Potrebbe esservi utile leggere (per contestualizzare)

lunedì 15 giugno 2020

Earl Weaver Baseball

A cavallo tra gli anni 80 e gli anni 90, mia madre e le sue amiche andavano pazze per Kevin Costner. Beh, la mamma del mio migliore amico del tempo andava matta per Michael Douglas perché sosteneva che somigliasse a suo marito, ma questa è un'altra storia e cerchiamo di non divagare sin dal primo paragrafo. Di fatto, non ho mai capito cosa spingesse le donne della generazione di mia mamma (che nel 93 aveva l'età che ho ora io)  a ritenere sex symbol un attore mediocre, di aspetto belloccio, ma sin da giovane piuttosto incartapecorito e dalla virilità non particolarmente debordante. 
Poi, tutto d'un tratto, questa ammirazione magicamente sparì. A causa di Waterworld, direte voi. Nah,  il film non era necessariamente così schifoso, no? Per i canoni di oggi, intendo. No, ben prima di Waterworld il buon Kevin non piaceva più a mamma ex videogiocatore. In realtà ho due ipotesi sul perché sia finito il fangirl-ismo così d'amblet. 

La prima: la delusione per il culetto flaccido e ossuto, con l'accenno di spina bifida sul coccige mostrato da Costner in Balla coi Lupi. 

La seconda: un film di merda con la storia strappalacrime del contadino dell'Iowa che rade al suolo la sua unica fonte di sostentamento per creare un campo da baseball in modo da far comparire dei fantasmi di giocatori di baseball e pure suo padre perché si sa, secondo la narrativa hollywoodiana (e il blog delle prefiche) l'essere umano non è programmato per superare il lutto della morte dei genitori.

ma che posa del cazzo è
Devo dire che dei film col Kevin non ce n'era uno che non mi facesse cagare a spruzzo, ma per qualche ragione il baseball aveva una forte fascinazione su di me. Non ai livelli di Kevin Costner su mia mamma, ma il semplice fatto di non capirci un cazzo me lo rendeva intrigante.




La ragione è presto esplicata: in quello strascico degli anni 80 in cui ho vissuto la mia infanzia, bastava mettere una bandiera a stelle e strisce attorno a qualsiasi cosa e subito diventava infinitamente più appetibile. Già ho parlato dei "pen-pals", i corrispondenti di una scuola dello stato di New York con cui ci scambiavamo letterine e piccoli souvenir, tra cui appunto quella colonna portante della cultura statunitense che sono le figurine del baseball. Anzi, del "BASELA", come ebbe a scrivere in una letterina un mio compagno di classe e per questo fu ridicolizzato davanti a tutti dal nostro maestro, in un esercizio di umiliazione e di distruzione di ogni autostima che non ci si meraviglia come mai io ed altra gente siamo venuti su terrorizzati dall'idea di sbagliare.

Basela a parte, un'altra ragione per cui 'sto gioco misterioso non mi dispiaceva era che in occasione di educazione fisica alle elementari ne avevamo provato la versione indoor, chiamata "Mel-Ball". Un tizio che si spacciava americano (e di conseguenza era fighissimo) che di nome faceva, appunto, Mel, ci aveva spiegato come giocare a un baseball semplificato (con la T) in un campo da basket/pallavolo/calcetto di una palestra scolastica. E che ci crediate o no, ero pure bravissimo! Forse l'unico gioco di squadra in cui non facevo stracagarissimo, visto che a basket ero una chiavica (ma già lo sapete), pallavolo idem (compensa mia moglie, che di volley è stata professionista), calcetto finivo sempre in porta (non che la cosa mi dispiacesse, ma pure lì facevo delle discrete cappelle). Poi metteteci pure film decenti e tutt'altro che strappalacrime e la passione per il besebòl (nonché la voglia di capire come cacchio funziona) si spiega da sola. 

Tanto per dire, Kevin Costner non sbunnava Denise Richards né fuma le sigarette col naso
Vabbè, insomma, per farla breve il gioco di oggi ce l'avevo originale. Ohhh, ecco. Comprato all'Olivetti della frazione del Vecchio Paese con un nome ridicolo, che stava cercando di liberarsi di un lotto di giochini che nessuno si pigliava, tra cui Cardinal of the Kremlin e Lexi-Cross. Insomma, c'è un gioco di baseball, e quale modo migliore per impararne le regole se non giocandoci a un videogioco sopra, no? Sigla!


