestiti. Per le major e comunque per tutto ciò che fa soldi, questo "vanno in qualche modo gestiti" è interpretato come "bisogna fare le cose in modo il meno rischioso possibile perché se ci perdiamo dei soldi siamo fottuti". E quindi non vi meravigliate che se il Guerre Stellari disneyano sembra essere stato scritto con una copia del gioco delle carte dell'Inventastorie in cui metà del mazzo è andata perduta. Sì, sembro nostalgista a dirla così, datemi dell'ipocrita, non me ne frega un cazzo. Però permettetemi lo shout-out al blog "la bara volante" che è molto bello e dice molto meglio quello che ho appena detto io.

Dicevamo, Stunt Island. Tra le varie cose, c'è una gara di azioni spericolate tra i residenti, ed è quella la competizione a cui prima Andreotti ha preso parte. Il coordinatore degli stunt (con l'immancabile sigaro in bocca) ci propone delle scene d'azione. Se le accettiamo e le eseguiamo correttamente, facciamo punti e scaliamo la clasifica. Semplice, no?


E vediamo un po' queste scene. Ognuna di esse è descritta in dettaglio dal nostro capo, che parla un inglese molto masticato, da cowboy, e ovviamente chiama Andreotti "Cobra". Mentre Giulio giochicchia con la fede al dito, gli sussurra impercettibilmente, "Tu sei il male, e pur non vedendo cure attorno a me, io sono un ibuprofene". E il Tedax, Giulio,  non è il Tedax? Quello purtroppo non è nel prontuario farmaceutico. Insomma, prendiamo una missione a caso, e parlando di Tedax, ecco una scena in cui il protagonista ha fatto overdose di qualche strana droga mentre sta volando e dobbiamo recuperare il suo Spitfire dall'inevitabile stallo. Pronti?


"Quiet on the set! Aaaaaand, action!" E Giulio si trova in aria che va su su su su, e poi giù giù giù giù in stallo. A proposito di stallo, piccolo flash di memoria: ero a Gabicce e c'era anche il mio migliore amico del V.P., eravamo in un minuscolo e puzzolenteho deSpar vicino al "Palazzo del Turismo", e questi mi dice una roba tipo "vorrei che M.B. (si, quell'M.B. veniva al mare col Megadrive) se ne STASSE zitto ogni tanto". "Stasse? Vuoi dire Stesse", dico io pignolo as usual. "Si - mi dice il mio amico - ma mi viene da dire così perché penso a Chuck Yeager's Air Combat che dice STALL! E quindi mi viene detto Stasse." Che posso dire a una logica del genere? Niente, anzi è già tanto che non abbia iniziato a dire "stasse" pure io.

Ripeno a tutte queste cose e intanto non riesco a raddrizzare il mio Spitfire, che detta così pare una metafora di un imbarazzante incidente che non ha a che fare con gli aerei...


...e niente, il nostro caccia si è schiantato ma niente paura! Questa è la MetaHollywood della finzione, cose tipo il tragico incidente di Vic Morrow non vengono manco prese in considerazione! Qui abbiamo una divertente sequenza in cui un medico ci rattoppa elencando una serie a casuale di malanni, e concludendo con cose tipo "...and a bad haircut!" o "...and fetid breath!". Sarebbe meglio se il dottore se ne stasse zitto, che sennò Giulio ripassa tra sei mesi.


Prendiamoci una pausa dalla competizione, vi va? Possiamo fare quell'attività così allettante che è il volo libero, no? Quello senza meta, senza impegno, e soprattutto senza ansie, vi va? Allora pigliamo un Boeing 747 e gironzoliamo per l'isola.


Via! Si decolla, magari il cockpit non è proprio fedele alla realtà, e magari il modello di volo è lievemente semplificato, però guardate che figata, specialmente visto da fuori! Proprio ben definito, da un punto di vista del numero dei poligoni, e soprattutto quelle ombreggiature! Adesso, fossi un recensore della fecale stampa di settore, inizierei un'infinita autofellatio sul Goràud Scéding e mi riempirei la bocca sbrodolando sul conteggio di poligoni e insomma, evitiamo di fare queste cose e godiamoci l'isola.