Ecco, in realtà non è questo il gioco a cui giocai a suo tempo. L'unico che ho trovato in giro per i vari archivi disseminati qua e là è la versione 1.5, che è un discreto revamp della versione originale, per PC apparentemente introvabile. Quello che ricordo, però, è che il gioco (essendo pubblicato dalla EA) era distribuito in Italia dalla CTO di Zola Predosa, nella scatola giallina tipica dei giochi per l'Olivetti PC 1, con la bellissima piramide della linea Olivetti Prodest. Il costo si aggirava sulle diecimila lire, onesto per un gioco che aveva circa 4 anni al tempo. 


Sta di fatto che l'introduzione era completamente diversa: al posto del diamante con la palla con su scritto il nome del gioco c'erano tre figurine raffiguranti Eddie Dombrower (de facto l'autore dell'intero gioco), Teri Mason (la curatrice dell'audio e degli effetti sonori) ed Earl Weaver, storico manager dei Baltimore Orioles e guru del "BASELA" con la paura dell'aereo: Dombrower approfittò di questa paura per appiccicarsi come una cozza a Weaver durante le lunghe trasferte su fatiscenti treni della "Amtrak" e farsi spiegare tutto sulla strategia del baseball. Eh sì, perché l'idea qui è quella di applicare l'intuizione di Trip Hawkins sull'uso del computer per ricreare le statistiche degli sport, che iniziò con il football, prendendo il nome da John Madden. Il computer calcola e digerisce i numeri, gli sport americani sono interamente basati sulle statistiche, usare il computer per gli sport è ovvio, no? E in effetti, con Madden (e successivamente, con qualsiasi altro sport mai giocato sulla faccia della terra, con l'esclusione del Mel-Ball) la Electronic Arts ci ha fatto i soldi.


Eh sì, perché il baseball è tutto statistiche, se si sta ad ascoltare quello che diceva (vado a memoria) il retro della scatola gialla. Il punto di forza di 'sto gioco era il realismo nella gestione delle statistiche, più preciso di un bollettino del baseball della domenica. "UAAAU" dicevo a me stesso con un entusiasmo degno di quello che mostrano Sinjin e Randy quando mostriamo loro qualcosa di nuovo (interessante anche come solo alle soglie dei quaranta mia moglie ed io scopriamo che effettivamente il "qualcosa di nuovo" era la parte più fica della triade dei kinder sorpresa). Eh, UAAAU il cazzo, ci hai lo sbattimento di metterti li e capire che cosa significa ogni sigla dietro a uno di quei numerelli, caro il mio Ex Videogiocatore di circa il 1991? Siccome il telefono quantistico con cui ogni tanto chiamo me stesso del passato trova la linea occupata provo a chiedere ai miei figli, che non hanno 9 anni ma ci sono molto più vicini di quanto non lo sia io. Sinjin si guarda attorno sorridendo come fa sempre quando non sa cosa rispondere e vuole svicolare. Randy dorme. Ok, ragazzi, era una domanda del cazzo la mia, scusate. 

"LINGUAGGIO!" 

Questa era la signora Ex Videogiocatore (a ragione). Volevo dire che era una domanda sciocchina, ecco.


Quindi, arcade game o full program? Full program, oviemente! Ci sono un sacco di cose che possiamo fare in questo menu, presentato in gloriosa grafica monocromatica ad alta risoluzione. Quello che possiamo fare è leggere un sacco di statistiche sui giocatori storic-YAHWHN scusate, non riesco a stare sveglio. Possiamo modificare i nomi dei giocatori, cosa che io avevo fatto mettendoci - Andreo (bis) tti? - direte voi. Ebbene no, mi ero talmente immedesimato in questo gioco che ci avevo messo i nomi mio e dei miei compagni di classe, che ci crediate o no! E, che ci crediate o no, 'sto gioco mi piaceva un casino. Ed è anche per questo che ho aspettato tanto a riprenderlo in mano. Primo, perché volevo trovare la versione 1.0. Secondo, perché non ero sicuro di sentirmi pronto a dargli merda visto quanto mi ci ero esaltato a mettere me e i miei niggaz a emulare le gesta di Charlie Sheen, Wesley Snipes, Tom Berenger e il futuro presidente degli stati uniti Dennis Haysbert. Però certi passi vanno fatti, quindi facciamolo, in occasione di questa data che è più o meno coincidente con la fine dell'anno scolastico. Infatti 'sto gioco mi fu pigliato per la "promozione" dalla terza alla quarta elementare (credo).


Vabbè. Una cosa però che possiamo fare è selezionare lo stadio in cui giocare, visto che il Fenway Park io non l'ho mai sentito (né mi frega qualcosa). Scegliamo l'Old Yankee Stadium, visto che tutti avevano un cappello con il NY degli Yankees, anche se erano quelli che stavano più sulle palle a tutti perché erano quelli che vincevano sempre. Come i New England Patriots o la Juventus. Si può anche decidere di creare uno stadio custom, ma ricordo che era una roba di una difficoltà atroce (bisognava inserire dei parametri che fossero accettabili dal programma) quindi limitiamoci...


...a guardare lo stadio in gloriosa grafica EGA. È EGA? Una specie, praticamente il gioco riconosce che abbiamo una VGA (o meglio, ce l'ha Dosbox), quindi usa i registri della VGA per andare a pescare colori diversi da sostituire a quelli della classica palette 0 della CGA. Un bel trucchetto, no? Comunque, giusto per completezza, ho trovato su Mobygames uno screenshot del menu della versione 1.0, quella a cui avevo giocato io.

Pittoresco.

Nessuna particolare differenza di fatto, ma è chiaro che se me lo trovate è probabile che ci ritornerò sopra con un articolo appendice a questo. Sticazzi, nel frattempo, giochiamo.


Le due squadre sono una selezione dei migliori giocatori delle due leghe in cui è divisa la MLB, ovvero la American League e la National League, e già questo, per uno che è ancora infastidito dalla serie C a più gironi, è poco comprensibile. Un'ulteriore suddivisione è per epoca, infatti come nel filmaccio con Kevin Costner, qui stiamo a evocare i fantasmi del baseball passato. Chiaro che io volevo giocare con Joe diMaggio perché era l'unico che conoscevo, per ovvie ragioni.

piano con quella mazza oh
Ma era troppo difficile scegliere, in quel casino di menu, quale tra le due leghe teneva Joe. E poi, di diMaggio nel baseball ce n'erano ben tre, tutti fratelli! Una roba superata solamente da Ennio, Arnaldo, Vittorio, Lucidio e Primo Sentimenti da Bomporto (Modena), noti anche come Sentimenti I, Sentimenti II, Sentimenti III, Sentimenti IV e Sentimenti V. La cosa più atroce era che Primo Sentimenti era Sentimenti V. Taccio anche sui cugini Lino e Andrea Sentimenti, detti Sentimenti VI e VII. Però se in una cosa riusciamo a battere gli americani mi sembra giusto ricordarla. Poi qualcuno dirà che nessuno dei Sentimenti si sbunnava la Norma Jean, e se vogliamo cercare il pelo nell'uovo vi darò ragione, lamentandomi della solita esterofilia che fa sì che basta mettere le stelle e strisce su qualsiasi cosa per renderlo più interessante. Bah! Sto divagando.


Cominciamo a fare la formazione della squadra ospite, gestita interamente dal computer (la cui AI prende il nome di Earl, visto che alla fine è stato programmato basandosi sulle lunghe chiacchierate con lo stesso Weaver). Tra i nomi noti abbiamo Dazzy Vance e Roger Bresnahan, Rogers Hornsby e Honus Wagner, e onestamente a parte questo non saprei che dirvi su costoro.