Isola che presenta, subito fuori dall'aeroporto, una specie di canyon, cime innevate e... già, com'è fatta l'isola? Apparentemente hanno cercato di farci stare un sacco di location cinematografiche: Abbiamo un modellino dell'aeroporto di Los Angeles, una riproduzione di San Francisco e del Golden Gate, con acclusa Alcatraz, il castello di Saint Andrew in Scozia per i film con gli aerei medievali, Stonehenge ed altra robetta sparsa qua e là...


...il tutto chiaramente a prescindere dalla nostra fantasia, perché va da sé che esiste la possibilità che aggiungiamo all'isola degli elementi di set come meglio preferiamo. Praticamente il gioco del 2005 "The Movies" (mannaggia, già 15 anni fa) non ha inventato nulla. Vi ricordate "The Movies" della Lionhead? Come tutte le cose partorite da Peter Molyneux sembrava destinato a spaccare culi a destra e a manca, ma alla fine fu il solito giochino più o meno originale ma con qualche cosa che alla lunga lo rendeva pallosissimo. A me, comunque, fu passato da un compagno di università, ci giocai dieci minuti e poi mandai tutto a cagare che sul mio pc di allora era lento come la malannata. Ok, ero già anche un ex videogiocatore allora. Torniamo alla competizione degli stunt, vi va?


Ah, questo è fattibile! Slalom tra le torri! Forza, è semplice! Lanciando il mio urlo di battaglia mutuato da un mio compagno di classe delle medie ("TORRRRREEEEEEEEEE") inizio la ripresa. Ciak! Si gira...


E niente, questo Bristol Bulldog se all'inizio pare manovrabile, all'improvviso mi scappa via di mano e non so più se ho girato atorno alla seconda torre o anche alla terza. Vediamo da fuori?


No, niente, mi sono completamente perso. Sarà il campo di visuale che è quello che è (scomodissimo) ma mi sono completamente perso. Ehi, almeno non mi sono schiantato per terra! Andreotti, dall'abitacolo, si autocompiace per non aver tirato le cuoia...


...e intanto ci fiondiamo in sala di montaggio. Abbiamo diverse telecamere che hanno ripreso il giornaliero, possiamo sfumare da un'inquadratura all'altra, aggiungere effetti speciali (roba semplice, principalmente effetti sonori, dissolvenza e di scolorimento della pellicola) e soprattutto aggiungere le scritte in sovraimpressione. Bellissimo! Praticamente memore del lavoro che fece alle elementari il maestro di informatica (avevamo pure l'aula computer, ma non la usammo mai), un signore simpatico che era stato messo lì ovviamente a seguito di burnout, per mettere la titolazione al video della nostra gita al Parco Talon di Casalecchio di Reno (BO). Fu l'unica volta che andai nell'aula informatica/audiovisivi della scuola elementare del V.P. e fu la prima volta che vidi computer che non erano i miei. La scritta "MSX" che compariva all'avvio di una strana roba della Philips per fare le titolazioni mi aveva colpito tantissimo. Eh lo so, l'entusiasmo dell'età bambina, eh. Insomma, metiamo una bella sovraimpressione al nostro filmetto...


E lo mostriamo nel cinema locale! Ora, non ho eseguito lo stunt che mi chiedeva il coordinatore, ma importa? Alla fine dello spezzone il pubblico sembra essere più che entusiasta, e tanto ci basti! Segue dibattito, al posto dell'occhio della madre il Divo Giulio parla di carciofi.