La American League, pur essendo soprannominata "Junior Circuit" ha gente più interessante: Lou Gehrig, tristemente noto per aver dato il nome alla sclerosi laterale amiotrofica, Babe Ruth, incontrastato re dei fuoricampo per decenni, Ty Cobb, il più forte battitore della storia con media battuta totale di .366, Nap Lajoie, che fu famoso per aver dato il nome alla squadra di Cleveland per undici anni (dal 1903 al 1914 furono i Cleveland Naps, prima di diventare gli Indians) e gente tipo il catcher Gordon Stanley "Mickey" Cochrane, ritenuto uno dei migliori catcher di sempre, ma a me noto perché facendo la squadra della mia classe gli cambiai il nome nel mio. Perché? Semplice, nella versione 1.0 durante il gioco il catcher era inquadrato, e io volevo essere sempre al centro dell'azione. (Inoltre, con Cochrane inspiegabilmente facevo un casino di fuoricampo).


Beh, siamo pronti, dunque! Il lineup è distribuito al pubblico e tra gli spalti ci si inizia a ingozzare di hot dog, parte l'inno nazionale cantato da Enrico Pallazzo e via!


Play Ball! Così comincia ogni partita, con questi rituali nati dalla tradizione che riflettono la venerazione per "il precedente", che è alla base della Common Law, ovvero la ragione per cui il sistema giudiziario dei paesi anglosassoni è così una merda. Qui siamo ultras del diritto romano, pochi cazzi.


Insomma, si parte. Al lancio, Cy Young, alla battuta, Max Carey. Io non so che dire a proposito della faccenda, ma quello che so è che nel Mel-Ball c'era la figura dell'annunciatore, un bimbo della squadra che non giocava e diceva "Entra in campo tal dei tali". Ah, comunque io tengo Cy Young e per tirare le palle uso il tastierino numerico. Parto?


Ball! Vaffanculo. Ora non ho idea di come il gioco calcoli i ball e gli strike. Credo dipenda dalla distanza di tempo tra la pressione del tasto che dice dove lanciarla e il tasto che dice che tipo di palla tirare (curva, dritta, veloce, a girare). Che poi io non ho idea di cosa sto facendo quindi premo due volte la freccia in giù. Ah niente, tiriamo di nuovo...


...Vaffanculo.


Stavolta ce la faccio eh! Ball e Ball. Quattro palle, Carey cammina fino alla prima base, il punteggio non cambia perché la palla non è considerata colpita (Hit). Che poi io non ho mai capito chi vince calcolando gli R (Run, ovvero tutto il giro del diamante), gli Hit (palla colpita e arrivo in prima base e gli E (Errori, che come dice giustamente il nome, trattansi di errori nel ratablinda con lo scappellamento a sinistra di una cosa, avendo disprezzato antani con cattiveria una pecora che, nel senso ironico, antani sbrodolava a fianco a tapiro e sbirigusi soffia soltanto con ottantun scarpallaccia, in senso mimetico, antani racconta storie con scappellamento a destra carpiato mucca).


Prossimo! Jesse Burkett. Io evoco il menu di gioco, possiamo decidere le strategie da assumere, muovere i giocatori sul campo, possiamo pure regalare una base, o fare i cambi.C'è anche la possibilità di chiedere aiuto a Earl  sulla strategia da assumere o di andare a chiedere al pitcher come va il braccio. Ma il dialogo ha così tanto slang che persino io, che ritengo di conoscere l'inglese extrascolastico piuttosto bene, non mi ci azzardo.


Però possiamo vedere come tira il vento, e fregarcene come in quel gioco del golf col giardiniere Jim. Mi spiace però che non esista l'opzione di taroccare l'aerodinamicità della palla appiccicandoci sopra le caccole. È una pratica proibita che si chiama "spitball" e la trovo piuttosto disgustosa, per quanto consona allo sport.


Taac! La scaccolatura porta bene, e facciamo il primo strike. Dai che forse ho capito!


Strike 2! Dai che lo eliminiamo sto Burkett, diamine! Pronti con l'infallibile "Eliminator", la palla curva a ubriacare che tanto panico seminò negli avversari virtuali sul mio PCS 86 Olivetti nel 1991?


Fuori campo. Vaffanculo. Burkett guadagna una R, come l'altro che avevo mandato in prima base con 4 palle. Ok!


Hornsby! Dopo due palle e uno strike, la boccia viene battuta e il nostro avversario arriva in seconda base, mica cazzi. Avrei potuto eliminarlo mandando la palla alla seconda base, ma col tasto sbagliato la mando alla terza. Ops! Avrei potuto pure cambiare tattica in modo da avere qualcuno che acchiappasse al volo la battuta di Hornsby, eliminandolo. Ma si sa, per fare la tattica ci vogliono le statistiche, per fare le statistiche ci vogliono i numeri, per fare i numeri ci vogliono gli insiemi, per fare gli insiemi ci vuole un fiore, ci vuole un fioo-oooooooooo-re.


No ma parliamone un attimo. In quanto tifoso del Bologna tempo fa mi sono fatto girare i coglioni leggendo i deliri dei bolognesi medi sulla sabermetrica e sulle statistiche, secondo le quali, con un calcolo di expected goals il cui algoritmo mi sfugge, saremmo la prima squadra al mondo. Ma nel calcio conta sbatterla dentro, e il BFC sta dove sta. Ho come la vaga impressione che il baseball sia stato lievemente rovinato dall'ossessione per le statistiche e prima o poi, con il board FIFA riempito da sempre più americani e finanzieri cinesi che vogliono un ROI prevedibile, le statistiche rovineranno il calcio ancora più di quanto già non lo sia. La scientificazione dello svago finirà per farci rimpiangere pure Blatter.

Intanto però non sbaglio tasto e Bottomley è out. Tiè.


Young vs. Youngs! Cy anziché tirare lancia indietro alla seconda base. Vokevo eliminare un tentativo di rubare la terza? No, tasto sbagliato.


Ah, altro homerun. Fanculo, và. La squadra ospite va a 4 runs e un solo eliminato. Detto senza troppi giri di parole: sto facendo abbastanza cacare, cari amici! Ma almeno sto reimparando le regole del "BASELA", esattamente come feci nel 1991 con questo residuato bellico a una decina di migliaia di lire della linea software per l'Olivetti Prodest PC1.


Honus Wagner alla battuta! Sembra un altro fuoricampo, ma la boccia viene presa al volo e Wagner è beliminato! Diciamocelo, che nome del cavolo è "Honus"?


Traynor alla battuta! Anche una tizia che lavora dove lavoro io fa Traynor di cognome, ma non ci siamo mai cacati (siamo in 700, eh). Comunque mi dà molto l'impressione di piacersi tanto, pure troppo. Cara signorina Traynor, questo out è per te! Consideralo una lezione di umiltà e soprattutto togliti quel cazzo di birignao albionico dalla parlata.


Fine della prima metà del primo inning! Di questo passo scordatevelo che arrivi alla fine eh. Il nostro batting lineup ha i carichi pesanti: Ty Cobb, Nap Lajoie e Tris Speaker. Pronti?


Al pipistrello, Ty Cobb! ,che poi Cobb era il nome del tizio di Monkey Island che rclamizzava Loom. Era anche il personaggio di Di Caprio in Inception. È anche uno che si è beccato uno strike.


Altro strike per il miglior battitore della storia. Eh, lo so. Colpa mia. Poi finalmente prendo la palla e finisce dritta in mano all'avversario. Cobb out! Mentre torna in panchina, indica al catcher la spilla che tiene sul cappello "Ask me about Loom".


Tocca a Napoleon "Nap" Lajoie. La dice lunga che la maggior parte di sta gente sia in cima alle classifiche pure nel 2020. Cosa voglia esattamente dire, lo ignoro. Ma su qualcosa la dice lunga. In realtà ogni cosa, se vogliamo, la dice lunga su qualcosa. Ok, questa era una riflessione inutilmente pseudoprofonda, come se non avessi detto nulla.


Terzo strike, e Lajoie è out. Sto sputtanando le statistiche, mi rendo conto. Non me ne pento, però. La dice lunga su un popolo se il passatempo nazionale è rincoglionirsi sulle statistiche di battuta. Almeno questo siè traducesse in una maggiore attitudine alla matematica. Ma no, manco quello.