Giusto per vedere altri filmetti tra quelli di default inclusi col gioco, ecco un inspiegabilmente spigoloso paracadutista che atterra in cima a una mongolfiera, evidentemente fatta di plastica. Vez, ma non dovresti sprofondare nel telo? E così forte l'aria calda che ci puoi camminare senza problemi? Non lo so. Però anche qui il pubblico esulta felice, e mi viene da chiedere se il pubblico non sia troppo di bocca buona.


Altro film! Ultimo e poi smetto, promesso. Una macchina dello Stunt Island Police Department girovaga felice in cerca di chioschi di ciambelle, quando... aaaahhh!!!!! Un'enorme papera caga qualche uovo sulla strada facendo andare i pulotti in testacoda, schiantandosi contro un'autocisterna (di cappuccino, forse?) ed esplodendo. Ragazzi, ne so quanto voi. Basta, torniamo alla produzione...


Ecco, scegliamo la scena più semplice, tratta dall'attacco a Pearl Harbor: due "Zero" giapponesi stanno dirigendosi verso la pista e noi, a bordo di un Lighting P-38, dobbiamo A)decollare e B) farli fuori. Semplicissimo, giusto?


Sbagliato! No, giusto. Un giapponese vviene sbaragiato mentre sono ancora a terra, e appena staccatomi dalla pista ecco che all'orizzonte arriva l'altro Zero! Visto come un puntino, qui, ma oh! Ad ingrandirlo ci pensiamo con il montaggio, dico bene? Un rapido ratatatatà e "CUT!" Buona la prima.


Una sola ripresa, perché sennò porta sfiga. No, spetta, qual era il regista che faceva un numero fisso di riprese perché sennò portava sfiga? Kubrick, forse? Può essere, a Kubrick è stato attribuito di tutto e quando stavo scegliendo l'atelier culturale in cui avrei sciupato i 3 o 5 anni della mia vita successivi (alla fine furono soltanto 3) non ricordo chi mi disse che il DAMS cinema era una roba fattibilissima, basstava stracciarsi le vesti per Kubrick (che al tempo era appena deceduto). Ora io non ho le lenti Zeiss della NASA né la "Steady-Cam" ("'a stitica", la chiamava Funari) né sono in grado di fare ironiche riflessioni sulla natura umana usando un film come metafora, però me ne sbatto le palle, la gente vuole vedere le esplosioni a Pearl Harbor...


E infatti tutti si esaltano felici come se avessero visto quella cagatona di "Pearl Harbor" di Michael Bay (la parte senza Ben Affleck che limona con la tizia inglese). Che film di merda, ragazzi, con tutto che Ben Affleck alla fine non è poi sto cane, se avete visto Argo (che in effetti è il nome di un cane) è un gran film. Bravi tutti, bravi noi, bravo me! Bravo Giulio. Giulio, è contento del successo cinematografico? "Purtroppo, non aspirando io all'Oscar, non posso ambire a quello che sarebbe il premio a me più gradito: un bacio di Carole Lombard". "Perché sua moglie Livia sarebbe gelosa?" "Perché Carole Lombard è morta nel 42. Un incidente aereo, lo sapeva?" Oh. Mi tocco i coglioni (e non guardando una foto della Lombard).


Via, altro stunt! IL classico "barn-storming", ovvero passare con un triplano all'interno di un granaio apert-CRASH. Ops! Devo guardare più l'altimetro e meno basarmi sulla percezione della profondità. Altro stunt?


Via! Andiamo con la fuga da Alcatraz! In quello che è un altro anticipo del cinema fracassone e un po' autocompiaciutamente coprofago di Michael Bay, dobbiamo recuperare un galeotto facendolo attaccare al carrello di un biplano Sopwith Camel. Il galeotto, che in realtà Alcatraz lo ha costruito ed è stato murato vivo dentro la prigione per non farne rivelare i segreti, è il pluri-ministro delle opere pubbliche Franco Nicolazzi, che deve essere recuperato da Andreotti nel contesto di un heist movie in cui il Pentapartito si riunisce per evitare l'ipotesi governo tecnico a guida Amato.