Al pipistrello, Tris Speaker. Bat che significa sia pipistrello che mazza spiega finalmente la battuta di un vecchio cartone di Bugs Bunny in cui il saccente coniglio sfida Dracula. "Io sono un vampiro (vampire)!" diceva la creazione letteraria di Bram Stoker. "E io sono un arbitro (umpire)!" Diceva il lagomorfo. "E io sono un pipistrello!" Diceva Dracula trasformandosi in un roditore volante. E Bugs, grazie a un libro di magie trovato nel castello del vampiro, si trasformava in mazza da baseball con le conseguenze che possiamo tutti immaginare. Mi piacevano quei corti da piccolo, ne avevo registrati per cinque ore di VHS. Tutto ovviamente perduto, e credo che le versioni di quei cartoni con quel doppiaggio (l'unico in cui Bugs Bunny non aveva una voce insopportabile ma solo lievemente nasale) non siano più reperibili da nessuna parte. Alla faccia degli stronzi che dicono che su internet c'è tutto. Trovatemi Earl Weaver Baseball 1.0 per PC e ne riparliamo.


E dopo solo un ball, Speaker la caccia lontano! Non fuori, ma lontana a sufficienza per raggiungere la prima base. Un hit per noi! Immagino che premendo il tasto giusto avrei potuto farlo continuare alla seconda, ma sono imbranato. Peraltro in sto gioco esistono solo le statistiche reali, non i parametri Velocità/Resistenza/Tecnica/etc. tipo PC Calcio o Football Manager. Da un lato ammetto che un po' lo apprezzo, visto che i parametri di PC Calcio sono arbitrari e faccio fatica a immaginare (e per questo mi intriga) un manageriale calcistico basato solo sulle statistiche reali, sarebbe interessante. Dall'altro lato, sta roba funziona solo se hai raccolto in maniera maniacale tutti i dati di tutti i giocatori da metà diciannovesimo secolo ad ora.


Attenzione! Babe Ruth! 60 home run in carriera, "The Bambino" è pronto a incantare le folle con un fuori campo! E in effetti fuori la palla ci va, ma nella foul zone, che conta come strike (a meno che non sia il terzo). Vaffanculo Babe, ti ho mai detto che somigli a quel coglione di un mio ex capo che aveva il quoziente intellettivo di una tanica di sciolta? Due gocce d'acqua, veramente (almeno finché il mio ex capo non perse 25 kg perché si era invaghito di una collega).


Di nuovo strike, e una debolissima battutina del "Sultan of Swing", che essendo obeso ci mette una vita ad arrivare in prima base, molto più lentamente della palla, e infatti abbiamo il terzo out.


Secondo inning! Alla battuta c'è il catcher Bresnahan, il pitcher Vance e tale Carey. In genere i lanciatori non sono un granché in battuta, magari ce la caviamo meglio.


Bresnahan la batte malissimo, e la boccia finisce in mano a uno dei nostri. Out! Fuori uno.


Vance viene spedito via in maniera lissssssssisssssssssima, tre strike, zero palle, un out, foera di ball. Prossimo!


Carey! AAAAALL I WANT FOR CHRISTMAS IS OUT, ma no, Carey la piglia e guadagna una H. Charey?


Fortunatamente dopo di lui ci sta tale Burkett, che viene prontamente fatto fuori. Cosa voglia dire quel 1 for 1 HR non ne ho idea, magari le risorse umane della squadra hanno richiesto un turnover obbligatorio in cui ci gli uffici fanno uno scambio di capoufficio, in quegli esercizi di mobilità forzata che servono principalmente a riempire una slide autocelebrativa all'evento di kickoff annuale. Il peggio è stato quando la direttrice risorse si vantò che erano stati assunti tot nuovi arrivati a fronte di tot pensionamenti. Casualmente non indicò il numero di dimissioni e i congedi a lungo termine causa burnout (solo nella mia divisione ce n'erano stati due). 


Ma sto divagando e in casa ex videogiocatore l'esperta di gestione personale è mia moglie. Andiamo di nuovo in battuta con Lou Gehrig, "il cavallo di ferro", immortalato dallo storico discorso "I'm the luckiest man on Earth" e dal film biografico "L'idolo delle folle" (Pride of the Yankees) con Gary Cooper nei panni di Gehrig. In quel film (riporto da Wikipedia) il motore immobile del successo di Gehrig è la madre, che voleva che il figlio facesse l'ingegnere, e che si oppone a ogni sua scelta di vita, dal baseball (a cui gioca di nascosto per pagarle le spese mediche) alla moglie (a cui rimase fedelissimo fino alla morte).  Una persona di merda, mi verrebbe da dire. Ma no, a chi va un casino di ringraziamenti da parte di Gehrig nel discorso finale? Alla madre, ovviamente! Cazzo! Sempre 'sta cazzo di sudditanza psicologica verso il quarto comandamento, dando così a dei vecchi di merda il potere di fare il cazzo che gli pare rovinando vite a quattro palmenti! Io credevo fosse una cosa solo italiana, ma ovviamente dietro la patina di successo che viene da oltreoceano c'è la stessa identica merda. Il fatto è che siamo una nazione di nandimericoni.


Ehi, quello sono io! O meglio, è Gordon Stanley "Mickey" Cochrane, il catcher che avevo ribattezzato col mio vero nome in un'enorme eccezione della regola di Andreotti. Nelle statistiche del gioco ha solo 10 home run, ma ogni volta che ci giocavo contro la cacciava fuori, e quindi me n'ero appropriato. Oltre ad apparire in quanto catcher nella schermata di destra nella versione 1.0 del gioco. Ma tutto questo non ha valore, perché Cochrane si fa eliminare al primo colpo, con la palla acchiappata al volo... da quello che pare essere un arbitro? Non ho idea. Inserite le vostre battute sulla Juventus qui, se volete.



Tocca a John Franklin "Home Run" Baker, che a dispetto del nickname non ne cacciava fuori poi così tante, ma era un ottimo battitore, ritenuto uno dei migliori della "deadball era", ovvero il periodo in cui le palle colpite erano poche, gli home run erano pochissimi, e un ciccione come Babe Ruth riusciva a diventare il più forte di tutti. Boh! Di fatto, Baker (che era diventato, nel 1991, il mio migliore amico di allora) viene eliminato pur'egli agevolmente, con la palla che raggiunge la prima base che lui ancora non ha finito di pulirsi le scarpe. Beh, che dire? Se non è un'accurata rappresentazione della "deadball era" questa, mi chiedo cosa lo sia! Sono soddisfatto della precisa riproduzione storica, ma soprattutto, mi sono rotto le palle solo al secondo inning. Spetta a voi vedere se al settimo il PC Speaker si mette a cantare "Take me out to the ball game", perché io, detto tra noi, ho altro da fare. Prossimo gioco!

È merda? Allora, nel 1991 mi aveva appassionato, complice la curiosità e la testardaggine nel cercare di capire come si gioca a baseball. E si  sa anche che nel paese degli orbi il guercio è re, quindi un giochino già allora antiquato (CGA taroccata, ma pur sempre 4 colori ragazzi, come si fa?) riusciva ad avere un suo certo fascino, e i giochi che avevo sul computer erano quelli che erano, e per la solita fallacia dei costi sommersi, il gioco era stato pagato (seppur poco) quindi me lo facevo piacere. Non quanto Kevin Costner piacesse a mia mamma, ma cercavo di farmelo piacere. Ora? Beh, la parte di gioco vero e proprio è abbastanza scarsina, e il suo vero punto di forza sono le statistiche, come dice lo stesso gioco sul retro della scatola. La vera sfida è la gestione delle tattiche e delle strategie di gioco, e lasciare che siano i giocatori a smazzarsela (è proprio il caso di dirlo) tra di loro. Ma delle regole del baseball, ammetto, ho un'infarinatura e quando si arriva a tradurre 'ste tonnellate di numeri in attiche sensate, proprio non ci arrivo, e detto tra noi il baseball è un gioco che trovo piuttosto noioso. Quindi, come lo traduciamo immerso nel contesto odierno di un logorroico padre di famiglia con poco tempo libero? Senza infamia e senza lode, direi. Nel dubbio, è merda.
Ci rigiocheresti? Se ritrovo la 1.0, sì.

1 commento:

  1. Commento nostalgico il mio, non per il gioco in sé ma perché non c'è più il nostro Ex Videogiocatore a leggere... Ricordo di averlo avuto (e secondo me ce l'ho ancora) proprio nella mitica scatola gialla/blu della CTO per PC1. Troppe statistiche, troppe scelte per uno sport che sinceramente non ho mai apprezzato, tanto che mi chiedo cosa l'abbia acquistato a fare...

    RispondiElimina

Sicuro di aver letto bene il post? Prima di postare, rileggi.