Intanto che Nicolazzi sta in piedi sulla torre di Alcatraz con un gancio in mano per aggrapparsi all'aereo di Giulio, ci stiamo avvicinando, con calma, perché il tempo è gentiluomo.

Poco dopo.


Eccoci! Eccoci arrivati! Franco, si aggrappi che la prendo a braccett *SQUISH* ommioddio. Non è stata una buona idea andare incontro a Nicolazzi mandando avanti un'elica molto grande, no? General failure, dice il gioco, e si riferisce al funzionamento degli organi interni di Nicolazzi che sono stati frullati dall'elica. I rischi del mestiere...


...e intanto vediamo il giornaliero incriminato. Nel cinema tutti si esaltano tantissimo e possiamo stare certi che un bootleg di questo filmetto circolerà nei circuiti underground come snuff movie per i prossimi anni. Possiamo immaginare che cinque anni dopo l'uscita di questo gioco, su rotten.com (gran sito, quello) apparirà il video in risoluzione minuscola di Nicolazzi tranciato dall'elica del Sopwith Camel del Divo Giulio. Oh beh! Prossimo stunt?


Stavolta dobbiamo toccare una mongolfiera bianca e rossa in mezzo a uno stormo di mongolfiere (si dice così?), evitando chiaramente di toccare tutte le altre...


...con il solito P-38 noi ci buttiamo nel gruppo ma cascasse il mondo se trovo quella bianca e rossa che viene evidenziata dalla telecamera fissa! (In realtà, riguardandolo, ce l'avevo davanti agli occhi, ma è chiaro che sono abbondantemente rincoglionito). Mannaggia. Bah, uno stunt del cavolo. Proviamone un altro.


Stunt medioevale, ragazzi! A bordo di un deltaplano dobbiamo cadere esattamente sul cucchiaio di una catapulta in modo da essere lanciati via da essa. Ora, proviamo cinque minuti a pensare a come potrebbe essere un film del genere. Come dite?  Hudson Hawk - il mago del furto? Oh mamma mia, mi ero dimenticato di quella ciofeca inguardabile! Basta, mi spiaccico al suolo e morta lì. Guardiamo l'ultimo video prima di chiudere?


Oh, che bello, un film vero e proprio. The Highway! L'ennesimo biplano che attraversa un'autostrada e fa capottare un camioncino dei gelati. Che simpatico! Che divertente! Una concezione cinematografica non molto dissimile da capolavori della Settima Arte come " L'Arrivée d'un train en gare de La Ciotat ". Oh beh, se si divertono chi sono io per dire altrimenti! Bene così, ragazzi! Abbandoniamo l'isola...


... e mentre il Divo Giulio guarda il tramonto dal traghetto che lo allontana dall'isola degli stunt, partono, come è già successo nel videogioco dei Ducktales, i titoli di coda coi crediti del gioco! In effetti penso che 'sti due giochi della Disney siano gli unici che conosca che hanno i crediti al momento dell'uscita al DOS. No?



AHAHA AHAHAHAHAHA HAHAHAH. Prossimo gioco.

È merda? No, per niente! È originale, è tranquillo, la grafica è veramente impressionante per l'epoca, e se avessi voglia di mettermici a trastullarmi sulla creazione di filmini mi ci metterei volentieri. Ok, ok, più che questione di voglia è questione di tempo, e io di tempo non ne ho. Ora, nel 1992 lo avrei trovato così figo? Sì, penso proprio di sì. Probabilmente non sarei stato in grado di impadronirmi dell'interfaccia per fare dei filmati fatti come si deve, ma sono convinto che avrei trovato un modo di divertirmi. Peccato che il dischetto fosse rovinato, ma oh, che vi devo dire: è andata così.
Ci rigiocheresti? Ad averci tempo infinito, sì.
1992. Miglior gioco di sempre? No.

10 commenti:

  1. Dalla storia dell'uomo con la testa di cavallo penso di aver finalmente capito dopo tanto tempo quale sia il blog delle prefiche al quale ti riferisci e, che dire, mai successo di conoscere due persone che apprezzi ma che tra loro si schifano e, come diciamo a Napoli, si buttano i cuppetielli appresso e desiderare che si conoscano meglio e si vogliano tanto bene quanto tu ne vuoi a loro separatamente?

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    1. Beh, ora arriva la parata di culo ma credici o no, quello che sto per scrivere è esattamente quel che penso. In realtà i blog, le pagine facebook, i siti, tramissioni TV, eccetera eccetera che celebrano un passato inesistente contrapposto alla visione tipica dei Vecchi di Merda per cui il mondo è perennemente sull'orlo dell'andare a schifìo sono infiniti. Semplicemente faccio riferimento a QUEL blog di prefiche piagnucolanti perché è stato uno dei primi e più significativi che ho visto. Ora, detto che spesso e volentieri quando leggo gli articoli del suo titolare mi viene da sbuffare e riempire di droplet lo schermo del mio monitor, in realtà quello che mi fa scendere profondamente i coglioni sotto il livello del mare sono, appunto, le prefiche: la claque di gente che piange a comando (le famose "bruschette negli occhi" che te li fanno lacrimare) per qualsivoglia stronzata del passato tirata fuori come captatio benevolentiae mascherata da proustiana madeleine. "Ehi, ma ve li ricordate i pipponi morali alla fine di ogni puntata di He-Man?" "Ohhhh ma che cosa mi hai fatto venire in mente! Grande, mitico! Ora piango!" e via stronzeggiando.

      Questo fa sì che abbia in schifo il titolare di tale blog? No, non particolarmente, è il suo business model che io non condivido ma che lui è liberissimo di perseguire (io però sono liberissimo di dire che a me personalmente fa cagare, così come sono liberissimo di dire al mio amico Ivano che il pop turco che ascolta mi fa stracagarissimo, e allo stesso modo lui si sente in dovere di dire quando gli fa merda la roba che ascolto io).

      Però diciamo che il cosiddetto "blog delle prefiche" è un buon avatar per un atteggiamento di passatismo infantilista (il "guaglionismo") che contribuisce alla diffusione di una mentalità vecchiodimerdista che non fa altro che rinforzare le sparate di Paolo Crepet in cui si generalizza che chiunque sotto i 50 anni non è capace di staccarsi da mammà, contribuendo così ad alimentare un circolo vizioso in cui la gerontocrazia è sempre più tirannica e manipolatoria, e che ha belle conseguenze come stagisti sottopagati di trenta e più anni chiamati ancora "ragazzi".

      Non sto dando la colpa al guaglionismo diffuso del fatto che non ci andremo mai in pensione, eh. Ma diciamo che non ci aiuta.

      P.S. Ma i cuppetielli non sono i coni di carta che si mettono nel becco della cuccumella per non far scappare l'aroma di caffé?

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    2. P.P.S. in realtà in questa sede tendo a scrivere sempre quello che penso, eh, se scrivessi per avere più hit dovrei scrivere roba che non penso, ma visto che il precedente commento mio poteva sembrare una parata di culo mi è sembrato giusto specificarlo, ecco.

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    3. Il cuppetiello in genere in napoletano è il cono di carta che può avere vari utilizzi, da quello che indichi sul becco della cuccumella, al contenitore per i fritti (nella versione grande detta "cuoppo"), a quello "da lancio" con il quale se ne sfruttano le doti aerodinamiche date dalla forma affusolata che termina a punta per colpire con precisione i propri rivali.

      Riguardo al motivo del contendere non è che ti stia dando torto, sia chiaro, è solo che guardando al di là del guaglionismo e a differenza dei suoi "rivali" che puntano soltanto su quello, il blog in questione è anche bello pieno di contenuti validi e si vede che il titolare ha una conoscenza a dir poco enciclopedica sull'argomento film/telefilm/videogiochi/fumetti anche attuale e non soltanto relativo al passato, quindi mi sono un po' stupito capendo che ti riferissi proprio a quello e non ad altri, poi de gustibus ovviamente e su quello non disputiamo.

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    4. Ma guarda, non hai torto nemmeno tu eh. C'è anche da dire che relativo alle cose attuali si scivola nel mio argomento contro la cosiddetta "scientificazione dello svago", ma quella è un'altra storia. Che ti devo dire! Sarà che se il primo amore non si scorda mai, questo blog è nato come reazione al piagnisteo autocompiaciuto che ho percepito per la prima volta là. Fosse stato su un altro sfogo di nostalgismo online, sarebbe stato quello, immagino. Ma sarà che a vedere quest'orda di commentatori che tutti autocompiaciuti si vantano di quanto hanno pianto per via del ricordo di una stronzatina disegnata a tavolino di qualche esperto di marketing della Gig o della Giochi Preziosi, mi è partito il vaffanculo "turbocharged". Aggiungici il fatto di essere completamente stremato per varie ragioni che non sto a menzionare qui, con la consapevolezza che non è come al campetto che puoi tornare a casa portando via il pallone, leggere di 'sti adultolescenti di commentatori che sembravano tutti felici di rinchiudersi nel loro angolino di ricordi e di giocattoli, mi faceva venir voglia di prenderli a sberle uno a uno. (Racconto più elaborato qui. )

      Poi sono sicuro che sia una persona a modissimo e riconosco che di contenuti validi ne ha. Ma la forma mentis che c'è dietro, e di cui lui è uno dei tanti esponenti, che è a mio avviso tossica.

      (Peraltro anche a stile di scrittura, per quanto irritante a volte, è uno dei più tollerabili. Se leggi gli articoli su Duke Nukem e su Rocket Ranger cito un altro sito che a mio avviso è veramente LA MERDA ma proprio senza possibilità di redenzione)

      Però insomma magari un giorno io e l'altro titolare ci abbracceremo (nel rispetto del distanziamento sociale), mai perdere la speranza: se quel grand'uomo di Francesco Carlà mi ha ringraziato dopo che ho dato "merda" a Simulman, e se io posso cambiare, e voi potete cambiare... tutto il mondo può cambiare! (COSA MI HAI RICORDATO, EX VIDEOGIOCATORE! PENSO AD APOLLO CREED E MI VENGONO SU LE LAGRIME!)

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    5. Cos'altro dire se non: "Lagrime napulitante" XD

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  2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    1. Bravissimo, hai vinto un sigaro. Perdonami se cancello il contenuto del tuo post, che riporto qui censurato:

      "Il Vecchio Paese è [OMISSIS]. Hai lasciato qua e la degli indizi che me ne hanno permesso l'identificazione. Era dall'articolo su Sin City che l'avevo intuito."

      Dicevo, perdona se cancello il contenuto, ma non vogliamo farla troppo semplice per quelli che verranno dopo di te, giusto?

      Buon pomeriggio! (Se ti va, rispondimi con un nominativo con cui premiarti nella pagina dei sigari).

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    2. Sono Frank, avevo già commentato sul post inerente ad Actua Soccer.
      Ah, a proposito: attraverso un sistema "diabolico", sono riuscito anche a scoprire il tuo nome (che ovviamente non paleso, ci mancherebbe). Se vuoi ti dico come ho fatto a scoprirlo, per darti la possibilità di togliere l'opportunità ad altri di fare altrettanto.

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    3. Sei sveglio, Frank. Sentiamo pure il tuo sistema diabolico (anche se penso di aver capito qual è), puoi usare la form di contatto intitolata "non perdiamoci di vista" sul lato destro dello schermo (solo versione desktop del blog, non mobile).

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Sicuro di aver letto bene il post? Prima di postare, rileggi.